rivistA d’Arte biAncoscuro
In questo numero
Boldini a Palazzo Mazzetti
Il mito della Belle Époque
Art Basel Hong Kong
Finalmente senza restrizioni Jan Fabre Arte e Misteri a Milano
Robert Capa
La foto è una sezione di un fatto Passeggiando all’indietro Etruria, sintesi della Civiltà
N umero 56 - febbraio / marzo 2023 - b imestrale d ’ a rte , C ultura e i N formazio N e - € 10 9 772385 170005 ISSN 2385-1708 Poste Italiane SpaSped. in Abb. Post.Aut.Lombardia/01496/12.2014BimestraleNumero 56Febbraio 2023
Marco Veronese L’Artista guerriero
March 23 - 25, 2023 artbasel.com / hong-kong
MARK KOSTABI
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“Wings of Freedom”, 2021, oil on canvas, 53,4x35,6 cm.
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011 L’Editoriale di Vincenzo Chetta
014 Annibale Carracci Gli affreschi dimenticati
018 I Macchiaioli. A Trieste, i più importanti artisti dell’Ottocento
022 Boldini a Palazzo Mazzetti Il mito della Belle Époque
026 Tentare l’assurdo e raggiungere l’impossibile Escher al Museo degli Innocenti
030 Max Ernst Il magico mondo
034 Da Paul Klee ad Anselm Kiefer. L’arte inquieta
048 La seduzione del bello. In mostra la Collezione Gastaldi Rotelli
118 Street Art Alle porte di Brescia, la storia del Sole
052 Raoul Dufy Gioia, luce e colore
056 Modello di perfezione e spiritualità. Giotto al Mart
060 Giorgio Morandi. La collezione Antonio e Matilde Catanese
084 Jan Fabre. Arte e Misteri
103 Tina Modotti Fotografia della modernità
104 Robert Capa “La foto è una sezione di un fatto”
113 Lee Jeffries Voce ai poveri
114 Focus on Future Uno sguardo sul mondo
098 Tracce d’Acqua alla base delle Civiltà: Etruria, sintesi della Civiltà Etrusca. Introduzione ai percorsi del mito [33ª puntata]
036
036
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rivistA d’Arte biancoscuro
Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione In copertina: (Cover story) Marco Veronese L’Artista guerriero Over the Cover: Marco Veronese L’Artista guerriero
a info@biancoscuro.it
ART FAIRS
rivistA d’Arte biancoscuro
Bimestrale di Arte, Cultura e Informazione
092 Art Fair. Fiere ed esposizioni internazionali
094 Vernice Art Fair. Il programma dell’edizione 2023
095 Art Basel Hong Kong. 177 tra le più importanti gallerie internazionali
095 Arcual. Il blockchain per artisti
097 Niro Perrone. NFT che fanno pensare
044 Mario Zammit-Lewis. Vittorio Sgarbi presenta a Malta la mostra antologica nel Palazzo del Parlamento
046 I pictores di Pompei. Dal Museo Archeologico
Nazionale di Napoli, a Bologna
054 Forte di Bard. L’evoluzione del Déco in Italia
055 Giorgio de Chirico. Dal 1938 al 1978
059 Virginia a Bloomsbury. Nelle stanze di Palazzo Altemps
062 Protagonista: la natura. Da Balla a Jan Fabre
062 L’occhio in gioco. L’inganno della percezione visiva
064 Frida Kahlo. Icona di stile e libertà
067 Gianmaria Potenza. L’arte contemporanea torna protagonista della liturgia grazie alle sue opere
069 Pietro Cascella. I primi anni di produzione, inediti
070 Giuseppe Gallo. Le sue opere al Mart di Rovereto
071 Le Streghe son tornate. Stampe antiche e maledette
072 Arte concreta dal Ritter Museum. La mostra alla
Fondazione Marcello Morandini
074 Greta Schödl. “La mia ricerca è sul segno”
075 Renato Rizzi. Riaccendere la meraviglia
076 Roberto Ferri. Tra sacro e profano
079 La Grande mostra di Banksy. Al Salone degli Incanti
081 Chaplin, Mainardi e Quinn. L’incontro in mostra
082 Pinuccia Bernardoni. Una vita dedicata alla ricerca
088 Alex Cecchetti. Sortilegio
089 Giuliana Balice. Esistenza e forma, unite
090 Andrea Alkin Reggioli. Il suo codice espressivo
091 Metamorphosis. Opere di Paola Tassetti
56 ISSUE
February/March 2023
BI-MONTHLY OF ARTS, CULTURE AND INFORMATION
EDITOR IN CHIEF
Vincenzo Chetta
PUBLISHER
Biancoscuro
viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it
MANAGING EDITOR
Daniela Malabaila
CONTRIBUTORS
Giuseppe Carnevale, Franco Crugnola, Vincenzo Chetta, Flavio Ennante, Carla Margone, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, R.Molino, Ettore Tiretto.
PHOTOGRAPHERS
Adele Arati, Luigi Caracappa, Vincenzo Chetta, Liberementi, Enrico Mangano, Isabella Rigamonti, Alberto Novelli, Giorgio Magini, Lorenzo Palmieri, Matteo Losurdo-Kublaiklan, Andrea Piacquadio, Marco Girolami, Elena Datrino, Studio Zabalik, Giorgio Tovo, Luca Perazzolo, Guido Nicora, Daniele Mari, Gerhard Sauer, Umberto Ferro, Bufo LoGiudic, Carlo Favero, Monkeys Video Lab, Carlotta Coppo, Andrea Guermani, Erminando Aliaj.
EDITORSHIP & DISTRIBUITION
Liberementi
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PRINTING
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© BIANCOSCURO 2023 Reserved artistic and literary copyright. Reproduction in whole or parts is forbidden save with the permission of the publisher.
BIANCOSCURO
Rivista d’Arte
NUMERO 56
febbraio/marzo 2023
BIMESTRALE DI ARTE, CULTURA E INFORMAZIONE
DIRETTORE RESPONSABILE
Vincenzo Chetta
EDITORE
Biancoscuro
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CAPOREDATTORE
Daniela Malabaila
COLLABORATORI
Giuseppe Carnevale, Vincenzo
Chetta, Franco Crugnola, Flavio Ennante, Carla Margone, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, R.Molino, Ettore Tiretto.
FOTOGRAFI
Adele Arati, Luigi Caracappa, Vincenzo Chetta, Liberementi, Enrico Mangano, Isabella Rigamonti, Alberto Novelli, Giorgio Magini, Lorenzo Palmieri, Matteo Losurdo-Kublaiklan, Andrea Piacquadio, Marco Girolami, Elena Datrino, Studio Zabalik, Giorgio Tovo, Luca Perazzolo, Guido Nicora, Daniele Mari, Gerhard Sauer, Umberto Ferro, Bufo LoGiudic, Carlo Favero, Monkeys Video Lab, Carlotta Coppo, Andrea Guermani, Erminando Aliaj.
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BIANCOSCURO Art Magazine
SPECIALS EXHIBITIONS
072
097
111 L’Italia dimenticata. Luoghi e paesaggi abbandonati 109 Vivian Maier. Riflessioni cittadine
070 079
INFO BIANCOSCURO viale indipendenza 26, Pavia artcontest@biancoscuro.com artcontest.biancoscuro.it BAC winter edition - CHIUSURA ISCRIZIONI 28 FEBBRAIO 2023PITTURA PAINTING SCULTURA SCULPTURE FOTOGRAFIA PHOTOGRAPHY GRAFICA GRAPHIC ART VIDEO & PERFORMANCE
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l’Editoriale di Vincenzo Chetta
Il 2023 è iniziato senza grossi scossoni nel mondo dell’arte. BIANCOSCURO non si è fermata neanche un attimo e ha ripreso anche gli impegni fieristici che si erano conclusi “col botto” a dicembre, con la partecipazione ad Art Basel Miami Beach che da anni ci permette di far conoscere l’editoria italiana oltre oceano. Terminata Bergamo Arte Fiera, quest’anno svolta nuovamente in contemporanea con IFA Italian Fine Art, febbraio è mese di ArteFiera e di tutti gli eventi che da 46 anni riempiono Bologna di arte e design, mentre marzo ci vedrà impegnati, in Italia, al 20º anniversario di Vernice a Forlì, per la quale collaboriamo all’evento “Musica per gli Occhi” di Mattia Consonni, artista che realizzerà un’installazione ad hoc e che presenterà al grande pubblico il progetto “One Man’s Dream”.
Oltre ad essere il nome dell’opera che si
compone di quattro tele ispirata dall’omonimo brano di Yanni, è un progetto sperimentale che ha coinvolto più persone di Paesi differenti; un viaggio durato 3 anni che si è concluso con il ricongiungimento delle tele e delle storie che hanno vissuto. Vernice sarà anche la location che vedrà esposte le opere selezionate al BAC Winter Edition, tra le quali saranno scelte le vincitrici della pubblicazione in Copertina e del premio acquisizione (con il quale l’opera scelta entrerà a far parte di diritto della Collezione BIANCOSCURO, insieme a grandi nomi dell’arte moderna e contemporanea).
Marzo è anche il mese che dedichiamo ad Art Basel Hong Kong, che ci accoglie senza più alcuna restrizione sanitaria nel bellissimo Convention & Exhibition Centre di Wan Chai. Essere presenti a Hong Kong, nella fiera asiatica più importante al mondo, poter porta-
re la nostra esperienza e imparare dalla loro, in uno scambio culturale ed artistico davvero molto potente, è uno degli aspetti più belli del nostro lavoro Questi sono solo alcuni degli eventi maggiori in cui saremo direttamente impegnati, questo nuovo anno si prospetta davvero ricco di tanta nuova arte e pone delle buone basi per una nuova ripresa del buon collezionismo, sempre meno “superficiale”, ma più attento al reale valore culturale dell’espressione artistica.
Buona lettura, e se ci seguite anche sui social, buona visione.
Vincenzo Chetta
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biancoscuro
11
Art Basel Hong Kong
Ellen Pao, The Shape of Light, 2022 Courtesy Art Basel
www.gianmariapotenza.it GIANMARIA
POTENZA
Cattedra del Duomo di Cremona (2022) - Bronzo, fusione a cera persa
-VENEZIA-
A dx: dettaglio dell’altare del Duomo di Cremona (2022) - Marmo Limestone inciso e bronzo
Annibale Carracci
Gli affreschi dimenticati
di Mario GaMbatesa
Dal 17 novembre scorso al 5 febbraio 2023, le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma presentano, a Palazzo Barberini, la mostra “Annibale Carracci. Gli affreschi della cappella Herrera”. L’esposizione, a cura di Andrés Úbeda de los Cobos, vicedirettore del Museo del Prado, è organizzata con il Museo Nacional del Prado ed il Museu Nacional
d’Art de Catalunya.
La mostra riunisce il ciclo di affreschi ideato da Annibale Carracci per la decorazione della cappella di famiglia del banchiere spagnolo Juan Enriquez de Herrera, nella Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli a Piazza Navona. La chiesa, edificata nel quattrocento, già dedicata a San Giacomo degli Spagnoli, era stata progettata forse da Bernardo Rossellino, ampliata da Alessandro VI Borgia e risistemata da Antonio da Sangal-
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Sotto: Gaspar van Wittel Veduta di Roma con piazza Navona 1688/1722 circa, particolare, olio su tela Collezione Intesa Sanpaolo Gallerie d’Italia, Napoli. Ph. Alberto Novelli
Sopra: una vista della mostra. Cappella Herrera, Sala Marmi, ricostruzione della Cappella. Ph. Alberto Novelli
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Quando nel XIX secolo la Cappella fu smantellata, gli affreschi infatti vennero staccati, arrotolati e poi portati nella chiesa di Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli insieme alla pala d’altare: ma mentre la pala rimase lì, gli affreschi, trasferiti su tela, vennero spediti in Spagna nel 1850, tra Barcellona e Madrid e lì rimasero per quasi duecento anni. Il recente restauro ha permesso finalmente di affrontare la ricerca, approfondire gli studi e individuare in questo ciclo uno dei testi fondamentali per comprendere e definire al meglio, lo stile tardo del pittore emiliano. Annibale Carracci ricevette la commissione nei primi anni del Seicento, ideò l’intero ciclo dedicato al san-
ANNIBALE CARRACCI. Gli affreschi della Cappella Herrera
Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini, Roma November 17, 2022 - February 05, 2023
This exhibition brings together for the very first time the frescoes and altarpiece – a splendid cycle in its own right but, above all, a superb and hitherto little-known work by Annibale Carracci – that once formed the decoration of the Herrera Chapel in the church of San Giacomo degli Spagnoli in Rome.
The church of San Giacomo degli Spagnoli in Piazza Navona was one of the Spanish nation’s most emblematic sites in Rome from the 15th to the 18th centuries. Castilian banker Juan Enríquez de Herrera (c. 1539 – 1610), a leading player in the international financial circles of his day, had a family chapel built in the church in 1602, entrusting its decoration to Annibale Carracci who had recently completed the frescoes in the Gallery in Palazzo Farnese with great success.
Carracci devised the decorative scheme and produced the cartoons for the frescoes, but from the outset he shared
their execution with a painter in his circle named Francesco Albani. Some time between late 1604 and early 1605 Carracci was stricken by a serious illness which prevented him from carrying on the work and so Albani took charge of the project, albeit under Carracci’s watchful eye. The decoration of San Giacomo degli Spagnoli was dismantled in the early 19th century after decades of gradual neglect. The nineteen frescoes in the Herrera Chapel were removed between 1833 and 1836 and stored along with the altarpiece in Santa Maria in Monserrato, the other church in Rome associated with the Spanish royal house. Transferred onto canvas, the frescoes were shipped to Spain in 1850 and split between Barcelona and Madrid. Today, nine of them are in the Museu Nacional d’Art de Catalunya and seven in the Museo del Prado. The altarpiece remained in Santa Maria in Monserrato, while the whereabouts of three of the frescoes is uknown.
Recent restoration and cooperation between the Museo Nacional del Prado, the Museu Nacional d’Art de Cataluny and the Gallerie Nazionali di Arte Antica have now brought these outstanding paintings back into the limelight. The frescoes have been studied, understood and reassessed for the first time, after their dispersal and fragile condition – especially that of the paintings in Madrid – had condemned them to almost two centuries of oblivion. The surviving frescoes and the altarpiece have been brought together for the first time since 1833 in three exhibitions in Madrid, Barcelona and Rome respectively. The layout in Palazzo Barberini, however, is very different from that of the previous two exhibitions in that we have reconstructed the volume of the Herrera Chapel to enable visitors to grasp in its entirety this decorative scheme conceived by Annibale Carracci and executed by his closest associates. s l
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Apoteosi di San Lorenzo affresco trasportato su tela, 155x105 cm. Museo Nacional del Prado, P00078
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I Macchiaioli A Trieste, i più importanti artisti dell’Ottocento
di Vincenzo chetta
Siamo nella Firenze del 1855: si forma il gruppo dei Macchiaioli, nato per reazione all’inerzia concettuale e formale delle accademie. Il movimento macchiaiolo (appellativo dispregiativo in realtà) affermava la teoria della “macchia’’: macchie di colore, distinte, accostate o sovrapposte ad altre macchie di colore, erano gli elementi costitutivi di piccoli quadretti di estrema sintesi. È a loro che è dedicata la mostra “I Macchiaioli. L’avventura dell’arte moderna”, in scena a Museo Revoltella di Trieste fino al prossimo 10 aprile, promossa e
organizzata da Comune di Trieste, Assessorato alle politiche della cultura e del turismo, Museo Revoltella e Arthemisia. La cura del progetto è di Tiziano Panconi, che in catalogo spiega le caratteristiche della pittura macchiaiola, come la particolarità della Scuola di Piagentina: “Un’ampia serie di luminosissime tavolette di piccole dimensioni dipinte en plein air costituisce la prova più emblematica del lessico empirico macchiaiolo. […] Nella seconda metà degli anni sessanta, nacque la cosiddetta Scuola di Piagentina. Qui le forzature chiaroscurali venivano sorprendentemente meno, aprendosi a tonali-
tà più tenui, di pacato intimismo, recuperando in questo ufficio l’amore per l’interno di gusto borghese, di estrazione olandese o comunque nordeuropea, ma soprattutto ispirato alla vita reale, al convivio quieto della gente comune considerata non sempre nei momenti di maggiore responsabilità civile o di specificità sociale.”
Attraverso un corpus di oltre 80 opere altamente significative del movimento, rappresentando gli
Sotto: Vincenzo Cabianca Acquaiole della Spezia 1864, olio su tela, 60x127 cm. Collezione privata Courtesy Butterfly Institute Fine Art, Galleria d’arte, Lugano
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MAURO PAVAN www.pavanart.com visualartist58@gmail.com Concetto Temporale 22/6 2022 - acrilico su tela - 100x100 cm.
Boldini a Palazzo Mazzetti
Il mito della Belle Époque
di daniela Malabaila
“C on la mostra “Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque”, Asti ospita una straordinaria esposizione di respiro internazionale capace di raccontare l’arte di un artista che ha saputo esprimere la bel-
lezza della sua epoca, riproducendo l’ambiente sociale in cui è vissuto e ha lavorato, e celebrando l’eleganza dell’élite. Attraverso una notevole selezione di dipinti si può ripercorrere la vicenda artistica del ferrarese Boldini e di altri celebri pittori italiani affermatisi a Parigi, città divenuta un grande laboratorio let-
terario e artistico”, così il Sindaco della città di Asti, Maurizio Rasero, introduce la mostra ospitata a Palazzo Mazzetti dal 26 novembre scorso: “Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque”. Con il contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Mi-
22 BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE Ordina la versione cartacea o PDF su Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it https://artshop.biancoscuro.it biancoscuro
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Antonella Pecoraro NINNI
Pecoraro Antonella antonella@artecultura.net
Ninni - “Riga parallela 1” 2020, acrilico su tela, 120x60 cm.
Tentare l’assurdo e raggiungere l’impossibile
“Un gioco molto serio” al Museo degli Innocenti
di lucia Garnero
Al Museo degli Innocenti di Firenze è allestita una grande antologica dedicata al pittore, matematico e genio visionario olandese
Maurits Cornelis Escher
Esposte fino al 26 marzo 2023 oltre 200 opere; alcune delle quali lo hanno reso noto come il mago delle illusioni e dei paradossi. Scoperto dal grande pubblico
negli ultimi anni, è diventato uno degli artisti più amati al mondo. La mostra di Escher è il primo grande evento espositivo all’interno del complesso monumentale, progettato da Filippo Brunelleschi, che ospita il ricco e meraviglioso Museo degli Innocenti; di qui i giochi, le stanze delle illusioni e i laboratori che coinvolgono anche i bambini. È anche la più ampia mai allestita in Italia,
proprio in coincidenza con il centenario della prima visita fatta nel nostro paese dall’artista nel 1922; vi avrebbe poi vissuto per 14 anni, visitandola da nord a sud e proprio in Toscana, a Viareggio, avrebbe sposato Jetta Umiker.
