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Noi e voi
from L'ESPRESSO 33
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Certificato ADS n. 8855 del 05/05/2021 Codice ISSN online 2499-0833 N. 33 - ANNO LXVII - 21 AGOSTO 2022
I L C O V I D - 1 9 F U O R I D A L L’ A G E N D A
RISPONDE STEFANIA ROSSINI [ STEFANIA.ROSSINI@ESPRESSOEDIT.IT ] Cara Rossini, due sono state le calamità che più ci hanno colpito in questi ultimi anni, la pandemia e più recentemente la guerra, ma questi argomenti che dovrebbero per primi essere affrontati dalle forze politiche nella campagna elettorale, non interessano i nostri politici. Pandemia e guerra sono gli argomenti tabù. Ma andiamo per ordine. Il Covid-19 ha rivelato una gestione politica dell’epidemia e uno stato della nostra sanità disastrosi. L’epidemia, seppure in forme più blande (ma sempre con decessi giornalieri non inferiori alle tre cifre) persiste e non è stata affatto debellata. Però nessuno parla di come migliorare la nostra sanità e di come sopperire alla carenza del personale medico. Se in autunno ci sarà una recrudescenza del male, ci troveremo impreparati con i problemi di sempre. Si punterà ancora esclusivamente sui vaccini? Saremo più edotti sulle conseguenze collaterali? Sarà facilitato l’accesso agli antivirali? Ricorreremmo ancora all’obbligo vaccinale e ai green pass? Tutte domande a cui manca una risposta e una strategia di intervento. E la guerra? Saremo sempre sotto l’ombrello protettivo della Nato che ci impedisce di avere una politica autonoma rispetto agli Usa? L’atlantismo nel suo lato guerrafondaio sarà sempre lui a guidarci nelle nostre scelte fatte anche a scapito esclusivo dell’Europa? Quando si emanciperà l’Europa con un proprio esercito e una propria politica estera? Dovremo alimentare la guerra in Ucraina fino alle estreme conseguenze o dovremo prodigarci con tutte le nostre energie di europei per una pace immediata e duratura? Altre domande che richiederebbero una risposta seria e l’impegno di risolvere le problematiche conseguenti. Oppure dovremo concludere come sempre con la rassegnazione di quell’espressione latina ”Quaesivi et non inveni” che può essere presa ad emblema del rapporto stato-cittadini e del nostro sistema politico? Alessandro Stramondo
Nel Cantico dei Cantici si alludeva soprattutto all’amore: Cercherò colui che il mio cuore ama, “ho cercato e non ho trovato”. Il signor Stramondo usa invece questa invocazione che per intensità fa il paio soltanto con “odi et amo” di Catullo, per parlare di politica e lanciare diversi atti d’accusa. Ma contro quale politica? Non soltanto contro quella che vede partecipare l’Unione europea alle scelte atlantiche sul conflitto in Ucraina e sulle quali è importante discutere, ma contro quella che ha affrontato una pandemia che ci ha cambiato la vita e che ancora incombe su tutti noi. È un astio molto diffuso che non tiene conto dell’emergenza inaspettata, del fatto che l’Italia è stato il primo Paese a subire i contagi facendo da apripista al mondo, per non parlare della dedizione e del sacrificio di tanti medici e infermieri. Ovviamente ci sono stati errori e ritardi, ma in un sistema sanitario che grazie alla sua natura universalistica non ha lasciato indietro nessuno, come è av venuto in altri Paesi. È giusto criticare le mancanze della nostra sanità e chiamare la classe politica a farne un argomento da campagna elettorale, ma senza dimenticare che viene considerata, a tutt’oggi, una delle migliori del mondo.
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