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I tanti volti della Cina
Da “fabbrica del mondo” a opportunità di business per il settore moda. Intanto la Cina investe nelle aziende europee.
Direttore responsabile Flavia Colli Franzone
Trend P/E 2013 Una overview sull’abbigliamento e gli accessori uomo e donna dalle sfilate e dalle fiere Da pag. 13
Issue #17- Novembre 2012
Produzione Malloni e ixos Un mix di industriale e artigianale. L’importanza della manodopera specializzata Pag. 36
Ideazione Ergonomia La ricerca delle forme contamina i capispalla maschili, fra sportswear e informal Pag. 39
Retail concorrenza leale I siti e-commerce dei brand non sono una minaccia per i negozi tradizionali Pag. 43
Primavera/estate 2013
Boys&Girls
“Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO-MI”
Borsa della limited edition La Maison Canton Road di Longchamp
I dati parlano da soli: nel 2004 i cinesi hanno speso 2miliardi di dollari in beni di lusso. Questo dato è cresciuto tanto che lo scorso anno ha raggiunto i 15,6miliardi di dollari, crescita che fa prevedere che nel 2015 la Cina sarà il più grande cliente del mercato lusso a livello mondiale. Una ricerca Capgemini indica che oggi in Cina ci sono oltre 2milioni di HNWI (High Net Worth Individual), ossia le persone che hanno un net income disponibile di oltre 1milione di dollari e un’età media di 39 anni. Oggi la Cina rappresenta circa il 10% dei consumi mondiali del settore lusso; un dato che nel 2015 secondo gli analisti dovrebbe arrivare fino al 20%. Eppure anche qui è iniziato un processo di rallentamento che preoccupa il mondo intero. Tuttavia ci sono buoni motivi per continuare a inverstire in questo smisurato Paese. (pag . 31)
Dall’avatar al sé digitale
Gli scenari dell’ e-retail sono in continua evoluzione. E non si tratta di fantascienza.
L’ esperienza di vendita reale e quella virtuale possono andare di pari passo in negozio, rendendo sempre più labili i confini fra offline e online, fra indossare un capo reale e poter comporre l’outfit attraverso il virtual fitting. Questa simulazione consente di vedere come sta l’abito addosso al proprio avatar digitale, declinato in una vasta gamma di tessuti e colori che non sono presenti in negozio. E’ il caso del servizio su misura offerto in alcuni negozi Ermenegildo Zegna, dove il personale di vendita è dotato di iPad. La società Seac02, che ha sviluppato questa applicazione, sta andando oltre con il MyDself, una sorta di carta di identità digitale che riproduce le sembianze del suo possessore e ne registra le misure del corpo. Ma già si parla di “scanatar”. (pag. 42)
Jeanne Moreau in Jules et Jim, 1962, regia di François Truffaut - Archivio Storico del Cinema / A F E
La moda maschile sempre più vicina o lontana da quella femminile? Il mercato le vorrebbe insieme – nelle date di presentazione – e anche nelle tendenze in certi casi. Di sicuro in comune avranno il colore e le stampe.
Più che una moda un modo di essere. Impostasi come tendenza nelle scorse collezioni, quando i boyfriend pants erano il capo icona da rubare al guardaroba di lui, per la stagione a venire l’ispirazione “maschile” nelle proposte per la donna riflette un certo rigore, nella vita come nella moda, in sintonia con il difficile momento sociale ed economico. La differenza è più concettuale
che sostanziale: meno tailleur pantaloni tout court e blazer rigorosi, invece più tagli maschili nelle camicie e nei volumi delle giacche, nell’uso di tessuti della migliore tradizione biellese, declinati nei pesi e nelle leggerezze che si confanno alla stagione estiva. Se è innegabile il fascino che esercita la donna in abiti maschili – indimenticabili sono Marlene Dietrich in Marocco del 1930, Katha-
Le stampe di Mary Katrantzou nella collezione P/E 2013
rine Hepburn in Sylvia Scarlett del 1935, Jeanne Moreau in Jules e Jim del 1962, o Julie Andrews in Victor Victoria del 1982, solo per citare alcuni film icona del passato, fino al recente Albert Nobbs (2011) con Glenn Close – è pur vero che per la primavera/ estate 2013 torna la voglia di essere femminili senza mezzi termini. Una femminilità grintosa, sottolineata da stampe di-
gitali coloratissime – una strada aperta da Mary Katrantzou e Peter Pilotto e che ha fatto proseliti - trasparenze discrete, decorazioni ben evidenti. Una tendenza gridata che ha contagiato nei colori e nelle stampe anche l’abbigliamento maschile, accendendo addirittura i capi formali con tonalità decise e intense, mentre lo sportswear si fa contaminare da influenze militari.