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Una vita da mediano

Avere la possibilità di un’occupazione in una delle industrie più seguite e avere la capacità di scatenare le emozioni di migliaia di tifosi: in un modo o nell’altro, lavorare nel mondo del calcio è probabilmente uno dei sogni di appassionati e non solo. A realizzare questo sogno è riuscito Raffaele Petrellese che affianca come consulente sportivo alcuni importanti procuratori italiani. Tanto per fare qualche esempio, è stato uno dei professionisti che hanno portato Sebastian Giovinco alla Sampdoria nel febbraio 2022, coadiuvando l’agente del giocatore, Andrea Cattoli, durante tutto il percorso che ha condotto alla conclusione dell’affare. “La definisco l’operazione più importante della mia carriera perché, pur essendo stato coinvolto anche in altri contratti con club e calciatori di Serie A, in questa operazione ritengo di aver rivestito, con successo, un ruolo di particolare responsabilità”, spiega. Come ogni consulente del mondo sportivo che si rispetti, Petrellese dedica parte della sua giornata alla necessità di coltivare con grande attenzione i rapporti interpersonali con tutte le entità del settore del calcio professionistico, senza dimenticare ovviamente lo scouting di giovani calciatori e le attività di formazione e aggiornamento sulle norme endofederali del settore. “Ho avuto l’opportunità di confrontarmi nel mondo lavorativo con personaggi di spicco come Adriano Galliani”, racconta. La sua passione per il calcio è nata direttamente sui terreni di gioco, calcati fin da bambino, nell’area nord della provincia di Napoli. Una passione che probabilmente si è radicata quando ha avuto la possibilità di militare per un periodo in squadra professionistica. Intrapresi gli studi in giurisprudenza, lavora oramai da cinque anni nell’industria del calcio. Il settore ha attraversato negli ultimi anni un periodo di transizione: il romanticismo ha fatto sempre più spazio a temi come quelli del marketing e della sostenibilità economica. Una transizione che ha finito involontariamente per scalfire l’aura magica di questo sport e la sua capaci tà di coinvolgere le persone, anche a causa di visioni molto stereotipate. Non è un caso che Petrellese voglia precisare un aspetto importante del suolo ruolo. “L’esperienza mi ha insegnato che sono sempre i calciatori a scegliere con quale club firmare e nessun procuratore è in grado di obbligare un calciatore a prendere delle decisioni contro la propria volontà”. Un po’ come un avvocato al quale si chiede di scagionare l’assistito, o al commercialista di compilare una corretta dichiarazione dei redditi, al procuratore si chiede di massimizzare i guadagni di un calciatore durante la sua breve carriera. “Il procuratore, figura che coadiuvo con il mio lavoro, è un professionista che permette ai propri clienti di ottenere il massimo dalle loro carriere”, spiega. “Gli atleti hanno bisogno di qualcuno che li rappresenti, facendo i loro interessi per evitare di rimanere alla mercé delle proprietà come un macchinario lo è per un’industria”.

Per il futuro Petrellese ha in mente di diverse idee e vuole impegnarsi anche dal punto di vista extracalcistico. “Mi piacerebbe offrire corsi di formazione specifici visto che nel mio settore ci sono tante persone con una grande voglia di lavorare, ma senza strumenti adeguati per poterlo fare. Al momento questa attività è solo un’idea perché sono focalizzato sul mio lavoro per raggiungere i miei obiettivi”. F

Max Lupi

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