XI° - FESTIVAL CINEMA EUROPEO

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Crediti Credits DIREZIONE ARTISTICA ART DIRECTOR

Cristina Soldano

DIREZIONE ORGANIZZATIVA FESTIVAL MANAGER

Alberto La Monica

RESPONSABILE SEGRETERIA ORGANIZZATIVA MANAGING AND STAFF COORDINATOR

Roberta Vernice

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA ORGANISING SECRETARIAT

TIROCINANTI

Carmen Barile, Pamela Cavallo, Mariagiovanna Ciccarese, Antonio Conserva, Daniela D’errico, Maria Luisa De Leonardis, Maria De Siati, Annalisa Largo, Stefania Morale OSPITALITÀ E PUBBLICHE RELAZIONI HOSPITALITY AND PUBLIC RELATIONS

T.A. congressi e servizi di Titti Merenda www.tacongressi.it – hospitality@tacongressi.it

Davide Carrozza, Angelo Di Cugno, Gionata Fontanarosa, Claudia Forcignanò, Salvatore Greco, Riccardo Lobbene, Stefania Torsello

PROGETTO GRAFICO GRAPHIC PROJECT

RESPONSABILE RELAZIONI ESTERNE EXTERNAL RELATIONS COORDINATOR

WEBMASTER

COMITATO DEI GARANTI COMMITEE OF GUARANTORS

REDAZIONE E AGGIORNAMENTO SITO INTERNET

Vito Antonio La Monica

Emidio Greco, Morando Morandini, Gianni Volpi, Krzysztof Zanussi SELEZIONE DEI FILM IN CONCORSO SELECTION OF FILMS IN COMPETITION

Cristina Soldano, Luigi La Monica

SELEZIONE DEI CORTOMETRAGGI DI PUGLIA SHOW SELECTION OFSHORTS PUGLIA SHOW

Luigi La Monica

UFFICIO STAMPA NAZIONALE PRESS OFFICE

Giovanna Mazzarella & Cristina Scognamillo STAGIAIRE

Marianna Lotito, Sara Valentino TRADUZIONI E CONSULENZE LINGUISTICHE FILM IN CONCORSO TRANSLATIONS AND LINGUISTIC SUPPORTS FOR COMPETITION

Corso di Laurea in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica - Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, Università del Salento COORDINATORE COORDINATOR

David Katan

CONSULENTE CONSULTANT

Lucia Fabbrizio

TRADUTTORI TRANSLATORS

Chiara Fersini e Manuela Lamarmora (L’INSURGEE’), Tiziana De Marco e Michela Farì (9:06), Lara Benegiamo e Valentina Verardo (THE UNLOVED), Giuseppe Taurino e Stefano De Tommasi (CAN GO THROUGH SKIN), Marina Calò (CRAYFISH), Vittorianna Delle Grottaglie e Marta Primiceri (APPLAUSE), Ambra De Blasi (FIVE MINUTES OF HEAVEN), Chiara Franco e Michela Farì (DESPERADOS ON THE BLOCK), Elisa Fina (YO TAMBIEN), Valeria Sansone (HAVAR), Stefania Morale (HAYAT VAR), Lucia Rizzo (BAHOZ), Monia Marra (AUTUMN) CATALOGO E SCHEDE FILMOGRAFICHE A CURA DI CATALOGUE AND FILM NOTES EDITED BY

Luigi La Monica Traduzioni a cura di Elisabetta Inguscio 2

BigSur - Francesco Maggiore e Alessandro Colazzo www.bigsur.it – bigsur@bigsur.it Z-Project - Soluzioni Web www.z-project.it - info@z-project.it Luigi La Monica

SOTTOTITOLI ELETTRONICI ELECTRONIC SUBTITLES

Manlio Lapi - Dialoghi di Luce manlio@ddlux.com

ATTREZZATURE TECNICHE TECHNICAL EQUIPMENT

Gerry Service di Piero Loglisci www.gerryservice.com - info@gerryservice.com

ASSISTENZA TECNICA TECHNICAL ASSISTANCE

Marc Van Put - Softvideo Production softvideoprod@libero.it

MOSTRA FOTOGRAFICA: CARLO VERDONE

Beppe Ardito, Curatore Allestimenti - Francesco Viola per Eurokolor srl, Allestimento e realizzazione interni ed esterni MOSTRA DI SCENOGRAFIE E COSTUMI: ATMOSFERE – PASSATO E FUTURO

Allestimenti a cura di Franco Del Vecchio ORGANIZZAZIONE FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO EUROPEAN CINEMA FESTIVAL ORGANIZATION

ASSOCIAZIONE CULTURALE “ART PROMOTION” Mobile: +39 392 0657536 www.artpromo.org - info@artpromo.org www.festivaldelcinemaeuropeo.it info@festivaldelcinemaeuropeo.it PATROCINI E COLLABORAZIONI PATRONAGES AND COLLABORATIONS

Comune di Lecce - Assessorato alla Cultura, Regione Puglia - Assessorato alla Pace, al Mediterraneo e alla Promozione Culturale e Assessorato al Turismo e Industria Alberghiera, Ministero per i Beni e Attività Culturali - Direzione Generale per il Cinema, Provincia di Lecce - Assessorato alla Cultura, Parlamento Europeo, Centro Sperimentale di Cinematografia, Agenzia per Il Patrimonio Culturale Euromediterra-


neo, Universita del Salento, Ambasciata di Francia, Ambasciata di Spagna, Ambasciata di Turchia - Ufficio Cultura e Informazioni, APT di Lecce, CCIAA Lecce, Apulia Film Commission, Cineuropa, FIPRESCI, SNCCI, SNGCI, AIACE Nazionale, Centro Nazionale del Cortometraggio, AFIC, CineNetFestival, Festival of Festivals, Rotary Club Gallipoli, Concessionaria BMWMini Emmeauto di Lecce, CineWeb Costa, Futuro Remoto Gioielli, Vestas Hotels & Resorts, Officine Cantelmo, Salentoweb tv. SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE WE THANK FOR THEIR CO-OPERATION COMUNE DI LECCE

Paolo Perrone, Sindaco - Rocco Massimo Alfarano, Assessore alla Cultura - Nicola Elia, Dirigente Servizio Cultura - Danilo Siciliano, Ufficio Stampa - Giuseppe Filippi Filippi, Comunicazione REGIONE PUGLIA

Nichi Vendola, Presidente Regione Puglia - Silvia Godelli, Assessore alla Pace, al Mediterraneo e alla Promozione Culturale - Magda Terrevoli, Assessore al Turismo e Industria Alberghiera - Giovanna Labate, Dirigente Politiche per la Promozione del Territorio, dei Saperi e dei Talenti - Anna Maria Maiellaro, Dirigente Politiche per la Promozione del Territorio, dei Saperi e dei Talenti MINISTERO PER I BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

AMBASCIATA DI FRANCIA IN ITALIA

Bruno Aubert, Consigliere Culturale - Direttore BCLA Massimo Saidel, Addetto all’Audiovisivo AMBASCIATADI SPAGNA IN ITALIA

Jorge Hevia Serria, Consigliere Culturale AMBASCIATA DI TURCHIA UFFICIO CULTURA E INFORMAZIONI

A. Aygun Atalay, Consigliere Culturale Annamaria Plebani, Ufficio Cultura e Informazioni AZIENDA DI PROMOZIONE TURISTICA DELLA PROVINCIA DI LECCE

Stefania Mandurino, Commissario Straordinario Nadia Fortunato, Responsabile Promozione CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO AGRICOLTURA DI LECCE

Alfredo Prete, Presidente

APULIA FILM COMMISSION

Oscar Iarussi, Presidente - Silvio Maselli, Direttore Generale - Gigi De Luca, Vicepresidente CINEUROPA

Luciana Castellina, Presidente Onorario - Camillo De Marco, Redattore capo - Valerio Caruso, Direttore FIPRESCI

Klaus Eder - Segretario Generale SINDACATO NAZIONALE CRITICI CINEMATOGRAFICI ITALIANI

Nicola Borrelli, Direttore Generale per il Cinema

Bruno Torri, Presidente

PROVINCIA DI LECCE

SINDACATO NAZIONALE GIORNALISTI CINEMATOGRAFICI ITALIANI

Antonio Gabellone, Presidente - Simona Manca, Vicepresidente e Assessore alla Cultura PARLAMENTO EUROPEO

Doris Pack, Presidente Commissione Cultura - Bertrand Peltier, Press Service - Clara Albani, Direttrice Ufficio d’informazione per l’Italia CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA

Laura Delli Colli, Presidente Romano Milani, Segretario Generale AIACE NAZIONALE

Gianni Volpi - Presidente CENTRO NAZIONALE DEL CORTOMETRAGGIO

Alberto Barbera, Gianni Volpi – Presidenti

Francesco Alberoni, Presidente - Marcello Foti, Direttore Generale – Enrico Magrelli, Conservatore Cineteca Nazionale – Andrea Crisanti, Preside Scuola Nazionale di Cinema – Laura Argento, Responsabile Diffusione Culturale della Cineteca Nazionale

ROTARY CLUB GALLIPOLI

CSC PRODUCTION

Gianni De Benedittis

Elisabetta Bruscolini, Direttore Generale - Carla Manfredonia, Diffusione Festival – Barbara Dante, Comunicazione

Sergio Murri, Presidente - Marcello Apollonio EMMEAUTO LECCE SRL - Concessionaria Bmw - Mini

Fernando Marino, Amministratore Unico

FUTURO REMOTO GIOIELLI VESTAS HOTELS & RESORTS

Andrea Montinari, Giuseppe Mariano

AGENZIA PER IL PATRIMONIO CULTURALE EUROMEDITERRANEO

Adriana Poli Bortone, Presidente - Mauro Martina, Responsabile Direzione Generale UNIVERSITÀ DEL SALENTO

Domenico Laforgia, Magnifico Rettore - Alizia Romanovic, Preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere - David Mark Katan, Presidente dei Corsi di Laurea STML e 104/S - Francesca Bianchi, Ricercatore Universitario Dipartimento di Lingue e Letterature straniere - Marcello Guaitoli, Preside della Facoltà di Beni Culturali - Lucio Galante, Direttore Dipartimento di Beni delle Arti e della Storia, Facoltà di Beni Culturali Daniela Castaldo, Ricercatore Universitario Dipartimento dei Beni delle Arti e della Storia

Un ringraziamento particolare: Per I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: CARLO VERDONE - RETROSPETTIVA

Marcello Foti, Enrico Magrelli, Laura Argento - Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale Per la MONOGRAFIA: CARLO VERDONE L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLA MALINCONIA

a cura di Enrico Magrelli

Carlo, Luca e Silvia Verdone, Ivo Di Persio, Fabrizio Corallo, Lorenzo Procacci Leone, Centro Sperimentale di Cinematografia, Vestas Hotels & Resorts, Banca Carime, Besa Editrice

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Per I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: YILMAZ GUNEY - RETROSPETTIVA

