Il nostro Ulisse

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Il “nostro” Ulisse

Testi scritti da studenti del Liceo “Marco Belli” di Portogruaro, curati dalla prof.ssa Luisella Saro

Anno scolastico 2013-2014


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Introduzione Una sfida, la lettura del XXVI canto dell'Inferno. Incontro con Dante, con la Commedia, con Ulisse. E poi una scommessa. E' possibile, a scuola, sentirsi soggetti di cultura e non contenitori da riempire? Dante, presentando l'eroe omerico, si è interrogato sulla statura dell'uomo e ci ha ricordato chi siamo, e qual è il compito. «Fatti non foste...». Abbiamo raccolto la sfida, abbiamo raccontato il "nostro" Ulisse. prof.ssa Luisella Saro

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LA SUA META NON E' ITACA... Quest’estate ho conosciuto una Donna con la “D” maiuscola: forte, determinata e lavoratrice. Abbiamo passato un mese insieme tra quegli alberi di mele che, come il sole e il caldo, ci hanno tenuto compagnia per otto ore al giorno. Un lavoro monotono e faticoso da fare, che mi ha permesso di racimolare un po’ di soldi per il mio futuro, un futuro migliore che stare sotto il sole a raccogliere le mele. Quella donna invece non ha un futuro diverso in cui sperare, perché quello è il suo futuro e il suo lavoro per tutto l’anno e, quando dico per tutto l’anno, intendo tutti i 365 giorni che lo compongono. D’estate raccoglie le mele, d’inverno pota gli alberi e quando non è nel campo fa la badante al proprietario: pulisce la casa, stira, cucina, accompagna l’uomo a fare la spesa. Mai un attimo di pausa. Mai un giorno di vacanza, tranne il Natale, spero. L’Italia non è il suo paese d’origine perché la sua patria, anzi, la sua Itaca, è la Polonia. E se Ulisse ha dovuto lasciare la sua città per dovere, e cioè per combattere, lei l’ha dovuto fare per lo stesso motivo: co mbattere per la vita di suo marito, che si trova in ospedale a causa di una grave malattia. Non so che malattia abbia e non so se sia ricoverato in Italia o in Polonia; non ho mai avuto il coraggio di chiederlo perché era un argomento troppo personale anche per la confidenza che si era creata tra noi. L’uomo e Alice, o Ala, nella sua lingua, hanno una figlia di 17 anni che vive in Polonia. Lei me ne parlava spesso, proprio come mi parlava spesso del suo paese e, ogni volta, il suo racconto era interrotto dalla stessa frase: “Scusa ma mi commuovo sempre ripensando a casa mia”. Non sarebbe servito che lo dicesse perché i suoi occhi diventavano come il mare, non solo azzurri come sempre, ma anche pieni d’acqua salata, pieni di lacrime, che però non lasciava scendere. E poi si accendeva una sigaretta come per offuscare con il fumo i suoi ricordi. 4


Durante il giorno lavorava tantissimo, riusciva a fare il doppio di quello che facevo io o gli altri e ci incoraggiava: “Dai, tesoro, che per oggi è quasi finita, fra un po’ si va a casa”. Si comportava come una mamma, sempre pronta a chiedere se avevamo abbastanza acqua da bere, se stavamo bene, se eravamo arrabbiati o stanchi. Mi ricordo che un giorno io e una mia amica stavamo facendo tutto il possibile per finire di raccogliere quello che dovevamo per stare a casa il giorno dopo e lei ci ha detto: “Tranquille, che se non finite voi oggi, lo faccio io domani”. In quel momento ho capito la grandezza di quella donna, pronta a sacrificarsi per rendere felici delle ragazze che non hanno nessun legame con lei. Come Ulisse, sempre pronto a proteggere i suoi compagni. E se Ulisse simboleggia la statura dell’uomo poiché è curioso, forte, saggio, furbo, astuto, paterno verso i suoi compagni e ha tutte le altre caratteristiche per cui è conosciuto, Alice rappresenta la statura di una vera donna. In realtà non è poi così forzuta o mascolina come Ulisse, in fondo è solo una donna sulla trentina non troppo alta e abbastanza magra, con tutte le fragilità che una persona può avere. L’ho vista arrabbiarsi, avere dei momenti di nervosismo e a volte l’ho sentita farfugliare qualcosa in polacco, credo contro il proprietario del campo. Ma la sua grandezza non sta nell'essere perfetta; la sua grandezza è quella di non mollare mai, di lavorare sotto il sole cocente o con le temperature rigide dell’inverno senza lamentarsi in continuazione, di crescere una figlia che le è lontana e comportarsi da mamma con quelli vicini a lei. La sua grandezza sta nel fatto che non è ancora tornata alla sua Itaca, il suo paese, perché, nonostante tutte le fatiche che deve sopportare, l’ultimo pensiero è quello di arrendersi e di gettare la spugna. La sua meta, infatti, non è Itaca, per quanto le possa mancare, la sua meta è tenere in vita suo marito e, secondo me, una donna che ama così tanto rappresenta al meglio la statura dell'umano.

