Biancoscuro Art Magazine #22

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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Numero 22 - giugno-luglio 2017 - Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

In questo numero

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Manet e la Parigi Moderna Il padre dell’Impressionismo a Milano Antonio Ligabue La folle pittura di un espressionista tragico La Biennale di Venezia 57. Esposizione Internazionale d’Arte L’universo surreale di LaChapelle Smarrirsi e ritrovarsi nel paradiso perduto Fotografia europea 2017 La XII edizione del Festival fotografico Menhir, i megaliti di Monte Caprione La farfalla megalitica

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Gianni Cella

Una fantasia travolgente che si traduce in forme e colori abbaglianti

Andrea Bassani

“Lo scultore della tela”


ner Media Part artmagazine.biancoscuro.it


MARK

KO S T A B I

w w w . m k o s t a b i . c o m


BIaNCOSCURO art contest 48 Premi:

4 Copertine sulla rivista d’arte Biancoscuro 4 Mostre personali (Montreux - Marbella - Varese - Pavia) 4 Targhe di merito 24 Mostre collettive (Monte-Carlo - Parma) 12 e-Book personali condivisibili sui social network La Cerimonia di Premiazione sarà celebrata a Monte-Carlo

pittura scultura fotografia grafica

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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

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La Biennale di Venezia. 57.Esposizione Internazionale d’Arte

L’Editoriale di Vincenzo Chetta

Si va in scena: ArtBasel Manet e la Parigi Moderna. Il padre dell’Impressionismo 2017. A Basilea, la Fiera che tira le fila del mercato d’arte giunge a Palazzo Reale

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Antonio Ligabue. La folle pittura di un espressionista tragico Kandinskij. Il cavaliere errante, in viaggio verso l’astrazione

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Piero Della Francesca e Caravaggio. L’interpretazione di Roberto Longhi

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Federico Seneca. Perugia celebra uno dei Maestri della grafica pubblicitaria del Novecento

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I volti e il cuore La figura femminile, da Ranzoni a Sironi e Martini

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Un secolo di industria e lavoro. Gli scatti di 67 artisti al MAST di Bologna

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In copertina:

Gianni Cella. Una fantasia travolgente che si traduce in forme e colori abbaglianti. Intervista a Gianni Cella: il mondo dove prendono vita i suoi meravigliosi freaks Il servizio a pag. 36

L’universo surreale di LaChapelle. Smarrirsi e ritrovarsi nel paradiso perduto Orgien Mysterien Theatre a Foligno. Il CIAC ospita l’opera di Hermann Nitsch

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Menhir, i Megaliti di Monte Caprione. La Farfalla Megalitica

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La 15ª edizione del LOOP. Barcellona rende omaggio ai pionieri della Video Art

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Fotografia europea 2017. La XII edizione del Festival fotografico

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Street Art CVTà - Street Fest

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Over The Cover: AMasera, Un sagace utilizzo dell’intonaco per realizzare, da opere vive, opere vere. Il servizio a pag.44

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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e

22 ISSUE june / july 2017

Bimestrale di Arte, Cultura e Informazione

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Art Fair. Fiere ed esposizioni internazionali

BI-MONTHLY OF ARTS, CULTURE AND INFORMATION

Kvision Cult. Janis Joplin Risultati d’Asta. In collaborazione con Meeting Art MonoMax: la personale a Varese. La mostra vinta al BIANCOSCURO Art Contest 2016 57ªedizione de La Biennale di Venezia. La cerimonia di premiazione a Ca’Giustinian The end of Utopia. Jacob Hashimoto - Emil Lukas Padiglione Tibet. Ideato da Ruggero Maggi “Migrant aliens”. Progetto del Padiglione San Marino Memory and Contemporaneity. Biennale di Venezia Rhy Art Fair Basel 2017 Omaggio a Carlo Mattioli Back To College! Finissage al Collegio Valla Patrizia Castaldi, Mondi diversi Antonio Dominguez de Haro alla Excellence Art Gallery Le forme espressive di Franco Carletti Rudik Petrosyan Art Prize in French Riviera 2017 a Cannes I reportage di Mauro Galligani. Il Cedas espone a Mirafiori. Street Photography Frans Bleiji. La realtà è tutta un’illusione La pittura preziosa di Domenico Savoldelli Luigi Mapelli (MAPO). Arte interdisciplinare Ennio Bastiani. L’anima celata in un turbinio di colore De Palos. L’assenza del colore come poesia assoluta Margaretha Gubernale. La spiritualità riflessa sulla tela Lucette Senn. Vocazione pittorica Antonietta Orsi. Toni, luci e contrasti, pieni di vita Gladys Colmenares. Vitalità e gioia nel colore Michela Valenti. La luce delle tenebre Ciro Fabbozzi. Colori puri per un forte impatto Graziela Gilioli. La fotografia come riflessione 082

EDITOR IN CHIEF Vincenzo Chetta EDITORSHIP & GRAPHIC Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it MANAGING EDITOR Daniela Malabaila COLLABORATORI Oxana Albot, Nina Baudelaire, Luca Caricato, Elena Cicchetti, Franco Crugnola, Vincenzo Chetta, Etienne de Bricassarde, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Danilo Giusino, Salvatore Mainardi, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, Federica Senigagliesi, Giulia Sollazzo. FOTOGRAFI Adele Arati, Antonio C., Vincenzo Chetta, Carlos Collado, Carlotta Coppo, Giuliano Koren, Cristiano Galbiati, Giorgio Giliberti, Luca Laversa, Liberementi, Simone Marello, Isabella Rigamonti, Stephenrour Murilo, Cecilia Vignato.

Paolo Masi: tracce e segni a Venaria Reale

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BIANCOSCURO Art Magazine

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PUBLISHER Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it PRINTING Pixartprinting Srl Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Pinterest.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag The publisher is available for persons entitled for any iconographic sources. Manuscripts, photos or other materials even if unpublished are not given back. In addition to the signed articles, texts published on Biancoscuro Art Magazine are taken from the mentioned sources or text available l under the creative commons license. s Reg. Trib. Pavia n.4 del 2014. ISSN 2385-1708 © biancoscuro 2017. Reserved artistic and literary copyright. Reproduction in whole or parts is forbidden save with the written permission of the publisher.

BIANCOSCURO Rivista d’Arte NUMERO 22 giugno / luglio 2017 BIMESTRALE DI ARTE, CULTURA E INFORMAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Vincenzo Chetta REDAZIONE & GRAFICA Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it CAPOREDATTORE Daniela Malabaila COLLABORATORI Oxana Albot, Nina Baudelaire, Luca Caricato, Elena Cicchetti, Vincenzo Chetta, Franco Crugnola, Etienne de Bricassarde, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Danilo Giusino, Salvatore Mainardi, Rebecca Maniti, Federica Senigagliesi, Giulia Sollazzo. FOTOGRAFI Adele Arati, Antonio C., Vincenzo Chetta, Carlos Collado, Carlotta Coppo, Giuliano Koren, Cristiano Galbiati, Giorgio Giliberti, Luca Laversa, Liberementi, Simone Marello, Isabella Rigamonti, Stephenrour Murilo, Cecilia Vignato. EDITORE Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it STAMPA Pixartprinting Srl Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Pinterest.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Manoscritti, foto o altri materiali inviati alla redazione anche se non utilizzati non verranno restituiti. Oltre agli articoli firmati, i testi pubblicati su Biancoscuro Rivista d’Arte sono tratti dalle fonti citate oppure da testi disponibili l secondo le licenze creative commons. s Reg. Trib. Pavia n.4 del 2014. ISSN 2385-1708 © biancoscuro 2017. Tutti i diritti di produzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta dell’Editore.


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June 15-18, 2017 www.artbasel.com/Basel

PRESS RELEASE BASEL | FEBRUARY | 6 | 2014 © Courtesy Art Basel

Premier line-up of galleries at

Art Basel today announced d place June 19 to June 22, 201 present works ranging from t most contemporary artists of will present a geographically year Statements, Art Basel's s alongside the Galleries secto placement within the show.

With Statements being located December 7-10, 2017 renowned Basel architects Herz www.artbasel.com/Miami-Beach

for the Magazines sector and th

© Courtesy Art Basel

© Courtesy Art Basel

While galleries from Europe will exhibitors and artists from acros PRESSselection RELEASE strong of exhibitors wi MIAMI BEACH | DECEMBER The participating galleries have| Chile, Colombia, Denmark, Fran Japan, Lebanon, China, Mexico Art Basel in Miami Beach succ Singapore, Slovenia, South Afri extensive programming aroun United Kingdom and the United artbasel.com/basel/galleries. The 2013 edition of Art Basel Sunday, 8, 2013 Galleries,December the main sector of–thd and visitors. With an expande quality of painting, sculpture, dr talks, performances film s works. A strong list of and returning matched by the show's progra Fine Art (New York), while a nu observers the strongest-ev time, havingaspreviously shown i leading (Rio international galleries Carioca de Janeiro), Galer positioning as the leading art Leighton (Berlin), Proyectos Mo sector at Art Basel’s show in March 22-24, 2018 York) and GallerySKE (BangaloM from both new and long-time www.artbasel.com/Hong-Kong

The Feature sector presents ga Art Basel in Miami Beach, whos historical and contemporary wo over the five show days, a seven countries, out of which 15 galler institution groups from across th include aRELEASE presentation by KOW PRESS Americas, Europe, Asia and em some of which never been | JANUARY | 23 HONG KONG have appropriation of minimalism. Ta Participating galleries spoke hig Memory’ series (2012) by Shinr artists, providing a window into


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biancoscuro

l’Editoriale di Vincenzo Chetta

Dopo un maggio ricco di eventi artistici, sui quali spicca l’inaugurazione della 57.Biennale di Venezia (emozionante il Padiglione Italia che, finalmente dopo anni, ha riscosso grande successo da parte della critica. Avrebbe meritato il Leone d’Oro, “soffiato” dalla Germania grazie al progetto di Anne Imhof), giugno e luglio si presentano al meglio con tante novità e qualche felice ritorno. A giugno si terrà il finissage della mostra personale di Gianni Cella (in copertina) alla GlobArt gallery di Acqui Terme, ma la settimana prima tutti gli occhi (e i portafogli) saranno puntati su Art Basel, che anche quest’anno promette essere fulcro e metro per il prossimo mercato dell’Arte. Stiamo parlando sicuramente di un collezionismo volto all’investi-

mento, ma anche di tanta bellezza. E se lì si parla esclusivamente la lingua dello storicizzato e dei grandi nomi dell’arte internazionale, per scoprire nuovi talenti possiamo dirigerci poco più in là, al parco del Rhy, dove si tiene la Rhy Art Fair Basel, fiera dedicata agli artisti emergenti. Altro gradito ritorno è il concorso artistico di BIANCOSCURO, giunto alla quarta edizione, con nuovi premi e riconoscimenti, ma con le stesse finalità di sempre: essere trampolino di lancio per talentuosi artisti che, iscrivendosi, hanno la possibilità di essere notati da collezionisti e critici d’arte, e dunque, allo stesso tempo, essere punto di riferimento per il nuovo collezionismo. In palio più di 40 premi, tra i quali la possibilità di essere pubblicati sulla coperti-

na della rivista, mostre collettive e personali a Monte-Carlo e a Montreux e targhe di merito, assegnati dalla Giuria Critica dopo una attenta selezione. Potrete ammirare tutti le opere in concorso sul web (artcontest.biancoscuro.it) e prossimamente sulla rivista, ma potrete anche essere parte del successo dei partecipanti, con un semplice voto online che andrà a sommarsi a quelli della Giuria popolare che decreterà i vincitori del premio offerto da Liberementi, i cataloghi personali su eBook. Come sempre, dunque, tantissimi appuntamenti per BIANCOSCURO, che non va in ferie, ma promette di tenervi buona compagnia durante le vostre vacanze. Buona lettura

Vincenzo Chetta

Roberto Cuoghi - Imitazione di Cristo [Imitation of Christ] Padiglione Italia - 57. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia

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Graphic design: Thomas Berloffa Design Studio

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Vasilij Kandinskij / Il cavaliere (San Giorgio), 1914-15 / Olio su cartoncino, cm 61 x 91 / Mosca, Galleria Tret’jakov © State Tretyakov Gallery, Moscow, Russia

Il cavaliere errante In viaggio verso l’astrazione

15 marzo 9 luglio 2017

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Manet e la Parigi Moderna Il padre dell’Impressionismo giunge a Palazzo Reale

“Traeva elementi da tutti, ma che meraviglia la maestria pittorica con la quale riusciva a fare qualcosa di nuovo!” Edgar Degas

Édouard Manet - La Fuga di Rochefort 1881 circa, olio su tela, 79x72 cm. Parigi, Musée d’Orsay © René-Gabriel Ojéda / RMN-Réunion des Musées Nationaux/ distr. Alinari

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i siete mai chiesti se è possibile trasformare il nero in luce? La risposta è decisamente: “Sì, è possibile!”, soprattutto se è Edouard Manet a farlo. Massimo esponente dell’Impressionismo francese, grande artista, speri-

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mentatore e poetico rivoluzionario, in poco più di due decadi è riuscito a produrre un numero cospicuo di opere, quattrocentotrenta per la precisione, tra cui troviamo anche alcune copie e schizzi, alcuni di essi soltanto abbozzati. Appartenente ad una delle più affascinanti correnti

artistiche che rivoluzionò radicalmente il mondo dell’arte e che ebbe inizio nel 1863, al Salon des Refusés, con l’esposizione di una delle opere che divenne la più famosa di quel periodo (oltre che emblema del movimento artistico) realizzata proprio da Edouard Manet e intitolata


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“Le déjeuner sur l’herbe”, che provocò, all’epoca, uno dei maggiori scandali: definita immorale, fu bollata dalla critica. Due anni più tardi, lo stesso Manet, non contento, scandalizzò nuovamente l’opinione pubblica con l’opera “Olympia”, modificando per sempre il concetto di pittura che, fino a quel momento, era di stampo accademico/tradizionalista. Riuscì quindi a raggiungere un’evoluzione, da radicato divenne, con volontà immediata, radicale. La mostra, promossa dal Comune di Milano-Cultura, dal Palazzo Reale e da MondoMostre Skira, è curata da Guy Cogeval, storico presidente del Musée d’Orsay e dell’Orangerie di Parigi, con le due conservatrici del Museo Caroline Mathieu e Isolde Pludermacher, quest’ultima conservatore del dipartimento

di pittura. L’esposizione intende sottolineare ancora di più il ruolo centrale di Manet nella pittura moderna, attraverso i vari generi su cui l’artista basò i suoi studi. Troviamo quindi il ritratto, il paesaggio, la natura morta, le donne e la sua amata Parigi, una città che verso la metà dell’Ottocento fu una delle capitali per eccellenza, grazie alle varie innovazioni urbanistiche che modificarono la maniera di vivere. Le opere in esposizione al Palazzo Reale provengono direttamente dalla collezione del Musée d’Orsay di Parigi, all’incirca un centinaio di opere tra cui è possibile ammirare i capolavori di altri maestri che hanno condiviso la vita, il lavoro e le esperienze di Manet, come Boldini, Cèzanne, Degas con le sue amate ed emblematiche ballerine, Gauguin e la sua Tahiti, Monet e

Édouard Manet - Il balcone

Édouard Manet - Stéphane Mallarmé

1868-1869, olio su tela, 170x125 cm. Parigi,

1876, olio su tela, 27,2x35,7 cm. Parigi,

Musée d’Orsay © René-Gabriel Ojéda / RMN-

Musée d’Orsay © René-Gabriel Ojéda / RMN-

Réunion des Musées Nationaux/ distr. Alinari

Réunion des Musées Nationaux/ distr. Alinari

Sopra: Édouard Manet Berthe Morisot con un mazzo di violette 1872, olio su tela, 55,5x40,5 cm. Parigi, Musée d’Orsay © René-Gabriel Ojéda / RMNRéunion des Musées Nationaux/ distr. Alinari

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le sue ninfee, Renoir e Signac. Frequentatori, tutti, delle residenze estive, dei teatri e dei caffè, amici e nemici, ma portatori di un ideale comune, di una rivoluzione culturale che si irradiava nelle strade parigine, fuori dagli ormai vecchi e grigi studi, all’esterno, in spazi aperti in cui la luce incontaminata faceva da padrona, svelando non solo la bellezza delle cose, ma anche dei colori e di tutto ciò che ci circonda. Piccoli tocchi di materia si elevano a magia, la luce possiede l’ombra e svela i contorni fino ad allora celati… Pittori della luce, pittori della verità. Mario Gambatesa A sinistra: Édouard Manet - Émile Zola anno 1868, olio su tela, 146x114 cm. Parigi, Musée d’Orsay © RenéGabriel Ojéda / RMN-Réunion des Musées Nationaux/ distr. Alinari Sotto: Édouard Manet - Chiaro di luna sul porto di Boulogne anno 1869, olio su tela, 81,5x101 cm. Parigi, Musée d’Orsay © René-Gabriel Ojéda / RMN-Réunion des Musées Nationaux/ distr. Alinari

BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE

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English info

MANET e la Parigi Moderna Palazzo Reale, Milan March 08 – July 02, 2017 «Manet is as important for us as Cimabue and Giotto were for the Italians of the Renaissance» Pierre-Auguste Renoir These assertions by renowned painters – his contemporaries – should suffice to convey an immediate idea of the central role Edouard Manet played in the history of European art. This bold and courageous man full of special charisma and extraordinary artistic talent set out to endow the greatness of classical painting with the freedom of modern art. And there is no doubt that he succeeded. His prestige, his innovative ideas and skills in the field of painting, were soon to make him the unsurpassed leader of the Impressionist movement to which he never really wanted to belong: he did not take part in eight of the Impressionist shows held between 1874 and 1886, exhibiting instead – notwithstanding the possibility of his being rejected – in the Salon, the only venue whose authority he recognized. From the start, he aimed to be recognized as an innovator, someone who would lead art onto the path of modernity. He would succeed in this with extraordinary effectiveness through the virtuosity of his magnificently inventive painting style, his vivid use of colours, and the slant of his compositions; an ascent that would only end with his untimely death. The exhibition Manet and Modern Paris that opens 8 March in Milan on the main floor of Palazzo Reale – until 2 July – aims to relate the artistic progress of this great master (1832-1883) who in little more than two decades of intensive work produced 430 paintings, two thirds of which were copies, sketches, minor works or unfinished. The corpus in itself is not so extensive but it was able to revolutionize the concept of modern art. His life intertwines with that of many other celebrated artists, some of whom were companions of Manet’s during his life and work, and with whom he frequented the same cafés, studios, summer residences and theatres. The works in the exhibition have come from the prestigious collection in the Musée d’Orsay in Paris. Of the one hundred works, 55 are paintings: these feature 17 masterpieces by Manet and a further 40 splendid works by his celebrated contemporaries, including Boldini, Cézanne, Degas, Fantin-Latoure, Gauguin, Monet, Berthe Morisot, Renoir, Signac, and Tissot. Apart from the works on canvas, there are in all 10 drawings and watercolours by Manet, some twenty drawings by other artists and, in all, seven maquettes and sculptures. Promoted and produced by the Cultural Department of the Milan City Council, Palazzo Reale and MondoMostre Skira, curated by Guy Cogeval, long-standing president of the Musée d’Orsay and of the Orangery of Paris, with the two conservators of the museum, Caroline Mathieu, honorary conservator-general, and Isolde Pludermacher, conservator of the department of paintings, the exhibition sets out to celebrate Manet’s central role in modern painting through the various genre that he worked on: portraiture, still life, landscape, women, and Paris – his beloved city, revolutionized in the mid-19th century by a new urban plan carried out by Baron Haussmann, which brought about a new way of life in the streets and stations, in the Universal Expositions, and in the plethora of new buildings that were to change the city’s face and mood.

Édouard Manet - Il pifferaio 1866, olio su tela, 161x97 cm. Parigi, Musée d’Orsay © René-Gabriel Ojéda / RMN-Réunion des Musées Nationaux/ distr. Alinari

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e la Parigi moderna 08 marzo – 02 luglio 2017 Palazzo Reale, Milano INFO T. +39 02 92 800 375 info@adartem.it Lunedì 14.30-19.30 Dal martedì alla domenica 09.30-19.30 Giovedì e sabato 09.30-22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

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Antonio Ligabue La folle pittura di un espressionista tragico “... Un grande Maestro del Novecento, la cui sensibilità lo ha portato a raccontare temi che, nonostante le diversità geografiche e culturali, sentiamo visceralmente vicini e comuni, facendo di lui – il solitario, l’apolide, “il matto” – un uomo di straordinaria modernità. Un uomo che, forse, non è appartenuto a nessun luogo in particolare, ma che è stato, ed è tutt’ora, di tutti.” Livia Bianchi

Antonio Ligabue - Volpe in fuga - anno 1948, olio su tavola di faesite, 60x75 cm.

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Antonio Ligabue - Il serpentario - primavera 1962, olio su tavola di faesite, 126x130 cm.

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al 17 marzo scorso, le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia, ospitano le opere di uno degli artisti d’elite del Novecento italiano, Antonio Ligabue. L’antologica, curata da Sandro Parmiggiani, Sergio Negri e Simona Bartolena, prodotta e organizzata da ViDi, in collaborazione con il Comune di Pavia e con la Fondazione Antonio Ligabue di Gualtieri, fa parte di una serie di mostre ben riuscite di questi ultimi anni, e sarà aperta al pubblico fino al 18 giugno prossimo. L’esposizione è composta da settantadue opere, dipinti, sculture, disegni e incisioni che, in contemporanea, analizzano l’universo creativo, visivo e introspettivo di Antonio Ligabue. Possiamo ammirare quadri in cui vengono rappresentati gli

animali, tanto amati dall’artista, nell’attimo in cui si lanciano sulla preda, un tema molto importante perché evidenzia fortemente,

la sua passione per l’anatomia. Nei suoi lavori si può evincere una tecnica di stampo espressionista, sia nella forma che nel colore, con un’attenzione quasi spasmodica per la reiterazione di elementi decorativi, che ritroviamo ad esempio, nell’opera “La tigre reale” del 1941, dipinto ad olio, realizzato durante il suo ricovero nell’Ospedale psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia, oppure in “Volpe in fuga” del 1948. Non mancano altri straordinari dipinti, dalle differenti tematiche, come i paesaggi bucolici o le “Carrozze con postiglione”, per poi passare ad alcune versioni delle “Lotta di galli”, o ancora, la “Lepre nel paesaggio”, e la “Caccia al cinghiale”. Ricordiamo soprattutto, i suoi innumerevoli ed importantissimi autoritratti che, in maniera distintiva, identificano il lavoro del pittore: troviamo quindi “Autoritratto con berretto da motociclista” del 1954-55 e “Autoritratto” del 1957. Il suo sguardo è spento, fermo su una

Antonio Ligabue - Tigre reale anno 1941, china e pastelli a cera su carta intestata dell’Ospedale Psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia, 36x50 cm.

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condizione umana che lo catapulta in uno spazio vertiginoso e angosciante, nei suoi ritratti, si assapora, se pur amaramente, la sconfitta, recidendo così ogni relazione con il mondo che lo circonda.Un mix di sensazioni, Qui accanto, da sinistra a destra: Sandro Parmiggiani (Curatore), Livia Bianchi (Presidente del Museo Ligabue), Sergio Negri (Curatore), Giacomo Galazzo (Assessore alla cultura – Pavia) e Maria Susanna Zatti (Resp.sett. cultura Pavia) Alcune viste del percorso espositivo. Photo: Liberementi

Antonio Ligabue - Aratura coi buoi anno 1950-55, olio su faesite, 46x44 cm.

emblema di un intenso rapporto, che ripercorre i luoghi della sua infanzia, lo si può notare negli animali selvaggi che vivono tra i castelli, le chiese e le case, da cui è possibile riconoscere la bandiera della sua cara e amata Svizzera, o addirittura le terre della Bassa reggiana, che sono state per lui gli ultimi sprazzi di orizzonte sui cui i suoi occhi si sono soffermati, prima di morire nel 1965. La vita di Antonio Ligabue fu una vera e propria odissea, un limbo di incomprensione e solitudine, marcata da una continua malinconia, che ha condizionato, radicalmente, il suo operato artistico. Antonio Ligabue ha perduto la speranza, lasciando che la bellezza di vivere si tramutasse in fuoco, che brucia e lentamente consuma, espresso però attraverso la tavolozza, i colori e il tempo che, imparziale ed inesorabile, gli ha donato ciò che si riserva ai grandi artisti: l’immortalità. Mario Gambatesa

ANTONIO LIGABUE 17 marzo –18 giugno 2017 Scuderie del Castello Visconteo, Pavia INFO T. +39 0382 33676 info@scuderiepavia.com Dal martedì al venerdì 10.00-13.00 / 14.00-18.00 Sabato, domenica e festivi 10.00-20.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

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Antonio Ligabue Autoritratto con berretto da motociclista anno 1954-1955 olio su tavola di faesite, 80x70 cm.

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Kandinskij Il cavaliere errante, in viaggio verso l’astrazione

Vasilij Kandinskij - Porto di Odessa 1898, olio su tela, 65x46 cm. Mosca, Galleria Tret’jakov © State Tretyakov Gallery, Moscow, Russia

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a prima personale in Italia di Vasilj Kandinskj fu allestita nel 1934 alla Galleria del Milione a Milano. Ed è ancora Milano ad ospitare la nuova mostra dedicata all’artista russo: “Kandinskj. Il cavaliere errante. In viaggio verso l’astrazione”, in corso al MUDEC - Museo delle Culture fino al 9

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luglio. Silvia Burini e Ada Masoero sono le curatrici di questa esposizione che ricorre nel centocinquantesimo anno dalla nascita di Kandinskj in quel di Mosca, città madre e della madre che, con la sua superba bellezza, ha giocato un ruolo fondamentale nell’immaginario iconografico dell’artista. Ma è intorno ad un’altra città che si dipana il filo delle


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BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE

Versione completa in edizione cartacea- Non-obiettivo o PDF su http://artshop.biancoscuro.it Vasilij Kandinskij (Le naïves) 1910, olio su tela, 50×66 cm. Krasnodar, Museo d’Arte © Krasnodar Regional Arts Museum after F. A. Kovalenko, Krasnodar, Russia Per Regionale Info: artshop@biancoscuro.com

“Creare un’opera, è creare il mondo”

Vasilij Kandinskij

opere esposte, 130 in totale: Vologda, nella Russia occidentale, dove un giovane Kandinskj studente in Giurisprudenza, ma appassionato di etnografia, si trasferì per un mese nel 1889 al seguito della Società Imperiale di Scienze Naturali, Antropologia ed Etnografia. La natura selvaggia, le tradizioni popolari-religiose degli abitanti e i loro costumi coloratissimi sono fonte di ispirazione per la sua pittura e lo indirizzeranno definitivamente verso la scelta astratta. Si tratta quindi di un viaggio attraverso la prima fase pittorica dell’artista, dalla fine dell’Ottocento al 1921, anno in cui si trasferì in Germania, prima a Berlino poi a Weimar, chiamato da Gropius ad insegnare al Bauhaus.

