June 15–18, 2023
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rivistA d’Arte biancoscuro
Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione
011 L’Editoriale di Vincenzo Chetta
014 Palazzo Barberini
I grandi capolavori in mostra
018 L’arte della moda. Potere e rivoluzioni fra abiti e capolavori
022 Opere d’arte dal mondo fluttuante. Torino indossa luci, colori e suggestioni del Sol Levante
026 Pierre-Auguste Renoir
Gli anni della maturità artistica
030 La prima Avanguardia italiana. Diverse generazioni di Futuristi
048 Mantova: l’Europa delle città. Al via “L’Imperatore e il Duca”
056 Yōkai
Mito, brivido e mistero
124 Street Art Festival
La terza edizione al Fidenza Village
095 BIANCOSCURO Art Contest 2023. La decima edizione a Monte-Carlo
099 Art Basel is coming A Basilea, dal 15 al 18 giugno
038 Svetlana Borisova
Il sentiero dell’anima
068 Il mondo “come dovrebbe essere”. Pistoia rende omaggio a Francesco Tullio Altan
077 40 anni di Cella Alla Fondazione Stelline
108 Ruth Orkin La fotoreporter del Novecento
113 Man Ray Il Maestro delle luci a Genova
122 Wildlife Photo 2022 Le più belle immagini naturalistiche
104 Passeggiando all’indietro: Monte Cotrozzi. Introduzione ai percorsi del mito [35ª puntata]
In copertina: (Cover story) Atsushi Kaga Usacchi, Kumacchi e gli altri amici
032
Over the Cover: Massimo Savio L’Arte cablata, criptata e blindata
042
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Uffici stampa, gallerie, enti ed istituzioni culturali possono
FAIRS
rivistA d’Arte biancoscuro
Bimestrale di Arte, Cultura e Informazione
096 Art Fair. Fiere ed esposizioni internazionali
101 Art Monaco. L’orgoglio di presentare grandi Artisti
103 Insigħt. NFT quantistici
046 Luigi Di Paolo. Metafisica 2.0
047 Davide Baroggi. La verità primitiva
052 Leonardo. Nei caveaux della Biblioteca Reale
053 Raffaello, l’Architetto. Padre fondatore dell’architettura del Cinquecento
055 Carestia, peste, morte. Il pensiero manzoniano
058 Felice Casorati. Alla Fondazione Magnani-Rocca
059 Arturo Martini. Leggere come piume
060 Virgilio Milani. Celebrato nella sua Rovigo
062 Lucio Fontana. L’origine du monde
064 Gianni Colombo. Il disorientamento percettivo
066 Accardi, Capogrossi, Reimondo. Ricerche tra forma e linguaggio
072 Giuliano Giuliani. Morbido come una collina
073 Anceschi e Scarabelli. Cose “pesanti” e cose “leggere”
074 Ellsworth Kelly. 100 anni
079 Enrique Martínez Celaya. Transitorio ed eterno
080 Carrara Studi Aperti. 2000 anni di arte, artigianato, bellezza e creatività
082 Le pinne di Alex Israel. La mostra da Gagosian Rome
084 Algoritmi vitali. Tecnologia alle OGR di Torino
086 Giulio Paolini. Significato e valore dell’Accademia
087 Stefano Bessoni. Stupore e meraviglia
088 Mirco Marchelli. Il manipolatore della materia
090 Candice Lin. PPD alla GAM di Milano
091 Rebecca Moccia. Il Ministero della Solitudine
092 Gusmeroli e Pellegatta. Da Manifesto Blanco
093 Bogdan Koshevoy. Il giardino segreto 114 Fragilità o ribellione? Tragedie naturali 116 Il “pitocchetto” nelle pieghe del presente.
BIANCOSCURO
Art Magazine
58 ISSUE
June/July 2023
BI-MONTHLY OF ARTS, CULTURE AND INFORMATION
EDITOR IN CHIEF
Vincenzo Chetta
PUBLISHER Biancoscuro
viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it
MANAGING EDITOR
Daniela Malabaila
CONTRIBUTORS
Giuseppe Carnevale, Franco Crugnola, Vincenzo Chetta, Flavio Ennante, Carla Margone, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, R.Molino, Ettore Tiretto.
PHOTOGRAPHERS
Adele Arati, Luigi Caracappa, Vincenzo Chetta, Liberementi, Enrico Mangano, Isabella Rigamonti, Alberto Novelli, Oak Taylor-Smith, Lorenzo Ceretta, James O’Mara, Fabio Zonta, Serge Domingie, Oliviero Toscani, Ela Bialkowska, Stefano Castellani, Ignacio Maria Coccia, Andrea Rossetti, Andrea Veneri, Carlo Cichero, Carlos Tettamanzi, Todd-White, Sebastiano Pellion di Persano, Alberto Mancini.
EDITORSHIP & DISTRIBUITION
Liberementi
viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it
PRINTING
4 Graph s.r.l.
Printed on certified paper FSC® C164091 (www.fsc.org)
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ISSN 2385-1708
© BIANCOSCURO 2023 Reserved artistic and literary copyright. Reproduction in whole or parts is forbidden save with the permission of the publisher.
BIANCOSCURO
Rivista d’Arte
NUMERO 58
giugno/luglio 2023
BIMESTRALE DI ARTE, CULTURA E INFORMAZIONE
DIRETTORE RESPONSABILE
Vincenzo Chetta
EDITORE
Biancoscuro
viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it
CAPOREDATTORE
Daniela Malabaila
COLLABORATORI
Giuseppe Carnevale, Vincenzo Chetta, Franco Crugnola, Flavio Ennante, Carla Margone, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, R.Molino, Ettore Tiretto.
FOTOGRAFI
Adele Arati, Luigi Caracappa, Vincenzo Chetta, Liberementi, Enrico Mangano, Isabella Rigamonti, Alberto Novelli, Oak Taylor-Smith, Lorenzo Ceretta, James O’Mara, Fabio Zonta, Serge Domingie, Oliviero Toscani, Ela Bialkowska, Stefano Castellani, Ignacio Maria Coccia, Andrea Rossetti, Andrea Veneri, Carlo Cichero, Carlos Tettamanzi, Todd-White, Sebastiano Pellion di Persano, Alberto Mancini.
