La percezione dell'arte

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METAPROGETTO

LA PERCEZIONE DELL’ARTE

Corso di Ricerca Visiva

A.A. 2021/22

Allieva: Bianca Benedetti Docente: Siliano Simoncini Costanza Ciattini

INTRODUZIONE

Cos’è un Metaprogetto?

“In progettazione il metaprogetto, anche detto fase metaprogettuale, è l’attività progettuale di natura teorica, avente per obiettivo la gestione e l’indirizzo strategico del processo di transizione tra la fase di istruttoria del progetto e la fase di formalizzazione e sintesi dello stesso. Il termine, derivante dal neologismo metadesign coniato da Andries Van Onck nel 1964, viene principalmente utilizzato nell’ambito del design industriale. Nel design industriale il metaprogetto è la procedura necessaria al fine di strutturare le fasi progettuali connesse alla definizione di un progetto che porteranno alla realizzazione di un concept idoneo per essere portato ad una fase esecutiva.”

Cosa c’è stato richiesto?

Proposta di una serie di temi inerenti la realizzazione di un metaprogetto che tenga presente la natura degli argomenti trattati durante il corso; in particolare le Categorie Percettive e Interpretative (vedi Book delle categorie percettive).

Il risultato dovrà essere un “prodotto spendibile”; ovvero, le sue caratteristiche dovranno presentarsi - con i dovuti limiti di un’esercitazione scolastica - attinenti ai parametri e alle peculiarità di un prodotto commerciale, appunto. Ogni studente scelga dieci categorie, delle 26 esaminate (10 percettive/16 interpretative) e le consideri punto di riferimento funzionale alla opzione di uno degli argomenti tra quelli in elenco. Oppure, di altro, proposto personalmente.

Il font Mundial si traduce come “Worldwide”. Questo nome è una dichiarazione in quanto rappresenta l’idea di sintetizzare caratteristiche di diverse tradizioni in un unico stile tipografico. Le caratteristiche di questo font riassumono al meglio lo stile di Mondrian, per i suoi caratteri puliti e lineari.

Font: Mundial

Ricerca Visiva A.A. 2021/22 Bianca Benedetti Siliano Simoncini Costanza Ciattini Primo Corso Triennio ISIA Firenze Categoria interpretativa: Ordine Poster design ORDINE Analisi compositiva 1000 mm 700 mm Mundial Bold pt. 200 Mundial Bold pt. 100 Mundial Bold pt. 130 Logotipo del museo Logo
Helvetica pt. 30

Flyer design ORDINE

Piet Mondrian è stato scelto per rappresentare l’ordine, in un mondo caotico sconvolto dall’irrazionalità della guerra. Il Neoplasticismo si oppose, infatti, a qualsiasi forma di individualità espressiva e propose un’arte quanto più possibile astratta, nel senso che non doveva rappresentare proprio niente, né la natura, né la realtà, né i sentimenti dell’artista. L’arte si identificava unicamente con sé stessa. La griglia, all’apparenza semplicemente lineare, viene parzialmente riempita da alcuni colori, il rosso appare più presente degli altri colori.

I dipinti di Mondrian sono una semplice costruzione fat ta di linee rette e l’utilizzo prevalente dei colori primari, creando delle figure geometriche (quadrati e rettangoli) distribuiti in modo da dare all’opera un senso di equilibrio. L’obiettivo era quello di ricreare le semplici regole che riflettono l’essenza dell’origine dell’universo, con un’espansione simultanea verso i quattro punti cardinali. I primi lavori lasciavano grande spazio alle aree neutre, infatti le aree bianche prevalgono su quelle colorate.

Ricerca Visiva A.A. 2021/22 Bianca Benedetti Siliano Simoncini Costanza Ciattini Primo Corso Triennio ISIA Firenze Categoria interpretativa: Ordine
Opera nel poster e nel flyer: Composizione con rosso, giallo e blu 295 mm 210 mm

Il font Futura è un carattere di tipo lineare che deriva da caratteristiche proprie della progettazione del Bauhaus, quali equilibrio compositivo e costruttivismo.

tratta di un font ideale per rappresentare l’equilibrio compositivo e cromatico di Morandi.

