Private Banking: la f iducia è al centro della relazione col cliente
EDITORIAL
Resistenza familiare
Il 71% delle aziende familiari italiane
ritiene che la propria natura le renda più resistenti rispetto alle incertezze congiunturali tanto che – relativamente ai prossimi 12 mesi – il 69% dei leader familiari percepisce il contesto esterno come non allarmante e 8 su 10 sono ottimisti sulle prospettive di crescita della loro attività, nonostante l’incertezza geopolitica ed economica attuali. È quanto emerge dal report Deloitte Private “Aziende familiari: transizione nella continuità’’, che analizza il punto di vista di 100 imprese italiane, nell’ambito dell’Osservatorio Deloitte Private sulle prospettive delle Pmi nella Penisola. Dal report emerge che solo 2 aziende su 10 sono attualmente impegnate a piani care i futuri cambiamenti negli assetti proprietari e appena una su 10 ha de nito e formalizzato un piano di transizione. In aggiunta, più di un quinto dichiara che a oggi non c’è una nuova generazione a cui passare il testimone e, quando presente e interessata (31%), non risulta ancora pronta ad assumere la leadership. Secondo l’81% degli intervistati, è indispensabile formare la generazione
successiva con l’a ancamento dei leader attuali o, secondo il 71%, incoraggiarli a intraprendere esperienze in altre realtà aziendali. Quasi un’impresa familiare su 2 non formalizza il consiglio di amministrazione e dove è formalizzato, 2 aziende su 3 dichiarano un cda composto solo da membri della famiglia proprietaria.
Secondo il rapporto, l’apertura dei board a gure non appartenenti alla famiglia può stimolare la di usione di competenze e la contaminazione con lo sviluppo di nuove idee a livello sia di management sia di consiglio di amministrazione.
Quasi 8 aziende su 10 poi ritengono necessario chiedere ai propri fornitori di rispettare standard di comportamento e gestione che vadano in direzione della sostenibilità sociale e ambientale, con più della metà che sta già raccogliendo, o è interessata a farlo, una serie di informazioni, ad esempio sulla qualità dei processi e dei prodotti, quando seleziona e monitora clienti e fornitori. In questo modo l’approccio alla sostenibilità può diventare parte del Dna aziendale e familiare.
anno 10 - numero 07/08 mensile registrato presso il Tribunale di Milano al n°187 dell’11 giugno 2015
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Opinioni
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MARKETS
08Credem Euromobiliare
Private Banking punta sull’allineamento degli interessi
14 Appeal per nomadi digitali
OPINIONS
24 Zancanaro e la doppia transizione strutturale
28 Non è un paese per giovani
34 Ciclone Psd2
92 99 68 86
16 UniCredit cresce nell’advisory intergenerazionale
22 Paulson sotto la lente
32 I cambi di poltrone
58Lavazza, i signori del caffè
38Novità per il Registro dei titolari effettivi
78 I dazi alla Cina non bastano
80Il cash flow in pillole
82 Cambiare o accettare
100 Pull together
104 The Mai Tai Hangover
LIFESTYLE INVESTMENTS
40Vam Investments porta capitali alle imprese
44Abbinata tra arte e vino
48Investimenti per cavalcare il boom dell’AI
50La riforma delle successioni
54 Paperoni uber alles
86Il lusso del tempo
65Dispositivi che agevolano il sonno
66Stella di Saint Tropez
72 Rombo di Daytona
76 Profumo d’ambiente
84 Come scegliere gli allenamenti
92 Iris Law per Guess Jeans
94 Borsalino e Nolan insieme per lo stile
98 Self made di successo
OPINIONISTS & CONTRIBUTORS
ANGELO DEIANA
Presidente di Confassociazioni e Anpib (Associazione nazionale private & investment bankers), è considerato uno dei maggiori esperti italiani di economia della conoscenza. pag. 34
ALESSANDRO TAGLIETTI
Portfolio manager presso
Denarius Conseils & Gestion, specializzato nella gestione nanziaria dei grandi patrimoni e esperto di data science e intelligenza arti ciale. pag. 48
PAOLO SOBRINI
Senior associate di Advant Nctm, avvocato, presta assistenza di carattere stragiudiziale e nelle controversie giudiziali a banche, Sim, intermediari nanziari sulle principali tematiche di carattere regolamentare. pag. 38
GULIANO FOGLIA
Fondatore e managing partner dello studio Foglia & Partners. Esperto di diritto tributario internazionale, scalità d’impresa, operazioni straordinarie, scalità degli Hnwi, wealth management, transfer pricing e contenzioso tributario. pag. 50
ALESSIA ZORLONI
Direttore del master in Art & Luxury Business all’Università Iulm, ha fondato Art wealth advisory, specializzata nell’o erta di servizi di art advisory e nella formazione executive. pag. 44
MARCELLO GUALTIERI
Socio fondatore e componente del consiglio direttivo dell’associazione Duchini-Studio del pensiero economico, è docente di economia politica all’Università di Torino. pag. 78
ROBERTO FALZONI
Nome storico della nanza svizzera specializzata nella gestione dei grandi patrimoni, è fondatore e proprietario di Denarius conseils & Gestion SA, multifamily o ce basato a Ginevra. pag. 48
MARIA GRAZIA RINALDI
Laureata in psicologia del benessere e iscritta all’albo degli psicologi. Master in Pnl, ha frequentato corsi e seminari su comunicazione e cace, persuasione e public speaking. Da 10 anni si occupa di selezione dei consulenti nanziari e dei private banker. pag. 82
Costruiamo relazioni che durano.
Da oltre 50 anni, ci impegniamo a creare e a rendere più forti le relazioni con i nostri Clienti. Lo facciamo attraverso una consulenza finanziaria che svolgiamo con professionalità, riservatezza e continua innovazione. Da sempre, infatti, mettiamo a disposizione di ogni Cliente le nostre migliori competenze.
I nostri Partner di eccellenza
Percorso condiviso
Credem Euromobiliare Private Banking punta su relazioni di lungo periodo con i clienti
Benetti (dg): “La ducia è decisiva per a rontare tutti i cicli dei mercati”
“Se voltiamo lo sguardo all’indietro, ci rendiamo conto di quanti cambiamenti abbiamo vissuto negli ultimi anni. Non solo il settore della nanza e l’economia, ma le nostre stesse vite sono state stravolte. Alcune certezze sono venute meno e nuovi motori della crescita si sono a ermati.
In tutto ciò i mercati nanziari hanno continuato a o rire soddisfazioni a quanti hanno adottato una corretta piani cazione nanziaria”.
A parlare è Matteo Benetti, direttore generale di Credem Euromobiliare Private Banking, nata dall’unione di Credem Private Banking e Banca Euromobiliare.
Dott.Benetti, ancora una volta lo sguardo degli investitori è rivolto alle decisioni delle banche centrali. In particolare nell’Eurozona si attende un altro taglio da parte della Bce, dopo quello di inizio giugno.
Qual è la vostra view in merito?
L’allentamento monetario è destinato a proseguire, ma come sottolineato dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, molto dipenderà dall’andamento delle grandezze macro, in primis dall’in azione.
In ogni caso, sarebbe illusorio immaginare di poter tornare alla situazione di tassi zero vista no a due anni fa.
La normalità è avere tassi di interesse adeguati a un’in azione al 2% e questo costituisce una s da per tutti noi che o riamo consulenza di valore ai risparmiatori.
A questo proposito, quali sono oggi le principali richieste della clientela private?
Ci sono preoccupazioni legate alla congiuntura e allo scenario macroeconomico, ma di fondo il tema resta sempre lo stesso: proteggere il patrimonio accumulato negli anni e cercare di valorizzarlo gestendo gli asset con una visione unitaria e non limitata esclusivamente alla componente nanziaria. Il cliente solitamente non ha una preparazione approfondita in tema di risparmi e di investimenti, dato che nella sua vita si occupa di altro, e cerca un consulente capace di a ancarlo con professionalità e competenza.
Potremmo dire un compagno di viaggio?
Sì, questo è il valore aggiunto del
Il cliente solitamente non ha una preparazione in materia di risparmi e investimenti, dato che nella vita si occupa di altro; spetta a noi fornire risposte adeguate
wealth management e la s da con la quale ci confrontiamo tutti i giorni.
Certo il quadro normativo non aiuta, dato che spesso presenta delle rigidità di cili da comprendere.
Basti pensare al fatto che tocca al banker curare la pro lazione del singolo investitore, e quindi giocare un ruolo di primo piano nella de nizione dell’asset allocation. Un vincolo che va al di là dell’attività di consulenza vera e propria, che non considera adeguatamente l’individualità del cliente, i suoi obiettivi e aspirazioni, che non sono sempre inquadrabili in categorie prede nite. Senza dimenticare il fatto che, anche in capo a una stessa persona, le priorità mutano nel tempo.
2 miliardi di euro
La raccolta netta nel corso del 2023
40 miliardi di euro
Gli asset in gestione alla
659
I professionisti tra consulenti finanziari e private banker
A cosa si riferisce in particolare?
Immaginiamo due persone con una consistenza patrimoniale e un pro lo di rischio simili. Uno dei due potrebbe essere interessato a far fruttare il denaro in vista della pensione, un altro magari a destinarlo al proprio nipote che oggi ha pochi anni. In entrambi i casi, solo una consulenza di qualità può aiutare a fare le scelte più opportune, nella consapevolezza che il percorso da fare insieme può portare a mutare gli orientamenti nel tempo.
Il cliente solitamente percepisce questo valore?
Solo se da parte del professionista c’è una reale focalizzazione sulle esigenze del cliente. E, soprattutto, se c’è un
dialogo costante che permette di togliere l’ansia da volatilità per lasciare spazio a decisioni caratterizzate da un orizzonte di lungo periodo.
A suo avviso, in questo scenario i rendimenti tornati allettanti del reddito sso sono un vantaggio o meno?
Come detto prima, i tassi di interesse positivi sono qui per restare a lungo, quindi rispondo al suo quesito dicendo che questa è la realtà e le conseguenze – positive o negative –dipendono dal nostro approccio verso questo stato di cose. Sicuramente, di fronte a un rendimento facciale del 3%, la tentazione è di fare incetta di questi titoli, ma in questo modo si
dimentica da una parte l’importanza della diversi cazione, dall’altra il potere dell’in azione che erode il valore reale.
Passiamo a parlare un po’ di voi. A circa un anno e mezzo dalla nascita, qual è oggi il pro lo di Credem Euromobiliare Private Banking?
Siamo una realtà con asset in gestione per 40 miliardi di euro, che conta sul lavoro di 355 private banker e 304 consulenti nanziari, i quali seguono 86 mila clienti
in Italia. Numeri che ci rendono tra le principali realtà italiane del settore. Alla luce di queste cifre non possiamo che dirci soddisfatti di questo progetto che ci ha portato a integrare la solidità della capogruppo, da anni riconosciuta tra le banche più solide dell’Eurozona, con la forza del brand Euromobiliare nel private banking.
Quali sono i motori principali di crescita?
Abbiamo chiuso il 2023 con una raccolta netta positiva per 2 miliardi
Abbiamo integrato la solidità della capogruppo, con la riconoscibilità e l’esperienza di Euromobiliare nel private banking
di euro, mettendo a segno uno dei risultati migliori della nostra storia, nonostante un bilancio negativo nell’ambito del gestito, compensato tuttavia dalla crescita dell’amministrato. Aggiungo che abbiamo messo a segno una raccolta pro-capite tra le più alte dell’intero sistema.
Quali caratteristiche deve avere un banker per poter entrare nella vostra struttura?
Partirei da una considerazione sull’evoluzione della professione. Un tempo il private banker poteva avere l’ambizione di seguire il cliente in merito a ogni aspetto riguardante il patrimonio di quest’ultimo. Oggi le complessità sono di gran lunga maggiori, per cui il professionista migliore è quello che da una parte sa comprendere i bisogni del cliente, anche se non espressi in maniera esplicita, e dall’altra sa relazionarsi con chi ha competenze speci che. Dal canto nostro, come società abbiamo investito molto in questi anni per dotarsi di gure professionali con le skill richieste dal mercato, in modo da agevolare il private banker, che è sempre più un gestore della relazione.
Guardando in prospettiva, su cosa puntate per crescere ancora?
Puntiamo sempre più sull’integrazione con le competenze di gruppo, consapevoli che i bisogni di chi si rivolge a noi diventano sempre più complessi. Abbiamo un team che si occupa di corporate nance advisory e uno specializzato
nel passaggio generazionale, che è un passaggio cruciale dal quale può dipendere uno scatto in avanti nella crescita di un’azienda o il suo declino. Facciamo parte del gruppo Credem, che ha tante imprese clienti, e dunque competenze avanzate su questi temi.
Oggi tutti, o quasi, insistono sull’importanza di mettere il cliente al centro. In concreto, come si fa? Chi fa il nostro lavoro si trova a interfacciarsi con persone che frequentano hotel a 5 stelle, fanno acquisti nei negozi del lusso e così via. Pertanto occorre essere consapevoli che si aspettano da noi la medesima qualità del servizio. È una s da non da poco, ma anche un’opportunità per far emergere davvero il valore, le competenze e le serietà della proposta di gestione patrimoniale.
Un altro tema di cui si discute spesso ultimamente è l’allungamento della vita media, con tutto ciò che comporta in termini di nuove aspirazioni e mutati bisogni.
La longevità signi ca che magari oggi si muore a 90 anni e il patrimonio passa direttamente al nipote, che
ha linguaggi, obiettivi di vita e tempistiche molto di erenti rispetto alle generazioni che lo hanno preceduto. Come industria dobbiamo essere capaci di rapportarci al meglio con i più giovani e anche intercettare chi non è ancora benestante, ma ha buone probabilità di diventarlo.
Chiudiamo con qualche domanda su di lei: qual è il suo stile manageriale?
Probabilmente questa domanda andrebbe posta in primo luogo ai miei collaboratori, dato che è sempre elevato il rischio di avere una percezione distorta di quello che si fa e di come ci si pone. Fatta questa premessa, mi sforzo di tenere un approccio collaborativo, che promuova il coinvolgimento di tutto il team. Ritengo fondamentale essere trasparenti, dare motivazioni alle scelte che si fanno, cercare di ascoltare e avere l’umiltà di cambiare idea sia nel tempo, sia dopo il confronto con gli altri.
Ha degli hobby?
Gioco a calcio e corro per mantenermi in salute. Più in generale mi dedico allo sport nel poco tempo libero dal lavoro.
Il cambiamento climatico ha importanti conseguenze anche sugli investimenti finanziari*. Con Anima Net Zero Azionario Internazionale puoi investire già da oggi sulle società che hanno adottato piani di riduzione e azzeramento delle emissioni nette di gas serra**.
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AVVERTENZE: Questa è una comunicazione di marketing. Si prega di consultare il Prospetto, il Documento contenente le informazioni chiave (KID), il Regolamento di gestione e il Modulo di sottoscrizione prima di prendere una decisione finale di investimento. Questi documenti, che descrivono anche i diritti degli investitori, possono essere ottenuti in qualsiasi tempo, gratuitamente sul sito web della Società di gestione e presso i Soggetti Incaricati del collocamento. È, inoltre, possibile ottenere copie cartacee di questi documenti presso la Società di gestione del fondo su richiesta. I KID sono disponibili nella lingua ufficiale locale del paese di distribuzione. Il Prospetto è disponibile in italiano. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il collocamento del prodotto è sottoposto alla valutazione di appropriatezza o adeguatezza prevista dalla normativa vigente. ANIMA Sgr si riserva il diritto di modificare in ogni momento le informazioni riportate. Il valore dell’investimento e il rendimento che ne deriva possono aumentare così come diminuire e, al momento del rimborso, l’investitore potrebbe ricevere un importo inferiore rispetto a quello originariamente investito. Nel caso di stacco cedola, l’importo da distribuire potrà anche essere superiore al risultato conseguito dal fondo, rappresentando in tal caso rimborso di capitale.
* Fonte: ESMA - Fund portfolio networks:
EL
MESSICO
CIPRO
GRECIA
NOMADI DIGITALI
ANTIGUA E
COSTA RICA
COLOMBIA
EQUADOR
UNGHERIA
LETTONIA
NORVEGIA
ROMANIA
REPUBBLICA
PANAMA
CROAZIA
ANGUILLA
BAHAMAS
CURAÇAO GRENADA
URUGUAI
I PAESI PIÙ ATTRATTIVI PER I GIOVANI DI TALENTO
MONTSERRAT
SANTA LUCIA
ALBANIA
REPUBBLICA CECA
ESTONIA
GEORGIA
ITALIA
MALTA
PORTOGALLO
SPAGNA
MAURITIUS
SEYCHELLES
MALESIA
SUD COREA
EMIRATI ARABI BELIZE CANADA ISLANDA
CAPO VERDE NAMIBIA
EL SALVADOR E MESSICO CONCEDONO VISTI PER 4 ANNI
MANUELA SONCINI
Advisory tra generazioni
Il passaggio di testimone è una fase cruciale per la sopravvivenza dei patrimoni familiari Soncini (UniCredit): “È fondamentale il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati”
DI VITO ANDREOLA
Non solo protezione e valorizzazione del patrimonio, ma anche gestione delle complessità legate alle esigenze della famiglia imprenditoriale. Il wealth management di qualità abbraccia una pluralità di ambiti, compreso il passaggio generazionale. Ne abbiamo parlato con Manuela Soncini, responsabile Wealth Advisory di UniCredit.
A cosa ci riferiamo quando parliamo di passaggio generazionale?
Il passaggio della ricchezza tra le generazioni è un processo complesso che va analizzato da diversi punti di vista: si può approcciarlo come mero meccanismo di trasferimento della proprietà di beni familiari, ma può essere anche un’occasione per ri ettere su come la famiglia vuole tramandare il proprio senso di appartenenza, o il modo di fare impresa, o la visione del futuro che si vuole a dare alle nuove generazioni. Certo è un fenomeno attuale e di enorme portata: i dati confermano che nei prossimi anni la clientela private sarà interessata dal più grande trasferimento della ricchezza intergenerazionale degli
ultimi decenni. Aipb ha stimato che, dei patrimoni nanziari gestiti, oltre 180 miliardi di euro passeranno di generazione entro il 2028 e oltre 300 miliardi entro il 2033. Analogamente il passaggio generazionale riguarderà anche il patrimonio aziendale delle famiglie imprenditoriali.
Con quali conseguenze?
L’ingresso delle nuove generazioni comporta alcune domande chiave per comprendere la capacità di evoluzione del modello organizzativo dell’azienda nei suoi organi di governance. A questo proposito, dal 15° Osservatorio Aidaf UniCredit Bocconi emerge che il numero dei ricambi al vertice ha avuto dimensioni contenute e stabili no al 2019, circa il 3-4% all’anno, per poi accelerare nel triennio 2020-2022, con un picco superiore al 10% nelle aziende di maggiori dimensioni, quale probabile risposta alla crisi pandemica. Di questi ricambi, solo uno su cinque ha riguardato dei veri passaggi generazionali, ovvero situazioni in cui il leader entrante è un membro della nuova generazione della famiglia di controllo. Per contro, infatti, si nota un incremento
signi cativo dei leader non familiari, ossia manager delegati alla gestione dell’azienda; e si registra un aumento dell’inserimento di leader con meno di 50 anni.
Come il wealth e private di UniCredit accompagna le famiglie nel passaggio generazionale del patrimonio? Il nostro modello di servizio è nalizzato a proteggere la ricchezza dei nostri clienti nel tempo, con l’impegno di prenderci cura delle esigenze di ogni membro della famiglia e delle speci cità di tutte le componenti del patrimonio. Ecco perché più che di “passaggio generazionale” ci piace parlare e agire in funzione di un reale “coinvolgimento generazionale”, anche in merito al percorso della vita aziendale. Le relazioni di lungo periodo su cui si basa la nostra presenza a anco dei clienti ci permettono di conoscere a fondo i bisogni delle famiglie e le evoluzioni delle imprese da loro controllate. Il punto di partenza è un’attenta mappatura del patrimonio e delle esigenze dei nostri clienti, e ettuata con strumenti evoluti.
