SENZA LIMITI
S P E C T R E
SPIRI T EL E CTRIFIE D
The next generation of Rolls-Royce artisanship in perfect harmony with electric technology. Spectre is a prophecy ful lled.
D EALE R LO C ATION ] MILAN
Motor Cars Milan, Via dei Missaglia 89, 20142, Milan (MI), Italy +39 (0)2577 00980 info@rrmc-milan.com www.rolls-roycemotorcars.com/milan
Valori di consumo ed emissioni WLTP omologati per Rolls-Royce Spectre: Consumo 22,2 kWh/100km - Emissioni CO2 0 g/km - Autonomia elettrica 530 km Il valore delle emissioni di CO2 e del consumo elettrico sono definiti sulla base di prove ufficiali secondo le disposizioni applicabili in vigore al momento dell’omologazione. I valori delle emissioni di CO2 e del consumo elettrico indicati sono conformi alla procedura di prova WLTP (Worldwide Harmonized Light Vehicles Test Procedure). I valori di omologazione CO2 e consumo elettrico potrebbero non riflettere i valori effettivi, che dipendono da molti fattori legati (a titolo esemplificativo ma non esaustivo) allo stile di guida, al percorso scelto, alle condizioni meteorologiche e stradali oltre alle condizioni, uso e dotazione del veicolo. I dati relativi alle emissioni di CO2 e al consumo elettrico sono stati rilevati in conformità con il procedimento di misura prescritto dal regolamento CE n° 715 / 2007 nella rispettiva versione valida per l’omologazione della vettura.
RESPONSIBLE
DEPARTMENTS
EDITOR’S LETTER
THE ANSWERS WITH...
Carlo Vallarino Gancia “Il mio look? Classic beauty, come uno degli Champaghe che preferisco”
Christofle dà scacco matto
THE DUEL Avere un bell’aspetto vs. Sentirsi bene
DOMAIN
INTERIORS
Effetti speciali
Chantilly
20 Ritorno in pista
22 Un “sì” prezioso
Senza tempo
28 Tutto Munari
32 Il sushi perfetto parla inglese
Tra il bianco e il rosso
Piacere senza fine
Omaggio al maestro
48 Quadri o tappeti?
OUTDOOR
52 Quel terrazzo è un salotto
HOTELS
56 A lezione di design
61 Che bel soggetto DREAM MACHINES WATER
BESPOKE
62 Affiliamo le lame REAL ESTATE
66 Un posto al sole 71 Esotismo all’italiana EXPERIENCE
76 Rovinj, storia e charme
86 Piccolo grande “rib”
92 A tutta velocità
WHEELS
96 Così eclettica e Vera WINGS 99 Arrampicatori aziendali PASSIONS
Onda lunga
La casa dei giochi
Splendida routine
Notti magiche
La gemma del Mediterraneo
Ambasciatori del lusso
Periodico registrato presso il Tribunale di Milano al numero 192 dell’08/10/2021 robbreport.it
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Editor’s Letter
Il lusso è una cosa seria. Non ci si improvvisa bravi artigiani o professionisti del bel vivere, ci vuole esperienza e anche studio approfondito della materia. Come racconta il tavolino di vetro di Murano a tiratura limitata - che poi è un’opera d’arte - ispirato alla laguna di Venezia, a cui abbiamo dedicato l’apertura di questo numero di Robb Report. Un lusso quindi non fine a se stesso, come quello che ha ispirato, a Tolentino, anche il nuovo hotel “Interno Marche”, fortemente voluto da un imprenditore illuminato, che ha dedicato stanze e suite allo stile di grandi designer e progettisti.
Ospitalità a cinque stelle declinata a tutte le sfaccettature del bello, dunque. Come quella delle ville in affitto e dei celebrati alberghi frequentati dal jet set in Costa Smeralda. Anche in questo caso, non ci si accontenta di offrire servizi ed eccellenza, la vacanza comprende anche un mare strepitoso e una natura che invita alla calma e alla contemplazione. Un territorio straordinario, su cui vigila l’omonimo Consorzio che, tra Olbia e Arzachena, è garante di quel pezzo di Sardegna amato in tutto il mondo. E siccome è su spiagge come queste che nei mesi estivi nascono le mode - e anche sui superyacht, dove la piscina ormai è d’obbligo, come illustra la nostra copertina di questo numero d’estate - meglio prepararsi a dovere, scegliendo look e accessori come quelli delle pagine di RR dedicate allo stile dove, dai costumi ai mocassini eleganti, l’outfit giusto è assicurato. E non va certo lasciata all’approssimazione la scelta del vino da ordinare al ristorante o mettere in tavola per una cena con gli amici, che d’estate dev’essere rosé. Temi dunque molto freschi, piacevoli, che vengono riproposti nei servizi sui mobili da giardino e terrazza, veri salotti per le chiacchiere e le cene spensierate sotto le stelle fino a tarda notte. Ed è proprio per raccontare questo mondo dal fascino esclusivo con i suoi oggetti cult, esperienze, luoghi, cibi, beauty, viaggi che Robb Report Italia seleziona per i suoi lettori, che oggi inizia una collaborazione importante con i nostri nuovi “Ambasciatori del lusso e dell’eccellenza”. Sei giovani content creator specializzati nei diversi segmenti, che con le loro community creano valore e moltiplicano
la conoscenza. Seguiteli sul nostro sito dedicato ( robbreport.it ) e sui social per avere sempre un occhio attento ai prodotti e alle esperienze che piacciono alla gente che piace.
Susanna Tanzi Editor in Chief tanzi@bfcmedia.comTHE GOODS
WHO, WHAT AND WHERE
Effetti speciali
Ispirato all’isola della Madonna del Monte nella laguna di Venezia, il tavolino a tiratura limitata cattura lo scorrere incessante
dell’acqua contro le rive. Scolpite sulla superficie, le onde si increspano su forme geometriche di alluminio
L’idea di questo tavolino “da caffè” di vetro e alluminio proviene dal lavoro della fotografa Lucie Jean intitolato “Down by the water”, incentrato su una piccola isola della laguna di Venezia chiamata “Madonna del Monte”. Una meraviglia della natura che ha incantato e ispirato il designer di interni Noé DuchaufourLawrance, che spiega così il suo lavoro: “Approdando sulle sponde dell’isola abbandonata dopo un giro in vaporetto, mi sono emozionato per l’acqua in movimento. Mi è piaciuto il contrasto di texture tra gli elementi liquidi, il cielo nuvoloso e i muri di mattoni in rovina. Componenti perfetti per iniziare un affascinante progetto di design con il vetro”. Il vetro di Murano riprende così il blu nebbioso dell’acqua della laguna, conferendogli una densità singolare. Le onde sono scolpite sulla superficie mentre si increspano su forme geometriche di alluminio, per poi scomparire come una linea d’acqua in dissolvenza, effetto ancora più evidente se osservato da vicino, nei dettagli sorprendenti e nella finezza del vetro, che sembra perennemente fuso. Ogni elemento emette una luce in sincronia con l’ambiente circostante. Presentato al Salone del Mobile a Milano, il tavolino è a tiratura limitata in 12 pezzi + 4 prove d’artista e viene venduto a un prezzo indicativo di 31.500 euro (Iva esclusa). S.T.
Incantevole Chantilly
Capitale francese dell’ippica dal XVIII secolo, nel mese di giugno ospita il celebre Prix de Diane e il suo concorso d’eleganza per la dama più chic. Un’occasione per ammirare il Castello che ospita la seconda collezione d’arte più importante di Francia e passeggiare nei meravigliosi giardini
SOPRA
Fantini in sella alle puledre durante il Prix de Diane Longines.
A DESTRA
Outfit in lizza per il Concours d’élégance au Prix de Diane Longines.
A SINSTRA
Il Castello di Chantilly e il suo giardino alla francese.
Cavalli al tondino che mostrano fieri le loro criniere, cappelli colorati dalle forme stravaganti indossati dalle ospiti più chic e gentlemen in giacca che passeggiano prima di fare la propria puntata. Il Prix de Diane Longines di Chantilly, giunto alla 175ª edizione, nel mese di giugno raccoglie gli appassionati di ippica in una delle location più affascinanti di tutta la Francia. Con il maestoso castello di Chantilly che si scorge in lontananza, insieme con le scuderie del Principe di Condé che accolgono gli stalloni più quotati, l’ippodromo della cittadina francese è la destinazione per chi vuole godersi una giornata all’insegna delle corse e dei festeggiamenti. Il Concours d’élégance au Prix de Diane Longines premia la dama più elegante della giornata mentre, a corse concluse, un dj set consente di prolungare le celebrazioni fino al calar della sera.
Ma il clou dell’evento del 16 giugno è la gara di Gruppo 1, il livello più alto delle corse di cavalli in piano, che premia la migliore puledra purosangue di tre anni di età. Una manifestazione che dal 1843 raggruppa sulla linea di partenza esemplari eccezionali, in arrivo da tutto il mondo (spesso a bordo dei jet privati dei più facoltosi magnati). A evento concluso, pochi passi di distanza separano gli ospiti dall’Auberge du Jeu de Paume, struttura di lusso affiliata Relais & Châteaux il cui design si ispira al vicino castello, richiamando l’allure della borghesia francese. Il domaine storico spicca tra le eleganti facciate della cittadina, cuore pulsante del lifestyle francese, appena al di là della Porte de Saint Denis. Il nome è un omaggio allo jeu de paume (pallacorda), sport antenato del tennis che si giocava in una delle stanze della maison, oggi dedicata alle esibizioni. Le 92 camere di
SOPRA
L’ingresso
dell’Auberge
du Jeu de Paume.
SOTTO
La Presidential Suite.
IN ALTO Il Castello di
SOPRA
La biblioteca che conserva una collezione di antichissimi manoscritti.
charme sono caratterizzate dal toile de jouy, tipico tessuto francese stampato che raffigura scene di vita in campagna e da arredi in stile Luigi XV. La Valmont spa presenta un rituale personalizzato per dare sollievo ai muscoli dopo una cavalcata, mentre il ristorante fine dining La Table du Connétable esprime il legame con il territorio dello chef Clément Le Norcy attraverso ricette come l’aragosta della Bretagna, terminata con il cioccolato. Al risveglio si può partire alla scoperta della seconda collezione d’arte più importante di Francia dopo quella del Louvre, conservata al Condé Museum, all’interno del Castello di Chantilly. Per arrivarci si passeggia attraverso giardini ricchi di specchi d’acqua, per poi giungere all’interno del castello con le sue stanze decorate d’oro che accoglievano la residenza privata di Henri d’Orléans, Duca di Aumale. Fine conoscitore d’arte, diede nuova vita al castello e decise di conservare qui le sue opere, oggi a disposizione di tutti gli appassionati che decidono di fermarsi nell’incantevole cittadina di Chantilly. Penelope Vaglini
CULT
Ritorno in pista
Copia perfetta di un’auto da corsa Endurance degli anni ’60, tributo alla Ferrari 250 Testa Rossa, Cegga 002/60 dice ancora la sua
Quando spunta da una stradina di campagna appena fuori Londra, l’effetto è quello di assistere alla proiezione di una bobina cinematografica sgranata migliorata, ad alta definizione e a colori. Cegga 002/60 è un tributo a una Ferrari 250 Testa Rossa che ha vissuto una vita improbabile: dalle corse allo sfascia carrozze, per poi essere ricostruita e personalizzata, riscuotendo un notevole successo sui circuiti europeo durante l’età d’oro del motorsport. Nel 1958, durante la cronoscalata Freiburg-Schauinsland in Germania, il proprietario Alfred Hopf perse il controllo della sua 250 Testa Rossa e finì tra gli alberi della Foresta Nera. L’anno successivo, il rottame fu acquistato dai fratelli Claude e Georges Gachnang di Aigle, in Svizzera. Claude, un meccanico di talento, riprogettò le sospensioni per
affinare la maneggevolezza dell’auto, quindi chiese al carrozziere italiano Scaglietti di avvolgere il telaio tubolare in acciaio in un’originale carrozzeria di alluminio battuto a mano. Il veicolo, battezzato Cegga 002/60 (acronimo di Claude et Georges Gachnang Aigle), vinse numerose “hillclimb” europee all’inizio degli anni Sessanta e si presentò sulla griglia di partenza della Quattro Ore di Pescara e della 1.000 chilometri del Nürburgring. Dopo un incidente nel 1966, Georges si ritirò dalle competizioni e l’auto fu venduta a un collezionista di Ferrari che la riconvertì a vettura di serie. La Scuderia Cegga e la sua roadster dallo stile unico sarebbero potute essere completamente dimenticate se non fosse stato per l’ex stella del rugby inglese (e appassionato di corse storiche) David Cooke. Nel 2016, dopo avere letto dei Gachnang e delle loro auto, ha rintracciato i fratelli, all’epoca ottantenni, che hanno condiviso il loro
Questa meticolosa copia della Cegga 002/60, costruita su un telaio della Ferrari 250 GT Boano, è stata recentemente venduta all’asta per quasi 800.000 euro.
tesoro di disegni tecnici e foto d’epoca. Utilizzando un telaio Ferrari 250 GT Boano e un V-12 Colombo da 3,0 litri corretto per l’epoca, l’esperto di auto d’epoca Neil Twyman ha ricreato la macchina con freni a disco interni, un differenziale Env e sospensioni posteriori indipendenti (invece di un asse a travi) per adattarsi alla geometria originale di Cegga. Il processo è durato quattro anni. Nel 2019, Cooke ha corso con la “nuova” Cegga al Goodwood Revival, mentre Georges osservava in lacrime, e la replica è diventata una presenza regolare agli eventi storici. Quando è in movimento, la 002/60 fa girare la testa più di qualsiasi altra hypercar del XXI secolo. Espirando attraverso i doppi tubi laterali, il suo V-12 non silenziato è brutalmente rumoroso, ma il telaio modificato conferisce alla dinamica di guida un sorprendente livello di raffinatezza; con il suo sterzo tattile e il muscoloso cambio manuale, la racer richiede, e ricompensa, ogni grammo di attenzione. Con l’aiuto della casa di restauro Ferrari DK Engineering, con sede nel Regno Unito, e della piattaforma di aste online Carhuna, la Cegga è stata recentemente venduta per quasi 800mila euro, ricordando che l’autenticità a volte è più una questione di atteggiamento che di pura provenienza. Tim Pitt
Consigli per una guida Classica
Quasi tutte le case automobilistiche di lusso offrono esperienze in pista in abbinamento alle loro ultime auto ad alte prestazioni, ma il programma Corso Pilota Classiche della Ferrari istruisce i proprietari su come ottenere il massimo dalle vecchie razze del Cavallino Rampante. Ecco alcuni consigli che abbiamo raccolto in pista. Basem Wasef
• Armatevi di pazienza
Le Ferrari d’epoca potevano sembrare veloci sui poster della nostra infanzia, ma il loro ritmo impallidisce in confronto alle auto moderne (sembra ovvio, ma sareste sorpresi dal numero di persone che desiderano fare correre la propria 250 GT come una 812 Superfast). Le auto d’epoca richiedono pazienza nei cambi di marcia, nelle curve e nelle frenate; imparare il “tacco-punta” migliorerà la stabilità del retrotreno dell’auto in caso di scalata di marcia con frenata simultanea; la capacità di usare la doppia frizione è un’altra abilità fondamentale quando si ha a che fare con i vecchi cambi manuali non sincronizzati.
