Experiences
Robb Report, la bibbia del “lusso senza compromessi”, da storie, immagini, interviste
Storie, immagini, servizi a cui danno vita le Experiences di straordinari riservati ai lettori
Robb Report Italia e BFC Events hanno già progettato quattro sveleranno i segreti delle gemme nascoste del vero lifestyle più inaccessibili.
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Preparati a
in realtà il viaggio sempre sognato...
Experiences
sempre apre le porte del mondo ai lettori attraverso interviste e servizi esclusivi.
Robb Report Italia, creando momenti unici ed eventi lettori di Robb Report.
quattro “Experiences” straordinarie ed eslusive, che lifestyle italiano, stabilendo un contatto diretto con le realtà inaccessibili.
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HORSE RIDING EXPERIENCE
Un’avventura memorabile in sella a un purosangue, con il privilegio di visitare gli allevamenti toscani di cavalli allo stato brado, il gran premio e i cavalli da competizione e le loro scuderie più esclusive.
trasformare viaggio che hai sognato...
NEW RENAISSANCE
Goditi un incredibile itinerario in Toscana, alla scoperta del mondo della moda e delle cantine più prestigiose della zona.
le stelle (marine)
WINGS
106 Aston Martin domina i cieli
108 Traffico addio
TECHNOLOGY
110 Musica, maestro!
PASSIONS
TIMELESS ELEGANCE
125 Gemelli diversi
JEWELRY
128 Gioie da star
STYLE
135 L’eleganza senza regole
140 Tanto di cappello WELLNESS
135 Fioriscono le Spa
MIXOLOGY
144 Cocktail party
TRAVEL
152 L’ultimo santuario del vero lusso
158 Taipei, l’altra Hong Kong
Periodico registrato presso il Tribunale di Milano al numero 192 dell’08/10/2021 robbreport.it
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I nostri lettori conoscono bene il senso di ROBB REPORT per il vero lusso. Discreto, senza troppi orpelli, ricercato e di un’eleganza - come dire - intrinseca. Bene, questo numero, che accompagna l’arrivo della primavera, per una volta fa una piroetta e abbandona l’aplomb dei toni seppia, dei grigi sfumati, delle nuance shabby chic, dei celesti pastello, per un tocco di magica follia. La fantasia al potere, era il motto nel Sessantotto. Coloriamo tutti i muri, si cantava nei mitici Settanta. E allora, perché non perdersi qualche ora nel mondo di Alice e scorrere le pagine con la stessa meraviglia dei bambini?
Come invita a fare la copertina dell’ecuadoriano Beto Val, artista visuale che alchemizza le illustrazioni d’epoca in bizzarre composizioni dove mescola frutta e uccelli, vita acquatica e terrestre. Un’armonia di colori e forme perfetta, per introdurre il servizio sui luoghi cult del buon bere e del buon cibo di una straordinaria città come Firenze, dove il bello è ordinaria amministrazione, eppure non finisce mai di stupire. E dove la cucina, al pari dell’arte e della cultura, continua ad affascinare e attrarre visitatori da tutto il mondo. Come affascinano i diamanti grezzi che sembrano usciti da altri mondi, da tagliare su misura a seconda del gusto dei clienti, ultimo (costoso) status symbol di chi si intende di cose preziose, e cerca la perfezione assoluta. Un maestro di stile è senz’altro Roberto Capucci, enfant prodige dell’alta sartoria con le sue collezioni di abiti a tinte solari, con plissettature e forme fantastiche, da superare perfino quei maestri di massima armonia che sono i giapponesi. Le sue creazioni sono ora in mostra a Fontanellato, al Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci.
Un mecenate dell’arte, come il patron di Byblos nel suo Art Hotel Villa Amistà, nel Veronese, con gli interni studiati e creati da Alessandro Mendini, e tutti gli spazi - camere e bagni compresi - arricchiti da decine di opere d’arte contemporanee dei più apprezzati artisti, da fare invidia alle grandi Gallerie. Varcare i giardini ed entrare nel salone dell’albergo è un’esperienza che lascia incantati.
E a bocca aperta si resta anche davanti alla “Palazzina dei rossetti” a Milano, in Città Studi, divenuta un landmark imperdibile dove design e arte contemporanea si incontrano. D’altronde, essendo la sede di Toiletpaper, la rivista semestrale di un visionario come Maurizio Cattelan (protagonista, con le sue risposte mai banali, della immancabile rubrica The Answer), non poteva che essere anticonformista, coloratissima, quasi psichedelica.
E chissà che in uno dei tanti party con celebrities che si tengono qui vengano serviti i nuovi coloratissimi cocktail, rigorosamente preparati nelle drink bowl, l’ultima tendenza d’oltreoceano, perfetti anche sulle terrazze che riaprono o nei giardini delle ville. Robb Report ne svela tutti i segreti. E a chi non si accontenta di fantasticare ma un sogno vuole viverlo fino in fondo, solo un suggerimento: immergersi nel reportage che conclude questo numero, sull’Isola di Benguerra, che nasconde un habitat incontaminato e una barriera corallina ancora vergine. E prenotare subito un biglietto per il Mozambico.
WAKE UP WORLD
Il risveglio in un letto Hästens può farti scoprire il reale valore del sonno perfetto. È realizzato con un’eccezionale combinazione di materiali naturali e artigianato d’eccellenza. Non si vede a occhio nudo. Ma si sente. 24 ore al giorno.
THE GOODS
WHO, WHAT AND WHERE
Il Rinascimento è servito
di Susanna TanziApprezzata in tutto il mondo per lo straordinario scenario, per le arti, i mestieri e per un’ospitalità di grande charme ed eleganza, Firenze mostra il suo lato migliore anche quando si parla di enogastronomia. Nelle piccole vie acciottolate, nelle belle piazze, sulle terrazze con vista si possono gustare i classici: pane sciapo (“sciocco”, come dicono i toscani) e finocchiona, la fiorentina comme il faut, la ribollita e i crostini con i fegatini, accompagnati da un buon vino toscano. Ma per i veri gourmet servono trattorie, bistrot, ristoranti dove la cucina tradizionale si integri senza scossoni con nuovi ingredienti e tecniche culinarie d’avanguardia. Difficile fare una mappa completa dei luoghi del cuore, ecco una selezione
Una selezione dei luoghi del cuore di Firenze dove provare la migliore cucina del territorio, riveduta con le evoluzioni degli chef. Non prima di avere preso un aperitivo sulle terrazze con vista o nei baretti chic dei vicoli del centro. Nella stagione che rende ancora più magica la città dei MediciIl ristorante Chic Nonna, uno dei protagonisti della nuova scena gastronomica orentina.
ragionata (e sperimentata) da Robb Report Italia. Cominciando dalla splendida sala in cui si celebra il rito della buona tavola da Chic Nonna di Vito Mollica a Palazzo Salviati, casa natale di Beatrice, musa di Dante, e residenza di Cosimo I de’ Medici. I tavoli e le poltroncine elegantissime, ben distanziati nella grande Corte degli Imperatori, sono punto di osservazione privilegiato delle volte decorate dall’artista Alessandro Allori, uno dei protagonisti del Cinquecento fiorentino. Tanta bellezza e magnificenza si stempera con garbo grazie alla simpatia accattivante di Mollica, director of culinary di Mine & Yours Group ed executive chef del concept Chic Nonna, affiancato da uno staff che sa il fatto suo. Imperdibile una sua rivisitazione degli anni Settanta, il cocktail di gamberi. Chiudere gli occhi e degustare, per scoprire tutta un’altra cosa, la sublimazione di un piatto considerato un reperto del passato, diventato pezzo forte e molto richiesto del locale. Tra i menu degustazione, il “Rubabriciole” (5 portate vegetariane) e la Corte degli Imperatori” (carne e pesce). Per restare sul territorio, non deluderanno poi i tortelli di fagiano, il carpaccio di controfiletto, il piccione alla brace. Carta dei vini all’altezza, con le migliori bollicine italiane e francesi in primo piano. Ad accompagnare la scelta sulla carta del ristorante, una celebre terzina del Purgatorio dantesco. Chi desidera una maggiore privacy può prenotare la Sala Beatrice, l’ambiente più multifunzionale e poliedrico di Chic Nonna Firenze, nato per ospitare eventi privati e meeting di lavoro. In alternativa al ristorante gastronomico, Salotto Portinari Bar & Bistrot, il ristorante con
SOPRA
Lo chef del Chic Nonna, Vito Mollica, e uno dei suoi piatti cult: Cavatelli cacio e pepe, gamberi rossi e calamaretti spillo marinati.
NELLA PAGINA
ACCANTO
Palazzo PortinariSalviati, edi cio nobiliare di ne ‘500, che ospita il ristorante.
caffetteria e cocktail bar accessibile direttamente da via del Corso, è perfetto per un pranzo di lavoro, una cena più informale o anche solo per sorseggiare un ottimo caffè o un cocktail d’autore.
Altro indirizzo cult è Gucci Osteria in Piazza della Signoria, che porta la firma del geniale Massimo Bottura, con il testimone passato di mano a Karime Lopez e Takahiko Kondo (in arte Taka). Compagni di cucina e di vita, osservano la tradizione gastronomica italiana con un occhio differente, traducendo i loro ricordi in suggestioni inedite per
SOPRA E A SINISTRA
Il ristorante diffuso
La Ménagère, che è anche
un bistrot, un giardino e un emporio.
A DESTRA
Gucci Osteria, il ristorante creato da Massimo Bottura e guidato dalla chef
messicana Karime
Lopez af ancata
dallo chef giapponese
Takahiko Kondo.
la città di Firenze. Frammenti di Messico e Giappone si combinano con gli ingredienti del territorio, diventando opere d’arte poggiate sulle eleganti ceramiche realizzate da Richard Ginori per Gucci. Il menu degustazione “Le nostre nuove memorie” è un susseguirsi di sorprese, che si apre con “Maremma che Ostrica!”, avvolta nel guanciale e in un crumble di panettone, servita con un drink alla tequila realizzato da Martina Bonci, Bar manager di Gucci Giardino 25. Oppure il “Cannolo che vuole diventare un cannellone”, nato da simpatiche incomprensioni di lingua di Taka: se a vederlo sembra il classico dolce siciliano, al morso stupisce
con la cialda a base di farina di fagioli cannellini, ripiena di ragù di Chianina tagliata al coltello e spuma di ricotta salata.
Chi è in cerca di un luogo magico, potrà poi fare tappa nel ristorante diffuso de La Ménagère, che riempie gli spazi di un’antica bottega di casalinghi in via de’ Ginori. La luce naturale permea le ampie sale dove un lungo tavolo condiviso lascia il posto a divanetti raccolti, bancone del cocktail bar e una sala privata in diretta connessione con la cucina, arredata da un tavolo circolare e poltroncine di Knoll. Qui, oltre a degustare i tipici gnudi ricotta e spinaci, impreziositi da tartufo nero pregiato, o tre variazioni di ceviche
A SINISTRA
Cibrèo Ristorante &, Bar Helvetia Bristol e un suo coktail.
IN BASSO
Il Ristorante Santa Elisabetta dell’Hotel Brunelleschi e un piatto.
Tagliati su misura
Come i diamanti grezzi sono diventati l’ultimo status symbol. E perché le maison di alta gioielleria devono attrezzarsi per alzare l’asticella di un acquisto prestigioso
di Paige ReddingerNell’estate del 2020 una cliente asiatica si rivolse a De Beers con una richiesta così dettagliata e particolare che anche un’azienda abituata a soddisfare i desideri di una clientela ultra esigente avrebbe potuto rimanere perplessa. “Cercava qualcosa di molto specifico”, racconta Céline Assimon, ceo di De Beers Jeweller: un diamante D flawless, con un mix di proporzioni e numeri (tra carati e sfaccettature) per lei simbolici e significativi, nonché la garanzia di un certo tipo di riflessione e rifrazione della luce. Un diamante acquistato in boutique, indipendentemente dal taglio, dalla purezza o dalle dimensioni, semplicemente non sarebbe stato all’altezza. Così De Beers si mise cercare una pietra in grado di soddisfare tutti i requisiti. Il processo che ha portato dal reperimento del diamante grezzo all’incastonatura delle gemme finite in un paio di orecchini a goccia è durato più di un anno, con il coinvolgimento della cliente in ogni fase. Per quanto belli fossero, la cliente ha acquistato molto più di una pietra
unica e orecchini su misura: è stata protagonista di una storia incredibile. “Il viaggio, in un certo senso, è stato più importante, del prodotto finale”, dice Assimon.
Nell’alta gioielleria i clienti stanno alzando sempre di più l’asticella dell’esclusività. Tradizionalmente, le miniere si procuravano le pietre e le vendevano ai commercianti, che poi le facevano tagliare e lucidare prima di venderle alle case di alta gioielleria che le trasformavano in collane, anelli e altri pezzi finiti. Oggi, sia le miniere sia i commercianti stanno bypassando le gioiellerie per consegnare diamanti grezzi, anche da milioni di dollari, direttamente nelle mani dei clienti privati che vogliono pezzi unici. E da poco sono nate due nuove aziende specializzate in questo business: Signum, controllata dal distributore belga HB Antwerp, specializzato nel taglio e nel commercio di diamanti di alta gamma, e Maison Mazerea, di Burgundy Diamond Mines, società australiana di Perth che offre sia pietre grezze per pezzi su misura sia alta gioielleria creata con designer indipendenti, utilizzando diamanti estratti, tagliati e lucidati direttamente
Il Lesotho Legend da 910 carati, il quinto diamante più grande mai estratto, è stato acquistato da Van Cleef & Arpels e trasformato in una collezione di alta gioielleria.
in azienda. “Cerchiamo di offrire qualcosa di unico, che la persona nello yacht accanto non ha”, dice Peter Ravenscroft, managing director e ceo di Burgundy Diamond Mines e Maison Mazerea. “Abbiamo appena tagliato un diamante di sette carati e mezzo. Si tratta di una pietra da due o tre milioni di dollari, ricavata da un pezzo grezzo di 14 carati. Il prossimo è un diamante da 24 carati”. Mazerea presenterà anche tagli insoliti, con meno sfaccettature per mostrare una rifrazione più sottile rispetto ai tagli moderni e una maggiore quantità di colore naturale, ispirandosi alle tecniche del XVII secolo utilizzate per le corti reali francesi (il nome del marchio deriva dal Cardinale Mazzarino, collezionista di diamanti e capo ministro di Luigi XIII e Luigi XIV). “Chi vuole un taglio marquise, da noi non lo otterrà “, dice Ravenscroft. Ma per chi cerca un oggetto e un’esperienza fuori dalla portata di molti, Mazerea fornirà la materia prima e progetti personalizzati. “I clienti possono visitare le miniere, entrare nel nostro impianto di taglio, sedersi con i designer e partecipare alla progettazione del gioiello”.
Mentre Maison Mazerea venderà anche pezzi finiti, Signum si occupa esclusivamente di diamanti grezzi, offrendo all’acquirente il controllo completo della propria pietra. Un processo che può durare da tre mesi fino a un anno o più. Un cliente ha chiesto alla sua fidanzata di sposarlo con una pietra grezza durante un’escursione a Gstaad. E no, non sembrava un sasso appena raccolto sul sentiero. “Ha incastonato il diamante in un bellissimo anello”, racconta Rafael Papismedov, managing
partner e direttore strategico di HB Antwerp e Signum. “Lei è andata in giro con questo anello per due mesi, e non è passata inosservata. Stare per ore con il nostro team, misurare gli angoli, decidere la lunghezza, il riflesso della luce e la forma finale è stato un processo coinvolgente. Penso che sia un modo bellissimo di iniziare un matrimonio”. Un altro cliente era così soddisfatto delle sue due gemme grezze che ha trasferito 2 milioni di dollari a Signum per trovarne una terza. Accumulare diamanti grezzi da milioni di dollari è un’abitudine piuttosto costosa, da sembrare quasi sospetta. Ma Signum sta tenendo sotto stretto controllo i suoi pezzi, che saranno di 10 carati o più e, di conseguenza, in quantità molto limitata. I potenziali clienti dovranno passare attraverso un processo di selezione rigoroso. “Non vogliamo essere una macchina per il riciclaggio di denaro sporco”, dice Papismedov. “Ecco perché all’inizio lanceremo questa piattaforma negli Stati Uniti, per poi espanderci in Europa”. Anche Mazerea si concentrerà sul Nord America perché, spiega Ravenscroft, “i processi produttivi sui mercati orientali sono considerati meno importanti”. Le due aziende invece
invitano i clienti a visitare le miniere e la loro sede centrale, in modo che possano, in teoria, incontrare i lavoratori e verificarne le condizioni di lavoro. Signum utilizza inoltre la tecnologia blockchain per certificare l’origine e l’autenticità dei diamanti, al fine di proteggersi da pratiche losche, come la spedizione di diamanti grezzi dalle miniere russe all’India, dove vengono tagliati, lucidati ed etichettati come indiani per aggirare le sanzioni occidentali.
Forse anche per rispondere alla nuova concorrenza, le case di alta gioielleria stanno alzando il livello. Qualche anno fa Graff ha acquistato il Lesedi La Rona (che significa “La nostra luce” nella lingua Tswana del Botswana, dove il diamante viene estratto) per 53 milioni di dollari. Con i suoi 1.109 carati, è il quarto diamante più grande mai trovato, tanto che l’azienda ha dovuto ideare su misura uno scanner e un software per capire come tagliarlo. Graff ha poi utilizzato un laser per incidere su ciascuna delle 66 pietre ottenute il nome del diamante. “Sono andati a ruba”, dice il ceo François Graff. “Inciderli con il loro nome è stato il nostro modo di celebrare questo ritrovamento unico nel suo genere e dare ai clienti l’opportunità di indossare un bellissimo pezzo di
A SINISTRA
Il diamante Lesedi
La Rona mentre viene tagliato con il laser nei laboratori di Graff.