Sono 49 le opere di Kandisnkj presenti nella mostra milanese (alcune esposte per la prima volta), non solo dipinti, ma anche acquerelli ed incisioni. A corredo, altre ottanta opere di arte russa, tra icone, stampe, giocattoli, decorazioni ed arredi (i lubki) che Kandinskj aveva certamente ammirato all’interno delle isbe, le tipiche abitazioni in legno dei contadini della zona. È da questo mondo rurale ed archetipico, fatto di fiabe e leggende, che Kandinskj attinge i soggetti dei suoi quadri: il “San Giorgio” (191415), le “Cupole” (1909), la “Piazza rossa” (1916) e le prime Composizioni che aprono la strada alla svolta astrattista. Figlio del suo tempo, Kandinskj soggiorna nella principali capitali europee ed entra

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in contatto, di volta in volta, con gli intellettuali delle cosiddette “avanguardie” e pubblica le sue innovative teorie su pittura e musica, influenzato dal sistema dodecafonico introdotto da Schonberg. Il linguaggio musicale è per Kandinskj la forma più pura di astrattismo e la musica è il mezzo per sondare la propria interiorità. Nelle sue tele, come in un pentagramma, egli sapientemente dosa colori e linee in base ad un principio armonico di equilibrio: il rosso calibra il blu, la retta calibra la curva, e così via. “Dipinto con cerchio” (1911), arrivato, per l’occasione, dal Georgian National Museum di Tbilisi, è il primo quadro astratto realizzato da Kandinskj: l’oggetto non c’è più, lo spettatore è catapultato in una tela densa di sfumature, dove le forme si sciolgono sotto il tratto morbido del pennello. Chi osserva si perde dentro la tela in una sorta di passeggiata sensoriale, che in mostra è efficacemente ricreata dalla sezione multimediale curata dal professor Giuseppe Barbieri, con proiezioni e stanze sonore interattive. Federica Senigagliesi

Sopra: Vasilij Kandinskij - Improvvisazione 4 1909, olio su tela, 107x159 cm. Nižnij Novgorod, Museo Statale d’Arte © Nizhny Novgorod State Arts Museum, Nizhny Novgorod, Russia Sotto: Vasilij Kandinskij - Destino (Cupole) 1909, olio su tela, 83x116 cm. © Astrakhan State Picture Gallery after P. M. Dogadin, Astrakhan, Russia

BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE

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KANDINSKIJ, THE WANDERING KNIGHT. On his journey towards abstraction Mudec - Museo delle Culture, Milan March 15 – July 9, 2017

Alcune viste del percorso espositivo. Photo: Carlotta Coppo

Vasilij Kandinskij arrives in Italy with an unprecedented exhibition, displaying a rich selection of 49 of his artworks and 85 between icons, popular prints and examples of decorative art. The works, some of which never seen before in Italy, come from major Russian museums such as the Tretjakov Gallery, the Pushkin Museum in Moscow and the Hermitage State Museum in St. Petersburg, Georgian National Museum (from which comes Kandinskij’s first abstract oil painting). The exhibition traces the development of Kandinskij’s visual imagery, deeply rooted in Russian tradition, and of his inescapable path towards abstraction, from the late nineteenth century until 1921, the year in which he moved to Germany and never went back to his motherland. The exhibition, which falls in the year of the centenary of the Russian revolution, and in the lee of the 150th anniversary of the artist’s birth, is a “site-specific” project, bound to the intimate vocation of Mudec-Museo delle Culture: it is in fact based on the relation between art and anthropology and on the metaphor of the journey as a cognitive adventure. These are all aspects experienced by the founder of abstract art, who revolutionized with his abstractionism a large part of the subsequent expressive research in the world and has always shown interest in a scientific approach to reality and for explorations.

KANDINSKIJ, IL CAVALIERE ERRANTE. In viaggio verso l’astrazione

15 marzo – 9 luglio 2017 MUDEC - Museo delle Culture, Milano INFO T. 02 54917 Lunedì 14.30-19.30 Dal martedì alla domenica 9.30-19.30 Giovedì e sabato 9.30-22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.mudec.it

Vasilij Kandinskij - Mosca. Piazza Rossa 1916, olio su cartoncino, 51,5x49,5 cm. Mosca, Galleria Tret’jakov © State Tretyakov Gallery, Moscow, Russia

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Tina Lupo

“L’Incantatore” - 1995 - h 43 x 18 x p 15 cm

www.kultrunmuseum.it


Tina Lupo

“Speronia - la donna del serpente” - 1997 - h 34 x 9 x p 45 cm

www.kultrunmuseum.it


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Piero Della Francesca e Caravaggio L’interpretazione di Roberto Longhi al Museo Civico di Sansepolcro

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a mostra “Nel segno di Roberto Longhi. Piero della Francesca e Caravaggio” è stata inaugurata a Sansepolcro, negli spazi espositivi del Museo Civico, il 12 febbraio e sarà aperta al pubblico fino al 4 giugno; curata da Maria Cristina Bandera, Direttore Scientifi-

co della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, è promossa dal Comune di Sansepolcro ed organizzata da Civita Mostre. Ne è protagonista l’accostamento insolito, altrettanto inedito e quasi azzardato, tra Caravaggio e Piero della Francesca: entrambi gli artisti, apparentemente

lontani e diversi, vengono studiati, riscoperti e profondamente amati da Roberto Longhi fin dai suoi anni formativi. Lo storico dell’arte, divenuto celebre, nel corso del XX secolo, per gli approfonditi studi su tutta l’”Officina Ferrarese”, sa imporsi in pari misura, nel panorama culturale italiano, tanto lucido studioso di Piero della Francesca, quanto “scopritore” moderno di Caravaggio. Versione completa in edizione cartacea o PDF su http://artshop.biancoscuro.it Il primo artista è protagonista Per Info: artshop@biancoscuro.com della monografia “Piero della Francesca” di R. Longhi scritta nel 1927 e, tuttora, testo critico fondamentale nell’ambito dell’interpretazione di tutta la sua attività artistica; la lettura che viene formulata è ampiamente anticipata nel breve saggio del 1914 “Piero dei Franceschi e lo sviluppo della pittura veneziana”. In entrambi gli scritti, il pittore è visto non solo nella sua “ascendenza” fiorentina, ma anche nella sua “discendenza” veneziana. Ad apertura della mostra, non a caso, è stato collocato, per opera

BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE

Piero della Francesca (Sansepolcro, 1412 circa-1492) Polittico della Misericordia 1445-1462, tecnica mista su tavola 168x91 cm. Sansepolcro, Museo Civico

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Michelangelo Merisi, detto Il Caravaggio (Milano, 1571 – Porto Ercole, 1610) Ragazzo morso da un ramarro 1595-1596 circa, olio su tela 65,8x52,3 cm. (senza cornice) Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi

storico al Caravaggio, di cui Longhi si rende studioso, ricercatore, critico e collezionista, al punto tale da acquisire, nel 1928, l’opera “Ragazzo morso da un ramarro”. La tela rappresenta uno dei più significativi capolavori giovanili dell’artista. Accanto al Caravaggio, a Ercole de’ Roberti e a Piero della Francesca, sono esposti documenti dell’efficace allestimento di Corrado Anselmi, il “Polittico della Misericordia”, protagonista della mostra natalizia di Palazzo Marino a Milano e riportato recentemente al Museo Civico di Sansepolcro nel suo assetto originario. A questo proposito viene esposta, ad avvalorare questa interpretazione di “discendenza” dai profili di Piero, nonostante risulti già ampiamente “incrociata di veneto”, come riporta Longhi nel volume “Officina Ferrarese” del 1934, anche la tavola di Ercole de’ Roberti, “Ritratto di giovane”. Sull’altro fronte artistico, passione e dedizione profonde legano lo

Ercole de’ Roberti (Ferrara 1450 circa – 1496) Ritratto di giovane (recto) 1480-1490 circa, 47x36,2 cm. Collezione privata - © Luca Carrà

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NEL SEGNO DI ROBERTO LONGHI Piero della Francesca e Caravaggio 12 febbraio – 4 giugno 2017 Museo Civico, Sansepolcro INFO T. 199 15 11 21 Tutti i giorni 10,00-13,00 / 14,30-18,00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.mostrapieroecaravaggio.it

provenienti dall’archivio, dalla biblioteca e dalla fototeca della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi. Il catalogo della mostra, edito da Marsilio, comprende saggi di Maria Cristina Bandera e Mina Gregori: i testi sottolineano il notevole acume interpretativo e la straordinaria passione dell’attività di Longhi. Lo storico non si limita, nel corso dei studi, ad analizzarne le opere, ma realizza un gran numero di disegni, in modo tale da comprendere in profondità i due artisti. La mostra espone alcuni di questi disegni, mettendoli in relazione con le opere da cui hanno tratto ispirazione; questo consente allo spettatore di osservare gli originali con gli occhi dello studioso e di assaporare compiutamente il modo in cui Longhi si è progres-

Dreaming happiness - tecnica mista su tela, 2017, 50x40 cm.

sivamente avvicinato alla poetica dei maestri. L’evento espositivo di Sansepolcro rappresenta un’occasione straordinaria per comprendere l’occhio critico e la capacità interpretativa di uno storico dell’arte di grande rilievo, capace di gettare le basi di premesse metodologiche che non hanno configurato, semplicemente, la sua attività di studioso, interprete, artista e collezionista, ma hanno dato segno e sensibilità a tutto il panorama culturale che, venutosi a creare nel corso del XX secolo, ha saputo rendere attuativo e valorizzare in quale misura sia “il passato ad offrirci non già la regola, ma la libertà mentale necessaria a bene interpretare il presente” (R. Longhi, Critica d’arte e buongoverno 1938 – 1969, Firenze 1985). Lucia Garnero

FRANCO MELONI

posta@francomeloni.com www.francomeloni.com

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Federico Seneca

Perugia celebra uno dei Maestri della grafica pubblicitaria del Novecento

S

i avvia verso la chiusura (il 4 giugno) la mostra dedicata al grande Federico Seneca, senza dubbio uno dei grafici italiani più conosciuti e creativi. La Galleria Nazionale dell'Umbria, a Perugia, ha ospitato dal 12 marzo scorso, l'esposizione con oltre 300 pezzi elaborati da Seneca: manifesti, locandine, insegne, logotipi, cartoline, calendari, ma anche scatole in latta e cartone e bozzetti scultorei in gesso. La sua fama va oltre gli appassionati, a lui infatti si deve l'esecuzione del concetto grafico dei bigliettini che troviamo nei famosi cioccolatini della Perugina. L'esposizione è curata dal Direttore del Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso, Marta Mazza e da Nicoletta Ossanna Cavadini, Direttore del Max museo di Chiasso. Oltre ai prestiti istituzionali, una gran parte delle opere esposte è da ricondursi alla

collezione privata degli eredi, che ricordano di quando il padre Bernardino (figlio di Federico), archiviava meticolosamente le creazioni grafiche: "Sono nitidi i ricordi da bambini delle domeniche passate ad aiutare nostro padre a riordinare distese di bozzetti e stampe nella grande stanza trasformata in un tappeto multicolore. Com’è nitida l’immagine del nonno seduto in poltrona chino verso il pavimento della sua camera, anch’essa distesa di bozzetti, nell’intento di disegnare le ultime idee ancora vivaci nella sua mente nonostante la malattia e la stanchezza di una vita così intensa.". La mostra racconta la carriera di Seneca, grande spazio al lavoro per Perugina, il trasferimento a Milano, gli incarichi, fra gli altri, per Buitoni, Cinzano, Ramazzotti e Agipgas. L'esposizione sarà riproposta a Fano e a Treviso nei prossimi mesi. Daniela Malabaila

Federico Seneca - manifesto pubblicitario “Baci Perugina” 1922, carta/cromolitografia, 100x140 cm. Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso

Sopra: Federico Seneca - manifesto per réclame “Cacao Perugina”, 1929, carta/cromolitografia, 197,5x141 cm. Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso Sotto: Federico Seneca - insegna in metallo smaltato “Agipgas Servizio”, 1954, 80x70 cm. Collezione privata

Anonimo - Ritratto di Federico Seneca nel suo studio con la scultura realizzata per la progettazione del manifesto “Biancheria intima Albene” (1954), foto degli anni Sessanta, 29,8x21 cm. Collezione privata

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FLORA AUTRE

LANGAGE

DE

LA

PEINTURE

w w w . f l o r a - a r t i s t e - p e i n t r e . f r

UN

“Dans la sensorialité expressive de mon Être, Peinture et Poésie sont liés, de cette union naît l'oeuvre, que je confie au visuel et à l'écoute du spectateur...” Flora 2006


Alessandro Cinardo

Alessandro Cinardo - Forma - olio su tela, anno 2003, 50x50 cm.

alessandro.cinardo@gmail.com www.cinardoa.blogspot.com


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Orgien Mysterien Theatre a Foligno Il CIAC ospita l’opera di Hermann Nitsch

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a mostra “Hermann Nitsch O.M.T Orgien Mysterien Theatre - Colore dal Rito”, inaugurata il 25 marzo e aperta al pubblico fino al 9 luglio, è la personale dedicata al Maestro austriaco, straordinario protagonista dell’arte internazionale dalla seconda metà del Novecento. Curata da Italo Tomassoni e da Giuseppe Morra, la mostra raccoglie circa 40 opere, divise in 9 diversi cicli di lavori, realizzati tra il 1984 e il 2010 e allestite come fossero un’unica Versione completa in edizione cartacea o PDF su http://artshop.biancoscuro.it grande opera. Per Info: artshop@biancoscuro.com Nitsch, nato a Vienna nel 1938, è l’esponente più rappresentativo del Wiener Aktionismus, il movimento che, nel Secondo dopoguerra, si impone, nel panorama artistico internazionale, come l’espressione più compiuta della Body Art europea. A partire dagli anni 1957-60, giovanissimo, elabora l’idea di Orgien Mysterien Theater - Teatro delle Orge e dei Misteri, quale esperienza di arte totale, o Gesamtkunstwerk, legata al concetto psicanalitico di Abreaktion, ovvero la scarica emozionale che permette all’individuo di annullare gli effetti di avvenimenti drammatici. Gli

BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE

Hermann Nitsch - The Architecture of the O.M. Theatre, Portfolio III anno 1984-91, litografia in rosso-viola, verde, blu e nero,115,3x80,5 cm.

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Hermann Nitsch - Ultima Cena stampa serigrafica su tela, anno 1983, 156x376 cm.

atti orgiastici e onanistici, con la messa in scena di riti sacrificali, portano, secondo l’artista, alla liberazione da tabù religiosi e moralistici. Durante gli stessi anni, Nitsch dipinge nell’ambito del tachisme: il movimento che interpreta la cultura dell’Informale esaltando l’immediatezza del gesto che riversa i colori sulla tela. A partire dagli anni Sessanta, si intensificano le azioni in cui Nit-

sch comincia ad utilizzare gli animali macellati, il cui sangue viene usato come colore, così come aumenta il numero di partecipanti alle sue azioni come attori passivi crocefissi e cosparsi di sangue e attori attivi che utilizzano interiora di animali. La provocazione, talora, supera l’immaginabile e, nel 1965, l’artista è costretto in carcere per due settimane. Nel 1974, Nitsch entra in contat-

to a Napoli con Peppe Morra e il suo Studio, compie la 45.azione per la quale viene espulso dall’Italia. Da questo momento, lo Studio Morra diviene la sua galleria di riferimento e il suo editore; pubblica fra l’altro la sua opera teorica fondamentale, l’O.M. Theater 2. Durante gli Settanta e Ottanta, si intensificano le partecipazioni alle grandi rassegne internazionali, gli interventi in Hermann Nitsch - 108.lehration installazione, anno 2001 Galleria d’Arte Moderna, Roma

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Limuli I, 2013, acrilico su tela, 50x50 cm.

AlienArt Nell’immediatezza di un gioco infantile si acquisisce inconsciamente l’esperienza col piacere dell’invenzione intuitiva che nella coscienza di un artista si trasforma in immagine simbolica, alterata dalla contemplazione sintetica del soggetto, dell’oggetto, della storia a cui appartengono. Visto che tutta l’arte è simbolica, ma non tutti i simboli sono arte, esiste il bisogno di creare forme avvicinabili al proprio spirito e alla ricerca, attraverso la congiunzione della tematica intellettuale e l’istinto originale, dalla rappresentazione di una scena di caccia sulla parete di una caverna, agli alieni che popolano la mente, non è cambiato nulla. AlienArt ha due livelli teorici di interpretazione: il primo impatta con l’occhio dei personaggi, il terzo unico occhio come corona su teste di corpi arrotondati, forme più che surreali, irreali, per creare un atmosfera ironica attorno l’arte iconografica classica, ma con una riflessione sulla religiosità che ha uno sguardo fatto di un solo occhio rivolto in alto, al cielo, universo. Tra simboli antropomorfi e poesia visiva. L’altro livello teorico che vale per tutto il mio lavoro è quello dell’ alienazione della mia arte, non dalle influenze del passato, ma dall’ attuale isolamento interiore, “la negazione dell’ umano”: un gioco di immagini e di astrazioni, dove il contenuto si allontana con uno stile nuovo dal mondo contemporaneo alla ricerca del mito perduto. Quindi, arte e contemplazione come antidoto e rifiuto dell’ attivismo dominante. Angelo Rodà (Alièn Rodà)

prestigiosi musei, le conferenze e le esecuzioni musicali; particolarmente rappresentativa delle modalità artistiche assunte dall’artista è la sua “80.azione”: dura tre giorni e tre notti consecutive e dieci anni dopo Morra ne pubblica la partitura integrale. L’evento espositivo del CIAC di Foligno ospita: alcune celebri installazioni come “18b.malaktion”, grandi tele in cui domina il colore rosso versato o schizzato, una “pittura d’azione” che assolve alla funzione di coinvolgimento drammatico dello spettatore; azioni dimostrative, di cui “108.lehration” è un esempio, in cui Nitsch dà precise indicazioni in merito alla propria teoria estetica e alle speculazioni filosofiche; “130.aktion”, installazione di relitti, in cui l’artista realizza opere autonome con elementi tratti da precedenti azioni sceniche, teli bianchi e camici macchiati di sangue, zollette di zucchero e fazzoletti di

carta, a testimoniare eventi sacrificali assenti. Sono esposte anche opere di ispirazione religiosa, quali “Die Eroberung Jerusalem”, “Grablegung”, “Ultima cena”, in cui Nitsch si rivela affascinato dall’emanazione del rituale. Completano la mostra nove litografie del ciclo “The Architecture of the O.M. Theatre”, in cui Nitsch esprime la sua teoria riguardo all’architettura, l’elemento più complesso e importante del suo Teatro delle Orge e dei Misteri. A sottolineare la portata artistica del Maestro, è significativo quanto afferma Tommasoni: “Dal rito si liberano […] una chimica del colore ed una potenzialità di fenomeni estetici che vanno ben oltre il limite liturgico dell’azione”. Lucia Garnero

HERMANN NITSCH O.M.T. Colore dal rito

25 marzo – 9 luglio 2017 C I A C., Foligno INFO T. +39 0742 481222 + 39 342 3682454 info@centroitalianoartecontemporanea.it Venerdì 16,00-19,00 sabato e domenica 10.30-12.30/ 16.00- 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.centroitalianoartecontemporanea.com

angeloroda27@gmail.com Limulo, 2013, acrilico su tela, 50x50 cm.

Hermann Nitsch - Tavole di colore anno 2008, pastelli a cera su carta installazione composta da 9 tavole di 105x120 cm.

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Gianni Cella

Una fantasia travolgente che si traduce in forme e colori abbaglianti

Intervista a Gianni Cella: il mondo dove prendono vita i suoi meravigliosi freaks

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occante, dal sarcasmo divertente: Gianni Cella, nato nel ‘53 a Pavia, dove tuttora risiede, è un artista diretto, semplice e conciso, come le parole che bastano per definirlo: Vetroresina, Introverso, Geniale!

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Vincenzo Chetta: Buongiorno Gianni, innanzitutto, tanti complimenti per il tuo percorso artistico, parlaci di come nasce la tua carriera artistica... Gianni Cella: Ciao Vincenzo, grazie dei complimenti. Il mio percorso, come tutte le cose, nasce un po’ per caso e un po’ per la


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Cella si trova nella posizione di chi osserva il mondo adoperando una lente che gli impedisce di vedere la realtà come essa è.

” Carlo Pesce

A sinistra e in Copertina:

grande volontà ed il desiderio di intraprendere un percorso creativo, dare forma e vita alle opere, “qualità” che poi crescono col tempo, con consapevolezza e maturità. V.C.: Dici che il tuo percorso “nasce un po’ per caso”, ma ci sarà sicuramente stato un momento in cui hai capito che avresti

fatto l’artista, ricordi quando? G.C.: Avevo si e no cinque anni, mio papà faceva l’imbianchino, ogni tanto entravo nel deposito, rubavo la pittura e cominciavo a imbrattare pannelli, cartone, perfino il muro. Mio papà non si arrabbiava, anzi, mi incitava dicendo: “Bravo!, sei proprio

Alieno Rosso vetroresina e smalto, 2017 65x30x25 cm. Qui sopra: Gianni Cella nel suo studio con alcune suoi recenti freaks

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Le opere in queste pagine fanno parte della serie BUONI & CATTIVI in mostra alla GlobArt gallery di Acqui Terme dal 27 maggio 2017. Il finissage è previsto il 17 giugno 2017. Ringraziamo Adolfo ed Eugenio Carozzi per la gentile collaborazione. Barbablù e le sue mogli vetroresina e smalto 2017

Angeli e Diavoli vetroresina e smalto 2017 Davide & Golia vetroresina e smalto 2017

Pareva un viandante intriso di nebbia, umido dalle ossa C’era una volta una favola. Ma era scialba. Anzi, forse triste. e nero della realtà avesse sconfitto i colori della metafora. Allora allo sguardo. Una fiaba scolorita, appassita, come se il bianco are i panni addosso. Gianni Cella si mise nei suoi panni. Lui era capace di cambi l’avventura doveva essere prodiga di piacere. Chissà le leccorPer anni aveva vissuto dentro un Plumcake. Certo, all’inizio tà del divertimento; la meraviglia si era tradotta in banalità nie. Ma poi trigliceridi e colesterolo avevano sopito la soffici nausea da zuccheri. Allora Gianni Cella era balzato fuori quotidiana e il sapore dell’inventiva si è tramutato forse nella to lungo il fiume, a respirare afa e zanzare in estate, poi dal Plumcake, aveva salutato tutti e si era incammina la strada percorre il buio e conduce oltre gli argini di brume e brine in inverno, bagliori di rumori laggiù, dove mandorle, dalla panna e da tutte le tentazioni che invadono bosco. Ma era tornato a respirare. Lontano dalle uvette, dalle nemmeno una goccia di nostalgia. Quando vide la favola, banconi e vetrine delle pasticcerie. Era tornato libero, forse senza . Così la favola riprese colorito. E comparvero tinte pastello. non si accorse di entrare, saltò dentro e basta. Poi capì e sorrise perde mai il magico aplomb. E anche la luna si stupì ma non disse nulla perché lei non ione stretta, il mondo, intorno e loro come un’anima sola, Stretti come erano, Gianni e la favola, uno nell’altra, una sensaz si sa che nacquero altre favole. Molte. I suoi quadri sono un forse la mano del destino, forse una volontà divina, non si sa ma tristezza nell’apparenza della risata. Sono il pagliaccio che gioco solitario che appartiene a tutti. Sono la dissimulazione della are per dire al padre dove sono andati a finire. Sono a casa muore sulla scena e tutti dicono com’è bravo. Non devono telefon della falsità è sempre al posto giusto. Si propone come una cosa loro. Ovunque. Perché una metafora favoleggiante nel regno del mondo; è in perfetta coerenza. ma in realtà ne dice un’altra: proprio come loro, gli abitanti ua a farne altri. Colorati, molli come Cella sa che da questo è il destino dei suoi figli e per questo contin i bambini si guardano nello specchio o le caramelle dell’infanzia, i tratti deformati come avviene quand È da tradurre quel loro aspetto riora. magico. Sorridenti, ridanciani, simpatici. Eppure sono metaf poco ebete eppure a pancia piena. un tratto in linea tonda e pingue. Da interpretare quella espressività arguta convinzione. Un tempo con ono Da leggere quel culto del bello che i personaggi di Cella esibisc il buffone di corte, divertendo, lanciava stilettate ai potenti. vero che Gianni, per Dicono che il mondo non cambia mai. Occorre crederlo, se è dire alcune cose, ha dovuto entrare in una favola.

Claudio Rizzi, in occasione della mostra “Generazione anni 50” (2004) presso il Museo Civico Bodini - Gemonio (VA)

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È complicato identificare le barocche simbologie ideate da Gianni Cella. Egli è un giocherellone che si diverte a creare complicate impalcature dadaiste. Cella è un maestro della retorica, insiste con perizia sulla forza dell’immagine, producendo artefatti belli che rappresentano il brutto. Carlo Pesce bravo”… Mi sarò mica esaltato? V.C.: Ha fatto proprio bene ad elogiare le tue doti! Ora spiegaci il passaggio dalla pittura alla “vetroresina”… Perché? G.C.: La vetroresina è un materiale abbastanza recente che non ha memoria storica e culturale. Gli altri materiali usati nella scultura sono: il bronzo ed altri materiali ferrosi, il marmo, il legno, la terracotta e la ceramica, ma la vetroresina è un campo d’azione “vergine”, accoglie al meglio le mie idee e i miei progetti. C’è da dire, però, che la vetroresina non è il mio unico mezzo di espressione, disegno moltissimo sia a livello progettuale che a livello di finitura. Spesso il mio disegno diventa (ritornado alle origini) una “pittura” su tela. A proposito di disegno, ho da poco realizzato le illustrazioni di un libro per ragazzi, che si intitola “E tu chi sei?”, di Dino Ticli, un progetto realizzato dalla Galleria Melesi di Lecco con il COE di Barzio, verrà presentato il 15 di giugno a Villa Olmo, a Como, insieme alle tavole originali. V.C.: Un altro interessantissimo progetto, complimenti! Una curiosità, da chi, o da cosa, trai maggiormente ispirazione? G.C.: Spesso l’ispirazione mi viene dalla parola, da suggestioni verbali che per strani percorsi entra in empatia con un’immagine, e da lì nasce l’opera. Un po’ come faceva Duchamp, io non dipingo per dipingere: è il titolo che fa l’opera, come in “Strano ma vero”, o “Muscoli in libertà”, prima viene quello, l’idea col suo titolo, e poi penso a come realizzarla. V.C.: Quindi senza il titolo mancherebbe l’opera. Parlando di opere “mancate” c’è un’opera che avresti voluto realizzare tu?

i due Cyrano vetroresina e smalto 2017

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Pianta cattiva & Piantamore vetroresina e smalto 2017

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G.C.: sSi c’è, è “La scatola in valigia”, di Duchamp, perché c’è dentro tutto, e tutto quello che c’è all’interno è miniaturizzato. V.C.: Qual è stata la tua prima opera? G.C.: Come dicevo prima, da piccolo rubavo pittura e improvvisavo, le mie prime creazioni sono le improvvisazioni sul muro che facevo da bambino. V.C.: C’è una delle tue creazioni alla quale tieni in modo particolare? G.C.: Non ho preferenze, definisco il mio lavoro “Corpus Cellianum”, considero il mio lavoro come un unico insieme di opere. V.C.: Qual è il messaggio che vorresti venisse recepito da parte di chi ammirare le tue opere? G.C.: Credo che l’arte faccia nascere, in chi osserva, delle domande, non voglio imporre messaggi, voglio che la gente guardando le mie opere si faccia delle domande, voglio che la gente rifletta. V.C.: La tua carriera è lunga, quali sono stati i momenti indimenticabili fin ora? G.C.: I momenti migliori sono quelli legati proprio al lavoro quotidiano, che presiede le finalità del fare. V.C.: Quale credi sia il ruolo dell’artista

contemporaneo? G.C.: Il ruolo dell’ artista è quello di esplorare i campi più disparati del mondo visuale, con il desiderio di descrivere la contemporaneità. V.C.: Cosa vedi nel futuro, come ti vedi nei prossimi anni? G.C.: Cosa vedo nel futuro? È difficile dare una risposta. Nei prossimi anni? Speriamo bene, come questi appena trascorsi! V.C.: Cosa consiglieresti ad un giovanissimo che volesse intraprendere la strada dell’Arte? G.C.: Sono il “ragazzo” meno indicato per dare consigli, mi sento un quindicenne imprigionato nel corpo di un sessantenne. V.C.: Bella risposta, sei il primo Artista con cui parlo che non si sente di dare consigli... Quali sono i prossimi appuntamenti per poter ammirare le tue opere? G.C.: Sto lavorando ad un nuovo progetto, si intitola “Il piacere dell’enigmistica”. Mi piace molto lavorare a progetti specifici, come ho già fatto ad esempio in passato per le mostre: “Una Vita lemme lemme”, presso la Galleria Monopoli di Milano; “Spirito del lago”, presso la Galleria Melesi di Lecco, rispettivamente nel 2013 e nel 2016.


