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Nuove strade

GABRIELE TAGLIACOZZO, PARTNER DELLA SOCIETÀ DI INTERMEDIAZIONE IMMOBILIARE MAXIRE, HA DECISO

Puntare

immobiliare è uno dei settori sempre in fermento e svolge un ruolo centrale all’interno del sistema economico e finanziario.

È inevitabile dunque che gli ultimi avvenimenti internazionali lo abbiano in qualche modo intaccato e ne abbiano modificato andamenti e trend. Gabriele Tagliacozzo, partner della società di intermediazione immobiliare Maxire, ha saputo interpretarli alla perfezione. Quando il Covid ha iniziato a indebolire i player del retail, imponendo uno stop al mercato delle locazioni commerciali, ha deciso di puntare in maniera definitiva anche sul capital market, entrando nel settore della compravendita di fabbricati cielo terra al fianco di investitori privati e fondi di investimento.

“Mi sono dovuto rimettere in gioco. Era una tipologia di immobili sui quali non eravamo troppo preparati. Ci siamo dovuti specializzare di nuovo”, racconta. “Oggi possiamo dire che l’operazione è stata di successo considerando che nel biennio 2020/2021 abbiamo lavorato a tre transazioni per un totale di 160 milioni di euro su immobili di prestigio: gli uffici di Kering in via Mecenate, gli uffici dello studio legale Grimaldi in corso Europa e l’ex quartier generale dell’azienda di moda Krizia”. Tagliacozzo ha completato gli studi al Lycée français Chateaubriand della Capitale. A 20 anni ha iniziato l’attività di advisor immobiliare, lavorando per una realtà conosciuta a livello nazionale nell’ambito retail. Nel 2015 è entrato a far parte dello studio immobiliare in cui lavora oggi: con grande velocità ha scalato posizioni all’interno dell’agenzia fino a conquistarsi una equity partnership. Pur avendo avuto un ruolo fondamentale per l’entrata della società nel settore del capital market, non ha mai lasciato da parte il core business con cui Maxire è nata: la locazione degli immobili per il retail. “Il Covid ha ovviamente avuto un forte impatto su questo settore. Molti locali sono rimasti sfitti”, spiega.

“Devo dire, però, che con la rimozione delle restrizioni, e anche grazie al nostro lavoro, gli spazi sono stati quasi interamente rioccupati: spesso le aziende chiedono sconti per arrivare alle condizioni pre-Covid più avanti. A Milano, e più in generale nelle città d’arte come Venezia, Roma e Firenze, i tassi di occupazione sono altissimi”.

Un altro aspetto da tenere in considerazione è quello legato alla digitalizzazione: lo sviluppo dell’e-commerce è stato impetuoso. Questo, però, non ha significato per l’azienda perdita di redditività, ma il contrario. Ad eccezione del 2020, per Maxire non c’è stata una crisi tra il 2018 e il 2022: la società ha registrato un’importante crescita del fatturato. “Non dobbiamo sottovalutare l’impatto dell’e-commerce, ma le aziende continueranno a puntare sui negozi”, racconta. “Si punterà sempre più sull’esperienza. Ritengo che i player del retail debbano investire sempre più sui dettagli e sulla formazione dei dipendenti”.

Nata come una realtà locale di Roma, la società ha cominciato negli anni a lavorare in tutta Italia. La conoscenza della cultura francese di Tagliacozzo, reminiscenza degli studi liceali, gli ha permesso di portare in Italia alcuni importanti marchi francesi. Un percorso che ora vorrebbe replicare in senso opposto: “Vorrei riuscire a portare brand italiani a Parigi, dove vorremmo aprire un ufficio nei prossimi anni”, conclude. “Abbiamo già cominciato a lavorare sul mercato internazionale con alcune operazioni come un negozio di Gucci a Monaco di Baviera e uno di Diesel in Spagna” F

Daniele Rubatti

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