SOTTO
Un tagliatore di diamanti di Signum.
storia”. Queste maison storiche non sono certo alle prime armi quando si tratta di diamanti grezzi. Il gruppo De Beers ha iniziato a creare i propri gioielli nel 2001, ma fornisce diamanti all’industria sin dalla sua fondazione nel 1888. All’inizio del XXI secolo controllava l’80% della distribuzione di diamanti grezzi e ancora oggi vende il 30% della produzione mondiale di diamanti grezzi in termini di valore. Graff, fondata nel 1960, ha acquistato la sua prima pietra grezza importante nel 1989, il Paragon da 320 carati, dal quale è stato ricavato un diamante da 137,72 carati, all’epoca il più grande flawless del mondo, e dal 2000 ha acquistato un esemplare importante quasi ogni anno.
Nel 2018, Van Cleef & Arpels, che storicamente ha scelto di acquistare pietre già tagliate e lucidate, ha pagato 40 milioni di dollari per il Lesotho Legend da 910 carati, il 5° diamante più grande mai estratto. Nel 2019, Louis Vuitton si è accaparrata il Sewelô da 1.758 carati, 2° diamante più grande mai trovato (superato solo dal Cullinan da 3.106 carati estratto in Sudafrica nel 1905), seguito dal Sethunya da 549 carati nel 2020. Entrambi sono stati rinvenuti nella miniera Lucara di Karowe in Botswana, dove è stato portato alla luce anche il Lesedi La Rona. Sebbene
Vuitton produca collezioni di alta gioielleria dal 2009, si tratta di una mossa sorprendente per una maison più nota per la vendita di pelletteria di lusso e di capi d’abbigliamento. La maison non ha voluto divulgare l’importo pagato, ma il solo Sewelô è stimato tra i 6,5 e i 19 milioni di dollari. Le pietre ottenute saranno riservate ai diamanti su ordinazione, consentendo ai clienti vip di essere coinvolti nel processo dall’inizio alla fine. Il taglio e la lucidatura dei diamanti Sewelô e Sethunya, che si dice siano complessi, saranno guidati da HB Antwerp. “Le grandi maison e case di gioielleria, a eccezione di pochissime, se non nessuna, non hanno alcuna conoscenza della
trasformazione di questi diamanti da grezzi a lucidi”, sostiene Papismedov. “Sicuramente è un’ottima attività di marketing”, aggiunge, “ma il loro coinvolgimento di solito consiste nel mettere un pezzo di metallo intorno al diamante e molto raramente nel creare il diamante stesso”. Che cosa significherà per le grandi case di lusso il fatto che i commercianti, i tagliatori e gli estrattori comincino ad attingere dal loro stesso bacino di clienti? Chi è interessato ai brand rimarrà fedele ai gioiellieri tradizionali. Ma per chi ha già tutto ciò che il denaro può comprare, il controllo dell’intero processo di creazione di un gioiello, dalla terra alla pelle, potrebbe essere l’ultima frontiera.
Il fascino vichingo che piace al re
Il piccolo cantiere J Craft Boats che nel 2000 ha esordito con una commissione del sovrano di Svezia, passato dal 2007 nelle mani di un imprenditore illuminato prosegue la tradizione con il Torpedo 42. Un gioiello di eleganza senza tempo e alta tecnologia, a tiratura limitata. Vero capolavoro dell’arte nautica svedese
di Roberta Vanore
Il design classico dalle linee rétro chic richiama gli anni della dolce vita. Il ponte è in legno di mogano verniciato lucido, le niture in acciaio inossidabile, i sedili di pelle italiana, gli interni in pregiati tessuti.
Immersa nel cuore del Mar Baltico, sulla suggestiva isola di Gotland, Visbypittoresca città medievale della Svezia e Patrimonio Unesco - affonda le sue radici in un’affascinante storia vichinga. Da secoli i maestri artigiani locali, discendenti di goti, vichinghi e mercanti tedeschi costruiscono, secondo un’antica tradizione navale, barche in grado di resistere agli elementi punitivi dell’estremo nord. In questo contesto è nato il cantiere navale J Craft Boats che, da oltre vent’anni, crea, su ordinazione, esclusive imbarcazioni artigianali con la stessa passione dei primi abitanti scandinavi, unendo storia e innovazione.
Tutto ha inizio nel 1999 quando il ristoratore Björn Jansson - aiutato dall’amico Johan Hallén, costruttore di barche - crea un piccolo cantiere per realizzare, per sé stesso e i suoi facoltosi amici, un lussuoso motoscafo dal look vintage. La prima commissione arriva dal re di Svezia, Carlo Gustavo XVI, a cui,
nel 2000, dopo un anno di lavoro, viene consegnato il primo Polaris Cabrio Cruiser da 38 piedi (11,6 m), un gioiello sportivo e tecnologico, realizzato a mano, dal design classico-rétro in stile dolce vita anni ‘50 e ‘60. Il marchio sopravvive anche dopo la morte del fondatore grazie a Radenko Milakovicimprenditore ed hedge fund manager, armatore di un Torpedo e attuale proprietario di J Craft - che vede una delle barche di Jansson, se ne innamora, sogna un modello personalizzato, e infine nel 2007 decide di acquistare l’intero cantiere navale composto da sei maestri artigiani. La visione e l’impegno di Milakovic, uniti alla passione e all’esperienza del team svedese, permettono di intraprendere una nuova sfida: mantenere vivo lo spirito originale e l’estetica distintiva del brand, ma modernizzare il motore adottando tecnologie più avanzate. Nel 2009 nasce così J Craft Torpedo 42 piedi (12,8 m), un velocissimo runabout che coniuga prestazioni sportive a uno stile rétro, elegante e senza tempo.
Radenko Milakovic dal 2007 è il proprietario del cantiere svedese J Craft Boats. IN BASSO J Craft Torpedo è un runabout da 42 piedi che può arrivare no a una velocità di 50 nodi.
“Il Torpedo”, spiega Milakovic, “incarna la joie de vivre e il piacere di esplorare le proprie passioni. È inoltre una delle barche più stabili sul mercato. Il rivoluzionario sistema pod Volvo Penta Ips di ultima generazione, senza timone, abilitato tramite joystick, consente alla barca di spostarsi in tutte le direzioni e persino di virare in lunghezza offrendo un controllo senza sforzo e un’eccezionale manovrabilità. Le eliche rendono le curve sicure e confortevoli. Lo yacht può essere equipaggiato con diversi motori. È perfetto per una navigazione rilassante, ma può raggiungere anche i 50 nodi di velocità”.
Il Torpedo è oggi l’unico modello prodotto da J Craft e una delle imbarcazioni più rare: ne esistono solo 21 esemplari al mondo. Ogni barca è interamente realizzata a Visby dagli artigiani locali che per costruirla impiegano oltre 8mila ore (quasi un anno). La costruzione manuale e su misura permette di potere personalizzare tutti gli elementi secondo i gusti
La cabina ospita quattro posti letto. Le pareti sono di mogano verniciato lucido, come all’esterno.
A SINISTRA
La dinette è caratterizzata da mobili verniciati in mogano, illuminazione d’ambiente e un elegante divano bianco in Alcantara. Il tavolino al centro è realizzato a mano. A scomparsa il piccolo ma raf nato bagno.
dei clienti, per questo ogni yacht è un pezzo unico da collezione. All’esterno il ponte e i pannelli, in lucido mogano, sono realizzati con legno massello di altissima qualità, proveniente dalle foreste pluviali sostenibili dell’Africa occidentale, e curvato a mano per migliaia di ore secondo un’antica tecnica di piegatura al vapore rimasta immutata dai tempi dei Vichinghi, poi laccato e verniciato per 18 volte per aumentarne la brillantezza. Lo scafo è in fibra di vetro, le finiture di acciaio inox, i sedili in pelle italiana, mentre all’interno e all’esterno spiccano i pregiati tessuti italiani e francesi firmati Loro Piana, Hermès, Alcantara e Ralph Lauren, che conferiscono un tocco mediterraneo al capolavoro svedese. Le moderne attrezzature tecnologiche sono nascoste e rivestite in pelle.
L’elegante volante Nardi, realizzato a mano in legno, è quello tipico delle auto d’epoca, replica dalla leggendaria Ferrari 250 Gto. Il pozzetto aperto, con due prendisole, può accogliere fino a dieci persone, mentre la spaziosa cabina sottocoperta ospita quattro posti letto. A differenza di altri tender, il Torpedo può attraversare interamente il mar Mediterraneo, è stato infatti progettato per dominare ogni tipo di traversata: tutti i modelli vengono testati nelle impervie acque nordiche del Mar Baltico per garantire il massimo in prestazioni e sicurezza, anche nelle condizioni più avverse. Anima scandinava e cuore mediterraneo, questo siluro è un vero gioiello del mare: un esclusivo lusso made in Sweden per pochi eletti.
Testato nelle avverse acque nordiche, il Torpedo è progettato per dominare ogni condizione di mare. Con il suo pozzetto aperto e due prendisole, può accogliere no a dieci persone.
ALTUS LIFESTYLE
Luxury is a reflection of aesthetics, an expression of the good and the beautiful that give value to life: that combination of design and functionality that has always guided us in all our proposals reflects the desire to operate in the real estate field while enhancing beauty and history we are surrounded by. Luxury real estate is our passion, not just our business. This is why we are standard-bearers of the ultimate lifestyle
Per saperne di più: www.altuslifestyle.com
Piazza della Repubblica, 6, 50123 FirenzeUn Finissimo meccanismo
Le ultime edizioni speciali degli orologi-icona di Bulgari, in collaborazione con due grandi artisti giapponesi, rinnovano la tradizione di lusso ed esclusività del brand
Dal Dal suo lancio, meno di dieci anni fa, il modello Bulgari Octo Finissimo è divenuto a dire poco un’icona dell’orologeria contemporanea. Oltre ai tantissimi record mondiali per la sua sottigliezza, è ora una vera e propria leggenda grazie alla sua forma, ispirata alle architetture dell’antica Roma. Uno splendido esempio di perfezione geometrica con la coincidentia oppositorum: cassa ottagonale e lunetta rotonda. Una duplice anima che esprime contemporaneità e rigore orologiero svizzero, unito all’eleganza italiana. Eppure i volti di Octo Finissimo continuano a stupire. Spicca fra le novità Bulgari, presentate di recente, l’Octo Finissimo Sejima, un’edizione speciale nata dalla collaborazione con la celebrata architetta giapponese Kazuyo Sejima. Il risultato? Uno spettacolare “invisible watch” ispirato all’invisible train realizzato da Sejima in Giappone. Una locomotiva con superfici completamente cromate a specchio, che riflettono il paesaggio circostante. “Da questo concetto”, ha spiegato Fabrizio Buonamassa, direttore del Watch Design Center Bulgari, “l’idea di collaborare per creare un orologio in edizione limitata che potesse esprimere una nuova anima
dell’Octo Finissimo. Utilizzando l’acciaio, materiale ben noto al marchio, ma in maniera inedita: per la prima volta interamente cromato, così da dare un nuovo volto all’iconico modello e una nuova dimensione estetica al concetto di tempo”. Chi guarda l’ora sull’Octo Finissimo Sejima vede la propria immagine riflessa sul quadrante: un risultato sorprendente, sia dal punto di vista tecnico sia filosoficoestetico. Lavorando sul contrasto tra materia e trasparenza, visibile e invisibile, Sejima ha progettato questo orologio riproponendo i propri codici stilistici. Il modello si distingue oltreché per il potente effetto specchiato sul quadrante in vetro zaffiro, anche per la speciale texture con micro “dots”. Un motivo a puntini ideato dall’architetta, che esalta il contrasto con la cassa e il bracciale in acciaio lucido. Sul fondello trasparente con la firma Sejima si svela il movimento ultrasottile di manifattura a carica automatica: il calibro BVL 138.
L’Octo Finissimo Sejima Edition con cassa da 40 mm è una limited edition di soli 360 orologi in una confezione speciale in acciaio che riproduce l’effetto a specchio dell’orologio.
Dell’altra collezione iconica Bulgari, da quando è nato nel 1998, il modello Aluminium si è affermato come l’orologio urban per eccellenza: perfetto mix di stile sportivo ed eleganza italiana. E fra le edizioni speciali Bulgari non passa
SOPRA
Bulgari Octo Finissimo Sejima
Limited Edition, cassa da 40 mm in acciaio lucido e motivo puntiforme sul vetro del quadrante. € 14.700
A DESTRA
Bulgari Octo Finissimo Chronograph GMT e Bulgari Octo Finissimo Automatic in oro rosa. € 37.800 e € 46.600
Bulgari Aluminium
Soraya, edizione speciale di soli 1.000 esemplari, elegante e iconoclasta, evoca l’età aurea dell’aviazione e dei motori. Diametro 40 mm in alluminio con trattamento DLC, cinturino in caucciù nero. € 3.400
SOPRA
Modello Bulgari
Bulgari con movimento meccanico di manifattura a carica automatica e datario, diametro 41 mm con bracciale in acciaio con trattamento Diamond-Like Carbon.
€ 5.200
A DESTRA
Serpenti Seduttori in acciaio inossidabile con trattamento
DLC nero, lunetta in oro rosa 18 carati e quadrante laccato nero. € 7.300,00
inosservato Aluminium Sorayama - soli 1.000 esemplari - realizzato con l’artista giapponese Sorayama e il suo celebre iperrealismo. Il quadrante argento perlage riproduce l’effetto della luce sulle scintillanti carrozzerie, mentre gli indici e le lancette a forma di elica sono riempiti con Super-LumiNova. Tra gli indici, l’unico numero presente è il 2: cifra portafortuna dell’artista. Cassa in alluminio e lunetta in caucciù, corona in titanio nero rinforzato come il fondello con la firma di Sorayama in nero intenso. Dagli aeroplani alle pin-up, qui la ricerca estetica della maison e dell’artista catapultano gli anni ’30 nei perfetti ed esclusivi orologi da polso. Mara Cella
EXHIBITION
WAYNE THIEBAUD Magnifica ossessione
Oltre alle delizie di pasticceria, protagoniste di tanti suoi lavori, anche le opere meno “golose” del pittore statunitense ora in mostra alla Fondazione Beyeler di Basilea
Isuoi sono i dolci più costosi del mondo. Otto milioni e mezzo di dollari per sei torte ben farcite. Quelle di Encased Cakes, olio su tela battuto all’asta da Sotheby’s New York nel 2019. Opera tra le più fortunate di Wayne Thiebaud, icona dell’arte figurativa statunitense, scomparso a 101 anni il giorno di Natale del 2021 nella sua casa di Sacramento in California e celebrato fino al 21 maggio da una prestigiosa retrospettiva negli spazi della Fondation Beyeler di Basilea. Alle pareti un corpus di 65 lavori selezionati da raccolte pubbliche e private, esposti per nuclei tematici: ritratti, vedute metropolitane, paesaggi e, soprattutto, quelle inconfondibili nature morte da pasticceria - sua magnifica ossessione - da mangiare con gli occhi. Sono dolcezze in pan di Spagna, pasta frolla, panna montata, glassa, soffi di zucchero a velo. Delizie rimaste oggetto del desiderio fin dall’infanzia, quando il piccolo Wayne - nato da una famiglia di mormoni e cresciuto nell’America della Grande depressione - le guardava con l’acquolina in bocca nelle vetrine delle confetterie di Long Beach, senza potersi permettere di acquistarle. Troppo care per le sue modestissime tasche. La rivincita se l’è presa da grande, ritraendo torte, pasticcini, gelati, caramelle, lecca lecca in dipinti dalle tonalità pastello in bilico tra ironia e nostalgia, contesi a suon di bigliettoni da importanti collezionisti e blasonati musei. Uno per tutti? Il Museum of Modern Art di San Francisco che, tra tele e lavori su carta, di opere di
Wayne Thiebaud ne possiede ben 47. Spirito libero, indifferente a mode e correnti, Thiebaud - grande indipendente nel panorama del suo tempo - ha sempre vissuto e lavorato in California, eccetto un fugace soggiorno a New York negli anni Cinquanta, dove incontra Willem de Kooning. Eppure, per quei dolciumi intesi come simbolo della produzione e del consumo di massa, è stato associato molte volte alla Pop Art, anche se lui nel movimento di Andy Warhol non si è mai riconosciuto. Tra le sue fonti d’ispirazione rivendicava, invece, artisti di altre epoche: Diego Velázquez, Paul Cézanne, Piet Mondrian, Henri Rousseau il Doganiere.
Dopo avere frequentato l’università a San José e a Sacramento e al termine di un breve apprendistato presso i dipartimenti di animazione dei Walt Disney Studios di Burbank (fuori Hollywood), Thiebaud inizia a lavorare come grafico commerciale, poi illustratore e pubblicitario. Ma la passione per la pittura è dominante. Nel 1951 allestisce la sua prima personale a Sacramento; gli esordi sono sotto il segno dell’Espressionismo astratto, ma la conquista del successo avviene nel corso degli anni Sessanta proprio in virtù delle sue creazioni zuccherose. Piacciono quelle sfavillanti amarene affogate in carezzevoli tappeti di crema, quelle ciambelle innalzate intorno a buchi abissali, quei coni gelato gocciolanti di gusti straripanti, quei burrosi pasticcini agghindati, oltre alle mele caramellate, alle crostate di marmellata, alle torte a strati variopinti, ai frappé schiumosi, che l’artista definisce semplicemente come “oggetti trascurati” dalla pittura. Il suo stile si riconosce per la ripetizione seriale, la composizione
in assetto geometrico, la pennellata lenta, pastosa, quasi tattile, la luce modulata e discreta, le ombre ben definite caratteristiche del linguaggio pubblicitario, i colori saturi e golosi stesi spesso con un coltello, al pari di un pasticciere che spalma la glassa sulle torte, ordinate come nell’esposizione di una cristalleria.
