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Le vacanze intermittenti Emanuele Coen
from L'ESPRESSO 28
by BFCMedia
o dicono i numeri, nell’esta-Lte della grande incertezza gli italiani hanno ricominciato a viaggiare. Vacanze più brevi, a budget ridotto, soprattutto in Italia. Ma incombono il rischio Omicron 5, l’inflazione che gonfia le spese per hotel, aerei, benzina e ristoranti, l’inquietudine per la guerra, l’imprevedibilità da cambiamenti climatici, i voli cancellati all’ultimo minuto. Quello che i numeri non dicono è che dopo due anni e mezzo di Covid nulla sarà più come prima. Il ritorno alla normalità, ammesso che sia auspicabile, resta una chimera. Chi parte è combattuto tra la frenesia di prenotare un biglietto e lo spaesamento per un gesto divenuto trasgressivo. L’esplorazione di questa terra incognita ha bisogno di un immaginario, nuove parole per riconnettersi con il pianeta. Editori, scrittori, autori di reportage e guide turistiche calibrano il tiro per raccontare luoghi rimasti uguali solo in apparenza. Libri scritti dopo la deflagrazione del Covid, oppure subito prima, narrano città e territori fino a ieri snobbati “In questo periodo abbiamo l’occasione di conoscere meglio l’Italia, entrare in contatto con la comunità, interrogarci sulla sostenibilità ambientale dei viaggi”
perché troppo domestici, riscoprono le grandi capitali d’Europa, itinerari slow in bici e a piedi, illuminano luoghi ormai irraggiungibili a causa della guerra. «L’ideale sommo del viaggiare è che il viaggiatore cambi. I viaggi che soddisfano questa aspirazione sono stancanti e irti di difficoltà, richiedono tempo e fatica. Dobbiamo ribellarci alla perdita di incanto del mondo», esorta nel suo libro “Viaggiare istruzioni per l’uso” (Edt, traduzione di Enrico Ganni) Ilija Trojanow, scrittore, saggista e poeta bulgaro-tedesco. Secondo Trojanow il viaggio come tecnica culturale era agonizzante ben prima della pandemia, sopraffatto dalle regole di un sistema basato sull’omologazione. «Dobbiamo restituire significato alla parola viaggio. Con il turismo ipertrofico tutto viene banalizzato, invece basta visitare piazza San Marco all’alba per evitare la folla», dice Angelo Pittro, direttore di Lonely Planet Italia, che organizza UlisseFest, la Festa del Viaggio (a Pesaro fino al 17 luglio). «Il periodo che stiamo vivendo offre una grande occasione per conoscere meglio l’Italia, entrare in contatto con la comunità, interrogarsi sulla sostenibilità ambientale dei viaggi», aggiunge Pittro. Non a caso, per la prima volta la casa editrice ha pubblicato la guida sulla Calabria e un libro in sintonia con i tempi: “In viaggio con i numeri” (Edt) di Silvia Benvenuti, dieci passeggiate per mateturisti curiosi in giro per l’Italia. Per chi non lo sapesse un mateturista è un viaggiatore (pare siano sempre più numerosi) che ama osservare paesaggi, opere d’arte, capolavori dell’architettura con sguardo matematico, che gli consente di vedere, ad esempio, le circonferenze concentriche e le linee invisibili del caravaggesco “Martirio di San Matteo”, oppure le simmetrie rotazionali della Torre di Pisa.
Chi trova la matematica indigesta può ripiegare su soluzioni meno impegnative e seguire Francesco Rutelli, romano doc con un passato di sindaco della capitale, oggi presi-
A lato, in senso orario: New York; Parigi; le Dolomiti. A destra, dall’alto: Lauren Elkin; Enrico Brizzi; Jhumpa Lahiri
dente Anica. Il suo libro “Roma, camminando” (Laterza), diciotto passeggiate tra centro e periferia, è in classifica da settimane: negli inconsueti panni di flâneur l’ex primo cittadino guida i lettori, anche dal vivo con tanto di megafono e comitiva al seguito, dal Tevere a Torpignattara, dal Ghetto ebraico alla via Ostiense, passando per i luoghi della politica dell’antica Roma. E dalla capitale si dipana anche il libro di Tim Parks “Il cammino dell’eroe” (Rizzoli, trad. di Eleonora Gallitelli), un viaggio che lo scrittore di Manchester, nel nostro Paese da oltre quarant’anni, ha intrapreso con la moglie Eleonora sulle orme dell’eroe dei due mondi, quando decide di non arrendersi dopo il fallimento della Repubblica romana. Nel 1849 parte alla testa di un gruppo di volontari per proseguire altrove la lotta per l’unità d’Italia, risale l’Appennino insieme ai suoi fedelissimi, incalzato da francesi e austriaci: 640 chilometri tra Lazio, Umbria, Toscana ed Emilia-Romagna, fino a Ravenna. E a proposito di affinità elettive con la nostra lingua, il 13 settembre uscirà il libro “Racconti romani” (Guanda) di Jhumpa Lahiri, che ha scelto di scrivere in italiano e al festival Pordenonelegge 2022 (14-18 settembre) riceverà il Premio FriulAdria “La storia in un romanzo”.
Nella nuova geografia delle emozioni anche il concetto di prossimità viene declinato in forme inaspettate, si allarga alle capitali europee tornate finalmente vicine. È emblematico il titolo del libro di Giuseppe Culicchia, “Berlino è casa” (Laterza): l’autore propone una originale rilettura “domestica” della capitale tedesca, in cui strade, piazze, edifici vengono collocati in una abitazione immaginaria: ingresso, corridoio, cucina, camera da letto e così via. «Di Berlino mi sono innamorato prima ancora di andarci. Bastarono poche righe di “Berlin Alexanderplatz” di Alexander Döblin a folgorarmi», scrive Culicchia nell’incipit, prima di cominciare la sua esplorazione spazio-temporale. E se Vittorio Del Tufo nel suo “Parigi magica” (Neri Pozza) si immerge nei misteri della Ville Lumière, risvegliando demoni, sogni e leggende nere, Lauren Elkin restituisce dignità alle donne che con le strade cittadine hanno intrattenuto un legame profondo: nel suo “Flâneuse” (Einaudi, trad. di Katia Bagnoli) la scrittrice parte dai sobborghi di New York, si muove nella Parigi rivoluzionaria, con George Sand che si destreggia sulle barricate
L E V I E D E I F E S T I VA L
Tornano dal vivo i festival dedicati ai viaggi e le rassegne letterarie danno ampio spazio all’esplorazione. L’Ulisse Fest di Lonely Planet a Pesaro (fino al 17 luglio); Festivaletteratura a Mantova (7-11 settembre); Pordenonelegge (14-18 settembre); Festival della letteratura di viaggio a Roma (29 settembre-2 ottobre)