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Gli scatti rubati
Appunti visivi di Giuseppe Loy
di Mario GaMbatesa
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Le Gallerie Nazionali di Arte Antica a Roma ospitano, dall’8 dicembre 2021 al 27 febbraio 2022, la mostra “Giuseppe Loy. Una certa Italia. Fotografie 1959-1981”, a cura di Chiara Agradi e Angelo Loy, la prima retrospettiva a quarant’anni dalla scomparsa. Giuseppe Loy nasce a Cagliari nel 1928, è il fratello minore del regista Nanni Loy, e marito di Rosetta Provera, nota in ambito letterario come Rosetta Loy. Giuseppe si trasferisce a Roma nel 1938. Dal 1953 al 1957 lavora nel cinema come segretario di produzione per poi trovare impiego nell’impresa di costruzioni fondata dal suocero. Parallelamente esercita due attività che per lui diventeranno le sue grandi passioni: la poesia e la fotografia.
La seconda costituirà una vera e
propria ossessione. Diverse sue mostre sono state ospitate presso la galleria il Segno, a Roma, nella sua carriera da fotografo lascia più di 70.000 scatti e oltre 1800 stampe originali che l’Archivio Fotografico Giuseppe Loy sta nel tempo valorizzando.
La mostra raccoglie una selezione di 135 stampe originali in
bianco e nero, documenti d’archivio, poesie, epigrammi, scatti familiari e un video che riper-
corre l’amicizia tra Giuseppe Loy e gli artisti Alberto Burri,
Afro e Lucio Fontana. L’obiettivo primario della mostra è quello di rivalutare, sul panorama internazionale, la fotografia italiana del secondo Novecento, riordinando quegli “appunti visivi” con cui Giuseppe Loy desiderava
imprimere una traccia duratura
Giuseppe Loy Roma, Piazza Santa Maria in Cosmedin 1960, foto b/n, 19x23 cm.
[1] Giuseppe Loy Roma, viale di Tor di Quinto 1980, foto b/n
[2] Giuseppe Loy Santa Marinella (RM) 1961, foto b/n, 19,5x29 cm.
[3] Giuseppe Loy Cagliari, 1968, foto b/n
[4] Giuseppe Loy Selva di Val Gardena (BZ) 1960, foto b/n, 20x30 cm.
della società degli anni in cui ha vissuto. In mostra nella Sala delle Colonne e nelle Cucine Novecentesche di Palazzo Barberini, gli scatti di Loy immortalano il suo
impegno politico e il suo sguar-
do sui costumi di un’Italia che sta attraversando un profondo e inesorabile cambiamento, alternati a immagini più intime, frammenti unici della sua vita privata, testimonianze preziose delle amicizie di Giuseppe Loy e i protagonisti dell’arte di quel periodo. Rappresenta un periodo storico in cui il tempo, la politica e gli eventi stavano portando il mondo verso una coscienza nuova, profonda e a tratti ribelle. Le foto-
grafie presentano alcune tematiche ricorrenti, tra cui il ritratto
dell’italianità, che emerge nei piccoli gesti della vita quotidiana,
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la riflessione per immagini sul paesaggio italiano, che cambia tra la fine degli anni Cinquanta
e i primissimi anni Ottanta, fino agli scatti rubati sulle spiagge, con corpi distesi al sole immortalati da tagli fotografici particolari e dalla seducente ironia che pervade il lavoro dell’autore. Vedere il mondo attraverso l’obiettivo di Giuseppe Loy significa guardarlo in modo semplice, acuto e sem-
pre pronto ad immortalare la
quotidianità, prediligendo i cenni minimi, i dettagli e le espressioni fugaci. Si tratta quindi, di
una memoria intima trasmessa a noi e che rivive nelle fotogra-
fie di Loy, attraverso una vera e propria panoramica di una meravigliosa vita dedicata alla macchina fotografica. s l
Giuseppe Loy - Santa Marinella (RM) 1961, foto b/n, 21x29 cm.
08 dicembre 2021 – 27 febbraio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Barberini, Roma
INFO T. +39 06-32810
Da martedì a domenica 10.00 - 18.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.barberinicorsini.org
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