Nel 1967 Wayne Thiebaud
rappresenta gli Stati Uniti alla Biennale di San Paolo in Brasile, mentre nel 1972 partecipa a Documenta 5 di Kassel in Germania. Nel 2011 il Museo Morandi di Bologna gli dedica una monografica d’ampio respiro, nella quale le sue opere vengono messe in dialogo con le nature morte del maestro bolognese. Il consenso della critica procede di pari passo con il trionfo commerciale.
E nel 2020, all’asta di Christie’s
New York, Four Pinball Machines viene venduto alla cifra record di 19.135.000 dollari.
Fino alla fine dei suoi giorni Thiebaud ha trascorso in atelier buona parte del tempo, spinto - come ha confessato - da una “fissazione quasi nevrotica di cercare di imparare a dipingere”. Perché vedeva l’arte come “la nostra grazia salvifica”, il luogo in cui “risiedono le nostre speranze per darci una vita di piacere, di conforto, di gioia”. Beba Marsano
IN ALTO Pies, 1961. A SINISTRA
Eating Figures (Quick Snack), 1963.
ROBERTO CAPUCCI L’enfant prodige dell’alta sartoria
Una sperimentazione continua per creare abiti di massima eleganza, spesso lavorati come neppure i geniali giapponesi con i loro kimono. Pieghe, plissettature, perfettissime geometrie che hanno reso i tessuti vere opere d’arte. Da ammirare al Labirinto della Masone
Il suggestivo Labirinto della Masone a Fontanellato, creato dal collezionista ed editore Franco Maria Ricci, accoglie no al 16 aprile la mostra “Seriche armature” dedicata a Roberto Capucci.
Terrorizzato dalla volgarità, dalla sciatteria, dalla bruttezza, ha perseguito in aristocratica, solitaria ricerca un ideale supremo di bellezza. Con creazioni che non sono mai state abiti tout court, ma monumenti da indossare, sculture per il corpo, Seriche armature come recita il titolo del tributo a Roberto Capucci (Roma, 1930) da parte del Labirinto della Masone di Fontanellato. Una mostra prolungata fino al 16 aprile, intessuta sul dialogo di abiti e schizzi preparatori con le opere delle collezioni d’arte dell’amico Franco Maria Ricci. Che trent’anni fa, nel 1993, dedicò a Capucci un volume della collana Luxe, calme et volupté , dove si esplorava l’universo della moda attraverso i lavori degli stilisti più geniali del Novecento. Questa esposizione nasce in ricordo di quel libro per celebrare la carriera di un fuoriclasse dello stile, che Christian Dior salutò fin dalla prima ora come “enfant prodige”. L’inesausta sperimentazione sui materiali e sulle forme ha generato creazioni stupefacenti, indossate da miti quali Gloria Swanson, Marilyn Monroe, Jacqueline Kennedy, Elsa Martinelli. Rita Levi Montalcini indossava un suo abito quando ritirò il èremio Nobel per la Medicina nel 1986. La preferita? Silvana Mangano, “donna meravigliosa, timida, silenziosa”; per lei, su invito di Pier Paolo Pasolini, Capucci disegnò i costumi del film Teorema . Ipnotizzato dalle forme circolari,
SOPRA
La mostra dedicata a Capucci presenta anche gli schizzi preparatori del maestro, fondamentali per comprenderne il processo creativo e l’inesauribile fantasia.
SOTTO
Farfalle, 1985, sauvage plissé verde, bordi turchesi, ciclamino, rossi e blu Cina (particolare); Matite, 1989, faille sfumato grigio e nero, intarsi colorati.
dalla voluttuosità dei materiali preziosi (la seta in particolare), dalle plissettature enfatiche e impossibili, Capucci si è ispirato alla natura per i suoi modelli a farfalla, a ruota di pavone, a tulipano, a corolla, a cascata di fiori. Per la Biennale di Venezia del 1995 ha realizzato 12 abiti su suggestione del mondo dei minerali.
Pietre come il lapislazzulo, l’ossidiana, il diaspro, la pirite gli
suggeriscono vertiginose evoluzioni formali giocate su intricate dialettiche di volumi, su scatenate feste di volute, spirali, nervature, su delicati equilibri di spinte e controspinte al pari di sontuose architetture barocche “nelle quali il corpo può abitare”.
E per il padiglione italiano dell’Expo di Lisbona del 1998, tutta dedicata ai mari, Capucci si è misurato con una sfida: dare corpo solido all’acqua, fissare nel tessuto il movimento dell’onda, l’increspatura della superficie al contatto dei venti e delle correnti, i mille colori, sfumature, viraggi dell’elemento liquido. Così è nato Oceano , capolavoro in taffetà plissettato su 27 gradazioni di azzurro. Ogni abito un pezzo unico, che richiede mesi e mesi di lavoro con costi iperbolici.
“Roberto Capucci – dice Antonio Marras – è un matematico e un botanico, è ingegnere aereospaziale e il piccolo principe di SaintExupéry che chiede di disegnare una pecora per mangiare il baobab”. È insomma la magica fusione tra inesorabile rigore e spericolata fantasia. Beba Marsano
A SINISTRA, IN SENSO ORARIO Variazioni nel verde, A/I 1982-83, taffetà plissé verde smeraldo, rosso corallo e fucsia; Colore, 1989, taffetà giallo e fodera rosa; Bozzetto Crete, disegno autografo, matita e pastelli colorati.
Il più amato del reame
Nonostante lo chef Rasmus Kofoed abbia eliminato la carne dal menu, il Geranium di Copenaghen è stato eletto
World’s Best Restaurant. Grazie a una cucina vibrante e personale come il paesaggio danese
Lo scorso luglio, mentre l’attore Stanley Tucci annunciava i vincitori dei World’s 50 Best Restaurants nel corso di un evento di gala a Londra, il team dello chef Rasmus Kofoed sedeva tra il pubblico tenendosi per mano e trattenendo il fiato. Il Geranium di Copenaghen era entrato nella ristretta lista dei World’s Best già nel 2009, solo due anni dopo l’apertura. Da quel debutto folgorante, Kofoed ha fatto guadagnare al ristorante tre stelle Michelin, è stato nominato “chef dell’anno” della Danimarca e ha vinto il Bocuse d’Or, il prestigioso concorso culinario internazionale che si tiene ogni anno a Lione (ha vinto anche il Bocuse di bronzo e quello d’argento, unico chef a riuscirci nella storia dell’evento). È un elenco impressionante di successi e riconoscimenti, ma quando Tucci ha rivelato che il Geranium era il miglior ristorante del mondo per il 2022, ha messo il sigillo su un grande cambiamento: la recente
decisione di Kofoed di eliminare la carne dal menu. Lo chef la aveva tolta dalla propria dieta cinque anni fa e aveva cominciato a sentirsi insincero nel servire piatti a base di animali.
A gennaio, dopo un periodo di riflessione e inquietudine indotto dalla pandemia, ha deciso, seguendo le orme dell’Eleven Madison Park di New York e dell’Atelier Crenn di San Francisco, di eliminare la carne dal menu. Cosa che ha richiesto un’importante revisione, come spiega Kofoed. “Abbiamo cambiato completamente il menu: dire addio ad alcuni dei piatti più famosi è stata la sfida più grande per me”. Ma in definitiva, “è più giusto così: il mio cibo mostra il paesaggio danese e la mia personalità, non aveva senso creare piatti a base di carne. Voglio offrire ai clienti l’esperienza del cibo che mi piace mangiare”. Questo legame personale è evidente in uno dei piatti più recenti del nuovo menu (un’esperienza di tre ore che parte da 500 euro): “Abstract of brown crab” si ispira a un’estate trascorsa a
A SINISTRA Sedano rapa con uova di merluzzo affumicate e crema fermentata con caviale, uno dei piatti del menu del Geranium.
A DESTRA Lo chef Rasmus Kofoed.
pescare con i suoi tre figli sull’isola di Samsø, al largo della costa orientale della Danimarca. Esisteva una precedente versione del piatto, ma non soddisfaceva i severi standard di Kofoed. Qualcosa non andava bene. “Sono un tipo molto ambizioso e non mi convinceva del tutto”, dice.
“Era buono e probabilmente avrei potuto servirlo e la gente sarebbe stata contenta. Ma non ero affatto soddisfatto”. Durante la gita con i figli (che, a suo dire, sono eccezionalmente bravi a pescare), si è preso del tempo per studiare l’anatomia di un granchio, esaminando attentamente la coda, le zampe e le chele. Tornato in cucina, ha ricreato il crostaceo sul piatto usando cavolo rapa marinato per simulare zampe e chele. La polpa viene mescolata con una riduzione di granchio, aromatizzata con un olio al carbone e spolverata con polvere di alghe. Il tutto viene poi
messo in una salsa al burro e alle erbe aromatiche, tempestata di caviale.
“Quando l’abbiamo proposto, è stato un boom”, dice. “Era fantastico e aveva senso”. Un’altra novità: le bacchette, un caro ricordo d’infanzia per Kofoed, che il ristorante adotterà per costringere i clienti a prendersi del tempo per apprezzare il cibo.
“Con le bacchette bisogna lavorare con le dita, connettersi con il cervello prima di assaggiare”, dice Kofoed.
“Penso che sia un modo bellissimo di mangiare”. Gli utensili saranno utilizzati con sgombri danesi salati e affumicati, serviti con alghe in un brodo vegetale freddo a base di acqua di pomodoro e conditi con olio affumicato. Nonostante la nuova direzione del menu, il piatto è una precisa scelta vintage di Kofoed: intelligente, profondamente personale, vibrante e complesso come il paesaggio danese che lo ha ispirato.
Vivian SongLa vie en Rosé
Un brindisi alla primavera, alla gioia di vivere, alla natura che rinasce.
Che sia uno champagne, un vino fermo o una bollicina italiana, queste cuvée invitano alla convivialità. Vini in sintonia, per la loro freschezza, con le oriture e i frutti della bella stagione
LAURENT-PERRIER
A più di 50 anni dal lancio, LP conferma il successo della sua Cuvée Rosé 100% Pinot Noir, prodotta con la tecnica della macerazione, proveniente dai settori sud e nord della Montagne di Reims, tra cui la celebre Côte de Bouz. Caratterizzato da aromi di frutti rossi freschi, grande intensità ed estrema freschezza, questo champagne ha un invecchiamento minimo di 5 anni e una veste elegante, il cui colore evolve naturalmente da un tono lampone a delicate sfumature salmonate. Al naso è di straordinaria freschezza e con ampia gamma di frutti rossi: lamponi, ribes, fragola, ciliegia nera. Un attacco franco e acidulato per questo vino morbido e rotondo. In bocca, offre la sensazione di immergersi in un cesto di frutti rossi appena colti. La sua ricchezza aromatica suggerisce di accompagnarlo a pesce crudo marinato, gamberi grigliati, cucine esotiche e dessert a base di frutti rossi. Anticipatrice della categoria degli champagne rosé, la Cuvée Rosé rappresenta l’audacia e il savoir faire dell’iconica maison, impegnata nella salvaguardia del territorio e della biodiversità. Prezzo tra i 60 e i 70 €
BERLUCCHI ’61
NATURE ROSÉ 2015
È la celebrazione del primo Franciacorta rosé Metodo classico, che fu proprio un Berlucchi, questo millesimato 100% Pinot nero dosaggio zero, con spremitura soffice e progressiva, fermentazione alcolica dei mosti in tini d’acciaio e affinamento di almeno 6 mesi sui lieviti. Una piccola quota di Pinot nero è vinificata in rosso con macerazione fermentativa per circa 7 giorni. La cuvée viene preparata nella primavera successiva alla vendemmia, esclusivamente con i vini dell’annata. Alla vista presenta una spuma abbondante, con buona persistenza, perlage sottile e sinuoso. Al naso note di frutti di bosco freschi con tocchi di melagrana e punte acidule di ribes e mandarino, impreziosite da sentori di pepe rosa e tè nero. Grande eleganza al palato e vibrante acidità. Consigliabile a tutto pasto, esalta aperitivi a base di salumi dal gusto deciso, primi piatti di terra, carni sapide e formaggi stagionati. € 45
MOËT & CHANDON GRAND VINTAGE ROSÉ 2015
45° millesimato rosé nella storia della maison, si distingue per la luminosità, il bouquet speziato e il palato potente. 52% Pinot Noir (di cui 14% vino rosso), 27% Chardonnay, 21% Meunier, matura in cantina per 6 anni, con invecchiamento dopo la sboccatura di almeno 6 mesi. Colore rosa granato, bollicine fini, ha un bouquet nero e speziato. Al naso sentori di fico e fragolina di bosco, ribes nero, mora e ciliegia nera. Palato potente e sfaccettato. € 90
GARRUS CÔTES DE PROVENCE ROSÉ AOC
Assemblaggio di uve di Grenache e Rolle (Vermentino), provenienti dagli appezzamenti più elevati della tenuta, da vigne che superano anche i 100 anni di età. Vendemmia di prima mattina, rapidamente seguita da diraspatura, selezione con sistema ottico-elettronico e leggera pigiatura a temperatura controllata. Vengono assemblati esclusivamente succhi di prima goccia (90%) e mosti dalla prima leggera pressatura (10%), evitando la macerazione. Fermentazione in botti di rovere francese a temperatura controllata, poi 11 mesi di invecchiamento in botte e un imbottigliamento tardivo. Il colore del vino è rosato chiaro e trasparente. Aromi concentrati di agrumi essiccati gli donano molta potenza. Sentori di pera glassata e ananas riempiono il palato; il finale cremoso rivela note ricche, speziate e tostate. € 125
MARCHESI FRESCOBALDI ALÌE 2022
Vino elegante, il cui nome rimanda a una delle ninfe marine della mitologia greca. Sinonimo di sensualità e bellezza, questo rosé dal colore cristallino, con tenui riflessi rubino, viene dal raffinato equilibrio tra Syrah e Vermentino, che trovano nella vicinanza con il mare la massima espressione. Ed è proprio il terroir a rendere unico Alìe: la Tenuta Ammiraglia, gioiello della Marchesi Frescobaldi, tra le colline della Maremma, a pochi passi dal Tirreno. Ricco, setoso, morbido ed elegante, ha un bouquet fruttato ricco e complesso, con note agrumate di cedro e bergamotto, pesca matura e frutti bianchi. € 15 S.T.
Millennials pizza FOOD
Partendo da una solida tradizione, la “contemporanea” evolve e si proietta nel futuro con impasti altamente digeribili a lunga lievitazione e topping ricercati. Degni dei migliori ristoranti di fine dining
Che la si chiami “contemporanea” o “del nuovo millennio”, poco cambia. Il filo conduttore dell’evoluzione della pizza è la voglia di elevare un prodotto di per sé unico e fortemente rappresentativo dello scenario gastronomico italiano. Alcuni pizzaioli illuminati, nei primi anni Duemila iniziarono a comprendere come l’impiego di lievito madre, le lunghe lievitazioni e la scelta di ingredienti di eccellenza (da abbinare come in una ricetta di alta cucina), fossero necessari per migliorare l’esperienza di degustazione del lievitato. Tra i pionieri di questo lavoro Simone Padoan, che con I Tigli a San Bonifacio ha aperto la strada all’uso di materie prime di qualità, abbinate in modo audace e adagiate su un impasto dalla consistenza “panosa” e croccante, dall’inebriante profumo di grano. Ma la vera consacrazione della pizza contemporanea è arrivata quando anche i maestri di Napoli, la patria della “tonda”, hanno abbracciato il cambiamento e, senza
abbandonare il cornicione alto e ben pronunciato, hanno lavorato sull’alveolatura, ristretto leggermente il diametro e utilizzato nuovi blend di farine all’interno degli impasti. I topping Dop, Igp e provenienti da presidi Slow Food hanno fatto il resto, come alla Pizzeria Salvo dove va in scena la ricetta “Al pomodoro”, studiata con lo chef Salvatore Bianco come un’ode all’ingrediente principe della pizza, presente in sei diverse consistenze e varietà, tra cui Corbara, San Marzano, Datterino e Piennolo. Per andare a trovare il re delle classifiche internazionali, che mette in pratica tutti i punti del manifesto del lievitato contemporaneo, bisogna spostarsi a Caserta. A I Masanielli, la pizza è un culto, studiata per trovare l’equilibrio perfetto sul topping e calibrata nei tempi di cottura (addirittura tripla). Simbolo del lavoro di Francesco Martucci è la “Futuro di Marinara” cotta prima a vapore, poi fritta e infine infornata con crema di pomodoro e decorata con olive, capperi e acciughe. La geografia della pizza contemporanea fa tappa anche a Roma, dove i giovani pizzaioli portano il verbo della contemporaneità. È il caso di Giancarlo Bernabei di Dazio
La pizza di montagna di Denis Lovatel.
A SINISTRA
L’impasto alveolato della pizza contemporanea.
A FIANCO
Un trancio di Brucio a Roma.
che lavora a quattro mani con lo chef Matteo Lo Iacono e dà vita a pizze completamente vegane con crema di pastinaca, topinambur e chip croccanti di rapa rossa. Tornando al Nord, Antonio Pappalardo de La Cascina dei Sapori di Brescia sperimenta con tre differenti tipologie: la tonda, la romana in teglia e quella da degustazione. I topping variano dai più classici agli abbinamenti insoliti, come radicchio e noce di macadamia, senza dimenticare l’offerta gluten free che rende le ricette inclusive e alla portata di tutti. Il plus? L’abbinamento con i cocktail, sempre più richiesto anche nel capoluogo lombardo grazie a Dry Milano. Nato nel 2013, il locale di via Solferino 33 ha sdoganato il pairing tra il lievitato e i superalcolici e, grazie al lavoro del talentuoso pizzaiolo Lorenzo Sirabella, ha conquistato i palati milanesi. Rispettando la tradizione, il giovane
sperimenta con le consistenze degli impasti e le cotture, mettendo in menu diverse versioni della pizza napoletana. Come i “cubotti” con burro, acciughe di Cetara e limone o la focaccia al vitello tonnato con polvere di capperi. A pochi passi dal Dry, nel quartiere di Moscova, da pochi mesi è arrivato anche il bellunese Denis Lovatel con la sua pizza di montagna. Impasto basso e croccante ed esaltazione del terroir attraverso erbe, salumi e formaggi d’alpeggio rendono sostenibili e altamente digeribili i prodotti di questo nuovo baluardo della pizza contemporanea italiana.