• Amare ciò che rende unico il vostro destriero Le macchine d’epoca sono progettate con una variabilità molto maggiore rispetto alle auto di ultima generazione prodotte in serie, il che significa che non solo le loro caratteristiche di guida sono più strane e difficili da prevedere, ma che due esemplari apparentemente identici possono comportarsi in modo diverso grazie a variazioni di produzione o a capricci nell’allineamento e nella messa a punto. Assicuratevi di
dedicare del tempo a capire come lavorare con la distribuzione dei pesi del vostro veicolo: una Ferrari Testarossa del 1989 a motore centrale, con il 60% del peso sul retrotreno, sarà più incline al testacoda rispetto a una Ferrari 365 GTB/4 del 1969 a motore anteriore con una ripartizione dei pesi di 50:50. Solo modificando la guida in base alle caratteristiche della vostra auto imparerete a sfruttarne la potenza.
• Spingersi al limite
Dai motori a basso regime di rotazione ai pneumatici più alti, le vecchie auto d’epoca offrono prestazioni più limitate, ma più facilmente esplorabili rispetto alle supercar contemporanee. Man mano che ci si avvicina ai limiti del veicolo, si scopre un mondo di feedback e comunicazione, dal tintinnio degli pneumatici al volante danzante, e gran parte del piacere di pilotare un’auto d’epoca a velocità sostenuta consiste nell’imparare a sintonizzarsi con questa sinfonia di suoni e sensazioni. Inoltre, potrebbe salvarvi la pelle: come ha detto un istruttore di Corso Pilota Classiche, “l’unica cosa che vi proteggerà dagli errori è il vostro legame con l’auto”. Queste macchine sono per lo più prive degli ausili elettronici
che i guidatori di oggi danno per scontati: se spingete troppo forte o ignorate ciò che l’auto sta cercando di dirvi, rischiate una costosa fattura per le riparazioni (nella migliore delle ipotesi).
• Imparare la stabilità Le auto d’epoca non sono costruite in modo così robusto come quelle moderne; dai sistemi di raffreddamento alle capacità di frenata, la tecnologia ha fatto molta strada dai tempi dei carburatori e delle crash box. I fluidi vitali, come quelli per la frizione e i freni e l’olio del cambio manuale, devono essere sostituiti ogni 10.000-15.000 chilometri. Quando si ripone un’auto vecchia per un lungo periodo, il serbatoio della benzina va tenuto pieno per ridurre al minimo l’accumulo di acqua, ma va aggiunto uno stabilizzatore di benzina per evitare l’ossidazione del carburante.
• Esercitarsi spesso Sì, sono esigenti e relativamente fragili, ma ricordate: queste auto sono state costruite per essere guidate. Non abbiate paura di tirare fuori la vostra dal garage e fare girare il tachimetro. È il modo migliore per garantire una maggiore affidabilità a lungo termine, oltre che il più divertente.
JEWELRY
Un “sì” prezioso
Con i diamanti scelti e montati su misura, da quasi un secolo Harry Winston rende magica la proposta di matrimonio. Anelli e parure che si ispirano ai gioielli della Corona
Lo status symbol dell’alta gioielleria, i diamanti, per Harry Winston sono come le persone, preziosi per la loro individualità. È per questo che dal 1932 la maison, una storia lunga quasi un secolo, racconta un percorso che nulla ha da invidiare alle collezioni dei rari gioielli reali. Grazie alla lunga esperienza nel segno della tradizione, gli anelli di fidanzamento firmati Winston rientrano nei più severi requisiti qualitativi del settore. E siccome, come disse Winston, “non esistono due diamanti identici”, il brand accosta la bellezza del diamante all’abilità con cui il prezioso è stato tagliato. L’unicità dei diamanti si determina anche dalle impurità interne e superficiali, che
A SINISTRA
“Belle”, anello con diamante tondo centrale, con una cornice geometrica incastonata su un’elegante fascia di micropavé.
SOPRA
“Classic Winston”, anello con diamante a forma di pera incastonato in platino con pietre laterali a baguette affusolate. Prezzi su richiesta
vengono magistralmente analizzate con speciali ingrandimenti, perché quasi sempre così piccole da risultare invisibili a occhio nudo. Non c’è proposta di matrimonio senza diamante, o almeno così suggerisce la tradizione, che vuole la fatidica domanda accompagnata da un luccicante anello.
Il prezioso nello scatto centrale è battezzato “Belle” una delle più iconiche proposte di anelli di fidanzamento firmate Harry Winston. Al centro è incastonato in platino un diamante che può variare
dai 0,50 a 2,49 carati, a corolla una cornice geometrica su un’elegante fascia in micropavé di diamanti. Un pezzo simbolico di alta gioielleria, un omaggio alla collezione che ha dato il via alla eccezionale carriera della Maison. Un’alternativa più raffinata è il Classic Winston, che incarna l’eleganza senza tempo e lo stile distintivo di HW. Si tratta di un anello di fidanzamento con diamante a forma di pera che parte da 1,00 carati, incastonato anch’esso in platino, con pietre laterali baguette affusolate. Matteo Calzaretta
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Le mille luci di New York
Una lettera d’amore alla Grande Mela, è così che la maison di gioielli americana propone quello che è un vero e proprio viaggio alla scoperta dei quartieri di New York che hanno disegnato la vita di Mr. Winston. L’ineguagliabile stile dei palazzi e le mille luci della notte sono gli elementi a cui si ispira la New York Collection. Un omaggio alla città dove nel 1932 nacque la maison Harry Winston , suddivisa in sub-collections, ciascuna delle quali celebra una moderna interpretazione della storia Winston, lunga quasi un secolo. L’esempio perfetto è la collezione “Brownstone” con diamanti taglio baguette, brillante rotondo, smeraldo e marquise avvicinati a pietre colorate, un richiamo alle forme di Manhattan. Ma anche la linea “718”. Ne fa parte “Marble Marquetry”, parure di collane, orecchini e anelli con diamanti e zaffiri, che trae spunto dal marmo bianco e nero del famoso atelier. Si ispirano invece al taglio di diamante preferito da Harry Winston, ma anche alle sette vetrine placcate oro lungo le pareti della boutique, le “Emerald Vitrine” in cui si uniscono smeraldi colombiani ai diamanti taglio baguette, marquise e brillante rotondo. E all’incredibile tramonto infuocato sui grattacieli è dedicata “Manhattanhenge”, una collana di alta gioielleria e orecchini che catturano le tonalità di una luce speciale e unica nel suo genere.
SOPRA
Collana Fifth Avenue
di diamanti e zaffiri blu taglio goccia con base in platino.
A FIANCO
Orecchini Manhattan
Adornment di diamanti e zaffiri taglio round fancy con base in platino.
SOTTO
Orecchini Cathedral di diamanti e smeraldi taglio goccia con base in platino.
Il fondo della cassa di Extra-fort Vitré è personalizzato dall’emblema di Eberhard & Co., lo scudo che racchiude la “E”.
PAGINA A DESTRA
La versione con quadrante azzurro e contatori argenté e Chronographe 1887 Automatique.
WATCHES
Senza tempo
Cassa in acciaio di 39 mm, design ricercato, eleganti lancette di tipo Dauphine e un’inedita proposta di quadranti. Eberhard & Co. rivisita Extra-fort, un dei suoi modelli più apprezzati e longevi
Un grande classico rivisitato. Ha più di 80 anni Extra-fort di Eberhard & Co., e un fascino inalterato. Dal 1940, anno di presentazione del primo modello, questo cronografo ha conosciuto una particolare fortuna, è stato interpretato in molteplici versioni ed è tra le collezioni più apprezzate della maison. Oggi, nella versione Vitré si presenta con un’inedita proposta di quadranti. Caratterizzato da una cassa in acciaio del diametro di 39 mm, sfoggia un design ricercato ed eleganti lancette di tipo Dauphine. Il quadrante mostra un sofisticato gioco di pattern a schema concentrico, alternando la lavorazione frappé a linee verticali alla finitura azurée della fascia delle
1887,
RITORNO AL FUTURO
In occasione del suo debutto a Watches and Wonders Geneva, l’evento più importante per il mondo dell’alta orologeria, Eberhard & Co. ha presentato Chronographe 1887 Édition Limitée, in soli 250 esemplari, e Chronographe 1887 Automatique, due nuovi cronografi che vanno ad arricchire la collezione “1887”, rendendo omaggio alla data di fondazione della maison svizzera. I due segnatempo sono animati da calibri esclusivi sviluppati in collaborazione con la Manufacture AMT.
I movimenti di entrambi sono dotati di ruota a colonne e della complicazione fly-back, che nasce intorno agli anni ’30 per consentire ai piloti di cronometrare le diverse fasi di volo. Le linee inconfondibili dei cronografi storici Eberhard & Co. rivivono attraverso dettagli distintivi, come la corona con pulsante coassiale personalizzato con la lettera “E”, la cassa in acciaio dalle linee sinuose, le lancette con dettagli differenti per ciascuno dei due contatori.
ore, ripresa anche per i due contatori. I nuovi quadranti sono proposti in tonalità di particolare eleganza che creano interessanti effetti cromatici. Si va dalla versione più sofisticata, argenté con contatori argenté, all’accattivante versione argenté con contatori neri, fino al particolare modello con contatori argenté e quadrante azzurro, una tonalità delicata di grande tendenza. Il fondo della cassa in vetro zaffiro svela la massa oscillante con lavorazione perlée caratterizzata da una particolare coiffe (a copertura del cuscinetto della massa) fissata da 2 viti blu e personalizzata dall’emblema della maison, lo scudo, che racchiude la “E”. A partire da ¤ 4.150.
Tutto Munari
A Villa dei Capolavori, una mostra tra le più complete sulle opere del designer che non si prendeva troppo sul serio. Settant’anni di idee e creatività tra grafica, oggetti e opere d’arte
di Valentina Lonati
Picasso lo definì “il Leonardo dei nostri giorni”, eppure
Bruno Munari lo si immagina a disagio con tali paragoni, lui pensava che il vero successo per un designer fosse quello di arrivare nei mercati rionali. Fu un ribelle nei fatti e nel pensiero, portando uno sguardo sghembo e anticonformista nel design come nell’arte, nella comunicazione visiva e nella pedagogia. Con la sua autoironia - “Io, con le mie macchine inutili, facevo proprio ridere” - riuscì sempre a mantenere un’autentica meraviglia nei confronti della vita e delle sue espressioni. “Conservare lo spirito dell’infanzia per tutta
la vita vuole dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire e la voglia di comunicare”, diceva. A raccontare il suo spirito, e a ripercorrere l’evoluzione del suo approccio progettuale è “TUTTO”, una mostra - la più consistente ed esaustiva dedicata alla sua operache va in scena fino al 30 giugno nella celebre Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo a Parma. L’esposizione, curata da Marco Meneguzzo, racchiude settant’anni di idee e di lavori tra grafica, oggetti e opere d’arte, partendo dal Secondo Futurismo per espandersi a tutti i campi della creatività, senza alcuna distinzione tra le discipline. Il risultato è il ritratto di un uomo
SOPRA A SINISTRA
“Variazioni sul viso umano”, 1964, cartoncino colorato e collage.
Casaperlarte, Fondazione
Paolo Minoli, Cantù.
SOPRA A DESTRA
“rRrR rumore di aeroplano”, circa 1927, inchiostro e collage su carta. A FIANCO
“Negativo Positivo”, 1990, acrilico su tela.
Casaperlarte, Fondazione
Paolo Minoli, Cantù.
profondamente contemporaneo e libero, capace di esprimersi senza preconcetti e con leggerezza.
“Munari», spiega Marco Meneguzzo, “è una figura molto attuale nella società liquida odierna. È un esempio di flessibilità, di capacità di adattamento dell’uomo all’ambiente. Il suo metodo consiste nello scoprire il limite delle cose che ci circondano e di volerlo ogni volta superare”. Proprio per questa difficoltà nel distinguere i territori linguistici da lui affrontati nel corso del tempo, la rassegna non si sviluppa in modo cronologico, bensì è suddivisa per attitudini e concetti, così da poter mostrare i collegamenti e le relazioni progettuali tra oggetti anche apparentemente diversi.
Il sushi perfetto parla inglese
Il nuovo avamposto dello chef Shinji Kanesaka a Park Lane, il primo del grande chef fuori dell’Asia, promette di essere una rivelazione per i londinesi. Ammesso che si trovi posto…
Il ristorante più costoso di Londra è anche tra i meno visibili. Sushi Kanesaka è nascosto dietro una porta di legno scura e priva di insegne nell’hotel 45 Park Lane di Mayfair, il cui esterno non pubblicizza il locale. A confondere ulteriormente le cose, l’ingresso conduce a una sala privata del Bar 45 dell’hotel, la cui atmosfera dimessa e vagamente dissoluta si scontra con l’occasionale apparizione di una okami-san giapponese in abito tradizionale, mentre si prepara per uno dei due servizi della serata. A quel punto gli avventori del bar devono chiedersi cosa ci sia esattamente nel loro Negroni. Ma un ristorante non ha bisogno di un’insegna urlante per attirare i passanti quando ci sono solo nove posti a sedere e il menu fisso costa 420 sterline (circa 490 euro). Lo chef Shinji Kanesaka ha due stelle Michelin per il suo ristorante altrettanto esclusivo a Tokyo, e ne ha aperti altri in Giappone, a Singapore e Hong Kong. L’avamposto londinese, il suo primo al di fuori dell’Asia, ha ottenuto la stella a febbraio, appena
sette mesi dopo l’apertura. Mentre altri ristoranti londinesi offrono piatti unici più costosi, come il tomahawk di Wagyu da circa 800 euro di Nusr-Et, il menu fisso di 18 portate di Kanesaka è il più costoso del Regno Unito, con abbinamenti di sake che aggiungono almeno altri 160 euro al conto. Kanesaka è volato a Londra per qualche giorno quando è stata annunciata la stella Michelin, preparando il suo menu omakase per alcuni chef stellati di Londra e altri ospiti, tra cui Robb Report. Anche se in futuro il sushi non verrà preparato direttamente dallo chef di fama mondiale, l’esperienza all’interno del ristorante dell’hotel (ammesso che riusciate a prenotare) è per il resto molto simile a quella del suo ristorante originale, altrettanto piccolo, a Ginza, sul quale la sala londinese è modellata. Il personale si è formato lì, e l’interno è quasi identico nella sua semplicità, con le stesse tradizionali casse per il ghiaccio in legno di hinoki e un bancone ricavato da un unico pezzo di legno della stessa varietà di cipresso, in questo caso fresato da un albero di 500 anni. L’obiettivo di
Gli assistenti gli portano gli ingredienti, e lui scuoia, affetta, forma e piega quasi tutto ciò che si mangia
IN SENSO ORARIO
DA SINISTRA
Lo chef Shinji Kanesaka nel suo nuovo ristorante di Mayfair; tonno selvaggio canadese, Otoro e Chutoro; la direttrice di sala, Nanami Kidoguchi; una capasanta scozzese viene tolta dal guscio.