Giorgio Morandi L’EQUILIBRIO DEL COLORE La sua tavolozza è armonica, i toni si accordano in una sinfonia che non si può ascoltare, si può solo ammirare. Le iconiche nature morte, protagoniste di cataloghi e tomi universitari, mo strano tutto il loro intramontabile fascino. 07 - 0 4 / 29 - 10 - 22 Poster design EQUILIBRIO Analisi compositiva Futura Bold pt. 180 Futura Bold pt. 100 Helvetica pt. 50 Futura Bold pt. 100 Helvetica light pt. 30 Logotipo del museo Font: Topic Alternates Logo 1000 mm 700 mm
Si

Flyer design EQUILIBRIO

Giorgio Morandi

L’EQUILIBRIO DEL COLORE

Per rappresentare lʼequilibrio è stato scelto Giorgio Morandi in quanto è un artista ʻsullʼorloʼ, sempre in equilibrio sulla soglia di un tempo e di un mondo che stanno cambiando a grande velocità. Oggi è più che mai necessario fermarsi in questo tempo difficile, inafferrabile e spesso incomprensibile.

Per rappresentare l’equilibrio è stato scelto Giorgio Morandi in quanto è un artista ‘sull’orlo’, sempre in equilibrio sulla soglia di un tempo e di un mondo che stanno cambiando a grande velocità. Oggi è più che mai necessario fermarsi in questo tempo difficile, inafferrabile e spesso incomprensibile.

“La mia è una natura incline alla contemplazione”

Giorgio Morandi

Opere utilizzate nel poster e nel flyer: -Giorgio Morandi “natura morta” 1960 -Giorgio Morandi “natura morta” 1957 -Giorgio Morandi “natura morta” 1953

mia

natura

210 mm 295 mm
07 - 0 4 / 29 - 10 - 22 “La
è una
incline alla contemplazione” Giorgio Morandi

Poster design

Logotipo del

Helvetica light pt. 30

Il font Acumin fa parte di una famiglia di caratteri tipografici sans-se rif progettata da Robert Slimbach, destinata a una qualità equilibrata e razionale. Esso è stato progettato con i più alti standard di valore estetico, qualità tecnica e funzionalità tipografica.

LUCE Analisi compositiva 1000 mm 700 mm Acumin pt. 95 Acumin pt. 300 Acumin pt. 60
museo Logo Font: Didot

Flyer design LUCE

Turner, riconosciuto come il più grande pittore di paesaggi del periodo romantico per la sua padronanza della luce, del colore e dellʼatmosfera, dipinge le immense forze della natura in quellʼepo ca di grandi cambiamenti. Natura e romanticismo si fondono nella raffigurazione perfetta del sublime e nella contemplazione di una forza inarrestabile. É pro prio nella capitale inglese, che Turner produce immagini emotiva mente intense che diventano il mezzo attraverso il quale lʼuomo si sente finalmente libero di sognare.

Il pittore, acquerellista e stampatore romantico inglese Joseph Mallord William Turner, è stato scelto per rappresentare la luce, in quanto nelle sue opere le forme sono smaterializzate, restano solo effetti di colore che diventano luce.

“Ha derubato il sole del suo diritto di primogenitura a creare le ombre” ha scritto, nel 1836, il reverendo J. Eagles riferendosi a William Turner

Turner, riconosciuto come il più grande pittore di paesaggi del periodo romantico per la sua padronanza della luce, del colore e dell’atmosfera, dipinge le immense forze della natura in quell’epoca di grandi cambiamenti. Natura e romanticismo si fondono nella raffigurazione perfetta del sublime e nella contemplazione di una forza inarrestabile. É proprio nella capitale inglese, che Turner produce immagini emotivamente intense che diventano il mezzo attraverso il quale l’uomo si sente finalmente libero di sognare.

Il pittore, acquerellista e stampatore romantico inglese Joseph Mallord William Turner, è stato scelto per rappresentare la luce, in quanto nelle sue opere le forme sono smaterializzate, restano solo effetti di colore che diventano luce.

“Ha derubato il sole del suo diritto di primogenitura a creare le ombre” ha scritto, nel 1836, il reverendo J. Eagles riferendosi a William Turner

Opera utilizzata nel poster e nel flyer: -William Turner “Fighting temeraire” dettaglio 1838

210 mm 295 mm

design

FORME IN MOVIMENTO

d’arte di San Paolo

font BD Geminis è un carattere tipografico retrò digitale per computer progettato da H1 nel 2003. Le sue forme irregolari danno l’idea del movimento e rimangono in armonia con la scultura “Forme uniche della continuità dello spazio”.

