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from L'Espresso 45
by BFCMedia
IN MARCIA
I lavoratori Gkn protestano a sostegno dei lavoratori di Alitalia. Sotto, manifestazione contro la discarica di Ponte Galeria, a Roma. Nell’altra pagina, sopra, una manifestazione contro l’alta velocità Lione-Torino nel 2017 e, sotto, attivisti per il clima a sostegno del caso Urgenda nei Paesi Bassi tutt’intorno, ha portato il nostro sistema globale al collasso, le nostre reti di resistenza a sfaldarsi. Queste comunità terribili allora, assodata la loro pregressa miseria, se pretenono di appartenere alla Storia, devono coltivare e collettivizzare la rabbia, la paura, l’impotenza. Ora, un altro mondo non è solo possibile, ma necessario: la fine del mondo e la fine del mese sono la stessa lotta. Le comunità “terribili”, ormai sono un po’ ovunque e pretendono casa, reddito, autodeterminazione.
Queste tre macro-categorie di comunità si intrecciano e si mischiano fisicamente e ideologicamente. Ovviamente sono frammentate e frammentarie: esagerando si potrebbe dire che in Europa non si ha avuto altro piano politico costante nei decenni se non quello di reprimere, con tutta la violenza possibile, l’opposizione al sistema neoliberista. Le resistenze contemporanee non hanno altra opzione che abitare l’opposizione a tutto ciò che ci ha portati a un punto di non-ritorno. Insorgere, a questo punto, è sfilarsi dal contratto sociale per crearne uno non creato dal sangue, è portare avanti una rivoluzione intima, ancor prima che collettiva, ma non per funzionare, non per “essere felici”, ma per vedere la fine di questo mondo violento e ingiusto, con un senso di pace, di riconciliazione, senza complicità. Insomma: s’è fatta l’Italia, s’è fatto il governo, che ora si faccia opposizione.