“Il mio lavoro è un gioco, un gioco molto serio’’, era solito dire Escher. Basta aggirarsi tra gli spazi museali per capire che proprio in questo modo si delinea la sua vicenda ar-
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ESCHER
20 ottobre 2022 - 26 marzo 2023
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo degli Innocenti, Firenze
INFO
T. +39 055 0981881 fm@arthemisia.it
Tutti i giorni 9.00 - 19.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.mostraescher.it
ESCHER
Museo degli Innocenti, Florence
October 20, 2022 - March 26, 2023 (Check the opening on the site)
The major exhibition dedicated to the brilliant Dutch artist Maurits Cornelis Escher comes to the Museo degli Innocenti in Florence from October 20, 2022 to March 26, 2023. Discovered by the general public in recent years, Escher has become one of the most beloved artists worldwide, so much so that exhibitions dedicated to him have broken all visitor records. Escher was born in 1898 in the Netherlands and died there in 1972. In 1922 he first visited Italy, where he then lived for many years, visiting it from north to south and representing it in many of his works. Restless, reserved and undoubtedly brilliant, Escher in his
famous engravings and lithographs created a unique, imaginative, impossible world where art, mathematics, science, physics and design converge. An anthological exhibition-with about 200 works and the most representative works that have made him famous all over the world-tells the story of the Dutch artist’s genius with the most iconic works of his production such as Hand with Reflecting Sphere (1935), Bond of Union (1956), Metamorphosis II (1939), Day and Night (1938) and the Emblemata series, which belong to the common imagination referable to the great artist. The Escher exhibition is set to be the first major exhibition event in-
side the monumental complex-designed by Filippo Brunelleschi-that houses the marvelous and extremely rich Museo degli Innocenti, which, with Arthemisia’s signature exhibitions, is already on its way to being a venue for major art exhibitions.
Under the patronage of the Municipality of Florence, the Embassy of the Kingdom of the Netherlands, the exhibition is produced and organized by Arthemisia in collaboration with the M. C. Escher Foundation and In Your Event, and is curated by Mark Veldhuysen –CEO of the M.C. Escher Company –and Federico Giudiceandrea, one of the world’s leading Escher experts. s l
biancoscuro BIANCOSCURO 29
Maurits Cornelis Escher - Dewdrop, 1948, Mezaztinta, 18x25 cm. Collezione Maurits, Bolzano, All M.C. Escher works © 2022 The M.C. Escher Company. All rights reserved
Max Ernst Il magico mondo
di Mario GaMbatesa
Èstata inaugurata il 4 ottobre scorso a Milano, la prima retrospettiva in Italia dedicata a Max Ernst (1891-1976), pittore, scultore, poeta e teorico dell’arte tedesco, poi naturalizzato americano e francese. La mostra, visitabile fino al prossimo 26 febbraio è promossa dal Comune di Milano-Cultura e da Palazzo Reale. Sono 400 le opere di Max Ernst
in esposizione, tra dipinti, sculture, disegni, collages, fotografie, gioielli e libri illustrati provenienti da musei, fondazioni e collezioni private, in Italia e all’estero. Al piano nobile di Palazzo Reale i visitatori potranno immergersi in un avvincente itinerario che ripercorre l’avventurosa parabola creativa dell’artista, segnata dai più grandi avvenimenti storici del XX secolo e costellata di amori straordinari e di amicizie illustri.
Il percorso narra le vicende biografiche di Ernst raggruppandole in 4 grandi periodi, a loro volta suddivisi in 9 sale tematiche che dischiudono approcci interdisciplinari alla sua arte.
Le prime due sale, intitolate “La rivoluzione copernicana” e “All’interno della visione”, accompagnano la prima parte della biografia di Ernst: Germania 1891-1921. Si narrano gli anni dell’infanzia e della formazione in Germania, la Grande Guerra, combattuta in prima persona ed equiparata a un periodo di morte; la risurrezione, il ritorno alla vita, il matrimonio e la nascita del figlio Jimmy, l’avvento rivoluzionario di Dada e l’invenzione del collage
La terza sala, intitolata “La casa di Eaubonne”, ripropone la seconda parte della biografia: Francia 1922-1949. Ricostruisce, integrata con frammenti originali, la casa affrescata in cui Ernst visse il ménage a trois con Gala e Paul Éluard. Nella quarta sala, “Eros e metamorfosi”, si osserva il ruolo centrale dell’amore
Max Ernst Edipus Rex
1922, olio su tela, 93x102 cm. Collezione privata, Svizzera Album / Fine Arts Images / Mondadori Portfolio © Max Ernst by SIAE 2022
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SVETLANA BORISOVA
Il sentiero dell’anima
“… Ciò che ci chiede semmai, è di trovare nelle epifanie ultraterrene delle sue pitture qualcosa che possa produrre emozione, riconoscendo ad un simile trasporto, una precisa valenza mistica.”
svetlana@triadeconsulting.it svetlanaborisova2814 artistsvetlanaborisova www.svetlanaborisova.com PARTNER:
Prof. Vittorio Sgarbi
Svetlana Borisova - Angeli – 2022, olio su tela, 100x100 cm.
Divisione della Triade Consulting s.r.l. Via Tespi 192 - ROMA
Da Paul Klee ad Anselm Kiefer L’arte inquieta
Acura di Giorgio Bedoni (psichiatra e docente all’Accademia di Brera di Milano), Johann Feilacher (direttore del Museo Guggin di Vienna) e Claudio Spadoni (storico dell’arte), la
mostra “L’arte inquieta. L’urgenza della creazione. Paesaggi interiori, mappe, volti: 140 opere da Paul Klee ad Anselm Kiefer” è ospitata a Palazzo Magnani, Reggio Emilia. Questo evento è l’apice di “Identità Inquieta”, il cartellone di iniziative culturali
promosso da Comune di Reggio Emilia, Fondazione Palazzo Magnani e Farmacie Comunali Riunite, nato con l’obiettivo di riflettere sul tema dell’identità sociale, educativa e culturale della città. “Dallo spunto originario, che è stato quello di partire dal patrimonio dell’ex manicomio San Lazzaro di Reggio Emilia, lo sguardo della mostra si è via via ampliato verso il dialogo con i grandi maestri del Novecento che hanno riconosciuto un valore specifico all’esperienza degli “outsiders”, fino ad articolare il percorso tra interiorità, relazione con gli altri e con il mondo, partendo dal volto, attraversando la scrittura, per terminare nella rappresentazione dello spazio geografico fuori di sé…”, ci anticipa Gianpiero Grotti, Presidente della Fondazione Palazzo Magnani.
Il percorso espositivo è suddiviso in sezioni, la prima è dedicata al “Volto metamorfico”, inteso come ritratto del sé, che non rifiuta di indagare il proprio essere più intimo, oltre la reale fisiognomica. La seconda sezione affronta il tema “Serialità, ossessioni, monologhi interiori”, dove il segno identitario raddoppia e si moltiplica fino a diventare labirintico e
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Paul Klee - Seiltänzer 1923, litografia a colori, 432x268 mm. 300 esemplari Kornfeld n. 95 Collezione privata
di rebecca Maniti
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biancoscuro “ ” Sopra: Marco Veronese ©
Andrea Piacquadio In copertina: l’opera in copertina è “Fuck the World” (2010) acquisita dal Museo del Parco di Portofino (GE) Marco Veronese L’Artista guerriero di Vincenzo chetta Per i più, il teschio è il simbolo della morte, ma io lo uso spesso come simbolo della trasformazione e dell’uguaglianza, non ha colore di pelle, non ha religione, non ha status sociale Marco Veronese
Ph.
Ambizioso! L’aggettivo che meglio descrive Marco Veronese è proprio questo, la sua ricerca non è quella classica, della nuova forma o della nuova materia, il suo obiettivo è “ridare forma” a ciò che ormai è stato reso irriconoscibile: “l’uomo”. Lo possiamo definire “artista guerriero”, la sua missione è quella di risvegliare le coscienze dormienti e ridare, attraverso un’estetica poetica e riconoscibile, un nuovo valore alla parola spiritualitá. Per lui essere Artista è essere il “tecnico luci”, essere l’uomo che accende la lampada puntandola sulla consapevolezza. Altre due parole che lo definiscono bene sono eclettico e determinato. Marco Veronese, nato a Biella nel 1962 è infatti artista digitale, fotografo, scultore, performer e scrittore, innamorato dell’arte dall’età di 10 anni, da quando gli regalarono il libro “Dal Rinascimento al Manierismo”
Ha incontrato e ritratto personaggi come Freddy Mercury, Michael Jackson e Madonna. Negli anni ‘80 ha esposto le sue opere in
tutto il mondo, ed è uno dei membri fondatori della “Cracking Art”. Ha vissuto ad Istanbul per 5 anni per poi trasferirsi dal 2017 a Budapest, una città che gli ha regalato una rinascita artistica ed individuale. Gli sarebbe piaciuto continuare a lavorare a Biella, ma aveva bisogno di nuove energie ed ha voluto quindi dare alla sua vita una direzione, non necessariamente un senso: la direzione lo ha portato lontano “con la tristezza nel cuore” ,ma con la consapevolezza che solo all’estero sarebbe riuscito ad esprimersi al meglio.
Vincenzo Chetta: Buongiorno Marco è un enorme piacere fare la tua conoscenza, molti dei nostri lettori ti conoscono per la tua presenza nella “Cracking Art”. Tralasciando l’attività del gruppo che ormai è “un’istituzione” parliamo di te, chi è Marco Veronese e qual’è la filosofia del tuo lavoro?
Marco Veronese: Buongiorno Vincenzo, innanzitutto voglio ringraziarti per la domanda. Per parlare della filosofia del mio lavoro devo fare un passo indietro di qualche anno... Sono certo che tutti cono-
sciate il “Giudizio universale” di Michelangelo e certamente avrete già visto uno dei primi esempi di pittura rupestre come quelli scoperti nella grotta di Altamira in Spagna oppure come quelli nella grotta di Lascaux in Francia. Sono convinto che il vero momento evolutivo sia proprio racchiuso in ciò che le raffigurazioni rappresentano, e cioè il primo passo verso la consapevolezza di sé e l’introspezione del genere umano.
Da quel momento il buio profondo che era dentro l’uomo viene sconfitto per sempre dalla luce della spiritualitá che, come un filo invisibile, unisce quei nostri antenati a Platone, Galileo, Leonardo, Einstein, Picasso e tanti altri fino ai giorni nostri, e che non si è mai spezzato. Quei disegni sono il primo esempio d’arte, anche se coloro che li realizzarono non sapevano di essere degli artisti. Usciamo dalle grotte di Altamira e di Lascaux e torniamo a Roma, in quel luogo sacro che è la Cappella Sistina. Qui è racchiusa una delle opere d’arte più impressionanti e
Sotto: “The bill”, 2010, fotografia e gocce di silicone nero su pannelli da 3/4/5 cm. di spessore, 480x200 cm.
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straordinarie di tutto il panorama artistico di sempre: il “Giudizio universale”. L’affresco che per secoli è stato un vero e proprio manifesto della Chiesa, è sontuoso, magnifico ed in grado di impaurire chiunque lo osservi, carico com’è di simboli legati al peccato, al perdono, all’inferno ed al paradiso. Ma perché in mezzo alla fisicità dei personaggi dipinti, tutti carne, muscoli e vitalità, Michelangelo decide di raffigurare se stesso come una pelle svuotata dal suo contenuto se non per mettere se stesso in una posizione critica nei confronti della Chiesa e dei suoi insegnamenti?
Egli è consapevole che la vera spiritualità non risiede tra le mura delle cattedrali, nella preghiera meccanica, nella sottomissione cieca a regole che in realtà conducono l’uomo ad una inconscia schiavitù, ma semmai è nella sfera personale che l’uomo può trovare Dio. Michelangelo quindi si allontana da tutto il fasto
dei modellati corpi che gli stanno intorno (e che reputa più vuoti della sua pelle proprio perché non consapevoli) per diventare puro spirito e sottolineare la differenza tra l’artista e l’uomo, tra sé e il resto del mondo. Soffermandoci invece sulla “Creazione di Adamo”, Michelangelo, rimarca, a mio parere, quanto appena descritto. Qui Dio e l’uomo sono uno di fronte all’altro con l’indice della mano proteso l’uno verso l’altro. Qui la genialità di Michelangelo supera ogni immaginazione, quella distanza di pochi centimetri tra le due dita congela quel gesto per l’eternità: Dio e l’uomo non si incontreranno mai! Ma è Dio a non volere toccare l’uomo o è l’uomo a non voler toccare Dio?
Tra Michelangelo e le pitture rupestri, non c’è nessuna differenza, infatti entrambe (anche se in maniera e con strumenti diversi) sono il frutto della necessità dell’uomo di raccontarsi e testimoniare il proprio
tempo attraverso l’uso delle immagini il cui linguaggio non conosce frontiere. Lo stesso filo collega Michelangelo all’arte moderna e contemporanea, perché l’artista continua ad essere il luogo delle idee, la piazza dove si concentrano gli stimoli che la quotidianità suggerisce, il punto di partenza verso nuove mete. Oggi viviamo un periodo di assoluta crisi, e non solo in termini economici ma, e soprattutto, in termini individuali e quindi sociali. Il progresso ha trasformato lo specchio in un monitor in cui non è la nostra immagine a riflettersi, ma la proiezione di un essere umano stereotipato e costruito sulle esigenze di un sistema che tende a distruggerne l’identità che è unica e irripetibile per ognuno di noi. Abbiamo bisogno di un nuovo Rinascimento, abbiamo bisogno
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“ ”
Sotto: “Preludio”, fotografia e gocce di silicone nero su pannelli da 3/4/5 cm. di spessore, 240x120 cm.
Troppo spesso dimentichiamo che siamo figli di questo pianeta e che apparteniamo alla natura più di quanto la natura non ci appartenga in termini di possesso
Marco Veronese
di cambiare il nostro punto di vista filtrandolo con nuove “lenti e nuovi occhi”, ma soprattutto attraverso uno spirito nuovo o ritrovato. Proprio da questi concetti e dalla mia esigenza personale, ho iniziato la ricerca che mi ha portato a realizzare quadri e sculture, a progettare performances e video installazioni, fino a scrivere un libro. Il modo migliore per raccontarmi, e raccontare, era quello di usare una serie di simboli riconoscibili.
V.C.: Assolutamente si, abbiamo bisogno di cambiare il nostro punto di vista e ritrovare la nostra vera “essenza”. Ora volevo chiederti di parlarci di una tua opera, o serie di opere, a cui sei particolarmente legato.
M.V.: Poiché il mio cognome è Veronese, come quello del famoso pittore Rinascimentale, ho deciso di fare un tributo a quel periodo storico che ha dato inizio ad uno dei maggiori cambiamenti della storia. Nell’opera “Preludio”, ogni parte del quadro è simbolica, dall’uso del silicone, alle immagini, alla scomposizione tridimensionale della foto. La farfalla, oltre ad essere simbolo di bellezza e fragilità, è simbolo di cambiamento e metamorfosi, per molte culture antiche era il simbolo della spiritualità e, nell’arte Rinascimentale, era (con la libellula) il simbolo della resurrezione di Cristo. I ritratti femminili sono la memoria e la genesi, quindi nascita e rinascita in un continuo susseguirsi. Le donne sono le vere custodi del segreto della vita e dell’energia del mondo, per questo per millenni sono state represse dagli uomini e continuano ad esserlo in molti paesi. Il silicone usato a punti intorno ai soggetti dei quadri è la rappresentazione della forza vitale che tutto collega e senza la quale nulla può esistere. I pannelli di vari spessori che compongono i quadri sono la frattura, il movimento atto a scatenare i
cambiamenti necessari, il terremoto che ridisegna ogni cosa.
V.C.: Nelle tue opere c’è un elemento molto ricorrente, il teschio
M.V.: Per i più questo è il simbolo della morte, quindi della fine dell’esistenza, ma io lo uso spesso anche come simbolo della trasformazione e dell’uguaglianza. Nell’antica Roma, al rientro vittorioso dalle campagne di guerra, i generali accolti dalla folla entusiasta avevano sempre accanto a se uno schiavo che gli ripeteva la frase “Respice post te. Hominem te memento”, da
cui è derivata la frase: “memento mori”, “ricordati che sei solo un uomo e sei destinato a morire anche se oggi tutti ti acclamano e sei ritenuto un eroe ed un grande condottiero”. Ed ecco che nelle mie opere il teschio assume il potere dello specchio che riflette la nostra semplice realtà umana con cui dobbiamo confrontarci. Non è un concetto pessimistico, ma rappresenta il coraggio di guardare senza paure o pregiudizi ciò che ci circonda, perché affrontare la realtà è il solo modo per cambiarla. Quando, attraverso il mio
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“Uomo N’Uovo”, fotografia e gocce di silicone nero su pannelli da 3/4/5 cm. di spessore, 160x240 cm.
lavoro, riesco a fare riflettere una singola persona sui temi che tratto, quello è il mio goal, la mia missione. E proprio perché ognuno può essere artefice del proprio destino, ma anche dei cambiamenti intorno a sé, ho deciso di usare anche me stesso in alcuni dei miei quadri. Non è egocentrismo, ma consapevolezza e presa di responsabilità, perché sono convinto che se la voce ha un volto è molto più credibile!
V.C.: Puoi descrivere queste opere dove “sei presente”?
M.V.: Certamente, l’opera “Uomo N’Uovo”, dove il titolo racconta il quadro in un gioco di parole, a simbolo dell’arte ci sono io in posizione fetale all’interno di questo uovo o placenta che è il pianeta in attesa che il semplice battito di ali delle farfalle possa dischiudere il mio contenitore, facendomi nascere
come un uomo nuovo e libero di esprimere tutta la forza del messaggio che l’arte può contenere. Le farfalle come vedete partono dal teschio che non è morte, ma semplicemente metamorfosi: solo dalle rovine si può ricostruire l’edificio crollato!
E mi sono rappresentato anche in questa, che ritengo una delle mie opere più importanti: “The bill”, 2x5 metri, è la ricostruzione in chiave contemporanea del cenacolo di Leonardo, dove i singoli personaggi sono stati cambiati con i simboli del potere. Qui Giuda, (che nel capolavoro di Leonardo tiene in mano un sacchetto con i 30 denari simbolo del tradimento) è sostituito da una sacchetto che contiene cocaina, a simboleggiare la nuova droga contemporanea: i media e i social media che apparentemente ci fanno sentire più liberi, ma che in realtà ci rendono sempre più schiavi.