PRIVATE
A cosa si riferisce?
La nostra o erta di servizi permette di spaziare dalla consulenza al patrimonio immobiliare e collezionistico, ai progetti d’impatto sociale, al percorso di crescita delle aziende che può trovare sbocco all’interno o all’esterno della famiglia tramite operazioni di nanza straordinaria. Delineiamo con i nostri clienti, spesso anche in collaborazione con i loro consulenti, un progetto che includa sia soluzioni in investimenti nanziari che creditizie, per supportarli in processi di razionalizzazione della struttura patrimoniale. Cordusio Fiduciaria è parte integrante della nostra capacità di accompagnare le famiglie tra le generazioni, attraverso mandati duciari tradizionali, incarichi di Trustee e supporto ai processi di managerializzazione aziendale, tramite la gestione di piani di incentivazione e di azionariato che hanno l’obiettivo di generare un allineamento degli interessi dei dipendenti con quelli degli azionisti.
In che modo la riforma scale può impattare sui passaggi generazionali?
La riforma scale, approvata nel 2023, ha un impianto esteso che tocca molteplici ambiti dell’imposizione diretta e indiretta. Per quanto riguarda l’imposta su donazioni e successioni, un’anticipazione dei futuri cambiamenti è contenuta nella bozza di decreto approvato lo scorso aprile dal Consiglio dei Ministri.
Flessibilità. Convizioni. Potenziale di rendimento.
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Capitale a rischio. La performance dipende dalla tempistica dell’investimento e può comportare rendimenti negativi. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.
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Un ambito nel mirino del legislatore… Si, nei mesi scorsi è emersa un’importante novità nalizzata a razionalizzare e sempli care la normativa attraverso l’abrogazione del coacervo successorio, cioè il meccanismo che imponeva di sommare a quanto ricevuto per successione le donazioni operate in vita dal defunto ai ni del calcolo dell'eventuale franchigia residua. Con l’abrogazione del coacervo la franchigia utilizzata nelle donazioni in vita non erode più quella applicabile in sede di successione. Il decreto delegato di aprile, inoltre, conferma e potenzia l’esenzione per i trasferimenti a titolo gratuito di partecipazioni e aziende a favore di discendenti e coniuge, anche realizzati tramite i patti di famiglia.
La probabile nuova formulazione della normativa rispecchierà quanto previsto dalla Corte di Cassazione in merito a liberalità indirette e donazioni informali, come il boni co dal conto del genitore a quello del glio, a ermando l'assenza di un generalizzato obbligo di assoggettamento a registrazione e imposizione di questi atti.
La tassazione di liberalità indirette può veri carsi solo in caso di registrazione volontaria (scontando l’imposta di donazione con aliquote e franchigie ordinarie, ad oggi non modi cate dal decreto) o quando l’esistenza di tali liberalità emerga in sede di accertamento di tributi. In tal caso, si applicherà un'imposta dell'8% sull'eccedenza rispetto alla franchigia.
Il numero dei ricambi al vertice ha avuto dimensioni contenute e stabili no al 2019, circa il 3-4% all’anno, per poi accelerare come probabile risposta alla crisi pandemica
Altre novità sono attese dal secondo decreto delegato in tema di imposte sui redditi, in particolare sul regime dei conferimenti di partecipazioni e di altre operazioni straordinarie volte a creare strutture societarie in grado di garantire la continuità dell’impresa familiare.
Nel tempo vi è stata un’evoluzione della gestione del patrimonio di famiglia, dalle persone siche alle holding. Come si struttura il percorso decisionale?
In passato si è guardato alla piani cazione successoria come un momento in cui e ettuare le divisioni della ricchezza familiare con la principale nalità di evitare dissidi. Questa ottica permane in molti casi ma quello che caratterizza oggi le famiglie è la maggiore consapevolezza nel fare - e farsi - le corrette domande per sviscerare tutte le dinamiche che si possono creare tra i membri attivi e quelli non interessati alla gestione del patrimonio, nonché per disciplinare l’ingresso delle successive generazioni.
Le famiglie si pongono sempre più l’obiettivo di trovare lo strumento
che permetta di condividere il patrimonio tra le diverse generazioni, partendo dal purpose, ovvero lo scopo per cui l’unità del patrimonio genera un’unità di valori da trasmettere nel futuro.
Non è un percorso semplice Esatto. È un passaggio che richiede una profonda analisi degli equilibri futuri per evitare che aspettative e diritti dei singoli siano sacri cati in nome dello scopo comune. Il percorso deve quindi partire dalla de nizione di ruoli, responsabilità, meccanismi decisionali e regole che sovraintendono il patrimonio condiviso, come la possibilità di liquidazione di uno dei membri o la distribuzione degli utili prodotti. Al termine di questo processo spesso si giunge alla de nizione di un nuovo strumento giuridico che accolga tutte le regole di governance de nite. Per esempio, la creazione della holding permette di focalizzare un veicolo societario nel ruolo di cassaforte di famiglia, individuando le linee guida per la scelta degli investimenti nanziari con una struttura che può trasformarsi progressivamente in un family o ce.
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JOHN PAULSON
Nella campagna elettorale in vista delle Presidenziali di novembre, Paulson si sta distinguendo come uno dei principali nanziatori di Donald Trump. Tra le altre cose, in primavera ha organizzato un’iniziativa di raccolta fondi presso la propria casa di Palm Beach, totalizzando in pochi giorni 50 milioni di dollari.
HA ANCHE COOSPITATO UNA RACCOLTA FONDI
A MANHATTAN A MAGGIO,
CON I MILIARDARI WOODY JOHNSON (AMBASCIATORE, IMPRENDITORE
E PRONIPOTE DEL FONDATORE
DI JOHNSON & JOHNSON)
E JOHN CATSIMATIDIS (PROPRIETARIO DELLA CATENA GRISTEDES AND D’AGOSTINO SUPERMARKETS).
IL MILIARDARIO DEGLI HEDGE FUND, SECONDO DIVERSE FONTI È NELLA
Le origini
Nato a News York nel 1955, si è laureato con lode in finanza presso il College of Business and Public Administration della Grande Mela. Successivamente ha conseguito un Mba presso l’Università di Harvard.
Consulenza
Ha iniziato la carriera come consulente aziendale presso Boston Consulting Group, ma presto è passato nella finanza, presso Odissey Partners e, poco dopo, in Bear Stearns. Quest’ultima le ha concesso una stanza nel momento in cui si è messo in proprio lanciando un hedge fund.
Strategia
È diventato famoso all’inizio del secolo, quando la sua scommessa contro il mercato immobiliare statunitense ha fruttato ai suoi investitori 20 miliardi di dollari dopo il crollo dei mutui subprime.
La svolta
Secondo fonti non confermate (Paulson ha opposto il diritto alla riservatezza), nel 2023 il family office di Paulson ha guadagnato il 23%, riprendendosi così almeno in parte dai rovesci del 2022, tra cui i crolli di Baush (che valeva un quinto del portafoglio totale) e Brightsphere Investment.
Gestione in proprio
Paulson ha trasformato la sua società di hedge fund in un family office nel 2020, dopo che il patrimonio era sceso a circa 9 miliardi di dollari l’anno precedente, dopo aver raggiunto un picco di 38 miliardi nel 2011 e si è ritrovato a gestire principalmente il proprio denaro.
Scommessa sull’oro
Da sempre sostenitore dell’oro, nel corso del 2010 ha guadagnato 5 miliardi di dollari grazie al metallo giallo, ma nel decennio successivo ha dovuto accontentarsi di rendimenti modesti, a causa della ridotta rivalutazione nonostante le politiche accomodanti della Fed.
La doppia transizione
Sotenibilità e intelligenza arti ciale stanno cambiando le vostre vite
Zancanaro: “Opportunità straordinarie, ma sarà decisiva la comunicazione”
DI LUIGI DELL’OLIO
La sostenibilità, che ha perso il ruolo di copertina nella comunicazione del risparmio gestito, e le prospettive dell’intelligenza arti ciale, tra timori e nuove opportunità. PRIVATE ne ha discusso con Maurizio Zancanaro, decano del private banking italiano, già presidente di Aipb e attualmente vice-presidente di Banca Patrimoni Sella.
Iniziamo dalla stretta attualità. È stato invitato a tenere uno speech all’università di Cagliari. Di cosa ha parlato?
Non è la prima volta che partecipo ai lavori della Summer School dell’Università di Cagliari, una bella occasione di confronto tra accademia e operatori. Il tema di quest’anno è la nuova frontiera del credito e della nanza, cioè Esg e intelligenza arti ciale. Siamo di fronte a due grandi motori del cambiamento: sostenibilità ed evoluzione tecnologica sono già, e saranno sempre più nel prossimo futuro, i driver imprescindibili di ogni nostra decisione e l’ambito nanziario e della gestione del risparmio non può e non deve fare eccezione. Ma…. ed è proprio su questo
“ma” che si è focalizzato il mio intervento, cosa ne pensano i nostri clienti? Si, perché se l’industria dell’asset management cavalca con determinazione queste tematiche, il contesto è controverso, i rendimenti altalenanti, i costi non trasparenti e la normativa ancora in evoluzione. Tutto ciò non aiuta i clienti, poco preparati, spesso confusi e in balia di informazioni non sempre coerenti, in bilico tra moda e reali opportunità. Dobbiamo, ancora una volta, assumerci la responsabilità come operatori di o rire competenza e trasparenza a garanzia di una consulenza di qualità.
Esg e Ai: qual è la relazione tra i due mondi?
Transizione energetica e transizione digitale avranno e etti importanti sul mondo della nanza. Sostenibilità e intelligenza arti ciale sono due fenomeni che si sono da subito legati tra loro, tanto che oggi consideriamo l’Ai come uno strumento potente di accelerazione nella costruzione di quella conoscenza che è alla base anche degli obiettivi di sostenibilità. L’Ai applicata agli Esg consente la gestione massiccia di dati e variabili
che caratterizzano un contesto in costante evoluzione e che le aziende tutte devono imparare a presidiare: velocizza le procedure di analisi e rendicontazione; migliora il monitoraggio dei rischi; consente lo sviluppo di modelli e la progettazione di prodotti e servizi che nascono sostenibili. Quindi meno errori e decisioni più consapevoli. Ma proprio in chiave Esg è necessaria una lettura critica che metta in luce anche i rischi stessi dell’Ai, quali l’impatto sul livello occupazionale (l’Ai può essere utilizzata per automatizzare attività che attualmente sono svolte da persone che potrebbero essere sostituite da macchine con la conseguente perdita di posti di lavoro), la tutela della privacy dei dati (le piattaforme di intelligenza arti ciale necessitano di grandissime quantità di dati, il che porta ad un maggior pericolo che i dati stessi possano essere violati) e il rischio di una possibile perdita di controllo della governance se l’Ai non fosse governata da competenze adeguate.
Spesso si parla di sostenibilità, ma come aiutare l’investitore a riconoscere dove c’è davvero
sostanza e dove invece solo greenwashing?
Tenere in considerazione i fattori Esg nelle proprie decisioni di investimento signi ca indirizzare capitali e risparmi verso imprese e progetti sostenibili, cioè che rispettano l’ambiente, sono attente all’inclusione e al benessere dei lavoratori e hanno una buona gestione. Stiamo parlando quindi di nanza sostenibile. Si prevede che entro il 2025 i fondi totali investiti in asset sostenibili supereranno i 50 mila miliardi di dollari, sfruttando il desiderio degli investitori di bilanciare la ricerca di buoni rendimenti con il desiderio di generare un impatto positivo sull’ambiente e sulla società. Ma perseguire un approccio sostenibile agli investimenti è un compito tutt’altro che semplice. E c’è un pericolo reale, il cosiddetto greenwashing che nel nostro campo potremmo chiamare “greenwashing nanziario”. Sono diversi i motivi che stanno alla base di questa
condotta: il fatto che la sostenibilità sia ormai diventata un business a cui tutti vogliono partecipare che alcune società facciano a ermazioni fuorvianti in materia di sostenibilità per giusti care prezzi più alti o per attrarre investitori che oggi sono più sensibili alle questioni di ecocompatibilità e reputazione; o ancora la mancanza di una regolamentazione e cace, chiara e rigorosa, la complessità dei parametri Esg, la scarsa oggettività e standardizzazione dei rating; e in ne la disinformazione del contesto nanziario. I clienti che vogliono assumere decisioni informate devono poter avvalersi di una consulenza professionale specializzata in investimenti sostenibili. Ecco, anche in questa nuova frontiera che il mondo del wealth management sta attraversando, la di erenza la farà il fattore umano, la competenza dei private banker che, opportunamente formati, sapranno intercettare
bisogni e sensibilità dei clienti, accompagnandoli in soluzioni di investimento sostenibili, ma in tutti i sensi.
Negli Usa crescono le critiche alle scelte Esg dei gestori: condivide queste valutazioni?
Negli Usa è in atto un forte dibattito sul tema Esg che nasce anche da una politicizzazione di questo concetto e di conseguenza della strategia di investimento che ne è scaturita.
Da qui una sorta di fuga degli asset manager statunitensi dai fondi Esg che negli ultimi mesi hanno registrato un record negativo in termini di masse. Alla base però credo ci sia anche una verità, e cioè che gli Esg hanno nito per raccontarci un mondo ideale lontano dalla realtà, che è invece assai più complessa e ricca di contraddizioni.
Ne sono un chiaro esempio la di coltà di conciliare politiche di emissioni zero con i comportamenti della Cina che controlla settori strategici, o il nobile taglio di nanziamenti ai produttori di armi con la presenza di due drammatiche guerre.
C’è il rischio che il tema sparisca dall’agenda degli asset manager?
No, non credo. La sensibilità dei clienti verso queste tematiche è ormai consolidata e lo sarà ancora di più con le nuove generazioni.
La possibilità di conciliare il rendimento positivo dei propri investimenti, con i propri valori ideali e nel rispetto del bene collettivo
è senza dubbio un’opportunità di grande forza e richiamo. Ma certamente il paradigma va ripensato profondamente per non compromettere l’e cacia degli investimenti sostenibili che hanno bisogno di una normativa più chiara e condivisa. In questo l’Ue è in virtuosa controtendenza rispetto agli Usa, ma c’è ancora molto da fare.
Come cogliere i vantaggi dell’Ai non solo a livello di industry, ma anche per gli investitori?
L’intelligenza arti ciale nel settore nanziario si traduce nell’uso della tecnologia e di algoritmi avanzati per migliorare l’e cienza, l’accuratezza e la velocità di attività quali l’analisi dei dati, le previsioni, la gestione degli investimenti, il controllo del rischio, il servizio clienti e altro ancora. L’Ai può supportare il rapporto con i clienti prevedendo il loro comportamento e comprendendo le loro preferenze di acquisto. Ciò consente interazioni più personalizzate, un’assistenza più rapida e accurata, la riduzione dei costi e la progettazione di prodotti e servizi innovativi.
Qualche esempio? L’Ai può automatizzare le attività ripetitive e quelle che richiedono più tempo, consentendo alle istituzioni nanziarie di elaborare grandi quantità di dati provenienti da varie fonti, come notizie nanziarie o dati di mercato ed economici, in modo più rapido e accurato e può elaborare dati storici e in tempo reale per prevedere i movimenti dei mercati nanziari e prendere decisioni più informate.
Ma attenzione, non è tutto rose e ori: si iniziano ad intravedere anche i rischi dell’intelligenza arti ciale, legati all’accuratezza, alla qualità e alla privacy dei dati utilizzati. Una delle principali s de è rappresentata proprio dalla tutela dei dati personali dei clienti e dall’uso di algoritmi per la pro lazione dei clienti che possono portare a rischi di discriminazione. I sistemi di Ai utilizzati per analizzare grandi quantità di dati nanziari devono poi, sempre, essere protetti da minacce esterne, come hacker e violazioni della sicurezza.
In che modo l’AI cambia il rapporto tra private banker e cliente?
L’introduzione della tecnologia digitale nei servizi di gestione del patrimonio non sostituisce le relazioni personali tra private banker e cliente, ma le può migliorare accelerando i processi e utilizzando i dati dei clienti per prevedere con la massima precisione possibile ciò che sarà più vicino ai loro bisogni nel prossimo futuro.
Tutto ciò però a patto che il sistema si preoccupi di sviluppare l’educazione nanziaria dei clienti e la formazione specialistica dei banker.
L’Ai è in grado di aiutare ad aumentare la produttività, migliorare la qualità delle esperienze e delle relazioni con i clienti, permettendo a questi ultimi di ricevere un servizio
sempre più speci co e personalizzato. Un altro scenario possibile è che l’Ai applicata alla gestione dei patrimoni, aiuti l’industria del wealth management ad avvicinare i Millenials, la nuova generazione di nativi digitali per i quali la tecnologia è naturalmente alla base di qualsiasi attività. Ciò porterà ad una trasformazione dei modelli tradizionali di consulenza e di gestione dei patrimoni con ricadute positive anche sulle delicate dinamiche di passaggio generazionale. E per ricollegarci al tema Esg, non dimentichiamo che, come ci dicono anche le survey, per i Millenials il denaro non è l’unico fattore di successo, che sono attenti ai cambiamenti climatici, demogra ci e all’aumento del Digital sul posto di lavoro.
Possiamo concludere dicendo che vede più opportunità che rischi in questi due motori del cambiamento?
La visione di un mondo sostenibile e la tendenza ad investire in modo socialmente responsabile ha aperto la strada ad una trasformazione dei modelli tradizionali di wealth management che deve tuttavia continuare ad avere come sempre, quale elemento cardine, il rapporto umano tra cliente e banker. Il mio mantra non cambia: ritornare al passato per vincere le s de future.
Nasce Mediobanca Premier.
La preparazione dei nostri consulenti per la gestione del risparmio delle famiglie italiane.
Non è un paese per giovani
Sempre più cervelli lasciano l’Italia per stipendi migliori all’estero La decontribuzione è benvenuta, ma occorrerebbero misure strutturali
Tra il 2013 e il 2022 l’Italia ha salutato ben 352 mila giovani tra i 25 e i 34 anni, dei quali oltre un terzo in possesso di un titolo d’istruzione terziaria. Una vera e propria emorragia di talento, anche a fronte dei 45 mila rimpatri avvenuti nello stesso periodo.
Appeal da ritrovare
Il tema dell’attrattività del nostro Paese, in particolar modo per i neolaureati, è uno dei grandi nervi scoperti che, nonostante abbia già attirato a più riprese l’attenzione dei media, non ha ancora bene ciato di interventi decisivi.
A pesare ulteriormente su questo bilancio c’è anche la quota dei laureati in Italia che, nella stessa fascia 2534 anni, si attesta intorno al 29% (contro una media europea del 42%). Proviamo a inquadrare meglio il fenomeno.
Nonostante le nuove generazioni vengano spesso accostate a scale valoriali di erenti dalle precedenti (ad esempio tematiche sociali e ambientali, maggiore considerazione all’equilibrio vita-lavoro), i dati relativi all’industria del Private Banking ci dicono chiaramente che i giovani cercano, prima di tutto e giustamente, un compenso adeguato. Stando alla rilevazione Aipb-Bva Doxa, 2024, intitolata “Private Banking e Next Generation”, su un campione di 1.300 laureandi o neolaureati a livello nazionale (di cui 616 in economia), il 63% degli intervistati dichiara che il primo elemento valutato nella scelta di una professione è la retribuzione,
e la percentuale sale a 84 per ciò che concerne le professioni nanziarie.
Il nodo retribuzioni
Se gli obiettivi sono chiari, il vento sembra purtroppo avverso. Secondo il rapporto “Global attractiveness index” di e European House-Ambrosetti, la retribuzione netta media in Italia è pari a 24 mila euro, un terzo in meno della Germania e circa la metà dell’Olanda. Questo dato, già preoccupante, lo diventa ancora di più se letto in prospettiva.