Poster
MOVIMENTO Analisi compositiva BD Geminis pt. 120 Bookmania pt. 50 BD Geminis pt. 120 Bookmania pt. 90 Logotipo del museo Font: Acumin 1000 mm 700 mm Logo Il
“Il moto totale stramazza quello degli arti singoli e il corpo procede radente per la pura pressione che la materia inarcata sotto la curva forzata dorsale imprime all'altra curva largamente sottesa della coscia irrigidita. Dall'alto della vertebra dorsale si appendono, otri gonfi, le natiche”. Roberto Longhi Ricerca Visiva A.A. 2021/22 Bianca Benedetti Siliano Simoncini Costanza Ciattini Primo Corso Triennio ISIA Firenze Categoria percettiva: Movimento 07-04-22 29-10-22 Museo

Flyer design MOVIMENTO

Museo d’arte di San Paolo 07-04-22 29-10-22

Forme in movimento

Per rappresentare il movimento è stato scelto il Futurismo, movimento artistico, culturale e soprattutto rappresenta zione del movimento in ogni sua forma. Il movimento, cambia la forma nel suo interno cambian do la profondità, la con cavità, la covessità.

Le forme vanno così a raccontare un azione che si evolve, fino a non rico noscersi più.

“Rovesciamo tutto, dunque, e proclamiamo l'assoluta e completa abolizione della linea finita e della statua chiusa. Spalanchiamo la figura e chiudiamo in essa l'ambiente [...] che il marciapiede può salire sulla vostra tavola e che [...] la vostra lampada allaccia la sua ragnatela di raggi di gesso.”

Umberto Boccioni

Per rappresentare il movimento è stato scelto il Futurismo, movimento artistico, culturale e soprattutto rappresentazione del movimento in ogni sua forma. Il movimento cambia la forma nel suo interno mutando la profondità, la concavità, la convessità. Le forme vanno così a raccontare un azione che si evolve fino a non riconoscersi più.

“Rovesciamo tutto, dunque, e proclamiamo l’assoluta e completa abolizione della linea finita e della statua chiusa. Spalanchiamo la figura e chiudiamo in essa l’ambiente [...] che il marciapiede può salire sulla vostra tavola e che [...] la vostra lampada allaccia la sua ragnatela di raggi di gesso.”

Umberto Boccioni

Scultura utilizzata nel poster e nel flyer: Umberto Boccioni “Forme uniche della continuità nello spazio” 1913

295 mm 210 mm
Ricerca Visiva A.A. 2021/22 Bianca Benedetti Siliano Simoncini Costanza Ciattini Primo Corso Triennio ISIA Firenze Categoria percettiva: Movimento

Alexander

Il font Century Gothic è un carattere tipografico digitale sans-serif in stile geometrico. Grazie ai suoi carat teri puliti è stato scelto per rappresentare la filosofia dei Mobiles di Calder. Il logo ha uno stile giocoso proprio come le sculture dell’artista e rappresenta con delle semplici linee il moto ondu latorio, richiamando il gioco come pratica essenziale del processo creativo di Calder

Logotipo del

Collezione Peggy Guggenheim

Collezione

Peggy Guggenheim

07 Aprile 29 Settembre 2022 Ricerca Visiva A.A. 2021/22 Bianca Benedetti Siliano Simoncini Costanza Ciattini Primo Corso Triennio ISIA Firenze Categoria interpretativa: Metamorfosi
Calder Mobiles Le sculture animate dal vento Collezione Peggy Guggenheim Poster design METAMORFOSI Analisi compositiva Century Gothic bold pt. 250
museo Font: Century Gothic Logo 1000 mm 700 mm
Century Gothic pt. 100 Century Gothic pt. 60 Helvetica pt. 26

Flyer design METAMORFOSI

Calder, ha saputo cogliere lo spirito del suo tempo facendo del movimento e del colore le componenti fondamentali della sua opera.

I suoi mobiles, azionati dal vento, di dimensioni, forme e colori diversi, lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Questi dischi di metallo sospesi a fili di ferro liberi di muoversi, animati dal minimo soffio d’aria e capaci di dare vita a complesse sequenze cinetiche estremamente affascinanti, con il loro sistema di elementi delicatamente in equilibrio, sembravano sfidare le leggi di gravità. Per Calder, la forma delle sue sculture simboleggiava il movimen to universale del sistema solare e della vita.

“La base di tutto quello che faccio – era solito dire – è l’universo”.

I mobiles hanno rivoluzionato i principi dell’arte plastica, che per secoli era stata considerata l’opposto del movimento, effimero e mutevole, e hanno fatto di Calder un pioniere e un esponente di punta della scultura cinetica. Alexander Calder è stato scelto per rappresentare la metamorfosi grazie alle sue sculture governate dal flusso d’aria, che lo ha portato a introdurre lo spazio e il movimento come elementi fondamentali nell’incontro del pubblico con l’opera d’arte. Nella loro natura mobile, i cellulari di Calder possono essere visti come un esempio di Arte cinetica.