Elisa, 3DL

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COME TUTTI NOI, MA... Ulisse: un personaggio con una spiccata personalità, un carattere forte e coraggioso e spirito avventuriero. Estremamente legato alla sua terra e alle sue origini, non ha mai abbandonato la speranza di poter rivedere la sua casa e la sua famiglia. Come immagino il mio Ulisse? Coraggioso, eroico, astuto, saggio, forte… tutti aggettivi astratti, secondo il mio parere. Ulisse, il mio Ulisse è qualcosa di molto più concreto e all’interno di questa concretezza è compreso un legame fortissimo, un’amicizia nata per caso, un ricordo accompagnato da foto, abbracci, lettere, messaggi. Il mio Ulisse lo immagino proprio come un mio coetaneo che insieme ai suoi genitori, a sua sorella e a suo fratello è venuto a vivere qui in Italia, quando lui aveva 5 anni perché nel paese dove vivevano c’era crisi, ed hanno lasciato nel loro paese d'origine tutti gli affetti più cari. Dall’Argentina all’Italia, da Buenos Aires a San Stino, dal tutto al niente, per quanto riguardava i legami familiari e di amicizia. Paese nuovo, lingua nuova, scuola nuova, coetanei nuovi, un mondo tutto diverso: questo voleva dire ricominciare tutto da capo. Eppure si è messo subito in gioco, facendo amicizia con i bambini che si trovava di fronte e imparando l’italiano molto velocemente, arrivando alle scuole medie con una padronanza della lingua spesso migliore rispetto a quella di altri ragazzi italiani. Ha dimostrato un carattere forte, una grande voglia di vivere al meglio ogni istante. Apparentemente un ragazzo come tutti gli altri, un semplice ragazzo con passioni, interessi e hobby che tutti i ragazzi di sedici anni hanno: dal calcio, alle ragazze alla playstation. Questo ragazzo, piccolo, magro, minuto, all’apparenza fragile, si è rivelato un “grande”. Molto determinato anche nella sua grande passione, il calcio. Si distingueva dai compagni perché giocava con astuzia e con il suo fisico minuto sgattaiolava e scartava tutti gli avversari fino ad arrivare in porta. Per questo motivo lo abbiamo soprannominato “Messi”, per la somiglianza al piccolo ma grande campione di calcio argentino. Sono passati due anni da quel giorno in cui, insieme ad altri amici sono andata 6


a casa sua, un’ora prima che prendesse quell’aereo che lo allontanava da questo Paese, che lo allontanava da noi, per ritornare in Argentina. Ancora una volta ha dimostrato di essere forte e maturo capendo la necessità dei suoi genitori di tornare a Buenos Aires e di recuperare i loro affetti familiari. Per Felipe credo sia stata molto dura accettare questa decisione, ma ho visto nei suoi occhi una determinazione e un coraggio che non avevo mai visto prima e non dimenticherò mai. Lui rappresenta il mio Ulisse forse per le sue qualità, per i suoi pregi e difetti e per il suo coraggio che lo porta a non tirarsi mai indietro e ad affrontare al meglio ogni ostacolo. Sappiamo tutti cosa vuol dire affezionarsi veramente a una persona, a un amico, a un animale, a un oggetto o all’ambiente dove viviamo e non dev’essere per niente facile mollare tutto e iniziare un nuovo percorso. Tante volte pensiamo “voglio andarmene da questo paese” oppure “non vedo l’ora di andare all’estero”, ma quando arriva il momento di farlo, dobbiamo fare i conti con tutto quello che lasceremo. Solo i “grandi”, quelli con un carattere speciale accettano tutto questo e affrontano la vita sempre col sorriso; il mio Ulisse lo immagino proprio così: come tutti noi, ma su un gradino più alto del podio.

Francesca Moro, 3DL

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TI GUARDO NEGLI OCCHI Ti guardo negli occhi e vedo quella luce che un tempo mi fece innamorare di te, ma poi guardo oltre l’orizzonte e capisco che questo non è il mio posto capisco che è là che devo andare. Questo è il mio destino. Ti guardo negli occhi e mi viene a mancare quel respiro che mi tiene in vita, perché so che sentirò la mancanza di quell’amore che solo tu mi sai dare. Ma non posso restare. Ho bisogno di andare via di andare là dove troverò chi sono. Ho bisogno di partire e di trovare il luogo che mi svelerà le risposte alle domande che porto all’interno del mio cuore. E partirò in questo momento avendo la certezza che mi ami ancora e lasciandoti con la certezza che nonostante tutto nonostante tutti ti amo anch’io. Tra un battito di ciglia e l’altro sarà già arrivato il domani. Ed io ormai lontano dalle tue braccia non potrò tornare indietro. Andrò avanti nel mio viaggio seguendo quell’orizzonte che oggi mi chiama tra luce ed ombra. Chiuderò gli occhi e proseguirò il mio destino ricordando nella la sola luce che so non si spegnerà mai. Quella presente nel tuo sguardo. Ed un giorno io tornerò da te e non me ne andrò più. Ma ora ti chiedo di lasciarmi andare il mio viaggio mi sta aspettando.