Penelope VagliniNon solo bionde, ma tutte naturali
È l’anno delle birre artigianali, sempre più apprezzate.
Perfette con le versioni creative della pizza, sono diventate cult. Quasi da collezione
di Penelope Vaglininé pastorizzata. Il colore ambrato anticipa il ricco bouquet aromatico, dal sentore tostato e di caramello. Il sorso è amaricante e agrumato grazie alla luppolatura intensa e ben si abbina a salumi, carni rosse e zuppe di pesce dolci. La “Cento volte Forte” è invece una dedica ai cento anni del Comune di Forte dei Marmi lanciata nel 2014. Prodotta con varietà antiche di frumento, è una Wit (o Bière Blanche) dal colore paglierino e profumi di scorze di bergamotto, arancia amara e coriandolo. Estremamene rinfrescante, alla beva sorprende con sentori di grano ed è ideale da degustare con crudité di pesce e crostacei, fritture di mare e carni bianche. Dal birrificio
L’Orso Verde (Ov) di Busto Arsizio (Varese), arriva invece la “Gos’è”. Sull’etichetta, l’illustrazione di una ragazza in costume che osserva il mare. Il nome è un gioco di parole che richiama la varietà: una Gose, antica birra bionda di Lipsia dai sentori speziati e salati. La versione di Ov è
definita Gently Gose e viene prodotta con sale marino, coriandolo e ibisco, che le conferiscono il peculiare colore rosa antico. Il naso è catturato da aromi di fragolina di bosco, mentre al palato la mineralità e la leggera acidità terminano con un finale sapido. La Birra Messina Cristalli di Sale ha invece una storia a lieto fine. Nel 2013, i dipendenti investirono il loro Tfr per salvare il Birrificio, in seguito acquisito da Heineken. Nella città siciliana oggi vengono prodotte la Birra dello Stretto e la Birra Doc 15, oltre alla Messina Cristalli di Sale, con la caratteristica etichetta blu. Una Lager non filtrata dal colore dorato,
PER DEGUSTARE AL MEGLIO
Conservare in frigorifero e sempre al riparo dalla luce
Mantenere in posizione verticale af nché il deposito naturale si adagi sul fondo
Degustare a una temperatura media di 7-10°, togliendole dal frigo 10 minuti prima
Evitare di bere direttamente dalla bottiglia o dalla lattina, preferendo bicchieri da birra di vetro trasparente
Sciacquare sempre accuratamente il bicchiere con acqua fredda prima di servire
Versare iniziando con il bicchiere a 45° e poi riportarlo rapidamente in verticale
SOTTO
La birra “Cento volte Forte” dedica ai cento anni di Forte dei Marmi. IN BASSO
Le “Crazy Beer” di Flavio Briatore.
con aromi fruttati e floreali, gusto morbido e perfettamente equilibrato. Infine, anche Flavio Briatore ha lanciato la sua linea di birre da abbinare ai lievitati del brand Crazy Pizza. Le Crazy Beer sono prodotte in collaborazione con il birrificio piacentino La Buttiga. La “Regina Bionda” è una German Ale leggera con sentori speziati e floreali, la “Bianca” profuma di petali di rosa e agrumi, mentre la “Rossa” ha note intense di malto, caramello e sentori erbacei. D’altronde, che siano bionde, rosse, rosa o bianche, le birre artigianali parlano italiano e conquistano sempre più consensi.
The Answers with . . .
MAURIZIO CATTELAN
Poliedrico, trasgressivo, provocatorio, ironico. Per gli estimatori è il vero "erede" di Marcel Duchamp, per il grande pubblico è quello del dito medio di fronte alla Borsa di Milano, di certo è uno degli artisti viventi più pagati. Maurizio Cattelan, classe 1960, padovano di nascita, oggi vive tra Milano e New York. Il suo esordio come artista risale al 1991 a Bologna, con l’opera Stadium, una riflessione sui temi dell’immigrazione e del razzismo. Da allora il successo è stato inarrestabile. La sua produzione comprende sculture e performance, ma anche la pubblicazione di riviste e l’apertura di spazi espositivi, come la Wrong Gallery, la più piccola galleria di New York.
Quale consiglio vorrebbe avere seguito?
Cambiare lo scarico del bagno prima che esplodesse. Fa ancora qualcosa che non sia digitale? Cucinare.
Quali app usa più spesso? Fake-an-exscuse.
Il capo del suo guardaroba che indossa più volentieri? Il collo di volpe.
Dove acquista i suoi abiti? eBay.
Come descriverebbe il suo look? Rétro minimal chic.
Chi è il suo guru? Marie Kondo.
Dove e come si rilassa?
Nella vasca da bagno, leggendo le dichiarazioni dei redditi…
Quale motivo ha in testa in questo periodo? Ob-la-di, ob-la-da.
Un’esperienza recente mai fatta prima?
Induced rebirthing (tecnica per esplorare vite precedenti attraverso una forma guidata di respirazione, ndr).
Qualcosa che si pente di non avere acquistato? Twitter.
L’ultima aggiunta alla sua collezione di…? Il gessetto usato da Robert Oppenheimer.
DALL'ALTO
Il bar del ristorante Lacerba e Milano; il cocktail la Sberla con ghiaccio; cuffie Montblanc MB 01, biciletta Bianchi a scatto fisso, uno scorcio del rione Sanità a Napoli.
Chi è il suo rivenditore preferito e cosa acquista?
Notarnicola, la sua mozzarella.
Il piatto migliore che sa cucinare?
La lasagna sette veli.
Che routine segue per tenersi in forma? E quanto spesso?
Antipasto, mezzo primo, secondo, caffè e frutta due volte al giorno.
La prima cosa che fa appena sveglio?
Mi fiondo in bagno.
Che cosa desidera di più a ne giornata?
Birra birra birra.
Se potesse imparare un nuovo talento…
La chiromanzia.
Quanto si da del suo istinto?
101%.
Che cosa farebbe la differenza nella sua vita?
Viaggiare senza bagagli.
Il suo cocktail preferito e il bar dove lo fanno meglio?
Sberla con ghiaccio al Lacerba di Milano.
Che cosa non può mancare nel suo bagaglio a mano?
Le cuffie noise cancelling.
Il mezzo a cui è più affezionato?
La mia Bianchi a scatto fisso.
Il posto che sceglie sempre in aereo?
Lontano dai bagni.
Ultimo libro letto e il disco preferito?
Song of solomon (Cantico dei Cantici, ndr), il Requiem di Mozart.
Per cosa vale davvero la pena pagare?
La libertà.
Se potesse essere in qualsiasi parte del mondo in questo momento, dove vorrebbe essere?
Dentro a un buco nero.
Il quartiere preferito della sua città preferita?
Sanità a Napoli.
L’ultimo spettacolo dal vivo al quale ha assistito?
Winterreise di Kornél Mundruczó e Proton Theatre.
Dylan o Bowie?
Billie Holiday.
SLOVENIA. CITY BREAK A MODO MIO.
DOMAIN
WHERE DESIGN LIVES
Perfetti equilibri
I tavoli a sbalzo sono tra gli arredi più architettonici che esistano. Ma creare queste meraviglie non è impresa da poco
Prende spunto dall’architettura, unendo le competenze di due case di design italiane: TerzaDimensione, specializzata nella lavorazione di grandi lastre di ceramica (da cui il piano del tavolo) e LatoxLato, che tradizionalmente si ispira a edi ci famosi. La base del tavolo ricorda le piramidi egiziane; il nome deriva da un antico rituale greco a cui i partecipanti partecipavano in stato di ubriachezza. Ottimo per le feste. A partire da € 7.000.
Zero,
Questo tavolino è stato uno degli ultimi pezzi realizzati da Vladimir Kagan, designer famoso per i mobili sinuosi; prende il nome da una delle sue nipoti. Aveva 85 anni quando iniziò il progetto, eppure, anche in età avanzata, Kagan non ha mai smesso di imparare. Insieme al suo apprendista ha seguito corsi di costruzione di barche a Nantucket per scoprire come realizzare il modello in schiuma per il pezzo, che poi ha fuso in bronzo. Prezzo su richiesta.
Il designer Karim Rashid è noto per le sue creazioni sinuose e colorate, tanto da sembrare ispirate al vecchio iMac di Apple. Zero non fa eccezione. Realizzata in resina e rinforzata con bra di vetro (non per niente lo chiamano il “principe della plastica”), la gamba della scrivania si piega verso l’esterno a forma di “c”, dando all’insieme un senso di movimento a rotta di collo. Prezzo su richiesta.
Found II, A Space
Il duo di designer A Space ha ricavato Found II da
un unico grande pezzo di marmo, senza aggiungere alcun elemento. Nonostante la semplicità, il risultato è comunque notevole: un lato è lucidato, l’altro lasciato al naturale.
Il monocromatismo di Humo è di una semplicità rinfrescante. La tonalità tenue lascia che siano i contorni del tavolo a parlare, il che è impressionante visto che si tratta di una vera e propria scultura. La base è scolpita in un unico pezzo di marmo nero, mentre la super cie è realizzata in legno bruciato con la tradizionale tecnica giapponese dello yakisugi. € 30.000.
Helena Madden
in focus
LISA CORTI
Per festeggiare i 60 anni di attività, le classiche ispirazioni esotiche incontrano novità iper contemporanee nei tessuti, nelle forme, nei colori. Fodera Paloma Bolster € 45. Tovaglia € 210. Federa Lisa Corti per La Minervetta € 66
SMEG e DOLCE&GABBANA
Dall’esperienza Smeg unita alla creatività Dolce&Gabbana nasce la collezione di piccoli elettrodomestici Sicily is my Love. Bollitore € 549. Impastatrice full color € 1.299
MARIO LUCA GIUSTI
La linea di piatti di melamina Pancale porta in tavola la storia dell’arte e ripropone la bellezza della scagliola con cui decoratori, scalpellini e stuccatori realizzavano intarsi a tema oreale. Piatto medio € 34. Piatto fondo € 26. Frutta € 26 Alessia Bellan
Tavola in festa per i primi pranzi all’aperto. Con l’eleganza che non deve mai mancare
50 migliori
E-SPANSIVA
italiane
L’amica socievole, utile, portatile, virtuale e interattiva, per esplorare, con il cuore, SPA dopo SPA
Raffaela Dallarda
Loft al profumo di tabacco
A Firenze, nell’ex fabbrica di sigari riquali cata in chiave contemporanea e sostenibile, stanno nascendo 45 tra open space d’ispirazione industriale e appartamenti ricercati, ampi e luminosi
Tra queste mura un tempo dominava il profumo pungente delle foglie di tabacco, fermentate, seccate, e arrotolate in ricercati sigari toscani. Oggi Manifattura Tabacchi - 16 edifici straordinario esempio di architettura razionalista - si propone come un nuovo centro ad appena 3 chilometri dal centro storico di Firenze. Costruita negli anni ‘30 e dismessa agli inizi dei Duemila, l’ex area industriale di circa 110.000 mq sta riprendendo vita grazie a un ambizioso progetto di riqualificazione che prevede la realizzazione di spazi culturali, commerciali e direzionali, hospitality e coworking, aree verdi e residenziali. In particolare, in due edifici, il 7 e il 12, ribattezzati “Anilla” e “Puro”, stanno per nascere 45 residenze ad alto tasso di design. Nel primo fabbricato,
SOPRA
Il fabbricato 12 di Manifattura Tabacchi, ribattezzato “Puro”.
A SINISTRA
La lobby di “Anilla”, l’edi cio 7 dell’ex area industriale.
Patricia Urquiola, archistar internazionale con studio a Milano, firma 21 appartamenti: al primo piano si trovano le unità con terrazza, tra il secondo e terzo piano si sviluppano tre duplex dotati di verande e grandi vetrate, mentre due penthouse panoramiche, con ampia terrazza e giardino interno, sono ospitate nel nuovo volume ricavato sulla copertura dell’edificio esistente. Nell’altro edificio, costruito negli anni Venti in stile industriale tardo ottocentesco, preesistente al complesso, troveranno spazio 24 loft di diverse metrature, che si sviluppano su uno o due livelli e sono caratterizzati da volumi ampi, travi di legno a vista e spazi esterni intimi e protetti. Li firma q-bic, affermato studio multidisciplinare fiorentino. P.T.
Ideas for a better life.
Bo ega d’Arte blends the quality of the material with the talent of the workshop and conveys its close bond with the roots of the territory. With this perspective Iris Ceramica returns to its origins through a journey of discovery terraco a
Capolavori a 5 stelle
Damien Hirst, Anish Kapoor, Vanessa Beecroft nel salone di ingresso, una rara
Marylin black nella business room. Ma anche opere di Rotella, Urquiola, Abramovic, de Chirico, Quinn tra i corridoi, le stanze, la spa, il ristorante, il giardino. Perché
Byblos Art Hotel Villa Amistà è soprattutto una stupefacente galleria d’arte contemporanea
di Beba MarsanoA SINISTRA
Il grande Salone con le preziose opere volute dalla famiglia Facchini, proprietaria del fashion brand Byblos, e in particolare da Dino, grande collezionista di arte contemporanea. Byblos Art Hotel, “Small Luxury Hotels of the World”, è aperto dal 2005.
IN ALTO
Un’opera di Damien Hirst.
Dormire in una concept room firmata Alessandro Mendini. Sorseggiare un cocktail al Peter’s Bar tra lavori di Peter Halley. Accomodarsi al ristorante Amistà (stella Michelin) per degustare i piatti dello chef Mattia Bianchi in mezzo a opere di Luigi Ontani, Sandro Chia, Marc Quinn. Avanguardia e cucina di ricerca. Benvenuti al Byblos Art Hotel Villa Amistà di San Pietro in Cariano nel cuore della terra dell’Amarone, la Valpolicella. Galleria privata trasformata in albergo a 5 stelle, che in una residenza cinquecentesca disegnata da Michele Sanmicheli, architetto militare della Serenissima, dispiega parte della sterminata collezione d’arte contemporanea di Dino Facchini, self made man fondatore del marchio di moda Byblos. Uomo di intuizioni spericolate, che a un certo punto della vita si è invaghito di questa dimora quasi allo stato di rudere e in cinque
anni di restauri ne ha fatto qualche cosa di unico. Un museo da abitare in chiave massimalista.
Dentro c’è tutto ciò che ha scatenato il suo interesse, la sua curiosità, la sua passione: dipinti, sculture, arredi e complementi di design. Tutto all’eccesso per quantità, qualità e dimensioni. Unità di misura, il lampadario Cà Rezzonico in vetro di Murano di Barovier&Toso, che giganteggia nel salone d’ingresso, dove a dare il benvenuto sono niente meno che pezzi di Anish Kapoor,
Damien Hirst, Tony Oursler. In alto corre un fregio di Vanessa Beecroft - suite di otto fotografie in alluminio alternate come metope a settecentesche decorazioni ad affresco - e accanto alla balaustra sembra sul punto di precipitare una figura di Maurizio Savini in chewing gum rosa confetto. È l’ironia che si sposa al gusto per la sorpresa, il paradosso, il surreale. Come piace tanto a Facchini, “personaggio assolutamente geniale pieno di invenzioni improbabili che ti lasciano
Gli arredi interni sono frutto della creatività del designer Alessandro Mendini, autore della Giacca d’oro nel grande salone dell’hotel.
inizialmente perplesso, ma che poi ti conquistano”. Parole di Alessandro Mendini, maestro del design, che ha curato l’intero progetto d’interior. A lui il compito di armonizzare antico e moderno, compresi gli interventi site specific. Quelli per esempio di Giulio Paolini, caposcuola della ricerca concettuale, per la saletta conferenze con le due tele di Giorgio de Chirico e di 13 esponenti della street art italiana per uno dei corridoi che portano alle 58 stanze, diverse una dall’altra. Insomma, qui ovunque cade l’occhio c’è arte. I Concetti spaziali di Lucio Fontana alla reception. Gli scatti della serie Clowns di Cindy Sherman all’internet point. Le creazioni di Beatriz Millar, compagna di Facchini, nella sala a lei dedicata. Un idolo di Pascale Marthine Tayou nella spa in stile
pompeiano. E statue e installazioni tra la veranda e il grande parco riprogettato dal paesaggista
Gianfranco Paghera. Alberi secolari ombreggiano la piscina e il nuovo Garden Restaurant, bistrot con cucina outdoor sotto pagode in ferro battuto, dove anche il dessert è arte. Esempio? La Fake Campbell’s Soup, gelatina di fragole con spuma al caprino e meringhe servita nella copia della lattina di zuppa resa celebre da Andy Warhol, al Byblos con una rara Marilyn Monroe versione black.
Non resta che segnare in agenda l’indirizzo: Byblos Art Hotel Villa Amistà, Corrubbio (Verona). L’antica
SOPRA
La Concept Suite.
L’arte è il lo conduttore che unisce le 58 camere.