“I movimenti non sono in progressione ma rivelano le varie possibilità di combinazione spaziale all’interno di una serie di elementi connessi. L’ordine e la coordinazione degli spostamenti ai vari livelli sono lasciati al caso, e noi gustiamo la sorpresa della configurazioni non previste.”

Opera utilizzata nel poster e nel flyer: -Luna Gialla 1966 -Untiled 1963

210 mm 295 mm
Ricerca Visiva A.A. 2021/22 Bianca Benedetti Siliano Simoncini Costanza Ciattini Primo Corso Triennio ISIA Firenze Categoria percettiva: Metamorfosi
Poster design TENSIONE 1000 mm 700 mm Logotipo del museo Logo Il font Sunschine Regular rappresenta al meglio lo sgretolamen to della materia, senza intaccare la leggibilità. Il logo è composta da due cerchi tagliati, una figura geometria armonica che viene spezzata da due tagli. Sunshine Regular pt. 250 Helvetica pt. 26 Sunshine Regular pt. 130 Fondazione Burri Font: BennetTextFour Fondazione Burri Ricerca Visiva A.A. 2021/22 Bianca Benedetti Siliano Simoncini Costanza Ciattini Primo Corso Triennio ISIA Firenze Categoria percettiva: Tensione BURRI Il racconto di una ferita Fondazione Burri 07-04 29-09 Analisi compositiva

Flyer design TENSIONE

Il racconto di una ferita

La ricerca di Burri affronta la materia sotto ogni sua forma, dai sacchi alle plastiche, passando attraverso i legni, le muffe, cellotex e catrami.

A guidare le evoluzioni di Burri è la tensione costante allʼequili brio, una trasformazione nel caos della materia Dal punto di vista compositivo Burri è alla ricerca di equilibrati rapporti tra spazi, campiture e colore in questo modo lʼopera acquisisce una forte valenza pittorica.

Burri rappresenta la tensione che tutti noi portiamo dentro, i materiali sono richiami alla vita, segni che lʼessere umano porta sulla sua pelle

“La bellezza in arte è bellezza sia si tratti di un bellissimo sacco. Sia di un bellissimo cellotex o un bellissimo legno o ferro o altro... è uguale ugualissimo.”

Alberto Burri

La ricerca di Burri affronta la materia sotto ogni sua forma, dai sacchi alle plastiche, passando attraverso i legni, le muffe, i cellotex e i catrami.

A guidare le evoluzioni di Burri è la tensione costante all’equilibrio, una trasformazione nel caos della materia.

Dal punto di vista compositivo Burri è alla ricerca di equilibrati rapporti tra spazi, campiture e colore in questo modo l’opera acquisisce una forte valenza pittorica.

Burri rappresenta la tensione che tutti noi portiamo dentro, i materiali sono richiami alla vita, segni che l’essere umano porta sulla sua pelle.

“La bellezza in arte è bellezza sia si tratti di un bellissimo sacco. Sia di un bellissimo cellotex o un bellissimo legno o ferro o altro... è uguale ugualissimo.”

Alberto Burri Opera utilizzata nel poster e nel flyer:

Alberto Burri, Rosso Plastica, 1963 Fondazione Burri

Ricerca Visiva A.A. 2021/22 Bianca Benedetti Siliano Simoncini Costanza Ciattini Primo Corso Triennio ISIA Firenze Categoria percettiva: Tensione
295 mm 210 mm

Poster design ITERAZIONE

Analisi

ANDY WARHOL

font Futura è per definizione il caratte re tipografico dell’oggi e del domani. Il logo rappresenta quello che potremmo vedere dentro al barattoli di zuppa Campbell cioè cerchi concentrici ripetuto più volte fino a perdere il valore.

1000 mm 700 mm
compositiva Il
Helvetica pt. 26 Futura pt. 115 Futura pt. 75 Logotipo del museo Logo Font: Futura
Qual è il valore dell ’iterazione? Ricerca Visiva A.A. 2021/22 Bianca Benedetti Siliano Simoncini Costanza Ciattini Primo Corso Triennio ISIA Firenze Categoria interpretativa: Iterazione 07 Aprile 29 Settembre

Flyer design ITERAZIONE

ANDY WARHOL

mm

La moltiplicazione porta alla perdita del significato e a restare un immagine pura in sŽ, in pratica quello che a Andy Warhol quando prende un oggetto e lo ripete in modo ossessivo decine di volte.

Che siano lattine di zuppa, volti di attori o foto d'incidenti, lÕimpostazione non cambia.