Cineteca del Comune di Bologna e Lab 80

CONVEGNO “IL CINEMA DI YILMAZ GUNEY”

Ozcan Alper, Aygun Atalay, Orsola Casagrande, Vincenzo Camerino, Luciana Castellina, Massimo Causo, Cûneyt Cebenoyan, Klaus Eder, Giuseppe Gariazzo, Umberto Rossi, Roberto Silvestri, Silvana Silvestri, Ismet Feza Sinar, Bruno Torri. Un ringraziamento particolare a Fatos Guney, Nalan Kiziltan, Maria Rosaria Buri, Athina Papa, Andrea Montinari, Livio Muci. Per la MONOGRAFIA: YILMAZ GÛNEY, LIBERARE IL CINEMA

a cura di Massimo Causo

Orsola Casagrande, Grazia Paganelli, Federico Chiacchiari, Bruno Torri, Umberto Rossi, Vestas Hotels & Resorts, Banca Carime, Besa Editrice. Per CINEMA EUROMEDITERRANEO: SETTIMANA DI CINEMA TURCO

Ambasciata di Turchia – Ufficio Cultura e Informazione Per LE GIORNATE DEGLI ATTORI: I VOLTI DEL NUOVO CINEMA ITALIANO Gianni Volpi - Presidente AIACE NAZIONALE Per la TAVOLA ROTONDA “OMOSESSUALITÀ: IL COSTO DEL SILENZIO IN FAMIGLIA E SCUOLA”

Rita De Santis, Presidente Agedo Nazionale - Lucia Laterza, Agedo Puglia - Gianfranca Saracino, Agedo Per la TAVOLA ROTONDA “MEMORIA CINEMATOGRAFICA ED IDENTITA’ DEL LINGUAGGIO EUROPEO

Doris Pack, Clara Albani, Roberto Barzanti, Klaus Eder, Magdi Cristian Allam, Oscar Iarussi, Raffaele Baldassarre, Marco Scurria, Salvatore Tatarella, Marisella Rossetti Per la VETRINA CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA EDIZIONE INTEGRALE RESTAURATA DI

IDILLIO INFRANTO a cura di Teca del Mediterraneo e Cineteca Nazionale Marcello Foti, Waldemaro Morgese, Mario Musumeci, Angelo Amoroso D’Aragona

SELEZIONE DEI FILM DI DIPLOMA REALIZZATI DAGLI ALLIEVI DELLA SCUOLA NAZIONALE DI CINEMA

a cura di CSC PRODUCTION Elisabetta Bruscolini, Carla Manfredonia, Barbara Dante Per PUGLIA SHOW

Centro Nazionale del Cortometraggio, Cine Web Costa Per SHORT MATTERS!

Bettina Schwarz - European Film Academy

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Per il SEMINARIO: “FILM: LANGUAGE, LITERATURE AND TRANSLATION”

Alizia Romanovic, Preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere - David Katan, Presidente dei Corsi di Laurea STML e 104/S Per la MOSTRA: “ATMOSFERE - PASSATO E FUTURO” Scenografie e Costumi di Andrea Crisanti, Piero Tosi, Franco Del Vecchio

Centro Sperimentale di Cinematografia - Scuola Nazionale di Cinema Accademia di Belle Arti di Lecce

Per il CORSO DI FORMAZIONE SUL LINGUAGGIO CINEMATOGRAFICO “IL CINEMA: SGUARDO E VOCE DEL TEMPO”

Andrea Crisanti, Bruno Torri, Massimo Causo, Giuseppe Gariazzo, Claudio Cipelletti, Stefano Collizzolli, Pino Guario, Giuseppe Leo, Giuseppe Riefolo


:: AFIC - ASSOCIAZIONE FESTIVAL ITALIANI DI CINEMA

Nel complesso del sistema audiovisivo italiano, i festival rappresentano un soggetto fondamentale per la promozione, la conoscenza e la diffusione della cultura cinematografica e audiovisiva, con un’attenzione particolare alle opere normalmente poco rappresentate nei circuiti commerciali come ad esempio il documentario, il film di ricerca, il cortometraggio. E devono diventare un sistema coordinato e riconosciuto dalle istituzioni pubbliche, dagli spettatori e dagli sponsor. Per questo motivo e per un concreto spirito di servizio è nata nel novembre 2004 l’Associazione Festival Italiani di Cinema (Afic). Gli associati fanno riferimento ai principi di mutualità e solidarietà che già hanno ispirato in Europa l’attività della Coordination Européenne des Festivals. Inoltre, accettando il regolamento, si impegnano a seguire una serie di indicazioni deontologiche tese a salvaguardare e rafforzare il loro ruolo. L’Afic nell’intento di promuovere il sistema festival nel suo insieme, rappresenta già oggi più di trenta manifestazioni cinematografiche e audiovisive italiane ed è concepita come strumento di coordinamento e reciproca informazione. Aderiscono all’Afic le manifestazioni culturali nel campo dell’audiovisivo caratterizzate dalle finalità di ricerca, originalità, promozione dei talenti e delle opere cinematografiche nazionali ed internazionali. L’Afic si impegna a tutelare e promuovere, presso tutte le sedi istituzionali, l’obiettivo primario dei festival associati. Within the framework of the Italian audiovisual system, film festivals are fundamental in the promotion, awareness and diffusion of cinema and audiovisual culture, as they pay particular attention to work that is usually not represented by commercial circuits, such as, for example, documentaries, experimental films and short films. And they must become a system that is coordinated and recognized by public institutions, spectators and sponsors alike. For this reason, and in the explicit spirit of service, the Association of Italian Film Festivals (Afic) was founded in November, 2004. The members follow the ideals of mutual assistance and solidarity that are the guiding principles of the Coordination Européenne des Festivals and, upon accepting the Association’s regulations, furthermore strive to adhere to a series of ethical indications aimed at safeguarding and reinforcing their role. In its objective to promote the entire festival system, the Afic already represents over thirty Italian film and audiovisual events and was conceived as an instrument of coordination and the reciprocal exchange of information. The festivals that are part of the Afic are characterized by their search for the new, originality, and the promotion of talent and national and international films. The Afic is committed to protecting and promoting, through all of its institutional branches, the primary objective of the member festivals.

Associazione Festival Italiani di Cinema (Afic) Via Emilio Faà di Bruno, 67 -00195 Roma - Italia Tel. 06 491156 Fax 06 491163 www.aficfestival.it - info@aficfestival.it

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:: Sindaco di Lecce Mayor of Lecce

Paolo PERRONE In quel delizioso mosaico di piccoli e grandi eventi che hanno reso Lecce negli ultimi anni uno dei più ambiti ed apprezzati palcoscenici italiani di cultura e di spettacolo, il Festival del Cinema Europeo rappresenta certamente una della tessere più importanti. La collaudata formula della manifestazione, unita ad una attenta capacità di “cogliere” le direzioni ed i percorsi dell’arte cinematografica europea e mediterranea, l’attualità dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, le prospettive comuni di questa area del mondo, ci consegnano una edizione del Festival di grande rilievo. Di cui mi piace sottolineare sempre con maggior convinzione l’attitudine ad essere vetrina dei giovani registi e “trampolino di lancio” di espressioni cinematografiche europee che hanno difficoltà di accesso al mercato. Lecce e la Puglia sono ormai indiscutibilmente terra di cinema, grazie alla vivacità di attori e registi emergenti che credo abbiano inaugurato un’epoca e si siano ritagliati uno spazio significativo. E poi grazie anche ad un contesto impareggiabile di luoghi, odori e colori e persino facce che pochi altri angoli d’Italia e d’Europa hanno. Per cui il legame tra Lecce ed il Festival è un legame naturale ed inscindibile. L’undicesima edizione, infine, è quella del doveroso omaggio a Carlo Verdone, uno dei più grandi attori italiani di sempre. L’idea di un Premio intitolato al padre Mario e dedicato agli autori che si contraddistinguono nel panorama italiano è l’ennesima perla di questa prestigiosa rassegna e del suo fulgido percorso artistico e culturale. Within the delicious mosaic of small and big events that have recently made Lecce one of the most appreciated Italian culture and show stages, the European Cinema Festival definitely represents one of the most important tesserae. The tested formula of the event, together with the careful ability “to catch” the directions and routes of European and Mediterranean cinematography, the relevance of those countries that surround the Mediterranean Sea, the common prospects of this area, give us a really important Festival edition. I like to underline with great conviction the Festival attitude of being a showcase for young directors and a “launching pad” for European cinematography with difficulty of access to the market. Now Lecce and Apulia absolutely represent a land of cinema, thanks to the liveliness of emerging actors and directors that have inaugurated a new era and gained an important space; and then thanks to an incomparable background of places, perfumes and colours and even faces, few corners of Italy and Europe possess. Therefore there is a natural, indissoluble link between Lecce and the Festival.. Finally, the eleventh edition is the one of the due tribute to Carlo Verdone, one of the greatest Italian actors of all time. The idea of a Prize in honour of his father Mario and dedicated to distinguished Italian authors is the umpteenth pearl of this prestigious event and of its shining artistic and cultural route.

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:: Vicepresidente e Assessore alla Cultura della Provincia di Lecce Deputy President and Assessor for Culture of the Province of Lecce

Simona MANCA Il Festival del Cinema Europeo ha compiuto il giro di boa ed è giunto alla sua XI Edizione. A giudicare dal programma dell’edizione 2010, si può dire che la manifestazione, curata da Alberto La Monica, ha vinto, insieme, la sfida della continuità, della coerenza e della qualità. Giunta ormai nell’età della piena maturità, il Festival rappresenta un appuntamento imprescindibile del panorama delle rassegne di cinema a livello nazionale ed una componente essenziale del sistema cinema a livello regionale. Nei suoi undici anni di vita esso ha contribuito in maniera determinante alla costruzione e diffusione di una cultura cinematografica in Puglia. La sua formula, rimasta sostanzialmente inalterata negli anni, ha avuto il grande merito di porre l’accento sul cinema europeo e sugli autori che lo hanno reso grande, leggendo nella prospettiva della produzione cinematografica europea anche il cinema italiano. Consapevole della sua dislocazione in una terra di frontiera, lo sguardo sull’Europa non punta soltanto verso nord e all’Europa del passato ma guarda anche all’Europa che verrà. La settimana dedicata al cinema turco, dopo quella del cinema serbo dello scorso anno, testimonia una preoccupazione culturale e politica più ampia che non può essere estranea ad una cultura cinematografica. Perché il cinema parla di noi e del mondo intorno a noi. Questo sguardo verso il futuro è testimoniato ancora dall’apertura verso i giovani, sia come spettatori, attraverso il coinvolgimento nella giuria, sia come autori nella sessione Puglia Show. Un altro elemento che connota il Festival del Cinema Europeo come compiuto progetto culturale, è l’attenzione verso il mondo della scuola, elemento che lo radica ancora di più al territorio. La formazione sul linguaggio cinematografico rivolta ai docenti, rappresenta un investimento su un pubblico nuovo e testimonia di quanto il Festival guardi lontano. Un motivo in più affinché le Istituzioni non facciano mancare alla manifestazione il loro sostegno e la loro partecipata adesione. The European Cinema Festival has reached a turning point and is now in its 11th Edition. Considering the 2010 edition program, it can be said that the event, edited by Alberto La Monica, has won at the same time the challenge of continuity, coherence and quality. Now in the age of full maturity, the Festival represents an appointment that cannot be disregarded within the national cinema reviews, and an essential component of the regional cinema. Through its ten editions it has decisively contributed to the development and the spread of cinema culture in Apulia. Its formula, which has remained essentially unchanged over the years, has been able to focus on European cinema and the authors who have made it great, analysing also Italian cinema from the prospective of the European film production. Aware of its location in a border land, its eye is turned not only to North Europe or Europe in the past, but also to Europe to come. A week dedicated to Turkish cinema, after that of Serbian cinema of last year, is evidence of a wider cultural and political concern that can’t be kept out of cinema culture. Since cinema is about us and the world around us.This wide look at the future is attested by its openness toward the young, both as spectators, called for jury duty, and as directors in Puglia Show section. Another element which characterizes the European Cinema Festival as a complete cultural project is its attention towards the school world, which sets it even more in the territory. The teachers’ training on the cinema language represents an investment on a new audience and is evidence of looking forward. One more reason in order that the Institutions will offer the event their support and participatory collaboration. 7