Nicole

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ULISSE Sinceramente non ho una visione specifica di Ulisse. Al giorno d’oggi ci sono diverse persone che ritengo siano degli eroi. Analizzando l’Odissea ho incontrato le diverse caratteristiche che differenziano Ulisse da qualsiasi altro personaggio della letteratura. Egli è altruista poiché mette al primo posto la vita dei suoi compagni piuttosto che la sua, come fanno i vigili del fuoco, i volontari, i soccorritori e tutte le persone che, quando avviene una qualsiasi tragedia, sono pronte a intervenire per aiutare chi ha bisogno, lasciando le loro famiglie con il rischio di non rivederle più. Un fatto di cronaca che attualmente ha colpito il nostro Paese è stata l’alluvione in Sardegna che ha provocato la morte di diciassette persone tra cui un poliziotto che, per salvare la vita di altre persone, ha sacrificato la sua. L’eroe è chi ama il proprio lavoro incondizionatamente, sacrificando la propria vita per il bene degli altri. Ulisse è mio padre che si sveglia tutte le mattine per andare a lavorare per far sì che alla mia famiglia non manchi niente e per permettere a me e a mio fratello di andare a scuola. Ulisse è mio cugino che nonostante i problemi di salute trova la voglia di vivere, di sorridere e di divertirsi come tutti i ragazzi della sua età: egli ha sempre superato gli ostacoli e così facendo mi ha insegnato a capire che la vita va vissuta nel migliore dei modi, sfruttando al meglio tutte le possibilità che ci vengono offerte. Ulisse è un esempio da seguire.

Greta Midena

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UN EROE DELLA LETTERATURA NEL CUORE DI UN’ADOLESCENTE Ulisse. Uomo astuto, intelligente, coraggioso, determinato ed incorruttibile. Mi hanno chiesto a chi lo paragonerei, a quale uomo contemporaneo assomiglia. Beh, probabilmente a molti. Potrei fare più nomi, ma credo che ci siano degli aspetti di lui in qualcosa che mi è molto vicino. No, non mi riferisco a mia madre, a mio zio, ai miei nonni o ad uno dei miei amici. Mi riferisco alla mia anima, al mio cuore, ai miei pensieri e ai miei sentimenti; a quella parte che appartiene a me ma che nessuno, e dico veramente nessuno, conosce. Quella parte di me che prende vita quando ascolto la musica, in treno, ammirando l’orizzonte lontano; quando leggo fra le righe dei libri nei pomeriggi invernali; quando mi incanto involontariamente puntando lo sguardo sulla professoressa, a scuola, o sul piede oscillante di un compagno di classe. Esattamente in quei momenti in cui il mio flusso di coscienza va alla velocità della luce e mi rivedo nelle azioni di quell’eroe, Ulisse. Dentro di me, ogni mattina, nel bel mezzo del risveglio, penso: “E anche oggi sono qui, sono viva, sono nel solito posto, nella medesima parte del mondo in cui non vorrei essere e sto per compiere le stesse cose che ho fatto ieri, due giorni prima, tre settimane fa e lo scorso mese… Ma quando arriverà il giorno tanto atteso? Quello in cui partirò, lascerò il Paese, le persone di tutti i giorni, le abitudini di una vita e inizierò quella che è realmente la vita che desidero fare?”. Sono cosciente del coraggio che ho e che in tutte le occasioni che mi si sono presentate ho saputo mostrare ed usare nel migliore dei modi; la determinazione nelle cose in cui davvero credo e voglio; quell’intelligenza che va perennemente a braccetto con l’istinto, affiancati entrambi dall’irrefrenabile attrazione per il pericolo. Essi mi creano una confusione tale, da non saper dire quale di questi, più di tutti gli altri, abbia la meglio. 10


La mia anima è un turbine di emozioni, sentimenti e pensieri esattamente proporzionati alle avventure e alle azioni di Ulisse. L’intelligenza, nel sapere cosa è giusto e cosa non lo è; l’istinto, che - come alle scuole elementari, quel compagno che da dietro, afferrandoti per la vita, ti spingeva verso la pozzanghera infangata -, ti conduce a compiere delle azioni che non ti permettono certamente di guardare in faccia la ragione; infine l’attrazione per il pericolo, per l’ignoto e per ciò che è vietato e che neanche davanti ad un ipotetico cartello con la scritta “Attenzione, pericolo di morte”, si placherebbe. Dentro di me c’è il desiderio di partire. Per dove?! Ovunque, lontano da qui, lontano dalla patria, dalla solita vita, verso il mondo, quello che non ho mai visto coi miei occhi e del quale ho solo sentito parlare. Voglio esplorarlo, conoscerlo tutto, visitare i posti più belli, più brutti, più freddi, più caldi, più lontani del mondo. Voglio conoscere la persona più bella, più brutta, più ignorante, più intelligente, più ricca, più povera, più felice, più triste della Terra. Voglio correre tutti i rischi, affrontare tutti i pericoli, cogliere gli attimi. - E se nessuno ti seguisse e venisse con te? Non ha importanza. Io vado per vivere la mia vita, non quella degli altri; io non trattengo nessuno, sta agli altri decidere se fermarsi o continuare a mantenere il mio passo. - E se non riuscissi mai più a tornare? E chi ha parlato di tornare? Ti dirò di più: lo spero infinitamente, significherà che ce l’avrò fatta, che sarò riuscita a partire, che sarò riuscita ad arrivare dove volevo e se la mia vita terminerà nel bel mezzo di tutto ciò, potrete ritenervi testimoni della mia vittoria, del mio traguardo. Ed è così che vedo quell’eroe, ed è qui che ripongo Ulisse, nella mia anima. E nei panni di Ulisse, ci tengo a dirvi: Cari ottimisti, pessimisti e realisti, mentre voi eravate impegnati a discutere di questa vicenda, io ero là fuori a viverla, questa vita. Con affetto. L’opportunista.