A DESTRA
Uno scorcio del ristorante Amistà con uno scatto di Vanessa Beecroft.
villa veneziana del 1500, situata su un colle, in località Corrubbio, nel cuore della Valpolicella, a pochi chilometri da Verona, è stata riportata a nuova vita dall’architetto e designer Alessandro Mendini, dopo gli accurati restauri conservativi dell’intero complesso, costituito dal corpo centrale, due torrioni, dalla chiesa e dal parco di oltre ventimila metri quadrati. Il celebre architetto ha curato personalmente l’intero progetto d’interior design del lussuoso ed elegante cinque stelle Byblos Art Hotel, affiliato al prestigioso brand “Small Luxury Hotels of the World”, inaugurato ufficialmente nel 2005. byblosarthotel.com
Non aprite quella porta
Queste casseforti di nuova generazione sono lussuose come i tesori che proteggono
Marni Elyse KatzUnderwood
Costruite in Italia, le casseforti Underwood sono caratterizzate da anchi in lamiera d’acciaio corazzata di 5 cm di spessore e da aste interne in acciaio saldato per la massima sicurezza, oltre che da un’imbottitura in cemento per una maggiore robustezza. Con un’altezza di 99 cm, questa cassaforte pesa ben 350 kg. L’esterno verniciato è caratterizzato da una classica decorazione a testa di chiodo per un look maschile. Questo modello è dotato di tre cassetti e 16 caricatori per orologi automatici ad alte prestazioni e a bassa rumorosità, che sono programmabili secondo le speci che delle case orologiaie. A partire da €50.000.
Wolf
Gli amanti della sartoria su misura apprezzeranno l’aspetto della cassaforte
Churchill con 12 caricatori per orologi automatici e sette cassetti. L’esterno in pelle color bordeaux goffrata a coccodrillo è intarsiato con dettagli che si sposano perfettamente con qualsiasi tesoro da proteggere. Alta un metro e mezzo, ha un telaio in acciaio blindato e una porta sigillata a fuoco con nove catenacci d’acciaio bidirezionali, protetta da una serratura con tastiera a combinazione. €100.000.
Casoro
Le casseforti della collezione Gemstone di Casoro sono disponibile in 5 dimensioni, con 12 opzioni di nitura esterna lucida, tra cui il blu Tiffany, 20 legni duri e nove colori di rivestimento in microsuede.
All’interno si possono aggiungere caricatori per orologi, cassetti e altro ancora. L’azienda offre anche molti modelli precon gurati, tra cui Antonio, in titanio e betulla, con sette cassetti e un portacollane.
Per accedere ai gioielli c’è un tastierino elettronico, ma si può anche optare per la vecchia scuola con un quadrante meccanico a combinazione. A partire da €6.700.
A dimostrazione del fatto che orologi e auto da corsa vanno d’accordo come il Cognac e i sigari, Buben & Zorweg ha collaborato con Bugatti per creare casseforti in edizione limitata di 30 esemplari per ogni stile. La cassaforte da tavolo, alta poco meno di un metro, è realizzata in nappa trapuntata; e si può pensare di personalizzarla con il proprio monogramma o logo aziendale. Una volta attivata tramite il sensore biometrico nascosto per le impronte digitali o una chiave transponder, i vostri beni più preziosi emergono dal cilindro. Se possedete anche una Bugatti, ora saprete sempre dove sono le chiavi. A partire da €26.500.
Boca do Lobo
La cassaforte Millionaire trasforma ogni stanza in un caveau da un milione di dollari. Il design sorprendente, caratterizzato da squarci nella super cie di acciaio inossidabile lucidato, è stato ispirato dalla corsa all’oro in California. Gli ingranaggi in ottone lucidato in oro aggiungono un fascino artistico, mentre la struttura interna è realizzata in mogano e rivestita in velluto. L’interno ospita cassetti e una porta con un sistema di chiusura separato per una maggiore sicurezza. A partire da €34.000.
G enius at Work
Che swing!
Le mazze di precisione possono fare la differenza. Ecco come nasce l’ultimo modello nella Pxg di Bob Parsons
Anche per il giocatore più rigido, il golf è questione di sensibilità. I mashie e i niblick, le mazze di un tempo, se impugnate oggi potrebbero sembrare dei reperti dell’Età del ferro, ma sin dagli albori di questo sport i produttori hanno cercato di fornire ai giocatori strumenti che potessero inviare segnali chiari dai loro polpastrelli al cervello e li rendessero golfisti migliori. Uno di quelli che sta innovando nel campo della progettazione e della produzione di mazze da golf è Parsons Xtreme Golf, noto come Pxg, società con sede in Arizona creata nel 2013 dal bizzarro fondatore di GoDaddy, il miliardario e fanatico del golf
Bob Parsons. Il marchio produce mazze da golf di precisione su ordinazione. La visione di Parsons, sostenuta dall’ex professionista ed esperto progettista di mazze, Mike Nicolette, e dall’ex direttore tecnico di Ping, Brad Schweigert, è quella di realizzare “mazze da golf senza compromessi”, utilizzando disegni Cad (computer-aided design), stampe 3D e fresatura laser. In questo modo i giocatori non solo otterrebbero un set completo di mazze su misura per le caratteristiche specifiche del loro gioco, ma potrebbero anche farle riprodurre con le stesse misure e finiture nel caso in cui le loro mazze venissero perse, rubate o semplicemente usurate. I golfisti professionisti colpiscono
migliaia di palline ogni mese, utilizzando soprattutto i loro wedge (i ferri per i colpi dalla breve e brevissima distanza) per affinare il controllo e la distanza. Alcuni, secondo Pxg, li sostituiscono ogni mese, dopo avere consumato le scanalature che garantiscono una sensibilità importante. Attualmente Pxg lavora insieme a 30 giocatori dei circuiti Pga e Lpga. Zach Johnson, ex campione del Master e capitano della squadra degli Stati Uniti alla Ryder Cup 2023, è tra questi, e ha contribuito allo sviluppo di uno dei primi wedge dell’azienda. Ecco, invece, come viene realizzato uno degli ultimi modelli, lo Sugar Daddy II.
Robin S Withinbank1
A SINISTRA
Dove tutto ha inizio
Pxg utilizza software Cad per progettare il modello in 3D.
IN BASSO A SINISTRA
2
Simulando si crea
Vengono effettuate le scelte dei materiali, degli elementi estetici, dei pesi, inclinazioni, forme e della geometria delle scanalature. Le simulazioni al computer mostrano le prestazioni della mazza.
IN BASSO A DESTRA
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Una bella dozzina
Il progetto si trasforma in oggetto materiale grazie alla stampa 3D, ma solo per veri carne l’estetica. Possono essere necessarie no a 12 repliche per perfezionarne l’aspetto.
Tutto d’un pezzo
IIl wedge si ricava da una sbarra di acciaio 8620, materia prima di alta qualità priva di spazi vuoti, che viene poi forgiata riscaldandola e stampandola ad alta velocità.
Lavorando di cesello
Un punteruolo si muove velocemente rimuovendo piccoli pezzi di metallo no a rivelare la forma nale. A metà del processo di fresatura, il wedge viene capovolto in modo che il procedimento possa continuare sul lato opposto.
A DESTRA
Il ferro che luccica
Completamente fresato, il pezzo viene sabbiato e cromato per garantire durezza e resistenza alla corrosione e quindi verniciato.
IN ALTO A SINISTRA Spostamento di peso
I pesi di “swing” vengono aggiunti nella parte posteriore della testa del ferro. Durante il tting, i giocatori possono regolarli con incrementi di 2 grammi (tra 2,5 e 20) no a trovare il peso ottimale.
IN ALTO A DESTRA Lampi di luce
La lunghezza e il tipo di shaft (la canna che collega il grip alla testa del ferro) sono fondamentali quanto le scanalature, il taglio, il bilanciamento e il peso della testa della mazza. Ogni ferro è costruito su misura.
A SINISTRA
La mazza è nita
Il ferro ha ora il suo grip (sono disponibili diverse misure) e, dopo gli ultimi controlli di qualità, viene impacchettato e spedito al nuovo proprietario.
Coloriamo tutti i muri
La “palazzina con i rossetti”, divenuta in città un landmark imperdibile per milanesi e turisti, è Il luogo dove design e arte contemporanea si incontrano. Dando origine a progetti inaspettati
La casa di Toiletpaper a Milano, zona Città Studi, spicca da subito per la facciata, dipinta con una fedele riproduzione di uno degli scatti iconici del magazine. Un luogo d’incontro più che un ufficio o un luogo di lavoro. Si perché prima di essere un brand, Toiletpaper è il progetto editoriale a firma di Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari. Nato dalla collaborazione tra l’artista contemporaneo e il fotografo, il magazine è composto interamente da immagini realizzate dai due artisti con l’idea di creare un nuovo concetto tra linguaggio artistico e pubblicitario. Immagini dalla vibrante carica provocatoria che combinano la patina della fotografia commerciale con suggestioni pop, evocazioni surrealiste, ossessioni sessuali, ambiguità, creando orchestrazioni complesse che ironizzano, mostrando una nuova esplorazione del mondo dell’arte. Ogni immagine nasce da un’intuizione, anche semplice, per poi diventare una complessa composizione di idee, persone e oggetti che costruiscono una sorta
di sfogo mentale. Nell’atmosfera di una Milano discreta, la casa-ufficio di Toiletpaper è un tripudio di colori e spunti creativi, un dialogo incessante tra collaborazioni e partership, che qui si intrecciano e si completano. Come in una grande famiglia che alla base ha un unico comune denominatore, un fattore genetico di appartenenza.
Gli interni sono pieni di specchi, poltrone, statue e feticci. Un luogo dove nascono idee, idee che diventano cose, che recuperano oggetti e tradizioni reinterpretandoli in una nuova visione, per divenire prodotti di un ricco catalogo che spazia dall’arredo alla tavola, dall’illuminazione all’oggettistica. Tra le diverse collaborazioni alle pareti spiccano le carte da parati della collezione Luxury Shit di Londonart, la capsule di wallpaper che racchiude i soggetti iconici
di Toiletpaper, in un racconto dell’anticonformismo visivo del brand. Così una pioggia di popcorn, un mare di spaghetti e patatine, fiori macro bucati, bocche giganti e serpenti diventano decoro, perché tutto nel mondo Toiletpaper è possibile, quotidiano e concreto nella sua assurdità.
A DESTRA
La coloratissima facciata di via Balzaretti 4, in zona Città Studi a Milano, la sede di Toiletpaper.
SOPRA
Una delle stanze.
Il lusso, nel trasloco.
DREAM MACHINES
Arriva Aehra la Tesla d’Italia
La nuova startup italoamericana ha progetti molto ambiziosi. E questo primo modello lo dimostra: propulsione elettrica, uno stile sopraffino e prestazioni sensazionali
Vent’anni fa Elon Musk era considerato un visionario. Adesso costruisce un milione e mezzo di auto elettriche all’anno, le vende in tutto il mondo e la sua Tesla fa utili per oltre 3 miliardi di dollari all’anno. Del resto l’approccio elettrico sta rivoluzionando il modo di pensare, progettare e industrializzare le auto, accorciando incredibilmente il tempo che intercorre tra il momento in cui un modello nasce nella mente del suo ideatore e quello dell’arrivo nelle concessionarie. Quindi attenti a come si reagisce quando si sente parlare dell’Aehra, la startup metà americana e metà italiana che, di fatto, non ha ancora una fabbrica ma idee chiarissime e ha già presentato il “manichino” di un modello di lusso - ovviamente elettrico - con caratteristiche che fanno impallidire i prodotti a batteria di costruttori già ben affermati.
L’aerodinamica è curatissima, così come dev’essere per un’auto a batterie super ef ciente. L’autonomia promessa supera gli 800 km.
L’Aehra del debutto non ha ancora un nome ma è un suv lungo un po’ più di 5 metri, con una scocca in fibra di carbonio che dovrebbe permettere di contenere il peso entro le due tonnellate. Che, già di per sé, sono un record per un’auto elettrica di queste dimensioni. Le quattro porte laterali si aprono verso l’alto e il passo di tre metri
promette un abitacolo sconfinato. Sul quale, però, non ci sono ancora informazioni ufficiali. Lo stile è responsabilità di Filippo Perini, che ha già disegnato per Alfa Romeo e Lamborghini, ed è merito suo se la vettura è bella e ha proporzioni che stemperano le dimensioni reali. La profilatura è accuratissima: ci sono appendici
aerodinamiche mobili sia davanti sia dietro e addirittura due telecamere sottilissime al posto dei retrovisori esterni. I dati dichiarati impressionano: due motori, quattro ruote motrici, potenza fino a 816 cv, 265 km/h e oltre 800 km di autonomia. L’auto, che dovrebbe essere assemblata in Italia con componenti provenienti da fornitori esterni, costerà tra 160 e 180mila euro, quindi andrà in concorrenza con le Tesla S e X e la Porsche Taycan. Ma solo a partire dal 2025, quando sarà affiancata da una berlina che verrà annunciata nel corso del 2023. E per un futuro un po’ più remoto, si parla anche di una sportiva. Vale la pena stare alla finestra e, magari, cominciare a fare due conti.
Nulla è lasciato al caso. Per essere anche politicamente corretta, Aehra è costruita con materiali che possono essere riciclati no a cinque volte.
PROTAGONISTI SU OGNI STRADA
Il successo è qualcosa di molto personale e dipende dalla sicurezza con cui si affronta la propria strada, qualunque essa sia, chiunque noi siamo. Mettiamocelo bene in testa.
WHEELS
Solo per pochi eletti
La Lamborghini Huracán Sterrato ha una struttura inforzata, l’assetto rialzato e pneumatici speciali che non temono forature.
Obiettivo: arrivare dove le altre coupé devono fermarsi
Cercasi nicchia (di mercato) disperatamente.
Il Gruppo Volkswagen che, da Skoda a Bentley, ha già un piede in tutte le categorie automobilistiche note, si è inventato un ambito tutto per sé, quello delle supercoupé attrezzate per andare fuoristrada, e forse l’ha anche già saturato presentando due modelli nuovi. Ma se la Porsche 911 Dakar non disorienta, perché il marchio tedesco si è già cimentato in passato, e con soddisfazione, nei cosiddetti rally raid, la Huracán Sterrato rappresenta una divagazione epocale dalla tradizione Lamborghini. Si sentiva il bisogno di un’auto così? Probabilmente no, ma proprio per questo la Sterrato ha un altissimo tasso di seduzione. Al quale contribuiscono le caratteristiche tecniche eccezionali e l’esclusività,
perché verrà prodotta solo in 1.499 esemplari destinati a tutto il mondo. Il 5.200 a dieci cilindri da 610 cv è quello della Huracán Evo, ma qui ci sono le quattro ruote motrici, seppure con regolazioni, che privilegiano la spinta delle ruote posteriori perché il temperamento rimanga da sportiva assoluta. Rispetto alle versioni puramente stradali, l’assetto è rialzato e le carreggiate sono allargate. I pneumatici, studiati appositamente dalla Bridgestone, percorrono fino 80 km anche dopo una foratura (purché non si superino gli 80 all’ora) e sono rinforzati per cavarsela senza traumi fuori dall’asfalto. Essendo stati pensati anche per il fuoristrada avrebbero faticato a reggere i 325 km/h che sono nelle corde della Huracán, quindi la Sterrato viene “fermata” elettronicamente ai 260, che rimangono tantissimi. Ma lo scatto peggiora solo di un’inezia:
impiega 3,4 secondi anziché 3,3 per arrivare a 100 km/h e in meno di 10 secondi si toccano i 200. La struttura della carrozzeria è rinforzata, sotto il muso c’è un pannello di protezione in alluminio e i passaruota sono riparati da parafanghini rivettati sulla scocca. Per i “fuoripista” notturni sono stati aggiunti proiettori aerodinamici supplementari a led e dal cofano posteriore spunta una presa d’aria per far respirare il motore nelle zone polverose. Come tutte le Lamborghini, può essere personalizzata all’infinito per assecondare ogni desiderio del cliente: il catalogo ufficiale elenca 350 possibili colori per la carrozzeria e oltre 60 per gli interni che però, nella configurazione ufficiale, sono in Alcantara Verde Sterrato. E per tenere tutto sotto controllo anche quando si affronta l’imponderabile, alla strumentazione sono stati aggiunti un misuratore dell’inclinazione laterale, la bussola e gli indicatori delle coordinate
geografiche e dell’angolo di sterzo. E il Drive Recorder consente di registrare i momenti più emozionanti di guida all’interno della memoria dell’app Lamborghini Unica. Paolo Mangili
Design e benessere senza confini
La navigazione è idilliaca. Terrazze, porte-finestre e vetrate fanno sentire tutt’uno con cielo e mare. E l’ottima abitabilità rende Arcadia 96 perfetto in ogni condizione. Un gioiello di alta cantieristica
di Giacomo Giulietti
Arcadia Yachts è il cantiere campano che si è imposto all’attenzione mondiale per progetti futuribili e poco convenzionali. A96 è l’ultima creazione, un crossover lungo 30 metri per quasi 8 di larghezza, costruito in categoria CE A ovvero senza nessun limite di navigazione imposto da stato del mare o forza del vento. Alla base del progetto, che debutterà al Cannes Yachting Festival di settembre, c’è l’idea di realizzare uno yacht che elimini la separazione tra chi è a bordo e l’ambiente circostante. In nome di un benessere legato a tutti gli aspetti della vita: wellness fisico e mentale, legame con la natura che coinvolge tutti i sensi e condivisione. Il trait d’union tra ospiti e natura circostante sono così le terrazze apribili sul mare, le immense vie di accesso di luce e profumi: enormi porte-finestre e vetrate dal calpestio al cielino che in gran parte sostituiscono la struttura in
vetroresina per eliminare, anche da chiuse, ogni ostacolo tra chi è dentro e ciò che si trova fuori. Anche le pareti perimetrali dei saloni su main e upper deck scorrono totalmente per trasformarli in spazi all’aperto. A definire gli interni di A96 è stato chiamato l’immaginifico designer Igor Lobanov, che ha arredato gli spazi con materiali naturali e, ove possibile, eco-compatibili, optando per un design in cui è la linea curva a dettare legge. Tutto è morbido alla vista e, promettono, piacevole al tatto. I grandi volumi, tipici degli Arcadia, e gli oltre 400 metri quadrati di superficie fruibile alloggiano cinque cabine ospiti. La suite armatoriale è a prua del main deck, per svegliarsi ogni giorno davanti al mare. Cinque i posti
letto per l’equipaggio che, grazie ai suoi percorsi dedicati, non incrocia quelli degli ospiti. Così si rispetta la privacy e migliora la permanenza a bordo di tutti, compreso chi ci lavora. Elemento fondamentale perché, come sanno gli armatori di lunga esperienza: l’equipaggio felice fa la barca felice. Per la propulsione quattro motori Volvo Penta IPS che, nella versione da 1000hp l’uno, permettono una velocità massima di 24 nodi e che in manovra si comandano tramite joystick. Interceptor a sostituire i flap e stabilizzatori a pinna garantiscono il comfort in navigazione. Inoltre il sistema silent mode, alimentato anche dai pannelli solari, regala fino a 8 ore di vita a bordo lasciando spenti i generatori elettrici.
