Premio La Seriola - Ilaria Cloblizch

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Premio letterario

La Seriola Biblioteca Comunale di Dolo “Era una notte meravigliosa, una di quelle notti che forse esistono soltanto quando si è giovani”

“Mi hanno fatto un regalo” di Ilaria Cloblizch


Introduzione

Domenica 2 febbraio 2014 una delegazione della classe IV CE, Liceo delle Scienze Umane, Istituto Statale

“Marco

Belli”,

si

è

recata

al

Cinema

Comunale di Dolo per assistere alla premiazione di un’alunna della stessa classe che ha partecipato al concorso “La Seriola”, organizzata dalla Biblioteca Comunale dello stesso paese e giunto ormai alla 15^ edizione. Le sezioni alle quali si poteva partecipare erano essenzialmente quattro: la sezione P per i bambini delle scuole primarie, la sezione M per i ragazzi delle scuole secondarie di 1° grado, la sezione S per gli studenti delle scuole secondarie di 2°grado e, infine, la sezione A per tutti gli altri. I

partecipanti

al

concorso

dovevano

inviare

un

racconto breve inedito col seguente incipit: “Era una

notte meravigliosa, una di quelle notti che forse esistono soltanto quando si è giovani” .


La studentessa Ilaria Cloblizch ha partecipato ed è risultata vincitrice! Il suo racconto è stato premiato per l’originalità, la buona correttezza grammaticale e lo stile fluido e chiaro. E brava Ilaria!

Prof.ssa Cristina Gallo e compagni di classe



“Mi hanno fatto un regalo” Era una notte meravigliosa, una di quelle notti che forse esistono soltanto quando si è giovani. Una di quelle notti in cui ti senti invincibile, senti che sei pieno di emozioni e pensi di poter scrivere un testo così bello da farti vincere il concorso. Una di

quelle

macchine

notti non

in

cui

tutto

tace,

passano

sotto

alla

le tua

finestra e sembra che il tempo si sia fermato proprio per lasciarti scrivere. Sono le quattro e alle sei suona la sveglia, ti alzi infreddolita

e

sai

benissimo

che

interrompere il sonno ti costerà molta fatica. Non vuoi accendere la luce ma, con gli occhi ancora semi chiusi, cerchi di accendere la lampada. Non ti piace la luce


troppo

forte

quindi

prendi

la

tua

maglietta, quella gialla che ti ha regalato Giacomo e che ogni tanto sembra avere ancora il suo profumo, e la appoggi sul paralume. Prendi il blocco e la matita. Inizi a scrivere “era una notte meravigli..." e la punta della matita si rompe. Non sai nemmeno se in camera c'è un temperino ma non vuoi scrivere con la penna. Ti alzi per frugare nel cassetto sotto alla scrivania e sbatti il mignolo del piede contro lo spigolo del

letto,

per

un

attimo

vuoi

lasciar

perdere e tornare sotto alle coperte. Guardi alcune delle foto che hai appeso al muro. No, questa è la tua notte, una di quelle che ti capitano raramente. Da tanto tempo non ti sentivi così viva e piena di storie da


raccontare. Sembra che tutto vada per il verso giusto e trovi anche il temperino. Il gatto sale sul letto e si rannicchia quasi sotto alle coperte. A volte lo guardi e pensi che ti piacerebbe essere al suo posto, pensi che ti piacerebbe ricevere le carezze del mondo.

"Era

una

notte

meravigliosa..."

stavi scrivendo e in un secondo ti vengono in mente una marea di emozioni che sembra vogliano farti esplodere la testa. Cominci a pensare che forse non arriverai mai alla fine di questo testo, che forse alla fine sarà solo una valanga di pensieri scoordinati e sconclusionati, che saranno una marea di belle parole ma che poi, in fondo, come cavolo pensi di partecipare al concorso se continui cosÏ? "era una notte‌" e ti viene in mente quella notte, quella del ventuno dicembre quando


sei rimasta più di un'ora alla stazione ad aspettare il treno in arrivo da Milano. Ti ricordi di quando Fulvio è sceso dal treno con un sorriso che si è portato via i mesi di incomprensioni, lontananza e pianti. Ti sembra di sentire di nuovo il calore delle lacrime che solcano le guance. È passata la mezzanotte e non ci sono più autobus così vi fate venire a prendere da un amico che durante

il

viaggio

vi

guarda

dallo

specchietto e sorride. Ti torna in mente la vostra prima notte insieme, quando siete crollati

abbracciati

dopo

aver

fatto

l'amore, quando ti sei svegliata infreddolita ma non hai voluto rivestirti per paura di svegliarlo. Ripensi a tutto quello che hai fatto per essere felice, ripensi alle persone che hai fatto soffrire, alle giornate passate in treno e ti ripeti che faresti tutto


un'altra volta. Forse stai andando fuori tema, ma non ti importa, non adesso. Questa è la tua notte, di solito ti fermi a ricordare le cose brutte, quelle che ti hanno

fatto

stare

male,

invece

oggi

stranamente pensi a tutto ciò che di bello c'è

stato

negli

ultimi

anni.

Pensi

al

concerto di Manu Chao. Alla gente che illumina il parco con gli accendini, alle ragazze che ballano a piedi nudi, alla libertĂ che senti scorrere nelle vene. Non avevi mai visto cosĂŹ tante persone, diverse fra loro, ballare insieme e prendersi per mano.