I dati contenuti nel rapporto annuale Istat 2024 ne acclarano la ragione: dal 2013 al 2019 le retribuzioni lorde sono aumentate a un tasso medio annuo inferiore all’1%. Crescita praticamente annullata durante l’emergenza Covid (-4,3% nel 2020), poi recuperata nel 20212022 e, più moderatamente, nel 2023 (+2,5%). Complessivamente, tra il 2013 e il 2023, l’aumento è stato del 16%: poco più della metà di quello registrato nell’Ue.
E questi sono dati relativi alle retribuzioni nominali. Se si passa alle retribuzioni reali, l’Italia è l’unica, tra le grandi economie, ad aver registrato nel 2023 un livello medio retributivo inferiore al 2013: il potere di acquisto delle retribuzioni lorde è cresciuto nella media Ue del 3%, mentre nel nostro Paese è diminuito del 4,5%.
Una delle concause è l’aumento signi cativo dell’in azione, ma non è una prerogativa nazionale, anzi, si è registrata in moltissimi mercati. Eppure, l’Italia ha il poco invidiabile primato di avere la dinamica delle
retribuzioni peggiore in termini reali (-6,4% rispetto al 2021) tra le grandi economie.
Chi resta e chi va Questa tendenza ha già causato contraccolpi signi cativi sul mercato del lavoro italiano. Secondo le ultime rilevazioni Istat e AlmaLaurea, sono 132 mila i laureati che hanno lasciato la Penisola negli ultimi dieci anni. I laureati di secondo livello all’estero percepiscono, a un anno dal conseguimento del titolo, 2.174 euro mensili netti, +56% rispetto ai 1.393 euro di chi rimane. E quelli che si apprestano a iniziare una carriera sembrano allo stesso modo motivati a inseguire le prospettive di guadagno e indipendenza al di là dei con ni. Ritornando sui dati Aipb-Bva Doxa, infatti, il 69% degli studenti a erma di essere pronto a svolgere un’esperienza all’estero, o di valutarla o di starla già svolgendo. Un’ottima notizia, se non fosse che quasi un terzo (il 27%) di laureandi e neolaureati non prevede di rientrare in Italia, più di quelli che ritengono di restare all’estero solo per un periodo breve (24%). La metà circa (49%) prevede, poi, di rientrare soltanto dopo aver fatto carriera “per un periodo signi cativo”, con tutte le incognite e incertezze di un e ettivo rientro, quando si è trascorso in un altro Stato abbastanza tempo per costruirsi una famiglia e degli a etti. Dati confermati da altri autorevoli studi come i rapporti annuali dell’osservatorio politiche
Laureandi/Neo-laureati (nazionale)
Base Totale N: 1.297
Retribuzione adeguata (stipendi e benefit)
Possibilità di lavorare in smart working
Possibilità di lavorare in team
Investimenti sulla formazione dei dipendenti
Opportunità di esperienze internazionali
Lavoro stimolante
Giusto equilibrio vita-lavoro
Allineamento ai miei valori sociali e ambientali
giovanili della Fondazione Bruno Visentini che evidenziano come un numero consistente (circa un quarto) degli studenti delle scuole superiori italiane ambisca a lasciare il Paese per assicurarsi un lavoro soddisfacente (20%), l’autonomia nanziaria (15%), il benessere del proprio nucleo familiare (12%), migliori prospettive di carriera (11%).
La leva scale
Nel quadro così delineato, acquistano particolare rilevanza gli interventi volti all’incremento del reddito pro capite. Una leva su cui si potrebbe intervenire è quella scale: secondo le stime del rapporto Taxing Wages dell’Ocse, nel 2023 in Italia il cuneo scale era pari al 45,1%. Una parte molto consistente della retribuzione viene quindi erosa dalla tassazione, collocando il nostro paese al quinto posto per livello di incidenza sulle retribuzioni tra i 38 Stati membri. Si tratta di un ostacolo oggettivo alla valorizzazione dei talenti e alla commisurazione delle retribuzioni all’e ettivo contributo delle persone. Una vera zavorra per lavoratori e imprese di tutti i settori, soprattutto
per le più piccole. Anche gli strumenti che abbiamo già a disposizione si rivelano, spesso, ine caci. Prendiamo ad esempio il contratto di apprendistato, eccellente sulla carta, ma che nella realtà si scontra con l’età media di ingresso nel mondo lavoro degli italiani, ben al di sopra della media europea.
Autorevoli esponenti del governo hanno più volte ribadito che le misure di riduzione del cuneo scale dovrebbero essere prorogate anche il prossimo anno. Annuncio che va accolto con favore solo no a un certo punto: il tema è talmente importante e urgente che richiederebbe misure strutturali e non provvisorie, sostenute alla base da un cambiamento culturale profondo. Solo così l’Italia sarà in grado di garantire ai suoi giovani un futuro economicamente e professionalmente soddisfacente e, forse, di risanare un saldo migratorio che solo nel 2022 contava una perdita di 12 mila risorse quali cate.
Segretario generale Aipb (Associazione Italiana Private Banking)
Forte dell’esperienza maturata in 30 cicli di mercato,* PGIM crede nel proprio approccio attivo e nella rigorosa gestione del rischio per aiutare i clienti a perseguire rendimenti di lungo termine.
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VENTURE CAPITAL MADE IN ITALY
Ha preso corpo Italian Founders Fund (I ), il primo fondo di venture capital italiano nato da founder per i founder. I è sostenuto da numerosi imprenditori italiani di diverse generazioni, esperienze e competenze, uniti nella visione di investire e nanziare il talento e l’impegno di una nuova generazione di eccellenze.
L’iniziativa è nata all’interno di Koinos Capital SGR il cui progetto, no ad oggi focalizzato sul private equity.
Vergani ra orza
Indosuez WM
Indosuez Wealth Management in Italia, la divisione wealth management del gruppo Crédit Agricole, ha annunciato l’ingresso di Enrico Vergani (in foto) nel ruolo di senior wealth manager e responsabile area Nord Ovest per il mercato italiano.
Vergani seguirà direttamente lo sviluppo commerciale di quest’area, con un particolare focus sul segmento grandi patrimoni, ra orzando ulteriormente la rete di professionisti guidata dal direttore generale di Indosuez Wealth Management in Italia Bonaventura Canino.
Vergani ha oltre 25 anni di esperienza nella consulenza a investitori nazionali ed esteri su asset liquidi e illiquidi. Ha iniziato il percorso professionale a Londra in Banca Imi, per poi passare a Milano, in carico prima a Ubs e poi a Merrill Lynch. Nel 2014 è entrato in Mediobanca (già Banca Esperia) nella divisione che cura gli interessi della clientela privata.
NUOVE CARICHE PER HEDGE INVEST SGR
Il Cda di Hedge
Invest Sgr ha nominato amministratori delegati
Elisabetta
Manuli (in foto) (già vicepresidente) e Francesco Rovati, che aveva ricoperto il ruolo insieme alla Manuli no al 2018. Alessandra Manuli assumerà un ruolo più operativo nella holding del gruppo, AM Holding, società della quale è vice presidente. Il maggiore impegno nella holding, in vista di un prossimo passaggio generazionale, nasce anche dal desiderio di accelerare lo sviluppo delle attività a seguito dell’operazione di disinvestimento immobiliare completata a marzo 2024.
BAGLIONI IN BANCA GENERALI
Colpo per Banca
Generali, che ha reclutato Michele Ongini Baglioni (in foto), banker forte di una carriera più che trentennale nel settore nanziario. Baglioni è entrato nella banca del Leone dopo un’esperienza al Banco Desio.
Ciclone Psd2
La direttiva comunitaria impatta pesantemente sul sistema nanziario
La spinta normativa alla collaborazione può creare valore condiviso
Il processo di trasformazione era già iniziato quando il contesto pandemico ha cambiato la vita delle persone, impattando in maniera decisiva anche sul settore bancario, in particolare sulle infrastrutture tecnologiche e sull’esigenza di reinventarsi. Il percorso di cambiamento è stato poi accelerato dall’adozione della direttiva europea Psd2 (Payment Service Directive), che ride nisce l’interazione tra le banche e le Tpp di vari settori attraverso le Api (application programming interface), agevolando l’innovazione nei servizi e una customer experience semplice,
intuitiva e immediata su un’unica piattaforma aperta centralizzata.
Si è fatto di necessità, virtù Il cliente, non potendo più recarsi presso gli sportelli ha costretto il sistema bancario-assicurativo ad a rontare un primo grande esperimento di tenuta in termini di business continuity, dovendo garantire i servizi unicamente o quasi attraverso strumenti digitali.
Nel contempo, social network e big tech, avendo reso la customer experience intuitiva e rapida, stanno invece costringendo il sistema ad
adeguarsi alle esigenze del nuovo consumatore, che chiede alti livelli di sicurezza ma allo stesso tempo un’interazione in tempo reale.
Un mondo diverso che sta imparando ad avere a che fare con nuovi modelli di business che pongono tutte le banche di fronte a nuove di coltà da superare ma, per chi è in grado di provare a coglierle, anche a un insieme straordinario di opportunità.
Frase premonitrice
“Banking is necessary, banks are not” Bill Gates lo disse nel 1994 e la prospettiva si sta avverando.
Ora più che mai, le banche incumbent devono adattarsi ed evolversi per a rontare le s de che le attendono mentre le banche challenger e le nuove società ntech esplorano e sperimentano innovazioni e nuove tecnologie per costruire o creare il sistema bancario del futuro. L’impulso preponderante all’open banking e, quindi, alla collaborazione tra banche e terze parti Tpp (third party providers) è arrivato prima dalla Direttiva Europea Psd e poi, soprattutto, dalla Psd2. Ma quello di cui dobbiamo essere tutti consapevoli è che si tratta di una collaborazione che deve andare oltre all’obbligo normativo
per diventare una scelta strategica in grado ampliare la sfera dei servizi per tutti i soggetti coinvolti in ottica di cross selling e up-selling.
Ride nita la relazione con le Tpp
L’importante sarà, come ricordiamo sempre, essere “customer centric”, ovvero in grado di o rire tale servizio alla clientela. Che sia il mondo delle banche, il mondo ntech o l’avvento di colossi digitali come le big tech, la logica strategica sarà quella di valorizzare vantaggi competitivi come capitale, clienti, capacità di spesa, big data. Le banche, per non perdere la leadership di mercato e per non incorrere nel rischio di ritrovarsi
senza clientela o, peggio, con una clientela insoddisfatta, saranno obbligate ad innovare e ad aprire le loro infrastrutture ai nuovi soggetti, prendendo esempio dai colossi digitali.
Il ruolo dell’open banking
L’open banking sta, infatti, trasformando profondamente le banche tradizionali perché la capacità di servire direttamente i clienti e dare loro un valore aggiunto non sarà più una loro prerogativa, ma sarà condivisa con le società del ntech e con molti altri player, soprattutto del settore delle telecomunicazioni.
Stop al registro
Il Consiglio di Stato ha sospeso lo strumento per classi care i titolari e ettivi
Per dirimere le controversie emerse, i giudici si ripronunceranno a settembre
Con ben cinque ordinanze del 17 maggio scorso, il Consiglio di Stato ha sospeso il funzionamento del registro dei titolari e ettivi.
Se ne riparlerà, dunque, a settembre, quando i giudici amministrativi di massimo grado dovranno pronunciarsi sul merito delle questioni e dirimere –auspicabilmente in via de nitiva – la querelle che ha interessato le aule di giustizia negli ultimi mesi.
Una questione articolata
Per capire come si è arrivati a tali decisioni, occorre riavvolgere il nastro degli eventi.
Il registro dei titolari e ettivi è una novità introdotta nel panorama normativo europeo della IV direttiva antiriciclaggio, quale strumento a supporto degli adempimenti di adeguata veri ca. Si tratta, in buona sostanza, di un registro centrale che ogni Stato membro è tenuto ad istituire e che dovrà contenere le informazioni sulla titolarità e ettiva di ogni soggetto giuridico a bene cio dei soggetti obbligati.
Il registro deve essere alimentato direttamente dai soggetti giuridici,
Contro la normativa settoriale sono stati infatti proposti diversi ricorsi al Tar da alcune società duciarie e relative associazioni di categoria. L’assunto su cui fanno perno i ricorrenti, è il principio secondo cui la disciplina comunitaria non prevede un obbligo assoluto di disclosure dei fenomeni duciari
i quali sono suddivisi in due sottosezioni, anche per quanto riguarda i requisiti normativi di accesso: le società e altre entità giuridiche da una parte e i trust e istituti a ni dall’altra.
Quadro comunitario e nazionale
Il legislatore italiano ha recepito la novità e modi cato di conseguenza il decreto antiriciclaggio alla luce delle indicazioni contenute dapprima nella IV e poi nella V direttiva Aml. Nello speci co, il decreto ha dettato le norme generali, mentre per quelle di dettaglio il legislatore ha rinviato alla normativa secondaria. Il percorso attuativo di secondo
livello è iniziato col decreto MEF 55/2022, il cui iter di emanazione è stato particolarmente travagliato, per arrivare, da ultimo, a quello del 29 settembre 2023 del Mimit, che ha attestato nalmente l’operatività del sistema.
È a partire dalla data di pubblicazione in Gazzetta U ciale di quest’ultimo provvedimento che è decorso – per imprese, trust e istituti giuridici a ni – il termine di sessanta giorni per inviare alla Camera di commercio la comunicazione circa il titolare e ettivo, pena l’applicazione di una sanzione pecuniaria. Il termine sarebbe dunque scaduto l’11 dicembre 2023 ma, nel
frattempo, si è innescata la battaglia legale tuttora in corso.
La disciplina del trust
Contro la già citata normativa settoriale sono stati infatti proposti diversi ricorsi al Tar da alcune società duciarie e relative associazioni di categoria. L’assunto su cui fanno (tra l’altro) perno i ricorrenti, che hanno domandato altresì il rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia Ue, è il principio secondo cui la disciplina comunitaria non prevede un obbligo assoluto di disclosure dei fenomeni duciari né quello di applicare la disciplina integrale sulla trasparenza prevista per i trust, ma, al contrario, quello di procedere ad una valutazione caso per caso secondo il principio di proporzionalità che, nel caso speci co, si assume violato. Il primo verdetto, di natura cautelare e reso a ridosso della scadenza del termine, è stato favorevole ai ricorrenti: con ordinanza del 7 dicembre 2023 il Tar ha sospeso l’e cacia del decreto del Mimit.
La vittoria, però, è stata solo temporanea, perché il 9 aprile scorso, nonostante le speranze alimentate dall’esito della fase inibitoria, il Tar del Lazio ha respinto tutti i ricorsi, ritenendo infondate le questioni sollevate.
Al via il nuovo regime
Il Mimit ha subito dopo comunicato alle Camere di Commercio la piena operatività del nuovo regime, con conseguente scadenza del relativo termine, ricalcolato dopo la lunga sospensiva, all’11 aprile.
Le società soccombenti però non hanno desistito e hanno impugnato. Si arriva così al secondo stop della Sesta Sezione del Consiglio di Stato, secondo cui le questioni oggetto del giudizio presentano pro li di complessità tali da richiedere approfondimenti di merito incompatibili con la sommarietà propria della fase cautelare e non ha escluso neppure un potenziale contrasto tra la normativa
antiriciclaggio e le disposizioni europee in tema di riservatezza. La sospensione durerà almeno no al 19 settembre, allorquando la Corte dovrà entrare nel merito della questione; no a quella data, gli adempimenti restano congelati.
È di cile fare previsioni
Fare previsioni circa l’esito dei giudizi appare un azzardo, anche perché nelle ordinanze di sospensione il Consiglio di Stato non ha escluso neppure l’intervento della Corte di Giustizia dell’Unione europea (che, peraltro, proprio due anni fa, aveva censurato l’accesso indiscriminato del pubblico al registro delle società e delle altre entità giuridiche) mentre, nel frattempo, da più parti si invoca quello governativo.
Di cile capire dunque quale sarà il punto di caduta tra obblighi di trasparenza e diritto alla riservatezza.
Senior associate di Advant Nctm
Capitali alle imprese
Vam Investments Group organizza club deal per investire nell’economia reale
Piana (ad): “I tassi alti pesano, ma lo scenario per il pe è in miglioramento”
DI LUIGI DELL’OLIO
Investire i patrimoni delle famiglie facoltose nel capitale delle aziende, consentendo così agli investitori di diversi care e puntare a rendimenti elevati e alle imprese di ra orzare la dotazione di capitale per crescere. È la strategia seguita da Vam Investments Group, che ha n qui investito circa 400 milioni di euro in Italia tramite club deal. Ne abbiamo parlato con l’amministratore delegato Marco Piana
Iniziamo dal pro lo della società. Quali sono i numeri principali?
Vam Investments Group è una società di private equity specializzata in operazioni di buyout e il cui target sono realtà imprenditoriali italiane di media dimensione che sono eccellenze nei rispettivi mercati di riferimento.
Abbiamo investito già 400 milioni di euro negli scorsi 5 anni e distribuito 290 milioni di euro ai nostri investitori.
Collaboriamo con un network di 40 importanti family o ce italiani ma anche con un numero crescente di investitori istituzionali internazionali in una logica deal by deal attraverso il nostro Vam Investments Club,
una struttura che unisce essibilità e accesso a un ventaglio di opportunità che permette la diversi cazione. I partner di Vam sono i principali promotori e investitori in ogni operazione, con un impegno personale attualmente superiore al 10% del capitale investito. Siamo cresciuti molto in questi anni e oggi il nostro team è composto da 17 professionisti, supportati da tre esperti operating partners: Beatrice Ballini, con 30 anni di esperienza nel lusso e consumer goods, Umberto Macchi, ex ceo di Tod’s, e Carlo di Biagio, ex ceo di Ducati e Cavalli. Questi partner apportano esperienza e supporto strategico, fondamentale nelle nostre scelte di investimento. Oggi Vam Investments ha partecipazioni, tra le altre, in Gruppo Florence, Demenego, Slam, Sicurezza&Ambiente e Supermoney.
Cosa la contraddistingue?
Innanzitutto, siamo tra i pionieri in Italia di un modello di business speci co che è quello del club deal, un’alternativa al tipico investimento tramite fondi, che ora sta cominciando a prendere piede, basti pensare che l’anno
scorso le operazioni di club deal sono raddoppiate rispetto al 2022 (secondo il database di BeBeez Private Data). Il nostro vantaggio è anche quello di poter combinare la mia expertise nel dealmaking in private equity e quella del presidente Francesco Trapani nell’imprenditorialità hands-on e nella gestione di family business. Questo connubio ci rende un interlocutore particolarmente sensibile alle dinamiche tipiche delle aziende familiari, e ben equipaggiati per supportarne l’evoluzione e accompagnarle nella loro crescita. Il nostro team è strutturato e incentivato in modo simile ai fondi di cultura anglosassone, il che garantisce un allineamento di interessi e un forte coinvolgimento a tutti i livelli.
Siamo anche stati apripista nella costruzione, strutturazione ed esecuzione di ‘platform deals’, come dimostrato dal successo di Gruppo Florence che in poco meno di 4 anni ha aggregato 37 piccole eccellenze artigianali del settore lusso. Ora è un ‘case study’ e un modello da replicare in altre Industry. Sicuramente il nostro modello di
Il nostro modello deal-by-deal o re essibilità in termini di settore e strategia e la possibilità di adattare la dimensione delle operazioni, oltre a permettere acquisizioni successive nel medesimo settore merceologico
private equity deal-by-deal o re anche essibilità in termini di settore e strategia, tempi di investimento più brevi, e la possibilità di adattare la dimensione degli investimenti, che variano da 20 a 180 milioni di euro. E, come detto, si presta particolarmente bene alle operazionipiattaforma, permettendo investimenti successivi, come nel caso di Gruppo Florence - che sarebbero impossibili in un fondo chiuso tradizionale - in cui abbiamo potuto iniettare capitale nel tempo pari a quattro volte l’investimento iniziale. Come scegliete le aziende sulle quali investire?
Selezioniamo le aziende con un Ebitda di almeno 7 milioni di euro, che possano bene ciare del nostro
400 milioni di euro
La somma investita in cinque anni in Italia
40
I family office sono i quali sono in corso collaborazioni
20-180
Il range degli investimenti in milioni di euro
Un brevissimo profilo dei top manager
Marco Piana: ceo e fondatore di VAM Investments, ha un background da ingegnere. Ha iniziato in McKinsey e vanta oltre 20 anni di esperienza nel private equity, sia con operatori nazionali (Investitori Associati) che internazionali (3i), ed un palmarès di numerose exit di successo.