REDAZIONE & DISTRIBUZIONE
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L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Manoscritti, foto o altri materiali inviati alla redazione anche se non utilizzati non verranno restituiti. s l Registrazione al Tribunale di Pavia n.4 del 21/1/2014.
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BIaNCOSCURO art contest
PITTURA PAINTING
SCULTURA SCULPTURE
FOTOGRAFIA PHOTOGRAPHY
GRAFICA GRAPHIC ART VIDEO & PERFORMANCE
ART exhibition
Art Monaco
International contemporary art fair
ART fair Innsbruck
Internationale Kunstmesse
dal 25 al 27 agosto 2023
Monte-Carlo
Principato di Monaco
dal 27 al 29 ottobre 2023
dal 27 al 29 ottobre 2023
Innsbruck - Austria
Innsbruck - Austria
BIANCOSCURO Art Exhibition, sarà presente con il suo spazio espositivo
ad Art Monaco e ARTfair Innsbruck
Per maggiori informazioni o ricevere il bando di partecipazione contattaci subito, invia 3 foto di tue opere recenti a: expo@biancoscuro.com scrivendo nell’oggetto il nome della fiera.
Le ultime notizie mi riportano in mente i tempi della scuola e delle lezioni di storia, quando la professoressa usciva un po’ dal sentiero del libro di testo e ci portava verso piccoli approfondimenti riguardo i messaggi celati nella musica e nelle opere d’arte. Immaginavo chi si inventava questi stratagemmi, chi riusciva a celare in un dipinto, sullo sfondo, un messaggio politico, e se mai questi erano stati scoperti e quale sarebbe stata la loro sorte, in quei tempi bui e tragici, in cui non era possibile esprimere la propria opinione a nessun riguardo.
Oggi mi trovo davanti un susseguirsi di articoli che parlano di street art e degli artisti che manifestano il loro pensiero e quello comune, direttamente sui muri o su pannelli nelle strade cittadine, non solo in Italia naturalmente. Queste azioni hanno sempre dato fastidio, e continuano a darlo, se prima erano solo i vandali a distruggere queste opere di denuncia, ultimamente ci pensano direttamente le istituzioni. Facciamo un esempio con
quelli che sono solo gli ultimi episodi conosciuti: resistono murales come quello di tvboy dedicato alla tragedia romagnola, ma non quelli di aleXandro Palombo apparsi su pannelli di cantiere in Piazza San Babila a Milano. Quello sul tema della maternità surrogata, quello sul tema del tumore al seno e quello dedicato alla lotta alla mafia, con un Giovanni Falcone oramai censurato. In una società sempre più problematica sotto molti punti di vista, è davvero prioritario eliminare opere d’arte che portano messaggi sociali e di riflessione come la salute, la mafia, i diritti umani? Speriamo che cambi questo vento e che gli artisti possano continuare a mandare i loro messaggi senza nasconderli sullo sfondo di una scenetta romantica al tramonto.
Noi di BIANCOSCURO continuiamo a portare l’arte e la cultura in giro per il mondo, a metà giugno torna la nostra adorata Art Basel a Basilea, e non vediamo l’ora sia di distribuire il nuovo numero a tutti i visitatori, sia di ammirare tutti i progetti artistici presenti. Tanti gli
appuntamenti in preparazione, ad agosto saremo anche ad Art Monaco con una preziosa selezione di artisti internazionali, per quella che si prospetta essere un’edizione scintillante, mentre a settembre la città monegasca ci ospiterà nuovamente per la Cerimonia Ufficiale del BIANCOSCURO Art Contest, giunto alla 10ª edizione.
Gli appuntamenti artistici non si fermano e non vanno in vacanza neanche quest’anno, sarà un’estate bollente (e speriamo nella clemenza di Madre Natura, aiutata da tutti noi a riprendere fiato con qualche comportamento virtuoso, come quello di eliminare gli sprechi e utilizzare materiali sostenibili, come la carta FSC sulla quale è stampata questa rivista)!
Buona lettura, e se ci seguite anche sui social, buona visione
Palazzo Barberini
I grandi capolavori in mostra
di Mario GaMbatesaIn occasione del quattrocentesimo anniversario dell’elezione di Maffeo Barberini al soglio pontificio col nome di Urbano VIII, avvenuta nell’agosto del 1623, le Gallerie Nazionali di Arte Antica dedicano un’imponente mostra ai suoi ventuno anni di pontificato (1623-1644).
Insieme ai nipoti, i cardinali Francesco e Antonio e il Principe
Taddeo Barberini, Urbano VIII perseguì con tenacia un pro-
getto politico-culturale molto ambizioso che pervase tutti gli ambiti della conoscenza e della credenza popolare.
La mostra (aperta al pubblico dal 18 marzo scorso al 30 luglio prossimo) celebra il profilo culturale e politico del Papa che più di ogni altro incise in maniera straordinaria e radicale sul pensiero filosofico, sul sapere scientifico e sulle arti del Seicento, con l’obiettivo di illustrare le modalità con le quali il pontefice privile-
giò lo strumento dell’egemonia culturale in funzione dell’azione politica e di governo.