Alessia Ceconi

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BEBA Ulisse, considerato un grande viaggiatore con un’ammirabile e pericolosa voglia di conoscere e di scoprire, si può rivedere in Beba: lo specchio dell’eroe. Colpita da una malattia che l’ha portata all’amputazione degli arti, mostra una curiosità verso la vita e un coraggio che supera qualsiasi tempesta sopportata da Ulisse. Questa bellissima ragazza di 16 anni affronta la vita sempre col sorriso e non si arrende davanti a nulla, nonostante sia senza mani e senza gambe. Si comporta come una ragazza normale, anzi lei è una ragazza normale, ma diciamo che la sua strada è più in salita rispetto alle persone alle quali non manca nulla. Beba ha scoperto come affrontare questo percorso: non privarsi di nulla e non sentirsi diversa dalle altre persone. L’ho vista per la prima volta in un programma televisivo dove spiegava la sua storia e mostrava come è la sua vita. Beba ha partecipato due volte alle paralimpiadi; gioca a scherma. Usa delle protesi e mi ha impressionato molto quando faceva dell’auto-ironia: mi ha fatto molto riflettere. Ora, pensare che noi ci disperiamo se per esempio i nostri genitori non ci lasciano andare ad una festa è davvero frivolo. Il suo viso non si è mai incupito durante l’intervista, ha accettato quello che le è capitato, anzi l’ha preso come una sfida e ha deciso di vivere la vita in ogni suo aspetto. Riesce ad apprezzare ogni momento, sia bello che brutto e sa che può superare tutto, perché ha capito che la vita è un’occasione che ci è stata data e che non dura per sempre. Dalla sua storia emerge soprattutto la sua strepitosa voglia di conoscere e di gustare la vita in tutte le sue sfaccettature. Durante quella ripresa televisiva Beba ha esaudito un suo desiderio, un sogno che hanno tutte le ragazze della sua età: portare delle scarpe col tacco. Tanti dottori hanno provato a impedirglielo, ma lei non si è arresa e alla fine è riuscita ad ottenere delle protesi che e permettono di usare queste scarpe alte che porterebbe qualsiasi ragazza. L’ammiro moltissimo e invidio questa sua meravigliosa voglia di vivere. Finora nulla è riuscito ad ostacolare il suo percorso e non perché non trovi difficoltà durante la sua vita, ma perché Beba non ha permesso a niente e a nessuno di privarla del piacere della scoperta e della conoscenza. Con tanta determinazione e coraggio prosegue la sua vita e accoglie con il sorriso ciò che ogni giornata le riserva.

Michela Fedrigo 12


OGNI VIAGGIO E' DIVERSO Ulisse non è solo un personaggio di un poema epico. Ulisse assurge nella nostra cultura a personaggio topico, cioè simbolo di quel desiderio insaziabile, inesauribile e inappagabile di conoscenza che caratterizza ogni uomo o donna che possa dirsi tale. E se dovessi immaginarmi un Ulisse dei nostri tempi, me lo immaginerei nella quotidianità delle sue azioni, mentre prepara la colazione per i figli o seduto sulla sua poltrona. Questo uomo cresce interiormente in ogni sua esperienza. L'Ulisse che mi immagino non per forza ha bisogno di una barca per intraprendere il suo viaggio, poiché per ognuno di noi il viaggio è diverso, dipende da qual è il nostro punto di arrivo. Ad esempio io avrò raggiunto la mia Itaca quando sarò arrivata ai vertici della mia carriera agonistica. Per questo il mio mezzo non sarà guidato da remi bensì da redini, non avrà bisogno di una bussola ma di due occhi capaci di scrutare l'orizzonte e non avrà nemmeno bisogno della corrente del mare per essere trasportato, poiché saranno i suoi zoccoli a portarci ovunque vogliamo, e più grandi saranno gli ostacoli che dovremo affrontare maggiore sarà il nostro desiderio di superarli. Se invece dovessi identificare Ulisse in una delle persone a me care, potrei prendere ad esempio mio padre. E' in continuo viaggio, in una continua ricerca di se stesso. Ama scalare le montagne, che penso, metaforicamente possono essere prese come ostacoli che la vita gli pone davanti, di fronte ai quali non si tira mai indietro. E' in una continua ricerca di se stesso anche quando corre; corre per chilometri e ogni volta che finisce una corsa non gli sembra mai abbastanza. E' partito con la sua prima maratona di poco più di quaranta chilometri e adesso che è riuscito a fare il giro del monte Bianco ancora non si sente soddisfatto, vuole fare di più. E' proprio in questo che Ulisse e mio padre si assomigliano: la loro voglia di spingersi sempre più in là li accomuna. Comunque penso che Ulisse possa essere identificato in chiunque abbia quel desiderio di conoscenza che, in fondo, è una delle cose più distingue noi uomini dagli animali.