Sushi Kanesaka? Semplicemente la perfezione, un’impressione rafforzata dall’uomo stesso, austeramente vestito con sandali e felpa, quando mi raggiunge al bar per un’intervista prima del servizio. Sì, mi dice tramite un interprete, è consapevole che il suo menu sia il più costoso di Londra, ma no, non è mai stata questa l’intenzione. È vero che è stato difficile trovare pesce da fornitori locali che rispettassero i suoi standard, ma è entusiasta di ciò che preparerà in seguito. Il servizio è più simile a una performance o a un rituale che a un pasto. La semplicità del kit di strumenti di uno chef di sushi è ancora più sorprendente qui, dato il prezzo di ciò che Kanesaka sta per realizzare usando solo un paio di coltelli, un tappetino yukata per arrotolare e un asciugamano per tamponare le dita. Gli assistenti gli portano gli ingredienti su vassoi di hinoki e lui si occupa di scuoiare, affettare, formare
e piegare quasi tutto ciò che si mangia, dall’aragosta scozzese in pastella al manzo di Kobe scottato (molto brevemente). Il nori è croccante e salato, il riso della casa di Yamagata oleoso e confortante. Il pesce spazia in un’ampia gamma di gusti e sensazioni, dal netto tocco oceanico delle uova di salmone al polpo riccamente dolce che è stato cotto a fuoco lento per cinque ore. Le creazioni di sushi sono presentate come singoli pezzi delicati, ma costituiscono un pasto appagante in 18 portate; il rotolo di anguilla affumicata, in particolare, ha un peso generoso. Il tutto è accompagnato dai migliori sake disponibili, in particolare un Koueigiku Gekko burroso e non pastorizzato e un Choryo Yamahai invecchiato in botte.
Dopo due ore riemergete, un po’ sconcertati, nel bar dall’atmosfera dimessa, con una fastidiosa sensazione di rimpianto. Non per i soldi spesi - data la qualità ultraterrena e la dedizione monastica dell’uomo che ha preparato la cena - ma per la consapevolezza che probabilmente non mangerete mai un sushi migliore in vita vostra. Ben Oliver
Tra il bianco e il rosso
I Rosé sono i vini preferiti nella stagione estiva. Si abbinano benissimo con il pesce e sono perfetti per l’aperitivo. A voi la scelta
Rappresentano una fascia minore sul mercato vitivinicolo, ma non sono certo meno importanti, tanto che spesso la versione Rosé è la più esclusiva nelle cantine dei migliori spumanti e Champagne, e
i “semplici” vini non sono da meno. Apprezzati soprattutto d’estate per la spiccata freschezza, il giusto profumo e la versatilità, si mostrano perfetti da abbinare anche a tutto pasto, grazie agli aromi e alla consistenza gusto-olfattiva. Oltre naturalmente all’aperitivo o come
contorno di uno spuntino in barca o sulla spiaggia. Inutile sottolineare l’importanza di una scelta non casuale ma ragionata, informandosi sui bland e sulle caratteristiche di beva. Ecco una selezione di Robb Report per brindare all’estate 2024. Susanna Tanzi
Originario della sponda bresciana del Lago di Garda, è un blend a base di Groppello vinificato a lacrima. Il 50% del mosto viene affinato in piccole botti di rovere per sei mesi, conferendo al vino un grande equilibrio. Il profumo è leggermente speziato, con note di pesca, frutti rossi e pepe nero. Al palato, è energico, armonico, con una persistenza e sapidità che conquistano il cuore.
BELLE EPOQUE ROSÉ PERRIER-JOUËT
Floreale e seducente, è un raro e prezioso Champagne d’annata con una pallida tonalità rosa salmone e una personalità delicata, caratterizzata da note di fiori rosa e piccoli frutti rossi. Il gusto riporta agli aromi fragranti di peonia rosa e fiori di ciliegio, completato da bacche rosse e un accenno di mandarino.
ROSÉ
RUINART
L’effervescenza vivace, il colore rosa dai riflessi leggermente aranciati e il gusto fresco e delicato lo rendono lo Champagne perfetto per brindare all’estate 2023. Con un profilo aromatico complesso e intenso, che rimanda ai frutti esotici (guava, litchi) e ai piccoli frutti rossi (lampone, ciliegia, fragolina di bosco) è uno Champagne di grande convivialità.
ALÌE FRESCOBALDIPrende il nome da una ninfa l’elegante rosé dal colore chiaro, con tenui riflessi rubino. Un raffinato equilibrio tra Syrah e Vermentino, che trovano nella vicinanza al mare di Toscana la massima espressione. Aromi di fiori bianchi, fragoline e bucce di agrumi si fondono con punte di mineralità del territorio, per un lungo e ricco finale.
ROSÉ
COMTE DE MONTAIGNE
Sorprendente e audace, il Rosé “de saignée” è l’espressione fruttata e vinosa dello stile della maison. Dal perlage vivace, con toni rosati e arancio, è ricco di bolle fini e persistenti. Al naso regala aromi di frutta rossa, come lamponi e ribes. Al gusto resta un finale fresco e raffinato, molto elegante e piacevole.
AQUA
DI VENUS RUFFINO
Le uve provengono dalla costa del sud della Toscana, in Maremma. Di colore rosa tenue, ha un bouquet complesso, con note floreali tipiche del Sangiovese, seguite da note di erbe aromatiche e macchia mediterranea. Il Syrah conferisce note fruttate di ciliegia rossa mentre il Pinot Grigio lo arricchisce con note agrumate e floreali. Al palato è un vino fresco, sapido e con una buona acidità.
ROÖS BRUT
FOSS MARAI
Roös, come Rosa, fiore dell’amore, per questo spumante rosato, nato dalla grande esperienza della famiglia Biasiotto e dalla capacità di andare a riscoprire e a valorizzare vitigni autoctoni rari e di alto pregio sull’altopiano delle Murge nell’entroterra barese, Patrimonio Unesco.
LE FORNACI ROSÉ TOMMASI
Nella zona storica del Lugana, sponda sud del Lago di Garda, nasce questo vino intenso e armonico che unisce struttura ed eleganza. Il risultato di un’attenta selezione delle uve Turbiana, l’uva “regina” del territorio, e Rondinella, vitigno autoctono della Valpolicella, e della particolare lavorazione dei loro mosti durante la vinificazione.
CUVÉE IMPERIALE MAX ROSÉ
BERLUCCHI
Con uve Chardonnay (60%) e Pinot Nero (40%) provenienti dai più vocati vigneti dei 19 comuni della Franciacorta, ha un bouquet complesso, fragrante e vivace. Con note marcate di frutti di bosco, frutta matura, denota una piacevole vinosità per la presenza del Pinot nero anche nella liqueur d’expedition. Al gusto risulta pieno, vellutato, morbido.
Piacere senza fine
Un Cognac lussuoso e intensamente aromatico e un decanter elegante e discreto. Da ricaricare non appena il livello scende sotto
i 20 cl. In un circolo virtuoso, come insegna la tradizione
Quando si acquista un Cognac di pregio è un peccato gettare via il decanter una volta svuotato del suo prezioso nettare. Ecco perché la maison
Camus ha ideato [Re]Feel, un nuovo sistema di ricarica per il suo decanter di lusso XO. Il riutilizzo nel mondo del Cognac è una tradizione significativa, che si tratti dell’uva da cui si ricava il prodotto, delle botti di rovere necessarie per l’invecchiamento o dei decanter, ogni elemento del processo di produzione e
di servizio del Cognac è stato concepito per molteplici usi. Il decanter Camus XO onora questa tradizione: quando il livello scende di due terzi, basta andare sul sito di Camus (www.camus.fr) e ordinare un [Re]Feel. Il Cognac verrà inviato in una semplice bottiglia di vetro da 50 cl. Una volta travasato il prezioso liquido nel decanter, la bottiglia vuota può essere restituita alla maison dove verrà trattata e pulita per darle una seconda vita. Bottiglia da 50cl, ¤200; un nuovo decanter XO da 70cl, ¤320.
A DESTRA
“La Pera”, stampa serigrafica frutto della collaborazione tra Enzo Mari e Danese. Fa parte della “Serie della Natura”.
NELLA PAGINA A FIANCO
Immagine tratta da “La Mela e la Farfalla” di Iela e Enzo Mari, albo illustrato senza parole.
Omaggio al maestro EXHIBITION
La retrospettiva dedicata alla creatività di Enzo Mari e prodotta da Triennale Milano, approda per la prima volta a Londra. Dove rimarrà, con 250 progetti, fino all’8 settembre
di Isabella RuschenaIl Design Museum di Kensington High Street ospita fino all’8 settembre una grande esibizione che ripercorre i 60 anni di carriera di Enzo Mari, uno dei più grandi e poliedrici designer del XX secolo. Il progettista, artista, critico e teorico novarese viene celebrato con una monografica prodotta e allestita per la prima volta dalla Triennale di Milano nel 2020, pochi giorni prima della scomparsa del
maestro 88enne. L’esposizione di Londra - 250 proggetti esposti in ordine cronologico, fondamentali per capire il percorso dell’autore - segue la tappa a Genk in Belgio dello scorso anno. Prevista una ricostruzione storica, a cura di Francesca Giacomelli, affiancata da una serie di tributi a opera di progettisti internazionali contemporanei. In una mostra parallela, “Grazie Enzo Contemporary Responses to Enzo Mari”, 13 artisti residenti a Londra
mettono in mostra le loro opere per dimostrare l’influenza del designer. Tra loro Jasper Morrison, Industrial Facility, Andu Masebo, Sound Advice. Diciannove piattaforme multimediali impreziosiscono la rassegna permettendo di conoscere i progetti alla base della visione artistica di Mari. Completano il percorso una serie di video interviste che raccontano le tensioni etiche dell’artista, le sperimentazioni, la
capacità di dare forma all’essenziale. Sono realizzate da Hans Ulrich Obrist, uno dei curatori d’arte più influenti al mondo. Non sono presenti solo lavori iconici ma anche materiali inediti, provenienti per la maggior parte dall’Archivio Mari donato al CASVA, Centro di Alti Studi sulle Arti Visive di Milano. Tra le opere esposte, il calendario perpetuo e le serigrafie della Serie della Natura realizzate negli anni ’60.
A SINISTRA
Enzo Mari, universalmente riconosciuto come uno dei maggiori teorici del design italiano e mondiale. Foto di Ramak Fazel.
A DESTRA
“Serie della Natura”: tavole di schizzi preparatori e modelli di raffronto per la realizzazione dell’“Oca”, 1967, con Elio Mari. Foto Studio Enzo Mari.
L’intuito di Mari si esprime anche nella sua attenzione nel design dedicato all’infanzia, di cui fu un precursore. Attratto dal mondo del gioco come attività necessaria a scoprire le proprie potenzialità, nel 1957 realizzò “16 Animali”, uno zoo-puzzle di legno prodotto da Danese. Dopo 16 anni produsse con la medesima filosofia “16 Pesci” e in seguito altri giochi e libri per bambini. Una testimonianza di come il genio artistico di Mari si sia espresso a 360° con la progettazione di circa 2mila creazioni che vanno dal prodotto fino a spingersi alla realizzazione di opere concettuali. I suoi studi lo portarono a essere insignito nel 1967 del suo primo Compasso D’oro. Riconoscimento che gli venne attribuito proprio per le “Ricerche individuali di Design” del quale rivoluzionò il concetto con la realizzazione di oggetti utili destinati alla gente comune, fino ad allora esclusa da un settore ritenuto elitario. Ricercava un design spogliato del superfluo, funzionale, efficiente e dal prezzo accessibile. Un design etico e democratico. Il suo era un atteggiamento pionieristico con grande attenzione a tematiche attuali come quelle legate al consumismo e alla sostenibilità. La mostra itinerante celebra una vita dedicata alla sperimentazione incessante e alla passione per il Made in Italy dagli anni ‘50 alle ultime opere del 2020.
The Answers with . . .
CARLO VALLARINO GANCIA
Torinese, classe '89, a Carlo Vallarino Gancia il vino - si può dire - scorre nelle vene. Cresciuto in una famiglia che ne produce di eccellenti da generazioni, fin da bambino si è appassionato al mondo dell’enogastronomia, girando con suo nonno per le eccellenze del territorio tra Langhe e Monferrato. Negli anni la passione aumenta, e Carlo ambisce a diventare sempre più esperto. Nel 2015 ottiene la certificazione da sommelier, nel 2022 la certificazione internazionale WSET e nel tempo libero si diverte ad approfondire visitando aziende vinicole in giro per l’Italia, andando a eventi e fiere di settore e partecipando a degustazioni. Oggi da libero sfogo
alla forte passione per questo settore ricoprendo il ruolo di senior brand manager di Krug per il mercato italiano. Uno Champagne sinonimo di eccellenza, nonché prodotto di punta di Moët Hennessy, azienda leader mondiale nel settore di vini e alcolici di lusso. Tra i precedenti incarichi professionali, Carlo ha ricoperto il ruolo di channel manager per i canali on trade, off trade e e-commerce nella divisione bevande alcoliche di Coca-Cola Hbc; in precedenza è stato trade marketing manager del canale on trade in Diageo, azienda leader mondiale per le bevande alcoliche, inizialmente solo per il portfolio prodotti "luxury" e successivamente per tutto il portfolio prodotti dell'azienda, birre incluse.
Quale consiglio vorrebbe avere seguito?
Non affittare una casa senza lavastoviglie.
Quanto si fida del suo istinto? Molto.
Il capo del suo guardaroba che indossa più volentieri. La camicia.
Come descriverebbe il suo look?
Come uno dei miei champagne preferiti, classic beauty.
Dove e come si rilassa?
In montagna, sciando.
Un’esperienza mai fatta prima.
Bere una bottiglia di Krug 1989, il mio anno di nascita.
Qualcosa che si pente di non avere acquistato?
Più vino da mettere in cantina.
Chi è il suo rivenditore preferito e che cosa acquista?
Dipende ma principalmente vino, la mia grande passione.
L’ultima aggiunta alla sua “collezione”?
Una bottiglia di Barolo regalata da un caro amico produttore.
Il piatto migliore che sa cucinare?
Il risotto.
Si allena per tenersi in forma? E quanto spesso?
Abbastanza spesso, per espiare i miei peccati di gola.
L’ultima volta che ha staccato completamente la spina.
A febbraio durante uno splendido viaggio alle Maldive.
DALL’ALTO
Il pianista e compositore italiano Dario Faini, in arte Dardust, che ha creato gli ultimi abbinamenti tra musica e i due Champagne de Les Créations de 2011 Krug; Krug Vintage 2011 e Krug Grande Cuvée 167ª edition; isole maldiviane; risotto allo zafferano; la copertina del libro “L’arte della vittoria”.
La prima cosa che fa la mattina. Spengo la sveglia…
Che cosa desidera di più a fine giornata
Chiacchiere, relax e un buon calice di vino.
Se potesse acquisire un nuovo talento…
Riuscire a indovinare tutti i vini alla cieca, mi divertirebbe molto.
Che cosa farebbe davvero la differenza nella sua vita?
Bere e mangiare senza mai ingrassare.
I ristoranti del cuore a Parigi, Londra, New York…
Ambos a Parigi, Sketch a Londra, One White Street a New York.
L’hotel dove si sente a casa?
Tutti quelli in cui all’interno c’è una Krug Ambassade.
Il cocktail preferito e il bar dove lo fanno meglio.
Il Martini cocktail, uno dei più famosi è quello del Connaught di Londra.
Che cosa non può mancare nel suo bagaglio?
Un apribottiglie.
L’auto alla quale tiene di più?
Quella che non mi posso permettere.
Il posto che sceglie sempre in aereo.
Uscita di emergenza, dove c’è più spazio per le gambe.
Ultimo libro letto.