Urbano VIII diede un timbro inconfondibile al suo pontificato, promuovendo imprese colossali, come ad esempio il baldacchino di San Pietro di Gian Lorenzo Bernini o l’affresco di Pietro da Cortona nel grande salone di Palazzo Barberini. In quel momento di grande magnificenza si impose un nuovo stile, il Barocco, che ebbe immediata diffusio-
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e co-curatrice della mostra, che prosegue - Sono infatti moltissimi i musei, i collezionisti e le istituzioni con cui abbiamo intessuto rapporti in questi anni, che hanno capito l’importanza del progetto e aderito con entusiasmo concedendo prestiti prestigiosi”. Nelle grandi sale di Palazzo Barberini si possono
THE SOVEREIGN IMAGE. Urban VIII and the Barberini Palazzo Barberini,Roma - March 18 - July 30, 2023
To mark the 400th anniversary of Urban VIII Barberini’s election to the papacy, the Gallerie Nazionali di Arte Antica is devoting a major exhibition to the longest and most representative pontificate of the 17th century (1623–44). Curated by Maurizia Cicconi, Flaminia Gennari Santori and Sebastian Schütze, the exhibition is produced by the Gallerie Nazionali di Arte Antica with the support of the Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura. “The Sovereign Image” celebrates the cultural and political personality of the pope who had the most incisive impact on 17th century philosophical thought, scientific knowledge and the arts in an attempt to illustrate the ways in which the pope afforded priority to the tool of cultural hegemony to further his political and government agenda.Urban VIII and his nephews, Cardinals Francesco and Antonio and Prince Taddeo Barberini, tenaciously pursued an ambitious political and cultural agenda which permeated every aspect of knowledge, art and culture. For Maffeo Barberini, a poet and a man of letters, patrongage and promotion of the arts was part and parcel of his drive to empower the Church’s spiritual and temporal governance as well as boosting his own personal prestige and that of his family. Urban VIII placed an unequivocal seal on his pontificate by promoting such massive projects as the baldaquin in St. Peter’s, designed by Gian Lorenzo Bernini, or Pietro da Cortona’s fresco
in the great hall of Palazzo Barberini. A new style came into being that was to spread like wildfire not only in Rome and in Italy but in the whole of Europe: Baroque was born in Rome under the Barberini. Players and masterpieces of the outstanding moment in history that was Urban VIII’s pontificate will once again be reunited for the very first time in Palazzo Barberini, the sumptuous family residence erected opposite the Quirinale. Thus masterpieces from the Barberini collection dispersed over the centuries and now housed in the world’s leading museums will be returning to their original home. They include work by Gian Lorenzo Bernini, Caravaggio, Valentin de Boulogne, Francesco Mochi, Nicolas Poussin and Andrea Sacchi, together with some of the spectacular tapestries produced in the Barberini Tapestry Manufactory. The exhibition showcases more than 80 works from the museum’s own collection and from over 40 Italian and international museums and private collections. The exhibition is divided into twelve sections, moving from the Exhibition Space on the ground floor to the museum’s most emblematic spaces such as the monumental rooms on the piano nobile: the Pietro da Cortona Hall, the Marble Room, the Throne Room, the Landscape Room and a number of rooms housing the permanent collection: “Pleasure, good fortune and strategy”; “Imagining the dynasty”; “Making saints”; “Hic Domus”; “Family business”; “Ancient
culture”; “Modern science”; “Weaving the fabric”; “Poetry and rhetoric”; “The munificent bees”; “Around the hive”. The exhibition winds up with Section 12, “The theatre of amazement”, which explores Palazzo Barberini’s role as a stage set consistent with the room’s original function, when it hosted performances of plays. The room showcases exhibits testifying to the grand “urban” events organised by the family, for instance an imposing painting depicting The Saracen Joust stage-managed by the loyal Andrea Sacchi, or the spectacular Carousel in Honour of Christina of Sweden by Pietro Gagliardi (both on loan from the Museo di Roma, Palazzo Braschi). The section also showcases two large paintings, The Massacre of the Niobids and Diana’s Rest, by Andrea Camassei (1602–49), one of the greatest and most assiduous interpreters of the family’s patronage strategies. The two paintings were restored especially for the exhibition, The Massacre of the Niobids with the technical sponsorship of CBC Conservazione Beni Culturali Soc. Coop, and Diana’s Rest with the technical sponsorshop of Teleperformance Italia in partnership with the Associazione Civita. The exhibition sets out to acquaint visitors with the dominant ideas and the functioning of an extraordinarily ambitious intellectual blueprint that turned Rome into the birthplace of Baroque culture and the centre of its dissemination in Europe, with Palazzo Barberini lying ideally at its heart. s l
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L’arte della moda Potere e rivoluzioni fra abiti e capolavori
di daniela MalabailaOgni nuovo progetto al Museo Civico San Domenico di Forlì è sempre una bella sorpresa, ci troviamo sempre di fronte ad allestimenti intelligenti, progetti espositivi completi ed
originali, collaborazioni di prestigio. Ed è così anche per “L’arte della moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni, 1789-1968”, la grande mostra ideata e realizzata da Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, diretta da Gianfranco Brunelli e curata da Cristina
Acidini, Enrico Colle, Fabiana Giacomotti e Fernando Mazzocca, aperta al pubblico fino al 2 luglio. L’esposizione, che mette in confronto l’arte e la moda, comprende oltre 300 capolavori tra quadri, sculture, accessori, abiti d’epoca e contemporanei, firme tra le quali troviamo (solo per citarne alcuni): Tintoretto, William Hamilton, George Romney, Francesco Hayez, Silvestro Lega, Telemaco Signorini, James Tissot, Giovanni Boldini, Vittorio Corcos, Henry Matisse, Josef Hoffmann, Giacomo Balla, Piet Mondrian, Umberto Boccioni, Giorgio de Chirico, Damien Hirst con Charles Frederick Worth, Ventura, Mariano Fortuny, Paul Poiret, Salvatore Ferragamo, Coco Chanel, Germana Marucelli, Valentino Garavani e Pierpaolo Piccioli, Giorgio Armani, Christian Dior di John Galliano, Gucci, Prada, Tom Ford, Cristobal Balenciaga e Yohij Yamamoto