A96 è l’ultima creazione di Arcadia Yachts. Un tre ponti da 30 metri di lunghezza i cui interni sono stati disegnati da Igor Lobanov. La connessione cotinua tra interno ed esterno è garantita dalle enormi finestrature che vanno dal calpestio al cielino e dalle porte scorrevoli che aprono totalmente gli spazi comuni.
Ariveder le stelle (marine)
Super Sub è l’ultima creazione dell'olandese U-Boat Worx. Un sottomarino a 3 posti in grado di raggiungere in tutta comodità i 300 metri di profondità
Con il rinnovato Super Sub di U-Boat Worx, la società olandese che dal 2005 produce e vende sottomarini da diporto e da ricerca, è riuscita a migliorare del 25% le sue prestazioni, passando da 8 a 10 nodi di velocità. All’apparenza non sembra molto, se paragonato ai tender che si allontanano dagli yacht a 40 nodi e più. Però, come sanno bene i sub e gli apneisti, muoversi sott'acqua è tutt’altra cosa. Per farsi un’idea, il nuovo Super Sub si sposta alla stessa velocità di crociera di un delfino, ovvero circa
tre volte la velocità dei normali sommergibili turistici. Questo intrigante e lussuoso “giocattolo” raggiunge certe prestazioni, altrimenti impossibili per un mezzo di dimensioni così compatte (lunghezza 6,50 metri, larghezza 3,27, altezza 2,14 per 9 tonnellate di peso) grazie a un’eccellente idrodinamica.
Buona parte del merito va al lavoro di ottimizzazione svolto insieme a Marin, istituto olandese di ricerca marittima riconosciuto a livello mondiale per l'esperienza nell'uso dei software Cfd (fluidodinamica
computazionale) e, soprattutto, per l'analisi dei risultati. In pratica, l’ultima versione 2023 di questo sommergibile per appassionati delle escursioni sui fondali marini ha la stessa efficienza fluidodinamica di un'auto elettrica.
“Siamo molto entusiasti dei risultati raggiunti”, dice Bert Houtman, il ceo di U-Boat Worx. “Abbiamo lavorato duramente per riuscire ad avere un sottomarino con questa efficienza, la migliore possibile. E siamo certi che i nostri clienti la apprezzeranno”. Veloce ed efficiente, e anche poco consumatore di energia, il Super
Sub può trasportare il pilota e due passeggeri fino a 300 metri di profondità. Tanto per capirsi: i famosissimi U-Boot tedeschi della Seconda Guerra Mondiale, allora apice della tecnologia sottomarina, operavano fino a quota -100. Il sistema di propulsione prevede quattro potenti motori da 60 kW di spinta che, operando in combinazione con i timoni, consentono salite e immersioni con un angolo di 30° rispetto all'orizzonte. Il tutto mantenendo una vista ottimale a 360° grazie alla sfera in materiale acrilico che alloggia l'equipaggio.
Giacomo GiuliettiLe innovative appendici e l’eccellente idrodinamica del Super Sub dirigono
la spinta in modo più ef cace per effettuare virate strette e veloci cambi di direzione.
Nato dalla partnership tra la casa automobilistica britannica Aston Martin e il colosso francese dell’aeronautica Airbus Corporate Helicopters, l’ACH130 Aston Martin Edition, è un lussuoso elicottero prodotto in serie limitata (15 esemplari con placca personalizzata).
Due anni dopo il successo
della prima edizione, arriva ora una seconda serie. Sintesi dell’eccellenza dei due brand, l’elicottero coniuga bellezza e tecnologia, ispirandosi alle auto sportive Aston Martin DB11, il cui design viene riproposto nel velivolo: i sedili e le portiere sono in morbida pelle mentre il resto della cabina è di pellame scamosciato Pure Black. Altri elementi distintivi del brand,
l’iconico logo alato sui poggiatesta e le perforature decorative sul retro dei sedili. Lo spazioso e silenzioso abitacolo ospita sette posti, gli ampi finestrini permettono un’ottima visuale. La tecnologia all’avanguardia garantisce alte prestazioni.
Sinuoso e futuristico, l’ACH130 sfoggia un’elegante verniciatura sfumata con suggestive dissolvenze cromatiche: oltre all’accostamento
WINGS
Aston Martin domina i cieli
Dopo il successo dell’edizione limitata 2020, in arrivo la seconda serie di ACH130, l’elicottero a tiratura limitata e alte prestazioni. Degno di 007
dei colori Stirling Green, che sfuma in Jet Black nella parte inferiore, e Skyfall Silver (ispirato al film di 007) attorno alle cappottature, sono disponibili altre combinazioni, Xenon Grey, Arizona o Ultramarine Black, a discrezione del cliente che può personalizzare il suo “gioiello dei cieli” per distinguersi, anche ad alta quota, con uno stile degno di James Bond. Roberta Vanore
SOPRA La prima versione dell’ACH130 Aston Martin Edition presentato nel 2020 a Courchevel, sulle Alpi francesi.
Traffico addio
Grazie a due costruttori europei e uno americano, l’auto volante è pronta a debuttare sul mercato. Nicchia o futuro annunciato?
Quello delle auto volanti è un settore che è rimasto per decenni in una situazione di stallo, tra utopia e realtà commerciale.
Ma l’industria potrebbe avvicinarsi a un punto di svolta, con tre aziende che sono ormai prossime al lancio di nuove vetture omologate per la circolazione stradale, dotate di ali e rotori. A differenza degli eVtol (electric vertical take-off and landing, velivoli capaci di decollare e atterrare verticalmente senza l’ausilio di una pista), le auto volanti si adattano alle normative esistenti. “Il mercato potrebbe essere più
grande di quello relativo agli aerei ultraleggeri dell’aviazione civile”, dice Kyriakos Kourousis, direttore del programma di aero navigabilità dell’Università di Limerick e membro della Royal Aeronautical Society. I tre modelli di auto volanti destinati al mercato saranno inizialmente venduti in kit. Il Liberty Sport da 300mila dollari, prodotto dall’olandese Pal-V International, sta compiendo i test per ottenere l’omologazione dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea come macchina volante “chiavi in mano”. Il processo richiederà almeno 18 mesi, oltre a una
licenza di pilotaggio per autogiro (chiamato anche girocottero o giroplano). Con le prime consegne previste per il 2024, il tre ruote avrà due motori Rotax da 100 cv, uno solo utilizzato durante la circolazione su strada. Questo consentirà di operare nelle città in cui i velivoli monomotore sono vietati. L’AirCar di Klein Vision, che assomiglia a una futuristica hypercar, sarà costruita secondo gli standard europei M1 per i veicoli passeggeri a basso volume di produzione. Premendo un pulsante la sua coda si allunga e le ali si aprono da un vano nascosto. Dopo l’approvazione delle
autorità slovacche come velivolo sperimentale, l’azienda ha iniziato a lavorare a una replica, con un motore aeronautico da 280 cv della sudafricana Adept Airmotive. Per pilotare l’aeromobile, che avrà una velocità di crociera di 186 miglia orarie, sarà necessaria una licenza di pilota di base. Il prossimo passo di Klein Vision sarà lo sviluppo di un modello completo e certificato secondo le norme europee CS-23 per gli aerei leggeri, che richiederà almeno due anni per arrivare sul mercato. Samson Sky, in Oregon, prevede di iniziare le consegne della sua auto volante Switchblade nel 2024, dopo 14 anni di sviluppo.
Il tre ruote offre quello che il fondatore Sam Bousfield chiama sistema skybrid, con un motore a gas capace di generare energia per un motore elettrico, che aziona il propulsore, più un altro motore per le ruote. A partire da un prezzo stimato di 170mila dollari, lo Switchblade sarà venduto come kit nella categoria experimental/ homebuilt della Federal Aviation Administration.
L’auto volante è stata progettata per soddisfare i più rigorosi standard di certificazione per piccoli aerei. Bousfield dichiara di avere ricevuto già oltre 2.100 ordini da 53 paesi. Andy Wall,
direttore commerciale di Pal-V, ha affermato che il Liberty “può operare indipendentemente dalle infrastrutture aeroportuali” e che la sua produzione annuale potrebbe raggiungere le 10mila unità. “Ci sono troppi compromessi”, dice Richard Aboulafia, amministratore delegato della società di consulenza AeroDynamic Advisory con sede a Washington, riguardo al mercato delle auto volanti. “Si tratta di una nicchia, per di più piccola”. La pensa diversamente Bousfield di Samson Sky: “Non la vedo come una nicchia. È il futuro”. Rohit Jaggi
Musica, maestro!
Sistemi da intenditori, il meglio per un ascolto ideale per pochi eletti
di Robert RossAscoltare buona musica su un impianto audio di qualità superiore è uno dei piaceri della vita e, una volta che si è stati contagiati dal virus dell’audio, sarà impossibile tornare indietro a soundbar e auricolari. Nella sua configurazione migliore, un sistema assemblato con cura può riprodurre sonorità incredibili. Mentre gli home theater utilizzano il suono surround per ottenere il massimo effetto, la maggior parte degli appassionati seri di musica preferisce un impianto stereo con altoparlanti destro e sinistro per replicare l’esperienza di ascolto dal vivo di artisti in carne e ossa. Le opzioni sono quasi infinite e sia le scelte soggettive che i dati oggettivi svolgono un ruolo nella selezione di altoparlanti, dispositivi elettronici e giradischi. Altrettanto importante è la sinergia tra tutti gli anelli del sistema hi-fi, compresi i cavi, i mobili audio e soprattutto la stanza, la cui acustica è inscindibile dalla qualità del suono. Per ottenere un impianto di prim’ordine, bisogna avere in mente un’estetica. Abbiamo raggruppato tre gruppi di componenti per soddisfare tre tipi di audiofili molto diversi tra loro. C’è il “purista”, che in garage probabilmente ha parcheggiata una Porsche 911 GT3 Touring, apprezza la classe e si avvicina a uno stereo
come farebbe con un Martini cocktail, sicuro che gli ingredienti costituiscano la via più breve per arrivare al cuore dell’arte della fuga di Bach. Al contrario, il “classicista”, che si diletta a passare un panno morbido sulla sua Morgan Plus 8 quasi quanto a guidarla, ritiene impossibile migliorare la perfezione espressa dalle apparecchiature audio di riferimento del passato. E così una registrazione originale di Kind of n blue di Miles Davis lo trasporta, Scotch single-malt liscio alla mano, fino al 1959. Infine il “massimalista”, che probabilmente possiede una Bugatti Chiron e in cantina conserva bottiglie delle più prestigiose etichette di Bordeaux, predilige i grandi apparecchi e il grande suono. Con gli occhi chiusi e comodamente sdraiato sulla poltrona Grand Confort di Corbusier, immagina Jimi Hendrix nel bel mezzo dell’esecuzione dal vivo di Voodoo Child a Woodstock. Oltre alle prestazioni eccezionali, alla qualità costruttiva e all’affidabilità, tutti questi componenti hanno in comune l’esclusività e, sebbene siano sempre più rari, per ciascuno di essi vale la pena rivolgersi a un buon rivenditore tradizionale, la cui esperienza nella configurazione del sistema - dove un centimetro di differenza nel posizionamento degli altoparlanti può mutare radicalmente le prestazioni - è fondamentale quanto i componenti stessi.
A SINISTRA MOON RIVER
MODEL 404 REFERENCE E MODEL 505
Questo ampli catore integrato svedese (da € 4.600) è un centro di controllo completo. Soddisfa il minimalista che desideri funzionalità sia digitali sia analogiche. Il pre-ampli catore separato (€ 7.400) supporta testine Mm e Mc per gli amanti dell’analogico che possiedono più di un giradischi.
IL PURISTA
Gli impianti più semplici possono dare risalto alle sfumature più sottili di una registrazione, restituendo una musica che catturi l’ascoltatore con dettagli e atmosfere spesso irraggiungibili da con gurazioni più elaborate e inadatte a spazi ridotti. Abbinato a un ampli catore integrato dal design impeccabile, il suono accurato e naturale di una coppia di classiche casse “british” consente di lasciarsi trasportare da una meravigliosa gamma intermedia - che è l’anima del concerto classico o di quello rock - fornita dalle sorgenti digitali o, in modo ancora più soddisfacente, da giradischi analogici che estraggono l’essenza pura delle note.
SOTTO BERGMANNGIRADISCHI MODI CON BRACCIO THOR
Prodotti in Danimarca, sono dotati di una sospensione a cuscinetto d’aria per una riproduzione silenziosa e senza vibrazioni. Il braccio tangenziale scivola sul cuscinetto d’aria e traccia i solchi con delicatezza, ricordando che per ottenere il massimo da un impianto bisogna partire da una buona sorgente analogica. € 18.500 con il braccio.
A DESTRA GRAHAM AUDIO
ALTOPARLANTE LS5/5
Gli altoparlanti realizzati per soddisfare gli standard della Bbc sono leggendari per il loro “british sound”. Graham riporta ai giorni d’oggi un progetto degli anni ’70 utilizzando nuovi materiali che consentono di ottenere una chiarezza e un volume irraggiungibili con la tecnologia dell’epoca. A partire da € 20.000 per la coppia.
IL CLASSICISTA
Si diverte con le più grandi invenzioni del passato. Le valvole, se correttamente progettate, avvolgono l’ascoltatore con un suono allo stesso tempo caldo e sorprendente, soprattutto se accoppiate a un altoparlante progettato 65 anni fa che rimane ancora insuperato per chiarezza, velocità e una straordinaria capacità di replicare la voce umana. I dischi, riprodotti con un giradischi e una testina altrettanto datati, offrono “l’approccio più vicino al suono originale”, come dice spesso il produttore di altoparlanti Quad. I cd rimangono una fonte musicale di grande soddisfazione e sono di facile utilizzo.
SOPRA EAR
PREAMPLIFICATORE 912
Gli impianti a valvole del compianto Tim de Paravicini sono al contempo intramontabili e so sticati e la loro eredità continua con Ear. Realizzato a mano in Inghilterra, il preampli catore montabile a parete è destinato all’uso professionale negli studi di registrazione, ma è altrettanto adatto per i migliori stereo domestici. € 12.500.
A DESTRA ELECTROSTATIC SOLUTIONS
ALTOPARLANTE QUAD 57
Prima di Quad, gli altoparlanti suonavano come carillon. Ci è voluta la “Meraviglia di Walker”, che ha preso questo soprannome dal suo creatore, Peter Walker, per riportare in vita"strumenti e voci con uno dei prodotti audio più signi cativi mai realizzati, e certamente uno dei più longevi. Gli esemplari restaurati professionalmente del Quad 57, prodotti dal 1957 al 1985, incantano con un realismo immersivo che, una volta sperimentato, fa sì che molti non ascoltino altro. € 6.500 per la coppia,
SOTTO
THORENS
GIRADISCHI TD 124
Progettato nel 1957, il giradischi di produzione svizzera con trazione a cinghia dentata riporta in vita gli Lp con energia, immediatezza e forza. Restaurato alla perfezione dall’originale distributore svizzero Schopper (nella foto) o dallo specialista statunitense Artisan Fidelity, si abbina alla perfezione a una testina a bobina mobile Ortofon Spu. A partire da € 7.800.
A SINISTRA EAR
AMPLIFICATORE 534
E LETTORE CD ACUTE
Un impianto a valvole di tipo push-pull con 50 watt per canale è il modo ideale per fare funzionare qualsiasi altoparlante decente, e fa vibrare i componenti elettrostatici Quad. L’Acute 4 ci ricorda che i cd rimangono un punto fermo nelle collezioni musicali serie. Ampli catore, € 6.300; lettore cd € 6.300.
IL MASSIMALISTA
L’equivalente audio di una supercar, è realizzato più o meno allo stesso costo e regala pari emozioni. Ma proprio come ordinare il piatto più costoso di un menu non garantisce un pasto decente, i componenti di uno stereo dal prezzo senza precedenti devono essere scelti con cura per creare un insieme sinergico. Questo impianto dell’Audio Salon di Santa Monica, in California, fa proprio questo: con gurato con apparecchiature di qualità superiore per riprodurre un suono all’avanguardia la cui estensione, volume e presenza corporea fanno rivivere la musica nel modo in cui gli artisti l’hanno concepita.
SOPRA
DAN D’AGOSTINO MASTER AUDIO SYSTEMS RELENTLESS EPIC 800 MONO AMPLIFIER
Ogni ampli catore Relentless Epic 800 ad alta corrente genera 800 watt, perfetto per diffusori affamati di potenza e dif cili da pilotare. Con un peso di 170 kg ciascuno, gli Epic 800 non sono neanche più grandi della linea Relentless di Dan D’Agostino. € 185.000 la coppia.
A SINISTRA
TECHDAS
GIRADISCHI AIR FORCE ZERO
Il giradischi più ambizioso mai realizzato dall’ingegner Hideaki Nishikawa supera ogni limite tecnico con la sua massa di 300 kg, una so sticata sospensione a cuscinetto d’aria, cinque strati di dischi per smorzare le vibrazioni e un sistema di aspirazione che tiene saldamente fermo l’Lp. Con un braccio e una testina di calibro adeguato, il limite delle sonorità è virtualmente in nito. € 460.000 con piatto superiore in tungsteno opzionale, € 55.000 con braccio Sat Cf1-09 e € 52.000 con base Hrs.