Francesco Trapani (nella foto in basso): imprenditore con un eccezionale track record. Ha iniziato a gestire Bulgari a 27 anni, guidando l’azienda attraverso l’IPO e poi la vendita a LVMH, facendola crescere in modo esponenziale passando da 25 ad oltre 1500 milioni di fatturato, e lanciando nuove linee di business come orologi, profumi, accessory ed hospitality. Successivamente, ha ricoperto ruoli di rilievo in Lvmh (chairman e ceo della divisione Watches and Jewelry), Tiffany (board member ed azionista) e Clessidra, prima di unirsi a Vam Investments come executive chairman.
approccio e del valore che possiamo apportare. Guardiamo anche ad opportunità fuori dall’Italia, in particolare nell’ Europa continentale, soprattutto in quei settori dove c’è una forte expertise dei nostri partner. Anche grazie al successo di Gruppo Florence, siamo interlocutori privilegiati di management team che abbiano progetti di aggregazione e consolidamento nei rispettivi settori di riferimento. Continuiamo tuttavia ad esplorare operazioni standalone, dove possiamo sfruttare l’expertise dei nostri partner e aggiungere valore signi cativo nei settori del lusso e dei beni di consumo.
Ci sono dei settori che privilegiate?
A parte il settore luxury, sicuramente ci piace il beauty che è cresciuto tantissimo, il lifestyle e quindi tutto il mondo che ruota intorno alla cura della persona, il design, l’education B2B e, in ne, tutto ciò che è relativo alla transizione energetica. Ci stiamo guardando intorno.
Avete da poco nominato un business developer director, che obiettivi avete nel medio periodo?
Si, siamo felici che si sia unito a noi Giacomo Romano che ha una
grande esperienza nel settore del private equity, del venture capital e del fundraising avendo collaborato sia con aziende che con clienti istituzionali e HNWI. Giacomo avrà il compito di identi care nuove opportunità di business, consolidare e sviluppare il network di Vam Investments e sostenere la crescita della società.
Come va il private equity nell’era dei tassi alti?
Sicuramente ci troviamo in un contesto di cile. L’aumento del costo del debito ha creato un gap tra domanda e o erta: chi compra non è più disposto a pagare i multipli elevati di qualche anno fa, e chi vende non ha ancora ribilanciato le proprie aspettative.
Questo ha allungato i tempi di chiusura delle operazioni. Tuttavia, lo scenario sta migliorando e il gap sta iniziando a ridursi.
Con la futura diminuzione dei tassi, ci aspettiamo una progressiva normalizzazione del mercato e un riallineamento tra domanda e o erta. Noi abbiamo coltivato una pipeline di operazioni e progetti sviluppati internamente e contiamo di chiudere almeno un’operazione entro l’anno.
Arte e vino
L’abbinata tra i due mondi consente di godere di un’originale esperienza sensoriale Ogni anno Ornellaia sostiene il Guggenheim’s e il programma Mind’s Eye
Anche quest’anno Vendemmia d’Artista si è conclusa con un’importante donazione alla Fondazione Solomon R. Guggenheim. Ornellaia, con il supporto dell’asta di bene cenza organizzata da Sotheby’s, ha donato 325.000 dollari per nanziare il programma “Mind’s Eye”, volto a permettere l’accesso all’arte a non vedenti o ipovedenti. Protagoniste, in 12 lotti esclusivi, le bottiglie della 16° edizione di Vendemmia d’Artista, rese ancora più preziose dalle etichette create da Marinella Senatore, chiamata a interpretare il carattere “La Generosità”. Il presidente Lamberto Frescobaldi: “Ci tengo a ringraziare Sotheby’s, che da anni è partner di questo progetto, Marinella Senatore e ovviamente tutti i collezionisti che nel mondo hanno partecipato all’asta. Siamo orgogliosi di supportare Mind’s Eye e di vedere crescere anno dopo anno questo programma, che coinvolge sempre più persone. ”
L’opera di Senatore “La Generosità” è il carattere di Ornellaia 2021 ed è un tema in sintonia con l’arte di Marinella
Senatore, artista italiana che lavora in tutto il mondo raccontando le dinamiche e la poetica delle comunità. Nelle opere dedicate a Ornellaia 2021 “La Generosità”, Senatore ha usato i suoi codici artistici e ha tradotto il carattere del
vino in un linguaggio universale. I collage e le “luminarie” tipiche della sua pratica artistica si ritrovano nelle etichette che vestono la bottiglia da 0,75, le 100 Doppia Magnum e le 10 Imperiali e nella scultura dedicata all’unica Salmanazar. Sulla 9 litri
Ornellaia 2021
La Generosità Vendemmia d’Artista, grandi formati
ART
l’artista ha infatti installato una delle sue famose luminarie, realizzata con un innovativo neon freddo (per non avere alcun scambio termico con il vino) senza mercurio, per rispettare l’ambiente.
Vendemmia d’Artista
Ogni anno, a partire dall’uscita di Ornellaia 2006, un artista contemporaneo viene invitato a creare un’opera d’arte “site speci c” e una serie di etichette in edizione limitata, traendo ispirazione da una parola scelta dal direttore che descrive il carattere della nuova annata. Il progetto prevede che in ogni cassa di Ornellaia, una delle 6 bottiglie (da 750 ml) abbia un’etichetta creata dall’artista. Include inoltre un’edizione limitata di 111 bottiglie di grande formato (100 Double Magnum, 10 Imperial e 1 Salmanazar) numerate e rmate personalmente dall’artista. Ogni anno una selezione di queste bottiglie, viene battuta all’asta da Sotheby’s e il ricavato devoluto al sostegno del programma Mind’s Eye della Fondazione Solomon R. Guggenheim. Oggi Vendemmia d’Artista, giunta alle 16° edizione, è un progetto riconosciuto a livello internazionale per il suo valore culturale e trasversale.
Il programma Il programma Mind’s Eye, creato e sviluppato dal Guggenheim’s Education Department, o re un approccio sensoriale all’arte per i visitatori non vedenti o ipovedenti.
Uno dei famosi collage di Marinella Senatore. Forms of Protest by Oppressed Minorities Re-Emerge from the Past, 2019. Courtesy Galleria Mazzoleni.
Come per l’arte, l’apprezzamento dei vini pregiati richiede l’impegno di tutti i sensi e la condivisione di questa idea ha ispirato Ornellaia a sostenere lo sviluppo di questo programma. Le donazioni raccolte attraverso “Ornellaia Vendemmia d’Artista”
consentono alla Fondazione Solomon R. Guggenheim di sviluppare ulteriormente Mind’s Eye, con l’obiettivo di estendere il modello ad altre gallerie d’arte e ispirare la programmazione museale in tutto il mondo.
Guida l’IA
I listini azionari crescono trainati dai titoli tech e, soprattutto, dai semiconduttori I segnali tecnici e fondamentali aiutano per la gestione attiva delle posizioni
DI ROBERTO FALZONI E ALESSANDRO TAGLIETTI
Da inizio anno i rendimenti del mercato azionario sono stati trainati dai grandi titoli tecnologici, come Microsoft, Amazon, Alphabet, Meta e in particolare Nvidia, leader dei microchip di alta gamma. L’attenzione è rimasta ssa su un unico tema trainante, l’intelligenza arti ciale, e sulle aziende che ne sono protagoniste, portando a una forte concentrazione dell’indice S&P 500 (oltre il 20% per capitalizzazione) su questa ristretta cerchia di titoli. Un’accelerazione o una decelerazione del business per queste società avrà un e etto domino sull’intero mercato, dato che ne rappresentano una fetta molto importante. In particolare è utile focalizzarsi sul settore dei microchip, che è al centro del mirino degli investitori e tende ad anticipare i movimenti
nel tech; si tratta di un settore con un andamento fortemente ciclico: storicamente ha sperimentato forti correzioni; pensiamo solo al 2022, quando dopo un eccessivo accumulo di inventari, gli ordini scesero fortemente, con forti ribassi nei titoli, come Nvidia, che perse il 70% dai massimi di ne 2021.
La direzione dell’innovazione
Il grande entusiasmo per l’intelligenza arti ciale, al momento, si è concretizzato soprattutto sul fronte delle infrastrutture: prevedendo una forte domanda legata all’utilizzo di modelli di linguaggio naturale come ChatGpt, i provider di servizi cloud (il cui business consiste nell’a tto di capacità computazionale alle aziende), pensiamo ad Amazon e Microsoft, hanno costruito nuovi
centri dati, acquistando grandi quantità di microchip, soprattutto da Nvidia. Rimane, tuttavia, notevole incertezza riguardo all’e ettiva implementazione dell’intelligenza arti ciale all’interno dell’economia e al livello di spesa che le aziende utilizzatrici saranno pronte a sostenere: se l’entusiasmo si tradurrà in reale adozione della tecnologia, i mercati e in particolare il settore dei microchip saranno rilanciati ulteriormente al rialzo, se invece andremo incontro a una decelerazione, gli investimenti in server risulteranno sovradimensionati, con una forte riduzione della domanda, portando i titoli con le valutazioni più elevate a sperimentare forti ribassi. Per questo motivo, è fondamentale individuare i tasselli chiave dell’ecosistema
dell’intelligenza arti ciale: le tendenze nel fatturato e negli investimenti delle società più strategiche saranno un indicatore chiave per determinare la direzione del mercato. La catena del valore parte dalle società che fabbricano i macchinari per la produzione di microchip, in
particolare l’olandese ASML, per procedere alle cosiddette “foundry”, ovvero le industrie che producono microchip all’ingrosso per conto di società terze; pensiamo alla nota Taiwan Semiconductor; si passa dunque alle società specializzate in schede di memoria RAM,
come Samsung, e SK Hynix, entrambe coreane, e ai leader della fabbricazione di microchip destinati a centri dati: AMD, Intel e soprattutto Nvidia. Si giunge in ne ai provider di servizi cloud, in particolare Microsoft e Amazon, e agli operatori di centri dati attivi nell’universo digitale, come Meta. Dalle nostre analisi, le società chiave da monitorare con particolare attenzione sono ASML, Taiwan Semiconductor, Nvidia e Microsoft: esse, per quanto riguarda l’intelligenza arti ciale, sono leader nel proprio segmento di mercato e sono inoltre particolarmente interconnesse tra loro (pensiamo che Microsoft ha concentrato il 45% dei propri investimenti in microchip di Nvidia, la quale ha speso il 36% dei propri costi su un unico fornitore, Taiwan Semiconductor).
Strategia
Per gestire il rischio senza rinunciare al rialzo, il team di Denarius si basa su una combinazione di segnali “semaforo” capaci di anticipare una inversione nella tendenza rialzista: consideriamo sia i trend fondamentali per le società chiave nella catena del valore, per esempio nella domanda di microchip, sia indicatori basati sull’analisi tecnica dei titoli, che possono confermare o addirittura anticipare la correzione. Quando i nostri segnali indicano uno scenario correttivo, potremo e ettuare coperture mediante derivati, come le opzioni, oppure prenderemo i pro tti per riaprire la posizione in seguito.
Passaggio di testimone
La riforma scale introduce novità sulle imposte di successione Si va verso il superamento dell’interpretazione giurisprudenziale restrittiva
La piani cazione del passaggio generazionale rappresenta un tema di primaria importanza per il nostro paese, contraddistinto dalla signi cativa presenza di imprese o gruppi di imprese facenti capo a una famiglia o a singole persone siche.
Tra gli strumenti adottati dalla legislazione scale per favorire e incentivare il passaggio generazionale delle imprese spicca la disposizione dell’art. 3, comma 4-ter, del Testo Unico sull’Imposta sulle Successioni e Donazioni, la quale prevede l’esenzione dal pagamento dell’imposta per i trasferimenti di “aziende o rami di esse, di quote sociali e di azioni” a favore del coniuge o dei discendenti, al ne di agevolare e rendere meno gravoso possibile sul piano scale il passaggio di proprietà in ambito familiare.
La normativa attuale Accanto ai limiti di natura soggettiva, la versione attuale della norma (prossima a subire importanti modi che per e etto degli interventi attuativi della riforma scale in corso di approvazione) presenta
anche un perimetro di applicazione oggettivo speci co che richiede la presenza di alcune condizioni di riferimento.
In particolare, si potrebbe a ermare che la norma ritenga meritevole di tutela il passaggio generazionale di un’azienda o di partecipazioni, a seconda che:
-in relazione al trasferimento di un’azienda, i discendenti si impegnino a condurre l’esercizio dell’attività di impresa o ne detengano il controllo per un periodo non inferiore a cinque anni;
-con riferimento al trasferimento di quote sociali e azioni di società di capitali, si tratti di partecipazioni mediante le quali è acquisito o integrato il controllo ai sensi dell’art. 2359, primo comma, n. 1), c.c., e il controllo “integrato” o “acquisito” venga mantenuto per un periodo non inferiore a cinque anni. Nonostante alcune precedenti prese di posizione da parte dell’Amministrazione nanziaria, un acceso dibattito circa l’interpretazione della norma in esame è sorto solo a seguito
dell’esame condotto dalla Corte di Cassazione, che con la sentenza n. 6082 del 28 febbraio 2023 ha sconfessato la ricostruzione aderente al dato testuale della norma, ritenendo, in relazione ai trasferimenti di partecipazioni, che il trattamento agevolato spettasse solo a condizione che la società le cui quote sono trasferite eserciti e ettivamente attività di impresa. Il ragionamento promosso dalla Corte si fonda sull’analisi nalistica della norma, la quale sarebbe stata introdotta allo scopo di agevolare – da un punto di vista scale – i trasferimenti di azienda e non quelli relativi a singole quote di gestione di una società immobiliare, in quanto l’esenzione mirerebbe a tutelare esclusivamente la prosecuzione dell’attività commerciale, evitando che, nel momento del “passaggio generazionale”, il carico scale possa mettere a rischio la capacità della struttura di sopravvivere sul mercato.
Conta l’attività
In de nitiva, il principio desumibile dalla (prima e unica) sentenza della Suprema Corte sull’ambito
di applicazione dell’esenzione è, quindi, quello che l’esenzione si applichi laddove le partecipazioni trasferite a eriscano a una società che svolge un’e ettiva e operativa attività economico-aziendale, non applicandosi, invece, per i trasferimenti di partecipazioni in società non operative e
caratterizzate da una gestione statica, come nel caso delle holding. Il principio è stato recentemente fatto proprio anche dalla Corte di Giustizia Tributaria di II grado del Piemonte (sentenza n. 445/2/2023), che ha disconosciuto l’applicazione dell’esenzione nell’ambito di un
passaggio di quote di una società semplice, sostenendo che detta società non risultava esercitare più alcuna attività (come emerso da alcuni elementi fattuali).
Orientamento giurisprudenziale
Se questa è la chiave di lettura o erta dalla giurisprudenza,
Il ragionamento promosso dalla Corte si fonda sull’analisi nalistica della norma, la quale sarebbe stata introdotta allo scopo
di agevolare i trasferimenti di azienda e non quelli relativi a singole quote di gestione di una società immobiliare
guardando agli accennati precedenti dell’Amministrazione nanziaria vale la pena osservare che, dopo una prima presa di posizione a favore di un’interpretazione in linea con il dato letterale della norma, anch’essa è sembrata orientarsi verso l’interpretazione della Cassazione, giungendo a sostenere che l’agevolazione non spetti se, nel caso di trasferimento di quote, manchi una struttura e ettiva e operativa e, quindi, laddove siano trasferite, ad esempio, quote di holding di partecipazioni, che fungerebbero da cassaforte di famiglia e non costituirebbero un patrimonio produttivo da tutelare.
L’interpretazione giurisprudenziale ha generato un dibattito sulla sua eventuale legittimità, a fronte di una disposizione che (come peraltro indirettamente ammesso anche dalla Corte Costituzionale su un altro pro lo della stessa norma) presenta un dato normativo chiaro.
Facendo applicazione dei principi che regolano l’interpretazione delle leggi, si potrebbe sostenere che, se è vero che il ricorso al criterio
di interpretazione che fa leva sulla ratio della norma debba essere preso in considerazione unitamente al criterio letterale, è tutt’altro che ovvio che il primo debba prevalere se il testo della norma sia su cientemente chiaro da non generare alcun dubbio circa la sua formulazione.
No alle letture restrittive
In altri termini, pur potendo discutere se l’ambito di applicazione della norma così come ora formulata possa essere eccessivamente esteso, non è ragionevole pensare di restringerlo, andando oltre il dettato normativo, ledendo la posizione dei contribuenti che hanno legittimamente fatto a damento su un chiaro dettato normativo, trovandosi eventualmente a dover contrastare interpretazioni di ormi da parte degli U ci o dei Giudici. A ben vedere, i dubbi sul punto potrebbero presto essere superati, in senso favorevole al contribuente, dalla bozza della nuova formulazione dell’art. 3, comma 4-ter, del Testo Unico, che dovrebbe entrare
in vigore con l’approvazione de nitiva del decreto delegato di riforma della disciplina dell’imposta di successione e donazione. La disposizione, come modi cata, dovrebbe infatti prevedere espressamente presupposti per l’applicazione dell’esenzione diversi a seconda che il trasferimento riguardi un’azienda ovvero partecipazioni sociali. Solo con riferimento al primo caso, la nuova norma, in continuità con l’attuale testo, richiederebbe la prosecuzione per almeno 5 anni dell’esercizio dell’attività di impresa, sottintendendo, quindi, che oggetto del trasferimento sia un’entità che svolge attività di impresa; mentre, per il trasferimento di partecipazioni, la nuova disposizione richiederebbe, distinguendo chiaramente tale casistica da quella precedente, la sola e ettiva detenzione delle stesse (ovvero il mantenimento del controllo) per un periodo di almeno 5 anni. Se il testo de nitivo non subirà variazioni, l’interpretazione proposta dalla giurisprudenza potrebbe quindi dirsi superata, a bene cio della certezza del diritto e del legittimo a damento dei contribuenti, che potranno quindi piani care con maggiore sicurezza il passaggio generazionale.
*Managing partner di Foglia&Partners
CASH COLLECT
Premi mensili potenziali con Effetto Memoria no all’1,801% (21,60% p.a.)
Barriera Premio e livello Airbag a scadenza no al 50%
CARATTERISTICHE PRINCIPALI:
Emittente: BNP Paribas Issuance B.V.
Garante: BNP Paribas (S&P’s A+ / Moody’s Aa3 / Fitch AA-)
Premi mensili potenziali con Effetto Memoria compresi tra lo 0,65% (7,80% p.a.) e l'1,80% (21,60% p.a.) dell'Importo Nozionale
Barriera Premio e livello Airbag a scadenza no al 50% del valore iniziale dei sottostanti
Possibilità di Scadenza Anticipata a partire dal 6° mese
Scadenza a 4 anni (22/05/2028)
Rimborso condizionato dell'Importo Nozionale a scadenza
Sede di negoziazione: SeDeX (MTF), mercato gestito da Borsa Italiana
EFFETTO AIRBAG
L'effetto Airbag permette di contenere gli effetti negativi di eventuali ribassi dei sottostanti oltre il Livello Airbag e di limitare, in tale scenario, le perdite rispetto a un investimento in un classico certi cate Cash Collect su azioni. Nel dettaglio, nel caso in cui, a scadenza, la quotazione del peggiore dei sottostanti sia inferiore al Livello Airbag si attiva l’effetto Airbag e l’investitore riceve un importo commisurato al valore del sottostante a scadenza moltiplicato per il Fattore Airbag. Il fattore Airbag è pari a 1,6667 quando il Livello Airbag è pari al 60% del valore iniziale dei sottostanti. Ad esempio, ipotizzando un Fattore Airbag pari a 1,6667 e un valore del peggiore dei sottostanti pari al 40%, il rimborso a scadenza del Certi cate sarà pari a 66,67 € ovvero 40 moltiplicato per 1,6667.