"L’arte della vittoria" di Phil Knight.
Per cosa vale davvero la pena pagare?
Per tutto ciò che ci appassiona, e se si può condividere ancora meglio.
In che parte del mondo vorrebbe essere in questo momento?
Nella Champagne.
Chi ammira di più e perché.
Le persone umili, generose e chi non si prende troppo sul serio.
Il suo migliore amico.
Quello che non ti lascia mai con il bicchiere vuoto.
Il quartiere preferito della sua città preferita.
Rione Monti a Roma.
L’ultimo spettacolo a cui ha assistito.
Il concerto di Dardust al teatro degli Arcimboldi di Milano.
Quale musica la rende felice?
Le composizioni create da Dardust per l’abbinamento musicale perfetto con Krug 2011 o Krug Grande Cuvée 167ème édition.
THE ART OF TIMEKEEPING
Step into a world where time is not just measured, but captured in exquisite wearable art.
Qannati's timepieces offer a journey through the past, present, and future. Made in France with a savoir-faire, using exotic materials and curios, each piece is a masterpiece that captures the essence of time, timelessly.
10, Place Vendôme, 75001, Paris, France
Tel: +33 1 53 45 54 50
www.qannati.com
Instagram: @qannati
DOMAIN
WHERE DESIGN LIVES
CARPET EDITION
Ken Scott
Pattern geometrici, fantasie animalier e fiori tridimensionali danno vita alla Capsule Collection, 33 elementi tra arazzi e tappeti, tra cui “Infinito”, taftato a mano. Da € 1.400
Quadri o tappeti?
Lavorati a mano con filature rare, fiori tridimensionali, con tinte che virano dal giallo al blu, su misura per qualsiasi esigenza. Eleganti, morbidi, personalissimi hanno un fascino indiscutibile e fanno, come si dice, atmosfera. Abbiamo scelto le novità dei migliori brand, veri laboratori di arte
di Alessia BellanDi ispirazione futurista, astrattista, con colori mixati o geometrie che rendono omaggio a grandi stilisti, i tappeti di tendenza si ispirano al mondo dell’arte e della moda. Pezzi unici, in morbidi filati e forme capaci di stupire e destare emozione, non seguono schemi e regole anzi, spesso li sovvertono. Eleganza e creatività caratterizzano questi capolavori, capaci di trasformare gli spazi arricchendoli
con gusto e personalità. E se un tratto comune di tutti i tappeti esclusivi è l’alta densità dei nodi – tra 600mila e un milione per metro quadrato - con tecniche di tessitura sapientemente usate ancora oggi nelle manifatture in Nepal e Pakistan, la ricercatezza oggi è data anche dalle forme, dalla ricerca che genera nuovi concept, dalle collaborazioni esclusive. Una cosa va sottolineata: per avere la certezza di un tappeto di valore, conviene rivolgersi agli specialisti di settore. Come questi selezionati da Robb Report Italia.
ILLULIAN
Florpois
Colori, fiori e pois. La vivace collezione Florpois nasce dalla sinergia tra lo stilista Alessandro Enriquez e Illulian, brand italiano leader di tappeti di lusso. Prezzo su richiesta.
STORAGEMILANO PER BATTILOSSI
Ge-Technique
Battilossi incontra l’estro dello studio di design Storagemilano. Dalla passione per la ricerca nasce Ge-Technique, un nuovo concept declinabile in infinite varianti.
Il tappeto “Ray” è annodato a mano in Pakistan e Nepal. Prezzo su richiesta.
ILLULIAN
Collezione Laki By Serena Confalonieri
Il design della collezione Laki riprende le geometrie di ispirazione futurista, con palette cromatiche a contrasto. Da € 1.859
ILLULIAN Blast
Il colore invade lo spazio in un’esplosione di cromie intense. Il tappeto mescola in un sapiente melange arancioni e rossi che sfumano verso il rosa e il giallo fino al blu elettrico. Prezzo su richiesta.
POTOCCO Clue
Il tappeto outdoor disegnato da Chiara Andreatti è disponibile in diverse forme e colori. I formati rettangolari si mescolano a quelli tondi adatti a qualsiasi arredo.
Da € 2.918
OUTDOOR
Quel terrazzo è un salotto
Materiali sostenibili, attenzione ai tessuti naturali, linee essenziali per gli arredi che valorizzano gli esterni. Dove anche un pouf o un tappeto possono fare la differenza e rendere anche i piccoli spazi accoglienti e conviviali di Franca Rottola
Pouf Apex disegnato da Sacha Lakic per Roche Bobois, rivestito in tessuto outdoor, con seduta in mousse poliuretanica a doppiadensità e fibre di poliestere.
A DESTRA
Divano Esosoft Outdoor disegnato da Antonio Citterio, della collezione Cassina Outdoor, con scocca in fibra intrecciata a mano.
Il confine fra indoor e outdoor è sempre più sottile e l’eleganza tipica degli ambienti interni, fatta di ricerca di materiali, cura dei dettagli e studio delle forme, ha conquistato l’open air. Gli spazi all’aperto, terrazze e giardini, sono diventati i veri protagonisti delle abitazioni in tutte le stagioni, ideali per momenti di relax dove il benessere e il design diventano un confortevole tutt’uno. Arredi che uniscono stile, funzionalità e sostenibilità, privilegiando materiali di alta qualità e design ergonomici, ma anche modulabili che permettono di aumentare la versatilità progettuale adattandosi a ogni spazio, creando salotti all’aria aperta e trasformano gli spazi esterni in una estensione degli ambienti interni. Tessuti di alta qualità e imbottiture morbide dominano la scena delle nuove collezioni, ma sono molto apprezzati anche tappeti, cuscini decorativi e pouf imbottiti, realizzati con materiali resistenti alle intemperie che assicurano durata nel tempo senza compromettere la comodità. Un trend già presente da qualche anno - e che si conferma anche nel 2024 - è quello dell’utilizzo di materiali sostenibili, eco-friendly e riciclabili, non solo il legno proveniente da foreste certificate, ma anche l’alluminio riciclato, i tessuti naturali e quelli biodegradabili. Nuove collezioni dalle linee essenziali si alternano a quelle morbide con colori ispirati alla natura, sempre molto amati, ma si fanno strada anche colori vivaci per un tocco più glamour, da scegliere e personalizzare, che rendono gli spazi esterni piacevoli e conviviali.
SOPRA
Linee essenziali per la seduta Monte di Yaaz, confortevole e impilabile con struttura in alluminio verniciato, schienale caratterizzato da corde intrecciate e morbida cuscinatura.
A DESTRA
Fioriera tonda Cuprum di Royal Botania in ottone dorato lucido con uno speciale sistema di drenaggio di acciaio inox e un bordo isolante profondo.
SOPRA
Collezione Bombom firmata dall’artista
Joana Vasconcelos per Roche Bobois, composta da divani, tavolini, tappeti e cuscini con colori ispirati alle facciate color pastello delle antiche case di Lisbona.
A DESTRA
Sistema di sedute
modulare della
collezione Davos, disegnato da Matteo Nunziati per Unopiù.
HOTELS
A lezione di design
Voluto da un imprenditore illuminato, Franco Moschini, Interno Marche
apre i battenti a Tolentino, cittadina di grande fermento culturale.
E dedica stanze e suite ai più grandi progettisti. Senza trascurare servizi
ed esperienze di una perfetta ospitalità
Nella villa tardo liberty che per 60 anni è stata la sede della pelletteria Nazareno Gabrielli e, dal 1962, anche quella di Poltrona Frau, apre i battenti Interno Marche. Un progetto di ospitalità declinata al bello, voluto dall’imprenditore Franco Moschini, che con Poltrona Frau e marchi come Cassina, Cappellini, Zanotta,
Gebrüder Thonet Vienna (di cui è ancora presidente) ha contribuito alla diffusione del design e del Made in Italy nel mondo. La struttura si estende su 3.600 mq che comprendono 25 camere e 5 suite long stay diverse una dall’altra e ispirate, ciascuna, allo stile del progettista cui saranno intitolate e ai 5 movimenti stilistici che hanno attraversato l’ultimo secolo. Michele De Lucchi, Marc Newson, Gae Aulenti, Vico Magistretti, Giò Ponti
e Achille Castiglioni sono solo alcuni dei designer che hanno contribuito al successo delle aziende di Moschini e che vengono raccontati attraverso ambientazioni, linee, stampe e pezzi iconici, attraverso una rigorosa ricerca filologica. Interno Marche nasce dal recupero e dalla trasformazione degli
spazi di Villa Gabrielli, di cui sono stati restaurati gli affreschi, modulati i grandi spazi di opificio novecentesco, integrate le antiche vasche di concia. Una casa-museo in cui è possibile passare tra stilemi e arredi che hanno fatto la storia dell’interior design degli ultimi 60 anni, con oltre 400 i pezzi, tra
autoriali e custom, realizzati ad hoc per un’atmosfera decisamente autoriale. Nella camera dedicata a Luigi Massoni, per esempio, l’ospite potrà sdraiarsi sul celebre Lullaby e ammirare gli affreschi del soffitto, dormire sul Volare Bed in quella intitolata a Lazzeroni e accomodarsi su una Woodline nella stanza che ripercorre l’opera di Marco Zanuso, affacciandosi alla finestra che guarda il centro culturale Politeama, restaurato dalla Fondazione Franco Moschini e firmato da Michele De Lucchi. Lobby, sala colazione e lounge bar accolgono gli ospiti nella grande sala a 3 campate che fu il cuore pulsante della produzione dell’opificio mentre il bistrot restaurant - con materie prime e ricette che spaziano dalla tradizione locale alla cucina internazionale - la spa e la palestra si trovano al piano terra con ingresso dal giardino. L’inaugurazione, a giugno, arriva dopo un cantiere (tra i pochissimi al mondo con certificazioni di sostenibilità ambientale Gbc Historic Building e Leed for hospitality) che ha visto all’opera 4 consulenti strategici, 7 architetti, 14 ingegneri, 2 restauratori, 4 geologi e 2 agronomi. E ancora: 4 progettisti 3D, 1 light e 3 interior designer, 30 imprese - quasi tutte del territorio, per volere di Franco Moschini - e più di 70 aziende fornitrici. Una squadra di oltre 2.000 professionisti impegnati in un percorso rispettoso non solo di architettura e della storia, ma anche di ambiente e territorio. S.T.
SOPRA
Camera Moschini, con la panca appendiabiti Coat Rack Bench, design dello Studio Front, di Gebrüder Thonet Vienna.
A SINISTRA
Camera De Lucchi, con il letto Luna di Poltrona Frau e la lampada Dioscuri di Artemide
Che bel soggetto
Stile, fascino, eleganza e mattoni rossi. L’hotel NH Collection New York Madison Avenue,
tra i preferiti di Instagram, fa rivivere ai suoi ospiti l’atmosfera patinata degli anni ’50 e ’60
In una delle città con il più alto tasso di hotel di lusso del mondo, NH Collection New York Madison Avenue si distingue per la bellezza patinata, che lo ha portato a essere premiato da Luxury Travel Advisor come “Hotel più instagrammabile” del Nord America nel 2022.
Si trova nell’iconica Madison Avenue di Manhattan, famosa per l’impatto mondiale delle potenti e rivoluzionarie agenzie pubblicitarie durante l’età d’oro della pubblicità. Ed è proprio l’atmosfera degli anni
Cinquanta e Sessanta che, dopo una completa ristrutturazione nel 2021, un design all’avanguardia fa rivivere attraverso un arredamento attento e sofisticato in tutta la lobby, la lounge e le 288 camere. Per gli ospiti più esigenti, l’hotel offre 25 Junior Suite con vista sullo skyline di Manhattan, quattro Tower Suite con vista sull’Empire State Building e la Penthouse Empire Suite dotata di un’ampia terrazza. Il ristorante simbolo dell’hotel è Serafina, specializzato in cucina italiana contemporanea realizzata con ingredienti di altissima qualità e in un ambiente vivace. L’hotel ha recentemente stretto una partnership con Perfect Picnic NYC per offrire agli ospiti un’esclusiva “Picnic in the Park Experience” durante il loro soggiorno, un picnic unico con cestini esclusivi da gustare nella bellezza di Central Park. P.T.
A DESTRA L’Ussaro
Affiliamo le lame
Coltelli di alto artigianato, pezzi unici prodotti da mani sapienti coniugano estetica e funzionalità. Una perfezione che ha convinto anche i grandi chef
Da oltre cento anni e ora alla quinta generazione, la famiglia Berti produce nel cuore
della Toscana, coltelli fatti a mano tutti rigorosamente made in Italy. Prodotti senza tempo con una tradizione e una passione che si tramanda dal 1895. Belli da vedere e impeccabili nell’utilizzo, racchiusi in eleganti confezioni, in cui praticità, funzionalità e design sono tra le caratteristiche principali che li contraddistinguono. Ogni coltello è pensato per tagli di precisione, in cui la forma e le dimensioni della lama devono essere adatte alle varie tipologie di alimenti per svolgere in modo efficace e sicuro le attività di preparazione in
cucina. Progettati e realizzati per soddisfare le esigenze di privati, di professionisti della ristorazione e dell’accoglienza alberghiera, dedicati alla cucina, alla tavola per impeccabili mise en place e scelti anche da chef stellati come coltelli personali, per il servizio in sala o per show cooking. “In Coltellerie Berti ci piace collaborare non solo con i designer ma anche con gli chef, per sviluppare insieme prodotti adatti a particolari esigenze o semplicemente frutto di una creatività che, spesso, nei professionisti della cucina si esprime, oltre che nelle preparazioni e nella presentazione dei piatti, anche nella capacità di disegnare oggetti. Sono molteplici le collaborazioni sviluppate negli anni per singoli prodotti o per intere collezioni ed è un approccio, questo, che stiamo rinnovando”, racconta Andrea Toscani, marketing
manager di Coltellerie Berti. “Da sempre, lo spirito artigiano è alla base della creazione di ogni coltello Berti. In un mondo che cambia, coinvolto da continue innovazioni, integriamo nel nostro metodo produttivo soltanto quei moderni processi tecnologici che, anche se fossero eseguiti manualmente, non lascerebbero comunque traccia significativa in termini di valore del prodotto. Sempre mantenendo lo spirito artigiano e nel rispetto della tradizione oggi, grazie all’ingresso di nuovi capitali, siamo un’azienda che sta investendo in macchinari, attrezzature, tecnologie e professionalità che ci consentiranno di fare fronte alle crescenti richieste dei mercati, anche esteri. Ognuno dei nostri coltelli è prodotto a Scarperia, nella nostra fabbrica ed è realizzato senza divisione del lavoro. Questo significa che ognuno è realizzato da una singola persona, un artigiano che lo inizia e lo finisce e lo sigla con le proprie iniziali, dichiarandone il valore”, prosegue Toscani. Le collezioni sono caratterizzate da versioni più o meno esclusive, realizzate con lame in acciaio inox forgiate o tagliate al laser, con manici in corno di bue, legno di bosso e metacrilato, scelte da differenti utenti che riconoscono il valore della tradizione Berti e desiderano utilizzare a tavola e in cucina coltelli funzionali e belli. Franca Rottola
Maestri di taglio
Una storia lunga 128 anni quella di Coltellerie Berti, fondata da David Berti a Scarperia in Toscana nella valle del Mugello, tramandata per generazioni, fatta di tradizione, autenticità e passione, con un patrimonio costituito da forme e modelli, da modi di produrre e materiali,
metodi e competenze che al tempo stesso hanno seguito l’innovazione dei tempi. Coltelli fatti a mano da maestri che realizzano pezzi unici, pensati per durare nel tempo, testimoni di tradizione e di valori. Ognuno firmato dall’artigiano che lo ha creato.