:: Assessore al Mediterraneo della Regione Puglia Assessor to the Mediterranean Area of Apulia

Silvia GODELLI L’undicesima edizione del Festival del Cinema Europeo ripropone all’attenzione del territorio e dell’intero mondo del cinema il valore di produzioni di carattere internazionale che fanno della cultura un medium insostituibile per la crescita culturale e civile. La Puglia è divenuta una vera e propria terra di cinema. In essa i festival di alto livello fungono da richiamo per gli autori, gli artisti, i produttori, offrendo vetrine, come nel caso del festival leccese, la cui qualità e il cui significato attivano l’attrattività delle nostre realtà, lanciano la Puglia nel confronto internazionale e segnalano la straordinaria attitudine culturale e organizzativa dei nostri operatori. Questa undicesima edizione, che connota la sua struttura e la sua vocazione artistica nel nome di Mario Verdone cui dedica un nuovo interessantissimo premio, offre quest’anno il valore aggiunto della presenza di un autore di spessore internazionale qual è Carlo Verdone, che ha portato il cinema del nostro Paese a livelli di assoluto prestigio. E dunque, in questo percorso di impetuoso sviluppo culturale che il nostro territorio sta attraversando, va il mio ringraziamento più caloroso al Festival, ai suoi organizzatori, agli invitati, alla città ospite e al meraviglioso pubblico che affolla le proiezioni, con l’auspicio di un successo sempre più esteso e del conseguimento di ogni obiettivo di riconoscimento internazionale e di radicamento territoriale. The eleventh edition of the European Cinema Festival will bring to the attention of the territory and of the whole world of cinema the value of international productions that turn culture into a means of cultural and civil growth. Apulia has become a real land of cinema. There the high-level festivals are an attraction for authors, artists, producers, giving showcases, as in the case of the Lecce Festival, whose quality and significance stimulate the attractiveness of our realities, throw Apulia in the international comparison and show our operators’ extraordinary cultural and organizing attitude. This eleventh edition, which connotes its structure and artistic vocation in the name of Mario Verdone, to whom a new interesting prize is dedicated, offers this year the value added of the presence of a world-famous author such as Carlo Verdone, who has led cinema of our Country to a high level of prestige. Therefore, within this path of impetuous cultural growth our territory is going through, I extend my warmest thanks to the Festival, its promoters, its guests, the host city and the wonderful audience that will crowd the projections rooms, and I wish them a greater and greater success and the attainment of both international and local gaols.

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:: Direttore artistico Festival del Cinema Europeo

Cristina SOLDANO Il Festival del Cinema Europeo di Lecce torna con la tenacia e l’entusiasmo di sempre con il suo meraviglioso strumento di lirismo a scolpire il Tempo in cui ognuno, attraversando territori inesplorati o inabitabili, si conduce altrove e, chiarendo la dicotomia del “per sé” e dell’“in sé”, supera l’idea angosciante che il mondo è privo di senso proprio e che spetta solo a sé dargliene uno, accollandosene tutta la responsabilità. L’undicesima edizione dipana tra le sessioni un filo rosso, come se tutte fossero domande e risposte all’unico quesito sul “senso profondo dell’esistere” e del “fare arte”, domande che implicano una precisa volontà di ricerca e di sperimentazione dell’esistenza, dell’essenza dell’essere e della forma del raccontarsi. I dieci film del CONCORSO. Momenti di percorsi artistici e ideologici, dalla forte matrice europea, tutti anteprime nazionali, costituiscono un panorama critico, sfaccettato e multiforme della società e provocando inneschi di senso e risonanza intellettuale, permettono l’invisibile sotto il visibile. Le loro estetiche, tessute di sperimentazione linguistica libera ed autoriale, evolvono dalla stessa acuta capacità di analisi delle realtà. Rilevano l’instabile terreno su cui si vivono drammi, ferite, delirio, collera e abbattimento davanti al quotidiano orribile accecamento, che rende bradipico il presente cammino della storia. Emergendo da questa, tradiscono nelle poetiche il desiderio prepotente di una reinterpretazione radicale della società, di una palingenesi pacifista, di nuovi spazi per la mente e per il cuore in un presente in cui l’uomo stesso è l’ultima frontiera. E nella storia si reimmergono, sollecitando una serie di interpretazioni e letture, producendo storia, vivendo temporalmente oltre il tempo, per quella straordinaria efficacia formativa e trasformativa che essi hanno sul nostro stesso modo di esistere, testimoni della produttività libera e spontanea della genialità dell’uomo e della sua mente di vedere ciò che non può vedere con gli occhi. Una mostra di fotografie, un libro e dodici film di e con CARLO VERDONE scolpiscono il ritratto dell’uomo che si fa persona, pienamente consapevole, venato di sapiente malinconia, le cui passioni e ragione, illuminandosi a vicenda, hanno imbrigliato la tendenza ad un cuore più grande e potenziato l’intensità e il raggio dei rapporti umani affettivamente investiti di senso e di valore coinvolgenti. La sua ricerca nell’attorialità e nella regia provocano in sé e nel pubblico entusiasta le zone dell’opacità dell’intelligenza, e scuotendo l’esperienza dell’inerzia, combattendo la mediocrità e la progressiva chiusura del singolo in se stesso, rendono sapida l’esistenza. E l’omaggio a YILMAZ GÜNEY, squarciando la cortina dell’amour du cinema, diviene occasione pubblica di riflessioni. Profonda è l’ammirazione per il senso e il gusto di una certa grandezza dell’uomo, l’oltrepassamento della misura che in lui diventa impegno civico, la sua attenzione incomparabile alla giovinezza della “vita vera”, il suo amore per l’altro. Il libro, il convegno e la retrospettiva ne tracciano il percorso intellettuale, ma anche la soglia in cui la memoria, il lutto, il dolore e il destino, che lo resero una leggenda vivente, erano in lui suggellati. Il suo cinema, che dà prova di notevoli capacità registiche, della profonda conoscenza della materia di cui parla, oltre che del suo lavoro vissuto come missione da compiere, dall’agghiacciante attualità, trasuda delle ferite che lo segnarono. “Io ho voluto mostrare che fare un film era l’espressione del mio dissenso.” “Ho voluto mostrare le due facce dell’oppressione: ciò che proviene dalla morale feudale e l’altra, ufficiale, perpetrata dallo Stato. Così si definiscono i due nemici e i due obiettivi.” “Il problema curdo non può essere risolto se viene visto sotto la prospettiva di un problema di classe.” 9


FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO

“Tutto dipende dalla giustizia della politica da seguire.” E si percepisce l’idea critica che l’agire dell’uomo univoco e frammentario, l’assenza di uno spazio intellettuale in cui costruire un mondo comune non difende dall’espropriazione dei propri diritti e delle proprie risorse. È l’arte che attinge e rivela l’origine e il principio. E’ la convergenza dei valori, garantita dalla fonte stessa di tutti i valori. Si spera il suo cinema, la sua vita possano insegnare qualcosa di essenziale per ciò che resta da capire, da pensare, da fare. Il CINEMA TURCO registra firme di esordienti, dal talento e dal rigore necessari a trattare problematiche sociali urgenti, ed affermate che traggono dall’esperienza dell’Arte l’alimentazione e la stimolazione della riflessione filosofica, voci interessanti, che ne testimoniano tutta la vitalità. Sostenuto dai dipartimenti universitari specializzati, dagli aiuti statali, vivacizzato dalla competizione tra cinema e televisione, potenziato dai riconoscimenti internazionali, vibrante ed emozionante nelle estetiche e nelle poetiche, il cinema di questo paese policromo ha guadagnato, nell’ultimo decennio, il suo posto d’onore nello scenario cinematografico mondiale e mediterraneo, con ricadute positive per l’immagine del Paese. CINEMA E REALTÀ. Sette film denunciano l’involuzione culturale che riguarda l’informazione spesso distorta e parziale. Orientano al recupero della sacralità parentale e delle istituzioni, sacralità che il sistema, in una logica di potere miope, ha annullato, cristallizzandola in norme e divieti, anziché fornire a tutti strumenti teorici, metodi ed attività pratiche di intervento, grazie ai contributi scientifici, che garantiscano il rispetto dell’altro, del diverso.

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:: Art Director Europan Cinema Festival

Cristina SOLDANO The European Cinema Festival of Lecce is here again with its usual tenacity and enthusiasm, with its wonderful lyrical means to carve the Time, where everyone, going through unexplored or uninhabitable lands, leads himself to somewhere else and, explaining the dichotomy between “for himself” and “in himself”, overcomes the anguished idea that the world is meaningless and it is only one’s duty to give it one, shouldering all the responsibility. The eleventh edition winds through the sections a red thread, as if all of them were questions and answers to the one question on “the deep meaning of the existence” and of “making art”, questions that involve a precise wish to search for and experience the existence, the essence of being and the form of the self-revelation. The ten films in COMPETITION. Moments of artistic and ideological routes, with strong European roots, all National Premieres, represent a critical multi-faceted and multiform panorama of the society and, causing triggers of sense and intellectual resonance, allow the invisible under the visible. Their aesthetics, steeped in free and auteur linguistic experimentation, evolve from the same strong ability to analyse the reality. They point out the unstable ground where we experience tragedies, sores, anger and discouragement before the everyday awful derangement, which makes sluggish the present course of history. Deriving from this, their poetics betrays the irrepressible desire for a radical reinterpretation of society, for a pacifist palingenesis, for new spaces of the mind and of the heart in a present where the man himself is the farthest frontier. And to the history they come back, prompting a series of interpretations and readings, producing history, living in time beyond time, thanks to the extraordinary formative and transformative efficacy they have on our own existence, evidence of the free and spontaneous productivity of man’s genius and of his mind to see what the eyes can’t see. A photographic exhibition, a book and twelve films by and with CARLO VERDONE will depict the portrait of a man who becomes a person, fully conscious, tinged with wise melancholy, whose passions and reason, brightening each other, have restrained the attitude towards a greater heart and enhanced the intensity and the range of human relations affectively invested with fascinating sense and value. His search in acting and directing creates, in himself and in his enthusiastic audience, areas of opacity of the intelligence, and, rousing the experience of inertia, fighting the mediocrity and the gradual withdrawal of the individual into himself, makes life witty. And the tribute to YILMAZ GÜNEY, tearing the curtain of the amour du cinema, will become a public opportunity for reflection. His admiration for the sense and taste of a certain greatness of man, the overcoming of limits which led him to public commitment, his incomparable attention toward the youth of “true life”, his love for the others are deep. The book, the conference and the retrospective will describe his intellectual route, but also the threshold at which memory, grief, pain, fate, which made him a living legend, were sealed in him. His cinema, which is evidence of significant directing ability, of the deep knowledge about the subject he deals with, and also about his work he perceived as a duty to discharge, of the frightful contemporary events, oozes with the sores that left their mark on him. “I wanted to show that making a film meant the expression of my dissidence.”