Le opere, che a partire dal Settecento attraversano la Rivoluzione francese, il Romanticismo, la Macchia, l’Impressionismo, il Simbolismo e tutte le Avan-
Giorgio De ChiricoAutunno
1935, olio su tela, 72,8x59,8 cm. Milano, Museo del Novecento
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Antonella Pecoraro NINNI
Ninni - Maneggio di Magreta 2013, acrilico su tela, 60x50 cm. Pecoraro AntonellaOpere d’arte dal mondo fluttuante
Torino indossa luci, colori e suggestioni del Sol Levante
di lucia Garnero
Il nuovo evento espositivo che la Società Promotrice delle Belle Arti di Torino ospita dal 23 febbraio al 25 giugno 2023 presenta l’universo giapponese attraverso oltre 300 capolavori, alcuni dei quali in Italia per la prima volta: stampe dei maggiori mae-
stri dell’ukiyo-e, quali Hokusai, Hiroshige, Utamaro, Kunisada, Yoshitoshi, Sharaku, oltre ad armature di samurai, kimono, maschere teatrali, matrici di stampa, preziosi ornamenti femminili, sculture in pietra e stendardi.“Utamaro, Hokusai, Hiroshige. Geishe, samurai e la civiltà del
piacere” a cura di Francesco Paolo Campione, direttore del MUSEC – Museo delle Culture di Lugano, prodotta da Skira, offre al pubblico opere provenien-
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e uccelli” (kachōga). Altro tema frequente è quello del teatro kabuki, amato spettacolo popolare, ed anche l’universo femminile viene profondamente indagato, sia negli aspetti della vita quotidiana delle donne di varie epoche, di diversa età ed estrazione sociale, come nelle stampe di Tsukioka Yoshitoshi o nei trittici di Miyagawa Shuntei (che ritraevano donne impegnate in attività tipiche affiancate a elementi vegetali), sia nelle xilogra-
Sotto: Imao Keinen Uccello dalla testa blu e ragnatela dalla serie “Immagini di uccelli e fiori di Keinen” vol.12, n.5, 1892, stampa xilografica
A sinistra: Kitagawa Utamaro Tetsukuri no Tamagawa dalla serie Mu Tamagawa 1795-1796, stampa xilografica
Nella pagina successiva sopra: Kobayashi Kiyochika - Bellezza dell’era Kyōhō dalla serie “Motivi floreali” 1896, stampa xilografica
Nella pagina successiva sotto: Utagawa Kunisada - Attori kabuki 1859, stampa xilografica
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Pierre-Auguste Renoir
Gli anni della maturità artistica
Ultimi giorni per visitare la mostra dedicata a Renoir a Palazzo Roverella, a Rovigo. La mostra “Renoir: l’alba di un nuovo classicismo” è aperta fino al 25 giugno ed è promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi, il contributo di Intesa Sanpaolo, la produzione di Silvana Editoriale e la cura di Paolo Bolpagni. Pierre-Auguste Renoir è stato uno dei massimi esponenti dell’Impressionismo e questa fase della sua produzione è sicuramente la più nota al grande pubblico, ma la fase matura e poi conclusiva della sua carriera (su cui s’incentra questa mostra) non fu affatto un periodo di decadenza, anzi si rivela un presagio dei successivi sviluppi dell’arte. L’intento è quindi di porre in risalto l’originalità di una produzione che costituì uno dei primi casi di quella “moderna classicità” che sarebbe stata perseguita da molti pittori e scultori degli anni Dieci, Venti e Trenta, in maniera speciale in Italia.
In mostra ben quarantasette opere di Renoir, provenienti da diversi musei (possiamo am-
mirare anche un capolavoro di proprietà personale del Principe Alberto di Monaco, la “Baigneuse s’arrangeant les cheveux”), accanto ai capolavori dei grandi maestri dell’arte del passato cui egli s’ispirò nella fase matura della sua carriera: Vittore Carpaccio, Tiziano, Romanino, Peter Paul Rubens, Giambattista Tiepolo, Jean-Auguste-Dominique Ingres, ma anche di suoi contemporanei come Aristide Maillol, Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi e Medardo Rosso. Arricchisce l’esposizione anche l’edizione storica della traduzione francese del “Libro dell’Arte” di Cennino Cennini, con la prefazione di Renoir, unico suo testo pubblicato in vita.
Il percorso della mostra è suddiviso in undici sezioni: “Il Renoir impressionista” (per restituire l’aspetto mutevole delle cose, gli effetti atmosferici, le vibrazioni della luce e l’impressione istantanea della realtà); “Gli italiani attivi a Parigi durante la stagione impressionista” (con le opere di Boldini, de Nittis, Zandomene-
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La prima Avanguardia italiana Diverse generazioni di Futuristi
di daniela MalabailaSiamo alla fine del secondo di cinque appuntamenti della rassegna
“Percorsi nel Novecento”, il programma ideato dalla Direzione del Sistema
Museale Urbano Lecchese e affidato per la sua progettazione e realizzazione a ViDi Cultural che, fino a novembre 2024, analizzerà la scena culturale italiana nelle prime sei decadi del XX secolo.
“Futuristi. Una generazione all’avanguardia”, in scena a Palazzo delle Paure fino al 18 giugno, indaga l’Avanguardia in Italia nei primi decenni del No-
vecento, quando l’espressione futurista aveva diverse sfaccettature. Lungo il percorso espositivo, suddiviso in sette sezioni, troviamo opere dei più celebri rappresentanti del movimento futurista, da Giacomo Balla a Luigi Russolo, da Gino Severini a Enrico Prampolini, da Filippo Tommaso Marinetti ad Antonio Sant’Elia, da Fortunato Depero a Tullio Crali, e molti altri. Partendo dalle origini del Futurismo (quando Marinetti pubblicò un articolo intitolato “Le Futurisme”
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Atsushi Kaga
Usacchi,
Il
Un coniglietto malinconico, uno strano orsetto, galline, pinguini e tanti bizzarri gattini, apparentemente una favola moderna più adatta a un bambino che a un occhio critico? Ma è qui che le cose si fanno interessanti...
Stiamo parlando delle opere di Atsushi Kaga, artista giapponese, nato a Tokio nel 1978. I suoi soffici animali sperimentano tossicodipendenza, depressione, microcriminalità e disturbi alimentari. La narrazione è stile graphic novel e riflette una sorprendente consapevolezza di sé.