Sono opere che vengono generalmente interpretate come riferimenti al meccanismo del bombardamento visivo con prodotti di massa perchŽ richiamano con evidenza gli scaffali dei supermercati (luoghi che Warhol adorava) o le affissioni pubblicitarie. Mi piace anche vederle come esperimenti sulla variazio ne nella ripetizione e sul rapporto che la ripetizione mantiene con il significato originale.

Dunque la ripetizione non inflaziona lÕelemento, ma lo rende ancora pi unico. Per contrasto. Per confronto. La ripetizione ci costringe a fermarci. A guardare allÕoggetto per quello che

Come ha detto John Cage a proposito di Warhol, Òcon lareiterazione, Andy ha voluto mostrarci che in realtˆ non cÕ ripetizione: tutto ci˜ che guardiamo degno della nostra attenzioneÓ

La moltiplicazione porta alla perdita del significato e a restare un immagine pura in sé, in pratica quello che fa Andy Warhol quando prende un oggetto e lo ripete in modo ossessivo decine di volte.

Che siano lattine di zuppa, volti di attori o foto d’incidenti, l’impostazione non cambia.

Sono opere che vengono generalmente interpretate come riferimenti al meccanismo del bombardamento visivo con prodotti di massa perché richia mano con evidenza gli scaffali dei supermercati (luoghi che Warhol adorava) o le affissioni pubblicitarie. Mi piace anche vederle come esperimenti sulla variazione nella ripetizione e sul rapporto che la ripetizione mantiene con il significato originale.

Dunque la ripetizione non inflaziona l’elemento, ma lo rende ancora più unico. Per contrasto. Per confronto. La ripetizione ci costringe a fermarci. A guardare all’oggetto per quello che è.

Come ha detto John Cage a proposito di Warhol, “con la reiterazione, Andy ha voluto mostrarci che in realtà non c’è ripetizione: tutto ciò che guardiamo è degno della nostra attenzione”.

Opere utilizzate nel menifesto e nel flyer: -Campbell’s Soup Cans Andy Wawhol 1962

mm

295
210
Ricerca Visiva A.A. 2021/22 Bianca Benedetti Siliano Simoncini Costanza Ciattini Primo Corso Triennio ISIA Firenze Categoria interpretativa: Iterazione
Qual
è il valore dell ’iterazione?

design

compositiva

Strenous pt. 120 Strenous pt. 70 Helvetica pt. 26

Il manifesto è composto dal dipinto “La gioia di vivere” usato come sfondo, mentre la forma in negativo è ripre sa da “Nudo Blu”. Il logo riprende le forme del Center Georges Pompidou progettato da Renzo Piano.

Logotipo del museo Logo Font: Strenuous

MATISSE SCOLPIRE IL COLORE 07 Aprile 29 Set tembre Ricerca Visiva A.A. 2021/22 Bianca Benedetti Siliano Simoncini Costanza Ciattini Primo Corso Triennio ISIA Firenze Categoria percettiva: Forma e Colore Poster
FORMA 1000 mm 700 mm
Analisi

Poster design FORMA MATISSE

SCOLPIRE IL COLORE

Il Fauvismo si basava sulla semplificazione delle forme con l’uso inci sivo del colore puro con tonalità vivaci.

Il colore, la forma e l’immediatezza diventano centrali nelle opere di Henri Matisse, le sue opere esprimono a pieno le potenzialità della forma.

In particolare nei “papier découpé” abbiamo una rinnovata essenziali tà e potenzialità astrattiva, che rende suggestiva la silhouette.

Ciò che resta è un ombra, una macchia scura che conserva la forma esterna e che ci chiede uno sforzo nel riconoscimento. Ci chiede di metterci in gioco per ricostruire ciò che manca.

“Vedere è già di per sé un atto creativo” Henri-Emille Matisse

Opere utilizzate nel menifesto e nel flyer: -”La gioia di vivere” Henri Matisse 1906 -”Nudo Blu” Henri Matisse 1907

“Vedere è già di per sé un atto creativo.” HENRI-EMILE MATISSE Ricerca Visiva A.A. 2021/22 Bianca Benedetti Siliano Simoncini Costanza Ciattini Primo Corso Triennio ISIA Firenze Categoria percettiva: Forma e Colore 295 mm 210 mm
Il font JohnDoe ricorda i caratteri della macchina da scrivere, l’irregolarità delle lettere si abbina ai tratti del dipinto di Gauguin. Poster design SVILUPPO JohnDoe pt. 135 Logotipo del museo LogoJohnDoe pt. 110 JohnDoe pt. 80 JohnDoe pt. 60 Helvetica pt. 60 Font: Spartan Heavy 1000 mm 700 mm Ricerca Visiva A.A. 2021/22 Bianca Benedetti Siliano Simoncini Costanza Ciattini Primo Corso Triennio ISIA Firenze Categoria percettiva: Sviluppo Dall’origine al destino finale uno studio sull’esistenza Gauguin Paul 07 Aprile 29 Settembre Analisi compositiva