SOPRA
Una fase della lavorazione. A DESTRA
Tagliasigari, € 260.
22 MAGGIO • CASTELLO TOLCINASCO GOLF RESORT & SPA
3LUGLIO • GOLF DEI LAGHI
4SETTEMBRE
4-5-6OTTOBRE
• GOLF CLUB PADOVA
12GIUGNO • MOLINETTO COUNTRY CLUB
24LUGLIO• GOLF CLUB MONTICELLO
• GALLIA PALACE BEACH GOLF SPA RESORT 5* PUNTA ALA FINALEGARA EVENTOCONCLUSIVO
5OTTOBRE • RIVA TOSCANA GOLF RESORT
Un posto al sole
Due ville con piscina, molte camere, ampi spazi all’aperto e privacy assoluta. La prima da affittare per l’estate, l’altra in vendita. Nelle location più prestigiose della Costa Smeralda
PORTO CERVO
VILLA 6 CAMERE
Una proprietà di grande pregio all’ingresso del villaggio di Porto Cervo, in posizione dominante, a pochi minuti dal centro e dalle spiagge più rinomate. La villa è disposta su più livelli ed è caratterizzata da un’architettura dinamica e contemporanea che tuttavia abbraccia elementi di stile caratteristici della Costa Smeralda, quali l’uso della pietra e della macchia mediterranea come integrazione della struttura nell’ambiente. Il living include un elegante salotto con cucina e si apre sulle verande con pranzo esterno e sulla maestosa piscina a più livelli, alla quale si può accedere da tutti i livelli della casa e del giardino. Nel piano più basso della casa trovano posto una palestra con camere per massaggi e area spa, una grande sala con proiettore e cantina, una cucina, la lavanderia. La proprietà include sei camere da letto con bagno, caratterizzate da entrata indipendente e conseguente grande livello di privacy. Il parcheggio interno coperto e scoperto può ospitare numerosi veicoli e l’intero tetto della villa è coperto in prato e funge da immenso solarium proiettato sui colori del mare sardo. Prezzo su richiesta (costasmeraldaagency.it).
CALA DI VOLPE
VILLA 5 CAMERE
Il Pevero Golf Club è uno tra i più famosi e campi da golf del mondo, progettato e costruito da Robert Trent Jones tra il 1967 e il 1972, gode di una vista impareggiabile sul mare. Qui, di fronte alla buca 18 e a soli 300 metri dalle spiagge di Cala di Volpe, si trova in vendita questa villa, capolavoro dell’architettura della Costa Smeralda. È caratterizzata da ampi spazi interni ed esterni: grandi verande con area barbecue, piscina con idromassaggio, gazebo e spazi parcheggio. Dalle vetrate è possibile godere di un panorama mozzafiato che spazia da Cala di Volpe all’isola di Tavolara. Il soggiorno, vista mare, è grande e confortevole, con sala pranzo separata e cucina collegata con la veranda pranzo, sempre vista mare. La villa è composta da cinque camere da letto, sei bagni e patio interno, guest room e locali di servizio. Prezzo su richiesta (costasmeraldaagency.it).
Esotismo all’italiana
A Dubai, Trussardi si accinge a trasformare il volto del quartiere Al Furjan con un importante progetto di esclusive Residenze
Ametà strada tra l’aeroporto Al Maktoum e le zone centrali della città, Al Furjan è un quartiere in rapida trasformazione a Dubai. Situato poco lontano dall’isola di Palm Jebel Ali, è qui che oggi si concentrano le strategie turistiche più ambiziose dell’Emirato. Tra i progetti che contribuiranno a ridefinire il profilo architettonico del quartiere c’è Trussardi Residences, primo complesso residenziale
della maison italiana che nasce dalla collaborazione tra Luxury Living Group – azienda che progetta, produce e distribuisce gli arredi di Trussardi Casa – e Mira Developments.
Futura roccaforte del lifestyle milanese a Dubai, il progetto si concretizzerà in un edificio di 11 piani dalle linee sinuose e al contempo avveniristiche che racchiuderà, oltre a tre piani dedicati a parcheggi, caffè e attività commerciali, circa 120 appartamenti, alcuni dei quali dotati di terrazze con piscina privata.
Il progetto Trussardi Residences si concretizzerà in un edificio di 11 piani dalle linee sinuose e avveniristiche. Tra le amenities riservate ai residenti, palestra, Spa, e piscina privata.
Gioiello del complesso residenziale sarà poi il rooftop, che ospiterà una palestra panoramica attrezzata e un percorso di running, offrendo la possibilità di allenarsi immersi in un’oasi di piante e palme. Il progetto - che segna il debutto di Trussardi in Medio Oriente - è stato sviluppato con l’idea di offrire un’esperienza abitativa di altissimo livello, ma non solo. Perché al centro di Trussardi Residences c’è la volontà di rendere omaggio all’eccellenza del design italiano, al saper fare e, soprattutto, al sapere creare bellezza. Gli interni di Trussardi
Residences saranno infatti arredati con pezzi speciali della collezione Trussardi Casa, ponendo particolare attenzione alla funzionalità e alla sostenibilità degli arredi, veri custodi della filosofia progettuale della maison. Una filosofia fondata su un approccio corale, dove le voci e gli sguardi dei designer e artisti invitati a reinterpretare lo stile della Maison danno vita ad arredi saggi, capaci di esprimere un’eleganza intramontabile e anche aperta, come nel caso di Trussardi Residences, a nuove, esotiche, ambientazioni. Valentina Lonati
La cornice giusta
Il meglio che il mercato dei serramenti ha da offrire, firmato BG Legno. Con un occhio alla sostenibilità
Design, lusso e funzionalità. Eleganza, sicurezza e risparmio energetico. I serramenti sono cornici per quadri di luce e per questo devono essere belli. Ma servono anche e soprattutto a proteggere gli spazi interni, a conservare il calore d’inverno e il raffreddamento d’estate, a mantenere l’aria pulita e l’isolamento acustico: in poche parole, devono essere performanti. Saperli scegliere è decisivo. BG Legno azienda toscana produttrice di serramenti in legno, legno/alluminio e legno/vetro guarda al benessere abitativo con molta attenzione, con una linea di prodotti all’avanguardia dalle performance massimizzate e design davvero contemporaneo. Non solo, i serramenti BG Legno portano avanti una vera e propria rivoluzione grazie a importanti innovazione tecnologiche e produttive. Come il fermavetro integrato, che elimina definitivamente colle e antiestetici chiodini, innalzando le prestazioni strutturali grazie all’estrusione robotica del legno. In aggiunta, il telaio successivamente viene assemblato con una giunzione meccanica angolare, che conferisce al serramento robustezza, durata e massima tenuta. O ancora: la verniciatura dell’infisso da smontato,
che garantisce una protezione totale del legno anche nelle parti più sensibili come i giunti di testa. Una scelta produttiva fondamentale per rendere l’infisso resistente ad attacchi patogeni di muffe, batteri o simili. BG Legno ha scelto di utilizzare il legno per la sua intera produzione, ciò significa che i serramenti sono sostenibili per natura grazie all’utilizzo della materia prima viva più nobile.
Tutto il legno utilizzato è certificato FSC e proviene da boschi e foreste gestite responsabilmente; le vernici utilizzate sono tutte all’acqua, con basse emissioni di VOC.
BG Legno propone una vasta gamma di serramenti in grado di adattarsi alle esigenze di estetica, sicurezza e risparmio energetico dell’abitare contemporaneo.
Il Grand Park Hotel
Rovinj, oggi struttura di design, è un progetto firmato dall’architetto
Piero Lissoni in collaborazione con lo studio croato 3LHD.
A DESTRA
Il cuore storico di Rovigno, su una piccola penisola a forma di conchiglia.
EXPERIENCE
Rovinj, storia e charme
A pochi km da Trieste un gioiello da scoprire
in tutte le innumerevoli sfaccettature, nella città costiera più glamour dell’Istria croata
Lungo la costa dell’Istria, lo skyline di Rovinj (Rovigno in italiano) svetta come una testimonianza vivente della storia millenaria della regione. Fondata dagli antichi Romani, la cittadina ha attraversato epoche tumultuose, passando sotto il dominio bizantino, veneziano, austriaco e italiano, prima di diventare una delle destinazioni di charme della penisola croata. Questa ricca storia si riflette nei suoi monumenti, nell’atmosfera eclettica e nell’eccellente ospitalità. Il cuore storico - concentrato su una piccola penisola a forma di conchiglia - è un
labirinto in cui perdersi tra stradine acciottolate, piazzette ravvivate da piccoli caffè e una cascata di case dalle facciate multicolori (dimenticatevi pure l’auto, qui si perlustra tutto a piedi). Nel punto più alto, la Cattedrale di Sant’Eufemia, costruita nel XVIII secolo, domina l’orizzonte ed è al contempo un curioso déjà-vu, con l’alta torre campanaria ispirata al campanile di San Marco a Venezia.
A fare da contorno alle bellezze architettoniche, la natura: i tramonti sul mare Adriatico dipingono il cielo di tonalità arancioni e rosa, regalando spettacoli indimenticabili. Per una
vista da “prima fila”, prenotate al ristorante Puntulina, chiedendo espressamente uno dei tavoli sulle ampie terrazze ricavate sugli scogli a picco sul mare (puntulina.eu). Non lontano, il parco naturale di Punta Corrente (Zlatni Rt), con i sentieri che si snodano tra la macchia mediterranea, è la fuga ideale per gli amanti della natura e degli sport all’aria aperta, dal running alla bici, fino al free climbing (e per i più pigri ci sono belle spiagge e mare cristallino). Ma Rovigno ha anche
un coté edonistico, che si assapora al meglio nei suoi hotel: celebre il Grand Park Hotel Rovinj, oggi struttura di design, frutto di un progetto firmato dall’architetto Piero Lissoni in collaborazione con lo studio croato 3LHD. Le camere ultra-moderne, nascoste in una fitta pineta, sono autentiche oasi di pace, l’ampia terrazza con piscina a sfioro invita al relax assoluto e al suo interno si trova il ristorante fine dining Cap Aureo. O ancora l’hotel Monte Mulini, struttura adults-only affacciata sulla
scenografica baia di Lone (info su entrambi gli alberghi su maistra.com).
Quanto ai food lover, a Rovigno non avranno che l’imbarazzo della scelta: due i ristoranti stellati, Agli Amici Rovinj, spin-off del noto ristorante gestito dalla famiglia Scarello in provincia di Udine (agliamici.it), e Monte, punto di riferimento della haute cuisine locale (monte.hr). Per qualcosa di più rustico, ma altrettanto eccellente, c’è invece il ristorante Giannino, gestito da una famiglia di ristoratori-pescatori che ogni giorno propone specialità tipiche come il brodeto alla rovignese. O il Kantinon Tavern, tradizionale konoba sul porto dove vivere il rito della marenda, lo spuntino di metà mattina. Per chiudere in bellezza? Un caffè Carletto (con aggiunta di panna e Pelinkovac, liquore di assenzio) al Viecia Batana, bar storico affacciato sulla vivace piazza Maršala Tita. Per info sulla destinazione: istra.hr A.B.
A SINISTRA
La piscina con vista del centro wellness del Grand Park Hotel Rovinj.
SOTTO
Un piatto del ristorante
Cave Lab by Monte.
IN BASSO
La terrazza del ristorante stellato Agli Amici Rovinj.
NELLA PAGINA A FIANCO
Una delle pittoresche stradine acciottolate del centro storico.
Christofle dà scacco matto
I celebri servizi da tè Art Deco e Art Nouveau dell’argentiere parigino si sfidano in questo squisito set di scacchi in edizione limitata
DI ABIGAIL MONTANEZFin dalla sua Fondazione nel 1830, Christofle ha utilizzato un gran varietà di marchi per garantire la qualità dei suoi prodotti, dal gallo alla testa di gatto. Il cavallo, uno dei pezzi più potenti della scacchiera, lo usa per gli oggetti di alta qualità che placca in argento. Per strizzare l’occhio a questo patrimonio, l’azienda ha lanciato il suo primo gioco, il set di scacchi “Duel des Thés”. “Stavamo pensando al boom dei giochi e a quale sarebbe stata l’interpretazione di Christofle”, spiega a Robb Report Marie Beaussier, direttore del design del marchio. “L’idea era quella di fare competere due servizi da tè iconici, l’Art Nouveau e l’Art Déco”. Il set che ne è scaturito, il cui nome si traduce in “duello del tè”, è un gioco che sostituisce i pezzi chiave con teiere, lattiere, tazze e zuccheriere.
Thomas Jean, direttore dello sviluppo del prodotto di Christofle, osserva che il metodo è lo stesso per creare un servizio da tè standard, “ma la miniaturizzazione di tutti i pezzi rende ogni fase molto impegnativa, perché se non è fatta bene, l’argentiere dovrà ricominciare da capo”. Invece di affidarsi alla produzione meccanica, gli artigiani realizzano a mano ogni componente, nonché tutti gli stampi e gli altri strumenti utilizzati
per produrli, nella fabbrica del marchio in Normandia. “I pezzi sono piuttosto piccoli, da due a sette centimetri, e questo aggiunge un ulteriore livello di complessità al progetto”, spiega Beaussier. I 32 pezzi, per quanto minuscoli, sono anche perfettamente funzionanti: le mini teiere sono complete di beccucci scavati e coperchi incernierati. Le scacchiere sono assemblate da JeanBrieuc Chevalier, un ebanista di Angers che intarsia la quercia con quadrati riflettenti in argento sterling. I set, che richiedono sei mesi di produzione, hanno un prezzo di 250mila dollari e Christofle ne realizzerà solo otto esemplari. È possibile vedere la prima edizione presso il negozio Christofle di Harrods, a Londra, ma è possibile effettuare un ordine attraverso uno degli store.
A SINISTRA
Un lato dei pezzi degli scacchi si basa su un disegno Art Nouveau del 1891 chiamato Courges, l’altro sul servizio
Art Deco Printania del 1924. Per ricrearli in scala ridotta, il team di haute orfèvrerie di Christofle disegna a mano dei mock-up per determinare cosa deve cambiare man mano che i servizi da tè vengono rimpiccioliti. “È stato necessario apportare alcune modifiche in termini di proporzioni e anche per far sì che il giocatore capisca quale pezzo è”, spiega Beaussier.
SOTTO A SINISTRA
La creazione di un pezzo inizia con la produzione della base attraverso la filatura a mano di fogli di argento sterling con un mandrino, uno speciale strumento in legno di bosso che dà la forma. Un cuscinetto di feltro viene poi incollato alla base in modo che possa scorrere agevolmente sulla tavola.
SOTTO A DESTRA E IN BASSO
Per formare i corpi, gli artigiani utilizzano ancora una volta dei mandrini. Per il lato Printania, una lastra di sterling viene piegata attorno a un mandrino che riporta le stesse linee verticali del pezzo finale. Per riprendere le curve del servizio di Courges, un artigiano dispone 12 picchetti in miniatura in ordine numerato all’interno del mandrino, quindi fa ruotare la lastra d’argento intorno a esso, assicurandosi che il corpo rimanga cavo e rotondo.