Sopra:
“Fuck the world”, 2020, resina e foglia oro con silicone, 60x60x40 cm.
Al centro io appunto, non in veste di profeta, ma semplice testimone dell’umanità sacrificabile… noi tutti. I bicchieri neri rappresentano le menzogne del potere ed il calice con il vino rosso il sacrificio. Sullo sfondo un mondo i cui continenti monocromi rappresentano la possibilità di uguaglianza, perché le frontiere sono un’invenzione dell’uomo. “The bill” perché dopo la cena si deve pagare il conto, e saremo noi a pagarlo.
V.C.: Le tue opere hanno sempre un significato profondo, mai scontate o banali. Puoi raccontarci l’opera “Who will be the next”?
M.V.: Esistono tanti modi diversi di fare arte e di essere artisti, molti sono legati alla propria profonda intellettualità, altri alle proprie frustrazioni. Alcuni hanno invece deciso di aprire le porte del proprio studio per immergersi nella condizione umana con la speranza di cambiarla, ed io sono tra questi. Una giornalista mi ha definito “un artista
A sinistra: “Heart of earth”, fotografia e gocce di silicone nero su pannelli da 3/4/5 cm. di spessore, 240x240 cm.
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guerriero”, ma anche alchimista che trasforma il piombo della violenza nell’oro della bellezza e della grazia. La mia estetica nasconde e rivela allo stesso tempo il mio urlo contro un sistema schiavizzante, che ci fa dimenticare tutto troppo in fretta: siamo un’umanità con l’Alzheimer Questo è il messaggio dell’installazione “Who will be the next” presentata in occasione di Contemporary Istanbul del 2014 e allo spazio Factory del MACRO Museo di Roma. 10 coppie di piedi di bambini di 5 anni posizionati come in un obitorio. Ogni coppia ha un’etichetta di riconoscimento con una bandiera riferita a 9 paesi coinvolti in nuove guerre e rivoluzioni dopo l’attacco terroristico alle torri gemelle di NY, ed il timbro “finally free”, perché solo la morte può renderli realmente liberi. Solo l’ultimo paio di piedi sull’etichetta non ha né bandiera né timbro, è in attesa che un’altra guerra mieta le sue vittime.
V.C.: Parliamo ora di due opere: “Heart of earth” e “Fuck the world”, l’opera di copertina.
M.V.: Quando si parla di uomo
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Un giorno ero in fiera, mi si avvicina un ragazzo grande e grosso, guarda l’installazione “Who will be the next” e si mette a piangere.
Era siriano, quelle lacrime mi hanno fatto capire che oggi più che mai l’arte può e deve risvegliare le coscienze più che abbellire i salotti.
Marco Veronese
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“Who will be the next”, 2014, resina e polvere di marmo, cartoncini, 200x400 cm.
non si può prescindere dal luogo in cui vive. La Terra è un vero e proprio organismo vivente di cui spesso non consideriamo la fragilità. Un tempo il destino dell’uomo dipendeva da alcuni accadimenti naturali e per questo erano venerati come divinità. Oggi il destino della natura dipende da noi, è così che sono nate queste due opere. In “Heart of earth” la Terra prende il colore del sangue e diventa il cuore pulsante della vita rivelando al suo interno il simbolo dell’uomo nella sua accezione negativa, mentre nella scultura “Fuck the world” il destino del pianeta è in equilibrio sul dito medio di una mano scheletrica. Questo progetto risale al 2009, nel 2011 lo Tsunami che ha devastato il Giappone ha creato uno spostamento di quasi 17 cm dell’asse terrestre, nella mia scultura avevo spostato l’asse terrestre di qualche centimetro facendo diventare il nuovo asse il prolungamento del dito che sostiene il
pianeta... A volte la preveggenza nell’arte offre ancora maggiori spunti di riflessione e ne fa capire la grande forza e l’importanza.
V.C.: Ho ancora una curiosità, potresti parlarci dell’opera “UniverSe”, opera dove il simbolismo è molto complesso...
M.V.: Alcuni di voi hanno mai sentito parlare della musica delle sfere celesti? É il suono non udibile provocato dal movimento dei pianeti, e gli artisti (la cui sensibilitá li trasforma in “antenne” capaci di captarne a livello inconscio le vibrazioni) ne diventano i messaggeri. Due importanti astronomi hanno detto che noi siamo fatti della stessa materia delle stelle. William Blake scrisse che in un granello di sabbia si può vedere il mondo.
Io sono sempre più convinto che più ci allontaniamo dalla nostra madre, la Terra e dal nostro padre, l’ Universo, e più ci allontaniamo dalla nostra vera essenza. La postura
verticale ci ha fatto scordare l’odore dell’erba e non ci permette di vedere le formiche, privilegi che hanno i bambini finché non cominciano a camminare, ma dovremmo sempre mantenere vive queste sensazioni per evitare di distruggere l’unico luogo in cui possiamo vivere. Alcuni anni fa, preso dallo sconforto di una crisi profonda in cui ero, prima di addormentarmi chiesi un segno. Il giorno dopo successe ció che non mi era mai successo prima, riaccendendo il computer l’immagine che avevo scelto per il mio desktop, una frase dedicatami da un Lama Tibetano, era sparita, lasciando posto ad un’immagine della galassia di Andromeda, era il segno che avevo chiesto. È nato così il progetto intitolato “UniverSe”, una serie di quadri sul cui sfondo ci sono immagini di galassie, e in primo piano
Sotto:
“UniverSe”, fotografia e gocce di silicone nero su pannelli da 3/4/5 cm. di spessore, 160x90 cm.
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silhouette semi-trasparenti, ancora simboli e alcuni dei miei testi. Qui il simbolismo è molto complesso: due figure tengono in mano rispettivamente un libro chiuso, (in questo caso un’antica Bibbia) e l’altra un libro aperto con l’immagine di San Giorgio che uccide un drago, oltre alla parte finale di un mio testo. Entrambe le mani indossano un anello, uno di pietra rossa=sacrificio, l’altra un teschio. La figura che sorregge la Bibbia chiusa rappresenta il potere potenzialmente schiavizzante delle religioni, mentre l’altra figura con il libro aperto rappresenta il libero pensiero, la capacità critica, il progresso evolutivo attraverso la conoscenza. Dal Medioevo, nell’iconografia della religione Cristiana, San Giorgio rappresenta il bene mentre il drago rappresenta il diavolo, il male. Nel mio lavoro San Giorgio è l’uomo che ha spezzato le sue catene e ha trovato la sua vera identità spirituale uccidendo il vero nemico: la superstizione e l’ignoranza
V.C.: Vivi all’estero da tanti anni, prima in Turchia poi in Ungheria, ci puoi parlare della tua scelta?
M.V.: Anni fa fui invitato a fare una personale ad Istanbul, prima di allora non c’ero mai stato, fu amore a prima vista. Ogni volta che il mio sguardo si posava sul Bosforo, che io chiamo”vena d’acqua”, avevo lo stesso brivido sulla pelle e nell’anima, ero già stato lì ancora prima di arrivarci, così decisi di trasferirmi dall’Italia alla Turchia. Fu una decisione molto forte, avevo 50 anni, una bellissima ragazza che mi amava, una bella casa, la mia famiglia, i miei amici… Ma Istanbul mi chiamava, la mia anima mi chiamava. Non fu soltanto l’inizio del viaggio da un paese ad un altro, ma fu il più bello, eccitante e importante viaggio interiore che avessi mai fatto, e mi diede
l’opportunità di fare i cambiamenti di cui avevo bisogno, sia come essere umano che come artista. A Istanbul sono nati moltissimi progetti, incluso un libro, nuove installazioni, una serie di tappeti nei quali i simboli tradizionali si mescolano a quelli contemporanei che io utilizzo nel mio lavoro, il progetto per un film in cui sono attore e coautore, e una serie di nuovi quadri. Non essendo un paesaggista, il mio lavoro non è legato all’architettura dei luoghi dove vivo, ma alle vibrazioni e all’energia che da questi luoghi ricevo. A Istanbul ho respirato una brezza profonda che non alimenta i polmoni, ma l’anima. E altrettanto succede ora nella questa straordinaria città in cui vivo dal 2017: Budapest.
V.C.: Marco, il tuo viaggio interiore è toccante. Prima di concludere l’intervista vorrei chiederti una cosa, che consiglio daresti ad un giovane artista?
M.V.: Bisogna saper sognare ad occhi aperti e non avere paura di niente e di nessuno, soltanto la determinazione, l’esercizio, la consapevolezza della bontà del proprio lavoro possono portarci ai risultati. Bisogna abbattere i muri di pregiudizio degli altri e non erigerne di propri. Cercare dentro se stessi prima ancora che cercare nuovi materiali, il vero laboratorio è nella nostra anima, nel nostro cuore. Quando avremo scoperto il nostro messaggio interiore troveremo tutto ciò che ci servirà per renderlo visibile.
E mai dimenticarsi che l’opera è finita soltanto nel momento in cui incontra lo sguardo e le emozioni degli spettatori, e non quando esce dal nostro studio.
V.C.: Marco, ti ringrazio tantissimo per averci concesso il tuo tempo, è stato un vero piacere! s l
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Sono passati migliaia di anni dalle pitture rupestri ad oggi, e l’uomo si è evoluto in modo esponenziale dal punto di vista tecnologico e scientifico...
Dobbiamo imparare a filtrare la nostra visione del mondo e della vita attraverso le lenti della bellezza e dell’armonia.
Se riusciremo a farlo ci scopriremo persone migliori
.
A questo dovrebbe servire l’Arte.
Marco Veronese
“ ”
Marco Veronese © Ph. Marco Girolami
L’Antologica di Mario Zammit-Lewis Vittorio Sgarbi presenta a Malta la mostra antologica nel Palazzo del Parlamento progettato da
Renzo Piano
La realizzazione di un sogno! Per un artista poter esporre le proprie opere all’interno della sede del Parlamento Nazionale, è motivo di profondo orgoglio, una firma nella propria biografia. Fino al 28 febbraio, sarà infatti possibile visitare la mostra antologica di Mario Zammit-Lewis nel Palazzo del Parlamento a La Valletta. La critica della mostra è stata affidata a Vittorio Sgarbi e a Leonarda Zappulla. La sua personalità è caratterizzata da forza di volontà e amore per la vita, nell’essere ogni giorno attivo e produttivo. Esposto al Carrousel du Louvre, a Parigi, ed in altri contesti importanti, pubblicato da Mondadori sul catalogo “ARTISTI 22”, narrato dalle voci più importanti del panorama artistico, ha cominciato ad esporre nella Galleria Cassiopea a Torino diversi anni fa. Mario Zammit-Lewis è stato in qualche modo influenzato dalle correnti artistiche degli anni ‘70; ha conosciuto le evoluzioni, le avanguardie e l’arte cinetica programmata, che possiamo ritrovare nei suoi
lavori geometrici, poi riprodotti in argento. L’arte è sempre stata la sua compagna di vita, ammirando le sue opere è come se sfogliassimo il suo diario, trovando i ritratti delle sue figlie: Zammit-Lewis è narratore del nostro tempo, ma anche narratore della sua stessa vita e questo ci induce a conoscerlo per comprendere le sue esperienze. Ha studiato in Italia, trasferitosi a Malta ha saputo trovare l’Italia anche lì, grazie ad un grande artista calabrese, Mattia Preti, e con i capolavori del Caravaggio, uno dei quali è possibile rivedere oggi grazie al
lavoro del collega e amico Angelo Farrugia che è riuscito a recuperare il “San Gerolamo” che è conservato nel museo della Cattedrale. Sul catalogo della mostra antologica sono presenti molte opere, la sua produzione è rappresentata cronologicamente di anno in anno partendo dal 1964, e documenta il coraggio di non cedere a quello che è stato un obbligo per tutte le avanguardie, per tutti gli artisti che hanno avuto la sua esperienza negli anni ‘60-’70 e ‘80, ma non potevano non essere informali, astratti, sperimentatori di ricerche spesso
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Il Prof. Sgarbi scrive un commento sul registro della mostra
Il Prof. Sgarbi commenta la mostra al pubblico Il catalogo della mostra antologica
Il Prof. Sgarbi e Mario Zammit-Lewis mentre osservano le incisioni in argento
esterne, come se la pittura fosse un tradimento. Mario Zammit-Lewis ha vissuto e superato quel periodo con una pausa, da cui si è ripreso lavorando con rinnovata passione nel nuovo millennio. Ora la sua pittura è una pittura di luce, una pittura di paesaggi, una pittura di racconto della propria vita.
C’è una sezione che diventerà una mostra a sè: parla dei suoi viaggi nei luoghi dell’Oriente e dell’Occidente, l’espressione di quello che ha visto con riferimenti alla pittura Caravaggesca, come nell’omaggio a “Narciso”, oggi attribuito allo Spadarino ma lungamente riferito al Caravaggio. Nel video possiamo vedere che Mario Zammit-Lewis fa riferimento ad una tradizione Europea, quella di Freud, ovvero quella di una figurazione che non si è mai fermata. Lui in qualche modo è stato compagno di strada di quegli autori, ha sicuramente sentito la forza di Francis Bacon e di Freud come un conforto. Ecco, la parola che rappresenta meglio la
carriera (e in quanto maltese forse ancora di più), è “resistenza”, una forma di resistenza come qualità e impegno, ma anche un confrontarsi continuo nella tradizione classica (Monet, Rembrandt). C’è l’idea che l’arte si rigenera, che l’arte può consumarsi e che non deve diventare una “cosa”, non deve diventare il “rifiuto” come molta arte italiana (pensiamo ad esempio a Burri) Mario Zammit-Lewis ha proceduto tenendo la testa alta con l’orgoglio di chi sente la tradizione, soprattutto considerando il fatto che, alla fine di questo percorso sessantennale, l’artista ha potuto esporre tutte le sue opere presso il Parlamento Maltese, sempre con il consueto rispetto e attenzione, fino alla devozione, verso l’arte italiana, che ha visto lavorare Caravaggio in tempi difficili, ma anche per più di quarant’anni, Mattia Preti. Non si può conoscere l’arte italiana senza conoscere Malta. Quindi non si può dare un giudizio assoluto sulle opere del Mario Zammit-Lewis senza dire che in queste opere si sente il “suo cuore”, la sua passione nel documentare i passi dell’esistenza, l’esistenza che diventa un luogo, custode di cose viste e sentimenti provati. Un allestimento, quello della mostra, in cui si nota che l’Artista ha cercato di non fare mancare nulla della sua vita: si mostra nudo davanti a noi, è nudo attraverso le sue opere e manifesta le sue emozioni, la sua dolcezza umana, la sua passione, la sua determinazione, i suoi affetti, la sua memoria.Questo “memorial di vita” è un
documento importante, è l’omaggio che il Parlamento Maltese rende ad un Artista maltese, un omaggio reso all’arte occidentale ed all’arte italiana.
Attraverso di lui ed il rapporto stabilito tra Malta, l’Italia ed i suoi Artisti, la storia continua diventando qui un punto di arrivo. Ci auguriamo che il Parlamento Maltese abbia in futuro altre iniziative per documentare altri artisti maltesi che sono passati per l’Italia e che hanno tratto ispirazione dalla grande arte italiana. s l
alimarcpb@gmail.com
mariozammitlewis
YouTube: Mario R. Zammit-Lewis
MARIO ZAMMIT-LEWIS
esposizione ANTOLOGICA
Palazzo del Parlamento
LA VALLETTA – MALTA
dal 16 gennaio al 28 febbraio 2023
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Il Palazzo del Parlamento di Malta a La Valletta
Leonarda Zappulla presenta la mostra
Mario Zammit-Lewis con il Prof. Vittorio Sgarbi
Mario Zammit-Lewis con il Prof. Vittorio Sgarbi
Da sinistra: Sandro Serradifalco, Leonarda Zappulla, Angelo Farrugia, Vittorio Sgarbi, Mario Zammit-Lewis e Fabrizio Romano
Omaggio all’opera “Narciso”
I pictores di Pompei
Dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, a Bologna di FlaVio ennante
Il Museo Civico Archeologico di Bologna ospita, fino al 19 marzo, la mostra “I Pittori di Pompei”. Curata da Mario Grimaldi e prodotta da MondoMostre, vede in esposizione un prestito eccezionale proveniente dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli: oltre 100 opere di epoca romana della collezione del museo partenopeo, in cui è conservata la più grande pinacoteca dell’antichità del mondo.
Al centro i pictores: artisti e artigiani che decoravano le case di Pompei, Ercolano e dell’area vesuviana. Si può così comprendere il ruolo e la condizione economica nella società del tempo, oltre a mettere in luce le tecniche, gli strumenti, i colori ed i modelli. Inoltre, l’importante patrimonio di immagini che questi autori ci hanno lasciato restituisce il riflesso dei gusti e i valori della committenza. Questo è sicuramente uno di quegli eventi espositivi da non perdere, così completo e con in visione opere
importanti e interessanti che fanno rivivere al visitatore molte scene dell’epoca, così come permette di vedere vere e proprie ricostruzioni di interi ambienti pompeiani, come la Domus di Meleagro
con i suoi grandi affreschi con rilievi a stucco, a raccontare il rapporto tra spazio e decorazione, frutto della condivisione di scelte, e di messaggi da trasmettere, tra i pictores e i loro committenti. s l
I PITTORI DI POMPEI
23 settembre 2022 - 19 marzo 2023
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo Civico Archeologico, Bologna
INFO
T. +39 02 91446110
Lunedì e da mercoledì a venerdì 10.00 - 19.00 Sabato, domenica e festivi 10.00 - 20.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.ipittoridipompei.it
Io ed Argo Pompeii, VI, 9, 2-13, Casa di Meleagro, tablino (8), parete nord, tratto centrale, quadro affresco, 102 x107 cm. I secolo d.C. - IV stile
STELIOS STYLIANOU
biancoscuro
“Royal profile” 2022 gilt bronze 30x16x12 cm.
www.stylianou.ch
MASSIMO SAVIO
Forme cablate e blindate, asimmetrice
2022
pannello in fibra composita, colori acrilici, barre filettate in acciaio 60x80x1 cm.
Forme cablate criptate e blindate
2022
pannello in fibra composita, colori acrilici, cavi elettrici bianchi, barre filettate in acciaio 39x69,5x1 cm.
maxavio53 Savio Massimo
massimo.savio53@gmail.com
La seduzione del bello In mostra a Milano la collezione Gastaldi Rotelli
di Mario GaMbatesa
Il Museo Bagatti Valsecchi di Milano, ha aperto le porte della storica dimora di via Gesù per inaugurare un autunno di grandi novità. Dal 15 ottobre scorso al 12 marzo 2023, la mostra intitolata “La seduzione del bello. Capolavori segreti tra ‘600 e ‘700”, tratta di una selezione di cinquanta opere del Seicento e del Settecento, custodite nella collezione milanese
Gastaldi Rotelli e realizzate dagli artisti quali Procaccini, Cairo, Nuvolone, Magnasco, Guardi,
Régnier, Londonio, Ricci, Todeschini, Monsù Bernardo, Ceruti. Cinquanta capolavori lasciano per la prima volta tutti insieme la loro abituale residenza per entrare negli ambienti neorinascimentali di via Gesù e porsi in dialogo con l’eclettica raccolta permanente quattro e cinquecentesca che i fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi radunano alla fine dell’Ottocento.