SOTTO WILSON AUDIO
ALTOPARLANTE CHRONOSONIC XVX
Una resa sonora fenomenale con bassi potenti, alti avvolgenti e tutto ciò che sta nel mezzo. I monoliti da 310 kg di Wilson impiegano tecnologie di altoparlanti, involucri e crossover che hanno segnato gli standard del settore come nessun altro marchio di altoparlanti. A partire da € 310.000 per la coppia.
A DESTRA
DCS - VIVALDI APEX
Dopo che gli audio li si sono resi conto che il “suono perfetto e per sempre” promesso dalla tecnologia digitale era tutt’altro che tale, il produttore britannico dCS ha deciso di portare lo standard a un livello di raf natezza prima irraggiungibile. Composto da un convertitore digitale-analogico, un upsampler, un master clock e un transport cd/sacd, il sistema Vivaldi Apex ottimizza ciascuna funzione del processo di riproduzione digitale, dimostrando che non è solo il linguaggio informatico a de nire la qualità del suono. € 130.000.
IN BASSO
DAN D’AGOSTINO MASTER AUDIO SYSTEMS
RELENTLESS PREAMPLIFIER
Il preampli catore a tre telai del veterano del settore, Dan D’Agostino assicura una grande dinamica, la capacità di passare da tonalità morbide a forti senza comprimere il suono. € 138.000.
Experiences
Robb Report, la bibbia del “lusso senza compromessi”, da sempre apre le porte del mondo ai lettori attraverso storie, immagini, interviste e servizi esclusivi.
Storie, immagini, servizi a cui danno vita le Experiences di Robb Report Italia, creando momenti unici ed eventi straordinari riservati ai lettori di Robb Report.
Robb Report Italia e BFC Events hanno già progettato quattro “Experiences” straordinarie ed eslusive, che sveleranno i segreti delle gemme nascoste del vero lifestyle italiano, stabilendo un contatto diretto con le realtà più inaccessibili.
robbreport@bfcevents.it
WHITE TRUFFLE
Un viaggio dai sapori unici e autentici, alla scoperta delle Langhe, dei suoi vini, vivendo l’unico safari italiano dedicato alla caccia al tartufo bianco.
MOTOR SPORT
Un’esperienza straordinaria al volante degli ultimi modelli di supercar, attraversando i luoghi più iconici della storia automobilistica italiana, correndo in diversi circuiti con Formula 1 e Formula 3.
HORSE RIDING EXPERIENCE
Un’avventura memorabile in sella a un purosangue, con il privilegio di visitare gli allevamenti toscani di cavalli allo stato brado, il gran premio e i cavalli da competizione e le loro scuderie più esclusive.
NEW RENAISSANCE
Goditi un incredibile itinerario in Toscana, alla scoperta del mondo della moda e delle cantine più prestigiose della zona.
Preparati a trasformare in realtà il viaggio che hai sempre sognato...
White truffle
Immergiti nella storia, scopri le tradizioni, assapora l’eccellenza. Lasciati ispirare e scopri il meglio delle Langhe, grazie a questo incredibile itinerario di 4 giorni. Il tuo viaggio attraverso i sapori e i colori di uno dei più spettacolari territori italiani inizierà con una sorprendente caccia al tartufo bianco dove scoprirai i segreti dei “trifolao”, le loro tecniche tradizionali e i loro cani da tartufo. Scopri come, dove e perché crescono i tartufi nella zona, come vengono addestrati i cani, impara le differenze tra i vari tipi di tartufo
bianco e i loro abbinamenti perfetti. Goditi il profumo intenso e il sapore eccezionale del “diamante della terra” appena colto. Non vi è modo migliore di conoscere le Langhe che assaporare un calice di vino, in questa terra ricoperta di splendidi vigneti avrai la possibilità di provare l’emozione unica di scoprire la storia di ogni etichetta, direttamente da chi l’ha prodotta. All’interno di questo viaggio nutrirai la tua mente e il tuo corpo degustando le creazioni di grandi chef e le loro ricette e visitando le migliori cantine del territorio.
Motor Sport
Vivi un’esperienza unica al volante, 5 giorni di velocità e adrenalina, attraversando i luoghi più significativi della storia automobilistica italiana. Unisciti a noi per un’avventura che celebrerà la tua passione per le supercar, i grandi produttori e i luoghi di questo mondo davvero unico. Guida una selezione di meravigliosi bolidi, allaccia la cintura e corri su due circuiti italiani in esclusiva solo per te. Il tuo itinerario inizierà a Milano, proseguirai attraverso lo spettacolare paesaggio tra colline, borghi storici e città d’arte fino a raggiungere i circuiti più adrenalinici, per un’esperienza privata in pista, dove avrai la possibilità di correre con F3, F1 e Ferrari Challenge, accompagnato da piloti professionisti. Visiterai Portofino, sinonimo di eleganza e dolce vita, i più famosi produttori di superyacht e infine la patria delle supercar italiane: la Motor Valley. Qui, potrai goderti una visita guidata del museo Lamborghini, assaporando a pieno la passione e la storia di questi prestigiosi marchi. Completerai il tuo viaggio con la perfetta combinazione tra hotel 5 stelle, sontuosi pasti gourmet e incredibili sorprese.
Horse riding experience
Partecipa a un’incredibile avventura di 5 giorni in sella, alla scoperta dei più sensazionali luoghi italiani. Riuscirai a stabilire un contatto emotivo con il cavallo, scoprendo la sua sensibilità e il suo spirito selvaggio e creando una connessione tra natura e anima, scoprendo un mondo incontaminato di sensazioni e istinti. Il viaggio partirà da Milano, dove avrete la possibilità di visitare l’Ippodromo di San Siro che, da oltre un secolo, è uno dei più prestigiosi palcoscenici ippici a livello internazionale. Avrete accesso alla Tribuna Proprietari, da cui godervi lo spettacolare Gran Premio. Proseguirete verso il Lago Maggiore, dove assisterete a una lezione professionale di horsemanship e visiterete le magnifiche Isole Borromee che, immerse nelle acque del Lago Maggiore, affascinano da secoli i visitatori. Proseguirete sino a Parco San Rossore, nel cuore della Toscana, dove lo sguardo si perde nella vegetazione senza limiti, sede di un allevamento ippico unico in Italia dove gli equini, di razza Monterufoli, vivono e si riproducono allo stato brado. La tappa finale sarà alla tenuta Ornellaia, parte dell’élite del vino italiano conosciuta in tutto il mondo. Il viaggio sarà accompagnato lungo il percorso dai campioni dell’ippica e del Polo e vi porterà dalla scoperta dei sapori e della migliore ospitalità italiana.
New Renaissance
Goditi un incredibile itinerario di 5 giorni in Toscana, alla scoperta del mondo fashion e delle cantine più prestigiose del territorio. Il viaggio comincerà da Firenze, dove scoprirai i segreti delle Gallerie degli Uffizi. Sarai trasportato nel mondo di illimitata fantasia e invenzioni di Salvatore Ferragamo, conoscerai il lusso del made in Italy grazie a Stefano Ricci e avrai l’occasione di vedere dal vivo un vero laboratorio artigianale di pelletteria. Proseguendo tra splendidi borghi, avrai la possibilità di degustare i pregiati vini toscani, il tuo soggiorno sembrerà fermarsi nel tempo, circondato dall’incredibile bellezza del paesaggio della campagna
toscana. Passerai da Bolgheri, vero gioiello nel cuore della Toscana, luogo da assaporare, in cui immergersi nella natura e riscoprire il piacere della dolce vita. Le cantine Ornellaia e Le Mortelle apriranno le loro porte in esclusiva e ti trasporteranno, sorso dopo sorso, all’interno della storia e del sapore di questa terra baciata dal sole. La tua esperienza si concluderà con una giornata di sole e relax sotto una caratteristica tenda delle spiagge di Forte dei Marmi e con una spettacolare visita alle cave di marmo sulle Alpi Apuane. Le più famose, quelle di Carrara, riapriranno per te come una visione, entrerai nel cuore della montagna per toccare con mano questo tesoro, prediletto da artisti come Michelangelo e Canova.
Gemelli diversi
Tutti unici e preziosi, rappresentano un esercizio di stile che impegna i grandi marchi a creare il meglio, con la classe e la tradizione che si deve a un accessorio indispensabile. Non solo in occasione di eventi importanti
di Alessia BellanBulgari
L’iconico doppio logo dei gemelli in oro rosa e onice nera si ispira alle iscrizioni incise lungo il bordo delle antiche monete romane, rievocando le origini della maison Bulgari. Un so sticato connubio tra tradizione e modernità. € 3.250
Burbery
Placcati in palladio e decorati dall’iconico motivo a righe smaltato a mano, sono ri niti da chiusure con traversini a T con la scritta Burberry incisa sul retro. Very British. € 280
Panthère de Cartier
Dagli anni ’80, la collezione Panthère è stata rivisitata da Cartier in molteplici forme e materiali. Qui in versione gioiello da polso, sono in oro massiccio rodiato con un tripudio di pietre preziose: pavé di diamanti, occhi di smeraldo, naso di lacca nera, macchie in onice. € 34.400
CD Icon Dior
Minimal ma con stile, sono realizzati in argento e impreziositi dall’elegante madreperla decorata con la rma CD Icon al centro. € 550
Santos De Cartier
Fanno parte della collezione “Daily Mood” pensata per un uso quotidiano. In oro giallo massiccio sono proposti in diverse varianti: con bastoncini di lapislazzuli, avventurina, giada nefrite, dolomite oppure onice. € 6.400
Heritage Rouge Et Noir Montblanc
Ispirata alle penne “baby” degli anni ‘10 e ‘20, la linea Heritage Rouge et Noir è caratterizzata dalle resine, negli storici colori avorio e corallo. Per celebrare il design dei pionieristici strumenti da scrittura della maison fondata ad Amburgo nel 1906. € 330
Gioie da star
Dai lunghissimi orecchini a goccia ai girocollo esagerati, l’alta gioielleria supera se stessa
Bulgari Orecchini oro rosa 18 carati con tormaline rosa e verdi, rubelliti verdi, peridoti, ametiste e diamanti; bracciale oro rosa 18 carati con peridoti, rubelliti, ametiste, tormaline verdi, tormaline rosa e diamanti. I prezzi di tutti i gioielli di questo servizio sono su richiesta.
Gucci Abito in tulle di seta, € 65.000
DI PAIGE REDDINGER PHOTO ROBB RICE STYLING ALEX BADIAA SINISTRA
Van Cleef & Arpels Collana Vagues Étincelantes oro bianco 18 carati e diamanti; Hermès Abito in seta, € 5.900.
IN BASSO
Dior Orecchini Print oro bianco e giallo 18 carati con diamanti, smeraldi, zaf ri, granati tsavorite, granati spessartite e tormaline tipo Paraíba; orologio segreto Print oro bianco 18 carati con rubino e diamanti; top in pizzo di seta, € 2.300.
PAGINA A SINISTRA
Cartier Collana e orecchini Ryu oro giallo e bianco 18 carati con diamanti gialli e bianchi.
Chanel Abito in jacquard di seta, € 4.600.
A SINISTRA
Louis Vuitton Collana Spirit High Jewelry Destiny in platino, oro giallo 18 carati e diamanti.
SOTTO
Messika Girocollo e bracciale Divine Enigma oro bianco 18 carati con diamanti incastonati. Mônot Body in viscosa tulle, € 895.
PAGINA A FIANCO
Gucci Anello Hortus Deliciarum oro giallo 18 carati con tormalina verde menta, rubelliti e diamanti incastonati. Bogdar Abito in poliestere riciclato, € 475.
model: Emily Grace
casting director: Luis Campuzano
hairstylist: Eduardo Bravo
makeup artist: Vera Dierckx
market editor: Emily Mercer fashion assistant:
Annelise
Lombard-Platet
photo director:
Irene Opezzo
photo assistant:
Paolo Caponetto
L’eleganza senza regole
Il guardaroba smart di questa stagione?
Capi versatili, perfetti per una giornata che ormai ha ritmi differenti
La storia è nota: i codici di abbigliamento formale erano già in bilico e la pandemia ha dato una bella spallata. Ora si lavora ovunque, passando da “on” a “off” e viceversa da un’ora all’altra. Ma, cosa indossare per non farsi trovare impreparati?
Gli stilisti hanno risposto con capi rilassati ma raffinati che sono l’equivalente sartoriale di un coltellino svizzero: saranno perfetti sia che si giochi con i bambini, che si stia concludendo un affare, che si prenda un aperitivo…
DI JOSH CONDON, KAREEM RASHED E ALEKS CVETKOVIC PHOTO JOSHUA SCOTT STYLING CHARLES W. BUMGARDNERIL SOTTO CAPPOTTO SPORTIVO
Brioni
Giacca in nabuk, € 9.100
IL BOTTON-UP NON COSÌ BANALE
L.E.J
Camicia in cotone, € 300
LA T-SHIRT DI ALTO LIVELLO
Connolly Maglietta in cashmere e
€ 420
seta,STIVALETTO DELLA
DIRIGENTE
LO CLASSE Edward Green Polacchine in pelle scamosciata, € 1.430 I CHINO 2.0 Of cine Générale Pantaloni in cotone Luigi, € 260SEMPREVERDE
Lo smeraldo è facile da indossare come il navy, ma decisamente più fresco. Si abbina particolarmente bene al casual, aumentando il quoziente di raf natezza di capi come la camicia in pelle scamosciata e la felpa con cappuccio.
Ralph Lauren Purple Label
Camicia in pelle scamosciata, € 2.340; Kiton
Felpa in cotone, € 3.100 per la tuta completa; Sunspel
T-shirt in cotone, € 85; Nili Lotan
Jeans denim, € 370; J. Press
Cappellino in cotone, € 37; Crockett & Jones
Scarpe in pelle di vitello, € 685.
VEDO R OSSO
Elegante (e versatile) come il nero o il marrone, il bordeaux è la tonalità del momento per gli accessori di lusso, dalle borse alle cinture, no al portacellulare.
Fendi
Borsa in pelle, € 5.350; Il Bisonte
Borsa in pelle, € 890;
Hermès
Custodia per telefono in pelle di vitello, € 4.300; John Lobb
Cintura in pelle di vitello e palladio, € 480.
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Tanto di cappello
Una volta era il segno della propria classe sociale. Oggi torna alla grande, non solo per ripararsi dal sole. Lo sanno bene le migliori griffe
Pratica e versatile, la cloche in pelle verde militare di Gucci è caratterizzata dalla doppia G smaltata, un omaggio all’eredità della Maison. € 57 gucci.com
Borsalino
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Borsalino
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Un berretto da baseball 100% green, in cotone riciclato e ra a proveniente da foreste certi cate a gestione sostenibile. Il cinturino è regolabile con bbia incisa YSL e la fodera in gros-grain € 395 ysl.com
Loewe
Il “ sherman” in pelle di vitello è il modello di punta di Loewe, pellettiere nato a Madrid nel 1846 e oggi brand di moda acclamato in tutto il mondo. € 490 loewe.com
Fioriscono le Spa
Proposte a tema nei templi del benessere, con nuovi concept olfattivi e percorsi tra erbe ed essenze che sprigionano fragranze positive
di Raffaella DallardaCASTEL MONASTERO CASTELNUOVO BERARDENGO (SIENA)
La Sicilia è di per sé una Spa naturale, che vibra sull’energia del mare e abbraccia le essenze spontanee, gli aromi inebrianti e i colori vividi. Anche il nuovo Adler Spa Resort Sicilia è un paradiso di benessere mediterraneo, immerso nella riserva selvaggia di Torre Salsa. Anche qui, “Let your soul fly” è il mantra del gruppo Adler, che da decenni opera per un benessere sostenibile e “medical oriented”. Per un ritiro di rinascita primaverile, la Spa offre un’esperienza totalizzante e autentica. Bellezza e relax sono offerti dalla natura tra lago naturale, idromassaggio thalasso, eco-lido, biosaune e linea cosmetica attiva, vegetale da coltivazioni green controllate per trattamenti personalizzati. Fiori, oli essenziali, estratto di arancia, fico d’india, vitamina C, sale marino, fango all’arnica sono gli ingredienti per arrivare in forma all’estate, tra bagni Kneipp, massaggio “ricordo di Sicilia”, facial regeneration con uva acerba, estratti di senna alata e melatonina, o attività body&soul, tra yoga & meditation retreat o private coaching, nel giardino mediterraneo. Un’hospitality eco-chic con tre ingredienti wellness: acqua, calore e libertà.
Il “Monastero del benessere” cambia pelle e incarna una nuova filosofia, impregnata della memoria medievale del luogo, e oggi è un sofisticato resort, membro di The Leading Hotel of the World, con una cucina segnalata dalla Guida Michelin. La Spa ha incentrato il nuovo credo sull’arte del vivere, per “riequilibrare l’anima”, a contatto con la natura delle erbe medicamentose mediterranee dell’Orto dei semplici e con la medicina conventuale medievale. “Slow living”, “slow food”, “slow travel”, “slow wellness” le regole per godere di rituali straordinari, tra percorsi in “aquae monasteri”, calchi naturali per ridisegnare i contorni del corpo, massaggi berberi di purificazione in private Spa o energetici Marma, per ripulire le scorie del letargo invernale, attraverso un bouquet di oli essenziali e la stimolazione di cento punti di pressione. Da aprile, sono confezionati pacchetti “outdoor style” con percorsi di trekking & hiking, tra body & soul, lungo la Via Francigena, che univa i pellegrinaggi spirituali verso Roma e la Terra Santa o con sessioni di yoga terapeutico e meditazione, nel padiglione olistico o nella chiesetta mistica, all’interno del borgo.