Aurora Visentin, 3DL 13


LA MIA RADICE

Ulisse, l’uomo temerario e curioso che lascia le cose più importanti della vita per la conoscenza, oggi per me non è rappresentato da una persona in particolare ma se c’è qualcuno che si avvicina a quella persona, è mia madre. Una grande donna ma anche molto umile. Lei per me rappresenta gli ideali di un’eroina dei giorni d’oggi; non un eroina che salva il mondo dal male, ma che salva la sua famiglia, la mantiene, e allo stesso tempo impara cose nuove per il suo mestiere che è quello della parrucchiera. “Non è mai finita, non si sa mai abbastanza!” E' questo che vedo in mia madre: la sua grande voglia di conoscenza soprattutto nel suo ambito lavorativo. Fa la parrucchiera da quando aveva 14 anni e continua ogni anno a partecipare a dei corsi di aggiornamento in giro per il mondo. Lì impara sempre cose nuove che poi a sua volta insegna ad altri. Non ha studiato perché le donne ai suoi tempi venivano mandate a lavorare da giovanissime e trova ingiusta questa cosa e ogni volta che ne parla si commuove; per questo vuole che io mi impegni nello studio e mi sprona a dare il massimo, perché lei non ha avuto la mia stessa fortuna. E' una tra le donne più intelligenti che io conosca, non solo per la sua cultura ma per la forza che ha e per come affronta ogni giorno della sua vita. E' la mia radice senza la quale non starei in piedi. Un esempio di vita.

Alessia Delise

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''CHI È PER TE ULISSE?'' Ulisse, ideatore dell'ingegnoso ''cavallo di Troia'' e navigante nelle acque del Mediterraneo per vent'anni, è uno dei personaggi più importanti e interessanti di tutta l'epica classica. Egli è conosciuto ed ammirato per la sua furbizia, la sua intelligenza ma soprattutto per la sua curiosità, la sua irrefrenabile voglia di conoscenza; per l'affetto alla sua famiglia e per i suoi compagni che considerava come fratelli e a cui più volte salvò la vita, e infine per l'amore per la patria. Tutti restano affascinati dai caratteri di questo personaggio poiché egli risulta un uomo che sa sempre come atteggiarsi e sa sempre adattarsi alle varie situazioni, che siano spiacevoli o gradevoli. Chi è per me Ulisse? Se dovessi immaginare un Ulisse moderno, in quest'epoca mi sarebbe davvero difficile, poiché in tutte le vicende tragiche e dolorose che capitano tutti i giorni e che vengono trasmesse in tv raramente si sente parlare di uomini o di donne che compiono atti eroici, buone azioni anche nella quotidianità. Identifico il personaggio di Ulisse in tutti quegli uomini e quelle donne che, nel loro piccolo, compiono delle imprese, dei gesti, delle buone azioni senza aspettarsi una ricompensa; in tutta la gente che ha voglia di far del bene perché sente che è quello che fa sentire bene loro per prime; quelle persone che non compiono del bene perché seguono delle regole ma perché è per loro una cosa essenziale e, quindi, ''normale''. Sono questi piccoli grandi uomini che mi fanno capire che non tutto è ancora perso, che su dieci tragedie che ci rimbombano in testa dopo il telegiornale almeno una ci rimane impressa perché era una buona notizia. Ulisse sono tutte le persone che affrontano con un sorriso i loro problemi, Ulisse è colui che ha di fronte una montagna ma non la teme e comincia la sua scalata, Ulisse è l'uomo o la donna che uscendo dal supermercato lascia l'euro del carrello all'uomo di colore che chiede l'elemosina, Ulisse è colei che raccoglie un cane abbandonato sul ciglio della strada e lo porta a casa, Ulisse è la gente che, nonostante tutti i problemi, vive 15


ancora secondo degli ideali. Soprattutto in questo periodo di crisi, Ulisse sono tutte le madri e tutti i padri che faticano ad arrivare a fine mese ma non permettono che ciò privi le loro famiglie di tutto quello che hanno da offrire; cercano di accontentare i figli, viziandoli quando è giusto, non si permettono un momento di tristezza, mostrandosi forti e sorridenti; affrontano i loro problemi senza fermarsi, cercando di non mostrarsi deboli e mantenendo la situazione sotto controllo, perché Ulisse è proprio questo: una persona autorevole, un leader che si prende cura dei suoi cari non perché voglia comandare ma perché essi sono la sua felicità, un uomo o una donna che ha a cuore il benessere delle persone che stanno loro a fianco e nulla li può deviare dalla loro missione. Ulisse è una figura da ammirare ma specialmente da imitare poiché è un eroe, un modello da seguire. Tutti noi possiamo essere un Ulisse anche nelle piccole azioni quotidiane che ci fanno migliorare come persone e come uomini; tutto ciò che dobbiamo fare è aspirare sempre più al miglioramento di noi stessi. Questo non vuol dire che dobbiamo cercare di essere i migliori fra tutti e quindi di sentirci superiori: il miglioramento avviene soprattutto mettendosi a confronto con gli altri e crescendo insieme.

