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L’avvocato startupper
Consulente legale e startupper. Giuseppe Pipicella non ha paura dell’apparente dicotomia tra i due ruoli e continua a interpretarli con positiva sfrontatezza. Se da un lato si occupa di assistere con rigore e metodo imprenditori e aziende, dall’altro mette in campo tutta la creatività e innovazione di un nerd per provare a risolvere i problemi in settori come quelli della sanità e dell’energia. Ha studiato giurisprudenza alla Bocconi di Milano, con un’esperienza di studio all’estero all’università Keio di Tokyo e un tirocinio alla Rappresentanza permanente d’Italia presso le Nazioni unite e le altre organizzazioni internazionali a Ginevra, in seguito alla vittoria del bando Maeci. È un collezionista d’arte, soprattutto Novecento italiano, appassionato di musica cantautorale italiana e di automobili sportive. Oggi ricopre il ruolo di local partner di Milano per lo studio Meplaw, uno studio legale associato costituito da avvocati italiani che si trova a Roma, con uffici propri anche in Milano, Londra, Izmir e New York. Mission dello studio è da sempre quella di costruire una realtà internazionale interamente amministrata da un board italiano al fine di coadiuvare gli imprenditori italiani e i residenti italiani all’estero nelle attività ordinarie e nelle operazioni di business fuori dai confini nazionali.
“Ho la fortuna di avere una vera vocazione per la mia professione”, racconta Pipicella a proposito dell’attività lavorativa quotidiana. “Non preferirei fare nulla di diverso durante la giornata: anzi, spesso la domenica non vedo l’ora che sia lunedì per vedere il mondo ripartire. Comunque diciamo che mi alzo molto presto e arrivo in studio verso le 9, di solito dopo aver già fatto una o due riunioni fuori, e torno a casa molto tardi: ho sempre con la sensazione di non aver avuto abbastanza tempo”. Senza false modestie, non nasconde di aver già tagliato traguardi notevoli per una persona della sua età. “Nonostante questo, vivo con un costante senso di insoddisfazione. Vorrei continuare a confrontami con chi è migliore di me”. Oltre all’attività di consulente legale, ha co-fondato diverse startup in settori come quelli dell’energia e della sanità: comparti che considera fortemente tradizionali, ma contemporaneamente molto aperti verso l’innovazione. Nel campo energetico opera attraverso il marchio Gei - Gruppo energetico italiano e mira a rivoluzionare, con tecnologie e procedure innovative, le modalità di accesso per le pmi al mercato dell’energia rinnovabile. Nella sanità è attivo con l’Istituto oftalmico romano, di cui è membro del consiglio di amministrazione: una serie di strutture sanitarie del centro e del nord Italia all’interno delle quali viene svolta l’attività di chirurgia oculistica retroattiva. “Lo studio legale non è molto diverso da un’impresa, quindi non vedo una grande distinzione di approccio, soprattutto in un ruolo come il mio”, racconta. “Avere anche un’attività imprenditoriale mi permette di immedesimarmi meglio nelle necessità concrete dei miei clienti. Sono convinto che l’equilibrio tra tradizione e innovazione sia necessario anche per uno studio legale moderno e ambizioso”.
Per questo motivo, nei prossimi anni, non pensa di dover scegliere uno dei due mestieri. “In generale penso che il futuro della professione e dell’imprenditoria sarà sempre più orientato alla costruzione di rapporti virtuosi tra i vari operatori del mercato: vedo un futuro in cui diventerà leader chi preferirà allearsi anziché combattere”, conclude. F
Daniele Rubatti