A SINISTRA
L’argentiere martella delicatamente il metallo per creare linee sottili e altri motivi intricati. A differenza dell’incisione, per la quale il materiale viene rimosso per creare segni profondi, l’argentiere spinge e tira il metallo per aggiungere decorazioni.
SOTTO A SINISTRA
La base, il manico o il beccuccio vengono saldati al corpo principale di ogni pezzo, il che richiede una certa esperienza con una torcia a gas. “In una vera teiera, lo spessore del metallo è di circa 1,2 o 1,5 millimetri”, spiega Jean. “Qui i fogli di metallo sono solo di 0,8 millimetri, quindi bisogna fare attenzione a non fonderli”.
SOTTO A DESTRA
Una volta assemblato, ogni pezzo viene galvanizzato con un sottile strato d’argento, una tecnica che il fondatore dell’azienda, Charles Christofle, introdusse in Francia nel 1842. “Aggiungiamo uno strato finale di argento per mascherare le saldature e rendere i pezzi più uniformi”, spiega Jean. I re e le regine - le teiere, in questo caso - sono ornati da corone d’argento placcate in oro 24 carati. Una lucidatura finale, detta brillantatura, dà luogo alla tipica finitura a specchio dell’azienda.
A SINISTRA, IN ALTO
La scacchiera è realizzata con una rara specie di quercia fossile. La tonalità del carbone è dovuta al fatto che il materiale è stato sepolto e conservato in torbiere fino a 5mila anni. “La tavola è oliata, non verniciata, in modo da poter apprezzare le sfumature del legno”, dice Beaussier.
A SINISTRA, AL CENTRO
Con una macchina per il taglio laser vengono tracciati gli spazi per i quadrati alternati, che vengono intagliati a mano, consentendo alle piastrelle in argento sterling di posizionarsi a filo con il legno. Una volta incollate al loro posto, vengono lucidate. “Abbiamo applicato la rodiatura sulle piastrelle perché l’argento può appannarsi”, spiega Jean. “Inoltre, il rodio è molto duro e non si graffia”.
A SINISTRA, IN BASSO
Sul lato della scacchiera è fissata una cintura in argento sterling su cui sono incisi i marchi di qualità e autenticità, tra cui l’anno di produzione, il numero di edizione e la testa di Minerva, che indica che l’argento ha una purezza minima del 92,5%.
SOPRA
Per evitare le impronte digitali e mantenere la lucentezza dell’argento, ogni set viene fornito con guanti e un panno per lucidare (e un certificato di origine). La scacchiera e gli scacchi sono contenuti in una custodia nera realizzata con un materiale in fibra di legno chiamato Valchromat, rivestito con un tessuto antiossidante per evitare lo scolorimento.
DREAM MACHINES
A
DEVOTION TO MOTION
Particolare della prua del gommone in alluminio Bayamo R13.1 Performante.Piccolo grande “rib”
Innovativo, artigianale, ecosostenibile, Bayamo R13.1 Performante è l’unico gommone di 13 metri in alluminio realizzato in Italia.
Un capolavoro di design e tecnologia di Roberta Vanore
Tutto ha inizio da un sogno. Nel 2017, il giovane e visionario
imprenditore friulano Alex Lessio, mosso dalla passione per il mare, fonda il cantiere nautico Bayamo Sea Identity, divisione della Car-met, storica impresa di famiglia nata nel 1978 in provincia di Pordenone, specializzata nella lavorazione dei metalli. Il cantiere produce innovativi
gommoni rib (rigid-hulled inflatable boat, gommone a carena rigida) in alluminio. Progettato dall’ingegnere Alessandro Chessa dello Studio Akesdesign e presentato al Salone Nautico di Venezia 2023, il Bayamo R13.1 Performante è il primo gommone di 13 metri completamente in alluminio realizzato in Italia, un maestoso rib dalla linea aggressiva e design aerodinamico, che può ospitare 15 persone.
La consolle con i comandi di guida. IN ALTO, A DESTRA La carena rigida in alluminio marino. A FIANCO la cabina dell’armatore, realizzata su misura.
Lo scafo in alluminio marino 5083 offre prestazioni superiori rispetto ai classici in vetroresina: è più leggero - permettendo una maggiore velocità e minori consumi - è duraturo, resistente e riciclabile. Infine, è lavorabile in qualsiasi forma senza bisogno di uno stampo, quindi più economico. Espressione dell’eccellenza artigianale made in Italy, i Bayamo non vengono prodotti in serie bensì sono frutto di una meticolosa lavorazione manuale realizzata da esperti artigiani locali tramite tecniche innovative, con cura dei dettagli e scelta di materiali di alta qualità (legni, tessuti pregiati e accessori di design). Bayamo R13.1 Performante può avere da uno a tre motori fuoribordo di ultima generazione con ridotte emissioni (fino a 1.350 cavalli) e può raggiungere la velocità massima di 58 nodi. Il T-Top in carbonio è dotato di superficie fotovoltaica integrata, mentre il pacco batterie al litio (celato sotto la dinette prendisole) fornisce energia a diverse utenze a bordo. Anche l’impianto di climatizzazione è a basso consumo energetico. La pavimentazione
Il motore fuoribordo, disponibile anche nelle varianti con due o tre motorizzazioni.
A DESTRA
Dettaglio del tessuto di uno dei sedili di guida, su disegno del cliente.
esterna è in teak sintetico. A prua si trova un prendisole con ampi cuscini e schienali reclinabili, mentre lo spazioso pozzetto può accogliere un tavolo da pranzo o un secondo prendisole di poppa. La consolle di guida ergonomica è dotata di strumentazione di ultima generazione per un controllo sicuro dell’imbarcazione. Tutto è personalizzabile: layout, motorizzazione, materiali e colori, interni, arredi e optional (radio, bar, frigo, gps ed ecoscandaglio).
La cabina notte in legno è realizzata
su misura dalla Idealegno di Castions di Zoppola, i materassi, in schiuma a base d’acqua, certificati Oekotex classe I sono della Manifattura Falomo di Morsano, la rubinetteria del bagno è firmata Radomonte di Porcia, mentre la televisione a specchio integrata è realizzata dall’azienda azzanese Neod. La doppia anima del gommone Bayamo unisce lo stile raffinato delle barche da diporto alle prestazioni da granturismo. Il risultato è un capolavoro di design e tecnologia ideale per gli amanti dell’adrenalina e di una libertà senza confini.
A tutta velocità
Appena presentato a Düsseldorf Boot 2024, Mayla GT, interamente in fibra di carbonio, è uno dei motoscafi più performanti, capace di toccare i 110 nodi. Coniugando lusso e alte prestazioni
Le evoluzioni di Mayla GT (44 piedi), dal design che si ispira ai motoscafi anni ’70 e ’80. I doppi gradini trasversali e i deflettori sotto lo scafo a V potenziano la velocità e riducono i consumi.
Mayla, ovvero “colei che ama l’acqua”. Prende il nome da una ninfea il nuovo motoscafo realizzato da Mayla Yacht, il cantiere nautico fondato ad Amburgo nel 2022 da Christopher Gelsdorf e Olivier Arnault, due imprenditori uniti dalle comuni passioni per il mare, le barche performanti e le automobili sportive. Presentato in anteprima mondiale al Salone Nautico Internazionale Düsseldorf Boot 2024, questo speedboat rappresenta la quintessenza dell’ingegneria tedesca e segna una nuova era nel mondo della nautica sportiva di lusso. Sorprendente sotto ogni punto di vista, il Mayla GT, 44 piedi, interamente realizzato in fibra di carbonio, è un’imbarcazione leggera - solo 3,8 tonnellate - che può raggiungere una velocità massima compresa tra 70 e 110 nodi. A forma di profonda “V”, lo scafo è stato progettato dallo studio di ingegneria svedese Petestep ed è caratterizzato da doppi gradini trasversali e deflettori che dirigono l’acqua sotto lo scafo aumentando la velocità e diminuendo i consumi energetici del 35%, oltre a ridurre il rumore. L’avanzato sistema di controllo della stabilità non ha uguali in nessuna imbarcazione della stessa categoria: sensori idraulici monitorano il movimento della barca stabilizzandola, per una navigazione fluida anche in mare mosso. Con il profilo appuntito e allungato come la punta di una lancia, Mayla esibisce un design futuristico ed elegante che rende omaggio agli iconici motoscafi degli anni ’70 e ’80 e si ispira al settore automobilistico delle auto da corsa, uno stile più simile ai motoscafi da regata che al diporto. Lo yacht è disponibile con una gamma di diversi propulsori: a benzina, a gas, diesel, elettrici oppure ibridi (dieselelettrico). Il GT top di gamma può arrivare a una potenza di oltre 3.100 cavalli per una velocità massima di 110 nodi. A contraddistinguere il
SOPRA
Christopher Gelsdorf e Olivier Arnault, fondatori del cantiere tedesco Mayla Yacht. A SINISTRA Il pozzetto aperto.
Mayla GT, anche l’eleganza, con il comfort di un lussuoso superyacht. La cabina sottocoperta, con carbonio a vista, ospita un elegante divano lounge in Alcantara, letto matrimoniale, bagno con doccia separata, armadio, zona trucco, schermi tv e sistema audio premium. Tutto personalizzabile secondo i desideri del cliente. Tra gli optional, aria condizionata e stabilizzatore giroscopico per impedire il fastidioso rollio in condizioni di mare agitato. All’esterno il pozzetto aperto, che può ospitare fino a otto passeggeri, è dotato di lettini prendisole
scorrevoli e removibili, sedili del timone ammortizzati, angolo bar, barbecue, tavolo a scomparsa, spazio di archiviazione e piccola cucina. La zona posteriore di poppa accoglie un ampio garage per le moto d’acqua, con portello elettrico che si trasforma in una piattaforma da beach club a livello dell’acqua. Un sistema di luci subacquee con audio premium offre una suggestiva navigazione notturna. Design all’avanguardia, prestazioni sorprendenti e la più avanzata tecnologia di ingegneria navale hanno un costo, per aggiudicarsi Mayla GT servono oltre 1,6 milioni di euro. R.V.
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Il garage di poppa per le moto d’acqua è dotato di un portello elettrico che si trasforma in una piattaforma da beach club.
COLLINI SUITES & VILLAS
For a luxury stay that nurtures the body, mind and spirit
Così eclettica e Vera
Perfetto mix di tecnologia, ecologia, design e arte, il nuovo modello del costruttore newyorkese Tarform si spinge oltre le frontiere della mobilità elettrica quotidiana
DTarform Vera sfoggia un design tanto elegante quanto potente, che assicura una guida esaltante sia su strada sia fuori pista.
esign minimalista, stile urban, materiali di alta qualità e tecnologia avanzata. Vera è la nuova creatura di Tarform, giovane azienda di Brooklyn, New York, che si propone di creare un nuovo tipo di mobilità facendo leva sul passato per proiettarsi verso il futuro. La moto, rigorosamente elettrica, si avvia senza chiave (basta un telecomando) e può raggiungere una velocità massima di oltre 137 km/h, con un’autonomia di circa 160 km. Stupefacente l’accelerazione: da zero a 100 km/h in circa 3,5 secondi. Il motore si trova nella parte inferiore del telaio in alluminio per mantenere il baricentro basso. Vera è priva di ingranaggi e frizioni e utilizza una trasmissione diretta a cinghia. Monta una batteria agli ioni di litio da 8 kWh che può essere ricaricata a una comune presa elettrica da 220 volt ed è in grado di raggiungere un livello di carica del 100% in due ore. Non manca nemmeno la frenata rigenerativa così da prolungare l’autonomia, mentre l’impianto frenante è realizzato dall’italiana Brembo. Il display retina rotondo
da 3,4 pollici con connettività 4G si può collegare allo smartphone e ricevere i futuri aggiornamenti over-the-air. Agile e perfetta per le strade cittadine, la moto è in grado di districarsi agevolmente anche off-road, grazie a pneumatici con una leggera tassellatura. Le prime consegne di Vera sono previste negli Stati Uniti a partire dal prossimo anno. Il prezzo: 16.000 dollari, circa 15.000 euro. P.T.
LA BUSINESS CLASS CHE
I VIAGGI
WINGS
Arrampicatori aziendali
Sicurezza migliorata e nuovi livelli di raffinatezza, la nuova classe di elicotteri executive sta dando una svolta entusiasmante all’aviazione d’affari
Aun certo punto, tra l’originale “Magnum P.I.” e il suo attuale remake, i viaggi in elicottero sono passati da rumorosi e pericolosi a silenziosi e sofisticati, almeno nella fascia più alta del mercato. Anni di miglioramenti progettuali e ingegneristici hanno conferito ai moderni elicotteri usati dagli uomini d’affari livelli di sicurezza, lusso e velocità che li rendono alternative sempre più valide
agli aerei ad ala fissa. Come l’ACH160 di Airbus, che sarà consegnato quest’anno al suo primo proprietario negli Stati Uniti. La versione premium offre una cabina rinnovata che può essere configurata per un massimo di 10 passeggeri, rivaleggiando con un jet privato in termini di eleganza. E vanta anche una significativa riduzione dei livelli di rumore e vibrazioni, oltre a finestrini più ampi e interni più spaziosi e sontuosi, realizzati dallo studio londinese
Pegasus Design. Il nuovo modello si avvale di 68 nuovi brevetti, tra cui la suite avionica Helionix 3 che offre tecnologie di decollo automatico e di prevenzione delle collisioni. L’ACH160 può volare a 290 km/h con un’autonomia di 850 km, mentre un’innovativa funzione di sicurezza, attivabile premendo due volte un pulsante sulla cloche, consente un facile recupero automatico del velivolo durante una discesa non pianificata. Basem Wasef
PASSIONS
LEISURE. NEW TRENDS
Onda lunga
L’estate che avanza richiede un fisico bestiale. O solo i pezzi giusti per farsi notare anche in spiaggia
di Alessia Bellan
MC2 SAINT BARTH - GONFIABILE
Per prendere il sole comodamente sdraiati in piscina o lasciarsi cullare dalle onde del mare, il galleggiante cavalcabile a forma di donut, le ciambelle più amate da Homer Simpson, con tanto di morso. € 49.
GALLO - COSTUME
Nella migliore tradizione Gallo, sinonimo di qualità e di eccellenza italiana dal 1927, l’iconica fantasia a righe multicolor per il costume modello boxer in fibra sintetica. € 119.
CB MADE IN ITALY POSITANO
Per chi non rinuncia allo stile anche in vacanza, le iconiche slip-on in cotone che hanno reso celebre il marchio uniscono funzionalità ed eleganza senza tempo e si adattano a qualsiasi outfit. € 440.
HERMÈS - TELO MARE WAVE
Sul telo mare in spugna 100% cotone tessuto in Germania e stampato a quadro in Francia il disegno dell’artista Daiske Nomura, Wave, evoca la lotta tra un’onda e un surfista. Ma ad avere la meglio sembra essere la natura. € 600.
YSL - BORSA A TRACOLLA RIVE GAUCHE
Un evergreen, la pratica borsa in stile marinaro decorata con logo a ricamo, chiusura con coulisse, pochette removibile, manico e tracolla regolabile. € 1.190.
PUCCI - SET MARE
I motivi ondulati della stampa marmo catturano le sfumature blu del mare su questo set composto da cuffia e occhialini da nuoto con lettering Pucci e logo pesci della maison. € 170
HIGH SOCIETY
La casa dei giochi
In un elegante sobborgo della Grande Mela, un’influente coppia newyorkese ha progettato un tranquillo rifugio dallo stress urbano.