Con questa mostra, la Casa Museo si configura così come una “Casa delle Collezioni”, creando
un’interessante quanto inedita riflessione sul ruolo del collezionismo privato, la sua storia e la conseguente valorizzazione e fruizione in età contemporanea.
Gilda Gastaldi
e Giuseppe Rotelli, appassionati della pittura del Seicento e del Settecento ed attratti dalla varietà di temi che la caratterizzano, alla fine del Novecento, per circa un ventennio, hanno raccolto un nucleo eccezionale di dipinti, partecipando ad aste in tutto il mondo e viaggiando alla costante ricerca di
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Puoi abbonarti o richiedere una copia online: artshop.biancoscuro.it
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LA SEDUZIONE DEL BELLO
Capolavori segreti tra ‘600 e ‘700 15 ottobre 2022 – 12 marzo 2023
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo Bagatti Valsecchi, Milano
INFO
T. +39 02 76006132
Mercoledì 13.00 - 20.00
Giovedì e venerdì 13.00 - 17.45
Sabato e domenica 10.00 - 17.45
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.museobagattivalsecchi.org
Bernardo, lo Pseudo Salini, Todeschini e Giacomo Ceruti
L’allestimento coinvolge tutte le sale ed è arricchito dai preziosi tessuti di Dedar e dalle terre naturali di Matteo Brioni, creando un percorso inedito che riconfigura gli spazi della Casa Museo, costituendo una preziosa opportunità per i visitatori di ammirare opere difficilmente fruibili nei musei. s l
In alto: Giacomo Antonio Ceruti, detto Il Pitocchetto (Milano, 1698 – 1767) L’incontro al pozzo 1750 circa, olio su tela, 144x115 cm. Collezione Gastaldi Rotelli
A sinistra: Nicolas Régnier, detto Nicolò Renier o Mabuseo (Maubeuge, 1588 – Venezia, 1667) Allegoria dell’Estate
1617-1620 circa, olio su tela, 59x158 cm. Collezione Gastaldi Rotelli
Giuseppe VOLANTE
peppevolante@virgilio.it
giuseppevolante
peppevolante www.giuseppevolante.it
“ATTRAVERSAMENTI” - 2015, olio su tela, 120x80 cm.
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BRUNO ARCANGELI GRABLOVITZ
“Sankt Anna- Reifnitz” - 2022, acquarello, 38x28 cm.
“Autunno” - 2022, acquarello, 38x28 cm.
bruno.adrianaarcangeli@alice.it arcangeligrablovitz
Raoul Dufy
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RAOUL DUFY. Il pittore della gioia Palazzo Cipolla, Roma
October 14, 2022 - February 26, 2023
Starting 14 October 2022, the spaces at Palazzo Cipolla will be hosting the largest exhibition ever staged in Italy of one of the masters of modern art: Raoul Dufy. Subdivided into 13 thematic sections, the exhibition recounts the French painter’s entire artistic journey through multiple works embracing a variety of techniques in the various decades of the twentieth century, from the beginning until the 1950s, when Dufy, spurred by the War and by illness that forced him to stay within the confines of his studio in southern France, sought new themes. The leitmotiv for this overview lies in chromatic violence, in the magic of colour that becomes an indispensable element for communicating moods and emotions. This evolution initially saw Dufy pursuing the Impressionist tradition that germinated with Monet in his own native city of Le Havre. He was later to be found among the Fauves gathering around the figure of Matisse, who were soon to react against atmospheric painting and works dominated by visual sensations, and would end up embracing
Cézanne’s austerity by which shapes, the flat areas of bright or even violent colours, are independent of the line that barely sketches their contours. This form of painting featured waves rendered in upside-down Vs, clouds, and a world of shapes: bathers, birds, horses, and landscapes inspired by the modern and the classical alike. He showed a preference for seascapes, with a particular love for the racecourses that would bring him great success. Sensitive to the climate of his own times, he took an interest in the society of entertainment, with its races, regattas, and diversions that were elite and popular at the same time, reproduced by Dufy with liveliness and zest.
Curated by Sophie Krebs, Chief curator and Nadia Chalbi, in charge of Exhibitions and collections at the Musée d’Art Moderne de Paris, the exhibition is an emotional journey through the artist’s preferred themes, in which visual sensations reduced to the essence of reality, and the use of composition, light, and colour, are the emblematic elements characterizing his works. s l
“La Fata Elettricità, il dipinto più grande del mondo, duecentocinquanta pannelli di compensato di 2x1,20 metri realizzati per l’Esposizione internazionale delle arti e delle tecniche nella vita moderna tenutasi a Parigi nel 1937. Tutta la sua storia in una mostra, ben concepita e completa. s l
RAOUL DUFY
Il pittore della gioia
14 ottobre 2022 - 26 febbraio 2023
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Cipolla, Roma
INFO
T. +39 06 9837051
Da martedì a domenica 10.00 - 20.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.fondazioneterzopilastrointernazionale.it
ALEKSANDRA DE PAN
biancoscuro
ESSENCE - 2022 - acrilico su tela - 100x70 cm.
art@aleksandradepan.art aleksandradepan_art www.aleksandradepan.com
Eleganza al Forte di Bard
L’evoluzione del Déco in Italia di ettore tiretto
Una nuova grande mostra d’arte anima gli ambienti del Forte di Bard, in Valle d’Aosta. Siamo parlando di “Il Déco in Italia, l’eleganza della modernità”, a cura di Francesco Parisi, allestita nelle sale delle Cannoniere e delle Cantine, composta da ben 230 opere tra pittura, scultura, decorazioni murali, arti applicate, manifesti e illustrazioni che raccontano l’evoluzione del Déco in Italia. La mostra segue un percorso scandito in sezioni tematiche, ma anche ripartito per tecniche, in maniera che nulla venga lasciato al caso e ci si riesca a documentare su ogni aspetto. Ogni sezione della mostra è sviluppata considerando un dialogo attivo tra le diverse manifestazioni artistiche. In ordine attraversiamo “Vocazioni Déco nella pittura tra Secessione e Novecento”, “Scultu-
ra: arcaismi, classicismi e “l’artificiosa natura” animalier”, “Iperbolica Architettura”, “Arti Decorative tra “bell’oggetto” e funzionalità”, “Monza palcoscenico del Déco italiano”, “Parigi 1925”, “Rigide geometrie e morbidi intrecci: l’arredamento e gli arazzi”, “Maria Monaci Gallenga e Riccardo Gualino” e “I manifesti, la grafica e l’illustrazione”. Un grande progetto espositivo che ci porta all’interno di quel periodo storico e ce ne fa comprendere le tante declinazioni, visitabile fino al 12 marzo e assolutamente da non perdere per poter avere una visione completa dell’evoluzione del Decò in tutte le diverse discipline artistiche, così come in architettura e nell’arredamento. La mostra è accompagnata da un catalogo, edito da Silvana Editoriale, a cura di Francesco Parisi. s l
IL DÉCO IN ITALIA
L’eleganza della modernità 02 dicembre 2022 - 10 aprile 2023 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Forte di Bard, Bard
INFO
T. +39 0125 833811
Da martedì a venerdì 10.00 - 18.00 Sabato, domenica e festivi 10.00 - 19.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.fortedibard.it
Sopra: Umberto
biancoscuro
In alto: Umberto Bellotto - Piedistallo sormontato da un grande portafiori, anni ‘20 Collezione privata, Venezia
Bottazzi - Circe, 1931. Collezione privata, Roma. Ph. Arte Fotografica
Monica Zorzi zorzi_monica Ritratto di mia madre 2022, composizione digitale stampata su carta, 45x 60 cm.
Anselmo Bucci - Cleopatra, 1927-29 Courtesy Matteo Maria Mapelli Arte Moderna e Contemporanea
Giorgio de Chirico
Dal 1938 al 1978
di carla MarGone
Le opere di Giorgio de Chirico attirano sempre molti sguardi, e non è mancata neanche questa volta l’attenzione su una mostra dedicata al padre della pittura metafisica, in particolare al periodo della sua produzione che va dal 1938 al 1978, ovvero dalla stagione barocca alla neometafisica. A Palazzo Pallavicini fino al 13 marzo, è a cura di Elena Pontiggia e Francesca Bogliolo. Il percorso espositivo è composto da oltre settanta opere provenienti dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma. L’esposizione è divisa in tre sezioni: “Gli autoritratti”, opere che ha dipinto tutta la vita, una maschera dell’artista, l’equivalente delle numerose autobiografie che scrive dando loro contenuti diversi; “La stagione Barocca”, che si preannuncia e si sviluppa dagli anni quaranta-cinquanta al 1968;
DE CHIRICO E L’OLTRE
Dalla stagione «barocca» alla neometafisica (1938-1978)
13 ottobre 2022 - 12 marzo 2023 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto)
Palazzo Pallavicini, Bologna
INFO
T. +39 331 3471504
Da giovedì a domenica 11.00 - 20.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.palazzopallavicini.com
“La stagione Neometafisica”, quando tra il 1968 e il 1978 riprende a dipingere manichini, Piazze d’Italia e altri enigmi, con nuove rielaborazioni. La mostra è accompagnata da un ampio catalogo edito da Silvana Editoriale, con testi di Francesca Bogliolo, Mauro Pratesi e Elena Pontiggia, a cui si aggiunge un importante contributo di Renato Barilli, che testimonia l’intuizione risalente al 197374 sul valore della Neometafisica. s l
A destra: Installation view “De Chirico e l’oltre”. Courtesy Palazzo Pallavicini
Sotto: Ettore e Andromaca - 1970, olio su tela, 30x40 cm. firmata “g. de Chirico”
© Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma
© Giorgio De Chirico by SIAE 2022
biancoscuro
Elisabetta BOSISIO IL SEME 2020, fusione di cera d’api, resina damar e pigmenti 80x80 cm.
www.elisabettabosisio.it
info@elisabettabosisio.it
Modello di perfezione e spiritualità
Giotto protagonista al Mart di Rovereto
di lucia Garnero
Inaugurata il 6 dicembre 2022 e aperta al pubblico fino al 19 marzo 2023, con la mirabile mostra “Giotto e il Novecento”, il Mart di Rovereto prosegue la sua indagine sul rapporto tra antico e contemporaneo. L’evento nasce da un’idea di Vittorio Sgarbi ed è realizzato a cura di Alessandra Tiddia con il contributo di numerosi studiosi. Il percorso segue un ordine cronologico e tematico che evidenzia come Giotto sia sta-
to studiato e preso a modello di perfezione e spiritualità da grandi autori dei secoli XX e XXI Suddivisa in sette sezioni, la rassegna si apre con una grande installazione immersiva che riproduce la Cappella degli Scrovegni di Padova, il capolavoro di Giotto. La videoproiezione, costruita partendo dalle immagini ad altissima risoluzione dell’Università di Padova e messe a disposizione dai Musei Civici di Padova, trasporta i visitatori all’interno del
ciclo di affreschi del XIV secolo. Giotto, il Maestro che rivoluziona la pittura medievale e apre al vero con le pecore garfagnine e le lacrime che rigano i volti, peraltro mai usato in senso descrittivo o aneddotico, non solo è stato amato nell’Ottocento, ma, a partire da Carrà, la cui pittura è intrisa della lezione del Maestro, è un punto di riferimento lungo tutto il Novecento; evidente a partire dalle pitture murali di Mario Sironi, le soluzioni plastiche di Arturo Martini, gli spazi sospesi di Giorgio de Chirico, la sintesi formale di Fausto Melotti, le geometrie di Giorgio Morandi, la pittura astratta di Giorgio Griffa e di Serge Poliakoff, per avviarsi alle esperienze di Matisse, Rothko, Albers, Klein e arrivare all’installazione di James Turrell, Thyco Blue, un altro portale esperienziale, che conclude il viaggio. In particolare, a influenzare alcuni tra gli artisti più conosciuti è il suo celebre blu: un colore che diventa spazio ultraterreno, ‘ritratto’ nelle tele bucate di Lucio Fontana e ispirazione delle campiture sfumate di Mark Rothko o dei quadrati di Josef Albers
“Il fascino esercitato da Giotto – ricorda Alessandra Tiddia – è fon-
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Mario Sironi Condottiero a cavallo, 1934-1935 Mart, Archivio Mario Sironi di Romana Sironi
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Tina Lupo
- www.tinalupo.it -
“DAIMON” - 2017, tela, 45x64 cm.
Virginia a Bloomsbury
Nelle stanze di Palazzo Altemps
di FlaVio ennante
Ultimi giorni per visitare la mostra “Virginia Woolf e Bloomsbury. Inventing Life” a Palazzo Altemps, luogo che nel passato ha accolto una prestigiosa biblioteca e nell’Ottocento ha ospitato i salotti letterari. È qui, nella chiesa custodita all’interno dell’edificio, che Gabriele D’Annunzio sposò nel 1883
Maria Hardouin di Gallese, famiglia che per ultima abitò il Palazzo. Non è dunque un luogo a caso quello scelto per raccontare la complessa esperienza di amicizia intellettuale del gruppo di Bloomsbury (Virginia Stephen, non ancora Woolf, e i fratelli Vanessa, Thoby e Adrian vi si trasferirono rimasti orfani) attraverso libri, parole, dipinti, fotografie e oggetti dei protagonisti di questa avventura dell’arte e del pensiero. Ideata
A destra: Roger Fry - Edward Carpenter 1894, olio su tela, 74,9x43,8 cm.
National Portrait Gallery, Londra, dono di Roger Fry, 1930
© National Portrait Gallery, London
Sotto: Due viste della mostra Allestimenti Bloomsbury
Ph. Studio Zabalik
e curata da Nadia Fusini (profonda conoscitrice dell’autrice inglese) in collaborazione con Luca Scarlini (scrittore, drammaturgo, narratore, performance artist), la mostra è suddivisa in diverse sezioni: “Una stanza tutta per sé” (tutta dedicata a Virginia Woolf), “Society is the happiness of life” (con dipinti e foto, eccellenti prestiti della National Portrait Gallery di Londra), “Hogarth Press” (ricostruisce la storia della casa editrice fondata nel 1915 da Leonard e Virginia), “Roger Fry e il post impressionismo” (con una selezione di dipinti prestati dallo Sheffield Museums Trust) e “Omega Workshops”, l’ultima sezione della mostra che racconta l’apertura di una bottega per artisti, sogno spezzato dopo solo sei anni a causa della guerra. s l
BRUNO AZZINI
VIRGINIA WOOLF E BLOOMSBURY
Inventing Life
26 ottobre 2022 – 12 febbraio 2023 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps, Roma
INFO
T. +39 06 684851
Da martedì a domenica 11.00 - 18.00
Inquadra con il tuo smartphone
il codice QR per collegarti al sito www.museonazionaleromano.beniculturali.it
Dettagli 2022, collage di juta e tecnica mista su tela, 85x45x4 cm.
azzini.bruno@yahoo.it
Tra le righe 2022, collage di juta e tecnica mista su tela, 85x45x4 cm.
Giorgio Morandi
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gli anni dell’attività del maestro bolognese e che affrontano tutti i temi e le tecniche da lui trattati, nonché per l’indubbia rilevanza dei pezzi che ne fanno parte. Il percorso espositivo al Museo Morandi si apre con un raro Autoritratto giovanile del 1914, opera di primaria importanza, già collezione Valdameri, che nel 1939 prese parte alla Golden Gate International Exposition di San Francisco. La mostra prosegue con una sfilata di nature morte, fiori e paesaggi, realizzati tra il 1918 e il 1959, di straordinario interesse storico e qualitativo, attraverso la quale è possibile seguire lo sviluppo della ricerca morandiana.
Il tema della natura morta, inter-
GIORGIO MORANDI
Opere dalla collezione Antonio e Matilde Catanese
03 dicembre 2022 – 26 febbraio 2023 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo Morandi, Bologna
INFO
T. +39 051 6496611
Martedì e mercoledì 14.00 - 19.00
Giovedì 14.00 - 20.00
Venerdì, sabato, domenica e festivi 10.00 - 19.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.mambo-bologna.org
pretato attraverso il linguaggio pittorico e incisorio, con l’unica eccezione di un disegno, si sviluppa parallelamente a quello dei paesaggi tra cui compare il dipinto “La strada bianca”, motivo realizzato a Grizzana e ripreso in alcune varianti nel 1939 e nel 1941. È parte integrante della mostra una selezione di acqueforti (la collezione Catanese possiede quasi l’intera produzione), tecnica che Morandi praticò da autodidatta in modo magistrale e che considerò sempre come un linguaggio parallelo alla pittura, come testimoniato dalle sue ormai celebri parole: “Dipingo e incido paesi e nature morte”
La passione e l’attitudine verso la produzione di Giorgio Morandi da parte dei coniugi Catanese è
ben delineata da Antonio Catanese, in alcuni passaggi dell’intervista concessa alla curatrice della mostra: “Di fronte ad un’opera di Morandi mi sento un soggetto attivo, non passivo, come non mi accade per altri autori, seppur importanti, che ho scelto e di cui mi circondo. Ma con Morandi è diverso. La sua pittura mi costringe all’osservazione prolungata del soggetto. Ad ogni riflessione sulla pennellata, sulla lieve variazione di colore, sulla polvere percepita, sento che devo rimanere più a lungo, ritornare con il pensiero per cogliere di più”. s l
biancoscuro
Giorgio Morandi Natura morta, 1949 (V. 695) olio su tela, 35x45 cm. Collezione Antonio e Matilde Catanese © Giorgio Morandi by SIAE, 2022
CARLINI “Metamorphosis” 2023 - olio su tela - 40x50 cm. rcsinclair68@yahoo.it cr_rosannacarlini
Rosanna
Protagonista: la natura
Da Giacomo Balla a Jan Fabre di ettore tiretto
Nuova mostra di Palazzo Bisaccioni a Jesi: “Habitat. Le forme e i modi della Natura”. A cura di Stefano Verri, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi con il coordinamento di Mauro Tarantino, in collaborazione con Intesa Sanpaolo e patrocinato dal Ministero della Cultura e dalla Regione Marche, il progetto affronta il tema sfaccettato dell’ambiente in rapporto con l’uomo, nella creazione e definizione dell’habitat in cui viviamo.