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FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO

“I wanted to show the two sides of oppression: the one which derives from the feudal morality and the other, official, perpetrated by the State. This way the two enemies and the two objectives are defined.” “The Kurdish question can’t be solved if it is seen from the perspective of a class struggle.” “It all depends on the law of the politics to follow.” And we can perceive the critical idea that man behaviour, unique and fragmentary, the lack of an intellectual space where a common world is built can’t defend ourselves against the expropriation of our rights and resources. It is the art that attains to and reveals the origin and the principle. It is the concurrence of values, guaranteed by the origin itself of all values. We hope that his cinema, his life will be able to teach something essential for what it remains to be understood, thought, done. TURKISH CINEMA includes both names of directors at their debut, with the talent and the rigour necessary to face urgent social issues, and well-known names that get nourishment and stimulus for philosophical reflection from Art experience, interesting voices that are evidence of their vitality. Supported by specialized university departments, by public aids, brightened by the competition between cinema and television, strengthened by international awards, vibrant and exciting in the aesthetics and poetics, the cinema of this polychromatic country gained, in the last decade, its place of honour in the International and Mediterranean cinema scenario, with positive results for the image of the Country. CINEMA AND REALITY. Seven film denounce the cultural involution concerning the information which is often distorted and incomplete. They lead to the rediscovery of the family sacredness and of the institutions, a sacredness which the system, according to a short-sighted logic of power, has cancelled, crystallizing it in regulations and prohibitions, instead of providing everybody with theoretic tools, methods and practical intervention activities, thanks to scientific contributions, that guarantee the respect for others.

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Sommario 99

PREMI E GIURIE

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CINEMA EUROMEDITERRANEO

GIURIA DEL CONCORSO

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SETTIMANA TURCA

GIURIA FIPRESCI

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LE GIORNATE DEGLI ATTORI

FILM IN CONCORSO

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MICHELE RIONDINO

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9:06

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MAYA SANSA

113

APPLAUSE

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CINEMA E REALTÀ

CAN GO THROGH SKIN

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VETRINA CSC

CRAYFISH

38

IDILLIO INFRANTO

DESPERADOS ON THE BLOCK

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OPERE CSC PRODUCTION 125 - 127

DUE VITE PER CASO

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EVENTI SPECIALI

FIVE MINUTES OF HEAVEN

50

DALLA VITA IN POI

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RESTLESS

54

LA CITTÀ INVISIBILE

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THE UNLOVED

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SHADOW

131

YO, TAMBIEN

62

SLEEPLESS

132

PUGLIA SHOW

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I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO CARLO VERDONE

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BIOGRAFIA

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RETROSPETTIVA

70 - 81

I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO

EFA - SHORT MATTERS!

100 - 107

114 - 122 124

134 - 138

CORSO DI FORMAZIONE

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PREMIO LUX TAVOLA ROTONDA

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WELCOME

141

YILMAZ GÜNEY

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TAVOLA ROTONDA: RECIDIVI

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BIOGRAFIA

84

GIORNATA SEMINARIALE

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MOSTRE

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RETROSPETTIVA CONVEGNO SNCCI

86 - 96 97


PREMIO MARIO VERDONE

PRIMA EDIZIONE

IL FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO, INSIEME CON IL CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA E IL SINDACATO NAZIONALE GIORNALISTI CINEMATOGRAFICI ITALIANI, ANNUNCIA L’ISTITUZIONE DI UN PREMIO DEDICATO A MARIO VERDONE. IL PREMIO SARÀ CONSEGNATO DURANTE IL FESTIVAL A UN GIOVANE AUTORE ITALIANO CHE SI È PARTICOLARMENTE CONTRADDISTINTO PER IL SUO TALENTO NELL’ULTIMA STAGIONE CINEMATOGRAFICA NELLA REALIZZAZIONE DI UN’OPERA PRIMA O SECONDA. Compongono la commissione che assegna il Premio: - la Famiglia Verdone (Carlo, Luca e Silvia) - il Festival del Cinema Europeo - il Centro Sperimentale di Cinematografia - il Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani I FINALISTI DELLA PRIMA EDIZIONE DEL PREMIO, CHE SARÀ CONSEGNATO A LECCE DOMENICA 18 APRILE IN CHIUSURA DEL FESTIVAL, SONO:

VALERIO MIELI per DIECI INVERNI (2009) - opera prima SUSANNA NICCHIARELLI per COSMONAUTA (2009) - opera prima CLAUDIO NOCE per GOOD MORNING AMAN (2009) - opera prima La targa del “PREMIO MARIO VERDONE” è ideata e realizzata da futuroRemoto GIOIELLI


:: FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO - undicesima edizione

Premi e giurie PREMI / AWARDS I film in concorso saranno sottoposti al vaglio di una Giuria Internazionale che assegnerà: All movies in competition will be sifted out by an International Jury that will award the following prizes: Ulivo d’Oro al Miglior Film / Golden Olive-Tree for the Best Film Premio per la Migliore Cinematografia / Best Cinematography Award Premio per la Migliore Sceneggiatura / Best Screenplay Award Premio Speciale della Giuria / Special Jury Award verranno inoltre assegnati / the other awards will be 5.000 euro Premio Rotary Club Gallipoli / 5.000 euro Rotary Club Gallipoli Award Premio SNGCI per il Miglior Attore Europeo / Best European Actor Award SNGCI Premio Giuria FIPRESCI / Special Fipresci Award Premio Cineuropa / Cineuropa Award Premio Officine Lab al Miglior Attore non Protagonista / Officine Lab Award to Best Supporting Actor Premio Speciale del Pubblico / Special Audience Award GIURIA DEL FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO JURY OF THE EUROPEAN CINEMA FESTIVAL Giuseppe Battiston – Attore / Actor Andrea Crisanti – Scenografo / Art Director Julia Taylor-Stanley – Regista, sceneggiatrice, scrittrice / Director, screenwriter, writer Yvon Thiec – Amministratore Delegato Eurocinema / Chief Executive Officer Eurocinema Bruno Torri – Critico, Presidente SNCCI / Critic, SNCCI President GIURIA FIPRESCI Cüneyt Cebenoyan Klaus Eder Umberto Rossi CONCORSO DI CORTOMETRAGGI DI GIOVANI REGISTI PUGLIESI / APULIAN YOUNG DIRECTORS SHORTS COMPETITION Premio CNC / CNC Award Premio Cineweb Costa / Cineweb Costa Award

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:: LA GIURIA DEL FESTIVAL

Giuseppe Battiston È uno dei principali attori del panorama italiano contemporaneo. Era già a teatro in Misty (regia di D. Manfredini) e nel Caligula di A. Camus (regia di C. Martin), prima ancora di diplomarsi alla Civica Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano nel 1992. Tra i molti spettacoli teatrali non si possono non citare Terra sventrata (regia di A. Santagata), Riccardo III (regia di C. Moranti), Petito strenge (regia di A. Santagata, che gli valse il premio UBU), La stanza, L’anniversario e Il compleanno di H. Pinter (i primi due diretti da R. Andò, il terzo da F. Paravidino), e Orson Welles’ Roast (regia di M. De Vita Conti), con cui ha vinto nel 2009 i Premi UBU ed Eti - Olimpici del Teatro. A teatro fu notato da Silvio Soldini, che gli affidò nel 1993 una parte per il suo Un’anima divisa in due. Il sodalizio con questo regista gli vale un’assidua partecipazio-

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ne alle sue pellicole, infatti è in Pane e tulipani, dove interpreta un investigatore privato un po’ maldestro (David di Donatello e Ciak d’oro). Tra i molti titoli da ricordare: Chiedimi se sono felice, con Aldo Giovanni e Giacomo; Agata e la tempesta di Soldini (candidatura ai David); La tigre e la neve di R. Benigni; La bestia nel cuore di C. Comencini (candidatura ai Nastri d’argento); La giusta distanza di C. Mazzacurati (candidatura ai Nastri d’argento); Non pensarci di G. Zanasi (David di Donatello); Giorni e nuvole di Soldini (candidatura ai David di Donatello). Quest’anno è in sala con l’ultimo lavoro di Soldini Cosa voglio di più, ed è impegnato sui set di Senza arte ne’parte di G. Albanese e Notizie degli scavi di E. Greco. He is one of the most important actors in contemporary Italian panorama. He had already worked in theatre in Misty (directed by D. Manfredini) and in Caligula by A. Camus (directed by C. Martin), even before graduating at Municipal School of Drama “Paolo Grassi” in Milan in 1992. Among the numerous stage shows, we need to mention Terra sventrata (directed by A. Santagata), Richard III (directed by C. Moranti), Petito strenge (directed by A. Santagata, which awarded him the UBU Prize), The room, The anniversary and The birthday party by H. Pinter (the first two directed by R. Andò, the third

one by F. Paravidino), and Orson Welles’ Roast (directed by M. De Vita Conti), which awarded him in 2009 the UBU Prize and Eti Olimpici del Teatro Prize. On stage he was noticed by Silvio Soldini, who gave him a part in Un’anima divisa in due in 1993. The partnership with this director allowed him to feature regularly in all his films, indeed he stars in Bread and tulips, where he plays a clumsy private detective (David di Donatello and Golden Ciak). Among the titles to be mentioned: Ask me if I’m happy, starring Aldo Giovanni and Giacomo; Agatha and the storm by Soldini (nominated for David); The tiger and the snow by R. Benigni; Don’t tell by C. Comencini (nominated for Nastri d’argento); The right distance by C. Mazzacurati (nominated for Nastri d’argento); Don’t think about it by G. Zanasi (David di Donatello); Days and clouds by Soldini (nominated for David di Donatello). This year he is cinemas with the last work by Soldini What more do I want, and he is on the sets of Senza arte né parte by G. Albanese and Notizie degli scavi by E. Greco.