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Topolino e Gambadilegno, vetroresina e smalto, 2017

Pinocchio & Lucignolo, vetroresina e smalto, 2017

Biancaneve & la Strega, vetroresina e smalto, 2017

Peter Pan & Capitan Uncino, vetroresina e smalto, 2017

Cappuccetto rosso e il lupo, vetroresina e smalto, 2017

Gianni Cella (Pavia, 4 marzo 1953) si diploma in pittura all’accademia di Belle Arti di Brera a Milano nel 1983. “Iconoclasta, cattivo, spesso spiacevole”, così Maurizio Sciaccaluga definisce Gianni Cella. Già noto per il suo lavoro all’interno del gruppo Plumcake (dal quale si separa nel febbraio 2000), Cella ha alle spalle una lunga e ricchissima ricerca che porta avanti attraverso il linguaggio della scultura. Le sue opere, a metà fra il tragico e il grottesco, mettono in evidenza l’aspetto più irriverente e crudo della realtà, lo stesso che l’industria del divertimento e del consumo di massa si affannano a oscurare. “Queste sculture - continua Sciaccaluga - sono storie visive dalla doppia interpretazione. Cella guarda una società allo sfascio, ormai decrepita, e la ritrae come se facesse una fotografia. La falsità patinata, il degrado spirituale, la pochezza imperante, l’inutilità dei temi esistono nella realtà e l’artista non ha paura di raccontarli”. Ma stranamente le opere di Cella sono anche “esperienze giocose”, fatte di colori e forme accattivanti, un modo per unire ironia, riflessione e bellezza. Ha iniziato ad esporre nel 1983 presso la Galleria Diagramma di Milano di Luciano Inga Pin, a cui sono seguite numerose altre personali e collettive (sino al 2000 con il gruppo dei Plumcake). Tra le mostre più importanti segnaliamo: - Galleria Centro Steccata (Parma), Galleria GlobArt (Acqui Terme), Galleria Lara e Rino Costa (Valenza - AL), Galleria Monopoli (Milano) Galleria Melesi (Lecco), Galleria Arrivada (Chur), Galleria Kaess-Weiss (Stoccarda), Galerie Severhie Teucher (Zurigo). - Castello Visconteo (Pavia), Palazzo di Re Enzo (Bologna), Fioriere di Palazzo Tè (Mantova), Palazzo Comunale (Arezzo), Palazzo Ducale (Mantova), Collegio Universitario Lorenzo Valla (Pavia), Palazzo Guasco (Alessandria), Spazio Oberdan (Milano), Castello di Volpaia (Radda in Chianti), Pac Milano, Besanaottanta - Rotonda

della Besana (Milano), Palazzo delle Esposizioni “Swatch Emotion, design Italiano (Roma), Istituto Italiano di Cultura “Nuevo Futurismo” (Palma de Mallorca),The Chicago Athenaeum “Art to Swacht” (Chicago), Grand Palais, Seut (Parigi). - Arte Fiera Bologna, Art Basel, La Biennale di Venezia - 44ª Esposizione Internazionale d’Arte. -Museo d’Arte Moderna e Contemporanea (Rovereto), Museo Piaggio (Pontedera), Museo di Storia Naturale (Trieste), Museo d’Arte Contemporanea, (Repubblica di San Marino), Musei Civíci (Reggio Emilia), Museo Parisi Valle (Maccagno - VA), Museo Civico “Bodini” (Gemonio – VA).

L’Artista Gianni Cella Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito internet dell’artista.

Il 27 maggio, invece, è stata inaugurata la mostra “Buoni e cattivi”, presso la Galleria GlobArt di Acqui Terme tutt’ora visibile. Inoltre come dicevo prima il 15 di giugno a Villa Olmo a Como verranno presentati il libro “E tu chi sei?” e le tavole originali che illustrano le pagine del libro. V.C.: Parlare di sé spesso non è facile, ma secondo te, chi è Gianni Cella? G.C.: Se dovessi dire chi sono, direi: Gianni Cella è un visionario della vita, prolifico, polimorfo e caleidoscopico. Chiuso in un perenne isolamento adolescenziale. Grazie per la tua gentilezza, e grazie soprattutto per ciò che fai con la tua splendida Arte. Vincenzo Chetta 41


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© René-Gabriel Ojéda / RMN-Réunion des Musées Nationaux/ distr. Alinari

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Fiorenza Orseoli

Strada facendo - polimaterico su tela di cotone, acrilici, oro, rafia, pastina, pasta d’acciaio, sabbia egiziana, 74x94 cm. Š copyright Fiorenza Orseoli

INFO fiorseoli@virgilio.it - www.facebook.com/pages/Fiorenza-Orseoli-Artista


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AMasera

Un sagace utilizzo dell’intonaco per realizzare, da opere vive, opere vere

Earthquake#3 intonaco su tela anno 2017 100x100 cm.

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A

bbiamo notato le opere di AMasera già diverso tempo fa, presso le fiere di Piacenza, Forlì e Cremona, ma le ultime opere, dove l’utilizzo dell’intonaco si fa intenso, quelle viste durante la cerimonia a Cannes, ci hanno profondamente colpito, tanto da meritare la copertina su questo numero. Siamo andati a trovarlo in provincia di Piacenza, dove vive e lavora.

Vincenzo Chetta: Buongiorno Alessandro, grazie per averci concesso questa intervista, sarà un vero piacere conoscerti meglio… Alessandro Masera: Grazie a Voi! Il piacere è il mio. V.C.: Il tuo talento nell’arte ormai si sta facendo riconoscere, il tuo percorso però non è stato così lineare, anzi, hai sperimentato diverse tecniche e stili prima di arrivare al tuo momento attuale, come sei riuscito a passare dalla fotografia alla pittura?


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A.M.: La pittura è, diciamo così, il mio primo amore. Dipingevo già all’età di 6 anni, su tele e su qualunque supporto mi capitasse sottomano. Fino all’età di 20 anni ho sempre seguito questa passione in maniera più o meno continuativa sempre cercando di sperimentare, di utilizzare materiali e supporti differenti. Mi piaceva l’idea di creare effetti materici, il bel dipinto figurativo non mi ha mai appassionato più di tanto. Anche le prime opere avevano segni di stacco che portavano elementi “di disturbo” all’interno delle varie realizzazioni. Le definirei... sempre poco convenzionali! La folgorazione della fotografia arriva con i viaggi. La voglia di catturare istanti, situazioni espressioni mi appassionava e mi appassiona tuttora. Le mie foto avevano sempre qualche elemento distintivo, nessun bel paesaggio asettico, ma, in post produzione, inserivo elementi estranei presi da altre foto, scorci o sfumature che si sovrapponevano. Sempre in chiave POP a livello di colori, influenzato dal mio mito David LaChapelle, mito che influenza in qualche modo anche le mie nuove opere pittoriche. La passione per la pittura è però tornata con forza in me; inizialmente stampavo foto e, una volta applicate su una tela, dipingevo contorni o direttamente sulle stesse. Volevo fossero mie, volevo che certi scatti, certe immagini e, di conseguenza certi luoghi che mi avevano lasciato qualcosa di speciale, avessero un mio segno. Diciamo che in tutto quello che faccio ho l’esigenza di esprimere sensazioni, sentimenti, più o meno positivi, renderlo personale. V.C.: Torni ancora alla fotografia, o lo consideri un capitolo artistico concluso? A.M.:La fotografia sostanzialmente non l’ho mai abbandonata. L’ho fatta mia come dicevo, l’ho manipolata contaminandola con la pittura. In certi casi alcune fotografie, come “Corbezzolo” o “Primavera 2016”, sono diventate poi dipinti. V.C.: Hai abbandonato il Politecnico per sfuggire alla rigidità della progettazione architettonica, ma non trovi che nel tuo modo di comporre, sia nei progetti fotografici, sia l’opera pittorica, ci siano comunque delle regole, magari subconscie?

Red 70’s - intonaco, inserti pvc e pittura metallica su tela, anno 2016, 100x100 cm.

Red 70’s - intonaco, inserti pvc e pittura metallica su tela, anno 2016, 100x100 cm.

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Natura morta #3 intonaco e smalto su tela anno 2017 70x70 cm.

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A.M.: Sicuramente ogni pagina, ogni esperienza della mia vita, consapevolmente o a livello inconscio, resta nel mio quotidiano e nelle opere che faccio. La rigidità a cui mi riferisco è legata principalmente al discorso strutturale. Poi, negli anni, è arrivato quello che considero il genio dell’architettura Frank Gehry, che ha stravolto ogni schema strutturale. Trovo che nelle mie opere siano rimasti sicuramente l’equilibrio, imparato al Politecnico, e le regole dal punto di vista materico, dettate dalla tipologia particolare e inusuale dei materiali utilizzati. V.C.: Dove trovi l’ispirazione per creare? A.M.: Da tante fonti... Dalla mia famiglia e, in particolare dai miei 4 splendidi nipoti, da un viaggio, dall’attualità, da un libro o da una canzone. Ad esempio i quadri “Prison” e “Home sweet home”, sul femminicidio, nascono di impulso. Ero in aereo di ritorno dalla Cina ed ho letto un articolo dedicato alla situazione femminile in India, nello specifico approfondiva le situazioni terribili che devono affrontare alcune bambine in India. Da qui, di impulso, la voglia di creare e di esprimere la mia rabbia riguardo questi temi su tela.

Oppure la serie “#Earthquake”, dove l’ispirazione è arrivata dagli eventi sismici che hanno lacerato il centro Italia: la voglia di esprimere che al di là di un muro scrostato, di una crepa, c’è speranza, c’è vita, ci sono famiglie con i loro dolori e le loro gioie, la loro voglia di rinascere nonostante tutto. V.C.: Nel corso degli anni hai avuto un mentore, una guida che ti aiutasse a capire quali emozioni e sentimenti seguire per creare, o hai sempre seguito solo l’istinto del momento? A.M.: Nel corso di questi anni ho avuto la fortuna di incontrare persone speciali che sono riuscite in qualche modo ad influenzare la mia arte da differenti punti di vista. Innanzitutto Renzo Schiavi che con le sue indicazioni stilistiche riesce sempre a darmi input cromatici o estetici per rendere efficaci le mie opere. L’Arch. Elisa Massari e la Dott. ssa Ilaria Panizzi, che hanno influito sulle mie opere sia dal punto di vista progettuale ma soprattutto da un punto di vista emozionale. Grazie a loro sono riuscito ad aprirmi rendendo personali le mie opere, trasmettendo, o cercando per lo meno di trasmettere, un messaggio all’osservatore. Il signor Francesco Chetta che con le sue indicazioni preziose riesce a far si che le mie opere siano più coinvolgenti. E come non citare la Dott. ssa Mariarosaria Belgiovine, che ha saputo cogliere l’essenza delle mie opere, raccontandone in bellissimi testi. Come mentore però devo citare il professor Alessandro Manfredi (persona sensibile e capace di trasmettere conoscenza e che, tra le tante cose ha prodotto, nel corso degli anni, diversi documentari, regie di concerti, film ecc...), Professore col quale ho ancora oggi la fortuna di potermi interfacciare. Ho avuto la fortuna di incrociare la sua strada alle scuole medie dove le sue lezioni spaziavano dalla musica alla fotografia, dall’arte pittorica al cinema. Approccio innovativo per un bambino (come mi definivo io) di 12 anni. Tutti input che hanno aiutato la mia mente ad aprirsi, ad imparare ad andare oltre, a valutare le cose guardando altri aspetti, altre sfaccettature. Le sue lezioni erano aria fresca per la mente, mai banali e capaci di far amare ogni forma d’arte analiz-


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Peace - intonaco, smalto e rete metallica su XPS, anno 2017, 60x120 cm.

Love - intonaco, smalto e rete metallica su XPS, anno 2017, 60x120 cm.

Freedom - intonaco, smalto e rete metallica su XPS, anno 2017, 60x120 cm.

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Natura morta #2 intonaco e smalto su tela anno 2017 70x70 cm.

zandola e facendola propria. Per questo non riuscirò mai a ringraziarlo abbastanza. V.C.: Le tue opere stanno ricevendo consensi su molti fronti diversi, quali sono i riconoscimenti che più ti hanno reso orgoglioso del tuo lavoro artistico? A.M.: Ogni riconoscimento mi ha sempre riempito d’orgoglio. Forse dettato dal mio approccio, dall’atteggiamento che mi caratterizza (forze anche legato all’educazione ricevuta dalla famiglia), ogni riconoscimento è sempre un traguardo per me. Posso citare Monte-Carlo in quanto è stato il mio primo riconoscimento a livello internazionale, e Cesenatico in quanto è stato il primo riconoscimento in assoluto. Anche se, il premio di Cannes ricevuto ad

Alessandro Masera (Piacenza, 1976), da sempre appassionato di ogni tipo di forma artistica, si avvicina alla pittura non ancora maggiorenne, fino al periodo in cui frequenta la Facoltà di Architettura presso il Politecnico di Milano. Raggiunta la consapevolezza che la rigidità progettuale non permette di appagare la voglia di sperimentare e di testare materiali e forme innovative, abbandona il Politecnico per laurearsi in Comunicazione e Marketing. Amante di ogni tipo di comunicazione visuale, artistica, acustica ecc... crea una serie di album fotografici che racchiudono, rivisitate in chiave fluo e pop, tutte le emozioni e le sensazioni provate nei lunghi viaggi fatti nel corso degli anni . Tra questi citiamo “Splinter” che racchiude istanti diversi da loro, come le emozioni che suscitano scatti diversi fra loro legati a sensazioni/

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aprile 2017 e, in quel frangente, essere stato selezionato da Voi per la copertina della rivista mi ha particolarmente reso felice. Era la prima volta che presentavo ad un concorso un’opera concettuale. Ho sempre avuto un certo timore a proporle ed esporle. Sono le opere che parlano più di me, dove i miei sentimenti, le mie emozioni sono messe a nudo senza filtri. Per questo mi ha colpito essere stato scelto, è stata una vittoria artistica, ma allo stesso tempo personale. V.C.: Come vedi il tuo futuro, il futuro del tuo modo di esprimerti attraverso l’arte? A.M.: Al momento l’utilizzo dell’intonaco, del cemento e dei pigmenti nelle mie opere mi appassiona molto. Ogni opera è una sfida dal punto di vista della realizzazione, legata ai tempi di asciugatura, alla stesura dei materiali e alla tecnica per realizzare le forme volute. Non voglio però che le mie opere siano fini a loro stesse. Fino a che avrò qualcosa da dire, da trasmettere, sicuramente proseguirò su questa strada, affronterò questa sfida, anche con materiali diversi che al momento sto testando. Non è detto che questo però accada per sempre. Voglio che le mie opere trasmettano qualcosa, sentimenti, rabbia, piacere... Quando questo non accadrà più, quando la realizzazione di un’opera diventerà solo un momento tecnico o banalmente manuale, allora sarà il momento per me di affrontare nuove sfide artistiche. V.C.: Ti ringrazio per il tempo che mi hai concesso, è stato un vero piacere poter chiacchierare con te Alessandro. A.M.: Grazie a Voi, è stato veramente un piacere per me. Vincenzo Chetta

sentimenti come la rabbia, la serenità, tristezza e gioia e l’album “The walk”, che racconta il viaggio attraverso primi piani di scarpe o piedi, fermi o in movimento: attimi e stili provenienti da 4 continenti diversi. Il ritorno alla prima passione, la pittura, risale al 2015, ma non in maniera tradizionale . Masera riporta nelle proprie opere tutta la sua esperienza e la voglia di sperimentare elementi con consistenze differenti, per rendere sempre più vicine alla realtà le immagini e le sensazioni che provocano. L’utilizzo di materiali come intonaco, stucco veneziano pitture al quarzo su base legno rendono uniche le opere di questo artista che non tralascia la passione per l’arte pop introducendo elementi come il glitter per evidenziare, ad esempio, riflessi di sole nelle risacche oceaniche.

La particolarità delle sue opere sta proprio nel fatto di essere riuscito a riportare, con attualità, l’utilizzo di materiali come l’intonaco, nelle opere che realizza. Opere che dal vivo si possono apprezzare pienamente, opere vibranti delle quali la staticità di una macchina fotografica, non riesce a cogliere la vera anima.

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito internet dell’artista www.amasera.it

Alessandro Masera


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Nelle opere di Alessandro Masera, si riscontra l’introspezione visiva della ricerca; le sue interpretazioni pittoriche, elaborate con assoluta libertà di segno attraverso una calda gestualità ricca di energia comunicativa, sono in grado di farci conoscere le sue infinite emozioni.

“ “

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Francesco Chetta

Un percorso equilibrato, dettato da scelte formali sul piano cromatico. L’opera riscopre la sua origine pittorica, dando il giusto equilibrio alle figure naturalistiche. Mariarosaria Belgiovine

Ottima scelta cromatica e buon livello di capacità espressiva, dichiara il suo buon gusto nella scelta di stile e concetti. Ogni suo lavoro viene valorizzato da contrasti materici , un’assoluta dimostrazione le ottime stesure del colore. Sempre attivo nel dialogo con un alfabeto interiore.

Jean Charles Spina

Sopra: Espressioni d’attesa: speranza intonaco su tela anno 2017 100x100 cm. A sinistra: Espressioni d’attesa:dolore intonaco su tela anno 2017 100x100 cm.

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Mauro Capitani

Cinquant’anni di pittura opere tra il 1967 e il 2017

Secondo catalogo generale dell’opera A cura di Giammarco

Puntelli

Caratteristiche editoriali dell’opera: Formato chiuso 24x33 cm 400 pagine di cui 352 a colori Copertina cartonata con stampa a caldo e sovraccoperta plastificata carta patinata opaca da 170 g/m2 Fine rilegatura in brossura filorefe con capitelli

Con un saggio critico del Prof. Antonio

Si invitano i collezionisti interessati alla pubblicazione gratuita delle opere in loro possesso e per ogni altra informazione o richiesta a contattare: cell. 349.7703607 maurocapitani@alice.it

Paolucci


biancoscuro

I volti e il cuore La figura femminile, da Ranzoni a Sironi e Martini

L

a mostra “I volti e il cuore”, organizzata al Museo del Paesaggio di Verbania, curata da Elena Pontiggia e realizzata attraverso il sostegno di Compagnia di San Paolo e di Fondazione Cariplo, è aperta al pubblico fino al 1 ottobre prossimo. L’esposizione, di grande interesse, pone lo sguardo sulla figura femminile, vista e rivisitata, attraverso forme d’arte, pittura e scultura, dalla fine dell’Ottocento alla metà del primo Novecento. Divisa in undici sezioni tematiche, si compone di circa ottanta opere, parte di queste, provengono dalle collezioni dello stesso Museo di Verbania, si possono citare alcune opere di Daniele Ranzoni, maestro della Scapigliatura, in particolare ritratti femminili, come “dipinti col fiato”, o lo splendido ritratto della principessa Margherita di Savoia del 1869. Alla maestria di Ranzoni, si aggiungono le opere dell’artista tradizionalista, Mario Sironi, con “Ars et Amor” del 1901, che documenta la giovanile e poco conosciuta, stagione simbolista del pittore, mentre “Cocotte e Figure”, del 1916, porta alla luce il suo rapporto, finora sconosciuto con il movimento Fauve. Proseguendo

Ambrogio Alciati - Il convegno

S.M. Auxiliatrice, olio su tela, 2017, 60x60 cm.

anno 1918, olio su tavola, 75x75 cm.

Mario Sironi - Figure. anno 1915

per le varie sale, si può ammirare la pittura impressionista di Mario Tozzi, attraverso quadri come “Ritratto della madre” del 1915, “Nel giardino fiorito” del 1920, oppure opere più tarde, appartenenti al periodo del realismo magico come “La toeletta del mattino”. Inoltre, troviamo il dipinto di Ambrogio Alciati, immagine principale della mostra, intitolato “Il convegno”, un opera puramente impressionista, realizzata nel 1918. Il percorso espositivo, prosegue con una sezione dedicata a due donne artiste: la simbolista Sophie Browne con l’opera “Eva” del 1898 e Adriana Bisi Fabbri, mente acuta e indiscussa protagonista nel 1914, del gruppo futurista “Nuove Tendenze”. La donna, ancora una volta musa indiscussa di ogni artista, riscatta il suo ruolo di perfetta creatura, attraverso i volti e il cuore, non solo di chi magicamente l’ha creata, ma anche di chi a suo modo, la osserva. Mario Gambatesa

I VOLTI E IL CUORE

25 marzo – 1 ottobre 2017 Museo del Paesaggio, Verbania INFO T. +39 0323 556621 segreteria@museodelpaesaggio.it Da martedì a venerdì 10.00-18.00 Sabato, domenica e festivi 10.00-19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.museodelpaesaggio.it

GUIKNIART

Il messico attraverso gli occhi di Guillermina Rivera Hernandez

guikni@hotmail.com

www.guikniart.com

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Omaggio a Carlo Mattioli Affascinante nella sua sobrietà

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Carlo Mattioli il protagonista della nuova mostra estiva al Labirinto della Masone, aperta al pubblico dal 27 maggio. L’esposizione intende essere un omaggio di Franco Maria Ricci a Mattioli, concittadino e amico. Un artista essenziale, contemplativo, ma affascinante nella sua sobrietà, una pittura al limite della sinestesia, che riesce a catturare profumi, materia, atmosfera, ma in grado di farsi carico anche di forti suggestioni letterarie, derivate dalla conoscenza e dalla frequentazione di poeti e letterati. Mattioli è stato una delle figure più rilevanti nell’arte italia-

na del Novecento, la mostra copre trent’anni dell’opera del Maestro (dal 1961 al 1993) e presenta i dipinti più rappresentativi dei cicli che hanno reso noto Mattioli. Nella prima sezione della mostra troviamo straordinari dipinti in cui prevalgono paste spesse e materiche con colori terrosi e bui o all’opposto chiarissimi e impalpabili. Meravigliosi i Paesaggi con gli inconfondibili alberi, immersi nella luce estiva, tra cui lo splendido "Albero rosa" del 1980, immagine icona della rassegna. Grande attenzione è rivolta ai Ritratti che occupano una grande parte nell’opera di Mattioli.

Carlo Mattioli - Autoritratto con Anna anno 1982, olio su tela, 80x70 cm. Collezione privata

Accanto al celebre "Autoritratto con Anna", sono esposti alcuni ritratti dedicati a De Chirico, Guttuso, Manzù, Carrà, Longhi, Rosai, insieme a quattro ritratti di Giorgio Morandi del 1969 per la prima volta affiancati. La terza e ultima parte della mostra è dedicata ai grandi Paesaggi, le opere forse più famose, che si dispiegano per tutti gli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta con la loro matericità dai colori intensi, dove si sente forte l’amore di Mattioli per la natura e il suo perdersi dentro alcuni di questi bellissimi scorci. Come scrive Sgarbi: “La natura nella sua infinita varietà è il tema della intera opera di Mattioli, che in essa si cala per restituircene l’essenza, in una esperienza totale, mistica, consumandosi nella visione.” La mostra intende anche celebrare l’uscita del Catalogo Generale, realizzato da Franco Maria Ricci con la prefazione di Enzo Bianchi, i testi critici di Vittorio Sgarbi e Marco Vallora, la biografia aggiornata dell’artista a cura di Marzio Dall’Acqua. É in programma anche una mostra collaterale, "Nella pagina e nello spazio. Mattioli illustratore e scenografo", alla Biblioteca Palatina di Parma (27 maggio – 22 settembre) ed inoltre è possibile visitare su appuntamenCarlo Mattioli - Ritratto di Ottone Rosai anno 1969, olio su tela, 92x75 cm. Collezione privata

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Foto aerea del Labirinto

INFO T. +39 0521 827081 labirinto@francomariaricci.com Dal mercoledì al lunedì 10.30-19.00 Chiuso il martedì

www.carlomattioli.it to lo studio del pittore a Palazzo Smeraldi. L’atelier è stato conservato nello spirito e nell’atmosfera originale così come l’artista lo ha lasciato. L'omaggio a Carlo Mattioli rappresenta una occasione imperdibile per scoprire, o riscoprire, l’opera di un artista sorl prendente. s

Carlo Mattioli - Paesaggio, 1971, olio su tela, 45x40 cm, collezione privata

CARLO MATTIOLI

27 maggio – 24 settembre 2017 Labirinto del Masone, Fontanellato (PR)

"Una realtà che mira a trasmettere profonde emozioni, attraverso un’armoniosa creatività"

rita.astolfi@gmail.com

Il segreto della femminilità - acrilico e resina su tela, 2012, 80x80 cm.

Rita Astolfi

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Finissage al Collegio Valla Concluso il primo ciclo di mostre “Back To College”

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a prima edizione di “Back To College”, la rassegna d’arte contemporanea organizzata dal Collegio universitario Lorenzo Valla di Pavia, è giunta alla conclusione del suo primo percorso espositivo. Si è celebrato il successo dell’iniziativa con un affollato finissage, al quale hanno partecipato gli Artisti protagonisti della rassegna, il rettore Ettore Maccarini, la curatrice Martina Corgnati, l’Assessore alla Cultura di Pavia Giacomo Galazzo, oltre alla stampa ed al pubblico interessato. Durante questa prima edizione abbiamo potuto ammirare e confrontarci con le opere di Lele Picà, Vittorio Valente e Leonardo Santoli, con quelle di Florencia Martinez, Davide Ferro e Massimo Romani, di Francesco Garbelli, Gianni Cella e Corrado Bonomi, fino alle ultime esposte, quelle di Tommaso Chiappa, Olinsky e Dario Brevi. Nei discorsi di chiusura si è percepito un grande entusiasmo da parte di tutti gli attori di questa rassegna: soddisfatti per l’interazione creatasi con gli studenti e con il mondo social, a loro così vicino, e per aver trovato un po’ di

freschezza nel modo di intendere e far conoscere l’Arte. Back To College non si ferma qui, proseguirà il suo percorso anche fisicamente fuori dalle mura del Collegio Valla di Pavia, varcando nuovi confini, mentre già si guarda alla prossima edizione pavese, prevista per ottobre, con altri grandi Artisti. Daniela Malabaila Nella foto da sinistra: Dario Brevi, Francesco Garbelli, Martina Corgnati, Maurizio Ettore Maccarini, il curatore dell’archivio Olinsky Sandano, Corrado Bonomi, Florencia Martinez, Vittorio Valente, Gianni Cella, Lele Picà, Massimo Romani. Davanti, con la locandina, Davide Ferro.