Flyer design SVILUPPO

Da dove veniamo?

siamo?

andiamo?

di pinta da Paul Gauguin a Tahiti in un momento particolarmente

getto questo dipinto senza schizzi

ne farò mai uno migliore

l’artista,

paragonabile”

te

Il quadro affronta il tema dell’esistenza umana, dalle sue origini al suo destino finale, come indicato dal sottotitolo della brochure. La scena è ambientata in un rigoglioso paesaggio naturale, rappresentato con i colori verdi e blu, in contrasto con i corpi gialli, creando così una suggestiva armonia.

Il percorso narrativo va da destra a sinistra, inizia con il bambino per finire con la donna anziana. Si può notare la posizione dei due è molto simile, possi bile simbologia del ciclo della vita, tema centrale dell’opera.

Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? è stata dipinta da Paul Gauguin a Tahiti in un momento particolarmente difficile della sua vita, realizzando di getto questo dipinto senza schizzi preliminari.

“Non ne farò mai uno migliore ne paragonabile” scrisse l’artista, considerando quest’opera il suo testamento artistico e spirituale.

Il quadro affronta il tema dell’esistenza umana, dalle sue origini al suo destino finale, come indicato dal sottotitolo della brochure. La scena è ambientata in un rigoglioso paesaggio naturale, rappresentato con i colori verdi e blu, in contrasto con i corpi gialli, creando così una sug gestiva armonia.

Il percorso narrativo va da destra a sinistra, inizia con il bambino per finire con la donna anziana. Si può notare la posizione dei due è molto simile, possibile simbologia del ciclo della vita, tema centrale dell’opera.

Oper utilizzata nel poster e nel flyer: Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Paul Gauguin 1897

295 mm 210 mm Ricerca Visiva A.A. 2021/22 Bianca Benedetti Siliano Simoncini Costanca Ciattini Primo Corso Triennio ISIA Firenze Categoria percettiva: Sviluppo
Chi
Dove
è stata
difficile della sua vita, realizzando di
preliminari “Non
ne
scrisse
considerando quest’opera il suo
stamento artistico e spirituale.

Brochure design SVILUPPO

Il progetto nasce dall’idea di accompagnare un ideale visitatore nella lettura dell’opera Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? di Paul Gauguin.

La brochure diventa uno strumento, fruibile a tuttə per indagare le complesse simbologie dei personaggi dell’opera.

Il fregio concepito per rappresentare le diverse età della vita e la condizione esistenziale narra il ciclo della vita, dalla nascita fino alla morte, ogni fase è rappresentata da un personaggio che sarà analizzato nel det taglio all’interno delle pagine. La copertina della brochure parte proprio dal bambino in fasce immerso in un ambiente naturale di suggestiva armonia.

Gauguin Paul

Dall’origine al destino finale uno studio sull’esistenza

Da dove veniamo?

Chi siamo?

Dove andiamo?

L’opera

Chi siamo? Nella parte destra dell’opera troviamo due figure raccolte in una conversazione, ma questo interrogarsi sulla vita non porta a nulla come indica l’uccello bianco sulla sinistra che secondo uno scritto dell’autore rappresenta “l’inutilità delle vane parole” Questa è una delle poche simbologie certe che possiamo avere dalle sue lettere, l’artista non ha chiarito tutti significati presenti, rendendo quadro più enigmatico agli occhi dello spettatore.

Secondo alcune interpretazioni essa potrebbe raffigurare l’inutilità e la falsità della protezione religiosa.

La donna anziana e l’uccello A concludere il ciclo, seduta all’estrema sinistra dell’opera possiamo vedere una donna anziana con la pelle più scura.

La figura è accovacciata quasi come se stesse uscendo dall’opera per aspettare la fine della sua vita.

Tema il quadro affronta il tema dell’esistenza umana, dalle sue origini al suo destino finale, come indicato dal sottotitolo della brochure. La scena è ambientata in un rigoglioso paesaggio naturale, rappresentato con colori verdi e blu, in contrasto con corpi gialli, creando così una suggestiva armonia. Il percorso narrativo va da destra a sinistra, inizia con il bambino per finire con la donna anziana. Si può notare la posizione dei due è molto simile, possibile simbologia del ciclo della vita, tema centrale dell’opera.