:: LA GIURIA DEL FESTIVAL

Andrea Crisanti Scenografo, nato a Roma nel 1936, dopo studi classici, prende la maturità artistica, e si specializza in scenografia presso l’Accademia di Belle Arti. Agli inizi degli anni ‘50 espone le sue opere pittoriche in diverse mostre collettive. Appassionato anche di teatro e di cinema, è il secondo assistente di Garbuglia per La grande guerra (1959) di Monicelli. Ben presto collabora sui set di importanti produzioni, tra cui La Bibbia (1966) di Huston e Ieri, oggi e domani (1963) di De Sica, e nello stesso anno firma le scenografie per il film Maciste all’inferno di Freda. Dopo un’intensa attività viene quindi chiamato da Francesco Rosi per Uomini contro (1970), che segna l’inizio di un fecondo sodalizio tra i due. Dopo i lavori degli anni ‘70 con Rosi e Leone per Giù la testa (1971), gli anni ‘80 lo vedono al fianco di altri grandi maestri: da Bellocchio, Damiani e Antonioni

a Tarkovskij e Zeffirelli. Durante gli anni ‘90 prosegue con Tornatore (David di Donatello per Una pura formalità), Amelio, Citti, Greco (Nastro d’Argento per Il consiglio d’Egitto), Squitieri. Gli anni più recenti lo vedono infine collaborare con i registi Ozpetek (David di Donatello per Cuore Sacro), Soavi e i fratelli Taviani. A partire dal 1990 inizia la sua attività di docente presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Ha inoltre insegnato presso l’Accademia di Costume e Moda e presso l’Istituto Europeo di Design di Roma, nonché presso l’Istituto Cinematografico dell’Aquila “La Lanterna magica”. E’ tra i soci fondatori dell’Associazione ASC (Associazione Italiana Scenografi Costumisti Arredatori), di cui diverrà Presidente nel 1995, carica che manterrà fino al 2005. Art director, born in Rome in 1936. After leaving the Art school, he graduated in Art direction at the Academy of Fine Arts. In the early ‘50s he exhibited his paintings at several joint exhibitions. A lover also of theatre and cinema, he was the second assistant of Garbuglia for The great war (1959) by Monicelli. Very soon he worked on the sets of major productions, including The Bible (1966) by Huston and Yesterday, today and tomorrow (1963) by De Sica, and in the same year he directed the sets for the film Maciste in hell by Freda. After an intense work, he was

called by Francesco Rosi for Many wars ago (1970), which marked the beginning of a prolific cooperation between the two. After the works in the seventies with Rosi and Leone for A fistful of dynamite (1971), the eighties saw him working with other great masters: from Bellocchio, Damiani and Antonioni to Tarkovskij and Zeffirelli. In the nineties he continued with Tornatore (David di Donatello Award for A pure formality), Amelio, Citti, Greco (Silver ribbon for The council of Egypt), Squitieri. In recent years he has finally worked together with the directors Ozpetek (David di Donatello for Sacred heart), Soavi and the Taviani brothers. Since 1990 he has begun working as a Professor at Experimental Cinematography Centre. He taught also at the Academy of Costume and Fashion and at the European Institute of Design in Rome and at the Istituto Cinematografico in L’Aquila “La Lanterna magica”. He was among the founder members of ASC Association (Set and Costume Designers Italian Association), of which he was President from 1995 to 2005.

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:: LA GIURIA DEL FESTIVAL

Julia Taylor-Stanley Julia Taylor-Stanley inizia la carriera di compositrice e produttrice discografica lavorando con una serie di artisti tra i quali Sheena Easton, Meatloaf, Roger Daltry e Diana Ross. Dopo un incidente a cavallo che per sei mesi le impedisce di suonare il pianoforte, si dedica alla scrittura e il suo primo romanzo Mystica, un thriller soprannaturale, viene pubblicato da Weidenfled e Nicholson e Mandarin. Attingendo alla sua esperienza lavorativa con il team organizzativo del violinista di fama mondiale Nigel Kennedy, Julia scrive la sua prima sceneggiatura: Nothing but the blues che attesta l’amore dei pianisti classici per il Chicago Blues. Ha in programma di dirigerla nel 2011. Bob Chartoff (Rocky, the Right Stuff) e Lynn Hendee (In My Country e The Tempest) saranno i produttori. Del suo primo lungometraggio, These foolish things tratto dall’acerbo romanzo di Noel 18

Langley, sono protagonisti Angelica Huston, Lauren Bacall e Terence Stamp. Il film ha ricevuto un Royal Premiere ed è uscito in tutto il mondo nel 2007. Ha vinto il premio del pubblico ad Islantilla in Spagna e Julia è stata candidata a numerosi premi per il Miglior Debutto da regista nei festival di tutto il mondo. Julia ha appena prodotto il film dell’acclamata regista Julie Taymor tratto da La tempesta di William Shakespeare con Bob Chartoff e Lynn Hendee. Il film è interpretato da Helen Mirren, Russell Brand, Djimon Hounsou e Alfred Molina, l’uscita è prevista nel 2010, casa di distribuzione Miramax. Attualmente sta producendo Coriolanus di Shakespeare, debutto alla regia di Ralph Fiennes, interpretato da Gerard Butler, Vanessa Redgrave e Brian Cox; le riprese inizieranno nel marzo 2010. Il suo prossimo film da regista sarà Mystica, tratto dal thriller soprannaturale, estremamente suggestivo. Ambientato a Venezia sullo sfondo del Carnevale, l’inizio delle riprese è previsto per ottobre 2010. Julia Taylor-Stanley began her career as a songwriter and record producer working with a number of artists including Sheena Easton, Meatloaf, Roger Daltry and Diana Ross. After a riding accident left her unable to play piano for six months she turned to writing and her first novel Mystica, a supernatural thriller, was published by Weidenfled and Nicholson and

Mandarin. Drawing on her experience working with the management team of world renowned violinist Nigel Kennedy, Julia wrote her first screenplay: Nothing but the blues which documents a classical pianists love of Chicago Blues. She plans to direct in 2011. Bob Chartoff (Rocky, the Right Stuff) and Lynn Hendee (In My Country and The Tempest) will produce. Julia’s first feature, These foolish things based on the acerbic novel by Noel Langley, starred Angelica Huston, Lauren Bacall and Terrence Stamp. The film was awarded a Royal Premiere and was released worldwide in 2007. It won the audience award at Islantilla in Spain and Julia was nominated for several first time Director Awards at festivals worldwide. Julia has just produced acclaimed Director Julie Taymor’s film of The tempest by William Shakespeare with Bob Chartoff and Lynn Hendee. The film stars Helen Mirren, Russell Brand, Djimon Hounsou and Alfred Molina and is due for release in 2010. Miramax are distributing. She is currently producing Ralph Fiennes directorial debut of Shakespeare’s Coriolanus starring Gerard Butler, Vanessa Redgrave and Brian Cox which will commence filming in March 2010. Her next film as a Director will be Mystica based on her highly atmospheric supernatural thriller. Set in Venice against the backdrop of Carnevale, the film is due to shoot in October 2010.


:: LA GIURIA DEL FESTIVAL

Yvon Thiec

delle Civiltà in Brasile (vedi www. artfortheworld.net). All’inizio della carriera, Yvon Thiec è stato consulente politico per gli Affari Europei al Parlamento Europeo. Laureato in giurisprudenza e scienze politiche, è stato ricercatore presso l’Istituto Universitario Europeo di Firenze. È officier des Arts et des Lettres della Repubblica Francese. Yvon Thiec parla un ottimo italiano ed è un grande appassionato di cultura italiana.

Yvon Thiec è amministratore delegato di Eurocinema (www. eurocinema.eu), un’associazione con sede a Bruxelles per la promozione degli interessi del cinema nel quadro dell’Unione Europea, ed è anche esperto di copyright e delle questioni commerciali legate al copyright. È membro del comitato di selezione dei film per il premio annuale Lux del Parlamento Europeo (www.lux-prize.eu), che premia i film europei che hanno un grande significato per l’identità e i valori d’Europa. Yvon Thiec è consulente principale del progetto Beyond Borders and Differences, un progetto cinematografico composto da 18 cortometraggi di cineasti famosi provenienti da diversi paesi e continenti per promuovere l’inclusione sociale e la tolleranza. Il film sarà presentato nel mese di Maggio 2010 alla Conferenza Internazionale dell’ONU per l’Alleanza

Yvon Thiec is chief executive officer of Eurocinema (www.eurocinema.eu), a Brussels based association promoting cinema interests in the European Union framework. Yvon Thiec is also an expert on copyright and trade issues related to copyright. He is a member of the panel in charge of the selection of films for the yearly Lux Award of the European Parliament (www. lux-prize.eu), rewarding a European movie having great significance for European identity and European values. Yvon Thiec is a main consultant for the project Beyond Borders and Differences, a film project consisting of 18 short movies by wellknown film makers from different countries and continents in order to promote social inclusion and tolerance. The movie will be presented in May 2010 during the World UN Conference for the Alliance of Civilization in Brazil (see www.artfortheworld.net).

At the beginning of his career, Yvon Thiec was a political advisor for European Affairs at the European Parliament. He is a graduate in law and political science. He was a researcher at the European University Institute in Florence. He is a officier des Arts et des Lettres of the French Republic. Yvon Thiec speaks fluently Italian, and is a great lover of Italian civilization.