NLBNPIT23528 Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco BPM
NLBNPIT23536 Fineco, Mediobanca, Banca Monte dei Paschi di Siena
NLBNPIT23544Intesa Sanpaolo, Banco BPM, Banca Monte dei Paschi di Siena, Fineco1,20%
NLBNPIT23551 BPER, Telecom, Diasorin, Tenaris
Eni, Tenaris, Leonardo, STMicroelectronics
Moncler, Brunello
per legge.
€ I Certi cate con un sottostante denominato in una valuta diversa dall’Euro sono dotati di opzione Quanto che li rende immune dall’oscillazione del cambio tra l’Euro e la valuta di denominazione del sottostante, neutralizzando il relativo rischio di cambio.
Il Certi cate è uno strumento nanziario complesso.
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92 40 43 Numero Verde SCOPRILI TUTTI SU investimenti.bnpparibas.it
Messaggio pubblicitario con nalità promozionali Prima di adottare una decisione di investimento, al ne di comprenderne appieno i potenziali rischi e bene ci connessi alla decisione di investire nei Certi cate, leggere attentamente il Base Prospectus for the issuance of Certi cates approvato dall’Autorité des Marchés Financiers (AMF) in data 31/05/2023, come aggiornato da successivi supplementi, le Condizioni De nitive (Final Terms) relative ai Certi cate e la Nota di Sintesi e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’Emittente e al Garante, all’investimento, ai relativi costi e al trattamento scale, nonché il relativo documento contenente le informazioni chiave (KID), ove disponibile. Tale documentazione è disponibile sul sito web investimenti.bnpparibas.it. L’approvazione del Base Prospectus non dovrebbe essere intesa come approvazione dei Certi cate. Il presente documento costituisce materiale pubblicitario e le informazioni in esso contenute hanno natura generica e scopo meramente promozionale e non sono da intendersi in alcun modo come ricerca, sollecitazione, raccomandazione, offerta al pubblico o consulenza in materia di investimenti. Inoltre, il presente documento non fa parte della documentazione di offerta, né può sostituire la stessa ai ni di una corretta decisione di investimento. L’investimento nei Certi cate comporta, tra gli altri, il rischio di perdita totale o parziale dell’Importo Nozionale, nonché il rischio Emittente e il rischio di assoggettamento del Garante agli strumenti di gestione delle crisi bancarie (bail-in). Ove i Certi cate siano venduti prima della scadenza, l’Investitore potrà incorrere anche in perdite in conto capitale. Nel caso in cui i Certi cate siano acquistati o venduti nel corso della loro durata, il rendimento potrà variare. Le informazioni e i gra ci a contenuto nanziario quivi riportati sono meramente indicativi e hanno scopo esclusivamente esempli cativo e non esaustivo. Informazioni aggiornate sulla quotazione dei Certi cate sono disponibili sul sito web investimenti.bnpparibas.it.
Paperoni uber alles
Il report annuale di Capgemini registra una crescita della popolazione High Net Worth
La spinta maggiore è arrivata dalla performance positiva dei mercati nanziari
Le tensioni geopolitiche, la crescita economica a rilento, l’incertezza sul futuro. Nulla sembra essere in grado di fermare la crescita patrimoniale dei paperoni, secondo quanto emerge dal report annuale di Capgemini.
Lo studio
Il World Wealth Report 2024, pubblicato dal Capgemini Research Institute, rivela che il numero di High Net Worth Individual e la loro ricchezza hanno raggiunto livelli senza precedenti nel 2023, grazie al miglioramento delle prospettive economiche globali. Secondo il report, la ricchezza globale degli HNWI è cresciuta del 4,7% nel 2023, raggiungendo gli 86.800 miliardi di dollari. Anche la popolazione HNWI è aumentata del 5,1%, raggiungendo i 22,8 milioni di persone a livello globale, e sta continuando a crescere nonostante l’imprevedibilità del mercato. Questo andamento in crescita compensa il calo dello scorso anno e riporta i trend degli HNWI su una traiettoria positiva.
Lo scorso anno, il Nord America ha registrato il più alto recupero degli HNWI a livello mondiale, con una crescita annua del 7,2% per la ricchezza e del 7,1% per la popolazione. Secondo il report, la solida tenuta economica, l’allentamento delle pressioni in azionistiche e il formidabile recupero del mercato azionario statunitense hanno dato impulso alla ripresa. Questo trend si conferma
nella maggior parte dei mercati, sia in relazione al patrimonio che alla popolazione, ma in misura minore: i segmenti HNWI delle regioni Asia-Paci co (4,2% e 4,8%) ed Europa (3,9% e 4,0%) hanno registrato una crescita più modesta in termini di ricchezza e popolazione. L’America Latina e il Medio Oriente hanno registrato una crescita limitata degli HNWI, con un aumento della ricchezza rispettivamente del 2,3% e del 2,9% e della popolazione rispettivamente del 2,7% e del 2,1%.
L’Africa, invece, è stata l’unica regione in cui la ricchezza degli HNWI (-1,0%) e la popolazione (-0,1%) sono diminuite per e etto del calo dei prezzi delle materie prime e della riduzione degli investimenti esteri.
Cambia l’asset allocation
La crescita degli HNWI sta portando a un cambiamento in ottica di asset allocation: si sta infatti passando dalla preservazione della ricchezza a una logica di incremento della stessa. I dati dei primi mesi del 2024 evidenziano una normalizzazione delle disponibilità liquide pari al 25% del totale del portafoglio, in netto contrasto con i massimi pluridecennali del 34% registrati nel gennaio 2023. Il report indica che due HNWI su tre piani cano di investire maggiormente nel private equity nel 2024, in modo da sfruttare le possibilità di sviluppo future. Il grande trasferimento di ricchezza
sta determinando un bisogno crescente di servizi a valore aggiunto. Gli Ultra High Net Worth Individual (UHNWI), il segmento a più alta concentrazione tra le fasce di ricchezza, detengono oltre il 34% della ricchezza totale degli HNWI e rappresentano poco più dell’1% della popolazione HNWI totale. Secondo le previsioni, nei prossimi vent’anni le generazioni che invecchiano trasferiranno oltre 80 mila miliardi di dollari e questo determinerà un aumento della domanda di servizi a valore aggiunto di tipo nanziario (gestione degli investimenti e piani cazione scale) e non nanziario ( lantropia, servizi di concierge, investimenti per passione e opportunità di networking), rappresentando un’opportunità remunerativa per le società di wealth management. Il report rivela che il 78% degli UHNWI considera essenziali i servizi a valore aggiunto e che oltre il 77% conta sulla propria società di wealth management per essere supportato nelle proprie esigenze
Dario Patrizi, financial services director di Capgemini in Italia
di trasferimento di ricchezza intergenerazionale. Nonostante gli HNWI desiderino essere ben consigliati, il 65% esprime preoccupazione per la mancanza di un’advisory personalizzata e adeguata alla propria situazione nanziaria in continua evoluzione.
Si alza l’asticella delle richieste “I clienti chiedono di più ai loro wealth manager e la posta in gioco non è mai stata così alta. In questo momento di grandi trasferimenti di ricchezza e di crescita degli HNWI, le aziende possono adottare misure concrete per coinvolgere e delizzare i clienti attraverso un’esperienza personalizzata e multicanale”, ha dichiarato Dario Patrizi, nancial services director di Capgemini in Italia “Sebbene il sistema tradizionale di pro lazione dei clienti sia ormai onnipresente, sarebbe opportuno prendere in considerazione l’applicazione di strumenti di nanza comportamentale basati sull’intelligenza arti ciale e
sull’utilizzo di dati psicogra ci. Tali strumenti possono o rire un vantaggio competitivo grazie alla comprensione del processo decisionale dei singoli individui, che consente di ottenere un maggior grado di conoscenza del cliente. La creazione di canali di comunicazione in tempo reale sarà fondamentale per gestire i bias che movimenti di mercato improvvisi e volatili potrebbero innescare”.
Una guida per gestire i bias
Oltre il 65% degli HNWI rivela che i bias in uenzano le proprie decisioni di investimento, soprattutto in occasione di avvenimenti importanti della vita come matrimonio, divorzio e pensionamento. Di conseguenza,
il 79% degli HNWI vorrebbe che i relationship manager li aiutassero a gestire questi bias inconsapevoli. Integrando la nanza comportamentale con l’intelligenza arti ciale, le società di wealth management possono analizzare il modo in cui i clienti reagiscono alle uttuazioni del mercato e prendere decisioni basate sui dati che sono meno suscettibili ai bias di tipo emotivo o cognitivo. Il report sottolinea che i sistemi basati sull’intelligenza arti ciale sono in grado di analizzare i dati e rilevare modelli di cilmente riconoscibili dagli esseri umani, il che consentirebbe ai gestori patrimoniali di adottare misure proattive nella consulenza ai clienti. Secondo il report, gli UHNWI
hanno incrementato il numero di relazioni con le società di wealth management passando da tre nel 2020 a sette nel 2023. Questa tendenza indica che il settore fa fatica a fornire la gamma e la qualità dei servizi richiesti da questo segmento. Viceversa, i single-family o ce, che si occupano esclusivamente di una famiglia, sono cresciuti del 200% nell’ultimo decennio. Per soddisfare ulteriormente il segmento HNWI e UHNWI, le società di wealth management devono trovare un equilibrio tra concorrenza e collaborazione con i family o ce. Un UHNWI su due (52%) desidera infatti avviare un family o ce e per farlo vorrebbe essere assistito dalla propria società di riferimento.
Signori del caffè
Da quattro generazioni i Lavazza sono tra i principali protagonisti del mercato a livello globale
Una realtà che ha sempre mantenuto un equilibrio tra struttura familiare e management DI FRANCESCA
Una storia che dura da quattro generazioni quella dell’azienda torinese Lavazza, consacrata dal successo e dallo spirito imprenditoriale. Fondata nel lontano 1895 da Luigi Lavazza, ha avuto un grande a ermazione nel corso degli anni, diventando una delle principali aziende di ca è al mondo.
Focus sulla qualità
La costante ricerca della qualità, insieme a una forte etica lavorativa e un impegno verso la sostenibilità, ha contribuito a far sì che Lavazza diventasse un marchio iconico nel settore. La storia di questa dinastia è dunque strettamente legata alla crescita dell’azienda stessa, che ha saputo trasformarsi da una piccola bottega di alimentari a un gigante globale. Il gruppo ha chiuso il 2023 con ricavi pari a 3,1 miliardi di euro (+13% sul 2022). A questo risultato ha contribuito l’acquisizione di MaxiCo ee che ha potenziato la presenza internazionale del gruppo. Nell’e-commerce la crescita è stata del 28% sul 2022.
A livello geogra co ci sono stati tassi di crescita a sell out a valore nel canale retail in tutti i mercati, in
particolare negli Stati Uniti (+9,8%), in Polonia (+21%) e in UK (+8,6%); anche in Italia e Francia (mercati più rilevanti per il gruppo) si è registrato un incremento rispettivamente del 6,3% e 5,8%. Contrazione, invece, per l’Ebitda, pari a 263 milioni di euro (sui 309 milioni del 2022). La strategia del gruppo è stata di limitare l’aumento dei prezzi al consumatore in un contesto in attivo, proteggendo i volumi e assorbendo parte dell’incremento dei costi all’interno dei propri margini. L’utile netto è stato pari a 68 milioni, rispetto ai 95 milioni del 2022. “Il 2023 ha visto uno scenario macroeconomico molto complesso per il settore a causa del forte aumento dei costi della materia prima, con quotazioni record del ca è verde, in particolare per la qualità Robusta”, ha commentato il ceo Antonio Baravalle
Tutto nasce in Monferrato Lavazza è la tipica storia di una famiglia del Basso Piemonte che spinta dalla povertà è costretta a emigrare nella speranza di migliorare le proprie condizioni di vita. Il fondatore, Luigi, è nato sulle
colline del Monferrato nel lontano aprile del 1859 da Battista e da Candida Gonella. Per la precisione a Murisengo, un piccolo comune noto perché nel suo castello Silvio Pellico scrisse la tragedia Francesca da Rimini. Volendo assicurare all’unico glio un’esistenza migliore, i genitori lo spingono a completare gli studi elementari e gli trovano un posto come contabile in una fornace della zona. Ma Luigi di lì a poco segue l’esempio di tanti altri monferrini: emigra. Ottenuto dalla locale società di mutuo soccorso un piccolo prestito di 50 lire si trasferisce a Torino.
L’inizio non è facile Luigi capisce che solo un diploma poteva dargli una prospettiva. E così nel tempo libero si dedica al completamento degli studi. Nel 1894 sposa Emilia Morino, una concittadina di Murisengo, che gli dà nove gli. Il matrimonio fu uno dei motivi che lo convinse a intraprendere il commercio. La passione per la vendita gli era nata grazie agli studi ma soprattutto ammirando i negozi che cominciavamo a riempire le
vie di una Torino sempre più europea. Grazie ai risparmi compra una vecchia drogheria in via San Tommaso: l’intuizione di puntare sul ca è si è sviluppata in quegli anni. La clientela cresce in fretta e l’attività commerciale si trasforma in società con l’ingresso del cugino, Pericle Franco. Già nel 1900 la piccola azienda vantava un giro d’a ari di 4.200 lire settimanali e dava lavoro a sei dipendenti. Inoltre alcuni di questi si dedicavano esclusivamente alla tostatura del ca è che era ormai diventato il prodotto simbolo della Lavazza. Il 1910 segna un’altra tappa fondamentale: nasce la prima miscela Lavazza. Al posto delle singole qualità di ca è utilizzate no ad allora, l’imprenditore monferrino comincia a impiegare per la torrefazione miscele da lui stesso realizzate. Il prodotto ottenuto aveva due caratteristiche principali. Sotto il pro lo della qualità era più armonico mentre sotto quello commerciale meno in uenzato
dall’andamento dei singoli raccolti del ca è. Alla vigilia del primo con itto mondiale presso la società lavoravano già una quarantina di dipendenti. Con l’inizio della Grande guerra si apra una fase di notevoli di coltà perché i consumi crollano e comincia a essere carente sia la materia prima sia la manodopera. L’o erta di prodotti diminuisce e si concentra su olio, zucchero e ca è torrefatto.
Nel 1923 la Lavazza era già diventata la prima società italiana di lavorazione del ca è.
Un primato ottenuto grazie anche al trasferimento in corso Giulio Cesare, dove viene costruita una nuova sede dotata di macchinari moderni che consentivano di conservare più a lungo l’aroma. Le dimensioni raggiunte dall’azienda e la seconda generazione spingono Luigi a preparare la sua successione. Nel novembre del 1927 viene costituita la Società omonima Luigi Lavazza, dotata di un capitale di 1,5 milioni di lire suddiviso fra
il fondatore, la moglie e i gli maggiori Mario, Giuseppe e Maria.
Impulso alla crescita
Un’e cace innovazione nel sistema di vendita cambia tutto. Il metodo della “copia commissione” viene sostituito con la “tentata vendita”, con cui l’agente, anziché limitarsi a raccogliere le ordinazioni, provvede anche alla consegna del prodotto e al relativo incasso. La nuova procedura incontra l’immediato favore della clientela. La gestione dell’impresa era intanto passata dal fondatore ai due gli maggiori Mario e Giuseppe. Quando il fondatore muore, nell’estate del 1949, l’azienda aveva ripreso a correre. La produzione di ca è superava i 15 mila quintali e si inaugura la liale milanese. Prima tappa di una politica espansiva indirizzata alla conquista del mercato italiano.
Ma la scelta delle strategie da adottare nisce per dividere la famiglia. Il fratello maggiore Mario spingeva per un consolidamento degli a ari mentre Giuseppe e Pericle, convinti delle potenzialità del mercato, insistevano per una politica più aggressiva.
Il contrasto si risolve con l’uscita di scena di Mario e la cessione delle sue quote ai fratelli minori. Giuseppe e Pericle, a loro volta, nel febbraio del 1956 sottoscrivono un patto che sanzionava il carattere strettamente familiare della società; impegnandosi a non cedere a terzi le rispettive quote e stabilendo che “al funzionamento dell’azienda
WYSIATI: finanza tra realtà e profezia
sociale potranno prendere esclusivamente parte i discendenti maschi maggiorenni”. I due fratelli si dedicano alla realizzazione di un ambizioso piano di sviluppo, che aveva come meta nale il passaggio a una dimensione industriale.
Entra in gioco Armando Testa Il management decide di sostenere le vendite con un massiccio sforzo pubblicitario e di a darne la gestione al fondatore di una piccola agenzia torinese, Armando Testa, destinato a diventare un protagonista assoluto dell’advertising. Ne deriva un lungo sodalizio che segna
profondamente la Lavazza e la comunicazione pubblicitaria italiana. L’esordio, nel 1958, ha per oggetto il ca è Paulista che si a erma grazie ai caroselli televisivi imperniati su personaggi come Caballero e Carmencita. Nel 1965 Lavazza inaugura lo stabilimento di Settimo Torinese e la produzione comincia a vedere la soglia dei 100 mila quintali. Negli anni ’70 i risultati di Lavazza hanno un andamento alterno, legato alla di cile fase economica e sociale attraversata dall’Italia. Il decremento delle vendite complessive non va tuttavia a scapito della quota di mercato, preservata e consolidata
sia progredendo nella politica di diversi cazione dell’o erta, sia incrementando gli investimenti pubblicitari. Alla morte di Pericle (1979), nel rispetto del patto del 1956, la presidenza della società passò a Emilio, a ancato nel ruolo di amministratore delegato dal cugino Alberto. La terza generazione conserva le linee strategiche di quella precedente che si possono sostanzialmente riassumere in tre regole auree: elevata qualità del prodotto, costante rinnovamento dell’o erta, e cacia del messaggio pubblicitario. In questo modo il gruppo non solo ha conservato e ra orzato la leadership ma iniziato la sua espansione all’estero. Emilio, scomparso nel 2010, è stato numero uno della società no al 2008, anno in cui ha lasciato la presidenza al cugino Alberto.
Il ruolo delle donne
Emilio ha avuto due gli dalla moglie Maria Teresa Rey, Giuseppe e Francesca. Con Emilio e Alberto è avvenuto un cambiamento di regole che ha portato all’allargamento dell’azionariato e ha segnato il passaggio alla quarta generazione. Proprio la morte del presidente onorario Emilio ha provocato nel 2010 un’accelerazione nella ride nizione delle norme che
5.500 dipendenti in 5 continenti
140 Paesi in cui Lavazza distribuisce il suo caffè
73% del fatturato del gruppo generato fuori dall’Italia
3,1 miliardi di euro il fatturato del gruppo nel 2023
regolavano l’organizzazione societaria dei due rami della famiglia. Una rivoluzione che ha messo ne al patto rmato nel 1956 e ha portato al vertice le donne di famiglia. L’organigramma di Finlav, l’holding che controlla la maggioranza della Luigi Lavazza ha conosciuto un radicale cambiamento. Antonella, glia di Alberto, è stata nominata numero uno mentre il ruolo di amministratore delegato è andato alla cugina Francesca.
La cassaforte Finlav Finlav è controllata, con quote paritetiche, dalla accomandita di Alberto Lavazza e gli (Antonella,
Lavazza, headquarter del Gruppo a
1895 anno di fondazione del Gruppo Lavazza nel Monferrato
Marco e Manuela) e dalla cassaforte degli eredi (Giuseppe e Francesca) di Emilio Lavazza. Un ruolo di cerniera tra le due casseforti è a dato ad Ago. Si tratta di una società semplice costituita nel 1989 tra Alberto ed Emilio Lavazza. La quarta generazione si è insediata, oltre che nella nanziaria di controllo, anche nel consiglio della capogruppo: Giuseppe è presidente, Marco è vice presidente mentre Francesca, Antonella e Manuela sono consiglieri. Per segnare ulteriormente il cambio di passo il board è stato aperto ad alcuni membri indipendenti (Robert Kunze-Concewitz, Nunzio Pulvirenti, Roberto Spada, Daniel
John Winteler) e Antonio Baravalle, un manager esterno che non faceva parte della famiglia, è diventato amministratore delegato nel 2011. Al ceo, che ha preso il posto di Gaetano Mele, il compito di portare avanti il progetto di espansione internazionale.