Patrizia Castaldi, Mondi diversi A Roma la solo exhibition dell’Artista

È

il calore sprigionato dai materiali lavorati che ha portato l’artista Patrizia Castaldi, pittrice e scultrice in attività da molti anni, a recuperare antiche tradizioni, come quelle delle tribù Bakota, e a costruire interessantissime opere scultoree, in mostra alla Galleria La Nuvola di Roma fino al 15 giugno. Un percorso, presentato dopo alcuni anni di assenza dell’artista dagli spazi espositivi, che mette in evidenza uno stile astratto inequivocabile legato ai volumi geometrici e che si esprime in una costante ricerca di forme quasi elementari ma essenziali. Il titolo dell’esposizione, “Mondi diversi”, rappresenta le interazioni culturali e le interpolazioni con diverse tipologie di materia che la Castaldi tratta con leggerezza e semplicità: dal legno al ferro, dal rame all’ottone. Le opere legano materie ed elementi diversi per costruire un ordine cosmico,

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in un’assoluta armonia di proporzioni e calibrata misura compositiva. Un cammino parallelo di occhio e mente in cui la struttura logica e matematica che caratterizza l’espressività dell’artista gioca in equilibro tra il primo piano e il fondo, tra la facciata della prima percezione e lo sguardo allungato l della tridimensionalità. s Patrizia Castaldi - Sculpture brass and iron, 58x29x26 cm.


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MonoMax: la personale a Varese La mostra vinta al BIANCOSCURO Art Contest 2016

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i è conclusa il 19 maggio la mostra personale dedicata a MonoMax, al secolo Massimo Soldi, tenutasi alla Showcases Gallery di Varese. L’Artista, vincitore del premio Mostra Personale al BIANCOSCURO Art Contest 2016, ha esposto opere di diversi periodi, tracciando così il proprio percorso artistico e mostrandolo ai visitatori, così che tutti potessero comprendere il filo che lega la sua arte. Giochi di colore, giochi di parole (espressioni scritte incontrano tele e colori) nelle opere di MonoMax. Aggiungere, togliere o modificare spazi al bianco. Sottrarre al nero il predominio dello spazio infinito iniettandolo di luce. “Un giorno, i colori e le forme iniziarono a comporre brecce nella sua realtà trasformarmandola in sogno da trasferire con inchiostri su pagine bianche del divenire.” L’impegno e la passione hanno generato macchie di sogni e di emozioni, che ha trasferito con inchiostri, colori acrilici, tecniche miste, moltissima spatola e poco pennello, su ogni supporto possibile o immaginabile, liberando tensioni provenienti dal profondo o avvolgenti e incombenti dall’esterno, alimentando quella che oramai è una necessità esistenziale. L’uso dell’inchiostro ha rappresentato e rappresenta per Massimo, la nota portante del suo “fare”, della quasi

totale impossibilità di modificare, nel bellissimo gioco tra creare e lasciar creare, linea sottile del divenire. “L’Artista, o come preferisco dire io “l’Artigiano”, decide quando il quadro è terminato, e nel deciderlo fissa in modo perentorio la sua Opera, sia essa imperfetta o definibile ineccepibile nella sua apparente ricerca di perfezione”. MonoMax sceglie di lasciare imperfezioni, a volte molto evidenti, per sottolineare quella parte istintiva ed emozionale che diviene parte integrante dell’opera stessa, meglio, del gioco emozionale dell’Artigiano che, come un fanciullo, ritiene concluso il suo meraviglioso gioco di segni sulla tela, quasi un inno all’incompiuto e al tentativo di porsi come creatore dell’Imperfetto. MonoMax mantiene integro il bianco (o il nero) sulla linea di demarcazione fra l’uno e l’altro, quando il suo complementare si appoggia, è fare i conti con la contaminazione dell’uno o dell’altro, l’ultimo che viene usato è sempre il contaminatore che a sua volta viene contaminato, e ritoccando si potrebbe procedere all’infinito in questa azione e nel vano tentativo di avere un interspazio neutro infinitesimale, è l’incontro fra opposti, è il divenire della contaminazione. MonoMax, Giochi di colore, Giochi di parole. Flavio Ennante

showcasesgallery.blogspot.it

In basso a sinistra il Direttore Vincenzo Chetta con l’Artista Monomax. Nelle altre immagini alcuni momenti del vernissage

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Antonio Dominguez de Haro

La mostra antologica alla Excellence Art Gallery

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arbella è nuovamente teatro per grandi appuntamenti d'Arte. La prestigiosa mostra dedicata ad Antonio Dominguez de Haro (Almuñecar, Granada 1928), titolata “Antologica 1960, 2014”, è stata accolta negli spazi di Excellence Art Gallery by Massimo Cedrini, sotto la direzione artistica del curatore Giuseppe Carnevale, con la partecipazione di Tony Dominguez de Haro, figlio dell'artista e della responsabile per le relazioni estere Ursula Salvador. La mostra ci trasporta in un apparente mon-

do surrealista, fatto di paesaggi subacquei, attimi di vita sottomarina nelle tipiche ambientazioni del mar mediterraneo che bagna le coste spagnole. L’esposizione ripercorre più di 60 anni di attività artistica del Maestro, da opere create negli anni ‘60 sino alle più recenti del 2000, dipinti ad olio ricchi di sincerità pittorica. Una traiettoria artistica di assoluto prestigio avvalla l'apertura di un museo dedicato ad Antonio Dominguez de Haro nella cittadina di Almuñecar, a Granada. Inoltre recentemente a Miami è stato aperto uno spazio espositivo permanente a lui dedicato, nel prestigoso Fours Season Hotel. “Aspetto importante, e per certi versi unico”, osserva il curatore della mostra Giuseppe Carnevale, “il fatto che l'artista sia arrivato al definitivo riconoscimento (anche da parte delle Istituzioni) ancora vivente, sorte che non viene

Sopra, il curatore della mostra Giuseppe Car-

Sopra, da sinistra Massimo Cedrini, Ursula

nevale con il titolare della Galleria Excellence

Salvador, Tony Dominguez de Haro, Giuseppe

Art Gallery , Massimo Cedrini.

Carnevale.

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concessa nella stragrande maggioranza dei casi, tristemente.” osserva il curatore. Le opere dell' artista sono in esposizione permanente in differenti collezioni nel mondo, tra cui ricordiamo il Museo Santander, l’Università de Luisiana e l' University Center Gallery negli Stati Uniti. Per Massimo Cedrini e Giuseppe Carnevale la mostra antologica di questo grande Maestro spagnolo rappresenta un fiore all'occhiello di assoluto prestigio per la Galleria stessa, e che promette di identificarsi quasi esclusivamente con mostre di altissima qualità, volte a dirigersi verso il mercato del collezionismo. La galleria si sta preparando per un altro importante appuntamento, previsto per questa estate: una mostra dedicata a Salvador Dalì, con la presentazione di opere grafiche altamente selezionate e certificate. Flavio Ennante


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Paolo Masi: tracce e segni La mostra sui “Cartoni”, a Venaria Reale, fino al 4 giugno Cartone, 2010, tecnica mista su cartone da imballaggio, 40 x 40 cm

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a personale “PAOLO MASI | Tracce e Segni”, a Venaria Reale (proprio di fronte alla Reggia), curata da Mariasole Vadalà, si concentra su una produzione particolare, iniziata da Masi negli anni Settanta: i Cartoni. Il 1974 è un anno cruciale per l’artista: si trasferisce per qualche tempo a New York e abbandona il suo studio per interessarsi alle tracce che delineano l’epidermide della metropoli che lo ospita. Al suo ritorno in Italia camminando per Firenze, Masi nota un cartone da imballaggio, 40 x 40 cm, probabilmente proveniente dai grandi magazzini, che riporta sulla superficie i segni del passaggio del tempo. Da qui l’intuizione: aggiungere le proprie impronte alle tracce preesistenti. Utilizzando attrezzi comuni i cartoni ondulati vengono bucati, lacerati, graffiati, rivestiti da veline, fili o colori e infine inscatolati in teche di plexiglass. Le 28 opere in mostra, che vanno dal 1975 al 2015, intendono ripercorrere l’evo-

luzione dell’artista attraverso questo importante l ciclo di lavori. s

Le forme espressive di Franco Carletti legate da una continuità emotiva, reale e sognatrice

F

ranco Carletti, sin da piccolo, esprime il proprio senso artistico dilettandosi segretamente a dare forma e colori alla quotidianità che coglie con intuizioni semplici e delicate, soffuse e pacate. Oggi mostra i suoi lavori, dove gioca con gessi, stucchi, cristalli e metalli che gli permettono di sviluppare forme espressive legate da una continuità emotiva, reale l e sognatrice, profonda e sublime. s Carletti nasce nel 1954 a Gaiole in Chianti. Risiede a Siena, laureato in Giurisprudenza, vive tra le colline del Chianti ed il mare di Castiglione della Pescaia da dove trae ispirazione per molti dei suoi soggetti.

My bag olio su tela, 2017, 50x70 cm.

L’incontro acrilico su tela, 2017, 100x50 cm.

francocarletti54@gmail.com www.francocarletti.it

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RUDIK PETROSYAN

Venice in my dream - olio su tela, anno 2017, 80x100 cm.

Dal 1970, le opere di Rudik Petrosyan sono state collezionate dall’Arme-

Since 1970, the works of Rudik Petrosyan have been collected by the

nian Museum of Art, dal Tretiakov Museum di Mosca, dal Kiev Museum,

Armenian Museum of Art, Tretiakov Museum of Moscow, Kiev Museum

dalle State Art Galleries Yerevan e dalle collezioni private in USA, Giappo-

of Russia, State Art Galleries of Yerevan and private collections in USA,

ne, Germania, Francia, Argentina. Attualmente risiede nel New Jersey, am-

Japan, Germany, France, Argentina and so on.Currently residing in New

messo legalmente negli Stati Uniti per la sua straordinaria abilitĂ artistica.

Jersey. Admitted legally to the US as an Extraordinary Artist Ability.

rudikpetrosyan@hotmail.com - www.rudikpetrosyan.com 58


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Art Prize in French Riviera 2017 La cerimonia di premiazione si è tenuta a Cannes

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n altro grande evento organizzato da ArtExpò Gallery: lo scorso 22 aprile sono stati consegnati i trofei dedicati all’ Art Prize in French Riviera 2017, assegnati dalla critica internazionale. La manifestazione si è tenuta al rinomato Cannes Palace Hotel, luogo in cui è stato possibile ammirare tutte le opere premiate grazie alla video esposizione. I componenti della commissione, intervenuti alla premiazione (Mariarosaria Belgiovine, Jean Charles Spina,Vincenzo Chetta, Daniela Malabaila, Elena Cicchetti, Francesco Chetta, Oxana Albot, Gian Paolo Curti) hanno confermato l’ammissione al premio dei singoli Artisti, leggendo e consegnando la motivazione critica. Fra tutti gli artisti giunti in finale, uno solo si è aggiudicato il premio speciale messo a disposizione dalla redazione di BIANCOSCURO Art Magazine: il talentuoso Alessandro Masera, che comparirà sulla Over The Cover. Il ringraziamento della direzione di ArtExpò Gallery va alla collaborazione attiva dei suoi ospiti ed all’assistenza tecnica e multimediale di Antonio, Rosanna e Sharon. Mariarosaria Belgiovine

Gli artisti selezionati e premiati con il trofeo Art Prize in French Riviera 2017: Agron Rushiti, Aurelia Albertocchi, Innoccenza Alessi, Rita Astolfi, Marco Baruzzo, Rolando Benvenuti, Alberto Biocca, Loredana Boldini, Luisa Borin, Sergio Buiatti, Cristina Maya Caetano, Gildo Carabelli, Pasquale Caraviello, Pino Carcelli, Margherita Casadei, Massimo Cattaneo, Giovanna Cherchi, Serenella Chiarpellini, Loredana Chinatti, Tonino Dal Re, Dorka Dobus, Gyorgy Dobus, Sinikka Elfving, Maria Farise’, Giacomo Frigo, Francesca Ghidini, Stefano Guadagnoli, Lisbeth Haljesgard, Oliver Hurtado, Jani Jan J., Karen Salicath Jamali, Le Thuy Ai, Giuseppe Loy, Alessandro Masera, Carmen Mongiardino, Amelia Moretti, Alessandra Pasolini, Francesco Passero, Paolo Pellegrino, Giuseppe Persia, Rudik Petrosyan, Raul Pitis, Stefania Ponticelli, Elena Pop, Delfina Porcu, Mirella Proietti, Luca Puglia, Maria Marta Racca, Marco Raffaele, Guikni Rivera, Mirko Roncelli, Elena Roselli, Donatella Saladino, Domenico Savoldelli, Jose’ Soler Navarro, Contesina Spatariu, Josefina Temin, Michela Valenti, Alexandra Van Der Leeuw, Rita Vitaloni, Edyta Wachowicz.

Il Critico e Direttrice Artistica di ArtExpò Gallery Mariarosaria Belgiovine

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La Biennale di Venezia 57. Esposizione Internazionale d’Arte

La Biennale di Venezia 57. Esposizione Internazionale d’Arte www.labiennale.org

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e la Germania ha meritato il “Leone d’oro”, bisogna riconoscere che il Padiglione Italia è il migliore degli ultimi anni: Cecilia Alemani ha scelto tre artisti (Roberto Cuoghi, Adelita Husni-Bey, Giorgio Andreotta Calò) che hanno saputo interpretare alla perfezione lo lo spazio. Roberto Cuoghi ha concepito un’officina che sforna corpi di un Cristo senza croce, un’officina misteriosa e affascinante che riesce a stimolare tutti e 5 i sensi in un colpo solo. I corpi creati con una colatura di una sostanza gelatinosa (agar-agar) vengono lasciati a macerare in corridoio di aria umida dall’odore acre, con le pareti di plastica a forma di igloo, dove vivono muffe e batteri cibandosi delle sculture. Troviamo anche il natron (un sale già usato dagli Egizi per le mummificazioni) ed i forni per liofilizzarle: il risultato finale, concepito per non essere mai lo stesso, è affisso alla parete: una parete densa di riferimenti, anche mistici, una sorta di oscura crocifissione, che produce una dissociazione che sembra riguardare il nostro presente. Dopo l’officina di Cuoghi si accede ai misteri dei tarocchi di Adelita Husni-Bey raccontati in una video-installazione, tra le luci di un lunapark e le voci di ragazzi che discutono tra loro di magia e realtà. Giorgio Andreotta Calò ha ricreato “una magia liquida”, dopo la foresta di ponteggi inox appare una scala, sali e ti trovi per incanto teletrasportato in un’altra dimensione, un’illusoria cattedrale, un mondo rovesciato, la tana del bianconiglio? Una dimensione dove perdi l’orientamento, la tensione accumulata durante l’esplorazione dell’officina e dei tarocchi, durante la lunga attesa per salire la scala, svanisce, perdendosi semplicemente in una vasta distesa d’acqua. Cecilia Alemani ha superato tutti, lei e suo marito Massimiliano Gioni (Biennale 2013), i migliori curatori in Italia e fra i migliori del mondo. Poco da dire su “Viva Arte Viva”, una bella mostra certo, ma le aspettative erano molto più alte, da Christine Macel ci aspettavamo un messaggio chiaro di innovazione, messaggio che non c’è stato. Una Biennale molto educata, forse troppo. È giunto il momento che un curatore trovi il coraggio di andarci giù pesante, come ha fatto la Alemani per il Padiglione Italia. Vincenzo Chetta

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Padiglione Gran Bretagna

Padiglione Ungheria

Padiglione Corea

Padiglione Austria

Padiglione Grecia

Padiglione Lettonia

Padiglione USA

Padiglione Israele Padiglione Italia


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Padiglione Argentina

Premi della 57ª edizione

La cerimonia di premiazione si è svolta a Ca’ Giustinian il 13 maggio 2017

L Padiglione Georgia

Padiglione Corea

Padiglione Russia

Padiglione Macedonia

a Giuria della 57. Biennale di Venezia, presieduta da Manuel J. Borja-Villel, composta da: Francesca Alfano Miglietti (Italia), Amy Cheng (Taiwan), Ntone Edjabe (Camerun), Mark Godfrey (Gran Bretagna), ha assegnato i “Leoni d’oro” durante la cerimonia di premiazione che si è tenuta a Ca’ Giustinian il 13 maggio 2017 I premi sono così stati assegnati: il Leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale è andato alla Germania con l’artista Anne Imhof “per un’installazione potente e inquietante che pone domande urgenti sul nostro tempo e spinge lo spettatore a uno stato di ansia consapevole. Risposta originale all’architettura del padiglione, il lavoro di Imhof è caratterizzato da una scelta rigorosa di oggetti, corpi, immagini e suoni”, come viene riportato nelle motivazioni della giuria. Menzione speciale al Brasile per “un’installazione che crea uno spazio enigmatico e instabile in cui non ci si può sentire sicuri. Sia la struttura dell’installazione che il video di Cinthia Marcelle realizzato in collaborazione con il cineasta Tiago Mata Machado affrontano le problematiche della società brasiliana contemporanea”. All’artista tedesco Franz Erhard Walther (nato a Fulda nel 1939 dove vive e lavora) considerato un pioniere nel campo dell’arte minimal e concettuale, va il Leone d’oro come migliore artista della mostra Viva Arte Viva con la motivazione “per un lavoro che mette insieme forme, colore, tessuti, scultura, performance e che stimola e attiva lo spettatore in un modo coinvolgente. Per la natura radicale e complessa della sua opera che attraversa il nostro tempo e suggerisce la mutazione contemporanea di una vita in transito”. Leone d’argento come giovane artista promettente a Hassan Khan “per la relazione speciale e intima che quest’opera crea con lo spettatore, a cui suggerisce una connessione tra voce, suono e orizzonte. La sua Composition for a Public Park crea un’esperienza coinvolgente che intreccia in modo splendido politica e poetica”. Il Cda della Biennale di Venezia, presieduto da Paolo Baratta, ha attribuito su proposta della curatrice Christine Macel, il Leone d’oro alla carriera a Carol lee Schneemann (USA). s

L’interno del Padiglione Germania durante la performance dell’artista Anne Imhof

L’esterno del Padiglione Germania

L’interno del Padiglione Brasile (installazione) Il video di Cinthia Marcelle (Brasile)

A destra: Franz Erhard Walther con la Senatrice Finocchiaro, e il Presidente Baratta

Eva e Adele

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Andrea Bassani

Andrea Bassani - Dinamiche spaziali - acrilico su tele sagomate, 95x95 cm.

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti alla pagina Facebook dell’artista.


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The end of Utopia

Jacob Hashimoto – Emil Lukas

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enezia, Palazzo Flangini: due artisti americani conosciuti a livello internazionale sono stati invitati da Studio la Città per allestire una mostra site-specific dedicata al tema della fine dell’utopia. Decenni di sfruttamento ambientale ci hanno lasciato in bilico, l’umanità stessa è diventata sempre più carnefice piuttosto che vittima del caos planetario. Entrando nel piano terra settecentesco del Palazzo, i visitatori incontrano un’immensa e fluttuante scultura site-specific costituita da 8.500 aquiloni neri di carta e bambù, sospesi dal soffitto e assemblati in una spettacolare nuvola ondeggiante che sovrasta le loro teste. Quest’opera di Jacob Hashimoto vuole essere una scultura densa, non di luce, superando la sua abituale poetica di elementi paesaggistici fortemente iconici, geometrie e colori vivaci. Emil Lukas ha creato tre gruppi di opere, separati ma interconnessi: “Lens”, 650 tubi in alluminio assemblati in una sorta di lente gigantesca, la scultura concava è quasi iridescente, permette una visione che si sposta a seconda dei

movimenti dello spettatore. Dall’angolo destro, la lente focalizza e isola il visitatore, concentrando l’esperienza su un’unica prospettiva. La serie “Puddles” è un vasto microcosmo che unisce una progressione impercettibile del tempo. Questi lavori si caratterizzano per superfici tirate in concavità a forma di imbuto, grazie ad una trama di fili. I “Threads Paintings” sono delicate sovrapposizioni di fili ancorati su un telaio di legno che incorniciano il retro irregolare di gesso bianco. Questi fili si incrociano uno con l’altro in modo sempre più fitto intorno al perimetro irregolare del telaio, lasciando il centro dell’opera relativamente vuoto. L’effetto di questa densità disegnata, crea una potente illusione ottica di volume. Come l’osservatore si avvicina al lavoro, l’intreccio di fili diventa apparente e si svela una delicata atmosfera che l scorre su un paesaggio alieno. s

Emil Lukas “Thread”

Jacob Hashimoto

Emil Lukas “Puddles”

THE END OF UTOPIA Jacob Hashimoto – Emil Lukas

Palazzo Flangini, Venezia 13 maggio - 30 luglio 2017 Dal martedì alla domenica 11.00 - 18.00

Padiglione Tibet

Ideato e curato da Ruggero Maggi

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a sempre un ponte tra la cultura Occidentale e quella Tibetana, Padiglione Tibet: ponte fra culture. Gli artisti invitati sono intervenuti con delicate strutture filiformi, messaggi poetici di straordinaria forza spirituale e creativa. L’anima si eleva ammirando le preghiereopere che nella mostra creano passaggi, paesaggi, sensazioni visive, tattili e, in certi casi, anche olfattive. Opere inedite portatrici di messaggi silenti, ma al contempo voci chiare ed esaustive di ogni singolo artista partecipante: Marco Agostinelli, Dino Aloi, Salvatore Anelli, Piergiorgio Baroldi, Lorenzo Bluer, Carla Bertola, Mariella Bogliacino, Fernando Montà, Alberto Vitacchio, Giorgio Biffi, Giglio Frigerio, Fabrizio Martinelli, Rovena Bocci, Rossana Bucci, Oronzo Liuzzi, Rosaspina Buscarino, Silvia Capiluppi, Paola Caramel, Simonetta Chierici, Loredana Manciati, Tiziana Priori, Elena Sevi, Pino Chimenti, Circolo degli artisti di Varese (A. Bandirali, V. Bellea, R. Bertrecchi, E. Broccatoletti, G. Castiglioni, G. Colmenares, G. Colombo, R. Cozzi, R. De Vittori, M. Di Giovanni, A. Franzetti, F.

Emil Lukas “Lens”

PADIGLIONE TIBET Un ponte di cultura e libertà

Palazzo Zenobio, Venezia 10 maggio - 10 agosto 2017 Dal martedì alla domenica 10.00 - 18.00

Genghini, M. Goetze, R. Marrani, E. Milesi, S. Naccache, A. Nicora, L. Pasquetti, V. Rampinini, A. Tortoreto), Marzia Corteggiani, Giampietro Cudin, Carla Rigato, Albina Dealessi, Nyima Dhondup, Livia Liverani, Anna Maria Di Ciommo, Franco Di Pede, Marcello Diotallevi, Giovanna Donnarumma, Gennaro Ippolito, Gretel Fehr, Mavi Ferrando, Mario Quadraroli, Roberto Scala, K7, Alessandra Finzi, Gianni Marussi, Alberto Fortis, Emanuela Franchin, Ivana Geviti, Antonella P. Giurleo, Isa Gorini, Gruppo Il Gabbiano, Peter Hide 311065, Isabella Rigamonti, Benedetta Jandolo, Angela Marchionni, Oriana Labruna, Silvia Lepore, Sandro Pellarin, Giulia Niccolai, Gruppo BAU, Tashi Norbu, Clara Paci, Lucia Paese, Salvatore Perchinelli, Marisa Pezzoli, Benedetto Predazzi, Anna Seccia, Gianni Sedda e Roberto Testori. Padiglione Tibet sarà partecipa il 17 giugno all’evento Venice Art Night, con l’al pertura straordinaria fino alle ore 23.00.s In alto a sinistra un’opera di Isabella Rigamonti, al centro una vista del salone, sotto un’opera di Peter Hide 311065

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Vito Spada

Forme in libertĂ 2 polimaterico acrilico, foglia rame, oro su tela anno 2017, 70x100 cm, a spessore variabile.

vspada57@libero.it

www.vitospada.it


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“Migrant aliens”

progetto a cura del Padiglione di San Marino volta coinvolti nella Biennale, hanno poi vestito i panni dei turisti, meravigliandosi delle bellezze della città. La Bellezza e l’Arte però, sanno anche parlare agli “alieni”, con una lingua universale capace di superare ogni distanza e differenza. L’installazione pone numerose riflessioni sullo stato attuale del mondo, percorso da migrazioni che toccano ogni latitudine e dai frequenti segnali che giungono da più parti su possibili civiltà extraterrestri da cui, in un futuro forse non troppo lontano, potremmo essere visitati. Gli artisti che in esposizione sono: Fu Yuxiang, Xing Gang, Yishan, Zhang Wang, Zhao Wumian, Priscilla Beccari, Giancarlo Frisoni, Giovanni Giulianelli, Sisto Righi, Patrizia Taddei, Marco Tentoni. Con la partecipazione speciale l dell’artista taiwanese Lee Kuag-Yu.s MIGRANT ALIENS Palazzo Giustinian Recanati, Dorsoduro 1012 Palazzo Rota Ivancich, Castello 4421 Centro Don Orione Artigianelli, Dorsoduro 947 Ateneo Veneto, Campo San Fantin 1897 13 maggio - 26 novembre 2017

Memory and Contemporaneity

SILVIA CAITI A

Evento collaterale de La Biennale di Venezia

silviacaiti@hotmail.it

10º cantico, ceramica raku, 2015, 21x14x39 cm.

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itorna alla Biennale di Venezia il Padiglione di San Marino, in collaborazione con la Repubblica Popolare Cinese, dopo il grande successo ottenuto nel 2015. Tra le opere esposte, nelle 4 location, la grande installazione di Fu Yuxiang, uno degli artisti più interessanti della nuova generazione cinese. Fu Yuxiang ha presentato un lavoro straordinario dal grande impatto visivo e popolare : “Migrant Aliens” che vede un plotone di alieni assaltare la città di Venezia. Gli “alieni”, accompagnati dai ragazzi del Liceo, per la prima

ll’Arsenale Nord di Venezia si tiene Memory and Contemporaneity, evento collaterale della Biennale, promosso da The Palace Museum di Pechino, con la cura di Davide Rampello. La mostra riflette sul passato della Cina che diventa memoria artistica. Partendo dalla Città Proibita, 17 artisti cinesi contemporanei (Xu Bing, Gu Wenda, Qiu Zhijie, Feng Lianghong, Song Dong, Sui Jianguo, Li Songsong, Song Ling, Leng Bingchuan, Zhu Bingren, Geng Xue, Peng Wei, Jiang Jian, Li

Hongbo, Zhang Qikai, Li Mingwei, Shang Yang) reinterpretano uno dei simboli della Cina. A Citterio, De Lucchi, Giovannoni, Lissoni e Rota il compito di realizzare, oggetti d’uso comune in legno, ispirati alle arti decorative cinesi, per tracciare un legame culturale.Il percorso espositivo tiene conto dell’incidente avvenuto lo scorso 4 aprile quando, al largo di Colombo (Sri Lanka) un incendio sulla nave cargo Msc “Daniela”, che trasportava le opere degli artisti cinesi, ne ha impedito l’arrivo l in laguna. s Peng Wei - Letters From a Distance seta, 2012/2017

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www.musilbrescia.it

#musilbrescia

Cedegolo

BICICLETTA MON AMOUR 200 anni di storia della bicicletta dalla draisina al ciclismo moderno In collaborazione con Pedale Vintage A.S.D.