La gang è guidata da Usacchi, un coniglietto carino, ma un po’ imbroglione che Kaga descrive come il suo alter ego, che interagisce con personaggi per dimostrare le cupe prospettive che attendono le versioni adulte dell’infanzia. Oltre a Usacchi, troviamo Kumacchi, un orso tossicodipendente ferito in seguito ad un incidente d’auto, che rappresenta il lato oscuro di Kaga. In conclusione, nelle sue opere si pone l’accento ai problemi sociali, una sorta di colonia di riabilitazione dei personaggi dei cartoni animati.
I dipinti di Kaga coinvolgono. Nelle opere possiamo osservare una serie di narrazioni sfortunate che sono allo stesso tempo spiritose, dirette e malinconiche.
Le opere sono affascinanti e tristi, e Kaga estrae sottilmente un debole divertimento dal suo pubblico che potrebbe facilmente precipitare in un vuoto psichico inevitabile.
Atsushi Kaga vive e lavora a Dublino e Kyoto, è sempre in giro per il mondo per motivi artistici, ciò nonostante sono riuscito ad incontrarlo per fargli alcune domande per i lettori di BIANCOSCURO.
Vincenzo Chetta: Buongiorno Atsushi, come va? È un piacere per me fare la tua conoscenza e portare la tua arte ai lettori di BIANCOSCURO.
Atsushi Kaga: Buongiorno Vincenzo, innanzitutto voglio ringraziarti per la domanda, il piacere è tutto mio. Adoro l’Italia, ma soprattutto i maestri del Rinascimento.
V.C.: Ho avuto modo di conoscere le tue opere negli stand della galleria mother’s tankstation durante Art Basel. Il coniglietto Usacchi, che poi ho scoperto essere il tuo alter ego, è molto simpatico ed il suo amico Kumacchi è un orsacchiotto un po’ complesso, potresti brevemente descriverli…
A.K.: Kumacchi è un orso cronica-
mente depresso, ha perso una gamba a seguito di un incidente d’auto poco fuori dalla foresta. Usacchi è un coniglietto imbroglione, nerd, ama i gatti ed è il migliore amico di Kumacchi. Si sostengono a vicenda in una realtà piuttosto dura.
V.C.: Il tuo lavoro è “umoristico ma cupo”, gran parte del lato scherzoso nasce direttamente dall’oscurità.
A.K.: L’umorismo è qualcosa che dobbiamo inventare o creare. L’oscurità è qualcosa appena là fuori. Ne è pieno nel mondo. Se descrivessi solo quello che c’è là fuori, sarebbe molto oscuro. Quindi voglio renderlo più sopportabile con l’umorismo.
Sotto: / Below:
“After you left, the two cats came into my life”, 2022, acrilico e foglia oro su tela /acrylic, imitation gold leaf and 22k gold dust on canvas, 210x170 cm.
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Atsushi Kaga
Usacchi, Kumacchi and other friends
An Melancholy bunny, a strange bear, many bizarre cats, chickens, penguins, apparently a modern fable more suited to a child than to
a critical eye? That’s where things get interesting… We are talking about the works of Atsushi Kaga, Japanese visual artist, working in mixed media, painting, drawing, animation and
sculpture. Born in 1978 in Tokyo. The artist got his education at the Tama Art Institute in Tokyo, graduating in 1997, and at the National College of Art and Design in Dublin, where he got his BA in
The darkly playful world of Kaga is inhabited by a variety of colorful anthropomorphized characters. The gang is led by Usacchi bunny
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Svetlana Borisova
Il sentiero dell’anima
di carla MarGone
Un intenso percorso espositivo di arte contemporanea vedrà come protagonista l’artista siberiana Svetlana Borisova nel corso del mese di giugno 2023: dalla Biennale Internazionale di Gattinara per passare attraverso la II edizione della mostra Artisti d’Italia a Villa Reale di Monza, e quindi finire con la mostra Ambientarti IV nella Galleria Hub/Art di Milano. La Biennale Internazionale di Arte Contemporanea Rosso di
Maggio, curata dal Maestro d’Arte Prof. Saverio Genise dell’ODV Liberumes, si svolge nella sede dell’Antica Enoteca Museo di Villa Paolotti a Gattinara dal 27 maggio all’11 giugno 2023. Con l’occasione si celebrano anche le aperture delle cantine per assaggiare la produzione della vendemmia dell’autunno 2022. Numerosi e divertenti eventi sono organizzati dalla nota “Città del Vino” per ospitare i tanti visitatori attesi e deliziarli attraverso un percorso enogastronomico e culturale di assoluto rilievo.
La II Edizione della mostra di Arte Contemporanea Artisti d’Italia a cura del Prof. Vittorio Sgarbi, Sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni Culturali, verrà ospitata dal 1 al 18 giugno nella splendida cornice dell’Orangerie della Villa Reale di Monza, un prestigioso simbolo della Bella Italia che ha già visto ospitare di recente mostre di grande valore quali quelle dedicate a Ligabue, a Keith Haring
ed ai Macchiaioli. Saranno esposte oltre 120 opere di artisti del panorama nazionale ed internazionale personalmente seleziona-
ti dal noto curatore e critico per rappresentare lo stato dell’arte contemporanea. La mostra è patrocinata dal Comune di Monza ed organizzata dall’Associazione Lo Stato dell’Arte in collaborazione con il Consorzio Villa Reale ed il Parco di Monza.