Da dove veniamo? La risposta a questa domanda si trova neI bambino che rappresenta il punto d’inizio della vita. Attorno al neonato tre donne accovacciate, guardano l’osservatore con indifferenza, dando un senso di protezione apparente. Si può vedere come l’umanità sia impegnata a godere dei frutti della vita, senza riflettere sul senso dell’esistenza.

Il giovane che raccoglie la frutta Un giovane in posizione centrale taglia quadro in due parti, rappresentando il momento centrale della vita.

La figura raccoglie un frutto, simbolo delle infinite possibilià che la gioventù può darci nel pieno della vita.

La posizione del giovane si potrebbe ricondurre al San Sebastiano pronto al martirio, soggetto ricorrente nell’arte europea, che invita a riflettere sull’eterogeneità delle fonti figurative da cui attinse l’artista. Gauguin rende l’arte portavoce di un sincretismo che ci ricorda l’umanità che unisce due realtà così diverse ma con gli stessi dilemmi esistenziali. L’opera ci rimette in contatto con la nostra vita, ricordandoci le nostre origini e le difficoltà che possiamo trovare durante la ricerca esistenziale.

Dove andiamo?

In lontananza si staglia una probabile raffigurazione della dea lunare Hina, protettrice della femminilità e della creatività secondo la religione polinesiana, che Gauguin difende con la sua arte.

Gli animali Gauguin sottolinea l’universalità del destino degli esseri viventi inserendo nell’opera diversi animali, come l’uccello bianco a simboleggiare quel momento del passaggio dalla vita alla morte sconosciuto a tutti noi.

“È un opera filosofica su un tema paragonabile a quello del Vangelo [...] sognando il mistero della nostra origine e del nostro futuro destino, collegato a tutta la natura, ho dipinto uno scenario senza alcuna allegoria comprensibile”

Ricerca Visiva A.A. 2021/22 Allieva:Bianca Benedetti Docente: Siliano Simoncini Costanza Ciattini Primo Corso Triennio ISIA Firenze
Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? è stata dipinta da Paul Gauguin a Tahiti in un momento particolarmente difficile della sua vita, realizzando di getto questo dipinto senza schizzi preliminari. “Non ne farò mai uno migliore ne paragonabile” scrisse l’artista, considerando quest’opera il suo testamento artistico e spirituale.
295 mm 210 mm
Dall’origine al destino finale uno studio sull’esistenza Gauguin Paul Ricerca Visiva A.A. 2021/22 Allieva:Bianca Benedetti Docente: Siliano Simoncini Costanza Ciattini Primo Corso Triennio ISIA Firenze

Da dove veniamo?

Chi siamo?

Dove andiamo?

L’opera Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?

è stata dipinta da Paul Gauguin a Tahiti in un momento particolarmente difficile della sua vita, realizzando di getto questo dipinto senza schizzi preliminari. “Non ne farò mai uno migliore ne paragonabile” scrisse l’artista, considerando quest’opera il suo testamento artistico e spirituale.

Tema il quadro affronta il tema dell’esistenza umana, dalle sue origini al suo destino finale, come indicato dal sottotitolo della brochure. La scena è ambientata in un rigoglioso paesaggio naturale, rappresentato con i colori verdi e blu, in contrasto con i corpi gialli, creando così una suggestiva armonia. Il percorso narrativo va da destra a sinistra, inizia con il bambino per finire con la donna anziana. Si può notare la posizione dei due è molto simile, possibile simbologia del ciclo della vita, tema centrale dell’opera.

Da dove veniamo? La risposta a questa domanda si trova neI bambino che rappresenta il punto d’inizio della vita. Attorno al neonato tre donne accovacciate, guardano l’osservatore con indifferenza, dando un senso di protezione apparente. Si può vedere come l’umanità sia impegnata a godere dei frutti della vita, senza riflettere sul senso dell’esistenza.

Chi siamo? Nella parte destra dell’opera troviamo due figure raccolte in una conversazione, ma questo interrogarsi sulla vita non porta a nulla come indica l’uccello bianco sulla sinistra che secondo uno scritto dell’autore rappresenta “l’inutilità delle vane parole” . Questa è una delle poche simbologie certe che possiamo avere dalle sue lettere, l’artista non ha chiarito tutti i significati presenti, rendendo il quadro più enigmatico agli occhi dello spettatore.

Il giovane che raccoglie la frutta

Un giovane in posizione centrale taglia il quadro in due parti, rappresentando il momento centrale della vita.

La figura raccoglie un frutto, simbolo delle infinite possibilià che la gioventù può darci nel pieno della vita.