È la prima destinazione Wellness & Spa al mondo ad avere ricevuto l’unico riconoscimento di massimi livelli di sostenibilità, qualità e igiene. Il segreto per iniziare a fiorire è integrare l’immersione nella natura con una più profonda stimolazione sensoriale, bilanciando l’equilibrio tra “benessere edonico”, degli amanti della bellezza e della vita, nel “qui e ora”, a quello “eudemonico”, del piacere di una consapevolezza profonda, tra passato e futuro. Per attivare un approccio di fioritura individuale, tante le proposte primaverili dei retreat olistici per il sonno, la rigenerazione energetica, la risposta immunitaria, tra esperienze immersive nel nuovissimo Garden Spa, con due Spa suite open-air, in un giardino bucolico di lavanda, ulivi, agrumi ed erbe aromatiche, usate anche dalla brigata che propone un menu wellness detox. La Spa offre anche sessioni di trauma healing e di antichi metodi di guarigione, oltre a “forest bathing” con la Sibilla delle erbe alpine e una skincare profumata, a marchio, appena sbocciata, tutta vegana & naturale.
ADLER SPA RESORT SICULIANA (AGRIGENTO)LE
CIOCCOLATO
100 Eccellenze italiane
Le Guide de L'Espresso si arricchiscono di Cioccolato 100 Eccellenze italiane, una pubblicazione completa sul cioccolato, ricca di nozioni, aneddoti e speciali ricette, con descrizioni delle migliori cioccolaterie. Questa Guida rappresenta un vademecum contenente i dati indispensabili per acquisire le conoscenze di base del mondo del cioccolato. Illustra la storia del cioccolato e le vie attraverso le quali si è diffuso in Italia e in Europa. Indica le principali varietà, le fasi di lavorazione, le tecniche di degustazione e le corrette modalità di conservazione del cioccolato. Presenta una rassegna dei principali prodotti a base di cioccolato e cacao e gli aneddoti che segnano la storia delle preparazioni più golose. Descrive le principali cioccolaterie, i migliori abbinamenti e le interessanti ricette, proposte da grandi chef stellati.
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Cocktail Party
C’è stato un tempo, non molto lontano, in cui condividere una caraffa di sangria o una brocca di gin tonic ghiacciato era quantomeno sconsigliato. Come molte cose a cui si è dovuto rinunciare negli ultimi anni, questa torna per il gaudio di molti. C’è allegria, c’è colore e c’è convivialità nelle drink bowl. Accogliere gli ospiti con un mix originale e distintivo stabilisce il tono della festa e la cura nella sua preparazione è quasi un linguaggio d’amore. Un buon cocktail “da zuppiera” (in cristallo di Boemia, naturalmente) dev’essere molte cose: freddo ma non annacquato dal ghiaccio; interessante ma non troppo esoterico; profumato ma non troppo intenso. Può sembrare facile, invece c’è un’arte nel farlo bene. Se si parte dagli ingredienti giusti e da alcune tecniche intelligenti (ad esempio, congelare un pezzo di ghiaccio gigante con dentro le guarnizioni), si scoprirà che il “punch” è uno dei modi migliori e più eleganti per iniziare una serata in compagnia. E tutto il lavoro di preparazione si fa in anticipo consentendo, iniziata la festa, di concentrarsi sull’accoglienza degli ospiti senza preoccuparsi dei bicchieri. Ecco tre ricette create appositamente per Robb Report.
Freschi, profumati, coloratissimi. Soprattutto da condividere. Tre drink bowl originali (con ricetta) perfette per festeggiare l’arrivo della primaveradi Jason O’Bryan, foto di Heamy Lee, styling Lauren La Penna
verde & frizzante
Il pisco è un’acquavite giovane e sfacciata, e la vodka qui agisce come una sorta di chaperon, addomesticandolo e riducendone l’intensità. Si abbina bene al Chareau, un nuovo liquore a base di aloe, melone, menta e cetriolo. Combinando il tutto con lavanda e Champagne, ecco un modo rinfrescante e splendidamente floreale per accogliere i vostri ospiti.
27 CL. VODKA
27 CL. PISCO
1,5 CL. CHAREAU
18 CL. SUCCO DI LIME
150 GR. ZUCCHERO
1 BUON CUCCHIAINO DI BITTER ALLA LAVANDA SCRAPPY’S
1 BOTTIGLIA DI CHAMPAGNE
35 CL. SODA
Sbucciate otto lime, aggiungete lo zucchero e schiacciate bene. Coprire e lasciare riposare per una o due ore per permettere allo zucchero di di estrarre gli oli. Aggiungere quindi il succo di lime, mescolate per sciogliere lo zucchero e filtrate. Unire il tutto a vodka, pisco, Chareau e bitter alla lavanda e raffreddare. Quando è il momento di servire, versare in una grande ciotola con un pezzo di ghiaccio molto grande. Aggiungere la soda e lo Champagne e mescolare brevemente per amalgamare il tutto. Guarnire con lime e/o fettine di cetriolo.
profondo & fruttato
Questo punch, adattamento di un famoso cocktail a base di bourbon per , si colloca a cavallo tra morbido e severo. Il liquore all’albicocca e l’Amaro Meletti si sposano a meraviglia: la dolcezza del primo aggiunge calore alla succosità agrodolce del secondo, e camomilla e bourbon sono così in sintonia da finire una le frasi dell’altro. Mettete tutto insieme e si ottiene un drink floreale e grazioso ma ancora abbastanza forte per gli appassionati di bourbon.
80
Sbucciare sei limoni, aggiungere lo zucchero alle bucce e pestarle. Coprire e lasciare riposare per una o due ore per permettere allo zucchero di estrarre gli oli. Aggiungere quindi il succo di limone, mescolare per sciogliere lo zucchero e filtrare le bucce. Unire il tutto al resto dei liquidi e raffreddare. Al momento di servire, versare il composto in una grande ciotola da portata e aggiungere un pezzo di ghiaccio molto grande. Guarnire con fettine di limone e fiori di camomilla.
forte & speziato
Nel mondo delle tequila, è la grezza luminosità delle “blancos” ad attirare la maggior parte dell’attenzione, ma quando si passa alle “añejos” - tequila che hanno riposato in botti di rovere per alcuni anni - si apre un mondo nuovo pieno di possibilità. Potreste divertirvi a bere solo variazioni di Manhattan con añejos e sherry invece che con whisky e vermouth, ma se aggiungete agrumi freschi e cannella in una grande ciotola condurrete i vostri ospiti alla lussuria profondamente speziata dei distillati d’agave invecchiati.
18 CL. SCIROPPO SPEZIATO
53 CL. TEQUILA INVECCHIATA
18 CL. SHERRY AMONTILLADO
18 CL. SUCCO DI LIMONE 88 CL. TÈ FREDDO ALLA CANNELLA
Per preparare lo sciroppo speziato, mettere 125 gr. di zucchero, 125 gr. di acqua, da quattro a sei chiodi di garofano, da due a quattro grani di pepe di Giamaica e un anice stellato in un pentolino, mescolare a fuoco medio finché lo zucchero non si scioglie. Abbassare la fiamma, coprire per cinque minuti, quindi togliere dal fuoco e lasciare raffreddare. Una volta che lo sciroppo speziato ha riposato per circa 5-10 minuti, sbucciare sei limoni e aggiungere le bucce, quindi mescolare brevemente. Lasciare raffreddare a temperatura ambiente, quindi filtrare. Unire lo sciroppo speziato al resto dei liquidi e raffreddare. Al momento di servire, versare il composto in una grande ciotola da portata e aggiungere un pezzo di ghiaccio molto grande. Guarnire con stecche di cannella, baccelli di anice stellato e rotelle di arancia.
L’ultimo santuario del vero lusso
L’Isola di Benguerra in Mozambico offre uno straordinario mosaico di foreste e savane, una barriera corallina ancora vergine e un habitat ideale per i fenicotteri rosa e qualche coccodrillo del Nilo. Uno degli ecosistemi subtropicali più ricchi e meno esplorati del pianeta
Il resort conta solo 17 bungalow suddivisi in 11 lussuosi alloggi (con piscina privata). Ciascuno dispone di un appezzamento esclusivo di almeno un acro, per garantire la più completa privacy.
La geografia dei viaggi esclusivi, in luoghi ancora incontaminati, allarga i suoi confini. E include una scheggia di mondo che ne era rimasta finora ai margini estremi, l’Isola di Benguerra nell’arcipelago di Bazaruto, sud del Mozambico. Un micro universo di 55 chilometri quadrati tuffato nelle acque cristalline dell’Oceano Indiano a una decina di miglia dalla costa, dichiarato Parco Naturale nel 1971 per preservare l’equilibrio e la bellezza di uno smagliante mosaico di foreste e savane, dei 37 chilometri di barriera corallina ancora vergine, e di quel complesso di bacini d’acqua dolce, habitat per più di 150 specie di uccelli, centinaia di fenicotteri rosa e pure qualche coccodrillo del Nilo. Una cornice da Laguna blu (il film campione d’incassi, che nel 1980 lanciò una Brooke Shields appena quindicenne), in cui si incastona il Kisawa Sanctuary, luxury resort progettato con la
magnifica ossessione della sostenibilità ambientale e unica struttura al mondo a operare in parallelo a un centro di ricerca marina, il Bazaruto Center for Scientific Studies sull’altro capo dell’isola, primo osservatorio oceanico permanente in terra d’Africa. Due realtà diametralmente opposte, unite da un nuovo modello di business simbiotico (“resort to research”), in cui il settore dell’ospitalità alimenta in presa diretta la causa della scienza. Una prospettiva che potrebbe rivelarsi vincente per il turismo insulare e l’intero Mozambico.
Inaugurato nel novembre 2021 su progetto dell’imprenditrice e filantropa svizzera Nina Flohr
- moglie, per la cronaca, di Filippo di Grecia e figlia del fondatore della compagnia aerea VistaJet (la madre è, invece, direttrice creativa di Fabergé)
- Kisawa è un paradiso balneare, con soli 17 grandi bungalow (prezzo da 5mila euro a notte), esteso su 300 ettari di foresta costiera e 5 chilometri di litorale dalla sabbia candida come zucchero. Alcuni lodge si acquattano sul versante più tranquillo della baia,
altri si riparano tra le dune affacciate sull’oceano; ognuno dispone di accesso privato alla spiaggia, piscina a uso esclusivo, veranda con cucina a cielo aperto, dispensa rifornita in base alle preferenze degli ospiti e utilizzo di un veicolo della variopinta flotta di Mini Moke elettriche. Certi bungalow godono di una posizione più isolata, altri sono più ravvicinati, in modo che nuclei familiari o gruppi di amici possano beneficiare di un perfetto equilibrio tra privacy e condivisione. L’impronta dell’architettura sul
paesaggio è discreta, leggera, quasi mimetica, rispettosa di uno degli ecosistemi subtropicali più ricchi e meno esplorati del pianeta, tutelato dal Barzaruto Archipelago Conservation Project, ente che promuove forme di turismo in armonia con l’ambiente e con la stessa vita della popolazione residente: 2.500 persone in tutte le cinque isole dell’arcipelago. Al Kisawa è sostenibile anche la cucina, che ha adottato una politica di zero sprechi, messo al bando gli ingredienti trasformati e optato per
prodotti sempre freschi forniti da una selezionata rete di pescatori, agricoltori e produttori del posto. Per la sua realizzazione il resort ha voluto valorizzare il genius loci, avvalendosi del prezioso contributo di pagliai, falegnami, tessitori, creatori di tessuti locali. Gli arredi su misura, i motivi e le stampe a colori vivaci, le raffinate texture orchestrate su giochi di contrasti dialogano con oggetti d’arte e antiquariato africani quale omaggio alla ricca tradizione culturale del continente. Qui le giornate trascorrono
Un ampio centro benessere tra le dune, offre agli ospiti programmi personalizzati basati sulla medicina ayurvedica, una sauna giapponese a cupola Iyashi utilizza un delicato calore a infrarossi in funzione detox e anti age.
in relax tra nuotate, sport acquatici, immersioni, uscite sulle imbarcazioni del centro studi, navigazione al tramonto sui caratteristici dhow e battute di pesca d’altura in un mare affollato di tonni, cernie, tartarughe marine, razze, marlin, delfini, megattere, orche, diverse specie di squali e il raro dugongo. C’è anche un centro benessere, che offre trattamenti e programmi personalizzati basati sulla medicina ayurvedica, affiancati alle meraviglie dell’ultimo ritrovato della tecnologia giapponese: la sauna
a cupola Iyashi, che in virtù di raggi infrarossi agisce in funzione detox e anti-invecchiamento, oltre a essere un toccasana per l’insonnia e il recupero muscolare. Si arriva in elicottero con un volo di appena dieci minuti dall’aeroporto di Vilankulo, che ha anche un collegamento diretto con il Kruger National Park, una delle più grandi riserve naturali dell’Africa, con un’altissima densità di animali selvatici, inclusi i Big Five: leoni, leopardi, rinoceronti, elefanti e bufali.
Beba MarsanoTaipei, l’altra Hong Kong
Affascinante mix di antichissime tradizioni e lussi moderni, la capitale di Taiwan si candida a diventare il nuovo hub strategico in estremo Oriente
direttamente Milano Malpensa a Taipei.
Complice il declino di Hong Kong, che negli ultimi anni sta perdendo lo status di “capitale finanziaria dell’Asia”, Taipei, la capitale di Taiwan (che non intende affatto piegarsi alle pressioni di Pechino né fare la stessa fine dell’ex colonia britannica), si propone come nuovo hub strategico per chi dall’Europa si sposta verso l’estremo Oriente. Alla fine dello scorso anno la compagnia taiwanese Eva Air - classificata da AirlineRatings all’ottavo posto tra le venti migliori compagnie aeree al mondo - ha inaugurato, il primo collegamento diretto tra Milano Malpensa e Taipei con due voli settimanali. Ora in poco più di 12 oreviziati e coccolati in Royal Laurel Class (la business di Eva Air) dove il menu è firmato da Paul Lee, chef a una stella Michelin del ristorante Impromptu - si raggiunge l’aeroporto internazionale di Taiwan Taoyuan. E da lì si può proseguire comodamente il viaggio con uno dei frequenti voli di Eva Air verso il Giappone, la Cina, il Sudest asiatico, l’Australia e la Nuova Zelanda. Ma vale la pena fermarsi per un’esplorazione di qualche giorno e godersi una città che offre un mix unico e affascinante di tradizioni antichissime e lussi moderni. Il cosmopolita e chic W Taipei, nel vibrante quartiere di Xinyi, offre una splendida vista sulla città dalle sue camere e dalla sua piscina a sfioro sul tetto. Un’altra ottima opzione è il sofisticato Regent Taipei, impreziosito dal ristorante Le Mouton Noir, una stella Michelin, che serve cucina francese contemporanea. A proposito di cibo, Taipei non è
seconda a nessuno. Oltre ai numerosi ristoranti stellati, tra cui spiccano il giapponese Sushi Amane, che offre un’esperienza “omakase” unica, e la moderna cucina taiwanese di Taïrroir, che utilizza ingredienti locali e tecniche francesi, si può optare per il più informale Din Tai Fung, famosissimo per i suoi deliziosi dim sum ripieni di gamberi e la zuppa di wonton. Per lo shopping si va sul sicuro al Taipei 101 che, oltre a essere l’edificio più iconico della città e uno dei grattacieli più alti del mondo (101 è il numero dei piani), ospita un mall con i più importanti brand del lusso. Il layover a Taipei non può dirsi completo senza una visita al Memoriale di Chiang Kai-shek, l’ex presidente della repubblica cinese, e soprattutto, al National Palace Museum, che ospita la più ricca collezione d’arte cinese al mondo. PT
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La cena è terminata, la serata è quasi nita. Il padrone di casa offre un ultimo bicchiere. "Diamine!", pensate. Lì, davanti a voi, una scelta tra Chartreuse e Fernet-Branca. Entrambi sono leggendari bicchierini da notte, apprezzati per i loro poteri medicinali e per la capacità di alleviare lo stomaco alla ne di un banchetto epico. Ma dal punto di vista esperienziale, non potrebbero essere più diversi. E potete sceglierne solo uno.
Chartreuse Fernet-Branca VS.
L'INIZIO DELLA LEGGENDA
La ricetta è nota come elisir di lunga vita, presumibilmente donata ai monaci certosini da un maresciallo dell'artiglieria del re Enrico IV nel 1605. I monaci lavorarono alla complessa formulazione per oltre 100 anni prima di decifrarla
Creato come "panacea di tutti i mali" da Bernardino Branca, la formula è un segreto di famiglia, che si tramanda di padre in figlio da 5 generazioni
IL NUMBERO DELLE BOTANICHE
Oltre 130 27 tra erbe, fiori, spezie e radici provenienti da quattro continenti
HOLLYWOOD CAMEO
Quentin Tarantino
in Death Proof: “L'unico liquore così buono che ha dato il nome a un colore”
Michael Caine
in The Dark Knight Rises: “Ogni anno mi prendevo una vacanza. Andavo a Firenze, c'era questo caffè, sulle rive dell'Arno. Ogni sera mi sedevo lì e ordinavo un Fernet-Branca”
I FAN DICONO CHE...
Ha complessità e profondità erbacee incomparabili, il miglior liquore mai prodotto
"Il Fernet è Fernet-Branca", unico e inimitabile. Dal gusto amaro, profondo e speziato
GLI HATERS DICONO CHE...
È come un giardino in fiamme; una foresta arrabbiata e aggressiva
O lo ami, o lo odi, il Fernet-Branca è così
Il mercato più importante di Chartreuse è quello degli Stati Uniti, grazie soprattutto alla rinascita dei cocktail bar
È amatissimo in Argentina, dove il cocktail nazionale è il Fernandito, composto da Fernet-Branca e Cola