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Comunicare per immagini
Quello che si è appena aperto è un anno importante per noi di Forbes e per i nostri lettori, come del resto lo sono stati quelli passati, cinque abbondanti. Dal novembre 2017 a oggi abbiamo costruito un’enclave editoriale unica grazie al lavoro di giovanissimi redattori e di una forza commerciale che ci ha consentito di organizzare tanti eventi dandoci così l’opportunità di entrare in contatto diretto con un’Italia che non si arrende, che lavora, costruisce, non si piange addosso e che sa anche guardare ai meno fortunati con iniziative di solidarietà. Un’Italia vera, passionale, appassionata. In passato quest’Italia vera, un’Italia diversa, molto diversa, veniva raccontata al cinema dai grandi registi. Quelli che hanno fatto appassionare al suo lavoro il protagonista della nostra copertina di questo volume 63 di Forbes, il produttore cinematografico Pietro Valsecchi. La sua lunga carriera, che ormai si sta avvicinando ai 40 anni, è iniziata proprio prendendo spunto e nutrimento dai film di una generazione di grandi cineasti italiani, come Francesco Rosi, Elio Petri, Mario Monicelli, Dino Risi. “Ho iniziato a vederli da ragazzo, hanno lavorato dentro di me e, anche se allora ne ero inconsapevole, mi hanno lasciato il desiderio e il gusto di raccontare storie sempre fondate sul racconto della realtà, anche se in modi e con stili molto diversi”, ha raccontato Valsecchi a Forbes. “Questo tipo di approccio al cinema ha ispirato le mie scelte, che sono sempre state dettate dalla semplice domanda: ‘Cosa vorrei vedere al cinema?’. Da qui sono nati tutti i miei prodotti cinematografici e televisivi, più di mille ore di tv e più di 20 film, ed è stata la chiave che ha permesso di unire grandi successi di pubblico a ottimi riscontri critici”. Oggi Valsecchi ha un desiderio: “Spero che il pubblico torni presto nella vecchia, cara, sala cinematografica, che non è solo un momento di condivisione delle emozioni, ma anche uno scudo al degrado culturale”. Dai tempi di Monicelli l’Italia è cambiata e Valsecchi ha saputo vivere l’attualità e cogliere le contraddizioni del nostro tempo producendo Checco Zalone con i suoi paradossi. Però il mondo nuovo si percepisce soprattutto sui social. E allora abbiamo voluto proporre un provocatorio e irriverente contraddittorio ideale tra il grande cinema di qualità o le serie televisive di maggiore successo targate Valsecchi con il fenomeno: Twitch, uno dei servizi streaming più popolari al mondo, con otto milioni di utenti attivi ogni mese e 31 milioni di spettatori al giorno. La Generazione Z e la Genenerazione Alpha sono cresciute con internet e gli smartphone, la tecnologia ha influenzato inevitabilmente il loro modo di comunicare. La lingua di Twitch, quella che comprende anche le emoticons, è quella che parlano i giovani adulti contemporanei, che guideranno il cambiamento negli anni a venire.
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Possono stare insieme il grande cinema e il mondo dello streaming? Perché no. In fondo è il linguaggio delle immagini. Il più diretto che ci sia F
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