Questa è l’occasione per poter ammirare una parte della Collezione Intesa Sanpaolo, l’esposizione presenta infatti una quarantina di opere di grandi maestri del Novecento e dell’inizio del nuovo secolo, ognuno dei quali ha lavorato sul tema della natura dandone una
personale interpretazione, indissolubilmente legata al contesto di appartenenza dell’artista.
Un argomento sempre attuale, allora come oggi: gli artisti in mostra hanno saputo restituire una fotografia del loro tempo sul tema della mostra. Lungo il progetto espositivo possiamo ammirare opere di, ad esempio, Valerio Adami, Darren Almond, Angeli, Stefano Arienti, Enrico Baj, Giacomo Balla, Eugenio Carmi, Crippa, Sergio Dangelo, Giorgio De Chirico, Olafur Eliasson, Jan Fabre, Lucio Fontana, Stefania Galegati, Peter Halley, Marussig, Mario Merz, Miccini, Luca Maria Patella, Yan Pei Ming, Giuseppe Penone, Paola Pezzi, Pablo Picasso, Fausto Pirandello, Piero Pizzi Cannella, Pomodoro, Ottone Rosai e Mario Schifano. s l
HABITAT
Le forme e i modi della Natura 02 dicembre 2022 - 11 aprile 2023 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Bisaccioni, Jesi
INFO
T. +39 0731 207523
Tutti i giorni 09.30 - 13.00 / 15.30 - 19.30
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biancoscuro
Piero Marussig - Cantiere, 1928
Mario Schifano, Senza titolo, 1983-1984
Stefania Gagliardi www.stefaniagagliardi.com
stefy_gagliardi_ “Mondo sommerso” - 2022 - tecnica mista - 70x50 cm.
stefykady@gmail.com
L’occhio in gioco
della percezione visiva di FlaVio ennante
L’inganno
Una mostra originale, dal tema particolarmente affascinante, che corre sul filo tra arte e scienza, tra colore e movimento, tra la regola e l’inganno. Stiamo parlando di “L’occhio in gioco. Percezioni, impressioni e illusioni nell’arte”, in scena finito al 26 febbraio 2023 a Padova, al Palazzo del Monte di Pietà. Arte e scienza nelle sue svariate accezioni, insieme danno vita ad un confronto affascinante di concetti, movimenti, miraggi. Gli studi di Goethe, Runge e Henry sono accostati in mostra con le opere dei grandi maestri che hanno affrontato, ciascuno a proprio modo, il tema della percezione visiva: da Seurat a Kandinsky, da Klee a Boccioni. A cura di Luca Massimo Barbero (per la parte storica) e a Guido Bartorelli, Giovanni Galfano, Andrea Bobbio
L’OCCHIO IN GIOCO
Percezioni, impressioni e illusioni nell’arte 24 settembre 2022 - 26 febbraio 2023 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto)
Palazzo del Monte di Pietà, Padova
INFO
T. +39 049 8234882
Da lunedì a venerdì 09.00 - 19.00
Sabato, domenica e festivi 09.00 - 20.00
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e Massimo Grassi dell’Università di Padova per la parte dedicata al Gruppo N ed alla psicologia della percezione, è in collaborazione con l’Ateneo Patavino. La seconda parte dell’esposizione mette a confronto un’accurata selezione di documenti e studi accademici con le opere del Gruppo N, costituito proprio a Padova da Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi e Manfredo Massironi, e di Marina Apollonio: tutti protagonisti indiscussi della “nuova tendenza” ottico-cinetica s l
biancoscuro
Sotto: Georges Seurat Paysage, homme assis (étude pour Un Dimanche d’été à l’Ile de La Grande Jatte) Private collection
Sopra: Disco base per zootropio, Wheel of life, edito da H.G. Clarke & Co. Londra, 1870. Torino, Museo Nazionale del Cinema © Museo Nazionale del Cinema, Torino / Ph. Giorgio Tovo
VALERIO BETTA “Corteggiamento in oriente” 2020 - olio e oro su stoffa, 30x24 cm. betta.va@libero.it bettava.wixsite.com/valeriobetta1
Frida Kahlo
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64 biancoscuro BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE Ordina la versione cartacea o PDF su Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it https://artshop.biancoscuro.it
espositivo si dipana nei due piani della fortezza sabauda, lungo l’antica cinta muraria della città, ed è un viaggio sensoriale alla scoperta del meraviglioso universo di Frida
Quattro le sezioni tematiche: “La colonna spezzata”; “Il viaggio infi-
FRIDA KAHLO
Il Caos Dentro
01 ottobre 2022 - 26 febbraio 2023
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo Storico Nazionale d’Artiglieria, Torino
INFO
T. +39 02 54912
Da lunedì a venerdì 09.30 - 19.30
Sabato, domenica e festivi 9.30 - 21.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.mostrafridakahlo.it
nito”, con nature morte e ritratti; “Querido doctorcito”; e “Frida privata”, selezione di fotografie stereoscopiche che vedono Frida negli aspetti più intimi della sua quotidianità, immagini che provengono dall’archivio privato di Lévy, recentemente ritrovato. s l
A destra: Frida Kahlo - La colonna spezzata 1944, olio su tela incollato su masonite, 30,5x40 cm. Museo Dolores Olmedo, Messico. Video-proiezione animata
Banco de México Diego Rivera & Frida Kahlo Museums Trust, México D.F.
Sotto: Francobollo omaggio a Frida Kahlo per il 110° anniversario della nascita, collage di dipinti. Emesso nel 2017 in Sierra Leone, Africa
Sotto: Francobollo omaggio a Frida Kahlo recante “Autoritratto con collana” del 1933 Emesso nel 2001 negli Stati Uniti d’America
ESTER CROCETTA
biancoscuro
estercrocett estercrocetta.it Youth music band
Daniela Ghione
daniela.ghione.77
TONDO FLOREALE 2022, tecnica mista su tela in teca di plexiglass, 112x112 cm.
daniela.ghione2018
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ROSA MARIA FALCIOLA
falciola@rosamaria-falciola.it rosamariafalciolaart rosamaria.falciola.35 www.rosamaria-falciola.it
MOSAICO I
2022, matite colorate, 24x33 cm.
Pietro Cascella
I primi anni di produzione, inediti di carla MarGone
Grande scultore italiano del Novecento, Pietro Cascella ha mosso i suoi primi passi nel disegno e nella pittura, arrivando solo dopo alla scultura in pietra. Ai questi primi anni di lavoro è dedicata la mostra “Pietro Cascella inedito. Le opere degli esordi a Roma (1938-1961)”, a cura dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita (1921-2021).
In esposizione più di cento opere, molte delle quali inedite o poco note, risalenti ai primi due decenni di attività dell’artista dalla fine degli anni Trenta ai primi Sessanta. Possiamo vedere il percorso che va dalle prime esperienze con la pittura al periodo della lavorazione della ceramica, il primo approccio alla scultura modellata (insieme al fratello Andrea, la moglie Anna Maria Cesarini Sforza e Fabio Rieti, nell’evocativa fornace di Valle dell’Inferno a Roma), fino ad arrivare alla lavorazione dei metalli e al cemento. s l
PIETRO CASCELLA INEDITO
Le opere degli esordi a Roma (1938-1961)
01 dicembre 2022 - 19 marzo 2023
Musei di Villa Torlonia, Roma
INFO
T. +39 06 0608
Da martedì a domenica 09.00 - 19.00
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Sopra: alcune immagini della mostra “Pietro Cascella inedito”, Villa Torlonia. Ph. Luca Perazzolo
Sotto: Andrea e Pietro Cascella - Testa ceramica, circa 1950, 43x62,5x42,5 cm.
Mauro Scardigli
“Lucido 475” 2022 tecnica mista su Plexiglas 50x50 cm.
Scardigli
www.scardiglimauro.it
“Lucido 506” 2022 tecnica mista su Plexiglas 50x50 cm.
scardiglim@scardiglimauro.it Mauro
Mauro Scardigli
ROVENA BOCCI
Giuseppe Gallo
Le sue opere al Mart di Rovereto di FlaVio ennante
“Libro che guarda il cielo” (particolare)
2021, collage su stoffa, dripping
Covid-19 Hi dad - hi dad of everyone (hi Silvano my dad) life is wonderful thank you for my wonderful wonderful life full of every good every food on every table pace everywere in universe
Rovena Bocci 22.12.22
Lo scorso dicembre, negli spazi del Mart, è stata inaugura una mostra dedicata completamente all’arte di Giuseppe Gallo: “Giuseppe Gallo. Michelangelo sogna Brancusi”, aperta al pubblico fino al 19 marzo. Il titolo della mostra evoca una delle opere esposta sospesa al centro della piazza del museo, una monumentale scultura che raffigura il volto incantato del Maestro rinascimentale su cui è germogliata la “Colonna infinita” dello scultore modernista Constantin Brâncuşi. Si sottolinea così il rapporto tra antico e contemporaneo, nodo fondante della linea d’indagine del Presidente Vittorio Sgarbi. Quella di Gallo è infatti un’arte senza tempo che cita i grandi maestri senza categorizzarli per epoche e stili, ma ricercando un’idea primigenia che accomuni stagioni ed espressioni differenti. Il progetto espositivo è del tipo diffuso, dalla piazza al foyer, dal mezzanino al cavedio: 50 opere realizzate dagli anni ‘80 ad oggi, compongono questa che è una vera e propria monografica dedicata a Giuseppe Gallo.
I temi indagati sono quelli del mito e della natura nei quali l’artista riconosce un principio di vita e poesia. Intreccia linguaggi provenienti da mondi diversi attingendo alla filosofia, alla matematica, alla cosmologia e alla letteratura. Possiamo ammirare opere come “Bianco terra, 474” (2004) e “Foglie” (2001), “Prismi” (2007) e “Eroi” (2006), “Ho la testa confusissima” (2017) e “Femmina atroce” (2004). L’arte di Gallo coinvolge e fa riflettere poeticamente. s l
Sopra: Giuseppe Gallo - Prismi 2007, bronzo, dimensioni variabili Archivio Giuseppe Gallo
A sinistra: Giuseppe Gallo - Più o meno 1986, olio e carboncino su carta, 47x37 cm. Archivio Giuseppe Gallo
GIUSEPPE GALLO
“Place to Peace” 2013, istallazione, 300x400x36 cm.
composta da poesia visuale su immagini di opere pittoriche di Marino Ficotto
Universe is harmonious, created with all good place to be, live in peace with love. World is wonderful, luxuriant created place to be, to live in peace with love and all good.
Place to peace. Rovena Bocci 13.3.22
rovenabocci@gmail.com
rovenabocci.blogspot.com
Michelangelo sogna Brancusi 06 dicembre 2022 – 19 marzo 2023 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Mart, Rovereto
INFO
T. +39 800 397760 info@mart.tn.it
Da martedì a domenica 10.00 - 18.00
Venerdì 10.00 - 21.00
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Le Streghe son tornate
Stampe antiche e maledette di ettore tiretto
“Stregherie. Fatti, scandali e verità sulle sovversive della storia”, a cura di Luca Scarlini, espone una collezione di stampe antiche unica al mondo, che mette insieme i maggiori incisori ed artisti degli ultimi due secoli con straordinari illustratori anonimi dimenticati, presentando scene di malefici, torture, sabba osceni, crudi episodi di stregoneria ma anche scene luminose di streghe buone, zingare che guariscono bambini dalle malattie e simboli magici nascosti in quadri pastorali. Aperta al pubblico al Belvedere di Villa Reale a Monza fino al 26 febbraio, permette di ammirare incisioni di Dürer e Goya, ma anche i colori morbidi di Delacroix, e poi documenti, trattati maledetti cinquecenteschi, manifesti cinematografici originali a tema, amuleti, feticci e altri strumenti rituali provenienti dallo sperduto Museum of Witchcraft di Boscastle, in Cornovaglia. La visita inizia vivendo su di sé l’espe-
rienza di un vero processo per stregoneria tenuto da un tribunale medievale del 1539. Si entra poi nel mondo dell’Antica Religione della Grande Madre, vivendone i luoghi, i riti, le azioni e gli oggetti. Un evento che va oltre alla semplice esposizione, da vivere. s l
STREGHERIE
Fatti, scandali e verità sulle sovversive della storia
29 ottobre 2022 – 26 febbraio 2023
Belvedere della Villa Reale, Monza
Giovedì e venerdì 10.30 - 18.30
Sabato e domenica 10.30 - 20.00
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ANTONELLA QUACCHIA
10-12 marzo 2023 - Tokyo Tower Art
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John William Waterhouse - The magic circle fotoincisione. Collezione Invernizzi
Ocra - 2022, mixed media on canvas, 80x80 cm.
anton4art@gmail.com anton4art antonella.quacchia anton4art.com
Fair
Arte concreta dal Ritter Museum
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72 biancoscuro BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE Ordina la versione cartacea o PDF su Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it https://artshop.biancoscuro.it
Morellet, Anton Stankowski, Günther Uecker, Grazia Varisco e Martin Willing. Originale e unica, è possibile visitarla fino al 16 aprile di quest’anno, senza dimenticare di approfittare per visitare anche la mostra permanente
dedicata alle opere d’arte e di design di Marcello Morandini. s l
A destra: Klaus Staudt Auflagenobjekt XI, MU XI CB 1970/1989, Ex. 22/30, cartoncino, perspex, legno, 40x40x5 cm. Ph.Gerhard Sauer © VG Bild-Kunst, Bonn 2022
COLOURS IN A SQUARE. Works from the Marli Hoppe-Ritter Collection Fondazione Marcello Morandini, Varese
November 26, 2022 - April 16, 2023
The guest exhibition by the Marli Hoppe-Ritter Collection at the Fondazione Marcello Morandini showcases some 40 paintings, pictorial objects and sculptures from the 1960s to the present. They cover a wide range of constructive-concrete approaches and give a keen insight into a major focus of the collection. The exhibits range from paintings by the leading lights of the Zurich Concretists to systematic compositions from the following generations of artists, as well as to geometric paintings and wall reliefs in a wide diversity of
materials by contemporary artists from many European countries. The main theme when selecting the works was colour and the accompanying interplay of (bright) hues and elementary forms, which is of key importance for concrete art. In addition to numerous works that strictly adhere to a predetermined visual logic, a number of works are on view that playfully break with the hardand-fast rules and ideals of concrete order and that combine a clear, geometric grammar of forms with idiosyncratic colour experiments. s l
COLOURS IN A SQUARE
Works from the Marli Hoppe-Ritter Collection
26 novembre 2022 - 16 aprile 2023
Fondazione Marcello Morandini, Varese
INFO
T. +39 0332 1610525
Da venerdì a domenica
10.00 - 12.30/ 15.00 - 18.00
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www.fondazionemarcellomorandini.com
CHAN SUK ON
httpschansukon.com
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LOOSE PIECES - 2022 - colour photograph - 70x50 cm.
Greta Schödl
Nell’ambito di Art City Bologna, fino al prossimo 11 marzo sarà possibile visitare la mostra “Il segno traccia del nostro vissuto”, personale di Greta Schödl, presso LABS Contemporary Art.
A cura di Silvia Evangelisti, la mostra presenta una selezione di opere inedite dell’artista nata a Hollabrunn, in Austria, nel 1929, che si trasferì a Bologna alla fine degli anni Cinquanta. Nei suoi lavori possiamo trovare lettere e simboli che vengono ripetuti ritmicamente,
A destra: Greta Schödl - Senza titolo 2022, inchiostro e foglia oro su marmo, 36x12x9,5 cm.
Sotto: Greta Schödl - Grigio La Spezia 2022, inchiostro e foglia oro su marmo grigio Portoro, 10,3x10,8x5 cm.
fino a renderli così, semplicemente astratti. Attraverso la combinazione di rappresentazione linguistica e visiva, la Schödl cancella il significato originale delle parole e degli oggetti: “La mia ricerca è sul segno. Il segno come momento di verifica esistenziale, pensiero che diviene traccia, e la mano dell’artista, come un sismografo, trasmette sulla carta le sensazioni interne, le emozioni, i ricordi, la storia nascosta sotto la superficie del mondo: elementi che, da intermediari tra l’idea e il segno, diventano filtro all’immagine ed il percorso mentale si trasforma in tracciato manuale, luogo della riflessione, del pensiero liberato dalla mente che dilata lo spazio ed il tempo annullando i confini del campo definito (fisico) della superficie”
Una tappa da inserire nel tour artistico di ArteFiera Bologna. s l
GRETA SCHÖDL
Il segno traccia del nostro vissuto 28 gennaio – 11 marzo 2023 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Labs Contemporary Art, Bologna
INFO
T. +39 051 3512448
Da martedì a sabato 10.00 - 13.00 / 15.00 - 19.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.labsgallery.it
biancoscuro
“La mia ricerca è sul segno”
di rebecca Maniti
agugiaro@libero.it www.marioalbertoagugiaro.it Mario Alberto AGUGIARO Felis irritabilis olio su tela, 150x100 cm.
Renato Rizzi
Riaccendere la meraviglia
di FlaVio ennante
L’Accademia Nazionale di San Luca, nelle sale espositive di Palazzo Carpegna, ospita la mostra “eden-eden. Renato Rizzi”, aperta al pubblico fino al 3 marzo 2023, è composta da centosettanta modelli di luoghi, relativi a trenta progetti. Si è formato così un antro di figure in attesa che sembrano guardarci.
Professore di progettazione architettonica, Premio della Presidenza della Repubblica per l’architettura nel 2017, ha tenuto seminari e conferenze in alcune delle principali università di architettura come Harvard e UIC Chicago: “Presentare la propria opera nella sede dell’Accademia Nazionale di San Luca, a Palazzo Carpegna, richiede un grande pudore oltre ad una duplice consapevolezza. Quella derivante dal suo prestigio accumu-
EDEN-EDEN.
Renato Rizzi
17 dicembre 2022 - 3 marzo 2023
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto)
Accademia Nazionale di San Luca, Palazzo Carpegna, Roma
INFO
T. +39 06 6798848
Da martedì a sabato 10.00 - 17.30
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.accademiasanluca.it
lato nei secoli rispetto all’attuale dissoluzione culturale del nostro tempo. [...] I modelli in gesso presenti nelle tre sale a piano terra affrontano il conflitto che troviamo inscritto, da sempre, nel nucleo della parola della nostra disciplina. Nel binomio del suo nome confluiscono le tensioni oppositive che si trasformano nel fascino e nelle difficoltà del lavoro che non può evitare lo scontro tra le potenze indominabili dell’archè e le potenze dominabili della téchne.”