Giulia Massarutto, 3DL

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"E A ME SOLO FEDELE IO FUI" Tutti conoscono Ulisse, personaggio omerico, come l’uomo che combatté la guerra di Troia e che portò i Greci alla vittoria grazie al suo astuto marchingegno, “il cavallo di Troia”; l’uomo che, finita la guerra, invece di tornare subito a casa, vittorioso e trionfante, fece un viaggio nel Mediterraneo nel quale dimostrò le sue innumerevoli doti, prima fra tutte la curiositas che lo spinse a trattenersi così lontano dai suoi affetti più cari. Ma Ulisse non è solo questo, è molto di più: è un uomo che nonostante vent’anni di lontananza amò sempre la moglie, il figlio, il padre, la propria patria; è un uomo che trattò i suoi compagni, la propria ciurma, come dei veri e propri amici per i quali versò numerose lacrime quando alcuni di questi caddero in uno dei pericoli affrontati e per la cui salvezza fu disposto a rischiare la sua stessa vita. Molti poeti e scrittori furono attratti da questa figura, affascinante e probabilmente esempio di vita per molti dei quali se ne interessarono, se non per tutti gli uomini. In realtà però, in base all’epoca nella quale si parlava di questo personaggio, Ulisse cambiava sembianze, o meglio, lui era sempre lo stesso, però venivano accentuate delle caratteristiche rispetto a delle altre in modo che diventasse il prototipo d’uomo che chiunque in quel tempo poteva essere o a cui doveva tendere. E infatti noi, studiando e analizzando queste figure così simili e così diverse, identifichiamo perfettamente l’uomo greco, medievale, ottocentesco, ecc… Ma come sarebbe l’Ulisse contemporaneo? Quali sarebbero le sue caratteristiche più importanti e, oserei dire, anche più utili nel XXI secolo? Ma soprattutto... Chi è Ulisse oggi? Ulisse è il continuo prodigarsi di una madre per i suoi cari e i sacrifici che è sempre disposta a fare, col sorriso sulle labbra; Ulisse è l’amore che spinge un padre di famiglia a fare il pendolare, guidando per quattordici ore la settimana e lavorando per altre quaranta per le persone a cui vuole bene; Ulisse è la curiosità di un giovane che decide di andare all’università per sapere un po’ di più (forse) su chi era, chi è e chi sarà; Ulisse è la fatica di un operaio, la forza di un pescatore, il coraggio di un poliziotto, un militare, un carabiniere o un vigile del fuoco, la prontezza di un medico, la voglia di scoperta di un esploratore, l’astuzia di un commerciante, 17


l’integrità di un magistrato, la lealtà di un politico che ancora possiamo chiamare tale... Ulisse non è nessuno ed è tutti. Ulisse non esiste, ma siamo tutti noi. E questo per il semplice motivo che Ulisse era, è e sarà sempre e solo un’illusione, un’idea, un esempio a cui tendere sicuramente, ma nel quale nessuno riuscirà mai ad identificarsi appieno. Ciascuno di noi può trovare nella propria vita una persona che diventi il suo “Ulisse personale”: una guida spirituale, un compagno, un genitore, un amico, un insegnante, uno scrittore, un filosofo... e allo stesso tempo, ciascuno di noi può essere l’Ulisse di qualcun altro. Io non so se ho trovato il mio Ulisse, che in quest’epoca, e, ora che ci penso, anche nelle altre, è, in fin dei conti, una guida per la vita, quella che chiunque di noi cerca. Credo che siamo noi stessi a crearci un Ulisse per il quale prendiamo ispirazione da tutti coloro che conosciamo e che, in qualche modo, sono importanti per noi. Perciò, come anche per gli scrittori che ne parlarono, la base è sempre la stessa, ma ciò che determina veramente il nostro Ulisse siamo noi. Come scriveva D’Annunzio ne “L’incontro con Ulisse”: “E in me solo credetti. Uomo, io non credetti ad altra virtù se non a quella inesorabile d’un cuore possente. E a me solo fedele io fui, al mio solo disegno”. Ed è proprio questo, il nostro disegno di Ulisse, quello che è veramente importante nell’attuale società relativistica che però tiene in qualche modo sempre presenti anche i valori di questo eroe, che sempre rimarrà un esempio.

Antonella Lena

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SEMBRERÀ STRANO Sembrerà strano, ma appena la professoressa ci ha detto “Ragazzi, per giovedì scrivete un testo in cui immaginate il vostro Ulisse”, il mio primo pensiero non è stato la mia mamma, il mio papà, mio fratello o una persona a me cara, ma tutte quelle persone che fanno del bene a chi è povero e sfortunato, come ad esempio i missionari, i medici, i militari che vanno nei paesi del terzo mondo, dove non c’è niente. Sono proprio loro il mio Ulisse!

Queste persone possono definirsi, come Ulisse, degli eroi che danno sempre il massimo. Se ci pensiamo bene, non è da tutti scegliere uno stile di vita così duro e faticoso, non è da tutti intraprendere un viaggio così lungo senza sapere se si tornerà a casa. Ho pensato ai missionari, ai militari e ai medici poiché devono sempre dare il massimo in ogni situazione, devono salvare delle vite, devono proteggersi dalle persone mal intenzionate e devono affrontare mille ostacoli, proprio come Ulisse, che ha avuto a che fare con le sirene, con il terribile ciclope Polifemo, con la maga Circe… . Quest’ultimo, in ogni sua azione trasmetteva sempre qualcosa ai suoi compagni, era lui il “leader” che dava l’esempio e secondo me sono proprio queste persone a cui possono essere attribuiti questi aggettivi, perché non c’è cosa più bella di far capire ai propri compagni, che siamo tutti noi, quant’è bella e preziosa la vita e che la cosa più bella che si possa fare è fare del bene.

