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Complètement saoul de

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Art Basel 2022

Art Basel 2022

Complètement saoul de regarder!

Robert Doisneau in dialogo con le “possibilità della vita”

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di Lucia Garnero

Al Museo dell’Ara Pacis, nella meravigliosa cornice del Lungotevere nel centro di Roma, dal 28 maggio al 4 settembre, è possibile imbattersi in un’altra atmosfera, quella parigina, del centro e delle sue banlieue, immortalata da uno dei fotografi francesi più celebri e apprezzati nel nostro paese, Robert Doisneau. L’evento espositivo, a cura di Gabriel Bauret, è prodotto da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Silvana Editoriale. Insieme a Henri Cartier-Bresson, Doisneau è considerato uno dei padri fondatori della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada. Presenti in mostra oltre 130 stampe ai sali d’argento in bianco e nero, provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge. È in questo atelier che il fotografo ha stampato e archiviato le sue immagini per oltre cinquant’anni, ed è lì che si è spento nel 1994. Ad oggi, l’archivio di Montrouge, costituito da circa 450.000 nega-

QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte Robert Doisneau Fox-terrier au Pont des Arts, Paris, 1953

© Robert Doisneau

Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE Nella pagina precedente: Robert Doisneau L’Information scolaire, Paris 1956

in abbonamento e © Robert Doisneau nelle migliori fiere d’Arte. Sotto: alcune viste del percorso espositivo Puoi abbonarti o richiedere una copia online:

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tivi, è conservato con grandissima cura dalle due figlie che, spinte da un immutato entusiasmo e affetto per il padre, accolgono con grande disponibilità le richieste di editori e musei di ogni dove. Undici sezioni ad articolare il percorso all’Ara Pacis: Concierges (1945-1953), Enfances (19341956), Occupation et Libération (1940-1944), L’Après-Guerre (1945-1953), Le Monde du travail (1935-1950), Le Théâtre de la rue, Scènes d’intérieur (1943-1970), Mode et Mondanités (1950-1952), Portraits (1942-1961), Une certaine idée du bonheur (1945-1961), Bistrots (1948-1957). Visitare queste sezioni permette di cogliere il piglio attento del fotografo che, nell’attesa dell’evento che “ crea” l’immagine, coglie l’istante dell’ordinario e ne ritrae in fotografia, con grande meraviglia, il carattere straordinario. La gran parte degli scatti raccolti in occasione di questo evento espositivo appartengono al periodo più fecondo del fotografo, dall’inizio degli anni Trenta alla fine degli anni Cinquanta; fatta eccezione per la sezione Occupation et Libération e L’Après-Guerre, per loro natura circoscritte in un tempo specifico, la percezione di fronte alla gran parte degli scatti è quello di foto senza tempo, perché al centro vi è quell’oggetto dell’umanesimo che è la persona, le persone: l’interazione tra esse, la loro goffaggine, la loro dignità. Lo stesso Doisneau ne parla: “Mi piacciono le persone per le loro debolezze e difetti. Mi trovo bene con la >>>

ROBERT DOISNEAU

gente comune. Parliamo. [...] È una 28 maggio - 4 settembre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) cosa molto fraterna”. Museo dell’Ara Pacis, Roma Doisneau si rende, secondo una sua stessa definizione,“pêcheur INFO d’images”, pescatore d’immagini, T. +39 06 06 08 info.arapacis@comune.roma.itcapace di aspettare il momento da immortalare, di scorgerlo e rico- Tutti i giorni 9.30 - 19.30 noscerlo, evidenziando la “perfetta Inquadra con il tuo smartphone imperfezione” che connota alcu- il codice QR per collegarti al sito ni angoli di realtà, della società e www.arapacis.it dell’umanità tutta. La conoscenza e la frequentazione di Jacques Prévert e Robert Giraud aprono Doisneau allo sguardo poetico e alle scorribande dei A destra: Robert Doisneau bistrot e della banlieue di Parigi. Le baiser de l’Hôtel de Ville, Paris 1950 © Robert Doisneau Entrambe le esperienze ricordano a Doisneau le arti di empatia e Sotto: Robert Doisneau - Mademoiselle Anita cabaret « La Boule Rouge », rue de Lappe, Paris, leggerezza, di cui si rende maestro 1950 © Robert Doisneau

mettendosi al servizio della fotografia “come un artigiano”, nella QUESTA è LA VERSIONE FREE di pratica quotidiana della rappreBIANCOSCURO Rivista d’Arte sentazione dell’esistenza e della continua “condivisione di sguarTrovi la versione completa, di”. Uno sguardo, il suo, capace CARTACEA o DIGITALE di vedere le cose nella loro sostan-in abbonamento e za, senza possederle o cambiarle. nelle migliori fiere d’Arte. Ne emerge un’affascinante mescolanza tra ironia e malinconia, tra Puoi abbonarti o richiedere una copia online: distacco e affetto, con un’unica, costante parola d’ordine, che lo artshop.biancoscuro.it stesso artista pronuncia nel descrivere l’arte dello scatto: “Regarder, regarder, jusqu’à en être complètement saoul de regarder!” , “Guardare, guardare, guardare; finché lo sguardo non sarà totalmente inebriato, ubriaco dal guardare!” s l

ROBERT DOISNEAU Museo dell’Ara Pacis Exhibition space, Roma May 28 - September 4, 2022 (Check the opening on the site)

Acollective exhibition at Museo dell’Ara Pacis on the famous French photographer, through more than 30 monochrome silver salts prints from the collection of the Atelier Robert Doisneau in Montrouge. in this atelier, he printed and archived his images for over fifty years, and it was there that he passed away in 1994, leaving a legacy of 450,000 negatives. The shot of the young couple kissing, indifferent to the crowds of passers-by and the traffic on the Place de l’Hôtel de Ville in Paris, is one of the best-known photographs in the world. With Henri Cartier-Bresson, Doisneau is considered one of the founding fathers of French humanist photography and street photojournalism. With his lens, he captures the daily lives of the men and women who populate Paris and its suburbs, with all the emotions of the gestures and situations in which they are engaged. The exhibition is divided into 11 sections: Concierges (1945-1953), Enfances (1934-1956), Occupation et Libération (1940-1944), L’Après-Guerre (1945-1953), Le Monde du travail (1935-1950), Le Théâtre de la rue, Scènes d’intérieur (1943-1970), Mode et Mondanités (1950-1952), Portraits (1942-1961), Une certaine idée du bonheur (1945-1961), Bistrots (19481957). The multitude of characters and stories that populate Doisneau’s work translates into an artistic attitude and a philosophy of life; indeed, it is an expression of an empathetic gaze, which even becomes tenderly involved when he photographs lovers and children. “I like,” he said, “people for their weaknesses and flaws. I get on well with ordinary people. We talk. We start talking about the weather and little by little we get to the important things. It’s a very brotherly thing, and it’s great to shine a light on those people who are never in the spotlight.” “The photographer should be like blotting paper, he should let himself be penetrated by the poetic moment. His technique should be like an animal function, it must act automatically”. The exhibition, curated by Gabriel Bauret, is promoted and produced by Roma Culture - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo and Silvana Editoriale Project. Supported by Zètema Progetto Cultura. Catalogue by Silvana Editoriale. Radio partner Dimensione Suono Soft. s l

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