Richard Feeling
Progetto grafico Liberementi www.liberementi.it Editore Biancoscuro www.biancoscuro.it
U
n espressionismo comunicativo ed una ricerca di “POP” dietro l’opera di Richard Feeling. Intelligenza, Amore, Arte, sono termini del quale ognuno può dare una propria interpretazione soggettiva in quanto non esistono “sistemi metrici” o parametri “assoluti”per definirli. Nell’arte la “discrasia interpretativa” risulta prendere forma in maniera ancor più evidente in quanto l’espressione artistica è rappresentata dalla concretezza e tangibilità dell’opera d’arte in sé e pertanto non un semplice termine relegato alla relatività dell’interpretazione semantica. Opera artistica risulta essere quella di Caravaggio o di Michelangelo ed al contempo, opera artistica fin prova contraria, risulta essere la merda d’artista di Pietro Manzoni o l’orinatoio di Duchamp. Dopo le “rivoluzioni” del novecento che hanno infranto i muri dell’obbligo del canone accademico, nulla ormai può essere escluso dal termine di opera d’arte se presentata come tale da chi è preposto a farlo. Da questa circostanza oggettiva emerge il dubbio se debba essere considerato più “artista” chi sa usare pennelli e attrezzi del mestiere o chi al contrario riesca a “strabiliare” nella ricerca di qualcosa di innovativo e in molti casi con il proprio comportamento personale che attira in qualche maniera l’attenzione dei media a caccia di “gossip” creandone una cassa di risonanza che finisce per incidere nel giudizio. Richard Feeling nella sua ricerca personale dei percorsi artistici, coniuga tali argomentazioni, cercando nella concretizzazione della sua opera una forma di espressività idonea alla creazione di un messaggio comprensibile a tutti ed orientato a suscitare l’interesse di chiunque abbia voglia di interpretarlo, senza enfatizzazione dell’abilità maniacale del riprodurre la realtà con lo strumento “artigianale” del pennello e quant’altro. “Cogliere l’attimo” e riprodurlo per trasmettere
“emozione”. Questa è la massima al quale si ispira Feeling nella sua ricerca espressiva. L’artista ha individuato nei moderni strumenti tecnologici, l’’uso dell’arte digitale che lo aiuta a cogliere quell’immediatezza dell’esecuzione che non fa perdere o diluire l’emozione del momento creativo, anzi crea le premesse per enfatizzarlo e renderlo “eterno”. Richard Feeling pertanto adotta un metodo di rappresentazione figurativa, spesso con forti toni espressionisti orientati alla ricerca di rappresentazione degli stati d’animo dei soggetti trattati che in genere risultano essere femminili. Ne emerge una facile ed immediata interpretazione del messaggio anche a chi non è necessariamente addetto ai lavori e questa è una componente al quale l’artista fa sempre riferimento per una sua ben precisa e ferma volontà. L’arte come espressione di “democrazia” e pertanto comprensibile a tutti e non solamente agli addetti ai lavori. Oltre all’utilizzazione “moderna” dell’arte digitale come strumento di realizzazione delle opere, la peculiarità di Richard Feeling è rappresentata dalla volontà di diffondere le proprie opere che lui ama definire Art Social Poster, con sistemi che favoriscano un investimento artistico “low cost” destinato pertanto anche ad un pubblico che pur non avendo ingenti disponibilità, abbia intenzione di “scommettere” sull’ artista in un’ottica di investimento futuro. Richard Feeling ha intenzione di creare attraverso opportuni strumenti e con l’aiuto di quelli operatori del settore che ne condividono gli obiettivi, una sorte di “complicita’ “con i potenziali acquirenti, che preveda una pubblicizzazione da parte degli stessi delle opere in un’ottica di volontà comune idonea alla conoscenza diretta delle opere di Richard Feeling anche attraverso i social network e quant’altro la rete offre in termini di visibilità. In sostanza una “Pop Art” per la gente, che abbia come protagonista anche la gente “esclusa” dai canoni convenzionali dell’investimento artistico. Pop Art e low cost nella volontà di diffondere l’arte con un approccio diverso.