Giorgia Antonioli e Susanna Pisciella, curatrici della mostra, sottolineano: “Eden-eden segna la distanza, gli estremi entro i quali si muove l’opera di Renato Rizzi. Tra debito e dono. L’eden appartenente a ciascuno di noi nell’infanzia, viene poi dimenticato. Debito da restituire. Il dono, riconquista necessaria attraverso l’opera, è l’eden da trasmettere alle generazioni successive. Questo da sempre il compito dell’arte: riaccendere la meraviglia. Il mondo chiede di essere affascinato. L’eden dell’inizio, l’infanzia. L’eden della fine, la consegna. La formula solenne di ogni Architettura, ossessione semantica e simbolica della sua doppia radice, archè e téchne”. Una mostra da vivere. s l
biancoscuro
Sopra: Renato Rizzi Scilla e Cariddi, L’intreccio visivo del sistema delle fortificazioni ottocentesche modello in gesso. Ph. Umberto Ferro
Alcune viste della mostra “Eden-eden. Renato Rizzi”. Ph. Bufo LoGiudice
info@scienceartstudio.com art.voyage.gallery Art Voyage Gallery www.artvoyagegallery.com
ART VOYAGE GALLERY REPRESENTED ON KOONESS AND ARTSPER
Roberto Ferri
Tra sacro e profano di carla MarGone
Palazzo Pallavicini, a Bologna, apre le sue sale alla mostra dedicata all’artista Roberto Ferri, curata da Francesca Bogliolo. Fino al 12 marzo 2023 possiamo ammirare gli splendidi capolavori del maestro tarantino, che fin dai suoi esordi tenta di fer-
ROBERTO FERRI
20 ottobre 2022 – 12 marzo 2023
Palazzo Pallavicini,Bologna
INFO
T. +39 331 3471504
Da giovedì a domenica 10.00 - 20.30
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.palazzopallavicini.com
mare l’inesorabile procedere del tempo attraverso l’atto pittorico. Nel 1999 si trasferisce a Roma e dedica particolare attenzione alla pittura dall’inizio del Cinquecento alla fine dell’Ottocento. In particolare, si concentra sulla pittura caravaggesca e accademica, come possiamo ben notare nelle opere che compongono il percorso espositivo di questa mostra. Nelle sue tele notiamo i richiami alla grande arte del passato, ma assolutamente personalizzata dalla sua creatività e dal suo sentire artistico. Si arriva al visionario, all’onirico, è un puro realismo che si sposa con il simbolismo, è passione che si lega alla spiritualità. In esposizione opere come “Le delizie infrante” (elaborata messa in scena di un conflitto interiore) e “L’amore, la morte e il sogno”, indagine personificata degli estremi che reggono le fila della vita. Una buona occasione per ammirare le opere di Ferri e scoprirne sempre nuovi aspetti simbolici. s l
SILVIO FRANZINI
biancoscuro
Roberto Ferri - Anima mundi 2014, olio su tela, 80x160 cm. © 2022 Roberto Ferri - All right reserved
franzini358@gmail.com www.silviofranzini.it
Miraggio - 2023, digitale e acrilico su tela, 100x80 cm.
GUGLIELMO MELTZEID
gmeltzeid@gmail.com - meltzeid.com
I TRE MUSETTI 2022, acrilico su tela, 70x70 cm.
EUGENIO CERRATO
Filetto di vagina sott’olio 2022, acrilico su tela, scatoletta di sardine, calco in gesso dipinto, 50x50 cm.
Photo by Tommy Ducale
cerrrato.eugenio Cerrato Eugenio
La Grande mostra di Banksy
Al Salone degli Incanti di Trieste di ettore tiretto
Fino al 10 aprile 2023, il Salone degli Incanti di Trieste ospita
“La Grande mostra di Banksy –BANKSY, THE GREAT COMMUNICATOR - Unauthorized exhibition”
La prestigiosa location è stata progettata dall’architetto Giorgio Polli sulla riva dei Pescatori, e fu costruita tra il 1912 e il 1913. Coniuga esigenze funzionali con eleganze di gusto Liberty, ed è caratterizzata da ampie vetrate con arcate slanciate, oltre che da una torre con orologio. Curata da Gianni Mercurio, la mostra è composta da una sessantina di opere realizzate con tecniche diverse, suddivise per argomenti: “Radici”, con opere riferite al Situazionismo e al Maggio francese, al Graffitismo e all’ l’hip hop; “Banksy e le sue opere”, in cui trovia-
LA GRANDE MOSTRA DI BANKSY
BANKSY, THE GREAT COMMUNICATOR
Unauthorized exhibition
25 novembre 2022 - 10 aprile 2023
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Salone degli Incanti, Trieste INFO
infomostrabanksy@promoturismo.fvg.it
Da lunedì a giovedì 09.00 - 20.00
Venerdì e domenica 09.00 - 21.00
Sabato 09.00 - 22.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.salonedeglincanti.comune.trieste.it
mo un mix di riproduzioni e opere originali dell’artista; “All over”, composta da un’installazione multimediale in cui presentati i murales di Banksy nella loro collocazione originale, aspetto fondamentale della sua arte. Possiamo scoprire anche le incursioni che ha fatto dei musei di tutto il mondo (MOMA, Louvre, Tate, per citarne alcuni), e ricordare alcune sue mostre tipiche e provocatorie grazie a diverse immagini che fissano questi importanti momenti della carriera dello sconosciuto artista e del suo modo di veicolare i propri messaggi. Inoltre, in mostra anche una collezione di altissimo valore di poster e video. La mostra, come sempre “non autorizzata”, è una nuova occasione per scoprire i tanti temi affrontati da Banksy. s l
biancoscuro
Banksy - Monkey Queen - 2004, 35x50 cm.
Sotto: Banksy - Sale Ends Today
“NOT LIFE” 2022, acrilico su tela, 50x60 cm. l_bold28graphic l_bold28
www.loredanaboldini.it loredana@loredanaboldini.it
Loredana BOLDINI
Incontri al Gardenia di Caslano
Chaplin, Salvatore Mainardi, Anthony Quinn Bahnstrasse 20 CH-5033 Buchs AG (:+ 41 (0)79 757 10 06 E-mail: info@mainart.ch www.mainart.ch In collaborazione con il Museo Sergio Maina e la mainArt Museo Sergio Maina Via Orti 15 CH - 6987 Caslano (:+ 41 (0) 79 230 45 03 E-Mail: arch.maina@bluewin.ch www.maina-sergio.ch
20, 6987
41
91 611 82 11
Laura
Via Valle
Caslano, +
(0)
Chaplin, Mainardi e Quinn
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GAIA MARIA GALATI
Pinuccia Bernardoni
Una vita dedicata alla ricerca artistica di FlaVio ennante
Palazzo Paltroni, fino al 26 febbraio, è la location della mostra “Una felice corsa. Pinuccia Bernardoni”, a cura di Cecilia Canziani. Aperta dallo scorso 20 gennaio, è occasione per la Fondazione del Monte per inaugurare un nuovo ciclo espositivo che riporta lo sguardo su poetiche e pratiche di artiste che hanno dedicato una vita intera alla ricerca artistica, donne appartenenti a una generazione che spesso non ha ricevuto la giusta attenzione dalla critica contemporanea.
“Docente, laureata in Scienze dell’Educazione, consegue il post lauream della Prof.ssa Sofia Corradi. Da sempre è interessata alla poesia pre-romantica ed alla fotografia. Numerose le sue attività nel mondo artistico, ricordiamo ad esempio che nel 2011 è stata fotografa ufficiale ad una conferenza della Camera, è stata curatrice della mostre fotografica dell’attore-fotografo Adriano Lazzarini e dal 2020 fa parte dello staff di Radio Onda Libera come speaker, con un suo spazio poetico. Espone le sue opere fotografiche e declama le sue poesie in diverse importanti occasioni. Ha esposto, ad esempio, a Roma nelle gallerie “Il Laboratorio” e “94Tele”, presso l’Ambasciata della Repubblica Araba d’Egitto, alla Galleria Ess&rrE ed alla Art Saloon (Ariccia), a Palazzo della Cancelleria e presso Artheka 32. Partecipa con successo a diversi concorsi.”
“La mostra è costruita per assonanze e contrappunti tra opere che appartengono a periodi e cicli diversi: un attraversamento del lavoro di Pinuccia Bernardoni che intende illuminarne la felicità, e il rigore, della ricerca, l’approccio meditato alla materia, lo stupore per il sensibile che ci circonda” , spiega la curatrice. Il progetto tocca infatti tutta la carriera di Pinuccia Bernardoni, partendo da opere dei primi anni ‘80 fino alle ultime produzioni che individuano nella carta un medium privilegiato delle sue indagini, che viene gradualmente integrata e sostituita da altri materiali: ferro, vetro, foglie che attraverso processi di manipolazione, come la piegatura, la foratura e l’assemblaggio, mettono in evidenza da un lato la specificità della materia, dall’altro la possibilità di dialogo tra elementi differenti s l
Sopra: Pinuccia Bernardoni - Senza titolo con macchie 1983. Courtesy Pinuccia Bernardoni
Sotto: Pinuccia Bernardoni - Autoritratto in rosso 2017. Courtesy Pinuccia Bernardoni Ph. Carlo Favero
UNA FELICE CORSA
Pinuccia Bernardoni 20 gennaio – 26 febbraio 2023 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Paltroni, Bologna
INFO
T. +39 051 2962511
Da martedì a sabato 10.00 - 18.00
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L’accoglienza 2022, fotografia digitale su alluminio 50x70cm.
Scorci di Capri 2022, fotografia digitale su alluminio 50x70cm.
GaiArt
ANASTASIA VASILYEVA
SCIENCE ART AND NFTS BY ANASTASIA VASILYEVA
info@scienceartstudio.com anastasiavasiljeva www.scienceartstudio.com
Anastasia Vasilyeva - “Digital Soul” - NFT Art
Jan Fabre a Milano
Arte e Misteri
di Mario GaMbatesa
La Galleria Gaburro di Milano, dal 2 dicembre 2022 al 12 febbraio 2023, ospita la mostra personale di uno dei maggiori artisti contemporanei, Jan Fabre.
Curata da Giacinto Di Pietrantonio, l’esposizione, dal titolo “La saggezza del Belgio”, presenta una trentina di disegni di piccolo formato della serie Folklore Sexuel Belge e Mer du Nord Sexuelle Belge e una decina di sculture, per la prima volta esposte in Italia, attraverso le quali Jan Fabre s’interroga sull’identità belga, sulla sessualità e sensualità, passate al vaglio visivo del surrealismo, caratteristica che contraddistingue la sua opera, nonché l’intera arte belga. Nato ad Anversa nel 1958, dove vive e lavora, Jan Fabre ha acquisito notorietà internazionale come uno dei più innovativi artisti della sua generazione per la sua capacità di padroneggiare non solo diverse discipline e temi, ma anche per una continua attitudine sperimentale nei confronti di problematiche e
Jan Fabre
84 biancoscuro BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE Ordina la versione cartacea o PDF su Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it https://artshop.biancoscuro.it
Belgian anus-horseshoe crab 2018, legno, pigmenti, polimerato, metallo, vetro, guscio, 42,8x20,4x20,4 cm.
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ciò che può “connettere piuttosto che dividere”.
Su ogni disegno campeggia la spi-
Jan Fabre - The birth of a small, plump, alluring sea Cupid (IV) 2018, matita HB, matite colorate su carta chromo, cornice dorata, passe-partout rosso, 36,7x25,3x2,2 cm.
ritosa scritta “Èdité et offert par Jan Fabre le bon artiste belge” (Pubblicato e offerto da Jan Fabre, il bravo artista belga) che fa ricorso alla frase pubblicitaria della cioccolata “Côte D’OR, Le Bon Chocolat Belge” riportata sulle cartoline con immagini del folklore belga allegate negli anni sessanta alla nota cioccolata, forte simbolo alimentare identitario sovranazionale del Belgio. Fabre sceglie tuttavia di accompagnare i disegni con questa definizione non solo per la dolcezza che la cioccolata esprime, ma metaforicamente anche per il suo “lato oscuro”, in quanto nasce dal colonialismo belga in Congo, tema su cui l’artista lavora da anni. Autodefinitosi “Guerriero della Bellezza”, con le sue opere agisce nell’arte e in difesa di essa. Fabre dialoga con il sapere
JAN FABRE
La saggezza del Belgio
02 dicembre 2022 – 12 febbraio 2023
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Galleria Gaburro, Milano
INFO
T. +39 02 99262529 info@galleriagaburro.com
Da martedì a sabato
10.00 - 13.00 / 15.00 - 19.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.galleriagaburro.com
scientifico, la saggezza popolare e il rapporto uomo-natura, facendo convergere tutto verso la centrale poetica della metamorfosi, cercando di rovesciare lo stato delle cose… Insomma, è a tutti gli effetti, un pittore rivoluzionario del linguaggio. s l
HAITING TANG
seetangch@hotmail.com
biancoscuro
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“Untitled” - 2021, acrylic and ink on paper, 59.4x42 cm.
FLORA “Bleu Terrestre” acrylique mixte sur toile, 60x60
FLORA CASTALDI ARTISTE PEINTRE POÈTE www.multiart.events - www.multiart.gallery - www.newartpromotion.it/flora
cm.
Alex Cecchetti
FOROF presenta “Sortilegio”, la mostra personale site specific di Alex Cecchetti. L’artista ha ideato un ambiente sciamanico i cui gli elementi guidano gli spettatori ad abbandonare sé stessi per andare all’incontro della Natura. Aperto fino al 15 aprile, il percorso espositivo si presenta denso di suoni, narrazioni e odori. “Nell’urgenza ecologica che stiamo vivendo oggi, è fin troppo chiaro quanto sia controproducente controllare e sfruttare la Natura come una risorsa a cui non è dovuto nulla, neanche il rispetto - dice Alex Cecchetti - È controproducente perché la Natura vince sem-
pre, siamo noi che perdiamo. Noi siamo natura, siamo parte di essa, non smettiamo di esserlo neanche da morti. Ma è il nostro essere specie, il nostro essere vita, che è in pericolo”. Aprono il percorso le “Pitture Botaniche”, si prosegue con “Essence”, nato da una riflessione sul tempo e sulla sua misurazione attraverso la vita degli alberi, mentre per l’area archeologica Cecchetti ha ideato “Onda”, una scultura/altalena su cui i visitatori sono invitati a sedersi e dondolarsi, ispirata alle forme sottomarine. In mostra anche tre serie di lavori inediti: “Vasi Rivoluzionari”, “Meduse” e “Passatempo” s l
ALEX CECCHETTI
Sortilegio
16 novembre 2022 – 15 aprile 2023
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Roccagiovine, Roma
Da mercoledì a sabato
11.00 - 18.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.forof.it
MARIA TERESA GUALA
biancoscuro BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE Ordina la versione cartacea o PDF su Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it https://artshop.biancoscuro.it
Alcune viste della mostra “SORTILEGIO” Ph. Monkeys Video Lab
Sortilegio di ettore tiretto
La lampada assonnata - 2022, acrilico su tela, 80x80 cm.
mariateresaguala@libero.it
Giuliana Balice
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MAURA GIUSSANI
Andrea Alkin Reggioli
Il suo codice espressivo di ettore tiretto
Il prossimo 24 febbraio, negli spazi di Manifiesto Blanco, aprirà la mostra dedicata ad Andrea Alkin Reggioli, artista bulgaro che dedica il suo lavoro artistico alla ricerca di un codice espressivo personale nel campo delle arti visive, idoneo a rappresentare le proprie idee. La sua personale a Manifiesto Blanco è strutturata in cinque diverse sezioni (il Codice, la Struttura, la Composizione, l’Interazione e Fundamentals) che rendono l’idea della progressione del percorso verso lo sviluppo di un vero e proprio sistema rappresentativo, in grado di includere molteplici linguaggi artistici, quali la musica e la danza. Possiamo ammirare opere realizzate con la tecnica del “papier collé”, frammenti di carta di diverso tipo e colore incollati su cartoncino, senza l’uso di altri materiali, così come è stata realizzata l’opera “Fundamentals”, che rappresenta il processo di apprendimento di un organismo vivente, in diverse situazioni
della sua vita. Linee e forme diventano un nuovo linguaggio, con il quale Alkin si esprime. s l
INTERAZIONI
Andrea Alkin Reggioli
24 febbraio – 25 marzo 2023 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Galleria Manifiesto Blanco, Milano
Da martedì a sabato 16.00 - 19.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.manifiestoblanco.com
Fundamentals stampa e Papier Collé, 70x70 cm.
A SANTA MARIA DELLA PIEVE 2021 olio su tela 70 x 80 cm. GIULIETTA IN PIAZZA VASARI 2022 olio su tela 79,5 x 60 cm.
“PAESAGGIO = RIFLESSO”
Giussani
Giussani
www.mauragiussani.it
Maura
Maura
giuma.22@hotmail.it
Metamorphosis
Opere di Paola Tassetti di FlaVio ennante
Al piano nobile dei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi a Macerata, è in corso, fino al 26 febbraio 2023, la mostra “Metamorphosis”, personale dell’artista Paola Tassetti, vincitrice del Premio Pannaggi / Nuova Generazione 2022, nato con l’intento di dare spazio ai giovani artisti emergenti under 40 della Regione Marche, per far conoscere e implementare il loro lavoro in ambito nazionale e internazionale. Il progetto è stato reso possibile grazie al main sponsor Simonelli Group ed è in collaborazione con il Centro Studi Pannaggi, il Cesma, Laboratorio 41, Spazio Lavì, il Centro Documentazione e Ricerca Artistica Contemporanea Luigi Di Sarro ed Il Mugellini Festival. La mostra è curata da Paola Ballesi, che ha progettato un percorso artistico che nasce da una innata fascinazione ed un approfondito studio sul tema, come suggerisce il titolo dell’evento, della
metamorfosi, quel mutamento della realtà dato dall’inesorabile trascorrere del tempo che è stato anche uno dei motivi letterari, artistici e filosofici più intriganti e indagati in ogni epoca storica.
Nella sua ricerca di una nuova realtà in movimento, appare indispensabile all’artista il recupero del passato, scrigno di antichi saperi, di miti e di riti che permettano di percorrere con più consapevolezza le strade del futuro In esposizione le opere: “Sospensioni metamorfiche” nella veranda del piano nobile, “Anatomie vegetali” (tre tele di studio di tassonomia), nella sala Romolo e Remo l’installazione a terra “Pigmentario metamorfico” e, nella sala del Camerino, “Oratorio lessicale metamorfico” (tre stendardi che consacrano la nascita di una nuova antropologia). Ricerche interessanti quelle di Tassetti, una visione del mondo che unisce arte e scienza. s l
METAMORPHOSIS
Paola Tassetti 02 dicembre 2022 – 26 febbraio 2023
Palazzo Buonaccorsi, Macerata
INFO
T. +39 0733 256 361
Da martedì a domenica 10.00/13.00 - 14.30/18.30
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.musei.macerata.it
ANASTASIA YANCHUK - NATI
anastasia_nati www.anastasiayanchuk.com
biancoscuro
Anastasia Yanchuk (Nati) - Emozioni - 2021, acrilico su cartone telato, 80x40 cm.