Con il Patrocinio di

dal 19 maggio al 3 settembre 2017

Inaugurazione: venerdĂŹ 19 maggio ore 18:00 Via Roma 48, Cedegolo (Bs) cedegolo@musilbrescia.it tel. 342 8475113

In collaborazione con

Comune di Cedegolo

Comune di Ponte di Legno

Sponsor tecnico

Media partner

mostre - exhibition

#biciclettamonamour


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Si va in scena: ArtBasel 2017 A Basilea, la Fiera che tira le fila del mercato d'arte

T

orna l'appuntamento con Art Basel a Basilea, dal 15 al 18 giugno. Come sempre, tante le sezioni della Fiera: Galleries (dove le principali gallerie di arte moderna e contemporanea espongono opere del XX e XXI secolo); Feature (progetti curatoriali, presentazioni personali, mostre tematiche); Statements (nuovi progetti solisti di giovani artisti emergenti); Edition (opere editoriali, stampe e multipli), Unlimited (la piattaforma pionieristica di Art Basel, sculture e dipinti di grandi dimensioni,

proiezioni video, installazioni su vasta scala e spettacoli dal vivo, sotto la cura di Gianni Jetzer); Magazines (pubblicazioni artistiche provenienti da tutto il mondo presentano le loro riviste); Parcours (il settore che impegna i quartieri storici della città con grandi sculture site-specific di artisti internazionali e talenti emergenti, sotto la cura di Samuel Leuenberger) e Film (film creati dagli artisti, sotto la cura di Maxa Zoller e Marian Masone). Novità per l'allestimento della piazza esterna alla fiera: l'artista svizzera Claudia Comte trasformerà il Messeplatz di Basilea con "NOW I WON", una nuova installazione monumentale, curata da Chus Martínez. L'artista sfiderà il pubblico a vari giochi e attività, tra cui freccette, bowling, wrestling, minigolf, danza e altro ancora. Ma lo sappiamo, Art Basel non è mai "solo" Arte, attendiamo il responso del mercato. Rebecca Maniti

Mario Nigro - Pannello a scacchi 1950 ©A arte Invernizzi, Milano Foto Bruno Bani, Milano

Piero Manzoni - Achrome ca. 1958 Per gentile concessione di Mazzoleni

John Akomfrah - Il ProgettoStuartHall 95', 2013. Courtesy dell'artista e Lisson Gallery

Claudia Comte - HAHAHA mostrata a Bex&Arts Triennale, Bex, 2014 Photo Gunnar Meier

Giuseppe Spagnulo - Piccolo muro 2005. Courtesy dell'artista e Galerie Carzaniga

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La 15ª edizione del LOOP Barcellona rende omaggio ai pionieri della Video Art

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ivedere il passato per capire il presente, ed il futuro: il Festival LOOP, in scena dal 18 al 27 maggio, ha presentato una selezione chiave di autori e opere degli anni ‘60, ‘70 e ‘80, destinati a dare una maggiore comprensione di produzione audiovisiva attuale. La rassegna è stata curata da Eugeni Bonet e Antoni Mercader, esperti di primo piano sulla storia dell’arte audiovisiva e dei nuovi media in Spagna. I partecipanti che hanno contribuito con le loro installazioni, hanno proiettato opere con icone come Eugènia Balcells, David Hall, Beryl Korot, Chip Lord, Mary Lucier, Steina e Woody Vasulka, e Peter Weibel. Il program-

Steina Vasulka Machine Vision COSMOCAIXA

Akram Zaatari - MACBA

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ma è stato reso pieno da mostre monografiche di opere di Andy Warhol ("The music di Andy Warhol", un insieme di oltre sessanta copertine di dischi dal 1949 al 1987), Martha Rosler (acclamata per i suoi video, foto-testi, performance, installazioni e cultura critica), Tony Oursler (artista multimediale d’avanguardia), Antoni Miralda (noto per le sue installazioni di grande formato) e Robert Cahen (famoso video artista, fotografo e compositore). LOOP è ormai il punto di riferimento per l'immagine in movimento, per la sua 15ª edizione ha ampliato i suoi orizzonti: un totale di 80 sedi, anche un po'così insolite, come l’Avinguda de la Llum Cinema, al piano interrato di Carrer Pelai, e Garage Oretigosa. Il Festival ancora una volta si è impegnato a far risaltare la scena e la produzione locale, con una marcata presenza di offerte culturali in giro per la città. L’idea infatti è stata quella di proporre un taglio revisionista sulla video arte attraverso un’ampia gamma di attività, tra cui mostre, installazioni, proiezioni, spettacoli e conferenze: insieme hanno offerto un ampio panorama della miriade di usi del "video". Daniela Malabaila

Tony Oursler - L7-L5 - CAIXAFORUM


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Rhy ART Fair BASEL 2017 Nuova edizione, tradizionalmente in riva al Reno

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no spazio di incontro per gli sulle rive del fiume Reno. La nuova ediamanti dell'arte: Rhy Art Fair zione non sarà da meno, ricca di sorprese è la fiera internazionale di arte e nuova Arte. contemporanea che sviluppa Rebecca Maniti il rapporto tra l'artista ed il pubblico, il tutto durante la grande settimana dell'arte a Basilea. Dal 15 al 18 giugno vengono presentate opere di artisti emergenti: dipinti, sculture, fotografia d'arte, arte digitale e molto altro ancora nel Rhypark Hall Basel. Rhy Art è il complemento perfetto per le fiere e gli eventi d'arte contemporaneamente presenti a Basilea, situato in una splendida cornice, porta l'arte, quella ancora non inflazionata, quella "da scoprire", agli appassionati collezionisti che si riversano a Basilea da tutto il mondo. Dalla sua creazione, nel 2015, Rhy Art Fair è diventata un trampolino di punta affidabile per gli artisti, che quest'anno provengono da 25 paesi diversi. Durante la scorsa edizione, il crescente volume di vendite e importanti contatti hanno creato un'atmosfera magica, i bei tempi sono tornati? Sono stati oltre 5.000 i visitatori (soprattutto collezionisti internazionali, galleristi e curatori) che hanno goduto dell'atmosfera giovane e positiva attorno a grandi opere d'arte, in un'area di eventi centrali ed esclusivi

Immagini dell'edizione 2016 di Rhy Art Fair. Sotto:Vincenzo Chetta con Nadia Heitmar, in posa davanti alle opere che l'artista ha presentato a Basilea nel 2016 Ph. Liberementi

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Art Fair

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Fiere, manifestazioni ed esposizioni internazionali BIANCOSCURO

RIVISTA d’ARTE

ItaliaVersione completa in edizione cartacea o PDF su http://artshop.biancoscuro.it Europe MILANO PAVIA MiArt PaviArt 13-15 aprile 2018 7-8 aprile 2018 5 MOSTRA-MERCATO D’ARTE MODERNA Per Info: artshop@biancoscuro.com www.miart.it www.paviart.it E CONTEMPORANEA CON IL PATROCINIO DI

BERGAMO Bergamo Arte Fiera 25-27novembre 2017 www.bergamoartefiera.it BOLOGNA Arte Fiera 2-5 febbraio 2018 www.artefiera.it

CREMONA Arte Cremona marzo 2017 www.artecremona.it FORLI’ Vernice ArtFair 16-18 marzo 2018 www.verniceartfair.it

Arte Forlì-Cesena Contemporanea 27-30 ottobre 2017 www.fieracontemporanea.it GENOVA Arte Genova 16-19 febbraio 2018 www.artegenova.org

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Affordable Art Fair 26-28 gennaio 2018 www.affordableartfair.com

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StepArtFair 17-19 novembre 2017 www.stepartfair.com

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MONTICHIARI (BS) Expo Arte 23-24 settembre 2017 www.deaservizi.it

RIMINI RiminiArte 9-11 settembre 2017 www.riminiarte.it

PADOVA Arte Padova 10-13 novembre 2017 www.artepadova.com

TORINO Artissima 2-5 novembre 2017 www.artissima.it VENEZIA La Biennale di Venezia 13 maggio 26 novembre 2017 www.labiennale.org

PER INFORMAZIONI: SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: +39 049 8800305

Una selezione delle Gallerie Italiane più prestigiose

BARCELONA (E) Loop Fair may 25-27, 2017 www.loop-barcelona.com BASEL (CH) ART Basel june 15-18, 2017 www.artbasel.com

Rhy Art Fair Basel june 15-18, 2017 www.rhy-art.com PRESS RELEASE BASEL | FEBRUARY | 6 | 2014 Premier line-up of galleries at Art

BERLIN (D) Art Berlin BaselContemporary today announced detail place June 19 to2017 June 22, 2014. Th september 13-17, present works ranging artberlincontemporary.comfrom the M

PARMA ArtParma 30 set. e 1-6-7-8 ott. 2017 www.artparmafair.it

Arte Moderna e Contemporanea

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Pavia Art Talent PAVIA 2-3 dicembre 2017 www.patpavia.it Aprile

AMSTERDAM (NL) Affordable Art Fair november 2-5, 2017 www.affordableartfair.com

VERONA ArtVerona 13-16 ottobre 2017 www.artverona.it

most contemporary artists of toda will present a geographically dive year Statements, Art Basel's secto alongside the Galleries sector, giv placement within the show.

BRUXELLES (B)

With Statements being located in Ha Art Brussels renowned april 2018 Basel architects Herzog & for the Magazines sector and the au

www.artbrussels.com

While galleries from Europe will con exhibitors and artists from across the strong selection of exhibitors with sp The participating galleries have exhi Chile, Colombia, Denmark, France,


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BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE

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ISTANBUL (TR) 20-23 feb 2014 CI contemporary istanbul november 13-17, 2017 contemporaryistanbul.com edizione 18 | 18th edition

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MONTREUX (CH) Montreux Art Gallery november 8-12, 2017 www.mag-swiss.com

www.sartfair.com HONG KONG (CN) ART Basel march 22-24, 2018 www.artbasel.com

PARIS (F) Fiac october 19-22, 2017 www.fiac.com Art Paris april 5-2, 2018 www.artparis.com

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TORONTO (CDN) Art Toronto october 27-30, 2017 www.arttoronto.ca

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LONDON (ENG) Frieze London october 5-8, 2017 www.frieze.com London Art Fair january 17-21, 2018 www.londonartfair.co.uk

MEXICO CITY (MEX) Zona MACO february 2018 www.zonamaco.com

ZURICH (CH) Art International Zurich september 22-24, 2017 www.art-zurich.com

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NEW DELHI (IND) february 8-11, 2018 www.indiaartfair.in 17 – 19 OCT 2014 71


biancoscuro

Kvision Cult Janis Joplin

Una delle migliori interpreti bianche di blues di tutti i tempi, travolse il mondo affermandosi su un palcoscenico che prima di allora era stato per soli uomini

E

ra una di quelle mattine in cui avevo saltato la scuola per andare a giocare a biliardo. Avevo un progetto preciso: sulle orme de “Lo Spaccone” di Robert Rossen, volevo diventare “Nina La Svelta”. Mi mancavano solo gli occhi azzurri di Paul Newman, ma potevo rimediare con le lenti a contatto usa e getta della Johnson. Passare il gessetto sulla punta della stecca era un’eucarestia. Avevo stabilito che avrei anche cominciato coi sigari. Non che Eddy Felson ne facesse uso, ma per me, stecca e sigaro erano compagni di bevute. Nel frattempo mi allenavo con le Camel. Si, perché a quei tempi, nelle sale da biliardo si fumava ancora. Il concetto era semplice: se non eri un fumatore non andavi nelle sale da biliardo e se eri un giocatore, certamente fumavi. Chiaro e conciso. Così quella mattina me ne stavo lì, con la Camel da una parte e la stecca dall’altra. La televisione era perennemente sintonizzata su VideoMusic. E all’improvviso, la vidi: magnifica, fiammante, incontenibile. Era apparsa sullo schermo come il fragore di un tuono. Le vetrine avevano tremato. I tavoli da gioco avevo preso fuoco, colpiti da un’esplosione di dinamite alla Sergio Leone. I “bianchini” dei “ragazzi” erano diventati benzina. Ovunque le fiamme divampavano. Ma chi era quella donna? Di chi era quella voce graffiante? Da dove veniva, che epoca era, chi la conosceva? Col pullover ormai diventato ciminiera, mi avvicinai allo schermo in attesa dello script che l’avrebbe identificata. Il suo nome era Joplin. Janis Joplin. “Era una musa inquietante, una strega capace di incantare il pubblico, la sacerdotessa di un rock estremo senza distinzione tra fantasia scenica e realtà”. (Riccardo Bertoncelli). Uno della cricca notò quello che mi era successo. Aveva sui cinquant’anni e baffi da sparviero. Si avvicino e disse “Ehhhh,

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la Janis. Non ne fanno più così”. Piero non mi seppe dire altro. A quel tempo internet non era ancora diffuso e i CD costavano troppo per una studentessa. Il giorno dopo andai a scuola solo per chiedere alle mie compagne se avessero cassettine di Janis Joplin. A parte una che ascoltava i Nirvana, le altre erano votate ai Take That. Mi sentivo morire. In quel periodo, com’era prevedibile, diventai VideoMusic-dipendente. Ma non la rividi mai più. Un pomeriggio sul treno, di fronte a me un ragazzo del mio paese, chiodo e walkman a palla. Avevo capito che ascoltava i Deep Purple. Non ci avevo mai parlato. Quando si tolse le cuffie, mi feci coraggio e gli domandai di Janis Joplin. Mi disse che non le piaceva. E in fretta aggiunse: “Mio padre ha i CD”. Cioè, dire che mi catapultai a casa a prendere due cassettine dei Queen su cui avevo intenzione di sovra-incidere Janis Joplin, era riduttivo. Praticamente volai. Tutta la mia insicurezza adolescenziale era sparita. Mi ero fatta dire dove viveva e dopo un quarto d’ora ero già alla sua porta. “Registramele”. Senza né grazie né per favore. Aggiunsi solo: “Passo alle quattro”. Alle quattro le cassettine erano pronte. Avevo il walkman con me. Andai al parchetto. Mi sedetti sulla panchina come un atto solenne. Stavo per ascoltare “Cheap Thrills” per la prima volta. Vent’anni dopo, cinquant’anni fa. “Fortemente inspirata dal blues di Leadbelly, di Odessa e di Bessie Smith”, aveva passato l’adolescenza consumandone i vinili, riproponendone i repertori tra le mura domestiche della sua casa di Port Arthur. E pensare che quella piccola città texana la voleva sposa a un puritano ragazzo bianco, disposta a concederle come unica ambizione, l’opportunità di rammendare calzini. Appena poté la ragazza saltò su un autobus e si diresse a San Francisco. Affascinata dalla cultura Beat, come i suoi eroi visse “On the Road”, abitò co-

muni, amò uomini e donne, cantò blues per le strade e prese sbornie colossali. Soltanto due anni prima, quando nell’estate del 1964 era ancora una studentessa, Janis aveva conosciuto Jorma Kaukonen, venturo chitarrista dei Jefferson Airplane. A Santa Clara, in California, i due ragazzi che erano ancora ben lontani dalla fama che li avrebbe accomunati, incisero cinque venerandi pezzi del classic-blues che sarebbero stati rappresentati di li a poco, in una performance presso la Gallery Cafè di San Francisco. Jorma ricorda quanto la Joplin, a quei tempi, prima del “power flower”, degli eccessi e della notorietà, fosse in una forma vocalmente strepitosa. Pare che Ralph J. Gleason, istituzione del giornalismo musicale di quegli anni e cofondatore e direttore della rivista Rolling Stone, “la tenesse d’occhio sin da quell’esibizione nella Bay”. Dismessi i panni della studentessa e con un punteggio di laurea di 99/100, nel 1966, ai tempi di Frisco, Janis incontrò Chet Helms, il quale le offrì un ruolo da vocalist all’interno della neo-band “Big Brother & The Holding Co.”. Inutile dire che la voce della Joplin unita a quel sound acid rock bagnato dal blues e condito dalle sonorità psichedeliche tipiche dell’epoca, crearono una miscela esplosiva, tanto da ottenere quasi immediatamente il primo contratto discografico. L’album però fu un insuccesso di critica e di pubblico, poiché la band, che rendeva il massimo live, mal si adattava alle rigide regole delle incisioni in studio. L’occasione di improvvisare completamente un intero concerto capitò poco dopo, e avvenne su larga scala. Grazie alla fama che nel circuito underground ormai li precedeva, la band fu invitata al Monterey Pop International Festival. E la bufera soffiò forte lungo la costa californiana quella sera, quando Janis interpretò il grande pezzo di Big Mama Thornton, “Ball and Chain”. Quell’esibizione passò alla storia, a detta di molti, come “la migliore performance

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“Piece Of My Heart”, smalto e vinili su tela. Opera di “Musica per gli occhi”. Ascolta su YouTube “Piece Of My Heart” Janis Joplin - 1968 Brano che ha ispirato l’artista per realizzare l’opera.

L’opera a sinistra è di Mattia Consonni alias “Musica per gli occhi”. La passione per la musica lo ha portato, sin da ragazzo, a collezionare vinili e cd. Da qui, la voglia di dare una nuova vita a quei vinili ormai destinati alla discarica; un segno d’amore nato dal desiderio di salvare un patrimonio culturale che per tante generazioni è stato ed è tuttora un’icona. “Musica per gli occhi” trae ispirazione dai brani per realizzare le opere, modellando principalmente vinili, come materia pura e duttile, “Musica per gli occhi” propone uno stile inedito, in cui gli oggetti in disuso, riciclati ed elaborati acquisiscono una sorta di immortalità.

della cantante”. Al termine del concerto, neanche a dirlo, il gruppo aveva già un contratto discografico con la Columbia Records e un produttore: Albert Grossman, lo stesso del già famosissimo Bob Dylan. Il 1968 vide la volta del memorabile “Cheap Thrills”. L’album conteneva l’indimenticabile cover “Summertime” di George Gershwin e l’inedito “Piece of My Heart”, pezzo che divenne il primo “singolo” che le radio dell’epoca riproponevano quasi ininterrottamente, tanto, da schizzare come un razzo al primo posto della classifica di Billboard. “Piece of My Heart” rimase in cima alla classifica per otto settimane. Nel 1969 Janis cominciò la sua carriera da solista e debuttò con l’album “I Got Dem Ol’ Kozmic Blues Again Mama!”. Lo stesso anno fu invitata al Festival di Woodstock, il suo intervento e quello di Hendrix erano i più attesi. Miss Joplin stava attraversando, di fatto, uno dei “periodi più felici e soddisfacenti della sua vita”. I concerti erano perennemente sold-out, le vendite degli album erano realizzati in tempi da record e si affacciava in lei, sempre con più baldanza, la ferma intenzione di dare un taglio all’alcool e all’eroina. Ma non fece in tempo. Il mondo era appena rimasto orfano di Jimi Hendrix e solo dopo due settimane da quell’annuncio sconvolgente, Janis Joplin fu trovata morta in un desolato

motel di Los Angeles. Poco più tardi, anche Jim Morrison li raggiunse. “Pearl”, l’ultimo album dell’incredibile artista, esce postumo nel 1971 sotto la produzione dell’ormai veterano Paul Rotchchil, di cui memorabile fu il suo lavoro con i Doors. In questo album Janis e la sua band avevano raggiunto livelli di massima espressione artistica, ovvero, come mi piace chiamarla, di “supernova”: il punto più alto di splendore, prima dello scoppio finale. La personalità della Joplin prendeva vita sul palco. Incredibilmente rock e incredibilmente blues, maestra dell’improvvisazione come solo i più grandi sono capaci di fare, amalgamava abilmente la dedizione tecnica dell’esercizio costante e meticoloso della determinazione che la votava in modo naturale alla continua ricerca del fraseggio perfetto. “Oltre ad uno stile originale di canto, ispirato dalle grandi cantanti nere di blues, e mediato dall’incredibile personalità vocale dell’artista, dotata di una voce potente, abrasiva, appassionata e struggente, capace di escursioni vocali incredibili, la Joplin, trasformava i brani fino a stravolgerli offrendo delle interpretazioni assolutamente sincere, cariche di dolore, gioia, melanconia, passione, rabbia furente, senza mediazioni, se non la voce: una voce alla carta-vetrata, fortemente emotiva e assolutamente commovente, che toccava e tocca le corde profonde dell’animo umano per la sua sensibilità, per il suo provenire di-

rettamente dal cuore e arrivare al cuore e all’anima dell’ascoltatore.” Assistere a una sua performance significava essere investiti da un uragano che ti lasciava catatonico per ore, al termine del quale, fra orecchie fischianti e gambe tremanti, s’insinuava forte la sensazione d’esser stato testimone di qualcosa di unico. “È Janis che ribattezza il ruolo della donna nella cultura rock, è Janis che inaugura l’immagine della cantantessa sexy e sfrontata, ed è proprio Janis che inventa quell’incredibile stile vocale rauco & elettrico, clonato milioni di volte nei decenni seguenti, da Melissa Etheridge ad Alanis Morissette, da Steven Tyler ad Axl Rose”. (musicstory.it) In meno di quattro anni Janis Joplin travolse il mondo riuscendosi ad affermare degnamente su un palcoscenico che prima di allora era stato per soli uomini. Nel frattempo, nella New York post-atomica, Patricia Lee attendeva di diventare Patti Smith. Nina Baudelaire Di Kvision Cult ne esiste solo uno. Questo: www.kvisioncult.com Guida alle Arti Stilata originariamente nel 1923 dal poeta italiano Ricciotto Canudo, fu ampliata con le ultime due voci (Ottava e Nona Arte) dal critico francese Claude Beylie nel 1964: Prima Arte: Architettura Seconda Arte: Pittura Terza Arte: Scultura Quarta Arte: Musica Quinta Arte: Poesia Sesta Arte: Danza Settima Arte: Cinematografia Ottava Arte: Radio-Televisione Nona Arte: Fumetto Decima Arte: La Fotografia

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l 21 giugno, al tramonto del solstizio d’estate (dalle 19:15 alle 19:35 ora solare), è visibile un’ interessante espressione di PaleoAstronomia, ossia: la luce del Sole, dopo aver attraversato la boscaglia, s’infila nella sagoma descritta dal Megalito, e riproduce la forma dorata e luminosa di una “farfalla” su una grande pietra piramidale opposta ad esso. Questo fenomeno luminoso permane anche in un arco temporale di circa 20 giorni precedenti e antecedenti alla data, con deformazioni di movimento della figura creata. Il simbolo della farfalla è sempre stato estremamente importante in tutte le antiche culture mondiali, assumeva il valore universale dell’anima. Il mistero della sua metamorfosi, ha colpito l’immaginario ancestrale del pensiero dell’uomo, assumendo così il valore di un messaggio arcaico da decifrare. Secondo Marija Gimbutas, archeologa e linguista lituana che studiò le culture del neolitico e dell’età del bronzo della Europa Antica, la simbologia della “farfalla” rappresenta la trasmigrazione dell’anima verso una meta astrale e, in merito a questo sito archeologico, rappresenterebbe un punto geomagnetico terrestre che si va ad allineare ai solstizi con la costellazione di Cassiopea, da cui si generano e si alimentano le energie vitali. Forse, è la più antica testimonianza mondiale in pietra di questa concettualità, e si trova in Italia sul promontorio di Monte Caprione, all’estremo settore orientale della Liguria. Se cerchiamo nel mondo un evento simile, troviamo le pitture rupestri della Sierra di San Francisco, della Baja California: trekking impegnativo che parte da Santa Rosalia, passando per la torrida zona vulcanica di Las Virgenes, entrando nel deserto del Vizcaino fino al villaggio di San Francisco, proseguendo poi a dorso di mulo e a piedi. Si giunge alla spettacolare pittura rupestre

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La Farfalla Megalitica

Menhir, i Megaliti di Monte Caprione

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di un gigante, la cui sagoma all’esterno delle spalle richiama una farfalla e il suo dispiegarsi delle ali. Queste pitture rupestri, scoperte dal missionario gesuita Francisco Javier nel XVIII secolo e dichiarate Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco nel 1993, sono state disegnate 5000 anni fa secondo le rilevazioni al carbonio nel sito della Cueva del Raton e, solo grazie all’isolamento del luogo, sono state preservate dai vandalismi. Torniamo sul Monte Caprione, questo sito megalitico italiano è stato valutato e scoperto negli anni '90, dal Professor Enrico Calzolari, studioso di archeoastronomia e semiologo dell’ambiente, tra i fondatori dell’Associazione Ligure di Archeoastronomia (ALSSA - http:// www.alssa.it/) nel 1997, facendolo risalire al Paleolitico, teoria ormai diffusa presso la comunità astronomica internazionale. L’archeoastronomia è forse una delle scienze più complesse che esistano, è un punto d’incontro tra le materie umanistiche (l’archeologia) e le materie scientifico-matematiche (l’astronomia), dando così un importantissimo contributo alla nuova datazione della scoperta dei calendari solstiziali da parte dell’uomo. In ambiti congressuali si è ritenuto più esatto denominare questa materia “Paleoastronomia”. Egli ritiene che questo sito possa risalire a circa 6000 anni a.C. e lo configurerebbe come un Quadrilithion. Così egli lo descrive: “Il sito è composto da due elementi verticali sormontati da una architrave monolitica conformata a losanga (dal greco loxos, obliquo), poggiante su una grande pietra trasversale, modellata in modo da formare una cuspide che, in modo da formare il varco che viene penetrato dalla luce del sole al tramonto del solstizio d’estate. Per raggiungere il sito partendo da Sarzana, prendere la SS n°1 in direzione La Spezia, per Bocca di Magra-Lerici, Monti di San Lorenzo, poi si sale PHOTO BY ADELE ARATI

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per la lunga strada asfaltata fino a raggiungere una carrozzabile che conduce ad un piccolo parcheggio a ridosso dei resti di una piccola chiesa lunense medioevale del 1470. Si passa vicino a delle proprietà private, meglio chiedere prima di passare o di parcheggiare, il mio consiglio e di fare del Trekking, la strada è poco agibile e con grovigli.” Un commento personale, il simbolo primordiale della farfalla è insita da sempre in un cerchio in movimento spiraliforme, una coincidenza interessante per interpretare l’immagine archetipica di questo simbolo, discorsi lunghi e da trattarsi più approfonditamente. Ma in questo tipo di lettura di filo artistico, possiamo citare un artista olandese del ‘600, Otto Marseus o Otto Marcellis van Schrieck, specializzato in una pittura floreale fortemente simbolica; egli ha viaggiato in Francia, Inghilterra, Germania e Italia, in particolare a Firenze, luogo in cui è stato apprezzato più a fondo, tanto è vero che è conosciuto anche con il nome italianizzato di Ottone Marcellis. Alcune sue Opere sono visibili al Museo della Natura Morta di Poggio, a Caiano - Firenze di Villa medicea. Egli prima dell’avvento degli impressionisti ruppe gli schemi di un’arte fatta in atelier, nelle sue raffigurazioni spuntano farfalle luminose come quella del monolito: la domanda nasce spontanea, l’aveva vista? Oppure tale raffigurazione è insita nella nostra arcaica anima artistica? Per concludere, vorrei specificare che l’eventuale durata della visione di questo fenomeno luminoso dipende naturalmente dalle condizioni metereologiche, ma non è solo importante per la “proiezione solare”, ma anche per la presenza di vari monoliti, seggi e alcuni muri orientati sia accanto al quadrilithon, che nella zona direttamente circostante per questo vale la pena di visitarlo e approfondirlo. Gli studi finora effettuati sono A destra: il momento in cui il raggio di sole attraversa la sagoma della farfalla al solstiziio, per poi disegnarla sul monolite piramidale che ha di fronte

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e i miei futuri romanzi artistici fanta ma scientifici.

arteadelearati.blogspot.com

Per maggiori informazioni seguite in futuro il mio Blog:

ridotti a minimi termini, nonostante la sua importanza etno-archeoastronomica. Per questo motivo cito un importantie collegamento: nella parte sud occidentale dell’isola di Malta, ho avuto il piacere di visitare il tempio megalitico di Mnajdra, a Qrendi. Questo tempio è tra i più vecchi al mondo, risalenti al 3600 a.C., ovvero millenni più vecchio delle piramidi in Egitto e di Stonehenge in Inghilterra, e Patrimonio UNESCO dal 1992. Ebbene esso è composto da 3 templi con pianta a trifoglio (che merita una trattazione a parte), ma la cosa che lo accomuna al Megalite di Monte Caprione è che il tempio a sud viene attraversato dai raggi del sole, essendone perfettamente allineato, durante i giorni di solstizio ed equinozio (21 giugno e 2122 dicembre). Durante quei giorni si verifica un fenomeno analogo al Quadrilithion, anche se in parte differente: durante il solstizio d’inverno il sole entra nel tempio attraverso la porta principale e un raggio va a baciare la grande pietra posizionata alla destra dell’altare; durante il solstizio d’estate invece il raggio di sole entra con angolazione opposta e va a toccare la pietra posta alla parte sinistra. Per celebrare il solstizio d’estate, ogni anno, Heritage Malta organizza una visita guidata ai due templi di Hagar Qim e Mnajdra, noi abbiamo la fortuna di avere gratuitamente una bellissima Farfalla di Luce e non solo… Le conclusioni le lascio a Voi, per il resto vi rimando a visitare il mio Blog e a leggere in futuro i miei Romanzi Artistici Fanta ma Scientifici.. Adele Arati

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Rustya - olio su lino, 70x50 cm.