Chiara Ferraresso

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ULISSE, L'UOMO Ulisse il viaggiatore instancabile, il guerriero intelligente, l’avventuriero temerario. Ulisse il sovrano, il padre, il marito. Ulisse l’uomo. Un uomo tanto curioso di “imparare” il mondo da rinunciare a tutto per inseguire il suo desiderio. Non ho mai trovato nessuno con una passione così forte. O meglio, non una persona sola. Di tutte le persone che ho incontrato nella mia breve vita, quelle che più mi hanno colpito e che hanno lasciato il segno sono state quelle che non si sono mai arrese e, pur faticando, hanno continuato quel duro percorso che è la vita avendo ben chiaro quale fosse il loro traguardo e senza mai dimenticare da dove venissero. Senza farsi abbattere dagli ostacoli hanno continuato imperterrite la loro strada per arrivare alla fine, felici e orgogliose di ogni piccola fatica fatta. Ma la cosa migliore è che queste persone, una volta raggiunto il traguardo, non si sono accasciate per riposare l’animo, ma si sono alzate in punta di piedi, hanno allungato il collo e hanno sorriso: ecco il nuovo traguardo da raggiungere.

E poi? E poi si ricomincia da capo correndo o, se volete, navigando. Come Ulisse. Ma nel mio mondo non c’è spazio per gli eroi antichi: è tutto occupato da persone lacerate dai mali della nostra epoca che possono essere peggio di Scilla, Cariddi, Polifemo e della maga Circe. I soldi che mancano, l’avidità e la fraudolenza che abbondano. 20


La mia famiglia ne è un po’ l’esempio: in questi ultimi due anni ci sono state varie complicazioni di natura economica e il culmine dei problemi è arrivato con una gravidanza inaspettata. Così tutti i soldi guadagnati con fatica o custoditi gelosamente in vista del periodo nero che si stava avvicinando sono stati usati per preparare la casa dei futuri genitori, per comprare i vestiti del bambino, il passeggino, la culla… Nel frattempo sono passati nove mesi, il piccolo è nato e tutto si è annullato quando i suoi occhi si sono aperti per la prima volta: la fatica, la paura, i sacrifici sono scomparsi e hanno lasciato spazio al sorriso. Il primo traguardo è stato raggiunto, ora bisogna riprendere il largo e aspettare di raggiungere il prossimo; sarà dura perché non sempre il vento sarà favorevole e il mare potrà spesso essere burrascoso. Ma l’importante è perseverare e come Ulisse dare tutto per arrivare alla meta perché il mare non potrà essere per sempre in tempesta e qualunque mostro, per quanto grande e spaventoso possa essere, ha un punto debole; bisogna solo affrontarlo ricordandosi di non scappare mai alla prima difficoltà.

Giada Moro, 3BL

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IL NUOVO ULISSE Ed ora, in questa epoca così distratta, cosa ci resta degli insegnamenti del buon vecchio Ulisse? Ci sono ancora uomini che lo ritengono un esempio da seguire? O si sono nascosti? O forse sono semplicemente scomparsi? E i valori che trasmetteva? Sono ancora presenti nella nostra vita, o sono nascosti pure quelli? Forte, furbo, determinato, coraggioso, attento, curioso, affamato di sapere e un po' incosciente. Questo era l'Ulisse tanto ammirato, l' Ulisse reinterpretato più e più volte nel corso degli anni, l'Ulisse considerato eroe e uomo perfetto. L'Ulisse di oggi lo immagino seduto in una stanza buia, confuso, impaurito, smarrito; un Ulisse perso nell' oscurità di quella stanza, circondato solo da figure e voci. Un Ulisse impotente, che in qualche modo cerca di sfuggire da quello stato ma non ci riesce. Lo immagino così. Lo immagino solo. L'Ulisse moderno non ha valori, non ha uno scopo nella vita, non ha passioni e non ha obbiettivi; o meglio, quelli sono presenti dentro ognuno di noi, ma l' Ulisse contemporaneo non riesce a trovarli, forse non si sforza neanche di cercarli. Non ha più forza, non è più curioso, non è più affamato. Ora il mitico Ulisse è insensibile a ciò che gli sta intorno, è un uomo finto, una persona che sembra la fotocopia di un'altra. Non è più unico: si trova prigioniero in un mondo in cui l'importante non è apprezzare i valori o apprezzare le piccole cose o le persone; l'importante è non perdere tempo, è farsi notare in qualche modo, è arrivare ad essere ciò che la società vuole che tu sia. E per far ciò ogni mezzo è valido. Ed ecco che appaiono l'egoismo e l'indifferenza, che ormai riempiono la maggior parte dei cuori dell' uomo. Che sia un Ulisse maschio o femmina ora poco importa. In questa confusione non si capisce più chi è chi; in questa confusione l'identità di una persona non ha più valore; in questa confusione l'unica cosa importante è cercare di sopravvivere ogni giorno all' indifferenza che ci circonda. Ed è così che vedo l' Ulisse di oggi, in modo negativo e pessimista. E mi domando quanto sarebbe bello riscoprire un po' di quei famosi valori in noi, così da sentirci dei piccoli eroi, da sentirci importanti, unici; così da poter ricominciare a notare ciò che nonostante tutto questo mondo ci offre e riapprezzare ciò che ci circonda.