Per l’occasione speciale, Borisova presenterà le sue “Anime”: la Metamorfosi, l’Anima d’Oro e Nebulosa, tre dipinti di olio su tela che, come ha descritto in una sua critica il Prof. Vittorio Sgarbi, sono alla base del suo messaggio: “… La consapevolezza dell’esistenza dell’anima che mette in relazione il nostro io con la materia-
lità della terra e l’idealità del cielo.” Anche la Prof.ssa Magda Buce Radut, ordinario della cattedra di Storia dell’Arte all’Accademia delle Belle Arti di Craiova, si è espressa sul messaggio contenuto nelle opere della talentuosa artista: “Nella visione della bella artista Svetlana Borisova, ‘Il sentiero dell’anima’ è un poema di amore, una dichiarazione generosa di amore per l’Eterno Femminile, per la bellezza della luna, per l’armonia e la luce. Svetlana dipinge l’immagine musicale e universale della donna, la bellezza ideale e la sensibilità. Quella Venus, la dea perfetta, quell’amore che vive nell’anima di qualsiasi donna è il simbolo ritrovato nei quadri esposti, circondato di macchie cromatiche fredde della vegetazione dell’eden, in armonia con il calore dei raggi solari del cielo. La linea elegante dei corpi femminili è sostenuta dal rapporto cromatico complementare, di caldo-freddo, equilibrando lo spazio composizionale della superficie.”
L’arte di Svetlana affonda le sue radici nella scoperta dell’esigenza di raccontare la sua vita interiore, di “gettare” sulla tela le sue esperienze interiori. Lei raccoglie tutte le situazioni, le impressioni, le intuizioni e gli dà la forma simbolica mettendo al centro l’anima umana, in armonia con i mondi minerale, vegetale, anima-
le ed universale esprimendo così un profondo messaggio spirituale. Il percorso espositivo di questo mese si concluderà con la mostra Ambientarti IV che si terrà dal 7 al 30 giugno 2023 presso la Galleria Hub/Art, situata nel quartiere Vigentino di Milano, nel cuore di Simbiosi, il progetto Beni Stabili che sta trasformando l’ex-area industriale adiacente la Fondazione Prada in un nuovo distretto Smart della città di Milano. La mostra è a cura di ARS
Art Space di Eva Amos
Il progetto espositivo dal titolo “Ambientarti” vuole approfondire il tema della salvaguardia dell’ambiente. L’arte è strettamente legata alla natura, i primi colori provengono dai pigmenti naturali, usati ancora oggi
da diversi artisti. Immaginate se la natura, che ora condivide con noi tutti i suoi doni, smettesse di farlo a causa dell’insufficienza delle risorse. Attualmente l’argomento della difesa dell’ambiente è sempre più sentito
dalla popolazione e nel mondo dell’arte contemporanea troviamo artisti formidabili (come Banksy) che con la loro arte provocatoria cercano di comunicare al pubblico su argomenti come l’inquinamento ed il maltrattamento degli animali.
L’opera scelta da Svetlana per questo evento si intitola “Il mio fiume Orco” e rappresenta il fiume della Valle Orco che scorre nel versante Piemontese del Parco Nazionale del Gran Paradiso, un fiume dalle acque pure e pregiate ed un luogo molto caro all’artista per la sua natura selvaggia ed incontaminata. Così l’artista ci spiega il messaggio contenuto nella sua opera: “L’essere umano è parte di tutto ciò che ci circonda. Le nostre azioni ed i nostri pensieri condiziona-
no l’ambiente in cui viviamo. La mia opera ‘Il mio fiume Orco’ parla di armonia tra il mondo minerale e il fiume. Sentendosi amata dal fiume, la pietra apre la sua anima per essere accarezzata. La mia arte vuole sensibilizzare l’azione umana verso il mondo minerale, vegetale,
animale e universale e portare meraviglia e rispetto verso di essi creando una Sinergia Universale.”
Su di lei così si è espresso il Prof. Vittorio Sgarbi in un commento critico: “Svetlana Borisova è una pittrice italiana, benchè nata in Russia, addirittura nei luoghi che per noi significano la dimensione più lontana, remota, universale che è la Siberia. Dalla Siberia si è dovuta muovere dopo la violenza della rivoluzione bolscevica e lentamente ha cercato consolazione nel paesaggio, che è il suo tema dominante. Ed è una ‘figurazione immersiva’, lei sta dentro al paesaggio e lo vive e lo legge con quello che la tradizione moderna le ha fatto vedere di Munch e di Permeke, cioè di autori del Nord che non intendono il paesaggio mediterraneo, come è il paesaggio dei grandi pittori italiani, ma come un paesaggio protettivo ed insieme minaccioso. La terra in cui lei è nata è alla confluenza di 3 fiumi, il fiume ricorre sempre in lei e l’inverno è lungo e tutto questo determina una immersione nel paesaggio come tentativo di dimenticare il dolore e la sofferenza dell’uomo. Tutto questo è svolto in una produzione italiana, quindi con la memoria di quegli anni lontani come sono
sempre le memorie dell’infanzia, trasferita in un momento di pacificazione a Locana, in Piemonte. Questo determina una sintesi tra un linguaggio che è dentro di lei come sentimento dell’infanzia ed una traduzione nei tempi e luoghi dove lei si è trovata a vivere. Si tratta di un’esperienza sicuramente autentica”.
L’obiettivo che questa mostra si pone è quello di sensibilizzare
Svetlana Borisova
Nata nel Nord della Siberia, una terra dagli spazi infiniti e dai contrasti forti, in età giovanissima la vita la porta in Italia, Paese generoso di sole, di verde, d’acqua, di terra fertile, un luogo dove sono presenti tutti gli elementi necessari per coltivare la gioia di vivere e di creare.