La posizione del giovane si potrebbe ricondurre al San Sebastiano pronto al martirio, soggetto ricorrente nell’arte europea, che invita a riflettere sull’eterogeneità delle fonti figurative da cui attinse l’artista. Gauguin rende l’arte portavoce di un sincretismo che ci ricorda l’umanità che unisce due realtà così diverse ma con gli stessi dilemmi esistenziali. L’opera ci rimette in contatto con la nostra vita, ricordandoci le nostre origini e le difficoltà che possiamo trovare durante la ricerca esistenziale.

Dove andiamo?

In lontananza si staglia una probabile raffigurazione della dea lunare Hina, protettrice della femminilità e della creatività secondo la religione polinesiana, che Gauguin difende con la sua arte.

Secondo alcune interpretazioni essa potrebbe raffigurare l’inutilità e la falsità della protezione religiosa.

La donna anziana e l’uccello

A concludere il ciclo, seduta all’estrema sinistra dell’opera possiamo vedere una donna anziana con la pelle più scura.

La figura è accovacciata quasi come se stesse uscendo dall’opera per aspettare la fine della sua vita.

Gli animali Gauguin sottolinea l’universalità del destino degli esseri viventi inserendo nell’opera diversi animali, come l’uccello bianco a simboleggiare quel momento del passaggio dalla vita alla morte sconosciuto a tutti noi.

“È un opera filosofica su un tema paragonabile a quello del Vangelo [...] sognando il mistero della nostra origine e del nostro futuro destino, collegato a tutta la natura, ho dipinto uno scenario senza alcuna allegoria comprensibile”

font scelto è il Aptly

si concentra sulla condizione in cui l’umanità

esprimersi sotto i vincoli

dei sistemi tecnologici.

logo prende ispirazione

stelle del quadro creando cerchi che irradiano energia.

w Van Gogh Van Gogh Museum Van Gogh “Un uomo della natura” Ricerca Visiva A.A. 2021/22 Bianca Benedetti Siliano Simoncini Costanza Ciattini Primo Corso Triennio ISIA Firenze Categoria percettiva: Espressione 07-05 29-09 Van Gogh Museum Brochure design ESPRESSIONE Aptly pt. 145 Logotipo del museo Logo Aptly pt. 90 Font: Aptly Helvetica pt. 60 Il
opera liminale,
può
normalizzanti
Il
dalle
1000 mm 700 mm

Flyer design ESPRESSIONE

Van Gogh

“Un uomo della natura”

Van Gogh non desiderava servirsi delle forme espressive e del colore semplicemente per esplorare nuove idee, poiché per lui lʼattrazione esercitata dal mondo visivo era troppo forte. Si considerava “un uomo della natura, guidato dalla mano della natura” ha coinvolto le sue emozioni in immagini della realtà che lo circondava.

Per Van Gogh la natura assumeva un volto miracoloso, il cielo notturno è in contrasto da un lato con la luce naturale delle stelle e dallʼaltro con quello artificiale della cittadina.

“Ciò che desidero, è che tutto sia circolare e che non ci sia, per così dire, né inizio né fine nella forma, ma che essa dia, invece, l'idea di un insieme armonioso, quello della vita.”

Van Gogh non desiderava servirsi delle forme espressive e del colore semplicemente per esplorare nuove idee, poiché per lui l’attrazione esercitata dal mondo visivo era troppo forte. Si considerava “un uomo della natura, guidato dalla mano della natura” ha coinvolto le sue emozioni in immagini della realtà che lo circondava.

Per Van Gogh la natura assumeva un volto miracoloso, il cielo nottur no è in contrasto da un lato con la luce naturale delle stelle e dall’altro con quello artificiale della cittadina.

“Ciò che desidero, è che tutto sia circolare e che non ci sia, per così dire, né inizio né fine nella forma, ma che essa dia, invece, l’idea di un insieme armonioso, quello della vita.”

Oper utilizzata

poster e nel flyer:

stellata sul Rodano Van Gogh 1888

nel
Notte
148 mm 105 mm

SITOGRAFIA

https://color.adobe.com/it/create/image https://restaurars.altervista.org/giorgio-morandi-il-silenzioso-pittore-delle-quotidiane-cose/ https://www.chiostrodelbramante.it/post_mostra/turner/ https://discpellegrina.blogspot.com/2016/10/lordine-delluniverso-piet-mondrian.html https://www.guggenheim-venice.it/it/arte/opere/yellow-moon/ https://www.moma.org/audio/playlist/6/316 https://www.behance.net/gallery/137414357/Museu-de-Arte-Moderna-Brasileira?tracking_source= search_projects%7Cmuseu%20de%20arte%20moderna

BIBLIOGRAFIA

Arte e percezione visiva Rudolf Arnheim

Il libro dell’arte. Grandi idee spiegate in modo semplice

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