Bianca Magazine N°23

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Al di là di ogni paura Il mito dei fratelli Pii I RACCONTI DI BIANCA A CURA DI ALESSIA GIAQUINTA

«Veloce, fa’ in fretta!» grida Anapia al fratello. Anfinomo, infatti, è rimasto indietro nella corsa. Il carico dell’anziano padre sulle spalle non gli permette di procedere speditamente. Anapia, invece, porta su di sé la gracile madre che, accovacciata e stretta alle sue braccia, chiude gli occhi per la paura.

La stessa domanda alcuni la rivolgono ancora oggi a tutti coloro che, mossi non solo dal senso del dovere ma soprattutto da quella pietas che caratterizza i due personaggi protagonisti del mito, sfidano la paura della morte, della malattia, si espongono ai contagi pur di prendersi cura di chi è solo, fragile, contro una parete senza via d’uscita. Al di là di ogni deontologia, lì si legge Catania è nel panico. Il grande vulcano Etna minaccia, con la un eroismo che tanto ricorda quello di Anfinomo e Anapia, sua lava incandescente, l’intera città: le case sono in fiamme, il passati alla storia come “I fratelli Pii”, coloro che tentarono tutto cielo è grigio e cupo, si sente urlare dappertutto. Quella, sì, è pur di mettere in salvo i loro genitori. La lava li raggiunse, però. una catastrofe. Tutti scappano, senza una meta, portando con sé Il mito vuole che, nonostante ciò, non furono travolti poiché qualche moneta o oggetto prezioso. Ognuno principalmente, prodigiosamente il fluido incandescente deviò il proprio corso però, cerca di mettere in salvo se stesso. Non c’è tempo per innanzi a loro. pensare ad altro, ad altri. La loro pietas, raccontata da numerosi poeti latini – e di cui ancora Anfinomo e Anapia, invece, non riescono a fuggire senza gli oggi si fa memoria –, li aveva salvati. Oggi, due hornitos (accumuli anziani genitori che vivono alle pendici del Vulcano e, senza di materiale incandescente) ricordano, nei pressi dell’Etna, pensarci troppo, sfidano la paura e si dirigono, controcorrente, Anfinomo e Anapia: nel corso dei secoli, durante varie eruzioni, verso casa. Lì trovano i due, abbracciati, in un angolo, con la infatti, sono stati accerchiati dalla lava ma non sono stati sepolti. schiena contro una parete, pronti ad accogliere la morte. I due In piazza Università, a Catania, i “Fratelli Pii” sono rappresentati fratelli, allora, caricano i genitori sulle loro possenti spalle e li con delle statue di bronzo. Un inno all’amore filiale, e non solo, un rassicurano: adesso ci sono loro, qualsiasi cosa accadrà, non sono riconoscimento nei confronti di un mito che, se vogliamo, diventa più soli. Ora, solo ora, Anfinomo e Anapia possono darsi alla realtà nel sacrificio e nella devozione per la vita, tutti i giorni, fuga. Molti però criticarono quella scelta: perché rischiare la vita per celebrata da coloro che si fanno carico della sofferenza altrui, al di tentare di salvare i due anziani? là di ogni umana paura. 48


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