Frans Bleiji La realtà è tutta un’illusione

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n un momento storico in cui “tutto è arte” e “tutti possono fare arte”, è con rinnovata gioia che osservo le opere di Frans Bleiji, artista olandese dotato di un talento straordinario. Bleiji non si nasconde dietro installazioni megalitiche, performance di dubbio gusto create ad hoc per suscitare scalpore, dipinti “informalmente astratti”. Bleniji incarna tutto il talento classico che troppo spesso, in questo turbinio di “non correnti contemporanee”, dimentichiamo esista. Nato a

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Leyden, nell’Olanda meridionale, l’artista è rapito dalla tradizione pittorica del Rinascimento olandese (fortemente influenzato dalla cultura italiana), e ben presto inizia a dirigere le sue attenzione alla tecnica del trompe-l’oeil, genere pittorico che ha ricevuto questa definizione nel periodo Barocco, ma del quale abbiamo illustri esempi precedenti, come ad esempio il “Coro di Santa Maria” del Bramante, visibile a Milano a San Satiro, datato verso la fine del 1400. Pittore accademico (ha infatti compiuto i


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suoi studi presso la Royal Academy of Art de L’Aia), sente la necessità di staccarsi proprio da quel contesto, e continua così i suoi studi, le sue ricerche, le sue sperimentazioni, in completa autonomia, fino ad arrivare alla perfezione dell’inganno pittorico. L’illusione è quella di essere di fronte alla realtà vera e concreta, di poter allungare la mano e toccare gli oggetti dipinti in maniera ineccepibilmente tridimensionale. Osservando i dipinti dell’illustre artista olandese, possiamo notare quanto siano curati i minimi particolari: cerchiamo un dettaglio, ammiriamolo, e capiremo ben presto che Frans Bleiji è riuscito a dipingere il dettaglio del dettaglio. Da un video o dalla carta stampata, l’intuito ci suggerisce siano fotografie, belle fotografie tra l’altro, con la luce giusta. Dal vivo l’inganno è ancora più sconcertante: in quella credenza c’è una teiera rosAnatevka olio su tela, 70x90 cm.

Frans Bleiji: a painter who seeks what is beyond the support, beyond the visible and the invisible.

Ugly duck - olio su pannello, 61x36 cm.

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sa, ma esiste davvero la teiera? E il mestolo di latta? Esiste davvero la credenza? Ma soprattutto, è reale il muro al quale è assicurata? Ombre e luci, colori e profondità, ingannano l’occhio umano. Nulla è reale, è tutto frutto della maestria di Frans Bleiji. Vincenzo Chetta

Sopra: Cabinet with toys olio su pannello, 101x56 cm. A destra: Cabinet with red boiler olio su lino, 40x60 cm. Sotto: Cabinet with toys olio su pannello, 67x55 cm.

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rans Bleiji, born 6-11-1950 in Leiden. He made his first steps in art in 1984 at the Volksuniversity in Vlaardingen, his teacher noticed the progress he made in a short time and gave him the advice to start a education at the Academy. So he did in 1986 at the Royal Academy of Art in The Hague. In the second year he finished it because the lessons became to abstract and such won’t fit at his way of working, so he was going his own way and became a self-thaught artist. A note about his work (trompe-l’oeil). Have objects been stuck on or pinned to the canvas. It certainly seems like it; you bend over and involuntary want to feel with your fingers whether the push pin has or has not actually been inserted into the canvas. It hasn’t. One of many notables reactions to Frans Bleiji’s work, referring to the use of trompe-l’oeil. While using the techniques of chiaroscuro and especially trompe-l’oeil, Frans succeeds in breathtakingly capturing the essence of the subject and the underlyig thoughts. But he is not a artist who likes to tie himself down to one particular way of working although his approach should always contain a aspect of realism. Whatever course he chooses to pursue, realism will always be part of the new route. For example, his recent work is a fusion of “work after Mondriaan” and realism in a series of work he would like to call “hand in hand”. And no matter what he produces, the same things always seems to come together in his work because of the fact- and this is certainly worth mentioning here- that Frans is always searching for the third dimension on the flat surface, which why he was given the nickname “the shadow artist” in a newspaper article. Frans is a self-thaught artist who, after studying at the Royal Academy of Art for more than a year, decided to teach himself everything he needed to know as he felt that the route followed at the academy was not his.

He has been called “the shadow artist” and “the painter of the third dimension”, Frans Bleiji, for the use of the troupe l’ceil. A painter who seeks what is beyond, beyond the support, beyond the visible and the invisible. The illusion, the serious game of art is the locus within which the pictorial research of Bleiji moves and could not be otherwise for him who was born in Leyden: he comes from a pictorial tradition who, in the Renaissance Holland had another great hotbed, well as the italian one. The trompe l’ceil technique, the painterly whim deceiver met with outstanding success right in that land, which arrived later, on this side of the Alps, mediated by the Venetian art in particular. Frans like many of this predecessors, has made academic studies at the Royal Academy of Art in The Hague which, however, after a while, did not suit him and no longer met his needs. During this phase, his training became self-taught and it start to follow the painting and graphic statement of hyperrealism: a figurative art, which found the most remarkable and precious example in still life of sixteenth and seventeenth centuries. He achieved impressive results over the years and he offers here the demonstration, presenting the works Anatevka and Timeless. Two examples of extraordinary illusoriness, in which the illusion of a metareale “more real than real” seems to replace the work itself.

INFO info@fransbleiji.nl www.fransbleiji.nl

Timeless olio su lino, 100x75 cm.

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Antonella LaganĂ

Antonella LaganĂ - Parlami cielo! tecnica mista, anno 2012, 100x100 cm.


a nd ne CO O se iZi ed

expoarte

moderna contemporanea

Montichiari expoartemontichiari.it

23/24.09.2017 VenerdĂŹ 22 settembre 2017 0re 18.00 Vernissage sabato 23 settembre 2017 0re 10.00 - 20.00 domenica 24 settembre 2017 0re 10.00 - 20.00 Via Brescia 129 | 25018 Montichiari (Bs) Segreteria Organizzativa: Dea Servizi Tel. 0382 483430 - Cell. 320 0190275 - deaservizifiere@gmail.com www.deaservizi.it


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La pittura preziosa di Domenico Savoldelli

Un mix di emozioni vissute e viste, attraverso viaggi mistici immortalati nel tempo, fatti di texture e di accurati dettagli, che donano a Savoldelli, la capacità di trasformare, a differenza di Re Mira, tutto ciò che vede, in oro.

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a storia dell’arte si compone di numerosi artisti che, nei vari settori delle arti figurative, sono riusciti dopo una prolungata ed inesorabile ricerca, a concretizzare nei secoli, degli escamotage tecnici di gran lunga efficaci. Può sembrare semplice, soprattutto per i “non addetti ai lavori”, osservare un capolavoro, che sia un dipinto o una scultura, e soffermarsi quasi sempre solo sulla bellezza che essa emana, piuttosto che interrogarsi su come e con quale tecnica, l’artista abbia realizzato l’opera. In realtà, la sperimentazione, apre le porte ad un mondo molto più complesso, fatto di prove e di tentativi, di successi e di fallimenti e a volte di sola e pura casualità. La ricerca della perfezione, non solo tecnica, ma anche innovativa del materiale, ha avuto un inizio e di certo non avrà mai una fine. Lo sa bene Domenico Savoldelli, classe 1952, artista polivalente, ricercatore e sperimentatore, ma non solo. È uno di quegli artisti, che interroga se stesso e soprattutto il materiale con cui realizza le sue opere. Osserva, scruta e analizza tutto ciò che il mondo gli sussurra all’orecchio, come ci riesce? Beh, semplice curiosità, una dote questa, che gli ha per-

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Sopra: Evoluzione del tempo foglia oro e argento su masonite In basso a sinistra: Leopardo foglia oro e argento su masonite Sotto: Spaventapasseri foglia oro e argento su masonite


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Ciabattino - foglia oro e argento su masonite

messo di vincere nel 2016 a Cesenatico, il Premio Biennale “Leonardo da Vinci”, assegnato per merito dalla commissione critica di ArtExpò Gallery. Le opere, oltre ad essere originali e di gran fascino, sono decisamente esclusive per la loro maniera di essere sviluppate e composte, inoltre, impreziosite nella loro realizzazione. Un insieme di foglia oro e argento, questo è il materiale scelto da Savoldelli, per le sue antiche origini e per i suoi numerosi utilizzi in campo artistico. Questa tecnica, alterata in corso d’opera da Savoldelli, conferisce ai dipinti un ricalco certosino, dovuto alla maestria che l’artista ha nell’applicarla e nel riuscire pazientemente, a sottrarre la classica tavolozza cromatica. L’oro e l’argento, si muovono in simbiosi, attraverso un armonia vibrante e alchemica, smorzata dal contrasto imposto dalla china, utilizzata per definire le figure che vivono nei suoi quadri. Paesaggi, ritratti, animali, sono solo alcuni dei soggetti rappresentati da Domenico Savoldelli, nella sua arte tutto ha un senso e nulla viene lasciato al caso. La meticolosità che appare nelle sue opere, fa evincere l’idea di poter sconfinare dalla routine di tutti i giorni, per addentrarsi in luoghi selvaggi, ambiti da chi ama esplorare, in cui è possibile incontrare personaggi, come il capitano di marina dalla folta barba bianca che porta con se la sua pipa, compagna di mille avventure, per poi raggiungere luoghi come le terre selvagge dell’Africa, o più semplicemente, la Milano di qualche secolo

Manichini foglia oro e argento su masonite

fa. Un mix di emozioni vissute e viste, attraverso viaggi mistici, immortalati nel tempo, fatti di texture e di accurati dettagli, che donano a Savoldelli, la capacità di trasformare, a differenza di Re Mira, tutto ciò che vede, in oro. Mario Gambatesa Domenico Savoldelli, Artista milanese, realizza opere artistiche a foglia d’oro e argento di vari soggetti, ritratti, animali, paesaggi e scene di vita in generale. Particolarità che rende assolutamente uniche le sue opere è il modo in cui ottiene le variazioni di colore con il quale “dipingere” il suo soggetto: il colore è ottenuto quasi esclusivamente con l’applicazione di foglia d’oro e argento e con il disegno risaltato a inchiostro di china. Naturalmente è la conoscenza pluridecennale di questi materiali pregiati che permette di ottenere ricche variazioni di colori.

INFO www.savoldellimilano.com

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Luigi Mapelli (MAPO) Arte interdisciplinare

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on la sua pittura, Mapo trova una collocazione che gli permette di vedere il mondo diversamente da come gli si vorrebbe imporre, e cerca di fare cose diverse da tutto ciò che è ovvio, trovando il piacere della libertà di dipingere immagini il meno conformiste possibile. È sufficiente osservare le opere, quei colori espressionisti di rimembranze surrealiste [...]. Con Freud si potrebbe parlare tranquillamente di interpretazione dei sogni per riportare alla luce quei desideri inconsci che ognuno di noi ha dentro di sé, ma senza i mezzi per esprimerli. Mapo li esprime attraverso la pittura e si può tranquillamente definire “il pittore delle idee, dei pensieri e dei sogni visibili”. La percezione visiva di Mapo, quindi, è letteralmente sovversiva, in quanto gli oggetti che dipinge sono assolutamente riconoscibili, ma egli ce li presenta secondo una logica poetica, secondo un ordine capace di farli apparire sotto una luce diversa, dotati di una forza del tutto nuova, facendo sempre un uso rivoluzionario e destabilizzante della libertà di manovra propria dell’arte. [...] Tutti i contrasti della vita Mapo può mostrarceli attraverso l’arte, e lo fa con la piena libertà che gli permette la sua personale pittura. [...] Le sue sono immagini fortemente poetiche, a volte ermetiche come la poesia di Ungaretti, quando dice:

uno squarcio nel cielo olio su tela di juta, anno 2016, 90x70 cm.

“M’illumino d’immenso”, per farci capire quanto sia grande la sua sete di conoscenza. Il fervore poetico di Mapo va contro l’ordine costituito e il pensiero dominante della maggior parte degli ipocriti, contro coloro che pensano senza riflettere, che si rispecchiano solo nella pseudo verità di quello che vedono. Sa bene che l’opera dipinta non è separabile dal pensiero, che esiste un sapere che non si trova solo nel gesto del pittore, ma che oltrepassa il piano tecnico dell’opera per avverarsi su un piano propriamente estetico. Il sapere del pittore non è solo la capacità di fare, è anche quella di saper pensare, di dare agli altri la possibilità di pensare e riflettere. Per Mapo è la scoperta dell’inconscio, suggeritagli da Freud, studiato per la creazione di “nuovi mondi onirici”, di contenuti psichici inconsci, che giacciono nascosti dietro la facciata del banale quotidiano. Con i cambiamenti ottenuti attraverso l’attento controllo del fortuito, Mapo ha offerto a se stesso e a noi osservatori l’opportunità di sperimentare, attraverso le sue opere enigmatiche, sempre nuovi stupori. In definitiva le opere di Mapo sono lo specchio dell’evoluzione del pensiero di questo nostro periodo storico. Eraldo Di Vita La zucca olio su tela di juta, anno 2016, 80x60 cm.

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biancoscuro

Da anni impegnato nel campo della grafica, ho frequentato i corsi dell’Accademia di Belle arti di Brera (Scuola degli artefici di Brera) e, successivamente, la Scuola di Grafica Pubblicitaria, svolgendo contestualmente l’attività di ritoccatore, cromista, fotografo. Coniu­gando la passione per la fotografia con quella per la pittura percorro un sentiero difficile, ma riesco nell’intento: utilizzo l’arte in modo interdisciplinare. Nei quadri, le forme reali riprese dall’obiettivo della macchina fotografica, attraverso l’uso sapiente della tempera e della pittura ad olio, acquistano una dimensione onirica. Lo studio accurato del taglio fotografico, la tecnica da amanuense e l’impiego di ampi spazi vuoti: cieli, terre innevate, pareti (veri protagonisti di buona parte delle opere), mi permettono di raggiungere un equilibrio armonico di forme e colori. La mia pittura è un compendio delle discipline praticate in passato.

Luigi Mapelli (MAPO)

La coscienza nascosta olio su tela di juta, anno 2016, 90x70 cm.

INFO www.artemape.com info@artemape.com

L'introverso olio su tela di juta, anno 2017, 80x60 cm.

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biancoscuro

Ennio Bastiani L’anima celata in un turbinio di colore

U

n vero amante dell’Arte, che, grazie al talento che lo contraddistingue, trasferisce questo amore sulle sue creazioni, il tutto esclusivamente con l’istinto:“Per il mio personale credo, ho sempre seguito il cammino dell’autodidatta perché credo fermamente che la forza espressiva delle opere si manifesti e si concretizzi soltanto da uno spirito artistico libero da condizionamenti e imposizioni esterni...”. Bastiani ha iniziato a creare da molto giovane utilizzando la tempera, a cui sono seguite le sperimentazioni con l’olio e infine con l’acrilico. Le opere di Bastiani rispecchiano la sua anima: lui che ama la natura fatta di sensazioni e di colori, di rumori e visioni quasi idilliache, racchiuse in un mon-

Sopra: Cavallo incantato pannello con assemblaggio varie essenze legno, 70x60 cm. Sotto: Ti ricordi... - acrilico su tavola, 61x35 cm.

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biancoscuro

do ancora celato, fa trasparire sulla tela queste emozioni, facendo cogliere le gradazioni dei colori e dei sospiri. La ricerca non si è mai fermata, ed ha portato Bastiani allo studio approfondito delle essenze di legno, per poter creare attraverso questa splendida materia prima, opere come “Cavallo incantato”:“Le opere subiscono le variazioni del momento, catturano l’atmosfera e la fermano per sempre in un contesto che è nuova nascita e valorizzazione. Uso il legno, anche materiali di recupero, riutilizzati e riproposti in una veste di grande originalità...”. Pochi efficacissimi gesti, ed il legno si anima, si trasforma dando voce a tutta la sua bellezza, giocando sui contrasti, gli accostamenti, la vicinanza del colore. Le venature dei singoli pezzi divengono esse stesse un “ingrediente” dell’arte restituendo all’osservatore un’opera ricca di dettagli. L’artista parte sempre da uno studio dell’opera che vuole creare, ma spesso il progetto originario non è più riconoscibile, ormai fondamento di un’opera che non tradisce l’essenza dell’artista che l’ha creata. “Ultimamente mi dedico solamente alla rappresentazione di figure femminili, di sguardi, di amori e di sensazioni che il corpo può trasmettere...”, ma chiaramente le figure risultano contorte, forse a rispecchiare i suoi pensieri: sfaccettature di colore, linee, disegni, cerchi o trianA destra: Passione acrilico su tavola, 40x83 cm. Sotto: Les plaisirs du corps - acrilico su tavola, 60x55 cm.

goli cercano di rappresentare le paure, le angosce, le gioie provate da corpi troppo belli per essere offesi. La carriera di Ennio Bastiani prosegue spedita, con tanti importanti riconoscimenti alla sua straordil naria, ed unica, arte. s

INFO enbarte@gmail.com www.bastianicreazioni.it

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biancoscuro

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Gianfranco De Palos L’assenza del colore come poesia assoluta

A

osservare tutta l’opera di Gianfranco De Palos si resta sorpresi da una cosa: la rigorosa fedeltà a un principio costruttivista, secondo cui è la geometria il codice espressivo entro cui muoversi e inventare, entro morfologie scritturali di raffinate variazioni (eppure armonicamente coerenti), fino alle conseguenze più estreme. Lo aveva già precisato Pedro Fiori nel lontano 1982, quando, in un articolo comparso sulla rivista D’Ars, aveva parlato di un operare che corrisponde ad un “rituale visivo” nel modo di apparire e articolarsi delle sue immagini, quasi corrispondendo a una sorta di “equazione in divenire”, rilevando come “da un lato ci sono i sintagmi razionali che danno un ordine alle strutture (i significanti); dall’altro, esistono le ignote dimensioni della memoria (i significati) che lasciano aperta la sua ricerca agli stati mentali ed emotivi del fruitore, ai differenti moduli di lettura”. Nel tempo, ciò si è fatto sempre più chiaro, fino alle produzioni più recenti: fino ai Monocromi che caratterizzano l’esito attuale delle sue ricerche proteso ad una pulizia estrema e a un rigore espressivo che “inventa” il bian-

co, l’assenza del colore come poesia assoluta, come linguaggio del mistero stesso dell’arte. Opere in cui “il colore senza fine”, “il colore clandestino”, per usare alcuni titoli di opere della fine del primo decennio del Nostro Millennio, finalmente realizzano l’auspicio dell’artista di liberarsi dalla “prigione del colore”, lasciando depositare sul supporto del quadro soltanto l’eco, la traccia pura di un sogno di perfezione, l’ascetica felicità di un’armonia senza contrasti. Vincenzo Guarracino

White surface legno multistrato, biossido di titanio 2016, 75x75x1,4 cm.

White surface legno multistrato, colori acrilici, ecopelle 2016, 75x75x1,4 cm.

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biancoscuro

Margaretha Gubernale La spiritualità riflessa sulla tela

www.margarethagubernale.org

“... Abbandona la superficialità del materiale e fa vivere lo spirito. È la ricerca dei valori antichi, perduti: emergono dal buio profondo sotto forma di luce accecante.”

Marco Fanchini

L

Building Material - olio su tela, anno 2017, 60x60 cm.

a maggior parte delle immagini mistiche di Margaretha Gubernale sono dipinte in olio su tela. Le fonti delle sue ispirazioni sono la natura e la filosofia, guardando sempre i dettami della antroposofia (un percorso spirituale e filosofico, basato sugli insegnamenti di Rudolf Steiner). Margaretha lavora da quasi trent’anni come artista internazionale, nata in Svizzera, attualmente si divide tra la Svizzera e l’Italia. Espone le sue opere dal 1983 (Castel of Elector, Mainz, Germania). Da allora ha partecipato ad innumerevoli esposizioni. Tra le più recenti ed importanti annoveriamo: nel 2012 Broadway Gallery a New York; Suisse Arte, a Basilea; nel 2013 Affordable Art Fair nell’edizione milanese; nel 2014 GZgaleriazero a Berlino, Grande Exposition Internationale nella Salle Gustave Eiffel, a Parigi; nel 2015 Pro Biennale Venezia, con Vittorio Sgarbi a Venezia e Artista per l’Unicef a Palermo. Nel 2016 si reincontra con Vittorio Sgarbi a Spoleto Arte, ed espone alla Crypt Gallery di Londra; nel 2017 Artbox Projects a Miami, Inter-

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Fire of God - olio su tela, anno 2016, 100x80 cm.

national Award Galileo Galilei in Italia, Ausstellung artgroupzug.ch a Schweiz, e infine la Biennale d’Arte Peschiera del Garda. Le sue opere sono state esposte anche in Cina e Russia, oltre che in tutta Europa e negli USA.La sua Arte è stata premiata in numerose occasioni, la sua creatività ed il suo talento hanno ricevuto molti importanti riconoscimenti. Tra questi ricordiamo: nel 2015 Roma Imperial Award a Roma, Master of Art e Marco Polo International Prize a Venzezia, Premio della Cultura, Premio Artista Unicef, Nomination in Studiobyblos a Palermo, Michelangelo International Prize a Roma ed il Premio Internazionale Città di Noto a Noto; nel 2016 Oscar Accademy Award/ Miglior Artista dell’ Anno, Primo Premio della Critica a Palermo, First Price Margherita Hack a Milano, Gran Prix Louvre a Parigi, The Best Modern and Contemporary Artists, Knight of the Art, Premio Casanova Award a Venezia, Award Shakespeare in Art a Verona; infine nella prima parte del 2017 l è stata nominata Cavaliere dell’Arte a Palermo. s


biancoscuro

Lucette Senn Vocazione pittorica

Mèandre du destin - olio su tela, anno 2017, 100x110x4 cm.

L

ucette Senn, artista svizzera, ha scelto di fare della pittura la sua vocazione. Da sempre affascinata dai grandi pittori impressionisti, ha la sensazione di poter entrare in quei dipinti. I suoi primi tentativi risalgono ad un periodo di convalescenza, durante il quale si è esercitata con la pittura, scoprendo una particolare sbilità a copiare le immagini di quegli artisti che tanto ammirava. Ha deciso così di diventare una copista, ma nel corso del tempo, il desiderio di mettere sulla tela le sue visioni creative si fa sempre più forte. Ha così iniziato a studiare il disegno accademico, forme tecniche e la composizione presso la rinomata scuola di L-Artquarium a Ginevra. Le sue opere nascono dalle sue visioni, in connessione con gli eventi della sua vita. Risale al 2011 la prima esposizione di Lucette, successivamente ha esposto in tutta la Svizzera (Ginevra, Montreux, Zurigo) e all'estero (Budapest, Parigi, ecc.). Recentemente ha esposto alla Berliner Liste, fiera d’arte di Berlino. Ha appena partecipato al New York Art Expo, e a novembre potremo ammirare le sue opere al MAG di Montreux. Ha una predilezione per la pittura a olio, che fa emergere la sua energia spirituale e la sua dolcezza. É il pennello che la guida, si lascia trasportare dalla sensazione di pienezza che arrivaa quando sta per usare il colore. Attualmente continua la sua attività di pittrice, la sua ragione di vita, il respiro quotidiano, che l dà piacere sia a lei che al suo pubblico. s

French info

L

ucette Senn est une artiste suisse, qui a choisi de faire de la peinture sa vocation, car elle a été toujours fascinée par les grands peintres impressionnistes, et habitée par la sensation de pouvoir rentrer véritablement dans leurs tableaux, et de s’y frayer un passage à l’intérieur. Ses premiers essais remontent à une période de convalescence, où elle s’exerçait en atelier de peinture. Elle découvre qu’elle a une aisance particulière à copier les oeuvres de ces artistes qu’elle a tant admirés. Elle décide de devenir copiste pour des particuliers. Au fil du temps, surgit en elle l’envie de poser sur la toile ses visions créatives. Afin d’étoffer son bagage d’expériences et de connaissances techniques, elle entreprend donc l’apprentissage du dessin académique, la technique des formes, ainsi que la composition à l’école de renom L-Artquarium à Genève, laquelle lui fournit les outils pour explorer en profondeur le monde de la peinture. Ses oeuvres naissent de ses visions, en lien avec les événements de sa vie, et de l’actualité. En 2011 les ouvrages de Lucette Senn ont été exposés pour la première fois, et ont immédiatement suscité beaucoup d’intérêt auprès du public. Dès lors, sont organisées des expositions de ses oeuvres régulièrement en Suisse (Genève, Montreux, Château d’Aigle, Zurich) ainsi qu’à l’étranger (Budapest, Paris). Récemment a exposé ses oeuvres à la foire Berliner Liste, laquelle a eu lieu à Berlin. Elles ont remporté un franc succès, d’ailleurs cela se produit ponctuellement dans toutes ses expositions. L’agence Mecenavie va organiser des expositions à son sujet au prochain novembre 2017, au MAG de Montreux, et à l’Art Expo de New York, en avril 2017. Elle a une prédilection pour la peinture à l’huile, car elle dégage de l’énergie spirituelle et de la douceur. C’est le pinceau qui la guide, simplement elle se laisse transporter par une sensation de plénitude, au moment où elle s’apprête à remplir la toile de couleurs, et de trajectoires. Elle poursuit son activité de peintre, laquelle est sa raison de vivre, son souffle quotidien, qui procure du plaisir tant à elle, qu’à son public attentionné.

Revoltes des planetes - olio su tela, anno 2017, 100x110x4 cm.