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Art Fair
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Vernice Art Fair Il programma dell’edizione 2023
di Vincenzo chetta
Dopo la straordinaria edizione di marzo 2022, Vernice Art Fair ritorna a Forlì dal 17 al 19 marzo 2023 per la 20ª edizione. Ad ampliare l’offerta artistica di Vernice
Art Fair ogni anno vengono realizzati eventi artistici per arricchire ulteriormente la visita e quest’anno, con i festeggiamenti del ventennale, sono molte le assolute novità.
Prima tra tutte, quella che ci vede impegnati nella progettazione dell’evento che vede protagonista
Mattia Consonni, con “Musica per gli Occhi Experience”. L’artista medese proporrà il progetto
One Man’s Dream che l’ha reso famoso in tutto il mondo.
Ulteriore novità è lo spazio dedicato a “I Venti della Memoria”, mostra Museale dedicata ad importanti artisti che hanno fatto grande l’Arte in Romagna. L’esposizione è curata da Rodolfo Bertozzi, Francesca Caldari ed Hazel Tedaldi.
Tra le presenze ormai consolidate non mancano quella di Ignazio Fresu, con la nuova installazione “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”; Oscar Dominguez come curatore di QuattroxQuattro. com e Arte per la Nave, a cura di Scuole la Nave.
Non mancherà il dialogo tra le Accademie d’Arte, dal tema “Spazi D’istanti”, dove i tre migliori artisti, selezionati da un’autorevole giuria, potranno esporre in un proprio stand indipendente. Potremo ammirare anche una mostra dedicata a “Librarte - Focus
sul libro d’artista”, a cura delle Accademie di Bologna, Firenze, Ravenna, Verona. Grazie alla collaborazione di Giorgio Bertozzi e Ferdan Yusufi, in fiera sarà presente lo spazio Euroexpoart. Infine, non per ordine di importanza, la riconferma dell’attesissimo “XX Concorso Coinè per l’Arte” che premia ogni anno le opere più originali e meritevoli. s l
Musica per gli Occhi Experience
Progetto collaterale di Mattia Consonni realizzato in collaborazione con Biancoscuro Art Magazine
A Forlì, durante i giorni di apertura al pubblico di Vernice Art Fair, i visitatori avranno la possibilità di visionare il video reportage dell’avventura intorno al mondo dell’opera “One Man’s Dream”. Inoltre, saranno presenti dal vivo le 4 opere che compongono l’opera. Presso gli spazi di BIANCOSCURO e Musica per gli Occhi verranno presentate inoltre alcune opere di Mattia Consonni, ognuna ispirata da un grande successo musicale.
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Alcune opere del 19º Concorso Coinè per l’arte
L’allestimento realizzato lo scorso anno da BIANCOSCURO con le opere del BAC Winter
“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, Ignazio Fresu
Il pubblico presente all’edizione 2022
Vernice Art Fair 17-19 marzo 2023 via Punta di Ferro, 2 - Forlì (FC) www.verniceartfair.it
Mattia Consonni e Sting
Art Basel Hong Kong 177 tra le più importanti
gallerie internazionali di Vincenzo chetta
L’edizione 2023 di Art Basel Hong Kong presenterà, dal 23 al 25 marzo 2023 presso l’Hong Kong Convention and Exhibition Centre (HKCEC), 177 gallerie provenienti da Hong Kong, Asia e resto del mondo: un notevole aumento di presenze rispetto alle 130 dell’anno scorso.
Questa sarà la prima edizione dal quando Hong Kong ha revocato le limitazioni Covid, potendo quindi ospitare nuovamente un elevato numero di visitatori. La mostra accoglierà 22 nuove gallerie, tra cui Galerie Christophe Gaillard e Loevenbruck di Parigi; Jan Kaps di Colonia; Helly Nahmad Gallery di Londra; Venus Over Manhattan da New York; Denny Gallery con spazi a New York e Hong Kong; Kosaku Kanechika, Kotaro Nukaga, Takuro Someya Contemporary Art e Yutaka Kikutake di Tokyo; Yiri Arts di Taipei; YOD Gallery con spazi a Osaka e Tokyo; Gallery2 di Jeju; Vida Heydari Contemporary di Pune; In Lieu di Los Angeles; Umberto di Marino di Napoli; moniquemeloche di Chicago; Retro Africa da Abuja; SMAC Art Gallery con sedi a Johannesburg, Città del Capo e Stellenbosch; Union Pacific da Londra; Gallery Vacancy da Shanghai e Whistle da Seoul. La prossima edizione segna anche il ritorno del settore Encounters della fiera, dedicato alle opere di grandi dimensioni, e curato per la sesta volta da Alexie Glass-Kantor, direttore esecutivo di Artspace di Sydney e curatore del padiglione australiano alla
59ª Biennale di Venezia con un progetto di Marco Fusinato
A cura dell’artista e produttore multimediale Li Zhenhua, torna anche il settore Film, oltre a Conversations, il rinomato programma di talk della fiera sulla scena artistica globale in evoluzione, curato dall’autrice ed editrice Stephanie Bailey, che si svolgerà ancora una volta dal vivo. In vista del prossimo evento di Hong Kong, Angelle Siyang-Le è stata nominata Direttore Art Basel Hong Kong sarà quindi responsabile della direzione e guiderà il suo sviluppo futuro dichiarando: “Sono davvero onorata di essere stata nominata alla guida di Art Basel a Hong Kong. Insieme ai miei colleghi non vedo l’ora di rafforzare ulteriormente la posizione della mostra come la principale fiera asiatica. Allo stesso modo, sono entusiasta di lavorare con la vivace comunità culturale della città per rafforzare la posizione di Hong Kong.”
Adeline Ooi, Director Asia, Art Basel ha dichiarato: “Sono lieta che Angelle guiderà il prossimo capitolo dello spettacolo. Avendo lavorato a stretto contatto con lei per dieci anni, sono fiduciosa che lo spettacolo continuerà ad andare sempre più rafforzandosi sotto la sua guida. Parallelamente, sono lieta di continuare a guidare i nostri sforzi più ampi nella regione, in linea con la nostra missione di rafforzare e nutrire le diverse e crescenti scene artistiche dell’Asia, che consideriamo complementari al nostro obiettivo principale di mettere in scena il nostro spettacolo a Hong Kong.”
Per l’elenco completo di eventi e gallerie visita: artbasel.com/hong-kong s l
Arcual: il blockchain per artisti
Creato da MCH Group (società madre di Art Basel) e LUMA Foundation, Arcual, è un nuovo ecosistema blockchain che pone gli artisti al centro, offrendo loro maggiore titolarità, trasparenza e partecipazione alle loro carriere.
Arcual è stato creato per soddisfare le esigenze del mondo dell’arte, includendo artisti, galleristi e collezionisti. Le applicazioni blockchain di Arcual creeranno uno spazio affidabile per informazioni, partnership e transazioni.
“L’ispirazione per Arcual è nata dal fatto che, nel mondo dell’arte, gli artisti spesso non beneficiano della crescita del proprio mercato, e nemmeno le gallerie che forniscono il supporto iniziale per le loro carriere. - afferma Marc Spiegler membro del board di MCH Group - Sfruttando la tecnologia digitale, Arcual mira a correggere questi squilibri, promuovendo una maggiore equità e trasparenza per supportare le gallerie nel fare ciò che sanno fare meglio: nutrire e sviluppare i propri artisti”.
Bernadine Bröcker Wieder, CEO di Arcual, ha dichiarato: “Arcual è ben posizionata per risolvere sfide di lunga data e creare nuove opportunità nell’intera comunità artistica . Vogliamo che Arcual sia uno spazio affidabile per informazioni, partnership e transazioni, da cui saranno possibili nuove forme di collaborazione. Siamo entusiasti di dare vita a una soluzione tanto attesa per il mondo dell’arte.’
Arcual è attualmente in fase beta, per maggiori info visita www.arcual.art s l
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All images are © Courtesy Art Basel
ANTONELLA LAGANÀ antonella.lagana.12 lagana2.al@gmail.com antonellalagan www.laganaantonella .it - www.antonellalagan.it LOVE IN THE SPACE 2022 - acrilico - 100x100 cm.
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Tracce d’Acqua alla base delle Civiltà: Etruria, sintesi della Civiltà Etrusca
Le terre di mezzo, i percorsi del mito, il cammino piramidale dell’essere
Era il 10 gennaio 2020: mentre si allontanavano dai territori delle antiche vie cave dell’Etruria, trasportati dal Velimana, Eleda continuava a ripetersi: “La scienza insegna che il bene o il male sono una questione biologica e sono le esperienze di vita ad attivare i meccanismi ormonali che ci inducono a essere pacifici o aggressivi, quindi è difficile stabilire una linea netta di separazione”. Il 23 gennaio 2020, Wuhan (Cina) fu posta in quarantena, una drammatica influenza stava per bloccare le ricerche del team. Il 28 gennaio si registrarono più di 4600 casi nel mondo e per non restare a Parma, dove si trovavano temporaneamente per l’inaugurazione della Capitale della Cultura Italiana, decisero di ripartire immediatamente per Orvieto. Da quel giorno, sino al 20 gennaio 2021, il gruppo di ricerca restò a soggiornare laggiù ed ebbero il tempo di riassumere la Storia della prima Civiltà Italica: Gli Etruschi, i mitici Rasna.
[33ª puntata] ”
Orvieto ©
Orvieto li accolse tra le sue mura e mentre scendevano a visitare la scala elicoidale del pozzo della Rocca di San Patrizio (un capolavoro d’ingegneria rinascimentale, progettato da Antonio da Sangallo), appresero che si ispirò ai lavori architettonici delle Scale Vaticane di Donato Bramante e da quelle del Castello di Chambord di Leonardo da Vinci. Scale che si avvolgono senza mai incontrarsi e linee incrociate in una perfetta geometria rotante con codici nascosti. Giunti alla Basilica di Santa Maria Assunta , entrarono in quel capolavoro di architettura gotica del 1300, ultimata nel 1500 d.C., sul pavimento una serie di ottagoni li condussero nel transetto di destra, la cappella di San Brizio . Essa contiene un ciclo di affreschi insoliti per una cattedrale: “Le Storie degli ultimi
giorni” . A una prima visione si presentano esseri plasmatici con le ali, simili a robot che, lanciando dardi di fuoco dal cielo, feriscono esseri umani e rapiscono le donne. Gli autori furono il Beato Angelico e Benozzo Gozzoli (nel 1447), ma vennero completati da Luca Signorelli tra il 1499 ed il 1502: quelle scene raffigurano il Mito . Così Orvieto gli introdusse i suoi tesori e gli riservò ulteriori sorprese, nella rupe tufacea trovarono immensi labirinti, cisterne sotterranee, fossili vegetali di 250 mila anni fa, le necropoli del Crocifisso del Tufo e della Venere di Cannicella. Dal VIII al IV sec. a.C. Velzna (questo il suo antico nome) comprendeva i Monti Cimini, Viterbo, Bolsena, Montefiascone, sino alla Val Chiarone . Da visitare anche i Santuari del Belvedere, del Fanum Voltumnae : qui il giovane allievo Etzel Sbart iniziò ad aggirarsi attorno agli scavi alla ricerca dello scomparso tesoro della Lega Etrusca.
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Photo by Adele Arati
“
Il Tempio di Voltumnae, rintracciato ai piedi di Orvieto, era il centro in cui si compivano le riunioni confederali d’Etruria . Era dedicato alla primaria entità degli Etruschi: Voltumna, dal nome non latinizzato Urcla, la dea dell’acqua, dell’oltretomba, dalla doppia entità e biforme, a cui venne associato il dio Veltha, sua controparte solare e maschile. Emiri ricordò che nel mito polinesiano Urcla si chiamava Varima-te-takere , l’essere con le gambe serpentiformi che diede vita (con la scissione di un elemento Dhatu-IAO-Ta’aro) al maschile “Rangi” ed al femminile Atuana “Papa”. Da questi nacquero Vatea, Tane e Atarapa: Rangi spartì tra loro alcuni territori in Terra di madre “Papa”, ma Tane, accecato dal potere sul Mana, eliminò Atarapa ed evirò il padre Rangi rimandandolo nell’aldilà. Dalla fecondità tranciata “aldiquà”, prese vita l’immortale Tangir. Tangir nel tempo fu chiamata con altri nomi dalle varie culture: Inmah, Istar, Iside, Turan, Astarte, Afrodite, Venere . Prima che continuasse nel discorso, Arivle lo fermò con decisione: non era ancora tempo per approfondire il Mito e portare un’ipotesi sulle origini ai ragazzi. Come ottocenteschi esploratori, percorsero la Necropoli Etrusca di Crocifisso del Tufo, tra le tombe a camera-Dhatu, poste ortogonalmente e con nomi incisi in lingua etrusca sugli architravi delle porte dell’aldilà . Cercavano la famiglia degli Aranthia , per vedere la testa a cippo del figlio di Aranth, che tanto ricordava il nome dell’antica Aratta. Bloccati dalla pandemia, in questi luoghi soggiornarono a lungo, con il giusto spazio ed il tempo per sintetizzare le fasi di esistenza storica della prima unità della civiltà italiana, quella etrusca .
Nella Prima fase, la cultura del Rinaldone fece la sua comparsa in Italia tra i 5000 e i 4000 a.C, sino al 1000 a.C. , integrandosi con gli indigeni italici ed in seguito con gli ibridi Proto Villanoviani del nord. La penisola si stava delineando fornendo le fondamenta all’Etruria. Erano in parte Giganti del mare provenienti dal Mediterraneo e dalla Sardegna. Il ritrovamento di scheletri molto alti è un mistero mondiale , ma in particolare lo è per l’isola sarda, con le sue tombe e le statue di Mont’e Prama che, se accostati ai più recenti Rinaldoniani ed al guerriero di Capestrano centro Italico, suggeriscono una storia sepolta e ancora tutta da raccontare. Le loro sepolture erano inumazioni, rannicchiate e a contatto con la Terra di madre “Papa”. I siti megalitici Italici si pensa fossero stati eretti dagli stessi, poi ereditati da Etruschi, Minoici, Latini, Greci e in ultimo assorbiti dai Romani; mentre quelli Mesopotamici, Egizi, Amerindi restavano una stretta parentela . Questa prima fase condusse il team di ricerca alla visita dei megaliti di Poggio Rota: la loro maestosità li avvolse e capirono che erano in un avanzato osservatorio astronomico, un antenato di quelli anglosassoni. Emiri aggiunse: “Già nell’antico passato, i popoli preistorici intuirono che solo in prima approssimazione i corpi celesti compiono un’orbita circolare, ma in realtà hanno un movimento spiraliforme,
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La scrittura etrusca ©
Photo by Adele Arati
come le conchiglie che conservavano nelle sepolture. Loro conoscevano le leggi fondamentali della vita e li trasmisero oracolando, con graffiti, pitture rupestri e simboli, facendoli giungere all’epoca gotica e rinascimentale, dando origine al ‘Mestiere’” .
Nella Seconda fase, il Periodo Antico del 900-820 a.C. a cavallo dell’età del bronzo e dell’inizio del ferro , gli Etruschi vivevano all’interno di villaggi collinari agricoli e pastorali, come la loro tradizione indigena e Proto-Villanoviana. Soprattutto dediti alla raccolta di minerali vicino ad approdi costieri ( Populonia, Vetulonia e Cerveteri ), ma anche collinari e fluviali ( Chiusi, Orvieto, Veio e Vulci ) e lacustri, come Bisenzio . Le necropoli si trovavano fuori dall’abitato, ed in questo periodo coesisterono due riti, l’incinerazione e la sepoltura in fossa a pozzetto, anche se la prima predominava. Culture diverse convivevano pacificamente, fuse in una sola, ed i semplici corredi delle necropoli delineavano una struttura sociale del tutto egualitaria. Nella Terza fase, nell’età del ferro del 820-770 a.C., vi furono le fasi di passaggio verso la struttura a Federazioni indipendenti tra loro, idearono così il concetto di città, nelle quali svolsero tante attività. Furono abili inventori, creando i forni a due camere per fondere a più alte temperature, ottenendo il ferro, un metallo molto più duro e resistente dei precedenti. Erano artisti, realizzarono sarcofaghi pregiati, vasi in bucchero che imitava il metallo di colore nero e lucido. Sono stati eccelsi commercianti e navigatori, chiamati per questo i popoli del mare, fortemente collegati con la Sardegna. In questo periodo intensificarono i contatti con i Latini, già presenti sul territorio con una migrazione da est, poi con Greci e Fenici, dando vita ad un nuovo processo di Orientalizzazione. Nella civiltà etrusca, a partire dall’VIII secolo a.C. le raffigurazioni indigene dall’aspetto antropomorfo del Pantheon Etrusco con a capo Voltumna, influenzarono la definizione dell’Olimpo dell’Antica Grecia , e quando gli Etruschi furono sottomessi al dominio di Roma, questa poi ne assorbì la mitologia, ma non solo. Le città Etrusche erano organizzate su due strade maestre, poi identificate dai Romani con i nomi di Cardo e Decumano. Con lo sviluppo sociale il rituale funerario iniziò ad arricchirsi di oggetti di prestigio e l’inumanazione riprese il posto dell’incinerazione. Un’iniziale classe gerarchica iniziò a erigere tombe monumentali, inoltre si svilupparono quelle a camere plurime. Con l’orientalizzazione, l’aspetto sociale egualitario che aveva caratterizzato gli esordi, si scompose .