È qui che, nel 2008, nasce la sua arte, in modo spontaneo, spinta dalla necessità di condividere con il mondo esteriore la sua vita interiore. Inizia a disegnare con i gessetti. Dopo un breve periodo passa a dipingere con l’olio su tela: nasce la
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il maggior numero di persone sul tema dell’ambiente e del riscaldamento globale, invitando attraverso l’arte ad una riflessione profonda sull’importanza dell’ambiente e sui comportamenti che l’uomo può adottare per salvaguardarlo. Sicuramente gli artisti partecipanti sapranno trasferire un messaggio forte e rivoluzionario come solo l’arte può fare. s l
sua passione. Raccoglie tutte le situazioni, le impressioni, le intuizioni e gli da la forma simbolica mettendo al centro l’anima umana, in armonia con i mondi minerale, vegetale, animale ed universale. Ha sperimentato che l’espressione tramite olio su tela è la più idonea ad esprimere la sua natura passionale e generosa. I suoi lavori nascono come uno spontaneo dialogo della sua anima con tutto ciò che ci circonda, e l’arte è un filo conduttore nel comunicare l’interdipendenza intrinseca guidata dalle energie misteriose presenti in ogni forma di vita. Anche se sulla tela nascono soggetti espressi con tecniche diverse, esprimono un identico messaggio: armonia attraverso l’unione di principi opposti. s l
www.svetlanaborisova.com
svetlana@triadeconsulting.it
@svetlanaborisova2814 @artistsvetlanaborisova
Massimo Savio
L’Arte cablata,
criptata e
blindata di Vincenzo chetta
Appartiene alla generazione anni ‘50 Massimo Savio, artista milanese che da sempre coltiva la sua passione per l’Arte, sperimentando e studiando diverse tecniche L’artista negli anni ha concentrato la sua attenzione nei confronti delle opere di Bonalumi e di Castellani. Dopo aver lavorato per anni sulla classica tela con colori ad olio, si trovò di fronte a pannelli in legno multistrato e MDF. La valenza del cavo elettrico equivale al concetto di “linea grafica” sul piano, modulabile in lunghezze variabili fino a divenire nel tratteggio anche “punto”. Condizione fondamentale per la realizzazione di questa tecnica è la perforazione del pannello nei cui fori vi è il passaggio del cavo: nella tecnica di tessitura si sviluppa tutto il suo operato. È una tecnica astratta con una precisa costruzione geome-
trica-architettonica legata da una precisa distribuzione matematica. L’introduzione del concetto di piano estroflesso costruito con tela fece scattare in lui “l’idea” di utilizzare i cavi elettrici come sviluppatori di superfici estroflesse. La forma è quella dell’astrattismo geometrico, che si differenzia dall’astrattismo lirico: unendo insieme questi materiali nasce un nuovo valore stilistico.
Le forme geometriche non possono essere casuali: tutto è programmato secondo un disegno che predispone alla perforazione. Ed è anche sulla base di questo principio che si basano le nuove opere criptate e blindate dove l’artista vuole sperimentare e portare su tavola quello che per anni è stata la sua vita professionale. Barre filettate, dadi, bulloni uniti in maniera disciplinata poiché nella realizzazione di una forma, tutto deve coincidere alla perfezione.
Non esiste improvvisazione e tutto deve sortire il giusto effetto: una dinamica di luci e di ombre proiettate sul piano in un gioco magico di tridimensionalità e di plasticità. Alcune delle sue opere sono in esposizione presso la personale di Massimo Savio “L’Arte cablata, criptata e blindata” in mostra alla Showcases Gallery di Varese, dove il pubblico ha potuto ammirare sia l’opera “506 fori” vincitrice al BAC Winter Edition 2018 che le nuove opere della serie “blindata” come ad esempio il “Prospettico blindato in rosso” dove le barre filettare, nascondono e proteggono le proiezioni geometriche presenti sul livello primario della creazione. Nella seconda sala della Showcases Gallery le opere “I quattro punti cardinali”, “Sezione cilindrica con contenitore cubico” e “Mediterraneo”, opere realizzate utilizzando esclusivamente legno di pioppo, colori acrilici e cavi elettrici.
L’arte di Savio, esteticamente molto apprezzata, è anche oggetto di approfondimenti e di confronti con la Storia dell’Arte, in un mix di opinioni e di letture è risultato decisamente accattivante e comprensibile. Recentemente le sue opere sono state esposte in diverse occasioni, come alle Fiere d’Arte di Genova, Pavia, Parma e Forlì, punti di riferimento per collezionisti e appassionati d’arte. All’estero le sue opere sono state apprezzate anche a Berlino e Innsbruck e, ad agosto 2023, le sue opere criptate e blindate saranno in esposizione a Monte-Carlo, nel Principato di Monaco
I suoi lavori parlano di lui: chiunque può intuirne sia gli studi scientifici che quelli musicali, che danno un preciso ritmo alle
linee, alle curve, ai piani descritti dove i cavi elettrici vengono usati per trapassare il piano principale come in un ricamo, resi estroflessi (portati dunque verso l’esterno del piano principale) creando quindi nuovi piani. Viceversa nelle opere “blindate” le barre filettate ed i bulloni vengono utilizzati per proteggere la parte interna del piano principale. Un connubio sapientemente realizzato e realizzabile solo da artisti esperti come lui, con svariati anni di esperienza nel campo dell’arte. Per concludere, il suo è un percorso caratterizzato dalla serialità delle immagini e dall’individuazione di linee di forza che costituiscono strutture, forme ritmiche e spazi musicali originali. s l
L’ARTE CABLATA, CRIPTATA E BLINDATA
Personale di Massimo Savio
19 maggio - 1 giugno 2023 Showcases Gallery, Varese
INFO
T. +39 0332 237529
Mercoledì - Giovedì - Venerdì 15.00 - 19.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito showcasesgallery.blogspot.it
Massimo Savio (Milano, 1953). Pittore e scultore. L’artista consegue oltre agli studi musicali la maturità scientifica e gli studi universitari. L’artista crea in modo originale con cavi elettrici forme tridimensionali. Sono “FORME CABLATE” sul piano in modo lineare ed estroflesse in un contesto di spazio, di luci e di ombre. L’artista vive e lavora a Vimodrone.
Savio ha esposto al Museo Diocesano Francesco Gonzaga di Mantova. Tra le fiere d’arte citiamo le sue partecipazioni a: Art Monaco, Art Innsbruck, Arte Genova, PaviArt, Art Parma Fair, Vernice Art Fair. Ha esposto inoltre alla rassegna dei vincitori del
Biancoscuro Art Contest e della Berlin Art. Le sue opere sono state pubblicate sulla Gazzetta di Mantova, su BIANCOSCURO Art Magazine (#28 #31 #32 #54 #55 #56 #57 #58), sull’annuario l’Elitè e nel saggio “FORME CABLATE” di Vincenzo Guarracino. Edizione FERMENTI n°247.