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:: LA GIURIA DEL FESTIVAL

Bruno Torri Nato a Genova nel 1932; laureato in Economia e Commercio. Durante l’università dirige il Centro Universitario Cinematografico Genovese e inizia l’attività pubblicistica. Dal ‘60 al ‘63 è segretario generale della “Rassegna Int. del Cinema Latinoamericano”. Dal ‘64 a Roma, fonda con Lino Micciché la “Mostra Int. del Nuovo Cinema” di Pesaro, di cui è collaboratore fisso. Nel ‘68 è tra i fondatori dell’Unione Circoli Cinematografici dell’Arci. Dal ‘72 al ‘93 è Direttore della programmazione di CinecittàLuce, per poi passare all’Istituto Luce, come Direttore Generale sino al ‘95. È tra i fondatori del Sindacato Critici Cinematografici (SNCCI). Ha fatto parte della Commissione Esperti della Mostra del Cinema di Venezia e delle Commissioni ministeriali per il cinema. Nel biennio 2000-2 è membro del C.d’A. della Scuola Nazionale. Collabora

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con articoli e saggi a numerosi giornali e riviste cinematografiche e culturali, e a volumi collettanei. Ha pubblicato i libri: Cinema italiano: dalla realtà alle metafore; Hollywood 1969-1979; Taviani; Il sentimento della forma; Nuovo Cinema (1965-2005). Per l’enciclopedia Cinema & Film ha redatto tutte le “voci” concernenti il secondo dopoguerra del cinema latinoamericano e dell’industria e l’economia del cinema italiano. Ha insegnato all’Università di Roma 2, al Centro Sperimentale di Cinematografia e alla Nuova Università del Cinema e della Televisione. Attualmente, oltre a presiedere il S.N.C.C.I. e il Comitato Scientifico della “Fondazione Pesaro Nuovo Cinema”, dirige la rivista CineCritica, fa parte del Comitato Scientifico della Storia del Cinema Italiano, di cui sono usciti i primi 8 volumi. Born in Genoa in 1932, he graduated in Economics. During the university, he directed the Cinematographic Centre of Genoa University and began his journalistic activity. From 1960 to 1963 he was secretary-general of the “Rassegna Int. del Cinema Latinoamericano”. Since 1964 in Rome, he founded together with Lino Micciché the “Mostra Int. del Nuovo Cinema” of Pesaro, and he is still a regular contributor. In ‘68 he was among the founders of the Unione Circoli Cinematografici Arci. From

‘72 to ‘93 he was Program Director at CinecittàLuce and then General Director at Istituto Luce until ‘95. He was among the founders of the National Syndicate Cinematographic Critics (SNCCI). He was a member of the Expert Committee at the Film Festival in Venice and Ministerial Committees of cinema. In the period 2000-2 he was a member of the Board of Directors of the Scuola Nazionale. He contributed articles and essays to several film and culture newspapers and magazines, and to collective volumes. He published the following books: Cinema italiano: dalla realtà alle metafore; Hollywood 1969-1979; Taviani; Il sentimento della forma; Nuovo Cinema (1965-2005). For Cinema & Film encyclopaedia he wrote all the “entries” concerning Latin American cinema and the industry and economy of Italian cinema during the years after the Second World War. He was Professor at Roma 2 University, at the Experimental Centre of Cinematography and the New University of Cinema and Television. Nowadays, besides being President of S.N.C.C.I. and of Scientific Committee of the “Fondazione Pesaro Nuovo Cinema”, he is the editor of the magazine CineCritica, the member of the Scientific Committee of History of Italian Cinema, the first 8 volumes of which have come out.


:: LA GIURIA DEL FESTIVAL - GIURIA FIPRESCI

Cüneyt Cebenoyan

Cüneyt Cebenoyan nasce nel 1960 ad Ankara. Dopo aver frequentato l’Austrian High School, studia economia alla Boğaziçi (Bosphorus) University. Il suo impegno nel cinema inizia nel cine-club dell’università e partecipa alla realizzazione di cortometraggi. Frequenta il corso “documentary immersion” tenuto nel 2003 in Polonia e gira un paio di brevi documentari. La sua prima critica cinematografica è uscita nel 1992 sulla rivista mensile Antrakt. Roll, Express, Sinerama, Sinema, Empire, Altyazi e Milliyet Sanat sono tra le riviste che pubblicano le sue critiche. Attualmente scrive recensioni cinematografiche sul quotidiano a diffusione nazionale Birgün.

economics in Bogaziçi (Bosphorus) University. His involvement in cinema started in the film club of the university and he has participated in the making of short films. He has completed a “documentary immersion” course held in 2003 in Poland and shot a couple of short documentaries. His first film critic appeared in 1992 in the monthly Antrakt magazine. Roll, Express, Sinerama, Sinema, Empire, Altyazi and Milliyet Sanat are among the magazines where his critics are published. He is currently writing film reviews at Birgün, a daily newspaper distributed nationwide.

Cüneyt Cebenoyan was born in 1960 in Ankara. After finishing Austrian Highschool, he studied

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:: LA GIURIA DEL FESTIVAL - GIURIA FIPRESCI

Klaus Eder

Nato nel 1939 nella città tedesca di Augusta, studia letteratura tedesca presso l’Università di Stoccarda. A partire dalla metà degli anni ‘60, lavora come critico cinematografico, precisamente per la radio nazionale e per riviste cinematografiche in lingua tedesca. Tra i suoi libri quelli su Andrzej Wajda, Luis Bunuel, Nikita Mikhalkov e Andrei Konchalovski, Arturo Ripstein, Im Kwontaek, Nagisa Oshima; due libri con Alexander Kluge. Dal 1986 al 2007 ha curato la programmazione dell’International Film Festival di Monaco. Consulente per numerosi festival. Segretario generale della Federazione Internazionale dei Critici Cinematografici (FIPRESCI) dal 1987. Vive e lavora a Monaco in Germania. Born 1939 in the German city of Augsburg. He Studied German literature at Stuttgart university. He worked as a film critic from the

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middle of the 60s, actually for the national radio (Bayerischer Rundfunk) and for German language film magazines. Books among others on Andrzej Wajda, Luis Bunuel, Nikita Mikhalkov and Andrei Konchalovski, Arturo Ripstein, Im Kwon-taek, Nagisa Oshima; two books together with Alexander Kluge. Between 1986 and 2007 he was programmer of the Munich International Film Festival. Adviser for a variety of festivals. General Secretary of the International Federation of Film Critics (FIPRESCI) from 1987. He lives and works in Munich, Germany.


:: LA GIURIA DEL FESTIVAL - GIURIA FIPRESCI

Umberto Rossi

Critico cinematografico e teatrale. Esperto d’economia cinematografica, ha pubblicato Cinema, industria, mercato, L’ultimo schermo – Cinema di Guerra, cinema di pace (con Claudio Bertieri), Un nuovo padrone: lo sponsor (ne Il villaggio di vetro, a cura d’Antonio Zollo), Il cinema iraniano degli anni ottanta e novanta (ne La storia del cinema mondiale. Volume IV – America, Africa, Asia, Oceania a cura di Gian Piero Brunetta), Le luci dei maestri dimenticati (Il cinema georgiano) (con Fiorano Rancati), e Illusioni e realtà (Il cinema Ungherese). Collabora al quotidiano L’Unità e a varie riviste, fra cui Cineforum, Film DOC, Segnocinema, Gulliver. È il responsabile e fondatore del sito www.cinemaeteatro.com. Nel tempo si è interessato, in modo particolare, alle cinematografie ungherese, turca, greca, polacca, portoghese e russa. È consigliere artistico dei festival di Setubal e Karlovy Vary.

Film and theatre critic. Film economics adviser, he published Cinema, industria, mercato, L’ultimo schermo – Cinema di Guerra, cinema di pace (together with Claudio Bertieri), Un nuovo padrone: lo sponsor (in Il villaggio di vetro, edited by Antonio Zollo), Il cinema iraniano degli anni ottanta e novanta (in La storia del cinema mondiale. Volume IV – America, Africa, Asia, Oceania edited by Gian Piero Brunetta), Le luci dei maestri dimenticati (Il cinema georgiano) (together with Fiorano Rancati), and Illusioni e realtà (Il cinema Ungherese). He contributes to the daily newspaper L’Unità and to several magazines, including Cineforum, Film DOC, Segnocinema, Gulliver. He is the manager and the promoter of the site www.cinemaeteatro.com. Over the years he was interested, in particular, in Hungarian, Turkish, Greek, Polish, Portuguese and Russian cinemas. He is artistic adviser of the Setubal and Karlovy Vary festivals.

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:: FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO - undicesima edizione

FILM

IN CONCORSO / COMPETITION 9:06 APPLAUSE CAN GO THROGH SKIN CRAYFISH DESPERADOS ON THE BLOCK DUE VITE PER CASO FIVE MINUTES OF HEAVEN RESTLESS THE UNLOVED YO, TAMBIÉN

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:: FILM IN CONCORSO: SLOVENIA - GERMANIA

9:06 Ofsajd

2009 - 35mm - colore - 72’ Regia Direction: Igor Šterk Sceneggiatura Screenplay: Igor Šterk, Siniša Dragin Cinematografia Cinematography: Simon Tanšek Montaggio Editing: Petar Markovic Musica Music: Jure Ferina, Pavao Miholjevic Costumi Costumes: Katja Rosa Interpreti Cast: Igor Samobor, Silva Cusin, Labina Mitevska, Pavle Ravnohrib Produttori Producers: Igor Šterk, Frenk Celarc, Christoph Thoke Produzione Production: AAC Productions, Gustav Film

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SLOVENIA - GERMANIA

:: SINOSSI Un’auto, con le luci lampeggianti, è ferma al centro di un ponte. È così che iniziano le indagini da parte dell’ispettore di polizia Dusan su un caso insolito. Le indagini diventano un’ossessione per l’ispettore che si aggira segretamente nell’appartamento della vittima, penetrando sempre di più nella sua vita…

:: NOTA DI REGIA Ho voluto girare un giallo, un film su una morte misteriosa indagata da un ispettore di polizia. Ma nello stesso tempo, tra le righe, il film evidenzia e affronta un fenomeno che costituisce un’urgente problematica del nostro paese - la questione del suicidio.

:: IL REGISTA IGOR ŠTERK Igor Šterk nasce nel 1968 e si laurea in produzione cinematografica e televisiva presso l’Accademia di Cinema, Teatro, Radio e Televisione di Lubiana (Slovenia). Regista e sceneggiatore. Nel 1989 ha attraversato l’Atlantico con il padre su una piccola barca a vela di soli 6,5 m. Dopo tre cortometraggi studenteschi (il documentario Postcards ha vinto il premio per la Migliore Sceneggiatura al Festival Iugoslavo di cortometraggi e documentari di Belgrado nel 1991), nel 1997 dirige il suo primo lungometraggio Express, Express, che ha vinto 15 premi internazionali, tra cui due Granprix e tre premi del pubblico. Il lungometraggio Ljubljana è stato selezionato per la Tiger Award Competition al Film Festival di Rotterdam. Tuning ha ricevuto il premio per il Miglior Lungometraggio al Mannheim-Heidelberg Film Festival. 9:06 è stato il vincitore assoluto del Festival 2009 del Cinema Sloveno.


A car, its lights blinking, stands in the middle of a bridge. That is how the police inspector Dusan’s investigation of an unusual case begins. investigation turns into an obsession as the inspector secretly moves into the apartment of the deceased, sinking deeper and deeper into his life...

:: DIRECTOR STATEMENT I wanted to shoot a crime story, a film about a mysterious death investigated by a police inspector. But at the same time, between the lines, the film focuses on and discusses a phenomenon that is a pressing problem of our nation – the question of suicide.

:: THE DIRECTOR IGOR ŠTERK Igor Sterk was born in 1968 and graduated in film and television production from the Academy for Film, Theatre, Radio and Television in Ljubljana (Slovenia). Director and screenwriter. In 1989, he crossed the Atlantic with his father in a small sailing boat, only 6.5metres long. After three student short films (the documentary Postcards won the best screenplay award at the Yugoslav festival of short and documentary films in Belgrade 1991), he directed his first feature film Express, Express in 1997. His first feature Express, Express won 15 international awards, including two Grandprix and three audience awards. His feature Ljubljana was selected for the Tiger Award competition at the Rotterdam FF. Tuning received the Award for Best Feature Film at the Mannheim-Heidelberg FF. 9:06 was the absolute winner of the 2009 Festival of Slovenian Film.