Richard Feeling Rappresenta la nuova “faccia” di un artista che ha un passato ma che con rinnovata veste e con un nome d’arte dal suono “globalizzato”, si affaccia alla ribalta artistica come se fosse al contrario appena nato, proponendo attraverso i suoi Art Social Poster, denominazione ed espressione della sua recente energia creativa, la concretizzazione di un progetto ambizioso che ha la presunzione di porre l’ideatore come precursore di un filone di pensiero che si ripromette di coniugare l’amore per l’arte come ineguagliabile espressione di vita, a quella di una potenziale opportunità di investimento diffuso ed alla portata di tutti. Dietro all’artista ci sta l’uomo con il suo vissuto fatto di esperienze profonde ed esistenzialmente pregnanti che ne hanno determinato quella moltitudine di emozioni vissute con estrema intensità e risultate poi così essenziali ai fini della forza creativa che ne è scaturita. Reali risultano essere le sue partecipazioni a prestigiose manifestazioni di settore ma che fanno ormai parte di quel passato dal quale, in quanto tale, necessita a lui staccarsi per guardare al contrario al futuro in un’ottica di costante rinnovamento senza età e senza tempo, alla ricerca di quel desiderio di eternarsi del proprio io, che spesso sta dietro all’azione di coloro che generano materia artistica e creativa. Come nella sua precedente fase artistica, anche attraverso il suo “avatar” di nome Richard Feeling, proiettato di prepotenza nel contesto moderno, il motivo dominante dei soggetti dell’artista pongono al centro delle sue opere prioritariamente la figura femminile dal quale attinge ispirazione in quanto la stessa rappresenta per lui l’essenza della vita e l’equilibrio stesso dell’umanità. I soggetti attuali risentono fortemente nella loro potenza espressiva, del condizionamento dettato dai tempi, nel quale la donna è costretta ad
affrontare per molti aspetti nuove situazioni che tendono a discostarsi per la prima volta dai ruoli prioritari che spettava all’universo femminile da sempre. Mai come ora protagonista, ma mai come ora vittima delle circostanze dettate da un’epoca di rottura e pericolosamente senza riferimenti precisi sulla quale costruire nuovi equilibri. Epoca del libero arbitrio ma nel contempo, di libertà individuale esasperata che crea premesse per lo scontro spesso traumatico con nuove angosce esistenziali. Nel passato i diversi ritmi di vita, consentivano all’artista di enfatizzare e cogliere le sfumature legate all’aspetto introspettivo degli stati d’animo, inducendo a pause lunghe di riflessione e ponendo l’autore dell’opera d’arte nella condizione di “meditare” l’opera cogliendone le sfumature ispirate dagli stati d’animo trapelanti dal modello di ispirazione. Con tali presupposti lo strumento artistico ”lento” dell’arte tradizionale che mascherava spesso un certosino cerimoniale artigianale nella preparazione degli elementi necessari alla concretizzazione dell’opera, camminava in parallelo con ritmi adeguati alle atmosfere che creavano sensazioni e motivavano le ispirazioni. I ritmi moderni al contrario, secondo la valutazione dell’artista, richiedono una tecnica veloce, rapida, istintiva, digitale, per cogliere stati d’animo e cambiamenti repentini dettati dalla nevrosi legata indissolubilmente a quest’epoca “dannata” che qualcuno si auspica sia di semplice transizione verso futuri modelli più equilibrati e rispettosi dei contenuti della natura umana, più votati alla ricerca di elevazione spirituale e non solo sacrificati all’ombra dei materialismi imperversanti e di consumismi sfrenati. Questo si ritiene nell’interesse di tutti ed anche di quelli che nei presupposti attuali vi si riconoscono senza valutarne a fondo gli influssi su base universale.
Richard Feeling in piazza San Babila - Milano
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