Le acquisizioni
Nel giugno 2015 Lavazza acquista la danese Merrild. Neanche un anno dopo è stata comprata per circa 700 milioni Carte Noire, società leader in Francia. Nel maggio 2017 è stato poi annunciato l’ingresso nel capitale di Kicking Horse Co ee. Questa operazione ha rappresentato un passo fondamentale nella strategia di sviluppo in un mercato chiave come il Nordamerica. Passati pochi mesi è stata rilevata Nims, azienda padovana specializzata nella distribuzione e nella vendita diretta di macchine da ca è, capsule e cialde. Agli inizi del 2020, attraverso Torino 1895 investimenti, controllata Finlav, è stato acquistato il 17,7% di Ivs Group, azienda leader italiana e secondo operatore in Europa nella gestione di distributori automatici e semiautomatici perbevande e snack. Per Lavazza si è trattato di un blitz in Borsa che ha risollevato l’annosa questione di una possibile quotazione. Ipotesi che però non trova conferma. “La società non ha piani per una quotazione e si concentrerà sempre più sulla crescita organica e sull’integrazione delle società del gruppo”, dicono a Torino.
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BFC MEDIA, PRESENTA L’EDIZIONE ITALIANA DI ROBB REPORT, IL BRAND EDITORIALE PIÙ FAMOSO AL MONDO PER IL LUSSO E IL LIFESTYLE. UN PROGETTO MULTIMEDIALE CHE COMPRENDE IL MAGAZINE, IL SITO ROBBREPORT.IT ED ESCLUSIVE EXPERIENCES. UN’OPPORTUNITÀ PER PROMUOVERE IL MEGLIO DELLA CREATIVITÀ DEL MADE IN ITALY IN TUTTO IL MONDO.
SOGNI D’ORO
Per chi fatica a rilassarsi e dormire, la risposta arriva dalla tecnologia
Dispositivi e app aiutano a raggiungere la tranquillità dello spirito
Lo stress della vita quotidiana e l’utilizzo prolungato dei dispositivi tecnologici in molti casi ampli cano le di coltà del sonno. Ma l’It può anche essere un alleato per rasserenare la mente e riuscire a riposare nelle ore notturne.
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Di solito le app di meditazione
implicano il tenere gli occhi chiusi mentre si cerca di svuotare la mente, qui invece vi è un parco giochi virtuale dentro il quale muoversi.
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dispositivo rileva che l’utente sta entrando nella fase REM, gli ultrasuoni entrano in azione, rasserenando la mente.
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Luce notturna ricaricabile, trasmette tonalità rilassanti per la mente umana. Possibilità di scelta cromatica e di impostazione di un timer per lo spegnimento automatico.
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STELLA DI SAINT TROPEZ
Il boutique hotel Arev è immerso in un giardino con ulivi secolari
La struttura è composta da 43 camere, con un design curato in ogni dettaglio
Da Brigitte Bardot a Beyoncé, la Costa Azzurra ha da sempre attratto le star internazionali tra spiagge assolate, architettura plurisecolare e club esclusivi. Tra le novità della città francese c’è Arev Saint Tropez, un nuovo boutique hotel che celebra il passato glamour e la posizione leggendaria della destinazione, immerso tra rigogliosi giardini e ulivi secolari, a soli cinque minuti dal centro della città. La struttura dispone di 43 camere e suite, oltre a un’ampia villa per gli ospiti, un centro benessere, una piscina, due bar, un campo da paddle tennis e un ristorante mediterraneo.
Arevcollection.com - Prezzi: da 590 euro
“ABBIAMO SCELTO UN LUOGO SENZA TEMPO, AL CONTEMPO GLAMOUR, AUDACE E DIVERTENTE”, HA DICHIARATO MAGDALENA HAMYA, MANAGING DIRECTOR DELLA SOCIETÀ CHE GESTISCE LA STRUTTURA. “NELLE CAMERE E NEGLI SPAZI COMUNI ABBIAMO RIPRODOTTO I COLORI DELLA COSTA AZZURRA CON RICCHE SFUMATURE DI BLU, BIANCO E ROSSO”, HA AGGIUNTO. ALLA PROGETTAZIONE HA LAVORATO IL DESIGNER MADRILENO LUIS BUSTAMANTE.
LUSSO DEL GOLFO
Alleanza tra Mirarri e Al Shaali per realizzare yacht per i più esigenti La prima imbarcazione coniuga esclusività delle linee e materiali hi-tech
Dagli Emirati Arabi Uniti arriva un nuovo marchio per gli yacht di lusso. Si chiama Mirarri ed è la nuova creatura di Rasheed Al Shaali, da anni protagonista del mercato nautico del Golfo. Il suo obiettivo? Lusso, performance e innovazione. Il primo Mirarri è un 55 piedi (16,7 metri) costruito in carbonio, kevlar e titanio, dal look futuristico e caratterizzato da forme armoniose e tecnologie all’avanguardia.
A realizzare l’imbarcazione è Enata Group, società cantieristiche impegnata nella costruzione di progetti per i settori marittimo, aerospaziale e industriale, con un portfolio che va dal Foiler ai droni. Tra le particolarità dello yacht, la plancetta poppiera, sviluppata come una estensione dello scafo stesso, quasi monolitica. Alle spalle nel pozzetto, due divanetti seguono il piano di calpestio, accompagnando i tre gradini che portano verso il salone coperto. Mirarri.com
L’IMBARCAZIONE, CHE SARÀ PRONTA TRA UN ANNO CIRCA, COMPRENDE DUE CABINE A TUTTO BAGLIO, UN SALONE SPAZIOSO E VERSATILE SOTTO LA CUPOLA DI VETRO E UN’AREA BARBECUE CHE PUÒ FUNGERE ANCHE DA BEACH CLUB.
GUIZZO SPORTIVO
La Porsche Taycan punta sulla leggerezza per non perdere sulle prestazioni
Le batterie hanno una maggiore capacità rispetto alle edizioni passate
Per i driver con un’anima green, ma che al tempo stesso non accettano compromessi sul versante delle prestazioni. La nuova
Porsche Taycan, dotata di motore elettrico, ha un powertrain sull’asse posteriore alleggerito (-15 kg) rispetto alla versione precedente e potenziato (+80kW) per
migliorare le performance. Inoltre le batterie presentano una maggiore capacità, da 89 o 105 Kw a seconda dell’allestimento, e sono associate a un sistema ottimizzato per il recupero dell’energia nelle fasi di decelerazione. Porsche.com - Prezzo: da 105 mila euro
QUANTO AL DESIGN, LA PARTE FRONTALE PRESENTA GRUPPI OTTICI
A 4 PUNTI HD MATRIX AD ALTA RISOLUZIONE DI FORMA PIATTA CHE METTONO IN RISALTO LA LARGHEZZA DELLA CARROZZERIA. MENTRE IL LOGO PORSCHE
SULLA CODA PRESENTA UNA GRAFICA TRIDIMENSIONALE A EFFETTO VETRO, CHE PUÒ ILLUMINARSI RIPRODUCENDO DELLE ANIMAZIONI.
ROMBO DI STRADA
La Daytona 600 combina alta e cienza e manovrabilità
Una moto che si adatta a tutti i centauri e i contesti di viaggio
Linee pulite, guida intuitiva e assetto sportivo si uniscono alle prestazioni del motore a tre cilindri per dare vita alla Daytona 660, una moto nata per divertirsi su ogni strada. Il motore a tre cilindri della Daytona eroga 95 CV a 11.250 giri e allunga no a 12.650 giri.
Al contempo, grazie alla sella alta solo 810 mm e ai anchi stretti, è facilmente manovrabile anche a bassa velocità perché tutti possono mettere i piedi a terra con sicurezza.
Triumphmotorcycles.it - Prezzo: da 9.795 euro
TELAIO CON GEOMETRIE SPORTIVE, FORCELLA SHOW
GRIGIO E MARRONE
Si tratta dei due colori più utilizzati nell’ambito degli orologi del segmento lusso
Austerità ed eleganza sono i tratti caratteristici di queste declinazioni cromatiche
BULGARI
OCTO FINISSIMO OROLOGIO
Cronografo di colore oro-rosa, caratterizzato da un design ra nato. Il quadrante, in origine nero, ha subito numerosi processi di invecchiamento per ottenere il caratteristico tono tropicale con le tonalità arancio e marrone che si fondono con gli indici e le lancette. Bulgari.com
Prezzo a partire da 33.800 sterline
Per gli uomini che vogliono soluzioni esclusive al polso, senza rinunciare alla funzionalità. Una selezione di cronogra d’alta gamma. Una
LOUIS VUITTON
ROSEGOLD TABOUR
A settembre è in arrivo una collezione in edizione limitata di cronogra o color oro rosa. I modelli saranno in vendita solo presso i negozi Louis Vuitton. Louisvuitton.com Prezzo: 44.900 sterline
Realizzato a mano da un selezionato gruppo di orologiai presso l’Atelier Tourbillon Omega in Svizzera, segnatempo in edizione numerata che combina l’arte orologiera con le leghe più belle e all’avanguardia del brand elvetico. Omegawatches.com - Prezzo: 252.400 euro
BREGUET
TYPE XXI FLYBACK
Modello che celebra il forte legame che unisce da sempre Breguet all’aviazione. Dagli anni ‘30, infatti, la società progetta meccanismi cronogra ci da inserire nella strumentazione di bordo delle cabine di pilotaggio. Bartorelli.it
Prezzo: da 24.600 sterline
PANERAI
STEEL RADIOMIR OTTO GIORNI
Orologio che rende omaggio alla tradizione della maison e ai pezzi d’archivio, che assumono un singolare e etto patina, dovuto all’anodizzazione dell’alluminio. Panerai.com
Prezzo: 8.400 sterline
PATEK PHILIPPE
ROSEGOLD NAUTILUS
I modelli 5070 e 5970 con quadrante marrone sono stati realizzati in piccole quantità e hanno acquisito un fascino quasi mitologico tra i collezionisti. Patek.com
Prezzo: 66.670 sterline
ROLEX
EVEROSE GOLD DAY DATE
I Rolex sono tra i cronogra più gettonati tra i collezionisti vintage. La nitura soleil crea delicati ri essi di luce sui quadranti. Rolex.com
Prezzo: 35 mila euro
FP JOURNE PLATINUM
Il Souverain Havana è ispirato ai cronometri marini in uso all’inizio del XIX secolo. Dotato di una cassa in platino, ha diametro di 40 mm e altezza di 8 e presenta un caldo quadrante marrone. Fpjourne.com
Prezzo: 42.400 sterline
PROFUMI D’AMBIENTE
Non solo complementi d’arredo, ma anche stimolatori dell’umore
Aromi, ori e tonalità estivi aiutano a di ondere la freschezza in casa
UNA SELEZIONE DEI PRODOTTI CHE AIUTANO A RENDERE
PIÙ PIACEVOLE L’AMBIENTE DOMESTICO
TOM DIXON ELEMENTS WATER
Salinità marittima fresca e tagliente, frutto della fusione di anguria, legno di cedro e muschio ambrato.
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ROJA PARFUMS
LUXURY REED DIFFUSER
Fragranze luminose che richiamano le atmosfere estive, trasmettendo il caldo bagliore della luce del Sole. Rojaparfums.com
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GINORI 1735 L’AMAZZONE
WATER ELEGANT ROOM
Ispirato al talismano della Pietra Nera donato dall’astrologo di corte a Caterina de’ Medici, questo profumo ricorda le spezie utilizzate dagli alchimisti. Ginori1735.com
Prezzo: 300 euro
PAUL SMITH SUNSEEKER DIFFUSER
Di usore ra nato che si ispira ai viaggi estivi del designer in Italia – e alla sua casa nella campagna toscana. Paulsmith.com
Prezzo: 125 euro
FORBES BRAND FOR COMMUNITY
I dazi non bastano
L’Unione Europea ha scelto di alzare una barriera contro le automobili cinesi
La vera chiave di volta sta nell’accelerazione sul fronte della produttività
DI MARCELLO GUALTIERI
La Ue ha deciso di imporre dazi sull’import di auto elettriche cinesi sino al 48% del loro prezzo. Gli Usa sono andati ben oltre arrivando a dazi superiori al 100%.
Misura inevitabile
I dazi Ue ai produttori cinesi sono inevitabili per tamponare gli e etti della concorrenza sleale delle imprese del Dragone, ma non sono su cienti a ripristinare il primato dell’industria europea. Inoltre, la storia ci ha insegnato che nel lungo periodo i dazi fanno male a tutti: a chi li impone e a chi li subisce, che, come reazione, è portato a usare la stessa misura, innescando così un circolo vizioso che nisce per comprimere il commercio mondiale. Da questa contrazione l’Italia ha solo da perdere. Il punto centrale è la produttività dell’industria europea, come evidenziato da Mario Draghi
nel suo discorso tenuto in Spagna in occasione del conferimento del Premio Europeo “Carlo V”. Secondo i dati esposti, se si escludesse il settore tecnologico, la crescita della produttività europea sarebbe simile a quella degli Stati Uniti. Ma è possibile escludere il settore tecnologico? Sicuramente no. Ed ecco che allora salta all’occhio il vero nodo: dal 2000 la crescita del Pil pro capite a parità di potere d’acquisto in Europa è stato di circa un terzo inferiore rispetto a quella degli Stati Uniti e il divario è attribuibile per il 70% a una minore produttività nel Vecchio Continente soprattutto nel settore tecnologico e della digitalizzazione.
Il divario è destinato ad aumentare per l’a ermarsi dell’intelligenza arti ciale come nuovo motore dello sviluppo tecnologico. Il 70% dei modelli fondamentali di Ia è
sviluppato negli Usa e tre aziende statunitensi controllano il 65% del mercato globale del cloud computing.
Implicazioni per il risparmio gestito Questo scenario è inevitabilmente destinato ad essere replicato anche nel settore dell’industria del risparmio (dove peraltro non sono concepibili dazi) e nanche nel settore delle gestioni patrimoniali tailor made, campo che i lettori di PRIVATE conoscono molto bene. Non c’è dunque alternativa a cavalcare l’onda del progresso tecnologico, piuttosto che subirlo o snobbarlo. Occorrono investimenti per liberare risorse umane e di tempo da compiti ripetitivi e privi di valore aggiunto. L’obiettivo è aumentare la produttività, che nel settore nanziario si concretizza in maggiori o meno oscillanti rendimenti.
DI COSA SI TRATTA
CASH FLOW
ESPRESSIONE INGLESE CHE STA A INDICARE I FLUSSI DI CASSA, CIOÈ L’AMMONTARE DI LIQUIDITÀ GENERATA O CONSUMATA
NEL PERIODO DI TEMPO CONSIDERATO, CHE DI SOLITO
È TRIMESTRALE (PER LE QUOTATE), SEMESTRALE O ANNUALE.
PERCHÉ È IMPORTANTEA
Generare un usso costante di denaro non solo garantisce all’impresa la capacità di far fronte alle spese, ma anche di avere a disposizione risorse utili per gli investimenti.
COME SI CALCOLA
ATTENZIONE A…
Non va confuso con l’utile, che indica il margine residuale al netto delle spese di varia natura e che viene riportato come ultima riga di bilancio. Infatti anche un’azienda in utile può diventare insolvente se si interrompe il cash ow
L’indicatore si trova nel rendiconto nanziario, prospetto contabile rientrano dunque tutti i pagamenti e ettuati e ricevuti in un determinato periodo, con esclusione di quelli il cui incasso o la cui uscita è attesa in futuro.
PROBLEMI PER LE PMI
Secondo diverse stime solo metà circa delle imprese italiane genera un cash ow positivo su base pluriennale. “Colpa” soprattutto della mancanza di un attento presidio della gestione nanziaria.
TRE PARAMETRI DA CONSIDERARE
Il cash ow operativo misura la liquidità di cassa generata o consumata per e etto della gestione caratteristica delle attività d’impresa. Si distingue dal usso di cassa per l’impresa, che indica quanto disponibile per tutti gli investitori. In ne il usso di cassa disponibile per gli azionisti si concentra su quello che spetta ai partecipanti al capitale
Cambiare o accettare?
La psicologia ha studiato i limiti dell’agire umano verso nuove rotte Riconoscere i propri limiti consente di modi care ciò che è in nostro potere
DI MARIA GRAZIA RINALDI
La famosa preghiera della serenità, attribuita al teologo Reinhold Niebuhr, recita: “O Signore, dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare e la saggezza che occorre per capire la di erenza tra le une e le altre”.
Implicazioni scienti che Questa invocazione non è solo una guida spirituale, ma ha anche profonde implicazioni psicologiche e scienti che. È un invito ad accettare l’inaccettabile: “O Signore, dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare”. L’accettazione è un concetto fondamentale nella psicologia. Secondo numerosi studi, l’abilità di accettare ciò che non possiamo cambiare è cruciale per il benessere mentale. Un articolo pubblicato sul “Journal of Happiness Studies”
a erma che l’accettazione è associata a livelli piu alti di benessere psico sico e a minor ansia e stress. Il cambiamento richiede coraggio e determinazione. Martin Seligman, uno dei fondatori della psicologia positiva, ha dimostrato che l’assunzione di un ruolo attivo nella propria vita e il perseguimento di obiettivi personali, sono correlati a una maggiore felicità e soddisfazione.
La sensazione di controllo personale è un fattore chiave per il benessere psicologico perché ci permette di agire sulle situazioni su cui abbiamo e ettivamente potere. La saggezza di distinguere è ciò che ci serve per capire la di erenza tra ciò su cui abbiamo potere e ciò che invece sfugge al nostro controllo. È importante acquisire questa capacità di discernimento per evitare lo stress inutile e concentrarci
sulle nostre vere possibilità di miglioramento. Le ricerche hanno dimostrato che le persone con una maggiore capacità di discernimento tendono a gestire meglio lo stress e a mantenere una prospettiva positiva sulla vita.
Equilibrio vitale
Gli psicologi a tal proposito concordano sull’importanza della preghiera della serenità come guida pratica per la vita quotidiana. Accettare l’immodi cabile e agire invece su ciò che possiamo cambiare e saperne cogliere la di erenza, è una strategia supportata non solo dalla saggezza spirituale, ma anche dalla ricerca scienti ca. Implementando questi principi, possiamo migliorare il nostro benessere psicologico e vivere una vita più equilibrata e soddisfacente. Prendiamo dunque il potere su ciò su cui abbiamo potere.
Quanti allenamenti
Toni care, dimagrire e aumentare la massa muscolare sono gli obiettivi più gettonati Ogni scopo necessita di applicazioni e frequenze sensibilmente diverse dagli altri
DI ALESSANDRO SCALICI
Toni cazione, dimagrimento e ipertro a sono gli obbiettivi che la stragrande maggioranza degli utenti cerca quando si iscrive in palestra. Per chiarezza è bene distinguere i tre obbiettivi perché, pur condividendo lo stesso contesto, hanno metodiche e princìpi molto di erenti.
Fissare i target
La toni cazione de nisce una tensione minima costante di un muscolo. Vale a dire che anche in condizione di riposo, i nostri muscoli avranno una tensione e quindi un turgore maggiore senza necessariamente un aumento della massa muscolare. Per raggiungere questo obbiettivo l’allenamento della forza è sicuramente il più indicato. Dai due ai quattro allenamenti alla settimana da 30-40 minuti rappresentano un valore sicuramente su ciente a creare questo stimolo.
Il dimagrimento è sicuramente il più perseguito degli obbiettivi. Allenamenti quotidiani possono anzi devono essere il mantra, ma attenzione, non stiamo parlando necessariamente di allenamenti solo in palestra. Perdere grasso signi ca metterci in una condizione di bilancio energetico negativo, vale a dire che le calorie consumate dovranno essere maggiori di quelle introdotte.
Il de cit calorico può essere raggiunto diminuendo le calorie assunte o consumandone di più attraverso il movimento. Sicuramente la seconda delle scelte è la migliore in quanto, oltre che mantenere la preziosissima massa muscolare, funge da vero e proprio ripartitore nutrizionale orientando i nutrienti verso i tessuti e non verso il grasso. Alternare giorni di allenamento in palestra da 30-40
min ad intensità media a giorni di attività cardiovascolare potrebbe essere una soluzione fattibile.