:: FILMOGRAFIA / FILMOGRAPHY 1991 Postcards (doc.) 1997 Express, Express 2002 Ljubljana 2005 Tuning 2008 Every breath you take (short) 2009 9:06 :: FESTIVAL e PREMI

FESTIVAL and AWARDS 2009 Portoroz Festival: Miglior Film, Regista, Sceneggiatura, Miglior Attore, Miglior Attrice non Protagonista (Silva Cusin), Montaggio, Fotografia, Sound Design, Musica / Best Film, Best Director, Best Script, Best Actor, Best Supporting Actress (Silvia Cusin), Best Editing, Photography, Sound Design, Music

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SLOVENIA - GERMANIA

:: SYNOPSIS



:: FILM IN CONCORSO: DANIMARCA

APPLAUSE 2009 - 35mm - colore - 86’ Regia Direction: Martin Pieter Zandvliet Sceneggiatura Screenplay: Anders Frithiof August, Martin Pieter Zandvliet Cinematografia Cinematography: Jesper Tøffner Montaggio Editing: Per Sandholt Scenografia Set design: Rasmus Cold Musica Music: Sune Martin Interpreti Cast: Paprika Steen, Michael Falch, Sara-Marie Maltha, Shanti Roney Produttore Producer: Mikael Chr. Rieks Produzione Production: Koncern Film World sales: TrustNordisk, Filmbyen 12, 2650 Hvidovre, Denmark,Tel: +45 36 868 788, Fax: +45 36 774 448, e-mail: info@trustnordisk.com, www.trustnordisk.com

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DANIMARCA

:: SINOSSI La famosa attrice Thea Barfoed è stata protagonista di uno scandalo che l’ha portata al divorzio e a perdere la custodia dei suoi due figli. Adesso è determinata a chiudere con il passato, riprendere il controllo della propria vita e a riavere i figli. La sua personalità forte, manipolatrice e affascinante, riesce a convincere presto anche l’ex marito Christian ma deve dimostrare ad entrambi che è in grado di rimettersi in carreggiata. Thea deve affrontare le rigorose esigenze della vita sul palcoscenico e un passato che la perseguita, così come i demoni interiori che interferiscono con gli obiettivi che si è posta.

:: NOTA DI REGIA Lo spirito di Applause rievoca i film della fine degli anni ‘60 e ‘70. Sto cercando, infatti, quel dramma emozionale che si trovava nei film di allora. Applause può anche essere considerato di un’altra epoca - una tradizione cinematografica incentrata sull’animo umano e sulla recitazione. Paprika Steen regna sovrana nel ruolo di Thea. Dice spesso quello che gli altri osano solo pensare. Ero sicuro che soltanto lei sapesse dare a Thea la profondità che stavamo cercando. In scena, interpreta Martha, la moglie aggressiva, ferita e alcolizzata di Who’s afraid of Virginia Woolf ?. Fuori scena, l’attrice Thea è coinvolta in un dramma che ha molto di quegli ingredienti tragici, tossici. Thea sta lottando per ottenere la custodia congiunta dei due figli. Tuttavia, né i figli, né l’ex-marito - e probabilmente, in fondo, nemmeno lei stessa - credono davvero che lei sia cambiata e disintossicata. Thea è Thea, una prima donna più adatta a recitare con i suoi sentimenti che a vivere una vita normale.

:: IL REGISTA MARTIN PIETER ZANDVLIET Martin Pieter Zandvliet (nato nel 1971, Fredericia, Danimarca) frequenta un corso di montaggio al European Film College nel 1998 e, come tecnico del montaggio di trailer, spezzoni promozionali, cortometraggi e documentari, lavora per le emittenti televisive DR TV, TV 2 Zulu e per una serie di registi. È regista e sceneggiatore autodidatta. Il suo primo film è il documentario Angels of Brooklyn (2002), che non solo è stato presentato in vari festival, ma ha anche vinto il Danish Robert National Film Prize per il Miglior Documentario. Applause (2009) è il suo primo lungometraggio.


Critically acclaimed actress Thea Barfoed has gone through turmoil which has resulted in a divorce and the loss of custody of her two children. She now wants to break with the past, regain control over her life and get her children back. Her ex-husband Christian is quickly persuaded by her tough and manipulative but charming personality and she must prove to both herself and him that she is capable of getting her life back on track. As Thea is up against the rigorous demands of stage life and a past that haunts her, she must face her inner demons while clinging to the goal she has set for herself.

:: DIRECTOR STATEMENT The spirit of Applause echoes films from the late 60’s and 70’s. Indeed I am in search for the emotional drama you found in films back then. Applause may also seem like it’s coming from a different time – a cinematic tradition centering on the human soul and on acting. Paprika Steen reigns supreme in the role of Thea. She often says what others only dare to think. I was sure that only she could give Thea the depth we where looking for. On stage, she plays Martha, the aggressive and wounded, alcoholic wife in Who’s afraid of Virginia Woolf? Off stage, Thea the actress is mixed up in a drama that has many of the same tragic, toxic ingredients. Thea is struggling to win joint custody of her two young sons. However, neither her boys, nor her ex-husband – and probably, at heart, not even herself – really believes she is truly reformed and dry. Thea is Thea, a prima donna better suited to acting her heart out than living an ordinary life.

:: THE DIRECTOR MARTIN PIETER ZANDVLIET Martin Pieter Zandvliet (b. 1971, Fredericia, Denmark) took a film editing course at the European Film College in 1998 and, as an editor of trailers, teasers, short films and documentaries, he has worked for the television stations DR TV, TV 2 Zulu and for a series of directors. He is a self-taught director and screenwriter. His first film was the documentary Angels of Brooklyn (2002), which was not only screened at various festivals, but also won the Danish Robert national film prize for Best Documentary. Applause (2009) is his feature film debut.

:: FILMOGRAFIA / FILMOGRAPHY 2002 Angels of Brooklyn 2006 Jeg som regel (Me as Usual) 2009 Applause :: FESTIVAL e PREMI

FESTIVAL and AWARDS 2009 Karlovy Vary - Miglio attrice / Best Actress Award

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DANIMARCA

:: SYNOPSIS



:: FILM IN CONCORSO: OLANDA

CAN GO THROUGH SKIN Kan door huid heen 2009 – 35mm – colore - 97’ Regia Direction: Esther Rots Sceneggiatura Screenplay: Esther Rots Cinematografia Cinematography: Lennert Hillege Montaggio Editing: Esther Rots Musica Music: Dan Geesin Costumi Costumes: Stephanie Mariën Interpreti Cast: Rifka Lodeizen, Wim Opbrouck, Chris Borowski, Elisabeth van Nimwegen, Tina de Bruin, Mattijn Hartemink Produttori Producers: Trent , Hugo Rots, Esther Rots Produzione Production: Rots Filmwerk BV, Netherlands Film Institute Productions World sales: Films Boutique, Skalitzer Str. 54A, 10997 Berlin Germany, Tel: +49 (0) 3069537850, www.filmsboutique.com

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OLANDA

:: SINOSSI Marieke è una trentenne, allegra e spensierata, che vive la sua vita frenetica ad Amsterdam. Una sera, il ragazzo che deve consegnarle la pizza entra in casa e la aggredisce. Un’amica accorre in suo aiuto e fuggono in preda al panico. Qualche settimana dopo, Marieke acquista un cottage isolato e abbandonato nelle campagne di Zeeland. Crede che questo nuovo ambiente la aiuterà a dimenticare la dolorosa esperienza. Tuttavia nella nuova casa non si sente al sicuro e considera un intruso John, un abitante del villaggio gentile e disponibile. Attraverso la chat su internet trova altre vittime di aggressioni che, come lei, vogliono prendere in mano la situazione. All’inizio dell’estate, Marieke sembra essere tornata quella di una volta. Si adopera molto per ristrutturare il cottage, inizia una relazione con John e rimane incinta. Ma senza rendersene conto, sta perdendo il controllo di se stessa.

:: NOTA DI REGIA Che cos’è che la mente ci fa vivere? Cosa ci attraversa; cosa rimane chiuso fuori; cosa risiede nell’inconscio; come possiamo mentire a noi stessi? Tutti i miei film giocano con simili idee: la differenza enorme e intensa tra sapere e sentire, il conscio e l’inconscio; la realtà e il pilota automatico della vita quotidiana; interpretazione e accaduto - e come si ricordano in seguito. Trovo tali processi estremamente affascinanti: la meravigliosa logica dell’inconscio. Trascorrere molto tempo sul posto con una troupe molto piccola, isolati nel freddo gelido come Marieke, ha dato luogo a quel particolare tipo di intensità e intimità necessarie per questo film.

:: LA REGISTA ESTHER ROTS Esther Rots nasce a Groenlo (Paesi Bassi) nel 1972. Vive ad Amsterdam. Studia all’Accademia di Arti Visive di Arnhem, e in seguito all’Accademia del Cinema di Amsterdam. Realizza tre cortometraggi presentati in rinomati festival e vincitori di molti premi. Speel met me (Play with me, 2002) e Ik ontspruit (I sprout, 2003), che sono stati in concorso al Festival di Cannes, e Dialoogoefening (Dialogue exercise no. 1: City, 2005), che tra gli altri premi ha ricevuto il Gouden Kalf per il Miglior Cortometraggio e il NPS Prijs voor de Korte Film. Da lei scritto, diretto, montato e prodotto, Can go through skin è il suo primo lungometraggio.


Marieke is a cheerful and carefree woman in her early thirties living the fast life in Amsterdam. One night, a pizza delivery-boy breaks into her house and assaults her. A friend comes to her aid, and they escape in a panic. A few weeks later, Marieke buys a remote and derelict cottage in the Zeeland countryside. In these new surroundings, she thinks she will be able to shake off her painful experiences. But she doesn’t feel safe in her new home and regards the friendly and helpful villager John as an intruder. Through Internet chat rooms she meets fellow victims who, like her, are willing to take matters into their own hands. At the onset of summer Marieke seems to be returning to her former self. She puts fresh energy into renovating the cottage. She even starts a relationship with John and gets pregnant. But without realizing it, she loses control of her life.

:: DIRECTOR STATEMENT What is it that the mind lets us experience? What gets through to us; what gets shut out; what resides in the subconscious; how do we fool ourselves? All of my films toy with similar ideas: the tremendous and intense difference between knowing and feeling; the conscious and the subconscious; reality and the auto pilot of everyday life; interpretation and fact - and how these are remembered afterwards. I find such processes deeply fascinating: the wonderful logic of the subconscious. Spending lots of time on site with a very small crew, secluded in the freezing cold like Marieke, gave rise to that special kind of intensity and intimacy required for this film.