Sue le copertine di BIANCOSCURO Art Magazine N°34 e Over The Cover BIANCOSCURO Art Magazine N°58. Vincitore del 1º Premio al BIANCOSCURO Art Contest – Monte-Carlo edition nel 2018 e nel 2021.
Instagram: maxavio53
Sandy Iseli
Autumn
sandy4art@bluewin.ch
Breeze 2022, acrylic on canvas, 120x100 cm.Luigi Di Paolo
Metafisica 2.0
L’opera “Il pensatore rilassato”, del pittore teatino Luigi Di Paolo, è una chiara derivazione dalle opere metafisiche di Giorgio De Chirico. La scena è una piazza, senza persone, tracciata con rigore geometrico, con una
pavimentazione dalle forme tridimensionali. Essa è circondata da elementi geometrico-architettonici che con la loro prospettiva indirizzano lo sguardo verso l’orizzonte delineando una dicotomia tra lo spazio finito della piazza e l’infinito. La piazza ricrea una sorta di palcoscenico antico che contrasta con il panorama moderno di una lontana città industriale. Un ambiente da sogno dove tutto è immobile, dove non si scorge presenza umana, popolato da oggetti come finestre chiuse, porte con arcate, muri ondeggianti, edifici, ciminiere che, estraniati dal loro abituale contesto, emergono con tutta la loro forza iconica diventando irreali, enigmatici. La presenza misteriosa di un manichino al centro del palcoscenico acuisce l’enigma che pervade l’opera pittorica. Questo antesignano del moderno automa, privo di occhi e bocca, è seduto su una sedia di pietra con lo sguardo rivolto verso l’alto, oltre lo spazio circoscritto della piazza, verso un infinito rappresentato da un cielo
striato. Forse è la chiave per risolvere l’enigma, suggerendo all’uomo… Tutti gli elementi della pittura metafisica che caratterizzano la relazione che c’è tra interno ed esterno, pieno e vuoto, luce ed ombra sono senz’altro riproposti in quest’opera, ma in forma destrutturata. Da qui nasce la metafisica 2.0, una diversa visione onirica rispetto alla metafisica proposta da De Chirico. Infatti i segni emblematici di stati d’animo melanconici vengono soppiantati da forme coloratissime che trasmettono la serenità e l’armonia di cui l’uomo, oggi, ha bisogno. s l
Davide Baroggi La verità primitiva
di Vincenzo chettaLa sua è una pittura primitiva, ma seppur questo aggettivo rimandi spesso a qualcosa di rozzo e arretrato, ciò non si applica alla sua arte. “Primitivo” è qui da intendersi come ramo del primitivismo ovvero idealizzazione estetica che aspira a ricreare un’esperienza come l’arte delle popolazioni prive di linguaggio scritto, Baroggi, infatti, ha tanto da dire alla società, e lo fa con il disegno, l’arte in cui eccelle. Nato a Cannobio nel 1974, ha frequentato la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, dove ha studiato con il Maestro Claudio Olivieri. Ha iniziato ad esporre nel 2002 e collabora con diverse Gallerie tra cui la Galleria Affiche (Milano), la Galleria Fiorella Pieri (Cesena) e la Galleria Monopoli (Milano).
Davide Baroggi vive e lavora a Pavia, realizza intimistici ritratti animali, paesaggi acidi dove i colori si invertono e scene quotidiane solo apparentemente banali.
Piccola, ma di forte impatto, l’opera “La natura è spettacolare” dove Baroggi mette allo scoperto la natura del gatto, animale dolce e carino, opportunista e profondamente ruffiano, spavaldo ed al tempo stesso timido che, trovandosi alle prese con delle amichevoli tartarughine e farfalle, si spaventa andando a nascondersi dietro il gatto più grande in cerca di protezione. Come non guardare con
curiosità e ammirazione il “Naviglio pavese”, un paesaggio dai colori autunnali dove alberi spogli si stagliano verso il cielo riflettendosi in un grigio specchio d’acqua, creando così una poesia psichedelica
Anche in una semplice riproduzione del quotidiano riesce a portare un messaggio ancestrale: “La caffettiera” sul fornello nella sua semplicità fa riflettere sulla realtà quantistica, accostando l’opera al paradosso del gatto di Schrödinger traslato nella formula: il caffè nella macchinetta è già stato “bevuto” o deve ancora “uscire”?
Diverse visioni della stessa opera, che non si soffermano alla semplice osservazione del tratto, ma vuole scavare nel profondo significato della stessa. s l
Mantova: l’Europa delle città Al via la mostra L’Imperatore e il Duca
di Mario GaMbatesaantova apre le porte alla nuova stagione espositiva 2023 organizzata dalla Fondazione Palazzo Te in collaborazione con il Comune di Mantova e il Museo Civico di Palazzo Te. Un anno di mostre, eventi e iniziative dedicate al tema dell’Europa come patria di una pratica culturale e artistica ca-
Mpace di custodire il valore della libertà.
Dal 24 marzo 2023 al 7 gennaio 2024 la “città dei tre laghi”, mette a nudo il suo ruolo avuto nella costruzione degli ideali e dei valori della moderna società europea partendo dal Cinquecento. Questa meravigliosa stagione espositiva riflette sulla nascita e sul consolidamento del comune sentire europeo, inteso come
espressione di intenti scientifici, storici e filosofici che hanno connotato i diversi stati membri dai tempi più remoti. Dalla cultura classica alla modernità, la storia dell’Europa è stata sempre caratterizzata da trasformazioni necessarie a tenere il passo delle relazioni e degli sviluppi nazionali ed internazionali. In quegli anni si formano le basi culturali di una pratica politica che ancora oggi
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