L’alternativa
Un’alternativa potrebbe essere quella di eseguire sedute di attività cardio subito dopo aver fatto allenamento con i pesi. L’ipertro a, o aumento della massa muscolare, è il risultato di una combinazione di più fattori. Qualche caloria in più (300/400 al giorno) rispetto al consumato è necessaria, così come è utile l’allenamento intenso. Prima di intraprendere qualsiasi percorso è sempre bene sottoporsi a una visita medica e optare per l’assistenza di un trainer almeno per le impostazioni iniziali.
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Il lusso del tempo
Pendoleria e orologi antichi si fanno spazio nei portafogli dei collezionisti
Cora (Wannenes): “Una tradizione plurisecolare che si rinnova di continuo”
DI GIACOMO NICOLELLA MASCHIETTI
Nicchie sempre più verticali o rono incredibili soddisfazioni ai collezionisti più colti. Lo si veri ca nel mondo del vino, nelle auto da collezione, nel design e da qualche tempo anche negli orologi antichi e pregiati. È un mondo delicato e ra nato, dove la competenza e lo studio la fanno da padroni, ma dove è anche possibile trovare ottime o erte. PRIVATE ha voluto intervistare
Giacomo Cora, capo dipartimento orologi da tasca e pendoleria della casa d’Aste Wannenes, che da alcuni anni organizza delle aste tematiche di grande successo.
Orologi a pendolo, orologi incastonati in coltelli da frutta o in pregiati gioielli da indossare, meccanismi d’altri tempi che ancora fanno sognare… le opportunità sono innumerevoli, ma soltanto la qualità paga davvero.
Può raccontarci brevemente quando inizia la storia della pendoleria e degli orologi antichi?
Quali sono le origini di questi pezzi e come si sono evoluti nel tempo?
La storia della pendoleria si perde nei secoli, i primi orologi a pendolo furono una evoluzione dell’organo
regolatore che inizialmente nacque con scappamento a Folliot.
Ma quando nacquero gli orologi?
Se ne parla già nel 1300 in Italia, Dante Alighieri nella sua Divina Commedia, precisamente nel canto X del Paradiso, fa riferimento a svegliatori monastici, che presumibilmente erano dotati di scappamento a foliot.
Per rendere più comprensibile il tutto è giusto a parer mio, iniziare a spiegare che cos’è lo scappamento: la parte dell’orologio che in gergo fa “scappare”, cioè lascia sfuggire parte della forza motrice generata da un peso o da una molla a intervalli regolari, consentendo all’organo regolatore di avanzare con un periodico movimento. Prima della nascita dell’orologio con il pendolo, vi era lo scappamento a foliot (termine francese che indica un bilanciere a barra orizzontale) ed è formato da una ruota dalla dentatura a denti di sega chiamata ruota a corona, in quanto sembrano proprio una “corona di un Re”, nella quale si inseriscono alternativamente le palette dell’asta foliot che oscilla. Lo scappamento foliot non era molto preciso, ma le basi di
costruzioni erano solide, per cui vi fu un’evoluzione in breve tempo e nacque lo scappamento a verga, molto simile allo scappamento foliot, rimase la ruota a corona, ma sparì la struttura a foliot sostituita dal pendolo, molto più facile da regolare. Galileo Galilei nel XVII secolo iniziò a studiare il moto oscillante del pendolo e la sua regolarità, ma fu Christiann Huygens che ne depositò il brevetto nel 1656, e si attribuì questa invenzione.
La produzione e la larga di usione degli orologi con il pendolo avvennero nell’anno successivo dal brevetto e proprio per la sua precisione dell’epoca ebbe un grande successo nei secoli successivi.
La storia non nisce qui, dopo lo scappamento a verga, nacque lo scappamento ad ancora, con tutte le sue varianti e molto altri tipi di scappamenti. La stessa evoluzione la ritroviamo negli orologi da tasca, seppur leggermente più tarda. Nel XVII secolo iniziarono a comparire i primi orologi “da portare addosso” come piaceva de nirli Fulgido Pomella, grande storico e collezionista, chiamati “cipolle” o in francese Oignon, per la forma della
PRIVATE
cassa che ricordava vagamente una cipolla. Non erano orologi portati in tasca ma al collo, oggetti molto rari, preziosi e ovviamente da sfoggiare e ostentarne il possesso. I primi orologi portatili nacquero anch’essi con scappamento a foliot, poi a verga con bilanciere anulare e molla spirale, per poi passare all’àncora, con le sue evoluzioni; con il passare del tempo, le forme delle casse divennero sempre più piccole e sempre più sottili, erano diventati orologi da riporre nei taschini, prodotti in vari metalli, argento, oro, platino, con casse arricchite da smalti, miniature, perle, pietre preziose e con movimenti sempre più complessi, con calendari, suonerie ore, quarti, cronometri, automi, il tutto arricchito da catene o da importanti chatelaine. Negli anni ’10 del novecento, iniziò il declino dell’orologeria da tasca, ci fu un’ulteriore innovazione, nacque l’orologio da polso.
Come si è evoluto il mercato degli orologi antichi negli ultimi anni? Quali sono i principali fattori che in uenzano la valutazione e il prezzo di un orologio antico? Negli ultimi anni, gli orologi da tasca e la pendoleria, grazie alle nostre aste monotematiche con cadenza regolare han fatto sì che il mercato abbia ripreso consistenza e colore. Nell’ultimo anno ho valutato più di 6.000 orologi da tasca, ma solo una piccola parte è stata selezionata e inserita nelle nostre aste. I nostri clienti, per lo più stranieri, hanno un palato molto ne, ricercano
Moser, importante chatelaine in oro con smalti in grisaille, per re giorgio III, Londra 1776 circa.
Venduta da Wannenes a 10.100 euro
oggetti molto particolari. Gli oggetti più richiesti per l’orologeria storica da tasca (XVII-XVIII secolo) sono gli smalti ginevrini, con le casse in oro nemente decorate, eleganti e ra nate e gli automi, Jacquemart, per l’orologeria storica “moderna” (XIX-XX secolo) i grandi nomi sono: Patek Philippe, Vacheron Constantin, LeCoultre, Piaget, Cartier e le grandi complicazioni, suonerie ore, quarti, minuti, cronogra , automi. Per la pendoleria, selezioniamo e proponiamo al nostro pubblico sempre oggetti dal gusto ra nato, le pendole francesi in bronzo dorato, o patinato, casse con rappresentazioni di scene mitologiche sono le più
richieste, oltre a orologi da marina, o cier, marescialle con gran sonnerie e orologi con complicazioni. Gli orologi che proponiamo nelle nostre aste devono essere per lo più in condizioni estetiche e funzionali eccellenti, e devono essere completi; per gli orologi da tasca, spesso con le ricerche che eseguo riesco a ricostruire la storia dell’oggetto, e il ridonare ad un oggetto la sua storia non è cosa da poco. Nel corso dei secoli gli orologi passano di mano in mano e molte volte si perde con estrema facilità il ricordo della loro provenienza, e con essa la loro storia. Purtroppo non è sempre possibile, ma se un oggetto
è importante, ha quasi sempre una storia da raccontare. Per gli orologi da tasca del ‘900, invece è importantissimo oltre l’estetica, avere il corredo originale. Un Patek Philippe Gondolo per esempio, se corredato dal set originale, scatola, certi cato di garanzia, vetro di riserva e molla di ricambio in confezione originale, può anche triplicare il valore del solo orologio, perché questi pezzi non sono sostituibili, ovvero la casa madre, anche se è ancora attiva, non rilascia una copia del certi cato originale, ma può rilasciare su richiesta e a pagamento un estratto di archivio, ma non è mai collezionisticamente parlando equiparabile al suo certi cato originale, nato insieme all’orologio. Ovviamente l’orologio deve essere sempre in condizioni eccellenti, non deve avere il quadrante rovinato, non deve avere gra o riparazioni nella cassa, ed il movimento deve essere completo, funzionante senza modi che o interventi pesanti come riparazione. Più un oggetto rimane “congelato” nel tempo, e più risulta essere interessante per i nostri clienti e per i collezionisti in generale. Per gli orologi a pendolo, l’estetica è il primo punto che osservo per una valutazione, le casse in metallo, per lo più erano dorate al mercurio e avere una doratura in ottime condizioni fa si che l’oggetto sia molto più ricercato e apprezzato. I soggetti e la rappresentazioni mitologiche sono quelle che vanno per la maggiore oltre alle complicazioni. Le valutazioni vengono in uenzate
Breguet et fils, orologio jacquemart a teatro, con ripetizioni ore e quarti, Svizzera 1820 circa Venduta a: 9.475 euro
pesantemente dalle condizioni estetiche delle casse, come già accennato, ma soprattutto dal funzionamento. La norma dice che un orologio a pendolo deve essere revisionato ogni 4/5 anni, e questa norma non viene quasi mai rispettata, ma se non fosse funzionante, deve essere ugualmente meccanicamente completo e in ottimo stato. Questa è una conditio sine qua non, altrimenti l’orologio se incompleto, o con rotture, viene scartato immediatamente e non viene proposto ai nostri clienti né messo in asta, tranne nel caso sia un oggetto di una elevata rarità e si valuta eventualmente un restauro prima della messa in asta.
Quali le caratteristiche principali che un collezionista dovrebbe considerare quando acquista un orologio antico? Ci sono particolari marche, autori o periodi storici che sono più ricercati?
Un collezionista quando acquista un orologio antico deve a mio parere
in primis considerare l’e etto emotivo che l’orologio suscita in lui.
La rarità del pezzo è una condizione che viene sempre prima di tutto.
Un pezzo raro, è raro oggi e lo sarà di più domani.
A seguire, il collezionista deve osservare la completezza e le condizioni estetiche dell’orologio, se parliamo di un orologio a pendolo. Se invece parliamo di un orologio da tasca antico, in primis, ovviamente in base alle possibilità di acquisto, le condizioni estetiche, l’usura della cassa, gli smalti o le pietre se presenti, poi a seguire quelle funzionali del meccanismo. Per gli orologi antichi “moderni” tra ne 800 e 900, se parliamo di marche importanti, la prima cosa da considerare è sempre lo stato estetico di conservazione, poi il corredo, per nire lo stato di funzionamento.
Per gli orologi da tasca i più ricercati al momento sono per gli orologi storici (XVI-XVIII) gli orologi con ripetizioni, smalti, automi,
poi ovviamente i grandi nomi dell’orologeria, Breguet, Le Roy, Berthoud, Lepine, ecc, per gli orologi da tasca “moderni” (XIX-XX) i più ricerati rimangono le grandi complicazioni, cronogra , suoneria, grand suoneria, calendari completi, automi, e le marche Patek, Vacheron, Cartier, Zenith, Omega, Longines. Per gli orologi a pendolo, i più ricercati sono gli orologi con casse in bronzi dorati con soggetti mitologici, i carri, le marescialle, per i cassalunga le grandi complicazioni, suonerie ore e quarti con carillon su campane.
Quali sono le s de principali nel veri care l’autenticità di un orologio antico? E quanto incide il restauro sulla sua valutazione complessiva?
Nel veri care l’autenticità di un orologio antico serve in primis tanta esperienza, conoscenza dei metodi di fabbricazione, conoscere i materiali, la storia, gli stili e le epoche, conoscere le varie maison e gli orologiai. Spesso capita di trovare orologi assemblati, o addirittura falsi o modi cati. Un occhio esperto se ne accorge immediatamente, ma deve in primis avere molta esperienza e aver avuto modo di poter vedere molto e toccare con mano. Spesso solo le grandi maison (ma non tutte purtroppo) hanno a disposizione degli archivi storici completi e a dabili. È vero, un orologio antico è antico, quindi ha alle spalle molti anni di uso e spesso deve essere restaurato, ma il modo in cui viene restaurato in fase di vendita ha un peso enorme.
Rarissimo ed eccezionale coltello da frutta musicale con orologio, in oro, smalti e perle, realizzato per il mercato cinese, probabilmente Piguet e Meylan, 1805-1815 circa.
Venduto a: 137.600 euro
Nella mia carriera ho visto moltissimi tipi di restauri, alcuni veramente eccezionali, dove il restauro è stato fatto talmente bene che diventa quasi invisibile, altre volte è esattamente il contrario, il restauro dovrebbe essere completamente rifatto. Un collezionista cerca sempre di acquistare un pezzo non restaurato, ad alcuni piace de nirlo “in patina”, per altri invece l’orologio deve essere riportato alle condizioni originali come appena uscito dalla fabbrica.
Le prospettive future per il mercato degli orologi antichi? Prevede che l’interesse per questi pezzi continuerà a crescere o ci sono tendenze che potrebbero in uenzare negativamente il settore?
Le prospettive future per il mercato degli orologi antichi soprattutto per i tasca, sono a mio parere rosee. Negli ultimi quattro anni, dalla mia prima asta monotematica ho costatato una netta crescita di prezzo
e ricerca di orologi da tasca e antichi in generale, fondamentale è la qualità. Ho notato una essione per gli orologi a cassa lunga, o da parquet, ma questa è dovuta alla moda e allo stile di vita soprattutto dei giovani, se per gli anni 60 avere un grandfather in salotto era uno status symbol, ora non lo è più. Spesso i giovani vivono in case sempre più piccole e si predilige un orologio a pendolo d’appoggio posto sopra una consolle o un arredo, ad un orologio a cassalunga. Credo che questa inversione continuerà per i prossimi anni, sommata anche dalle di coltà e costi di trasporto. Spedire e gestire un oggetto grande ovviamente ha un costo nettamente superiore che gestire un oggetto piccolo.
Le ultime vendite Wannenes sono state un successo per pubblico e vendite. Quali le migliori aggiudicazioni?
L’ultima vendita è stata un grande successo, ma non solo l’ultima. Le percentuali di venduto negli ultimi 4 anni sono altissime e sempre in crescita, siamo partiti con un 84% di venduto ad un 93,60% di lotti venduti e il 459,28% per valore nell’ultima asta. Molti clienti si sono delizzati, molti si a dano completamente come punto di riferimento per le loro collezioni e acquisti, e abbiamo gestito collezioni di persone importanti legate al mondo dello spettacolo (esempio Gina Lollobrigida) o del mondo dell’orologeria mondiale (Osvaldo Patrizzi).
INVESTIRE IN MODO SOSTENIBILE CON CHIAREZZA
Investire in fondi sostenibili significa anche comprendere esattamente in cosa si sta investendo.
Ecco perché in iShares ci stiamo impegnando al massimo per fornirti i dati ESG e sul clima di cui hai bisogno, con l’obiettivo di farti comprendere cosa includono i nostri ETF.
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ETF sostenibili. iShares. Aspettati di più.
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Capitale a rischio. Il valore degli investimenti e il reddito da essi derivante sono soggetti a oscillazioni al rialzo oal ribasso e non sono garantiti. L’investitore potrebbe non recuperare l’importo inizialmente investito.
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Messaggio Promozionale: Prima dell’adesione leggere il Prospetto e il PRIIPs KID disponibili su http://www.ishares.com/it, che contengono una sintesi dei diritti degli investitori. Informativa di Legge. Pubblicato da BlackRock (Netherlands) B.V. BlackRock (Netherlands) B.V. è autorizzata e disciplinata dall’Autorità per i mercati finanziari olandese. Sede legale: Amstelplein 1, 1096 HA, Amsterdam - Tel.: 020 – 549 5200 - Tel.: 31-20-549-5200. Iscrizione al Registro delle Imprese n. 17068311. A tutela dell’utente le telefonate potranno essere registrate. Per informazioni sui diritti degli investitori e su come presentare reclami, visitare https://www.blackrock.com/corporate/compliance/investor-right disponibile in italiano. © 2023 BlackRock, Inc. Tutti i diritti riservati. 3046038
IRIS LAW
TESTIMONIAL
LA MODELLA IRIS LAW, È IL PRIMO VOLTO DI GUESS JEANS
Il fotografo Rafael Pavarotti è l’autore della nuova campagna di Guess Jeans che ha per protagonista la modella Iris Law, prima ambassador del marchio recentemente lanciato dalla storica azienda americana Guess. Traendo ispirazione dall’estetica femminile che ha contraddistinto gli ultimi quarant’anni di Guess, “la visione innovativa di Iris in merito allo stile e la sua femminilità incarnano il fascino classico che ha de nito il marchio”, ha dichiarato in una nota il direttore creativo Nicolai Marciano, glio di Paul, tra i fondatori della società. “Guess Jeans rivendica l’eredità del colosso della moda, come pioniere nel campo del denim con l’introduzione di Guess Airwash: un’alternativa sostenibile all’avanguardia allo stone washing guidata da Guess n dalla sua nascita nel 1981. Ideato da me, Guess Jeans si ricollega all’essenza del marchio che ha cambiato la cultura del denim. La proposta senza tempo reinventa e perfeziona l’autentico guardaroba della West Coast incarnato da Guess attraverso valori e visione contemporanei”, ha spiegato Marciano. La collezione di debutto Guess Jeans estate 2024 è disponibile worldwide su guessjeans.com e nel primo di una nuova otta di agship store della label che ha appena aperto ad Amsterdam. guess.eu
LEICA, IL PRESTIGIOSO MARCHIO DELLA FOTOGRAFIA, APRE A NAPOLI IL PRIMO STORE DEL MEZZOGIORNO
Venerdì 24 maggio 2024, in via Nisco 25, nel cuore di Chiaia, Leica, il leggendario marchio di macchine fotogra che e prodotti per l’osservazione che da oltre 100 anni è a anco dei migliori fotogra e reporter del mondo, è sbarcato a Napoli. La visione rivoluzionaria della società, che contraddistingue lo sviluppo dell’azienda, mira a un percorso di costante innovazione non solo dei prodotti, ma anche di nuovi spazi e iniziative dedicate alla fotogra a e a tutte le forme di sperimentazione. Leica Store Napoli è il primo del Sud Italia e ci saranno altre aperture sul territorio nazionale. “Scegliere il marchio Leica per la nostra catena di negozi è più di una decisione aziendale, è un’a ermazione di qualità, precisione e dedizione all’eccellenza. Con Leica vogliamo portare avanti una tradizione di innovazione e prestigio nel
mondo della fotogra a, o rendo ai nostri clienti l’accesso a strumenti di creazione visiva senza pari. Ogni foto catturata con Leica non è solo un’immagine ma una testimonianza dell’arte e della tecnologia unite in un’unica esperienza. A Napoli il primo store della nostra rete di punti vendita, che si espanderà velocemente in altre regioni di Italia”, ha detto Giancarlo Fimiani, ceo e fondatore R-Store SpA. Con una super cie di 100 mq e tre ampie vetrine su strada, il Leica Store Napoli vuole essere una svolta nel concetto di vendita al dettaglio del marchio, un ambiente innovativo che ricalca il concept dei Leica Store e rispecchia i valori del brand: precisione assoluta e riduzione al minimo (dalla parola Das Wesentiliche), autenticità, artigianalità e ispirazione. leica-camera.com/it
BORSALINO E NOLAN, SE LO STILE URBANO VUOLE L’ELEGANZA
Nolan rma un contratto triennale con Borsalino per una collezione di caschi. L’estate 2024, insomma, è il periodo scelto dai due marchi storici per stringere una nuova collaborazione. Il risultato è un casco 100% Made in Italy, basato sul modello jet N21 della casa bergamasca, best seller di vendita con oltre 330.000 pezzi prodotti dal lancio sul mercato. Il design pulito e le caratteristiche tecniche del casco Nolan si sposano dunque con lo stile artigiano del prestigioso marchio di cappelli Borsalino. Il risultato è un casco iconico dalle linee pulite, lineari e ra nate, realizzato nelle due colorazioni
Metal White e Flat Black, che sintetizzano in un connubio perfetto design e stile, attenzione alla qualità e tradizione artigianale: tutti elementi che accomunano queste due eccellenze manifatturiere, entrambe ambasciatrici del made in Italy. I caschi saranno presentati in un packaging dedicato che riporta entrambi gli storici loghi Nolan e Borsalino.