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PAtPAvIA.It

A E IM ON PR IZI ED

PAvIA ARt tALENt

mostRa d’aRte contemPoRanea ACCESSIBILE PIttURA SCULtURA & FOtOGRAFIA 100 SPAZI ESPOSItIvI ORARI sabato 10/20 domenica 10/20

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P.A.t. PAvIA ARt tALENt La partecipazione è riservata a pittori, scultori, fotografi ed associazioni che presentino opere d’arte dal costo accessibile P.A.t. PAvIA ARt tALENt educa il giovane pubblico all’arte e all’acquisto di essa, offrendo al contempo l’occasione di avere una più ampia visione sulla realtà artistica contemporanea

UN MAGICO vIAGGIO tRA PIttURA SCULtURA E FOtOGRAFIA


biancoscuro

Antonietta Orsi Toni, luci e contrasti, pieni di vita

A

Rose bianche con catino - olio su tela, anno 2014, 50x45 cm.

rtista pavese di comprovato talento, Antonietta Orsi si è formata presso la scuola di Pittura e Arte visiva “Marabelli”, ed in seguito presso la bottega della Scuola dell'Ottocento. Guidata dal padre (Mario Orsi), ha proseguito con piccole e grandi esposizioni dal 1988. Importante la sua permanenza negli anni ‘90 presso la Galleria Modigliani di Milano. Collabora con centri estivi, circoli

INFO orsi.antonietta@libero.it orsiantonietta.wixsite.com/corso-l-urlo

e scuole per l’insegnamento dell’arte e del disegno ed attualmente prosegue con il suo lavoro di artista e insegnamento della pittura in corsi d’arte presso il suo studio atelier a Pavia in via Basilicata 9/B. L’artista è presente anche su Facebook. Le opere di Antonietta Orsi riflettono, nella loro accurata terminologia stilistica, le componenti essenziali di un'intensa operatività che, associa il naturale talento alle risultanze di una attenta formazione. La capacità creativa della pittrice si snoda in un sicuro tracciato segnico e cromatico, che sa evidenziare i suggerimenti ispiratori e le percezioni formali in un fluido linguaggio espressivo. Ricerca le emozionali vibrazioni dei soggetti, delle atmosfere, delle situazioni, che pone in sintonia con le proprie emozioni, per trasferirle nella materia cromatica in toni, luci, contrasti densi di vitalità. I dipinti di Antonietta Orsi ci svelano una concezione dell'esistenza improntata ai più puri valori umani e spirituali, innestati in una visione reale e poetica insieme delle tematiche analizzate. Una pittura, la sua, protesa ad indagare con entusiasmo in tutto ciò che la circonda, pronta a rilevare, con oculata riflessione, palpiti e sentimenti da traslare nelle vivaci elal borazioni ritmiche della struttura disegnatavi. s

Pere cotte - olio su tela, anno 2014, 60x40 cm.

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biancoscuro

Gladys Colmenares Vitalità e gioia nel colore

N

ata a Caracas, in Venezuela, e attualmente residente a Ispra, sulle sponde del Lago Maggiore, l’artista ha da tempo definito un percorso visivo di grande vitalità coloristica e materica. Sono procedimenti metamorfici dove la materia (smalti, gessi, inserti in oro e argento, plexiglass) viene condotta verso equilibri variabili, tra dense stratificazioni e dinamismi impulsivi. Perché per lei il colore è gioia e gioco insieme: dai magnetismi interni alle fitte tramature stratificate, che invadono la superficie con i loro spessori e i ritmi interferenti. Nei dipinti polimaterici di medie o piccole dimensioni si celano astrazione, divertimento creativo, invenzione: irripetibili, pieni di vita e di colore. Anche negli “assemblages” formati da multipli di grandi pannelli, il procedere dinamico di forma-materia-spazio si muove con accentuata instabilità nel-

le improvvise trasmutazioni cromatiche, momenti creativi rintracciabili pure nelle tridimensionali “pitture-oggetto” inserite in teche di plexiglas.Un particolare talento nella elaborazione tematica del colore ha consentito a Gladys di acquisire un linguaggio molto personale, siglato da una libertà espressiva assoluta, vivace e l multiforme. Come la sua anima. s Le sue opere sono state esposte a: Londra, Caracas, Praga, Berlino, Milano, Bologna, Roma, Mantova, Genova,Venezia, Parigi.

Ultime mostre 2017: Roma, Galleria Monogramma, “Arte contempo-

rane a Via Margutta”; Venezia, “57° Biennale d’arte-Padiglione Tibet”. INFO gladcos52@hotmail.com colmenare8.wixsite.com/gladys-colmenares

“Ogni forma ha per me un significato ben preciso”

Gladys Colmenares Moonbox 65004

legno e plexiglass, tecnica mista anno 2017, 26x167x56 cm.

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biancoscuro

Michela Valenti

M

pingere per l’artista è un po’ come riuscire a catturare momenti di vita, esperienze, pensieri, gioie e dolori, certezze e dubbi. Un messaggio per condividere la percezione delle “cose della vita”, nella quotidianità, la loro sorpresa, in un approccio dinamico, vissuta l “nell’istante presente”. s

Sopra: Saggezza acrilico su cartone 3D, anno 2016, 110x140 cm.

Spensierato - tecnica mista su tavola, anno 2017, 95x102 cm.

ichela Valenti, nata in Svizzera alla fine degli anni ‘60, si è diplomata in disegno tecnico industriale (STA Lugano) nel 1992. All’età di 33 anni, in seguito ad un incidente, rimane per diversi mesi privata della vista: il periodo trascorso nell’oscurità le permette di far luce nel suo io più profondo e di ritrovare le sue verità fondamentali. Inizia così nel 2005 il suo percorso artistico, partecipa a mostre nazionali ed estere (Italia, Spagna, New York, Germania, Belgio, Dubai, ecc.). Le sue opere figurano in collezioni pubbliche e private, pubblicate in cataloghi e riviste d’arte. In merito al suo operato si sono espressi valenti critici, tra cui il Prof. Vittorio Sgarbi. Il tempo passa, la vita pure, di-

INFO creationsmic@gmail.com www.michelavalenti.com

Collettività -tecnica mista su cartone 3D, anno 2017, 110x140 cm.

La luce delle tenebre

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biancoscuro

Ciro Fabbozzi Colori puri per un forte impatto

INFO cirofabbozzi@gmail.com

Implosione cosmica in arancio tecnica mista su tela, anno 2008 100x70 cm.

Sinfonia tecnica mista su tela, anno 2014 150x100 cm.

L

aureato presso l’Accademia di Belle Arti, l’artista Ciro Fabbozzi attualmente vive ed opera nelle Marche. Nelle sue opere la purezza del colore e la materia creano immagini molto forti e di impatto, dove ogni oggetto vive di luce propria, pur stando in equilibrio con tutti gli altri elementi esistenti sulla superficie della tela. I colori non si fondono, restano puri, mostrando personalità. Energia e movimento caratterizzano le sue opere. Il fine ultimo rel sta il voler coinvolgere mente e anima. s

ATTIVITA’ ESPOSITIVE:

2015 - Collettiva “Immaginario astratto”, Galleria d’arte ARTtime, Udine

2013 - Premio d’arte “Città di Corchiano”, Corchiano (VT) 2011 - Personale “Nel regno dei colori”, Jesi (AN) 2009 - Estemporanea “Notte bianca”, Jesi (AN) - Collettiva “Forme”, Jesi (AN)

2008 - Partecipazione “Festivalia”, Jesi (AN)

- Personale “Una nota di vino”, Jesi (AN)

2007 - VI concorso nazionale di pittura “Città di Fondi”, Fondi (LT)

- Collettiva “Con arte”, Villa Salvati, Pianello (AN) - Collettiva “Elementi”, Jesi (AN)

- Partecipazione “Jesi dipinta”, Jesi (AN)

2006 - Premio Canuti “Natale con arte”, Numana (AN) 2001 - Collettiva “Studio di frontiera”, Napoli (NA)

2000 - Illustrazioni per “La comunicazione, aspetti generali”, (di F. Perussia e R. Viano)

- Collettiva “In proiezione”, Giffoni Vallepiana (SA) - Collettiva “Sc-arti”, Centrale T.E., Vigliena (NA)

1999 - Collettiva “Borotalco e pipistrelli”, Casina Pompeiana (NA) - Installazione permanente, Villa comunale di Giugliano (NA)

- Collettiva “Dimensioni distanti”, Benevento (BN)

1998 - Collettiva “Riemergere”, Mugnano di Napoli (NA)

1997 - Collettiva “Colori dalla terra”, Mugnano di Napoli (NA)

98



biancoscuro

Risultati d’Asta

In collaborazione con Meeting Art, casa d’aste dal 1979 A

L

a prima Casa d’Aste italiana, la Meeting Art, la più seguita dai maggiori collezionisti ed estimatori d’Arte, pubblica anche su BIANCOSCURO Art Magazine alcuni dei risultati conseguiti. Meeting Art è una realtà professionale che lavora da più di Lotto n. Asta n.

B

C

Descrizione

Stima €

Aggiudicazione

62

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

ACHILLE PERILLI Roma 28/01/1927 Senza titolo, 1950, inchiostro e tempera su carta intelata 63x48 cm, sigla dell’artista e anno in basso al centro

10.000 12.000

6.000

59

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA O

AGOSTINO BONALUMI Vimercate (Mi) 10/07/1935 - Milano 18/09/2013 Progetto, 1973, acrilico e rilievo in tela su cartone 51x73 cm, firma e anno in basso al centro, etichetta della Galleria La Scaletta al retro

10.000 12.000

6.000

42

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA I

ALBERTO SUGHI Cesena (FO) 05/10/1928 - Rimini (RN) 31/03/2012 Al caffè, 1984-85, olio su tela 45,7x77,7 cm, firma in basso a sinistra, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto

9.000 10.000

5.200

195

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA D

ALDO MONDINO Torino 04/10/1938 - 10/03/2005 Dervisches, 1998, olio e collage su linoleum 60x80 cm, firma, titolo e anno al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto

9.000 10.000

4.000

178

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

ALESSANDRO PAPETTI Milano 12/03/1958 Nudo, 2007, olio su tela 150x100x2,5 cm, firma in basso a sinistra, titolo, firma, anno, numero di archivio e tecnica al retro, opera priva di cornice

14.000 15.000

6.500

283

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

ALFONSO FRATTEGGIANI BIANCHI Pieve Caina 04/06/1952 Blu rosso blu, 2005, pigmento su pietra serena, trittico 54x90 cm (54x30 cm cadauna montate singolarmente in teca); firma al retro

18.000 20.000

20.000

99

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

ALIGHIERO BOETTI Torino 1940 - Roma 24/04/1994 Senza titolo (Oggi ultimi giorni del primo mese dell’ottantanove), 1989 tecnica mista su carta intelata 99x69 cm, firma e anno in basso

36.000 40.000

20.000

400

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

ANDY WARHOL Pittsburg (Usa) 1928 - New York 1987 Karen Kain, screenprint on paper 119,5x91,5 cm; timbro e numero A208.046 della Andy Warhol Authentication Board (New York) al retro

54.000 60.000

30.000

273

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

ANTONIO CORPORA Tunisi (Tunisia) 15/08/1909 - Roma 06/09/2004 In margine al tempo, 1958, olio su tela 146x97 cm, firma e anno in basso a sinistra, etichette della Galleria Pogliani

27.000 30.000

26.000

236

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

ARMAN Nizza 1928 - New York 22/10/2005 Rampante n. 1, 2000, scultura in bronzo smaltato 60x66x24 cm con base in plexiglass, esemplare 91/99

9.000 10.000

5.000

93

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E L CONTEMPORANEA

ARMAN Nizza 1928 - New York 22/10/2005 Violino, scultura in bronzo e legno 34x35x78 cm, tiratura di 8 esemplari, firma in basso a destra, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto

14.000 16.000

8.000

342

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

CHIARA DYNYS Mantova 31/12/1958 Poisoned Flowers, 2015, fusione di metacrilato e stampa lenticolare 65x85x12 cm, firma, titolo e anno al retro

18.000 20.000

10.000

98

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

CLAUDIO OLIVIERI Roma 28/11/1934 Argos, 1985, olio su tela 160x120 cm, firma, titolo e anno al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto

10.000 12.000

6.500

63

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

DOMENICO BIANCHI Anagni 1955 Senza titolo, 2006, cera e palladio su fibra di vetro 80x60 cm; sigla dell’artista e anno al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto

9.000 10.000

5.500

262

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

EMILIO VEDOVA Venezia 09/08/1919 - Venezia 25/10/2006 Senza titolo, 1993, tecnica mista su carta 29,5x22 cm, firma e anno in basso a destra, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto

9.000 10.000

7.500

297

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

ENNIO CHIGGIO Napoli 1938 Struttura visiva-Anelli alternati margini mobili, 1964-1968, dischi di cartone dipinto acrilico, base in legno 104x48x6 cm, firma al retro

21.000 24.000

13.000

152

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

ENRICO BAJ Milano 31/10/1924 - Vergiate 16/06/2003 Malinke mask, 1994, legni, acrilici e collage 48x25x13 cm, firma al retro

8.000 9.000

4.400

D

100

trentacinque anni a servizio dell’Arte. La pubblicazione delle assegnazioni permette di comprendere meglio l’andamento reale del mercato, un indice chiaro che non permette fraintendimenti. Di seguito troverete la nostra selezione di aggiudicazioni delle aste del pel riodo dal 6 al 21 maggio 2017. s

E

F


biancoscuro Lotto n. Asta n.

Descrizione

Stima €

Aggiudicazione

300

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA C

ENRICO CASTELLANI Castelmassa (RO) 04/08/1930 Superficie bianca, 1988, acrilico su tela 80x110 cm, firma, titolo dell’artista ed etichetta con timbro della Galleria l’Elefante al retro

215.000 240.000

150.000

377

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA E

FORTUNATO DEPERO Fondo (TN) 30/03/1892 - Rovereto (TN) 29/09/1960 , “Lunetta del vino”, (1954/55), china e tempera su carta applicata su tela sagomata 64x76,5 cm, opera non firmata

36.000 40.000

20.000

252

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

GIANFRANCO BARUCHELLO Livorno 29/08/1924 Su certe proposte sul compagno Alfonso, 1970 , smalto e collage su lastra di alluminio 40x40 cm, cartiglio con firma, titolo e anno al retro

14.000 16.000

10.000

68

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

GIANFRANCO MEGGIATO Venezia 1963 Disco eroso, 2007, fusione in bronzo a cera persa diam. 46 cm, esemplare 6/9, firma e tiratura alla base, dichiarazione d’autenticità dell’artista su certificato

9.000 10.000

9.000

250

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

GIORGIO GRIFFA Torino 29/03/1936 Orizzontale verticale, 1976, acrilico su tela 40x41 cm, firma e anno al retro, dichiarazione d’autenticità e archivio Giorgio Griffa su foto

10.000 12.000

6.500

64

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

GIULIO PAOLINI Genova 05/11/1940 Cosmogonia, 1990, collage su cartoncino 70x50 cm, firma e anno al retro

18.000 20.000

10.000

298

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

GIULIO TURCATO Mantova 16/03/1912 - Roma 22/01/1995 Mosche cinesi, 1972, olio e sabbia su tela 100x80 cm, firma e numero di archivio al retro, dichiarazione d’autenticità e archivio dell’artista su 2 foto

12.000 14.000

7.000

237

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

GIUSEPPE SPAGNULO Grottaglie (TA) 1936 - 15/06/2016 Guerriero, 1985, scultura in bronzo a patina scura 107x63x53 cm, esemplare 6/6, firma e anno alla base

9.000 10.000

5.500

175

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA N

GUDMUNDUR ERRO Olafsvik (Islanda) 1932 Omaggio all’amico Pablo Picasso, 2011, olio su tela 55x38 cm, firma, anno a al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto

6.000 7.000

8.100

285

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

KAZUO SHIRAGA Amagasaki 12/08/1924 - Amagasaki 08/04/2008 Senza titolo, 1980, acquerello su carta 27,2x24,2 cm, firma in basso a sinistra, cartella originale dell’opera con firma, titolo e timbro dell’artista allegata

36.000 40.000

20.000

251

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E F CONTEMPORANEA

MARIO CEROLI Castelfrentano 1938 Senza titolo, anni ‘60, legno di pino di Russia 60x49,5x12,5 cm; firma in basso a destra, timbri della Galleria De’ Foscherari (BO) al retro

10.000 12.000

6.000

169

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

MARIO SIRONI Sassari 12/05/1885 - Milano 05/08/1961 Albero e montagna, olio su tavola 28x42 cm, firma in basso a destra, timbro della Galleria d’Arte Sant’Ambrogio (MI) al retro

21.000 24.000

14.000

359

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

MARIO TOZZI Fossombrone (PS) 30/10/1895 - St. Jean-du-gard 08/09/1979 Natura morta con conchiglia, 1952, olio su tela 40x50 cm, firma ed anno in basso a destra, etichetta della Galleria d’Arte Lo Scettro al retro

18.000 20.000

15.000

95

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

MASSIMO KAUFMANN Milano 21/06/1963 Senza titolo, 2006, olio su tela 150x100 cm, firma e anno al retro, firma dell’artista ed etichetta della Galleria Astuni su foto

8.000 9.000

4.800

129

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

MAURIZIO GALIMBERTI Milano 1956 Music Dance Yellow, 2010, mosaico di 36 polaroid 75,9x39 cm, firma, titolo, anno e località in basso, etichetta dell’Archivio Nordest con n° 6160 al retro

2.000 3.000

3.000

199

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA G

MICHELE CASCELLA Ortona (CH) 07/09/1892 - Milano 27/08/1989 Portofino, anni ‘60, olio su tela 101x153 cm, firma in basso a sinistra, etichette della Galerie Juarez (Palm Beach-Florida) al retro

27.000 30.000

18.000

395

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA M

MIMMO ROTELLA Catanzaro 07/10/1918 - Milano 08/01/2006 Una vita, 2003, decollage su tela 135x100 cm, firma in basso a destra, titolo, anno, etichette e timbro dello Studio Lattuada (MI)

21.000 24.000

12.000

69

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA A

PABLO ATCHUGARRY Montevideo 23/08/1954 Senza titolo, 2014, scultura in marmo statuario di Carrara,66,5x26,5x14,5 cm; firma in basso, dichiarazione d’autenticità dell’artista su certificato allegato

36.000 40.000

20.000

89

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA B

TURI SIMETI Alcamo 05/08/1929 Un tondo blu, 1989, acrilico su tela sagomata 120x90 cm, firma, anno al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista e archivio Turi Simeti

36.000 40.000

22.000

293

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

PIERO DORAZIO Roma 28/06/1927 - Todi 17/05/2005 Mekan, (serie labirinti), 1996, olio su tela 60x80 cm, firma, titolo e anno al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto

18.000 20.000

10.000

60

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA H

ROBERTO CRIPPA Milano 07/05/1921 - Bresso (MI) 19/03/1972 Spirali, 1951, olio su tela 70x100 cm, firma, anno, numero di archivio e dichiarazione d’autenticità a cura di Roberto Crippa Jr. al retro

27.000 30.000

15.000

79

826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

ROBERTO CRIPPA Milano 07/05/1921 - Bresso (MI) 19/03/1972 Totem, 1959, olio su tela 113x89 cm, firma, anno ed etichetta della Galleria d’Arte Nanni (BO) al retro

18.000 20.000

10.000

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826 OPERE DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

PENCK A. R. Dresda 05/10/1939 - Zurigo 02/05/2017 Lòwenjagd I, 2002, tecnica mista su carta 70x100cm, firma in basso a destra, titolo e anno al retro, etichetta Galerie Jerome De Noirmont (Paris) al retro

18.000 20.000

10.000

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N

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biancoscuro

L’universo surreale di LaChapelle Smarrirsi e ritrovarsi nel paradiso perduto

“Amo creare tramite l’uso della della fantasia, tramutando in immagine i miei sogni” David LaChapelle

I

l mondo dello star system non lo interes- immaginifica, non sono più il mezzo per pubblicizsa più da tempo, ed appartengono ormai al zare un profumo, ma per rappresentare temi umapassato i celebri scatti alle icone mondiali del ni ed ancestrali: il mistero dell’anima, la potenza cinema, della musica e della moda. David della natura e della gioia, la possibilità di ritrovaLaChapelle, uno dei più eminenti fotografi re il paradiso perduto. Oltre a questa nuovissima contemporanei, non abbandona, anzi recupera in serie, la mostra offre ai visitatori un totale di circa pieno, la figura umana come soggetto peculiare del cento immagini, che illustrano i vari lavori eseguiti suo lavoro, virando la ricerca su temi esistenziali. dal fotografo a partire dagli anni ‘90, quando Andy Ecco quindi “Lost+Found”, la mostra monografica Warhol gli affidò il primo incarico per “Interview dedicata a LaChapelle, in corso alla Casa dei Tre Magazine”, intuendone il talento. I colori sono ecOci a Venezia, che ospita in anteprima internazi- cessivi, la messinscena provocatoria e dissacrante, completaundici in edizione cartacea su http://artshop.biancoscuro.it sempre in bilico tra sacro e blasfemo, ma le pose e onale la serieVersione “New World”, opere fruttoo PDF della ricerca degli ultimi anni. Qui, i corpi nudi, le suggestioni derivano dagli affreschi michelanPer Info: artshop@biancoscuro.com levigati e statuari, immersi in una natura esotica ed gioleschi che LaChapelle ebbe modo di ammirare

BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE

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biancoscuro

David LaChapelle - Land Scape - Kings Dominion anno 2013 © David LaChapelle

nel 2006 durante un soggiorno a Roma. Questo è un momento fondamentale del suo percorso artistico: la folgorazione di fronte alla maesotisità della Cappella Sistina sarà tale che, da quel momento in poi, LaChapelle lavorerà solo per serie fotografiche autonome, ma coerenti tra loro; “The Deluge”, “After the Deluge” e “Awakened” ne sono la diretta espressione. Nella sua produzione c’è anche la fotografia di paesaggio, cui si dedica a partire dal 2013 con la serie “Gas, Station and Land Scape”, ricostruzioni in scala con materiali di riciclo di impianti petroliferi e di rifornimento, di cui sono visibili in mostra alcuni scatti. Per “New World” l’ispirazione arriva invece dal simbolismo di Odilon, pittore francese di fine

David LaChapelle - Seismic Shift anno 2012 © David LaChapelle

David LaChapelle - The First Supper anno 2017 © David LaChapelle

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a sinistra: David La Chapelle Gas am pm anno 2012 © David LaChapelle

sotto: David LaChapelle Aristocracy Two anno 2014 © David LaChapelle

Ottocento, e di William Blake, genio visionario e ribelle. “Lost+Found” è in corso fino al 10 settembre, da citare i curatori, il critico Reiner Opoku e Denis Curti, direttore artistico di Civita Tre Venezie e Casa Tre Oci, che ad oggi rappresenta l’unico spazio espositivo veneziano completamente dedicato alla fotografia. Federica Senigagliesi

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Innocenti in Piazza del Duomo, olio su tela, 2016, 80x60 cm.

Sotto: David La Chapelle - Self Portrait as House, anno 2013 © David LaChapelle

MAURA GIUSSANI www.mauragiussani.it


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English info

DAVID LACHAPELLE Lost+Found Casa dei Tre Oci, Venice April 12 – September 10, 2017

in which the references to Michelangelo’s masterpiece are mixed with the logos of the consumer society and the flaunted beauty of the naked bodies. The exhibition continues with After the Deluge, photographs that show a situation in which all the objects and symbols of the current world are submerged, and Awakened, in which are portrayed people A large solo show that presents more than 100 images, in an embryonic state immersed in water: a kind of resurfrom the 1990s until today, following the career of one of rection after the deluge. After 2006 LaChapelle began to the most important and irreverent contemporary photogmake photographic series. Even though each series is autonraphers. For the first time in the world there will be exomous they are linked together quite coherently in a subtle hibited the New World and Paradise series: 11 works that balance between the sacred and profane; they alternate varimark the artist’s return to the human figure and that are ous subjects on the common theme of Vanitas. In fact, if in centred on such ideas as paradise and the representations Earth Laughs in Flowers this motif is approached through of joy, nature, and the soul. Casa dei Tre Oci, Venice, will the beauty of faded flowers, in Still Life there is shown a sebe hosting, from 12 April to 10 September 2017, the surries of wax statues destroyed by vandals and which have the real, baroque, and pop universe of David LaChapelle, one appearance of various stars of Hollywood. During his caof the most important and irreverent contemporary phoreer this American artist has, of course, dealt with landscape tographers. The exhibition, curated by Reiner Opoku and photography which, from 2013 onwards, became an area of Denis Curti, and organised by the Fondazione di Venezia particular interest for his art. In Venice there will be shown and Civita Tre Venezie, will be presenting more than 100 some photos belonging to the series Gas Station and Land images that follow the career of this American artist, from Scape, in which he has reconstructed scale models of gas stahis early projects in black and white from the 1990s to the tions and refineries, with the use of such recycled materials more recent works in colour, works which have largely beas egg cartons, computer motherboards, hair curlers, and come iconic and which have guaranteed him international drinking straws. In the more elaborate versions, LaChapelle recognition by both critics and the public. The exhibition, photographed these small models in the Maui rainforest, the first solo show by LaChapelle to be held in Venice, proin the desert, and on the coast of California. It is for these poses a great novelty: the world premiere of New World, very dreamlike versions of reality that critics have called him a new series made over the past four years. It consists of “The Fellini of Photography”. The previously unexhibited 11 photographs that mark the artist’s return to the human New World marks LaChapelle’s return to the human figfigure and that are centred on such ideas as paradise and the ure. The project, which will be seen first in Venice, involved representations of joy, nature, and the soul. When observing four years’ work. Its central themes are paradise and reprethe path followed by LaChapelle over the past thirty years, sentations of joy, nature, and the soul, and his search for a we discover how his photography has been fostered, on the way of photographing them in natural surroundings. With one hand, by Versione his privileged relationship with magazines completa in edizione cartacea o PDF su http://artshop.biancoscuro.it these photos LaChapelle’s aim has been to meditate on such and advertising, where the icons of the fashion and star sysPer Info: artshop@biancoscuro.com metaphysical questions as how the soul journeys after death, tems act as the raw material for his inspiration, and, on the and the joys and representations of paradise. other hand, by the creative expression of his own vision of the world through images undoubtedly influenced by the younger generation of artists, his contemporaries, who have been shaped by Andy Warhol. The exhibition layout starts DAVID LACHAPELLE from the 1990s, when Andy Warhol offered him his first Lost+Found professional photographic assignment for Interview magazine. It was in this period that LaChapelle pondered on the 12 aprile – 10 settembre 2017 communicative and promotional possibilities of the press, Casa dei Tre Oci, Venezia possibilities closely linked to Pop Art. His photos denounce contemporary obsessions, the relationship with pleasure, afINFO fluence, the superfluous, and the unbounded need to make T. +39 041 24 12 332 an impression. And he wraps everything in electric colours info@treoci.org and lacquered surfaces, all characterised by the recurrent presence of a brazen and aggressive nudity. His subjects Lunedì 10.00-19.00 are such celebrities as Michael Jackson, Hillary Clinton, Dal mercoledì alla domenica 10.00-19.00 Muhammad Ali, Jeff Koons, Madonna, Uma Thurman, Chiuso il martedì Andy Warhol, and David Bowie, the images of whom are used as mass-produced merchandise, knowingly sacrificed Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito on the altar of a system based on icons. The turning point that marked the change to a new phase of his art was his www.treoci.org journey to Rome in 2006. It was then that, during a visit to the Sistine Chapel, he was transfixed by Michelangelo’s frescoes and the pomp of religious power, and these led him to espouse the monumentality and grandiosity of the Italian Renaissance. It was, in fact, Michelangelo’s The Deluge that suggested to him the creation of his own The Deluge,

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Fotografia europea 2017 La XII edizione del Festival fotografico

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Versione completa in edizione cartacea o PDF su http://artshop.biancoscuro.it Per Info: artshop@biancoscuro.com

Paul Strand - The Family, Luzzara “Paul Strand Cesare Zavattini. Un paese” Einaudi editore, 1955, pag. 81 Colecciones FUNDACIÓN MAPFRE © Fernando Maquieira, 2017 ©Aperture Foundation Inc., Paul Strand Archive