Sabina, 3DL 22


IL CORAGGIO E LA FORZA Ulisse, presentato da Omero, è conosciuto come l'ideatore del ''cavallo di Troia" e colui che, uscito vittorioso dalla guerra, parte per il suo viaggio di ritorno verso Itaca. Un viaggio attraverso il quale matura, si forma al dolore e grazie al quale si trasforma. Intelligente, forte, coraggioso, curioso e ricco d'ardore di conoscenza è l'Ulisse che viene presentato nel corso degli anni; un vero eroe che ha affascinato gli scrittori e i lettori di tutte le epoche, a partire dal Medioevo fino ad arrivare al Novecento. Ulisse è in realtà un personaggio che incuriosisce ancora, un personaggio che si cerca di identificare anche nel XXI secolo. Chi è l'eroe, l'Ulisse, di quest'epoca? L'eroe per me è colui che, dotato di pregi e difetti al pari di tutti, sa lasciare un'impronta profonda nella vita di una persona; colui che, sacrificando a volte anche il suo bene, cerca di pensare al bene altrui. Un eroe non è necessariamente colui che compie grandi cose, ma può semplicemente essere colui che nelle piccole cose che fa è grande. Ulisse può essere rappresentato da una madre per i mille sacrifici che compie; da un padre che ha sulle spalle un'intera famiglia. Ulisse è rappresentato dai giovani che hanno la voglia di conoscere e di imparare. Il grande eroe si trova in realtà in ciascuno di noi. Se dovessi pensare alla persona che per me meglio rappresenta Ulisse, penserei indubbiamente a mia madre. Può sembrare assurdo forse paragonare una madre ad un eroe del quale si parla da secoli? Forse sì. So che mia madre non è la protagonista di un canto della "Divina Commedia" o delle poesie di vari autori, lei è semplicemente la protagonista del mio cuore; lei è tra le persone più importanti che ho ed è lei che mi è stata sempre vicina, nel bene e nel male e ogni suo atteggiamento per me è eroico. Ulisse è innanzittutto visto come un modello da seguire ed è così che io vedo mia madre: una persona a cui assomigliare in tutto e per tutto. Mi amava ancora prima che nascessi e il sentimento che ci lega credo sia uno degli amori più grandi che si possano provare: un amore incondizionato, puro e vero, che nessuno ha imposto. Nasce con noi. E' lei che mi insegna ad assaporare la vita, a viverla cogliendo ogni minimo particolare: un sorriso o un abbraccio. Ulisse è stato presentato come un eroe che viaggia in mare aperto, che dunque, allegoricamente, affronta la vita e accetta le circostanze; un uomo molto forte e coraggioso, oserei dire. Ecco, il coraggio e la forza, forse le due fondamentali cose che mi portano a paragonare mia madre a questo eroe. Parlo di una madre in lutto: una madre che cucina, lavora, pulisce, esiste ma allo stesso tempo non può esistere completamente perché una parte di lei è altrove per l'eternità. Lei però non vive la vita in modo passivo con la paura di stare ancora male, bensì ha il coraggio e la forza di sorridere ancora, di svegliarsi alla mattina e continuare giorno dopo giorno ad andare avanti nonostante tutto, nonostante il vuoto che ha dentro. Non è forse un eroe? 23


Penso a quanto la vita sia stata crudele e ingiusta e mi chiedo secondo quale criterio decida di "risparmiare" uno e di "colpire" l'altro. Mi chiedo spesso tutte queste cose in lacrime ma poi arriva lei, il mio Ulisse, e mi dice che anche se la vita è dolorosa bisogna andare avanti e capire che da ogni esperienza si possono trarre degli insegnamenti; capire che il mare nel quale viaggia Ulisse è un mare pericoloso e cosÏ la nostra vita è una sfida, una sfida che ci porta a crescere e a gustare ogni momento.

Iva, 3DL

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Indice

INTRODUZIONE ............................................................................................................................ 3 LA SUA META NON E' ITACA... .................................................................................................. 4 COME TUTTI NOI, MA... .............................................................................................................. 6 TI GUARDO NEGLI OCCHI .......................................................................................................... 8 ULISSE .............................................................................................................................................. 9 UN EROE DELLA LETTERATURA NEL CUORE DI UN’ADOLESCENTE ....................... 10 BEBA .............................................................................................................................................. 12 OGNI VIAGGIO E' DIVERSO ..................................................................................................... 13 LA MIA RADICE .......................................................................................................................... 14 ''CHI È PER TE ULISSE?'' .......................................................................................................... 15 "E A ME SOLO FEDELE IO FUI" .............................................................................................. 17 SEMBRERÀ STRANO ................................................................................................................. 19 ULISSE, L'UOMO ......................................................................................................................... 20 IL NUOVO ULISSE ...................................................................................................................... 22 IL CORAGGIO E LA FORZA ...................................................................................................... 23

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