Le dichiarazioni dei direttori generali delle due aziende danno un’idea delle motivazioni della partnership.
“Abbiamo deciso di collaborare con Borsalino in quanto le nostre aziende condividono grandi valori. Una partnership che sancisce la rinnovata strategia del marchio Nolan, sempre più vicina al mondo lifestyle e a una clientela esigente”, ha detto Enrico Pellegrino, ceo di Nolangroup.
Questa collaborazione è un’importante occasione di crescita per il nostro brand, che permette l’ampliamento dell’o erta del prodotto avvicinandoci sempre di più all’universo lifestyle e a un nuovo target di clientela”, ha concluso Mauro Baglietto, managing director di Borsalino.
La distribuzione avverrà, in esclusiva, nei punti vendita monomarca Borsalino oltre che sul sito u ciale borsalino.com, insieme ai canali specializzati Nolan.
DESIGN
LA PETITE BOULE
DI VILLEROY & BOCH, ACCESSORIO COOL DELLA TAVOLA 2024
Villeroy & Boch presenta una nuova versione de La Boule, il suo oggetto di design più iconico. Si tratta de La Petit Boule: una combinazione di design e funzionalità, ideale per gli aperitivi home made. Predrink, aperitivi, tapas, questo divertente e colorato oggetto è diventato una tendenza mondiale. Olive, patatine, stuzzichini, insieme a un drink e alla compagnia adatta, sono gli ingredienti perfetti per un aperitivo all’insegna del relax e del divertimento. Ed ecco che Villeroy & Boch propone La Petit Boule: una piccola sfera di porcellana composta da quattro ciotoline e un piatto, un elegante elemento di design bello da vedere e ideale per servire nger food. La Petit Boule è disponibile nelle tonalità del nero opaco, bianco lucido, bianco e nero a contrasto e nella coloratissima versione Memphis. Tutte le varianti di questo oggetto di design sono perfette come idea regalo: per compleanni, matrimoni, come dono per una nuova casa o per Natale. La versione mini della sfera di porcellana conquisterà davvero tutti e sarà l’elemento più cool da portare a tavola questa estate. La Petit Boule sarà disponibile in Italia a partire dal 16 luglio 2024. villeroy-boch.it
Kairos International Sicav
ACTIVESG
Benvenutinelcircolovirtuosotrasostenibilitàevalore
KIS ActivESG è la proposta di Kairos dedicata agli investimenti sostenibili che, puntando su società rispettose dell’ambiente, attive nel sociale e guidate da solidi principi di governance, ha l’obiettivo di ridurre l’esposizione alle emissioni di carbonio.
È stata una delle prime soluzioni ESG in Italia ad adottare una strategia di gestione long-short. La consolidata expertise in metodologie di gestione alternative, unitamente alla capacità di selezione dei titoli, basata su di un rigoroso processo di analisi fondamentale e su di un modello proprietario di analisi ESG, consente a Kairos di proporsi sul mercato con un’offerta distintiva.
KIS ActivESG intende generare un impatto positivo sul mondo, continuando a valorizzare il patrimonio dei clienti.
Grazie a KIS ActivESG, Kairos è stata premiata nella categoria Alternative Investments ai Private Banking Awards 2023*
Questa è una comunicazione di marketing con finalità promozionali. Si prega di consultare il Prospetto e il documento contenente le informazioni chiave (KID) prima di prendere una decisione finale di investimento, disponibili in lingua italiana sul sito www.kairospartners.com nonché presso la sede legale di Kairos Partners SGR S.p.A. (“Kairos”) e i soggetti collocatori, anche in forma cartacea. Una sintesi dei diritti degli investitori è disponibile in lingua italiana e inglese al link https://www.kairospartners.com/sintesi-dei-diritti-degli-investitori-it-en/. I rendimenti sono rappresentati al netto delle spese a carico del Fondo e al lordo degli oneri fiscali. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. L’investimento riguarda l’acquisizione di azioni del Fondo e non di una determinata attività sottostante che resta di proprietà del Fondo medesimo e implica una componente di rischio, di conseguenza il capitale investito in origine potrebbe non essere recuperato in tutto o in parte. Le oscillazioni dei tassi di cambio possono influenzare il valore dell’investimento e i costi laddove espressi in una valuta diversa da quella di riferimento dell’investitore. Informazioni sulle specificità del Fondo e sugli aspetti generali in tema di sostenibilità (ESG) ai sensi del Regolamento (UE) 2019/2088, sono disponibili al link www.kairospartners.com/esg/. In caso di commercializzazione del Fondo in paesi diversi da quello di origine, Kairos ha il diritto di porre fine agli accordi per la commercializzazione in base al processo di ritiro della notifica previsto dalla Direttiva 2009/65/CE.
Le informazioni e le opinioni qui riportate non costituiscono un’offerta al pubblico, né una raccomandazione personalizzata, non hanno natura contrattuale, non sono redatte ai sensi di una disposizione legislativa, non sono sufficienti per prendere una decisione di investimento e non sono dirette a persone residenti negli Stati Uniti o ad altri soggetti residenti in Paesi dove il Fondo non è autorizzato alla commercializzazione.
© 2023 Morningstar, Inc. Tutti i diritti riservati. Le informazioni (1) sono di proprietà di Morningstar e/o dei suoi fornitori di contenuti; (2) non possono essere copiate o distribuite; e (3) non si garantisce che siano accurate, complete o tempestive. Né Morningstar né i suoi fornitori di contenuti sono responsabili di eventuali danni o perdite derivanti dall’uso di queste informazioni. Il Morningstar Sustainability Rating è riferito alla classe P-EUR, dati al 31 ottobre
Self made di successo
La Winfrey è riuscita ad accumulare un patrimonio di 3 miliardi di dollari
A sorpresa, la Swift si piazza solo ai piedi del podio, seguita da Madonna
DI SARA MORTARINI
RANKING
CELEBRITIES
Il 2024 è stato un anno record per le più ricche celebrity d’America, censite da Forbes nell’ambito della classi ca delle più facoltose donne self made. Le 15 star che compaiono nella lista contano su un patrimonio collettivo di 13,3 miliardi di dollari (dati al 3 maggio 2024), +23% rispetto a un anno prima. Tra i nomi noti ci sono pop star, presentatrici e produttrici cinematogra che – da Madonna a Ellen DeGeneres, da Reese Whiterspoon a Beyoncé. La più giovane della lista è Kylie Jenner (26 anni), che detiene questo titolo dal suo debutto nella top 100, nel 2018, mentre all’estremità opposta troviamo Barbara Streisand, con i suoi 82 anni. Di seguito le prime posizioni della classi ca.
OPRAH WINFREY
PATRIMONIO NETTO STIMATO:
3 MILIARDI DI DOLLARI
ETÀ: 70 ANNI
SETTORE: TV
RIHANNA
PATRIMONIO NETTO STIMATO:
1,4 MILIARDI DI DOLLARI
ETÀ: 36 ANNI SETTORE: MUSICA
TAYLOR SWIFT
PATRIMONIO NETTO STIMATO: 1,3 MILIARDI DI DOLLARI ETÀ: 34 ANNI SETTORE: MUSICA
MADONNA PATRIMONIO NETTO STIMATO: 850 MILIONI DI DOLLARI
ETÀ: 65 ANNI SETTORE: MUSICA
BEYONCÉ KNOWLES
PATRIMONIO NETTO STIMATO: 760 MILIONI DI DOLLARI
ETÀ: 42 ANNI SETTORE: MUSICA
KIM KARDASHIAN
PATRIMONIO NETTO STIMATO:
500 MILIONI DI DOLLARI
ETÀ: 43 ANNI SETTORE: SKINCARE
CRISI JLOBEN AFFLECK, IN VENDITA
LA VILLA DI BEVERLY HILLS
Anche se i diretti interessati non hanno ancora confermato (né smentito), si rincorrono ormai da qualche tempo le voci di crisi tra la cantante Jennifer Lopez e l’attore Ben A eck, convolati a nozze nel 2022. A supportare l’ipotesi che il divorzio sia ormai imminente ci ha pensato il sito Tmz, secondo cui la coppia avrebbe messo in vendita la lussuosa villa di Beverly Hills, comprata solo un anno fa e pagata 60 milioni di dollari. Stando alle ricostruzioni, il prezzo di vendita sarebbe stato portato a 65 milioni di dollari che, considerati i lavori eseguiti dalla coppia e le tasse legate alla compravendita, porterebbe a una “svendita” addirittura in perdita. La casa di 3.500 metri quadrati si trova su un terreno di cinque acri. Dispone di 12 camere da letto, 24 bagni, un garage per 12 auto e una piscina, oltre a campo da basket, palestra e un ring per la boxe.
BUSINESS
RIHANNA AMPLIA LA SUA LINEA BEAUTY WCON FENTY HAIR
Dalla musica al beauty, Rihanna è riuscita in pochi anni a costruirsi un impero miliardario. Ora, l’ultima mossa della cantante delle Barbados – annunciata sul suo pro lo Instagram - è stato il lancio di una nuova linea di prodotti per capelli, sempre sotto l’ombrello del suo fortunato brand Fenty Beauty (lanciato in collaborazione con LVMH). Usciti u cialmente lo scorso 13 giugno, i nuovi prodotti sono “progettati per ra orzare e riparare tutti i tipi di capelli”. Stando ai calcoli di Forbes, Rihanna – sempre in prima linea come testimonial dei suoi stessi prodotti – vanta un patrimonio netto di 1,4 miliardi di dollari ed è quest’anno la 23esima donna self made più ricca degli Stati Uniti.
Pull together
Wealth and asset managers are stronger if they help each other Private banks have yet to realise their job is shifting
BY YURI BENDER*
With both the asset and wealth management sectors plagued by higher interest rates and fee pressures, the industries have valuable lessons they can teach one another. At the start of 2024, consultancy PwC laid down ve priorities for asset and wealth managers looking to transform and grow, against a backdrop of business and economic challenges.
e predictions are already proving pertinent. ey included leveraging GenAI as part of “strategic” digital investments and deepening relationships with high net worth clients, through promoting private market products in particular.
During the rst four months of this year, activity in these spheres has been intense, resembling the all-consuming craze around ESG investments, which obsessed the industry during the Covid-19 pandemic and beyond. Even elementary students of science are aware of Newton’s ird Law of Motion – that for every action, there is an equal and opposite reaction.
e current backlash against ESG investments shows this reaction
is well under way for responsible investments. is has been triggered partly by political polarisation, with US critics complaining ESG concerns are “woke” and excessive, and European observers believing they do not go far enough. ere is already a danger the private markets push could su er a similar fate, with some private bank investment bosses reluctant to channel clients into illiquid assets which may not best suit their needs.
e AI revolution may be similarly challenged. ese tech tools are often deployed by wealth managers to cut costs and improve e ciencies, rather than engender client trust and improve the experience, which wealth managers claim is their main aim. Moreover, advisers are still at a premium, despite the investment industry’s long-term prognosis of robotisation.
Focus on renewed growth triggered But the main trend highlighted by PwC somehow slipped through the cracks and received less day-to-day attention than the
passion for private markets or AI infatuation. is is that wealth and asset managers will focus on renewed growth triggered by strategic partnerships and M&A.
Of course we have seen the recent high-pro le absorption of Credit Suisse into the UBS global wealth machine, following Swiss political pressure. And a much lower-pro le integration of Investec Wealth & Investment into the UK Rathbones franchise is another indicator of the shape of things to come.However, it is the increased backroom activity linking up asset and wealth managers in strategic partnerships and less formal relationships which o ers greater potential. At long last, asset and wealth managers are recognising both their strengths and limitations. Wealth managers have nally realised their previous raison d’etre of managing secretive portfolios for oligarchs and fugitive politicians has evaporated. Asset managers have also twigged they need to improve relationships with major investors to boost market share.
Scopri i protagonisti del risparmio gestito come non li hai mai visti
is is one reason we are seeing the asset management colossuses – including $10tn US house BlackRock and $2tn European leader Amundi – reaching into the wealth sphere. is requires a change in culture and mentality.
New arrangements
Until now, the major fund houses have employed “snipers” selling exchange traded funds and other products to multi-asset teams at wealth management houses. What is needed now is a more strategic relationship with top management, where “partners” co-operate on research, technology and operational support. Whereas most wealth managers have been investing in advanced CRM, compliance and nancial planning tools, have they yet evolved into the highly sophisticated centralised machines which the largest asset managers aspire to become?
“Private banks mainly run at 80 per cent cost-income ratios, which are super-expensive. ey employ far too many people and can learn a lot from asset managers,” believes Pascal Duval, deputy head of solutions and services at Amundi. “ ey have good relationships and enjoy the trust of clients, but lack any industrialised system of managing them. ey need to take this on board.” At the same time, he believes, large investment rms are mainly concerned with beating benchmarks and managing highly speci c portfolios, with little understanding of the purpose of the
e transformation can involve the balance tech-led mass market production must be industrialised, while trust-related private banking specialities must be preserved
wealth or assets they are managing. Closer collaboration through consolidation and outsourcing deals can help re-adjust these inconsistencies.
Production must be industrialised is transformation can involve a delicate balance. Tech-led mass market production must be industrialised, while trust-related private banking specialities must be preserved. But there are also calls for a broader shake-up in the role of wealth advisers, who some commentators feel are poorly prepared for the revolution sweeping the industry. e problem in private banking, says one senior European asset management leader, is not the rms, but the bankers themselves. “Private bankers see their role as a stockbroker, discussing stocks, sharing clever investment ideas and recommending innovative tax structures,” he says.
is can lead to a “very dangerous situation” in a highly regulated wealth industry, where holders of two portfolios with the same risk pro le receive a very di erent diagnosis, because they are being advised by di erent private bankers. Industry voices believe private banks have yet to realise their job is shifting,
from individual advice to a more systematic model, where particular client pro les are shepherded into the most appropriate investment solution. To boost growth and pro tability ese changes may help boost growth and pro tability, but on their own they are not enough to encourage the type of wholesale transformation which leaders claim is well underway. Many private bank bosses and asset management CEOs remain paranoid about sticking with trends and not falling behind rivals. As a result, manifestos of leading players are remarkably similar, both in business models and digital developments. Surely it is time for bolder statements of direction and innovation, rather than purely following pronouncements of a handful of business leaders, such as JP Morgan Chase chief Jamie Dimon or BlackRock boss Larry Fink. Otherwise it is likely big tech rms will start to ll the vacuum. While the notion that “fortune favours the brave” dates back to ancient Greece, it is time for top management to reconsider the wisdoms of yesteryear.
*Financial reporter Testo tratto da pwmnet.com
The Mai Tai Hangover
During this series covering past nancial crises dynamics were relatively straightforward e ‘98 East Asian Crisis may as well be the most articulated (and insightful) of them all
BY JOHN BELL (Abbiamo lasciato il testo in inglese per cogliere le sfumature del contenuto, n.d.r.)
e (re)exploration of the most interesting nancial crises in the Modern and Contemporary Eras could have ended with ’08-’09. Yet, ’08-’09 is still very fresh in the minds of most. And with that, the dynamics that brought it about. Dedicating the nal column to it could have been perceived as a waste of space (and of time). Instead, the ’98 East Asian crisis is less so – both because it is less fresh (even to those who have lived through it) and more complex. As always, the context. Asia, by the second half of the ‘90s, was very much not just on the rise but arisen. Japan was dealing with the fallout of the nancial crisis object of the previous column, China was being resurrected by the reforms begun by Deng Xiaoping and Hong Kong, Taiwan, Singapore and South Korea had earned the nick of “East Asian Tigers”. Neighbours felt, not incorrectly, they were being left behind. And this is when trouble began.
No Free Lunch
However, the national saving rates were much below the investment rates opening a gap between
demand and supply that, as the mathematics suggests, could only be lled by international capital ows. However, that was easier said than done as the countries had been, until then, living under an extremely restrictive nancial regime. Inevitably, then, as it had been the case in Japan as well, each country decided to implement a variety of liberalisation policies to loosen the restrictions and allow for capital to ow.
(Mis)liberalisation
However, the liberalisation packages were ill-designed – crucial restrictions, such as interest rates ceilings (lending/ deposits) and sectors to which it was possible to extend loans, were scrapped without much thought. e regulatory apparatus was unprepared for the high volumes and high concentration of capital ows coming their way. Banks and non-banks, who were tasked of managing the ows, operated in more than sub-optimal conditions. First, their capital was insu cient and so were reserves. Second, they were subjected to
a varied collection of political interferences that, as the name suggests, interfered with the banks’ allocation processes. ird, because of their political importance, banks and non-banks were largely operating under a regime of “implicit insurance”, which made them prone to risk-taking. If intermediaries were unprepared, so were the business on the receiving end of these funds. In many ways, the problems that plagued Japanese corporations in the 1980s plagued the South-East Asian ones as well: concentrated ownership, opacity, little or no shareholders’ rights, accounting practices of debatable validity and a short supply of accountants and auditors. Which would have had a balancing e ect, was prevented. At the micro level the misallocation of in ows resulted in voluminous increases in xed assets (construction, for example) on the asset side matched up by short term, unhedged, foreign-exchangedenominated debt on the liabilities’ side. Both debt-to-equity ratios and currency/maturity mismatches ballooned as a result.
At the macro level, the misallocation of in ows resulted in increased imports and decreased exportscurrent account de cits ballooned as a result. Investment in nontradables (real estate, for example) requiredforeign exchange and did not earn foreign exchange in return. At the same time, it reduced exports because it both diverted resources away from investments capable of generating foreign exchange and put pressure on the real-exchange rate. Finally, the macroeconomic responses to these explosive imbalances were
equally not savvy – interest rates were increased, scal policy turned non-contractionary and currencies’ appreciation, which would have had a balancing e ect, was prevented
FX Horseman e domino started to unravel when returns on non-tradables started to plummet. e more and more loans ran into trouble when collateral value started to plateau as the credit bubble stopped in ating, the more foreign banks (Japanese and European) took their
local-denominated ows out of local banks and nance companies to convert them back into foreign exchange (the Japanese banks started in mid 1997, followed by the European ones in the rst half of 1998), depleting foreign exchange reserves and putting signi cant pressure on pegs that were defended with, among other tools, further interest rates increases.
At this point, the currency crisis evolved into a so-called “twin crisis” - a banking crisis was well on its way. Eventually, currency pegs simply had to be let go and corporate and bank balance sheets had to withstand the impact of both higher interest rates and real exchange rate depreciation - that is, overnight, the value of liabilities skyrocketed into the stratosphere, setting o a bankruptcy epidemic that brought an abrupt stop to lending, furthering the slump.
Elaborate plans, the end
As always, a substantial amount of details and side-stories have been put to the side for the sake of space. Yet, even in this form, which does not do justice to the complexity and heterogeneity of the crisis, it’s easy to see how the East-Asian crisis gathers all the dynamics that have been discussed in these columns: corporate (mis)governance, risky if not unlawful banking practices, fragile monetary arrangements, outlandish spending sprees, stock market crushes. History doesn’t repeat. Yet, as it does, rhymes.
Investiamo con cura nell’healthcare del futuro
Un approccio focalizzato sulla salute delle aziende.
AB International Health Care Portfolio
In un contesto di mercato incerto, il settore sanitario può offrire interessanti opportunità agli investitori grazie alla sua resilienza. I mutamenti demografici e l’incremento della domanda a livello globale, infatti, lo hanno reso meno vulnerabile alle condizioni macroeconomiche.
Grazie all’innovazione, a valutazioni favorevoli e a una redditività via via maggiore, inoltre, il comparto presenta anche un buon potenziale di crescita.
Per scovare opportunità occorre un approccio focalizzato. Piuttosto che inseguire le ultime novità in ambito scientifico, il team di AB International Health Care Portfolio punta a scoprire società con un potenziale di rendimento interessante tramite un’approfondita ricerca sulla loro solidità. Seguiamo un approccio concentrato, investendo nelle aziende destinate a nostro avviso a prosperare sia oggi che in futuro.
Per saperne di più
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