Nella Quarta e nella Quinta fase (dal 770 al 246 a.C) si riafferma la classe degli ancestrali Principi, iniziando ad assorbire una delle ultime culture Gilaniche , o meglio, la civiltà egualitaria che si era diffusa in tutto il globo nel passato preistorico e che con gli Etruschi giunse alla sua maturità. Nel 600 l’arte etrusca era all’apice della sua espressione. Nelle necropoli compare la tomba a camera coperta da un grande tumulo circolare
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Fine Etruria ©
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come quelle Kurgan, destinata ad accogliere le dinastie ed il concetto di “potere” rifece la sua comparsa, innestando la leggendaria fondazione di Roma . Nel 616 a.C. Lucio Tarquinio Prisco, Etrusco da parte di madre, è il quinto Re di Roma: fu uno dei testimoni del cambio di marcia sociale. Il declino della civiltà Etrusca ebbe inizio nel 474 a.C. con la sconfitta inflitta dai Greci nella battaglia di Cuma, perdendo così il dominio del Mar Tirreno. Poi nel 395 a.C. i Romani conquistarono la città etrusca di Veio sul Tevere, dando inizio all’espansione partendo dalla stessa civiltà che gli aveva dato la culla. Nel 246 a.c. con la presa di Orvieto, si concluse la loro storia . La loro capacità di comunicazione li portò ad essere i primi globalizzatori pacifici, ma li condusse di nuovo a fidarsi e ad innescare l’ennesimo tentativo di annullamento. Della letteratura e del linguaggio, poco è sopravvissuto, se non sulle porte delle sepolture. La lingua etrusca resta un mistero , ma il team aveva qualche possibilità di risolverlo, sapevano delle tavolette enigmatiche di Cavriana… I superstiti, fuggendo a nord, incontrarono i cugini Galli, che avevano invaso le loro terre e li costrinsero a ritirarsi sui promontori di Tellaro, Qui costruirono le loro ultime abitazioni, i Cavanei . Finirono i loro giorni a guardare il tramonto del sacro golfo di Lerici e a ricordare il tempo dell’Età dell’Oro, il mito narrato dagli antichi greci, in cui i primi popoli Italici, regnavano insieme agli Dei. apPunto 25_00: “Ormai segretamente i ricordi stavano tornando ad Eleda, comprendeva che la Storia era da rivedere e riscrivere, partendo dai primi appPunti, in particolare da dove tutto era riniziato, l’apPunto 00”. Il 20 gennaio 2021, il Team di Ricerca comprese che era giunto il momento di tornare alla sede a Parma, i vaccini per il terribile Virus erano pronti ed era ormai evidente il perché del mutamento delle pratiche funerarie di questa civiltà. Dopotutto le Origini, restano nelle Tracce e nel Suono
Adele Arati artiStà
<Art’è by adele.aRaTI.ram: aaRTI> [...] continua sul prossimo numero di BIANCOSCURO
Matematico dell’Acqua .
Ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale, le parti culturali sono vere e il reale si unisce all’intreccio del Filo virtuale della Fantasia Crea_R_ Evolutrice. Una Linea aKa, presente in ogni mia opera, dove tutto ebbe un 00_R_Inizio, in questa saga artistica Fanta-ma-Scientifica, per il bene comune Finito-ma-Infinito, in memoria del Popolo_00. Testi liberamente tratti dai miei futuri Romanzi Artistici Fanta-ma-Scientifici.
<Opere d’art’è di Scrittura CreAttiva, aaParole con apPunti, Tavole AlgoRitmiche d’artiStà>
Per maggiori informazioni www.adelearati00.com www.appunti00.com
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L’interno delle tombe etrusche ©
Photo by Adele Arati
MAURO FERRI
mauro21.ferri@gmail.com
mauroferri_photo_graphing
Scratched cry 2022, foto fuji instax, mosaico graffiato, 36,5x34 cm.
Scratched crystudio in viola
2023, foto fuji instax, mosaico graffiato, 36,5x34 cm.
Scratched crystudio in giallo
2023, foto fuji instax, mosaico graffiato, 36,5x34 cm.
Tina Modotti
Fotografia della modernità
di daniela Malabaila
“Avventurosa, nomade e misteriosa, la personalità artistica di Tina Modotti è permeata da un talento ricco e plurale, ma è soprattutto caratterizzata da uno sguardo acuto e lenticolare capace di raggiungere l’essenza dei singoli e delle cose. Donna e artista moderna ante-tempore, la Modotti ha esercitato un’influenza tangibile, decisiva e duratura sullo sviluppo dell’arte fotografica in Messico e a livello internazionale”, così introduce la mostra “Tina Modotti. La genesi di uno sguardo moderno” la curatrice (insieme a Héctor Manuel Orozco Velázquez ed in collaborazione con Daria Jorioz) Dominique Lora
Al Centro Saint-Bénin di Aosta, fino al 12 marzo di quest’anno, sono esposti più di 100 scatti della fotografa, provenienti dalla collezione dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) e dal-
TINA MODOTTI
La genesi di uno sguardo moderno 12 novembre 2022 - 12 marzo 2023 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Centro Saint-Bénin, Aosta
INFO
T. +39 0165 272687
Da martedì a domenica 10.00 - 13.00 / 14.00 - 18.00
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la Fototeca Nazionale di Città del Messico, con l’intento di ripercorrere le fasi salienti del suo percorso professionale. Lungo il percorso espositivo, ammirando le fotografie, possiamo notare come si siano trattati i diversi temi ai quali si è dedicata nella sua vita, i suoi studi sulle tradizioni popolari, sull’architettura urbana, i famosi reportage sulle classi lavoratrici e sui movimenti rivoluzionari che raccontano di uomini, donne e territori, i ritratti ed i celebri studi sulle mani, che creano e che lavorano.
I suoi scatti incuriosiscono, sia per i temi trattati che per lo sguardo con cui vengono immortalati. Per chi non la conoscesse, la storia di Tina Modotti inizia nel 1896, quando nasce ad Udine. Nel 1913, ad appena 17 anni, emigra a San Francisco e pochi anni dopo si lega al fotografo Edward Weston, da cui impara le tecniche della fotografia e viaggia in Messico, Paese che diventerà la sua patria di adozione. Il suo attivismo fu indissolubilmente legato alle sue vicende sentimentali, e sembra possa aver giocato un ruolo cruciale anche nella sua precoce scomparsa, avvenuta nel 1942 a Città del Messico. Pur non essendoci prove tangibili, sembrerebbe che l’antifascista e membro del Comintern Vittorio Vidali (suo compagno di vita e di partito), sia stato coinvolto nel suo ipotetico omicidio, a causa di informazioni sulla politica spagnola di cui Tina era a conoscenza. La versione ufficiale racconta che la fotografa ebbe un infarto dopo una cena con alcuni amici. Resta di lei la storia che ci ha raccontato con la macchina fotografica, e che continua a raccontare in quegli attimi fissati per sempre s l
biancoscuro
In alto: Gigli, 1925, Città del Messico
Sopra: Pannocchia, chitarra e cartucciera, 1927, Fondazione Archivio Manuel Alvarez Bravo
Maria CAVAGGIONI “Oltre” 2022, tecnica mista, 70x50 cm. maria.cavaggioni@gmail.com Maria Cavaggioni Maria Cavaggioni
“La foto è una sezione di un fatto”
Gli scatti di Robert Capa al Mudec di Milano
di lucia Garnero
In occasione dei 110 anni dalla nascita di Robert Capa (1913 - 1954), il Mudec – Museo delle Culture di Milano gli rende omaggio con la personale intitolata
“Robert Capa. Nella Storia”.
Curata da Sara Rizzo, realizzata in collaborazione con l’agenzia
Magnum Photos e prodotta da 24 ORE Cultura, la mostra ripercorre i principali reportage di
guerra e di viaggio di Capa, in un lungo percorso nella memoria e nella storia del Novecento.
L’esposizione milanese propone al pubblico oltre 80 stampe fotografiche originali - alcune delle quali visibili per la prima volta in Italia - cui si accompagnano documenti d’epoca relativi ai grandi conflitti bellici e alle grandi trasformazioni economiche, sociali, culturali e politiche che coin-
volsero l’Europa e l’intero mondo nei vent’anni a cavallo del secondo conflitto mondiale.
L’intera carriera di Robert Capa è illustrata attraverso sette sezioni dedicate ai suoi più importanti reportage in bianco e nero, dagli esordi a Berlino e Parigi negli anni Trenta fino all’ultimo incarico in Indocina nel 1954. Dopo i primi lavori per l’agenzia tedesca Dephot, Capa si interessa alle
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Luca Musk Art
lucamusk@gmail.com
Ultimo tango a Parigi digital art, 35x50 cm. Collezione “Il cinema in uno sguardo”
prima esposizione: Casa del cinema di Roma - 12 settembre/11 ottobre 2022
lucamuskart Luca Musk
Carpo pittore - scultore - maestro d’arte www.gilberto-carpo.jimdosite.com gilbertocarpo@libero.it
Gilberto
La losanga bianca 2015, tecnica mista su tela, 70x50 cm.
Vivian Maier
Riflessioni
cittadine
di Vincenzo chetta
Il complesso museale di Santa Maria della Scala, a Siena, ospita, fino al 16 marzo, la mostra “Vivian Maier, The Self-Portrait and its Double”, a cura di Anne Morin e Loredana De Pace L’inaugurazione di questa esposizione (centrata sull’autoritratto della Maier, genialmente celato nel cerchione di un’automobile o diretto e semplice) è occasione per mostrare anche il recente restauro della Corticella, ovvero gli spazi dell’antico Ospedale, che ha riportato alla luce gli originali elementi architettonici ed il pavimento medievale. “L’allestimento delle tre sezioni (Ombra, Riflesso e Specchio) è tale da rendere l’esperienza del visitatore immersiva, contemplativa, poetica e riflessiva. Le pareti in pietra, la struttura dell’allestimento leggera e non invasiva, la grande umanità trasposta dall’autrice nelle sue fotografie, la visione che si divide fra intimità dello sguardo e complessità sociale e cittadina fanno di questa esposizione
VIVIAN MAIER
The Self-Portrait and its Double 16 dicembre - 16 marzo 2023
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Magazzini della Corticella, Siena
INFO
T. +39 0577 534505
Lunedì e da mercoledì a venerdì 10.00 - 17.00
Sabato e domenica 10.00 - 19.00
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un momento esperienziale completo e ricco di stimoli”, queste parole di De Pace sintetizzano pienamente l’esperienza. s l
Self-portrait, New York, n.d. gelatin silver print, printed 2017 ©Estate of Vivian Maier
Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY
In alto: Untitled, Chicago, IL, July 1979 chromogenic print, printed 2017 ©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY
Sopra: Self-portrait, 1960 gelatin silver print, printed 2017 ©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY
biancoscuro
Katia SERI La matassa (circuiti virtuali) 2010 tecnica mista su tela 80x60 cm.
Gabriele Doglietto
“1989” 2021 acrilico e smalto 80x120 cm.
gd6582@gmail.com le_tele_di_gabri www.artegante.it/gabriele.doglietto
“INTERCONNESSIONI” 2022 smalto 120x60 cm.
L’Italia dimenticata
Luoghi e paesaggi
di ettore tiretto
abbandonati
Alla Galleria Civica di Trento, il racconto di un’Italia dimenticata, spopolata, abbandonata. Si parla di quei luoghi che, per indebolimento del tessuto sociale o per il deterioramento del rapporto fra paesaggio e costruito, sono diventati invisibili, veri e propri paesi fantasma.
La mostra “Paesi perduti. Appunti per un viaggio nell’Italia dimenticata”, a cura di Gabriele Lorenzoni, attraverso le fotografie di Gabriele Basilico, Silvia Camporesi, Flavio Faganello, Paolo Simonazzi, Italo Zannier ed i video di Vittorio De Seta, Franco La Cecla, Patrizia Giancotti, documenta luoghi e paesaggi dell’abbandono. Un coro di voci, anche dissonanti fra loro, si esprimerà su questa tematica attuale e urgente, da anni al centro dei pensieri e delle attenzioni del Presidente del Mart, Vittorio Sgarbi, uno dei massimi conoscitori dei tesori nascosti, spesso abbandonati, del nostro Paese. Lungo il percorso espositivo troviamo più di duecento scatti fotografici e
quattro opere video, a dare una visione dell’Italia dagli anni Cinquanta ad oggi. La mostra si avvale anche di un volume che raccoglie saggi e testimonianze con il punto di vista sull’argomento di numerosi studiosi, antropologi, politologi, poeti, imprenditori, sognatori, ad indagare questo mondo di luoghi silenziosi s l
Sopra: Italo Zannier Stalla, 1956. Courtesy l’artista
A sinistra: Silvia Camporesi Fabbrica - Ficarolo (Veneto), 2013-2015 dal ciclo Atlas Italiae. Couresty l’artista
In basso: Paolo Simonazzi Fontanelle di Roccabianca (Parma), 2007 dal ciclo Mondo Piccolo. Courtesy l’artista
PAESI PERDUTI
Appunti per un viaggio nell’Italia dimenticata 20 novembre - 26 febbraio 2023 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Galleria Civica Trento, Trento
INFO
T. +39 800 397760
Da martedì a domenica 10.00 - 13.00 / 14.00 - 18.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.mart.trento.it
Giulia Lizzi
“La Tour Eiffel, illuminata di notte” 2021, fotografia
Giulia Lizzi vive la sua passione per la fotografia nella zona collinare del Friuli Venezia Giulia nel nord est Italia. Gli scatti si susseguono uno dietro l’altro e da lì si capisce che predilige i colori vivi della realtà quotidiana ritraendo nel modo che le è più congeniale gli spazi che la emozionano. Da sempre appassionata della fotografia naturalistica, in questi anni si è impegnata a fotografare la fauna e la flora della sua zona. Nei suoi viaggi nel mondo, ogni angolo può divenire perfetto per una inquadratura con la sua macchina fotografica nel momento dove la luce illumina un luogo celebre o scende nella penombra della sera. Partecipa a vari premi internazionali e a fiere d’arte in tutto il mondo, in cui espone con successo le sue opere. giulia.lizzi@gmail.com
“La veduta del Canal Grande, dal Ponte di Rialto” 2022, fotografia
giulializziphotos Giulializziphotography
www.verniceartfair.it La Manifestazione per gli Artisti dove l’ Arte è Accessibile a tutti! Via Punta di Ferro, 2 - 47122 Forlì - tel. 0543 798466 - 777420 francesca@romagnafiere.it - cell. 346 5050521 Organizzazione 17.18.19 marzo 2023 Artisti e Associazioni Culturali in Fiera Anniversario °
Lee Jeffries
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Focus on Future
Uno sguardo sul mondo
di Mario GaMbatesa
Si intitola “Focus on Future. Fotografi per l’Agenda ONU 2030” la nuova mostra ideata da Enrica Pagella e prodotta dai Musei Reali di Torino, che sarà aperta al pubblico fino al 19 febbraio 2023 nelle Sale Chiablese. L’esposizione, curata da Bruna Biamino, si inserisce tra i progetti che i Musei Reali dedicano agli obiettivi strategici
di sviluppo sostenibile indicati nell’Agenda delle Nazioni Unite. Con le immagini si affrontano tematiche importanti come ad esempio il lungo monitoraggio del lento e inesorabile scioglimento dei ghiacciai al Circolo Polare Artico, l’impegno delle organizzazioni umanitarie per garantire un’istruzione regolare ai bambini dei campi profughi, la drammatica mancanza di risorse
che mette in ginocchio l’Africa subsahariana e molti altri. Attraverso immagini dalla potenza narrativa unica, 14 fotografi professionisti propongono un inedito viaggio dedicato alle situazioni di fragilità del nostro pianeta, troviamo quindi Alessandro Albert, Dario Bosio, Fabio Bucciarelli, Francesca Cirilli, Alessandro De Bellis, Pino Dell’Aquila, Nicole De-
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Sopra: Fabio Bucciarelli - Pianeta South Sudan
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La genesi di uno sguardo moderno La genèse d’un regard moderne
AOSTA
Centro Saint-Bénin Via Festaz, 27
12 novembre 2022
12 marzo 2023
Orario Martedì – domenica
10 - 13 / 14 - 18
Lunedì chiuso
INFO
Assessorato Beni culturali, Turismo Sport e Commercio Struttura attività espositive e promozione identità culturale tel. +39.0165.275937
Centro Saint-Bénin
tel. +39.0165.272687
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Street ArT Street ArT Street ArT
Ci pensa il Sole
Alle porte di Brescia, la storia del Sole. 240 m2 di street art firmata da ZED1 di FlaVio ennante
Nasce alle porte di Brescia, assieme a Bergamo Capitale Italiana della Cultura 2023, una monumentale opera firmata da ZED1.
Un dialogo fra arte contemporanea e patrimonio architettonico e storico della città, “Ci pensa il Sole”: 240 mq di Street Art, un’opera di arte pubblica che guarda a un futuro sostenibile, promossa dal Comune di Brescia.
L’opera, che si snoda in via Cremona per una lunghezza di 58 metri e un’altezza di 4 metri, è firmata da ZED1, conosciuto su scala internazionale come “l’artista che racconta le favole sui muri”, e qui racconta una storia, anzi una favola, di energia pulita e sostenibilità: la storia del sole, un viaggio simbolico attraverso l’evoluzione del Pianeta Terra.
Un racconto di energie rinnovabili e futuri possibili, disegnato attraverso spray, rulli, vernici e pennelli, per parlare con il linguaggio dell’arte di crisi energetiche e riscaldamento globale.
Come lo stesso ZED1 afferma: “Considero la mia arte come terapia condivisa, come una fiaba gentile che va oltre la ruvida realtà che viviamo ogni giorno. Tutte le volte che abbiamo a che fare con una condizione spiacevole, io tento di esorcizzarla in un’immagine delicata e
BIANCOSCURO
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la cosa più bella che mi può capitare è che altri si rivedano nei miei racconti, scorgendo una soluzione e la voglia di costruire un futuro migliore per noi e per chi verrà dopo di noi”.
Da sempre l’artista imprime una forza espressiva e sognante nelle sue opere, con uno spirito surrealista, ed è proprio in “Ci pensa il Sole” che ZED1 decide di illustrare la favola del nostro pianeta cominciando con quella che è anche la conclusione della storia: la forza dell’energia solare
Il risultato è un viaggio simbolico attraverso l’evoluzione del Pianeta, in cui ZED1 ci accompagna: dai primi animali, passando dai dinosauri, dall’umano-serpente che per primo sconvolge l’ordine naturale delle cose strappando un albero e piantando una ciminiera, simbolo dell’era industriale, fino ai primati. Nel corso del racconto, i fumi prodotti dall’uomo spremono, come fossero una mano, l’intero pianeta. È il Sole, infine, ad aiutare una bambina a spegnere le fiamme che avvolgono il mondo, sottolineando il messaggio fondamentale dell’opera, nata proprio dall’impegno di Paradigma Italia: l’importanza dell’energia solare e delle energie rinnovabili, soprattutto per le nuove generazioni. s l
BIANCOSCURO BIANCOSCURO
Making of ZED1 Ph. Erminando Aliaj
Making of ZED1 Ph. Erminando Aliaj
Il Déco in Italia
L’eleganza della modernità
FORTE DI BARD VALLE D’AOSTA 2 DICEMBRE
2022 10 APRILE 2023 PARTNER ISTITUZIONALI PARTNER TECNICO MEDIA PARTNER CATALOGO INFO FORTEDIBARD.IT
Galleria Sabauda, Spazio Scoperte 14 dicembre 2022 / 16 aprile 2023 Rembrandt incontra DIALOGHI IN GALLERIA
Jacquemart-André
Musée
www.ar tpar mafair.it Segreteria Organizzativa: Nord Est Fair - 049 8800305 Arte Moderna e Contemporanea 4.5 marzo e marzo 2023 10.11.12 dalle ore 10 alle ore 19 16ª edizione Fiera di Par ma - Ingresso Ovest - Padiglione 7
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