É

partita la XII edizione di “Fotografia europea 2017”, intitolata quest'anno “Mappe del tempo, Memoria, archivi, futuro”. Curata da Diane Dufour (Direttrice Le Bal, Parigi), Elio Grazioli (Università degli Studi di Bergamo), Walter Guadagnini (direttore Camera, Torino), Fotografia Europea 2017 propone un vasto programma di mostre e eventi dedicati alla fotografia fino al 9 luglio in bellissime location: da Palazzo Magnani ai Chiostri di San Pietro, da Palazzo da Mosto ai Chiostri di

106

San Domenico, ma anche Palazzo dei Musei e la Galleria Parmeggiani (e tanti altri). Il Festival ha allargato i suoi orizzonti, infatti esposizioni collegate al festival saranno ospitate anche dalla Fondazione Mast di Bologna, dallo Csac dell'Università di Parma e dalla Collezione Maramotti di Reggio Emilia; la new entry è rappresentata dalla Fondazione Fotografia di Modena, una delle realtà italiane più interessanti nell’ambito della fotografia e dell’immagine contemporanea. Ma le novità per l’edizione 2017 non sono finite: da quest’anno si è attivata una


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forte sinergia tra il Festival reggiano e altre iniziative nazionali: Photolux Festival di Lucca, Cortona on the move. International Photography Festival di Cortona e Festival della Fotografia Etica di Lodi. I 4 Festival dialogheranno nell’ottica di costituire un network virtuoso in grado di genDavid Fathi - Untitled erare contaminazioni, nuovi contenuti e 2016, various sizes produzioni condivise in campo fotografico. Archival pigment print, manipulaUna rassegna che miete consensi non tions by the artist, original images solo fra i puri appassionati di fotografia, from the CERN Archive ma anche fra chi vede oltre il gesto tecnico, come Massimo Mezzetti, Assessore alla cultura della Regione Emilia-Romagna, che afferma: “Il tema dell’edizione 2017 di “Fotografia Europea”, Mappe del tempo. Memoria, archivi, futuro non potesse essere più calzante in questo momento della nostra storia, momento in cui l’affermazione di valori identitari deve necessariamente confrontarsi con nuove prospettive di sviluppo e trasformazione in ambito culturale, sociale e politico.”. Davide Zanichelli, Presidente della Fondazione Palazzo Magnani che gestisce l'evento, riassume in poche parole l'esVersione completa “Esplorare in edizione cartacea o PDF su http://artshop.biancoscuro.it senza di “Mappe del Tempo”: le possibilità evocative e creative delle Per imInfo: artshop@biancoscuro.com magini applicate a un’indagine su queste Margo Ovcharenko radici così profonde (da cui non potrà che Courtesy Fabrica

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Reed Young Courtesy Fabrica

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derivare una certa idea di futuro) è la sfida dibile per vedere la fotografia da un'ala cui questa edizione tende.” tra prospettiva. Tanti eventi nell'evento, occasione imperDaniela Malabaila XII FOTOGRAFIA EUROPEA 2017

Mappe del tempo. Memoria, archivi, futuro Daniel Blaufuks 26 de Junho de 2016 2:04 from the series Attempting Exhaustion 90X130 cm. Inkjet print

05 maggio – 09 luglio 2017 sedi varie, Reggio Emilia INFO T. +39 0522 444412

on paper, GALERIA Vera Cortês, LISBOA © DANIEL BLAUFUKS

Daniel Blaufuks 21 de Setembro de 2015 3-06 from the series Attempting Exhaustion, 100X150 cm. Inkjet print on paper GALERIA Vera Cortês, LISBOA © DANIEL BLAUFUKS

Chiostri di San Pietro, Chiostri di San Domenico, Palazzo da Mosto, via Secchi 11, Spazio Gerra, Palazzo Magnani Venerdì 18.00-23.00 Sabato 10.00-23.00 Domenica 10.00-20.00 Palazzo dei Musei, Galleria Parmeggiani, Museo di Storia della Psichiatria Sabato e domenica 10.00-13.00/16.00-19.00 Biblioteca Panizzi Dal lunedì al sabato 09.00-20.00 Domenica 09.00-12.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

Gianni Berengo Gardin Davanti alle Zattere Venezia, 2013-2015, nel Canale della Giudecca © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

Drew Nikonowicz Courtesy Fabrica

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www.fotografiaeuropea.it


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English info

From May 5th till July 9th the town of Reggio Emilia is hosting a new edition of FOTOGRAFIA EUROPEA 2017, promoted by the Palazzo Magnani Foundation in collaboration with the Municipality of Reggio Emilia; the event focuses on Photography as the art form that best communicates and interprets the complexity of contemporary society. Exhibitions, lectures, performances, special and educational events will take place in the main cultural institutions and exhibition spaces of the town. Personalities coming from the worlds of photography, culture and knowledge, will elicit a dialogue among different expressions of creativity and thinking, thanks to a rich and wide program. Curators of the Festival Scientific Committee Diane Dufour (Director of Le Bal, Paris), Elio Grazioli (University of Bergamo) and Walter Guadagnini (Director of Camera, Turin) are coordinating the 2017 edition: Time Maps - Memory, Archives, Future. They started by inviting the artists to go back to archives to investigate the relationships they have had with these spaces over the years. As expected, their experience is quite different, if compared to how historians and archivists live these places: their approach is critical and creative rather than strictly committing to the task of documentation. The ideas of history, memory and – therefore – our vision of present and future are called into question through the artistic eye. Let us think of the largest archive available to all of us, the internet, but also of the new ways through which documents can be manipulated and hybridized: performances, meta-data, post-truth. Photography, always seen as a recording tool, a way to document the past, becomes here a complex and assorted “Time Map”, that allows us to travel through new time dimensions, sketching our own multidimensional maps. Ideally, the tour of FOTOGRAFIA EUROPEA 2017 starts at Palazzo Magnani, which hosts the exhibition Paul Strand e Cesare Zavattini. One of the main exhibition areas of the festival, at the Chiostri di San Pietro, will host a number of extraordinary exhibits: Gianni Berengo Gardin’s Study and Archives; archive photographs, publications and projects by Fabrica of the Benetton Group; Les Nouveaux Encyclopédistes by curator Joan Fontcuberta; a historical-photographic focus on South Africa (the 2017 Guest-of-Honor country); and the Speciale Diciottoventicinque project. The 2017 edition of Fotografia Europea also sees the confirmation of the ongoing collaboration with the most important institutions of the region operating in the field of photographic research. Important projects will be managed during the Festival, in the towns along the main artery of the region, the Via Emilia; these projects are being supported by CSAC of Parma, by Collezione Maramotti of Reggio Emilia, by Fondazione Fotografia of Modena and by Fondazione MAST of Bologna. More than 300 exhibitions and events independently organized and promoted by galleries, associations, public and private institutions are to take place all over the town and the surrounding province. The Fotografia Europea festival is an event promoted and organized by the Palazzo Magnani Foundation, together with the Municipality of Reggio Emilia, Regione Emilia-Romagna, the Pietro Manodori Foundation, the Reggio Emilia Chamber of Commerce and Apt Servizi Regione Emilia Romagna

Bruno Vagnini - Ben-In, John Lennon e Yoko Ono , Montreal, anno 1969, Photo © Bruno Vagnini

12th edition - FOTOGRAFIA EUROPEA 2017 Time Maps. Memory, Archives, Future Reggio Emilia May 5 – July 09, 2017

MARCO FERRARI www.marcoferrariartist.com

Tri-ciclico 017, ceramica raku, 2017, 50x70x55 cm.

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Un secolo di industria e lavoro Gli scatti di 67 artisti al MAST di Bologna

È

stata inaugurata il 3 maggio e sarà aperta al pubblico fino al 10 settembre la mostra “La forza delle immagini”. La Fondazione MAST ospita una mostra tratta dalla propria collezione di fotografia industriale: oltre 110 scatti ritrag-

gono l’universo iconografico del sistema industriale e tecnologico, così come si è configurato a partire dagli anni Venti del XX secolo. Industria e lavoro, fabbrica e società, realtà collettiva e produttiva vengono offerti al pubblico mediante la creazione di riferimenti profondi, capaci di ritrarre

realtà complesse e articolate che determinano un intenso coinvolgimento emotivo e sensoriale. Il curatore della mostra, Urs Stahel, in questa straordinaria opera di allestimento espositivo, attingendo alla collezione del MAST, guida lo spettatore ad osservare e comprendere il potenziale descrittivo ed emotivo di cui gli scatti scelti si rendono portatori: il punto di vista descrittivo e denotativo non annienta e cancella le peculiarità estetiche e la forza immaginifica degli scatti esposti; le fotografie scelte non si limitano a definire e descrivere: Versione completa in edizione cartacea o PDF su http://artshop.biancoscuro.it le fotografie creano suggestioni Per Info: artshop@biancoscuro.com visive, si insinuano dentro l’osservatore e comunicano talora, un messaggio univoco, talaltra, numerosi concetti paralleli o in contrasto tra loro. I messaggi connotativi emergono dal contesto e assumono valenze simboliche o metaforiche: in alcuni casi, valenze descrittive e peculiarità emotive si contrappongono in modo antitetico, arrivando a creare un senso di disagio, di insicurezza, di compimento mancato; in altri casi, emozione e potenziale figurativo si completano e si arricchiscono, permettendo alla fotogra-

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Pepi Merisio (Caravaggio, Italy, 1931) Gela ca. 1960, gelatin silver print, 40,3×30,6 cm. © Pepi Merisio

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Edgar Martins (Évora, Portogallo, 1977) - Centrale elettrica Alto Rabagão: barra collettrice (vista dalla sala macchine), anno 2011, C-print montata su alluminio, 120×150 cm. The Time Machine © Edgar Martins

fia di acquisire una straordinaria forza narrativa e un considerevole potere connotante. Questi aspetti sono assolutamente protagonisti della mostra “La forza delle immagini – Collezione MAST: una selezione iconica di fotografie su industria e lavoro”. Il percorso espositivo intende metterle in rilievo, farle interagire e dialogare, dando vita ad una narrazione ricca e multiforme. Lo spettatore è chiamato ad osservare e contemplare “un tripudio di immagini”, “una pletora di impressioni dell’industria pesante e di quella meccanica, della digitalizzazione, della società usa e getta”, una vera e propria “epopea visiva”. “Fabbricare e produrre, usare e consumare” vengono narrati attraverso lo sguardo di oltre sessanta fotografi che guidano, mediante nuove modalità di visione, giochi di contrasti e un reperto-

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Jim Goldberg (New Haven, USA, 1953) - Mezzogiorno di fuoco

discarica di Dhaka, Bangladesh, dalla serie “Open See”, anno 2007, 226,1×276,9 cm.

© Jim Goldberg Courtesy of the artist, Pace/MacGill Gallery (NY), and Casemore Kirkeby (SF)

Versione completa in edizione cartacea o PDF su http://artshop.biancoscuro.it Per Info: artshop@biancoscuro.com

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BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE

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Rémy Markowitsch (Zurigo, Svizzera, 1957) - Psychomotor anno 2016, stampa su carta baritata, 25 parti, 47×47 cm. cad Courtesy Galerie EIGEN + ART Leipzig/Berlin

rio figurativo straordinariamente ricco, nei regni della produzione industriale; in essi, similitudine e sdoppiamento, pesantezza e lievità, operosità e malinconia animano e popolano il mondo degli oggetti, del lavoro e della tecnica della nostra società. L’osservatore si trova immerso in universi differenti: è possibile sperimentare pesantezza e plasmabilità, stabilità e duttilità del metallo e assaporare, al contempo, trasformazioni e lavorazioni di plastica e pneumatici, conformazioni e deformazioni di intonaco

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bianco e barili di catrame. Particolarmente suggestiva “Psychomotor” di Rémy Markowitsch: l’opera in venticinque parti viene realizzata in occasione di una mostra alle officine Volkswagen, nella città di Wolfsburg; le macchine sono ritratte quali creature impenetrabili e surreali e la potenza della loro meccanica si traduce in sensualità e carica erotica. Un approccio creativo simile, ma con esiti differenti, caratterizza la grande fotografia di Jules Spinatsch dal titolo “Turno del mattino. Unità 631”: un

viaggio computerizzato attraverso un turno di otto ore negli impianti di produzione dei trattori John Deere, viene riassunto e schematizzato in ottocento scatti, condensati in un’unica immagine. Uno scenario differente caratterizza le fotografie della “Borsa di Chicago” scattate da Geissler/ Sann: l’ambizione perenne ad avanzare delinea un percorso eterno senza vie d’uscita. Si rivelano altrettanto pregnanti e densi di significati il contesto produttivo nei capannoni industriali di “Laminazione a caldo, Thyssenkrupp


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Steel, Duisburg” di Thomas Struth e i freddi ambienti di lavoro della serie di Henrik Spohler dal titolo “Global Soul”, in cui viene affrontato il tema dell’intangibilità e dell’invisibilità dei flussi di dati. Si approda, infine, a “Mezzogiorno di fuoco, discarica di Dhaka, Bangladesh”, opera tratta dalla serie di Jim Goldberg Open See: un’ampia pianura ricoperta di rifiuti sulla quale una figura umana attonita controlla che i materiali di scarto siano separati dai cadaveri animali. Toni analoghi assume l’opera di Hiroko Komatsu; l’artista affronta il tema della produzione di massa con stampe ai sali d’argento: crea, con le immagini fotografiche, strutture architettoniche animate da oggetti in declino, ognuno dei quali è sempre destinato ad una fine certa.

L’aspetto dominante di tutto l’allestimento è l’idea della pluridimensionalità: livelli, sentieri, linee temporali navigano parallele o si incrociano creando effetti di sublime intesa o ineludibile contrasto; è quanto avviene sul carro trainato da un asino di fronte ad uno stabilimento industriale nella foto di Pepe Merisio. In tutto l’allestimento, lo spettacolo viene sublimato dal potere straordinario delle immagini; è possibile osservare in quale misura, con le immagini, sia effettivamente possibile sovvertire il quotidiano: in questi termini Urs Stahel ha saputo creare un “fuoco d’artificio di immagini”, andando a comporre, interamente e integralmente, l’epopea della produzione industriale del XX secolo. Lucia Garnero

Rudolf Holtappel (Münster, Germania, 1923 – Duisburg, Germania, 2013) - Duisburg Bruckhausen, Ebertstrasse con stabilimento metallurgico August Thyssen anno 1968, stampa ai sali d’argento, 29,1×37,8 cm. © Rudolf Holtappel and Foto-Archiv Ruhrmuseum Alcune viste del percorso espositivo Photo: Liberementi

LA FORZA DELLE IMMAGINI Collezione MAST

3 maggio – 10 settembre 2017 MAST.GALLERY, Bologna INFO T. +39 O51 6474406 Da martedì a domenica 10.00-19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.mast.org

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I reportage di Mauro Galligani Un percorso fra fatti e personaggi della nostra Italia

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no degli appuntamenti imperdibili del Festival Fotografico Europeo 2017 è quello con le immagini di Mauro Galligani, fino all’11 giugno al Museo MA*GA di Gallarate, in provincia di Milano. La mostra è curata da Claudio Argentiero ed organizzata in collaborazone con l’Archivio Fotografico Italiano: oltre sessanta immagini tratte dai reportage di Galligani, realizzati principalmente per “Il Giorno” dal 1964 e per “Epoca” dal 1975 al 1997. Il percorso espositivo si scioglie alternando fatti d’attualità a personaggi, fram-

menti della storia e delle storie d’Italia. Il fotografo è infatti uno dei più bravi narratori che si possono incontrare (oggi è freelance), mai aggressivo, mai sfruttatore del dolore, non gioca con il dolore della vita, ma lo ritrae con umanità e sensibilità. Rebecca Maniti MAURO GALLIGANI Storie d’Italia

2 aprile – 11 giugno 2017 Museo MA*GA, Gallarate INFO T. +39 0331 706011 info@museomaga.it Dal martedì al venerdì 09.30-12.30/14.30-18.30 Sabato e domenica 11.00-19.00 Chiuso il lunedì Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.museomaga.it

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[1] Mauro Galligani Federico Fellini, 1980 [2] Mauro Galligani Delta del Po, 1976

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[3] Mauro Galligani Milano, 1968 [4] Mauro Galligani Funerali Calabresi, 1972 [5] Mauro Galligani Napoli, 1981

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Il Cedas espone a Mirafiori Street Photography al Motor Village

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na mostra dedicata alla fotografia di strada, quella allestista alla Mirafiori Galerie, dal Cedas, Centri di Attività Sociali FIAT, aperta al pubblico fino al 25 giugno. 53 le opere esposte, selezionate da Mauro Ujetto, Michele d’Ottavio e Daniele Ratti, rappresentanti scorci di realtà, la vita con le sue molteplici sfumature. I colori vivaci si alternano a scatti in bianco e nero, immagini di strade vicine che possiamo quasi riconoscere, si susseguono ad altre davvero lontane, momenti intimi di affetto familiare lasciare il posto a manil festazioni aperte e collettive. s Andrea Dudda - Silent Path raw, Bussana Vecchia, Pasqua 2015

Mauro Faudarole - Nypd Parade

Turin Carlo - Vita comune

STREET PHOTOGRAPHY 14 maggio - 25 giugno 2017 Mirafiori Galerie, Torino

INFO fca.motorvillageitalia.it/MVTorino Dal lunedì al venerdì 09.00 - 20.00 Sabato 09.00 - 19.30 Domenica 09.30/13.00 - 15.00/19.30

CARMINE D’ALESSANDRO alecarmine@yahoo.it

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Vesuvio, terracotta nera e bronzo, 2017, 17x50 cm.


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Graziela Gilioli La fotografia come riflessione contemporanea

INFO graziela.gilioli@me.com www.grazielagilioli.com

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l lavoro di Graziela Gilioli (importante fotografa e scrittrice brasiliana, con origini italiane) nella fotografia ci porta a riflettere sul modo in cui conduciamo le nostre scelte quotidiane, per vivere una vita piena e

in profondità, indipendentemente dalle nostre origini. Nelle sue fotografie, sia nei ritratti che nei paesaggi, è l’individuo il soggetto principale, e le sue immagini rivelano, con intensità e delicatezza, il l senso intimista dell’umanismo. s

“Gran parte della vita può essere discutibile e complessa, ma c’è sempre un nuovo sguardo per tutto. Questo può essere un buon inizio per avere uno sguardo più ampio su ogni cosa.” Graziela Gilioli

Graziela Gilioli . La forza della natura - Patagonia cilena, fotografia digitale, anno 2015, 120x80 cm.

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CESENA FIERA 21a edizione

Dal 27 al 30 ottobre 2017 Arte Moderna e Contemporanea

www.fieracontemporanea.it www.romagnafiere.it

Organizzazione Via Punta di Ferro, 2 - 47122 ForlĂŹ - tel. 0543 798466 francesca@romagnafiere.it - cell. 346 5050521


Street ArT Street ArT biancoscuro

CVTà – Street Fest

Quando la Street Art punta a salvare un antico borgo ridisegnandone il paesaggio urbano. Nel 2017, sotto la riconfermata direzione artistica di Alice Pasquini, interverranno: Gola Hundun, Bosoletti, Alex Senna, Maria Pia Picozza, Nespoon.

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utto nasce da un’email inviata ad Alice Pasquini da Ylenia Carelli, Presidente della Pro Loco di Civitacampomarano: un invito a fare tappa nel borgo molisano per dipingere i muri... Nato quasi per caso, il progetto artistico coinvolge l’intero paesino. Gli abitanti del borgo adottano l’artista e i suoi lavori diventano motivo di orgoglio e punto di partenza, trasformando l’idea in Festival, il CVTà Street Art Fest nome che prende spunto dal dialetto degli abitanti di Civitacampomarano dove si chiama appunto “Cvtà” e, nell’ideale abbraccio che unisce passato e futuro, origini e riscoperte, è stata scelta proprio questa espressione per intitolare il festival di Civitacampomarano, che purtroppo oggi è minacciata da una grave frana, numerosi sono i danni agli edifici e alle strade. La situazione è difficile e peggiora ogni giorno, alcuni cittadini sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni, altri vogliono restare lì e lottare contro l’abbandono. “Civitacampomarano non deve scomparire: è un borgo ricco di storia e il suo patrimonio architettonico è di assoluto pregio e rilevanza” dicono in coro gli abitanti, ed è anche per questo è stato ideato il festival. I volontari e gli organizzatori del CVTà Street Fest ne spiegano così le ragioni: “Grazie all’idea di portare nel nostro centro la street art, lo scorso anno si è aperto un momento di confronto che ci ha indicato un nuovo orizzonte. Siamo partiti dalla nostra storia e dalle nostre radici, per raccogliere una sfi-

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da straordinaria: conciliare e contaminare l’arte del passato con il contemporaneo”. Per questo bisogna andare avanti: perché l’identità di Civitacampomarano è un patrimonio da difendere e tutelare e da non dissipare. Relativamente alla grave frana di inizio 2017 la direttrice artistica Alice Pasquini dice: “Quello che è successo è stato un duro colpo per la comunità e per tutti noi che nel festival crediamo, in un momento in cui il paese stava vivendo un periodo di rinascita grazie al successo della prima edizione del CVTà Street Fest. Civitacampomarano nonostante tutto resiste, seppure la situazione è davvero grave e preoccupante. Nonostante le difficoltà, la seconda edizione del CVTà Street Fest si fa. A partire dal 4 aprile e fino al 4 giugno gli artisti si alterneranno e lavoreranno sui muri del paese, che è uno scenario privilegiato per ospitare l’arte di strada, con un riconoscimento che arriva dalla stampa nazionale e internazionale. Per rievocare quello che ora non c’è più. Per dimostrare la voglia di rinascita ancora e sempre possibile, rispondendo nella maniera più efficace. Per resistere, investire nel potenziale artistico di cui disponiamo. Quest’anno altri quattro artisti saranno al lavoro per realizzare opere site specific, costruite su misura per catturare e valorizzare lo spirito di Civitacampomarano”. Per ridisegnare il proprio paesaggio urbano, lo scorso anno Civitacampomarano si è affidata a sei artisti internazionali noti per aver lasciato tracce del loro passaggio in diverse città del mondo: Biancoshock


biancoscuro “Contrariamente a quanto si va dicendo, non è vero che i graffiti sono la più infima forma d’arte. Certo, può anche capitare di dover strisciare furtivamente in piena notte e dire bugie alla mamma, ma in verità è una delle forme d’arte più oneste che ci siano. Non c’è elitarismo né ostentazione, si espone sui migliori muri che una città abbia da offrire e nessuno è dissuaso dal costo del biglietto.”

Banksy

Titolo Hide and go seek Street Artist AliCè (Alice Pasquini) Facebook.com/Alice.Pasquini.Art

Foto Jessica Stewart Facebook.com/RomePhotoBlog Location Civitacampomarano (CB)

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youtu.be/HEpeYNBk9z4 Guarda su YouTube “Web 0.0” video realizzato da “Milkshake Studio” per il Concept di “Biancoshock”

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Titolo Il Molise resiste

Foto Jessica Stewart Facebook.com/RomePhotoBlog

Street Artist Biancoshock Location Facebook.com/justbiancoshock Civitacampomarano (CB)


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HELP CIVITA

Guarda su Facebook il video realizzato da “Cortò Factory Image” in sostegno della iniziativa “HELP CIVITA” Facebook.com/cvtastreetfest

A inizio 2017 una frana ha iniziato a spaccare le strade di una parte del paese e a crepare i muri dei palazzi! Per chi volesse aiutare Civitacampomarano, è stata attivata la campagna di raccolta fondi “HELP CIVITA”, destinando il ricavato a supporto del recupero dell’ex edificio delle Scuole Materne da adibire a nuova sede del Municipio e da edificio strategico della Protezione Civile. I contributi devono essere versati esclusivamente sul conto corrente del Comune di Civitacampomarano, alle coordinate banco posta IBAN IT91L0760103800000012918868 oppure sul conto corrente postale numero 12918868. Nella causale, le donazioni dovranno riportare la dicitura “HELP CIVITA”, fondi a supporto della nuova sede municipale”.

(Italia), David de la Mano (Uruguay), Pablo S. Herrero (Spagna), Hitnes (Italia), ICKS (Italia), UNO (Italia). A queste opere, che ora fanno parte in modo permanente del patrimonio culturale e turistico di Civitacampomarano, ora si aggiungono i nuovi lavori degli artisti protagonisti dell’edizione 2017: Gola (Italia), Bosoletti (Argentina), Nespoon (Polonia) e Maria Pia Picozza (Italia). La prima edizione del CVTà Street Fest, si è svolta nel 2016 con incredibile successo, alto il coinvolgimento dell’intera comunità, dai bimbi agli anziani. Sono stati proprio gli abitanti di Civitacampomarano a fare a gara per mettere a disposizione degli artisti invitati l’edificio più bello, lo scorcio

più ammaliante, il panorama più prezioso. Quest’anno il momento culminante del CVTà Street Fest sarà a quando l’ultimo artista avrà completato la sua opera su muro, si darà quindi al via una festa di colori, suoni e sapori, dal 1 al 4 giugno 2017 sono previsti tour guidati alla scoperta dei muri dipinti, percorsi di trekking mirati a conoscere le bellezze storiche e naturalistiche del territorio, musica all’aperto e degustazioni di street food con ospite d’eccezione “Chef Rubio”. Condividiamo con l’organizzazione il buon proposito che “vivacizzare” l’arte “colorando” i muri e gli spazi pubblici possa essere un’ottima strategia per contrastare l’abbandono e il degrado di un’Italia troppo spesso dimenticata e sottovalutata! Vincenzo Chetta

INFO www.cvtastreetfest.com

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ner Media Part artmagazine.biancoscuro.it

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Artisti e Associazioni Culturali in Fiera

16.17.18 marzo 2018 Da 16 anni la manifestazione per gli Artisti dove l’Arte è Accessibile a tutti! www.verniceartfair.it Organizzazione Via Punta di Ferro, 2 - 47122 Forlì - tel. 0543 798466 - 777420 francesca@romagnafiere.it - cell. 346 5050521


17 Salon d’Art Contemporain par excellence | Côte d ’Azur

Parce-que la vie, est aussi un ART!

Salvador Dalí Space Elephant Bronze - 24/50 1981

ner Media Part artmagazine.biancoscuro.it

21-24 september 2017 WWW.ARTEMONACO.COM


S A L Z B U R G c o n t e m p o r a r y

22 – 25 giugno 2017

Roman Träxler

fiera internazionale d’arte contemporanea, classico moderno & antiquariato

centro fiera di salisburgo, padiglione 1 gio + sab 11.00 – 19.00 · ven 11.00 – 21.00 · dom 11.00 – 18.00

www.art-salzburg-contemporary.com


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Peter Hide 311065

Ralph HALL

Andrea Bassani

a r t s h o p @ b i a n c o s c u r o . c o m h t t p : / / a r t s h o p . b i a n c o s c u r o . i t

Art Shop

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Viale Indipendenza 26 27100 Pavia

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biAncoscuro Perché abbonarsi e come farlo Gli abbonati “BIANCOSCURO” condividono una visione intelligente e costruttiva dell’arte moderna e contemporanea e sono attenti al patrimonio culturale. Abbonandoti riceverai a casa la rivista d’arte Biancoscuro, riceverai inoltre la tessera “BIANCOSCURO” che ti permetterà di accedere a sconti e facilitazioni nella realizzazione di materiale pubblicitario sia cartaceo che web. “BIANCOSCURO” è un’associazione culturale nata nel 2013. I suoi progetti di promozione artistica comprendono il concorso BIANCOSCURO ART CONTEST (artcontest.biancoscuro.it) che mette in palio ogni anno la copertina, mostre personali, collettive e monografie in formato e-Book con possibilità di stampa. “BIANCOSCURO” è distribuita in Italia e all’estero in importanti manifestazioni artistiche e fiere internazionali, inoltre è diffusa su internet al sito artmagazine.biancoscuro.it.

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