Con cinema e pista da bowling
di Justin Fenner Photo di Emily AndrewsDopo avere vissuto per anni nel New Jersey, una importante dirigente musicale e suo marito, altrettanto ambizioso, hanno deciso di provare a stare in un grattacielo di Manhattan. Nonostante siano entrambi nati e cresciuti a New York, il breve confronto con la cacofonia del centro ha confermato che avevano bisogno di un tipo di spazio e di privacy che non avrebbero trovato nella città più grande d’America. La coppia desiderava un rifugio sereno dove potersi rilassare alla fine della giornata, ma dotato di quei servizi che avrebbero reso facile ospitare i loro amici e i figli adulti. Piuttosto che rinunciare ai lussuosi vantaggi che i migliori edifici di Manhattan offrono - piscine interne e all’aperto, palestre e spa attrezzate, sale cinematografiche e simili - hanno deciso di cercarli al di là del fiume Hudson, ad Alpine. Il ricco sobborgo è stato a lungo apprezzato per la tranquilla solitudine e le grandiose residenze. Ma nulla sul mercato si avvicinava alle loro aspettative. “Avremmo comprato qualcosa (chiavi in mano) perché non ci piace lavorare troppo”, dice la dirigente, che ha chiesto di rimanere anonima. “Sono sempre occupata e, sapete, costruire una casa è un lavoro. Un lavoro a tempo pieno”. Per questo motivo, all’inizio del 2020, hanno acquistato una casa di “prova”, incompiuta, su un terreno di due acri. Un costruttore aveva raso al suolo l’edificio precedente per fare posto a una nuova struttura, ma era stato costruito solo l’involucro. Fortunatamente, le linee pulite e l’architettura relativamente semplice si allineavano perfettamente allo stile personale della coppia. E a loro piaceva il fatto che fosse in contrasto con le magniloquenti vecchie ville vicine. “Siamo nuovi. Nessuno ci ha trasmesso nulla, a parte i problemi”, dice la proprietaria con una risata. Di conseguenza, trova appropriato che tutto sembri “nuovo, guadagnato con fatica e voluto. Divertente”. Per portare a termine il progetto, la coppia si è rivolta a Jeffrey Beers International, lo studio di architettura e design che ha firmato uno dei loro resort preferiti. “Abbiamo lavorato al Cove Hotel dell’Atlantis, alle Bahamas, e il motivo per cui si sono rivolti a JBI è stato proprio quel progetto”, spiega Tim Rooney, un dirigente dello studio che ha supervisionato la progettazione e la costruzione della casa. “In una casa di 2.000 metri quadrati, piccolo è un termine relativo. Dal corridoio a spirale del piano
principale si irradia una serie di spazi generosi, tra cui un soggiorno formale, una sala Tv e una sala da pranzo progettata per ospitare 20 persone, numero che la proprietaria sottolinea essere necessario per accogliere comodamente i figli, i loro partner e gli altri membri della famiglia che ospita regolarmente. Inoltre, aggiunge, “possono sempre essere di meno”, ma con un numero maggiore di persone
“ora è una festa, non una cena”. Dall’altra parte del corridoio, in cucina, un’esposizione di armadietti in legno Poliform nasconde l’effimero della vita quotidiana. Mobiletti con ante in vetro disposti a griglia, un motivo ricorrente, circondano il frigorifero e il congelatore oversize, mettendo in mostra una sofisticata collezione di porcellane e ceramiche del calibro di Bernardaud e Hermès.
“Sono persone che lavorano sodo e c’è una meticolosità che ne consegue”, dice Rooney a proposito dell’organizzazione rigorosa degli spazi della coppia. “Ogni stanza racconta una piccola storia della loro personalità. E credo che sia questo a renderla casa”. Prendiamo la stanza dei sigari, buia e accogliente, in fondo al corridoio. Lungo una parete, il team di Rooney ha ideato sei campate di armadi a muro climatizzati che
La sala sigari dispone di sei armadietti climatizzati progettati su misura per vino, champagne e cognac, oltre a due umidificatori.
“Tutto sembra nuovo, guadagnato con fatica e voluto. Divertente”
contengono una quantità di vini pregiati e champagne sufficiente a mantenere in funzione un’enoteca per un lungo fine settimana. Alcune bottiglie selezionate di Cognac sono esposte con la stessa cura che Harry Winston riserva alle sue vetrine. Sulla parete opposta, un’altra disposizione a griglia di scaffali ospita altri alcolici rari e la collezione di sculture moderne del marito, mentre due humidor importati dalla Germania proteggono l’attrazione principale della stanza.
La stanza accanto è così cavernosa che ha richiesto un paio di lampadari e tre tavolini intarsiati, realizzati su misura a Bali da Etienne de Souza, per non sembrare vuota. I progetti originali la definivano una sala da ballo e i proprietari la chiamano ancora così, ma l’hanno arredata come un grande spazio di aggregazione. Ai lati del camino in pietra calcarea Cream de Lyon si trovano altri scaffali, realizzati in legno di eucalipto, che espongono libri e altri oggetti d’arte. Qui ci sono abbastanza divani Minotti bianchi dai bordi squadrati per far sedere tutta la comitiva, il che lo rende un luogo comodo per brindare prima di spostarsi nella sala da pranzo o per gustare tartine e cocktail prima di uscire nel curatissimo parco.
“La cosa più bella è la luce e l’apertura delle finestre su entrambi i lati”, dice Rooney. “Quando fa troppo freddo per nuotare all’aperto, i coniugi possono utilizzare la piscina nel seminterrato, dove una serie di prodotti sottolinea la qualità di vita della casa. Il complesso termale comprende una palestra, una sala massaggi e trattamenti e una sauna. C’è anche un salone, che la proprietaria dice di aver fatto installare per potere lavorare da casa e farsi fare i capelli contemporaneamente, per risparmiare tempo. “Non mi sembra nemmeno un lusso”, dice. “Per me è più una necessità”. La coppia considera la pista
DALL’ALTO A SINISTRA IN SENSO ORARIO
La collezione d’arte dei proprietari comprende un dipinto della serie “Mix Tape” di Ken Womack; un disco d’oro di “A Night at the Opera” dei Queen; una Fender Stratocaster autografata da Bon Jovi; l’opera “Good Vibes” (2014) di Carol McDermott; una coppia di pendenti Flos illumina la cucina; il chiosco vicino al cinema ha una macchina per popcorn nascosta; “Ali Diptych” (2021) di Russell Young si contrappone al tavolo da biliardo nella sala giochi.
A FIANCO
La biblioteca ha un’area salotto con un morbido divano di Ligne Roset.
“Ogni stanza racconta una piccola storia della personalità della coppia. E credo che sia questo a renderla una casa”
da bowling professionale a due corsie, anch’essa situata al piano inferiore, un altro modo per ottimizzare le limitate ore di svago (“il bowling è un gioco che amiamo e che non praticavamo da molto tempo”, dice lei, perché “chi ha tempo di andare al bowling?”). Il locale è decorato con insegne al neon che richiamano il lavoro dell’artista
Tracey Emin. Una, sopra l’area dei posti a sedere, dice “Family Feud”. Un’altra, sopra i banchi dei birilli, proclama “No One Wins”, come se volesse spaventare i giocatori particolarmente ambiziosi. Dall’altra parte del corridoio, c’è un teatro che viene usato dal marito “ogni giovedì, ogni domenica, ogni volta che c’è il calcio”, per sfruttare l’enorme schermo e il sistema audio. Quando è la serata dei film, all’esterno c’è un chiosco rosso brillante rifornito di pesce svedese e Sour Patch Kids, oltre a varie caramelle e snack. Una macchina per popcorn che non sfigurerebbe in un multisala è nascosta dietro un armadio a muro. Nel foyer della sala di proiezione si trovano un paio di tele di Keith Haring, parte della crescente collezione di arte contemporanea della coppia, che comprende anche opere di JeanMichel Basquiat, Damien Hirst e Olafur Eliasson.
Gli spazi privati sono altrettanto curati e ariosi di quelli comuni. Al secondo piano si trovano quattro camere da letto, tra cui quella del complesso principale. Marito e moglie hanno entrambi il proprio bagno con vasca idromassaggio e un armadio delle dimensioni di un monolocale. Alla domanda su quale sia il suo posto preferito in casa, la proprietaria indica il suo ordinato spogliatoio. “Poi c’è lo spazio in cui dice di passare più tempo: una biblioteca a doppia altezza, foderata di libri, ceramiche e ricordi autografati della sua decennale carriera. “Abbiamo pensato a ogni singolo scaffale nell’arredare la stanza”, dice, uno sforzo per il quale si
SOPRA
Un letto Munrod personalizzato domina la camera da letto principale. A SINISTRA, DALL’ALTO
La piscina nel seminterrato; le luci che cambiano colore nel teatro esaltano le partite di calcio e i film; il bagno del marito è dotato di una doccia in marmo grigio.
sono rivelati utili gli interior designer dello studio newyorkese Pembrooke & Ives, che hanno collaborato con Rooney e i suoi colleghi. “Pensavo di potere riempire gli scaffali da sola”, aggiunge. “Non avevo capito che c’è un’arte in tutto questo. E ora lo so”. La loro costante cura fa sì che “ogni pezzo abbia un significato”, da un paio di sculture in pizzo dell’artista danese Barbro Åberg ai vari volumi sugli scaffali. Oltre a tomi di arte e design, ci sono libri dedicati al successo, alla
creatività e alla cultura, tra cui “Change or Die” di Alan Deutschman e “Ignore Everybody” di Hugh MacLeod. “È un luogo in cui lavoro, e amo lavorare”, dice la proprietaria. Ma anche negli ambienti privati c’è spazio per il divertimento. Al piano superiore dell’ufficio c’è una zona giochi per la famiglia. È abbastanza grande da ospitare un tavolo da biliardo - sovrastato dal dittico dell’artista Russell Young che ritrae un giovane Muhammad Ali - due console per giochi arcade e un bar incorporato; un
tavolino quadrato è circondato da un divano modulare dove la famiglia può guardare la Tv. È anche il luogo in cui la proprietaria si autoproclama regina dello Scarabeo. “Mio figlio si arrabbia molto quando vinco”, dice ridendo la signora. E ora che il progetto di costruzione è terminato, la casa è una sorta di trofeo. Quando rientra dopo una lunga giornata di trattative, varcare la porta d’ingresso la fa sentire “come se avessi realizzato molto. Mi fa dire: wow, ce l’hai fatta!”.
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TRAVEL
Notti magiche
That’s Amore Capri, la rassegna culturale che vuole valorizzare l’isola nel segno della beneficenza, torna con un palinsesto ancora più ricco
Èripartita la stagione nel salotto più chic e mondano del Mediterraneo, dove nelle sere d’estate, in piazzetta, si ritrovano gomito a gomito attori di Hollywood, imprenditori, turisti da tutto il mondo e i tanti innamorati della bellezza e dell’atmosfera unica che si respira sull’isola. Ed è ripartita anche That’s Amore Capri, la rassegna che, ormai al quarto anno, è diventata un appuntamento immancabile dedicato alla solidarietà, contribuendo all’offerta turistica dell’isola grazie a spettacoli ed eventi non limitati ai mesi di alta stagione. Tra i tanti nomi protagonisti della rassegna nel corso
degli anni citiamo artisti del calibro di Enrico Ruggeri e Peppino di Capri, Stefano De Martino, Francesco Cicchella e Rudy Zerbi, Mr. Rain, i The Kolors e tanti altri. L’edizione 2024 prevede un programma ancora più ampio, tra cene stellate, eventi culturali e spettacoli: tornerà l’attesissima cena di gala al ristorante Da Paolino, che negli anni ha visto ospiti chef, attori, musicisti e personaggi del momento; fino ad arrivare al main event del 7 settembre
IN ALTO Veduta notturna di Capri, la Certosa di Sangiacomo, i Faraglioni.
SOPRA Stash, il frontman della band The Kolors, è stato il chairman dell’edizione 2023 di That’s Amore Capri.
alla Certosa di San Giacomo con Loredana Bertè e Nino Frassica. Inoltre, verrà dedicato uno spazio alla sensibilizzazione nei confronti di un tema attuale come quello della violenza contro le donne. Tutti i ricavi degli eventi di That’s Amore Capri vengono devoluti a Soleterre Onlus, realtà che si adopera per migliorare la qualità della vita dei bambini malati di cancro e delle loro famiglie, con la quale la rassegna collabora da diverse edizioni.
La gemma del Mediterraneo
Un marchio, una garanzia. Consorzio Costa Smeralda tutela e promuove, tra Arzachena e Olbia, quel pezzo di Sardegna amato in tutto il mondo. Dove possedere una villa con spiaggia privata è un privilegio. Ma anche approdare in calette da sogno e soggiornare in uno dei grandi alberghi che hanno fatto di questa costa la quintessenza del bon vivre
di Franca Rottola
Una delle destinazioni turistiche più esclusive e rinomate della Sardegna è situata nella parte nord-est dell’isola, un’area di circa 3.500 ettari, di cui solo 3,75% occupati da costruzioni e infrastrutture - appartamenti, ville singole e alberghi - tra Arzachena e Olbia. 55 chilometri di costa caratterizzata dal susseguirsi di calette e scogliere scolpite dal vento che si tuffano nel mare cristallino e spiagge con sabbia bianchissima, gestita e tutelata da oltre sessant’anni dal Consorzio Costa Smeralda, con sede a Porto Cervo. Fondato nel 1962 dal Principe Karim Aga Khan, innamorato dalla bellezza incontaminata di questo angolo di paradiso, insieme con altri importanti investitori stranieri, ha realizzato quella che ancora oggi è una delle mete più famose e ambite del turismo di lusso di
Baie, cale e spiaggette protette dalla fitta macchia mediterranea e dalle rocce di granito rosa: i 55 chilometri di costa tra Arzachena e Olbia sono tra i più belli di tutta la Sardegna.
tutto il mondo, cambiando per sempre la storia della Sardegna. Un territorio che, grazie alla sua straordinaria bellezza, ha ispirato architetti e costruttori, una destinazione esclusiva per una clientela internazionale, pensata e costruita, in tutte le sue sfaccettature, nel totale rispetto della natura circostante. E che ha sempre privilegiato i migliori materiali del luogo e il ricco patrimonio locale, vincolato da un preciso piano regolatore, anche per la realizzazione di tutte le infrastrutture necessarie, dall’aeroporto alle strade, dal sistema fognario a tutte le strutture, compresi campi da golf, hotel, residence e ville. L’area del Consorzio è simbolicamente delimitata da due scogli di granito, materiale tipico del luogo, che portano inciso il nome Costa Smeralda, situati uno a sud, sulla strada panoramica da Olbia, poco dopo Portisco, l’altro a nord, sulla strada per Baja Sardinia dopo Liscia di Vacca. Un ruolo importante e fondamentale quello del Consorzio Costa Smeralda per il territorio gallurese, che
A DESTRA
Il Principe Karim
Aga Khan negli anni ’60, quando fondò il Consorzio Costa Smerada. IN BASSO
Veduta di Porto Cervo
PAGINA A FIANCO
Cala Capriccioli, costellata da una serie di spiaggette di sabbia finissima, è una delle più apprezzate della Costa Smeralda.
garantisce da sempre il controllo dell’ambiente e del paesaggio, la promozione, la valorizzazione del luogo e del patrimonio immobiliare esistente con iniziative dedicate, ma assicura anche un sistema di servizi d’eccellenza ambientali, di sicurezza e di comunicazione per luoghi in cui il lusso è di casa. Costa Smeralda® è un nome e un marchio registrato, di proprietà di Servizi Consortili Spa, parte operativa del Consorzio Costa Smeralda, creato
IN ALTO
La spiaggia del Principe, conosciuta dai sardi come Portu Li Coggi, è un ampio arco di sabbia bianca finissima, circondato da una macchia mediterranea lussureggiante.