La

ragazza

che

ti

porge

una

bottiglia d'acqua, il padre che tiene sulle spalle il figlio e la ragazza con i capelli neri che si accarezza il pancione e parla con il bimbo che porta in grembo sotto a un vestito azzurro. Ti fermi a guardare la folla


colorata e ti senti parte di una famiglia meravigliosa. Le gambe si muovono da sole e il cuore batte seguendo il ritmo dei tamburi. Mentre scrivi sorridi e forse calchi un po’ troppo la matita. Non vuoi di certo che la punta si rompa di nuovo. Pensi al giorno in cui hai letto tutto il Barone Rampante e ti sei resa conto dell'amore assurdo che provi nei confronti di Calvino. Guardi la copia che hai in questo momento sul comodino e ti senti bene, come se qualcuno ti proteggesse. Ti ricordi di quando ti sei resa conto di non credere in Dio, di quando hai pensato che ti fidavi di più di quello che scriveva De André. Ti ricordi di quando eri piccola e tuo

padre

canticchiava

"all'ombra

dell'ultimo sole s’era assopito un pescatore"


e tu, pur non avendo la piÚ pallida idea di cosa volesse dire "assopito" cantavi per farlo contento. Pensi a tutte le volte che avresti voluto un abbraccio che però ti è stato negato, a tutti i baci mai dati e alle carezze mai ricevute, a un padre che non si è mai comportato come tale. Pensi all'abbraccio di Haidi Giuliani, all'amore per la vita che trasmette. Pensi a quello che ti ha detto, alla camera di Carlo con il letto ancora fatto, alle foto sulle pareti, ad una famiglia che ti ha accolta come se vi conosceste da una vita. Pensi a come ti sei sentita a casa in una città grande come Genova, alla sensazione

di

pace

che

hai

provato

guardando le mille etnie che si mescolano sotto ai raggi del sole che illuminano il porto. Pensi alle giornate passate tra i


caruggi, a Via del Campo e all'atmosfera magica che riuscivi a percepire. Pensi a quanto siano meravigliosi i posti che si affacciano sul mare e fanno da culla a centinaia di stranieri. Pensi alle prostitute fuori dai portoni alle dieci del mattino, ai loro occhi decisamente troppo truccati e ai sorrisi che regalano agli sconosciuti. Qualcuno accende la luce nella stanza accanto, posi il blocco e vai a guardare. Tua madre beve un bicchiere d’acqua. La guardi. Ăˆ bella nonostante siano quasi le cinque e lei sia spettinata. Ti ricordi di quando la vedevi brutta e speravi sparisse, di quando non vi parlavate per settimane e riempivi il cuscino di lacrime. Si accorge che la stai osservando e ti chiede perchĂŠ sei ancora

sveglia,

vorresti

dirle

che

stai

scrivendo una miriade di cose belle, che


sembra quasi che qualcuno abbia deciso di regalarti questa notte per farti vedere quanto tu sia fortunata. "Non riesco a dormire", le dici, "non ti preoccupare". Tua madre è una donna forte, una che si è sempre piegata senza mai spezzarsi, una che ha iniziato a lavorare a tredici anni e solo dopo i quaranta è riuscita a fare quello che ha sempre sognato. Una che, nonostante le mille delusioni, ha sempre affrontato il dolore con estrema dignità. Solo ora capisci quanto sia bello averla accanto sapendo che sarà sempre pronta a supportarti e a lasciarti la libertà di cui hai bisogno. Capisci quanto sia importante avere qualcuno su cui poter contare nonostante le incomprensioni. D’istinto ti alzi e prendi il telefono, mandi un messaggio a Giovanni anche se sono le


5 e 20 e lui sta dormendo. "Ci sono" gli scrivi, e sai che a voi non servono tante parole. Quando racconti del modo in cui vi siete conosciuti, per caso, ti viene da ridere se poi pensi alla grande amicizia che è nata. "ah, lui è Giovanni" ti avevano detto e tu già sapevi che avresti fatto centinaia di chilometri per quell'amicizia. VeneziaFerrara, all'inizio, ti sembrava una tratta infinita. Pensi a quanto sia bello il vostro rapporto, al modo in cui ti rimprovera quando

sai

benissimo

che

si

sarebbe

comportato esattamente come me. Siete così, tu e Giovanni, uno spicchio della stessa mela. Pensi alla tua vita come a un puzzle, come quello della Sirenetta che facevi quando eri bambina,

composto

da

tanti

piccoli

pezzetti che a volte perdi e poi ritrovi.


Cerchi disperata i pezzi che hai perso senza renderti conto che sono sempre stati lÏ, solo un po’ piÚ nascosti degli altri. Chiudi gli occhi. Li riapri. Fai un respiro profondo e sorridi. I pensieri ricominciano a correre nella tua testa, per la prima volta ti ritrovi a fare la lista di tutte le cose che ti piacciono di piÚ: il vento che sposta i capelli, le gocce di pioggia sulla fronte, il rumore che fa una pentola bollente quando la metti sotto all'acqua fredda, i neonati dietro al vetro in ospedale, spogliarsi per entrare nella vasca

da

bagno,

baciarsi

sulle

spalle,

contare le lentiggini, guardarsi negli occhi senza parlare, urlare, scegliere e leggere poesie per bambini. Camminare a piedi nudi, le stazioni dei treni, trovare il libro che cercavi, mordersi a vicenda e le notti


come questa, quelle in cui riesci a tirare fuori ciò che di più bello si nasconde dentro di te. Suona la sveglia, devi vestirti e andare a scuola. Stranamente non fai fatica, non senti la stanchezza anche se sai che a metà mattina crollerai sul banco. Sei felice, stai bene come non stavi da tanto tempo. Ti sei regalata una notte meravigliosa. Ti lavi i denti e ti guardi allo specchio, tutto quello di cui hai bisogno lo porti dentro. Non ti trucchi, oggi non ti serve niente di più di quello che hai già.



Istituto Statale “Marco Belli� Portogruaro Anno Scolastico 2013-2014


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