IN BASSO
Waterfront Costa Smeralda, salotto di lusso a cielo aperto nel Porto Vecchio di Porto Cervo, con boutique, bar, lounge ed eventi.
dai fondatori del Consorzio, che comprende esclusivamente i terreni delle proprietà possedute dai 3.800 soci, per identificare l’organizzazione, le sue attività, lo stile architettonico. Il tema della sostenibilità è sempre più sentito anche nell’area consortile, composta per il 93% da territorio verde, in cui sono state adottate nuove misure preventive, tra cui 22 spiagge plastic free, gestite dal Consorzio e l’installazione dei Sea Bin, da parte della Marina di Porto Cervo, insieme al campo boe, per eliminare l’ancoraggio nella baia del Cala di Volpe. E non manca certo il divertimento. Molte le novità Costa Smeralda per la stagione estiva, tra cui il nuovo servizio Costa Smeralda Bike Tour, dedicato a chi non ama solo la vita di mare e potrà andare a scoprire percorsi naturalistici nella zona di Porto Cervo, e in particolare il percorso alla scoperta della famosa Blue Zone sarda, che durante l’evento Longevity Fest, a fine settembre, sarà gemellata a quella del Costarica, in un talk show con esponenti e studiosi del fenomeno della longevità. Sarà inaugurato anche il nuovo beach club, A Mare, sulla spiaggia di Liscia Ruja con un’offerta gastronomica firmata dallo chef stellato Antonio Mellino, del Quattro Passi di Nerano.
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DOVE DORMONO LE STAR
Grande attesa in Costa Smeralda per testare i servizi e le location degli grandi hotel iconici frequentati dal jet set, tra cui il lussuoso Romazzino, A Belmond Hotel, così come il famoso Cala di Volpe, firmato da Jacques Couëlle, situato in una delle baie più belle dell’isola, e l’esclusivo Hotel Pitrizza, a pochi chilometri dal centro di Porto Cervo, che diventerà una struttura della catena Cheval Blanc. Un hotel storico, quest’ultimo, progettato dall’architetto Luigi Vietti nel 1963, inserito nella natura circostante. 49 camere e 16 ville affacciate
sul mare e immerse in lussureggianti giardini, dotate di ogni comfort, con arredamenti nel tipico stile mediterraneo, ognuna con balcone, terrazzo o giardino e, alcune ville, anche con piscina privata. Completano l’offerta il ristorante The Grill, con piatti ispirati alla cucina locale realizzati con prodotti regionali, il Bar Pitrizza con una selezione di cocktail, la spa, la piscina, la spiaggia riservata, per chi ama il relax, un miniclub e, per gli sportivi, un centro di fitness, un campo da tennis, un campo da padel e numerosi sport acquatici.
ALTO
IN Veduta aerea dell’Hotel Pitrizza. SOPRA Cartoline dalla Costa Smeralda.CONTENT CREATOR
Ambasciatori del lusso
Specializzati in moda, design, automotive, yacht, alta gioielleria e wellness, i 6 giovani testimonial
selezionati da Robb Report Italia accompagneranno i lettori con le loro storie coinvolgenti
Creare una community appassionata e divulgare informazioni sui prodotti e le esperienze più esclusive è parte del lavoro quotidiano dei content creator
selezionati da Robb Report Italia. Con la loro creatività, nei prossimi mesi arricchiranno le pagine del magazine online e i canali social del brand e, grazie alla loro conoscenza approfondita nei settori di appartenenza (moda, design,
automotive, yacht, alta gioielleria e wellness), realizzeranno contenuti originali per raccontare novità, aneddoti e accompagnare i lettori agli eventi più ricercati. Ecco chi sono i nuovi portavoce di Robb Report Italia.
Flavia Arditi
Classe ’86, originaria di Roma, la sua passione per la moda porta Flavia a Milano, dove si laurea in economia aziendale e in marketing management all’Università Bocconi. Durante gli anni di studio non perde occasione per viaggiare grazie agli exchange tra Toronto, San Diego e Sydney. Dopo un breve stage in consulenza presso Ernst & Young a Milano, inizia a lavorare per rinomate aziende della moda e del lusso, dove struttura la sua carriera nei dipartimenti Marketing, Pricing e Merchandising. La passione per la comunicazione e la scrittura la spingono a mettersi in proprio e dopo un master di approfondimento in Digital Editor allo Ied lancia diverse start-up nell’ambito dell’editoria digitale. Durante gli anni inizia a utilizzare il suo profilo Instagram come strumento di personal branding, fino a farlo diventare parte integrante del suo lavoro. Oggi Flavia è socia di Hangar Design Group, agenzia di comunicazione integrata internazionale fondata quarant’anni fa con sedi a Venezia, Milano, New York e Shanghai. Lavora come talent e consulente con brand della moda e del lusso tramite la sua società personale, la F.A. Consulting S.r.l.
“Essere alla moda è questione di attitude: sentirsi a proprio agio con se stessi e con ciò che si indossa”
DESIGN
Maria Teresa Calce
Originaria di Napoli, Maria
Teresa (Marsia) si trasferisca a Milano nel 2002 dove vive e lavora per 15 anni, iniziando la sua attività come editor per i settori wellness, benessere, e lifestyle collaborando con “Più sani più belli”. Nel 2014 segue il suo sogno e fonda My Secret Room - The Luxury Lifestyle Guide, con il preciso obiettivo di farlo diventare un punto di riferimento per il design, l’hospitality e il benessere. Una piattaforma che oggi vanta miglia di visite al giorno. Segue così la sua vocazione, nata dall’influenza dei genitori, di due culture differenti mescolate in modo unico: entrambi amanti dell’arte e dell’architettura, le hanno trasmesso l’idea che “bisogna allenare l’occhio al bello”, facendola vivere in una casa-galleria in continua evoluzione, come un film di Fellini. Trasferita a Verbania nel 2015 per rallentare dai ritmi meneghini, decide di fare un passo in più e raccontare tutto il bello che offre ogni giorno il luogo in cui ha scelto di vivere. Attualmente gestisce Luxury Observer, società specializzata nell’organizzazione di eventi di lusso che opera sulle sponde del Lago Maggiore, con l’obiettivo di creare un canale che riesca a fungere da vetrina e da collettore di esperienze ed emozioni.
“L’apertura mentale, l’amore per gli oggetti e la voglia di scoprire chi c’è dietro a un’idea sono alla base dei miei racconti”
Andrea Prillo
“AP, le mie iniziali ma anche quelle di Adrenalina e Passione, le emozioni che racconto nei video”
Nato a Bologna nel 1998 e grande appassionato del mondo automotive, dopo una prima esperienza nel mondo delle gare in moto, nel 2011 apre il canale Youtube in cui inizia a caricare video autoprodotti. La passione si trasforma in lavoro nel 2017, quando viene invitato agli eventi per raccontarli attraverso i social, iniziando a collaborare con diversi brand: il primo cliente è Red Bull. Nel 2020 diventa brand ambassador di Ducati realizzando contenuti per il lancio a livello mondiale della Ducati Hypermotard Rve in collaborazione con il brand. Tutto inizia quando, superato l’anno da neopatentato, all’età di 19 anni Andrea anima i suoi canali social raccontando news, anteprime e aneddoti sulle più grandi case automobilistiche. In contemporanea al suo lavoro che stava sempre prendendo più piede, Andrea si laurea in Economia presso l’università di Bologna. Oggi, oltre ad avere una solida community che conta oltre 1,3 milioni di follower tra i vari social, sta lanciando la sua prima start-up che consisterà nella fondazione di un club di appassionati del mondo automotive, che possano beneficiare dell’utilizzo di una flotta di auto di lusso e l’accesso a prestigiosi ed esclusivi eventi in Italia.
WELLNESS
Raffaella Dallarda
Fondatrice di Inspatime.com, start-up di comunicazione e consulenza di Spa, è stata classificata tra le “100 donne Forbes 2022” per avere portato crescita e cambiamento nel turismo wellness made in Italy. Specialista del benessere, auditor di spa e blogger di wellness destination, è l’autrice e curatrice della guida biennale delle migliori 50 Spa d’Italia, “E-SPAnsiva”, edita da BFC Media. È naturopata e fisioterapista a Milano da quasi 30 anni, esperta di comunicazione SoMe, laureata in Executive Wellness Management & Marketing della Salute Spa presso la LUISS di Roma. Vanta un’audience profilata sui suoi profili social di oltre 40mila follower. Speaker e moderatrice, tiene master, conferenze e convegni nazionali e internazionali sul benessere, anche a livello aziendale. Insegnante di ruolo in una scuola pubblica, da 25 anni segue la sua prima passione: viaggiare come una giramondo e studiare attraverso i 5 continenti. Raffaella Dallarda ha l’ambizione di fondare una “Spa della vita”: una medi-Spa olistica e inclusiva per educare a uno stile di vita sano, per conservare e curare la fertilità e parlare di genitorialità, maternità e sostenibilità sociale.
“Alcune strade portano a un destino, altre a un traguardo, per me portano tutte a una Spa destination”
JEWELRY
Laura Astrologo Porché
Giornalista e influencer specializzata nel settore dei gioielli, la carriera di Laura è iniziata nei media come giornalista radiofonica per la Rai. Appassionata d’arte, nel suo attuale lavoro esplora l’estetica, le tendenze e gli aspetti storici e simbolici della gioielleria. Utilizza lo storytelling per evocare emozioni e sottolineare i valori e l’ispirazione dietro le creazioni di brand e designer di gioielli. Segue regolarmente le presentazioni delle nuove collezioni di alta gioielleria a Parigi e partecipa a eventi internazionali del settore in Europa, America, India e Cina. Durante la pandemia, ha intuito le potenzialità dei social per espandere la sua rete di contatti professionali e oggi gestisce la pagina Instagram @journaldesbijoux con 105mila follower e un profilo Linkedin riconosciuto come “Top Influencer Marketing” con circa 200mila visualizzazioni mensili, oltre a essere su TikTok, Threads e Facebook. È caporedattrice della rubrica Watches & Jewels per il gruppo editoriale svizzero Celebre Magazine World e contributor per pubblicazioni quali Rapaport, Orafo Italiano, Forbes Italia. Partecipa come membro di giuria a numerosi award di settore ed è impegnata in attività di beneficenza.
“Ogni gioiello racconta una storia segreta, un sussurro di epoche passate e di mani sapienti, un microcosmo scintillante di arte e storia”
“La community e i rapporti con i broker mi permettono di trasmettere i valori di qualità e innovazione
Benedetta Iovane
Benedetta si distingue nel settore della nautica di lusso come esperta e appassionata, grazie a competenze tecniche e una vita vissuta tra le onde. La sua carriera nello yacht management, che porta avanti da più di dieci anni, è fondata su una solida formazione ingegneristica e un’esperienza significativa acquisita presso il Rina, l’ente di classificazione, dove ha sviluppato le sue competenze nel campo delle certificazioni navali. Parallelamente all’attività professionale, ha coltivato con successo una carriera sportiva nel mondo della vela regatando in circuiti nazionali e internazionali per monotipi. Il suo approccio come Yacht Manager è improntato alla massimizzazione dell’esperienza in mare per gli armatori, a cui offre un servizio completo che va dalla gestione tecnica allo sviluppo di soluzioni su misura per il charter e la compravendita. Attraverso la sua identità online “The Luxury Yacht Lady”, Benedetta condivide la sua esperienza, realizza review dettagliate di superyacht e conduce interviste con figure chiave del settore. Il suo impegno costante nella formazione la vede nel ruolo di docente presso l’Its Academy Caboto.
THE DUEL
Meglio inseguire la pace interiore o la perfezione esteriore? Christian Dior una volta disse: “La felicità è il segreto di ogni bellezza” mentre Billy Crystal, interpretando la star hollywoodiana dei tempi d’oro Fernando Lamas al Saturday Night Live, ha creato un tormentone con “It’s better to look good than to feel good”. Alcuni sostengono che non si debba scegliere, ma sono le stesse persone che pretendono di andare a letto alle nove e di ordinare un’insalata a pranzo. Utilizzate quindi il nostro specchietto con le due tesi a confronto, ma scegliete con saggezza (ma chi vogliamo prendere in giro? Avete già scelto l’aspetto esteriore, e anche noi l’abbiamo fatto…). Adam Morganstern
Avere un bell’aspetto Sentirsi bene
VS.
IL SANTO PATRONONarciso
Mi piace: Narciso, Narciso, Narciso... Non mi piacciono: gli specchi d’acqua poco profonda.
Dioniso
Mi piace: Vino, sesso, feste, follia, estasi, feste. Non mi piace: il lunedì mattina.
VALORE DI MERCATOFacendo due conti, i fatturati combinati delle industrie della moda, della chirurgia estetica, del fitness e della gioielleria ammontano quasi a ¤2.160.000.000.000.
L’alcol da solo vale 1.800 miliardi di euro e la cannabis legale altri 26 miliardi. L’industria della salute mentale si aggira intorno ai 352 miliardi, ma in realtà, se si sottraggono i primi due (sul serio, è ora di ammettere che si tratta di auto-medicazioni), rimangono circa ¤1.400.000.000.000.
IL MOTTO
“L’abito fa l’uomo”
— Peter Idley, Istruzioni per suo figlio, circa 1445
“La prima ricchezza è la salute”
— Ralph Waldo Emerson, Condotta di vita, 1860
PER COSA VALE LA PENA MORIRE?
I gentlemen dell’epoca edoardiana indossavano colletti talmente inamidati da interrompere l’afflusso di sangue alla carotide, guadagnandosi il soprannome tedesco di Vatermörder, ovvero parricida.
L’INNO
“You’re So Vain”
di Carly Simon. Probabilmente pensate che questa canzone parli di voi, vero? (Sbagliate.)
Un numero incredibile di rockstar - tra cui Jimi Hendrix, Amy Winehouse, Janis Joplin, Kurt Cobain e Jim Morrisonha portato il “sentirsi bene” a un livello talmente estremo da non arrivare al 28° compleanno, dando origine al cosiddetto Club dei 27.
“You Can’t Always Get What You Want”
dei Rolling Stones. In realtà il filosofo greco Epicuro, da cui deriva il termine “epicureo”, non era un edonista: credeva che il vero piacere derivasse dalla limitazione dei desideri.
LA “MEDICINA” GIUSTA
Un regime di “Bellezza estetica avanzata” di cinque giorni e quattro notti presso la Clinique La Prairie di Montreux, in Svizzera, vi permetterà di rifinire, tonificare, illuminare e ringiovanire grazie a yoga, personal training, massaggi, drenaggio linfatico, antiaging dentale, rigenerazione dei capelli, riduzione delle linee sottili, infusi di erbe Swiss-detox, crioterapia, infraterapia e altro ancora (circa ¤21.000).
Uno shot di whiskey (¤8).