:: THE DIRECTOR ESTHER ROTS Esther Rots was born in Groenlo (Netherlands) in 1972. She lives in Amsterdam. She studied at Accademy of Visual Arts in Arnhem, then at the Film Academy in Amsterdam and she made three short films screened at renowned festivals and winning many awards. Speel met me (Play with me, 2002) and Ik ontspruit (I sprout, 2003) were selected on competition at Cannes Film Festival, and Dialoogoefening (Dialogue exercise no. 1: City, 2005) among other prizes has been awarded the Gouden Kalf for best short film and the NPS Prijs voor de Korte Film. Written, directed, edited and produced by herself, Can go through skin is her feature film debut.

:: FILMOGRAFIA / FILMOGRAPHY 2002 Play with me (Speel met me) 2003 I sprout (Ik ontspruit) 2005 Dialogue exercise no. 1: City (Dialoogoefening no. 1: Stad) 2009 Can go through skin (Kan door huid heen) :: FESTIVAL e PREMI

FESTIVAL and AWARDS 2009 Berlinale - Forum 2009 New York - New Film New Directors 2009 Nordic Film Festival, Rouen 2009 San Francisco International Film festival 2009 Crossing Europe Filmfestival Linz 2009 Exposed Filmfestival for First Films, Koln 2009 Transilvania IFF, Romania : FIPRESCI Award 2009 Edinburgh International Film Festival 2009 Leeds Film Festival 2009 Ghent Film festival 2009 Warsaw Film Festival 2009 Thessaloniki Film Festival 37

OLANDA

:: SYNOPSIS



:: FILM IN CONCORSO: BULGARIA

CRAYFISH Raci

2009 - 35mm - colore - 108’ Regia Direction: Ivan Cherkelov Sceneggiatura Screenplay: Ivan Cherkelov Cinematografia Cinematography: Rali Ralchev Montaggio Editing: Zoritsa Kotseva Suono Sound: Alexander Bachvarov Scenografia Set design: Vanina Geleva Interpreti Cast: Filip Avramov, Valeri Jordanov, Rangel Vulchanov, Nicolai Urumov, Eugenia Barakova Produttore Producer: Rossitsa Valkanova Produzione Production: Klas Film, in coproduction with The Chuchkov Brothers, 156, Kniaz Boris I Str., 1000 Sofia, Bulgaria, Tel: +359 2 981 5343, Fax: +359 2 981 5344, klasfilm@spnet.net

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BULGARIA

:: SINOSSI Doka e Bonza, due amici disoccupati, non sono riusciti a trovare una posizione nel nuovo clima economico. Animano la loro inattività con distrazioni infantili. Alcuni pezzi grossi del vecchio regime nel frattempo hanno costruito nuove carriere, sfruttando l’ondata di privatizzazioni. Con l’opportuno cinismo e metodi mafiosi, si riempiono le tasche e rafforzano la loro posizione. Matanoy e Tsonchey sono concorrenti come intermediari nella vendita di una ferriera di Sinistra, sulla quale ha puntato gli occhi un cliente greco. Entrambi vogliono guadagnare il massimo da questa transazione, anche a costo di sbarazzarsi della concorrenza. I rivali affidano la progettazione dell’impresa a dei consulenti di fiducia, e questi a loro volta assumono dei tirapiedi per fare il lavoro. Con una scelta completamente casuale, il ruolo di pedine anonime è affidato a Doka e Bonza. Allettati della grossa ricompensa, partono per Sinistra, ignari di quello che li attende...

:: NOTA DI REGIA “… È rischioso dire che Crayfish è un film d’amore, o di solitudine, o della gentaglia che ci circonda, dell’insopportabile meraviglia dell’esistenza, o dell’assurdo… Ognuna di queste affermazioni potrebbe essere vera… Non credo che il cinema o ogni forma d’arte debbano semplificare le cose. Mi piacciono le opere polifoniche, che parlano di tutto. Ed io cerco di fare questo tipo di film.” (Intervista a KULTURA del 26.02.2010)

:: IL REGISTA IVAN CHERKELOV Ivan Cherkelov (nato nel 1957, Sofia) studia regia al VITIZ (1982). Ritrae con schiettezza formale le problematiche del processo di trasformazione della Bulgaria nei film Pieces of love (1989), Thundering stones (1995) e Glass marbles (1999), dei quali ha anche scritto le sceneggiature. La collezione di film Christmas tree upside down (2006), che ha codiretto con Vasil Zhivkov, ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria ex aequo con il film ceco Beauty in trouble (Kráska v nesnázích) al Karlovy Vary IFF nel 2006. Il film Crayfish è stato girato nel 2009.


Unemployed friends Doka and Bonza haven’t managed to gain a foothold in the new economic climate. They liven up their inactivity with infantile distractions. Big shots from the former regime have meanwhile built up new careers, having caught the crest of the privatisation wave. Adopting the appropriate cynicism and employing mafia tactics, they line their pockets and reinforce their position. Matanov and Tsonchev are contenders as intermediaries in the sale of an ironworks in Sinistra, which a Greek client has his eye on. Both want to get as much as possible out of this transaction, even at the cost of doing away with the competition. The rivals assign trustworthy consultants to engineer the venture, who then appoint compromised flunkies to get the job done. In a wholly random selection, the role of anonymous pawns is entrusted to Doka and Bonza. With a lucrative reward in their sights, they set off for Sinistra, unaware of what they are getting themselves into...

:: DIRECTOR STATEMENT “... It’s risky to say that Crayfish is a film about love, or about loneliness, or about the mob that surrounds us, or about the unbearable awe of existence, or about the absurd... Each of these statements could be true... I don’t think that cinema or any form of art should simplify things. And I like polyphonic works, which talk about everything. And I try to do such films.” (Interview KULTURA from 26.02.2010)

:: THE DIRECTOR IVAN CHERKELOV Ivan Cherkelov (b. 1957, Sofia) studied film direction at VITIZ (1982). He captured the problematic issues of the transformation process in Bulgaria with formal ingenuity in the films Pieces of love (1989), Thundering stones (1995) and Glass marbles (1999), whose screenplays he also wrote. The collection of film stories Christmas tree upside down (2006), which he co-directed with Vasil Zhivkov, won the Special Jury Prize ex aequo together with the Czech film Beauty in trouble (Kráska v nesnázích) at the Karlovy Vary IFF in 2006. His film Crayfish was shot in 2009.

:: FILMOGRAFIA / FILMOGRAPHY 1982 A ballade (Balada) 1989 Pieces of love (Parcheta lyubov) 1995 Thundering stones (Tarkalyashti se kameni) 1999 Glass marbles (Stakleni topcheta) 2006 Christmas tree upside down (Obarnata elha) 2009 Crayfish (Raci) :: FESTIVAL e PREMI

FESTIVAL and AWARDS 2009 Moscow International Film Festival 2009 Karlovy Vary International Film Festival 2009 Thessaloniki Film Festival

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BULGARIA

:: SYNOPSIS



:: FILM IN CONCORSO: GERMANIA

DESPERADOS ON THE BLOCK 2009 - 35mm - colore - 85’ Regia Direction: Tomasz Emil Rudzik Sceneggiatura Screenplay: Tomasz Emil Rudzik Cinematografia Cinematography: Sorin Dragoi Montaggio Editing: Christoph Hutterer Scenografia Set design: Cinzia Fossati Costumi Costumes: Christina Heidelmeier Interpreti Cast: Patricia Moga, Andreas Heindel, Lizhe Liu, Korina Krauss, Helen Woigk Produttore Producer: Fritz Böhm, Sven Nuri Produzione Production: Toccata Film con / with TEO-Film World Sales: Toccata Film, Bauerstrasse 34, 80796 München, Germany, Tel.: +49 89 45 22 22 -30 /-70, Fax: +49 89 45 22 22 -45, email: info@toccata-film.com , www.toccata-film.com

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GERMANIA

:: SINOSSI Le loro strade si incrociano nell’ascensore di un palazzo di anonimi studenti a Monaco: Clara, Motek e Sin sono tre stranieri in Germania, desiderosi di accoglienza e calore, alla ricerca di un barlume di quel sentimento chiamato “casa”. Un ragazzo sordomuto della Lettonia invita una ragazza a trascorrere una giornata con l’altro senza parlare. Una ragazza cerca di attirare l’attenzione di Dio provando i limiti dei Dieci Comandamenti. Un ragazzo cinese si paga gli studi dando ripetizioni di matematica ad un adolescente ribelle.

:: NOTA DI REGIA Per più di tre anni io ho abitato nel “Block”. La mia porta era una delle 630 porte, in uno di quei 19 piani. Dopo che era trascorso un anno, capì che non conoscevo nessuna delle persone che stavano dietro quelle porte. Tutti vivevano o completamente per conto proprio oppure in gruppi molto piccoli. Io volevo cambiare questa cosa, così decisi di fare giri in ascensore per tutto il giorno - era il mio metodo per fare conoscenza. Presto, iniziai pure a bussare a tre porte al giorno, per rompere quel muro di anonimato. Questo è stato l’inizio di molte amicizie. Alcune delle quali durano tuttora. Naturalmente, è stato anche l’inizio di una grande raccolta di storie diverse, spesso molto commoventi. La maggior parte delle storie degli studenti stranieri si sviluppano intorno alla solitudine e al sentirsi estranei in Germania. È stato straziante osservare come alcuni dei miei vicini utilizzavano molta inventiva per superare la nostalgia di casa… Per il mio primo lungometraggio, decisi di non andare in altri continenti. Invece sono partito con le storie che ho scoperto proprio fuori dalla mia stanza. Storie che erano lì per essere raccontate - per coloro che guardano con attenzione - e ascoltano.

:: IL REGISTA TOMASZ EMIL RUDZIK Tomasz E. Rudzik nasce nel 1979 a Cieszyn, Polonia. All’età di otto anni si trasferisce a Colonia, in Germania e si diploma al liceo nel 1998. Dal 1998 al 1999 fa il DJ in un centro per anziani per assolvere il servizio civile. Studia cultura e teatro polacchi a Berlino dal 1999 al 2001. Dal 2001 al 2009 frequenta l’Accademia di Cinema e Televisione di Monaco.


Their paths cross in the elevator of an anonymous student block in Munich: Clara, Motek, and Sin are three strangers in Germany, longing for acceptance and warmth, searching for a spark of the feeling we call “home”. A deaf-mute guy from Latvia invites a girl to spend a day with each other without speaking. A Romanian girl tries to catch God’s attention by testing the limits of the Ten Commandments. A Chinese guy finance his studies as a tutor in math of a teenage rebel.

:: DIRECTOR STATEMENT For more than 3 years, I was a resident of the “Block” myself. My door is one of 630 doors, in one of those 19 floors. After a year had passed, I realized that I didn’t know any of the people behind of those doors. Everybody was either living entirely on his own or in very small groups. I wanted to change that, so I decided to do elevator trips all day long – my method of getting in touch. Soon, I started to knock at three doors per day in addition, in order to break through that wall of anonymity. This was the beginning of many friendships. Some of them last until today. Of course, it was also the beginning of a great compilation of various stories, often very touching. Most of foreign student’s stories evolved around loneliness and feeling estranged in Germany. It was heartbreaking to observe how some of my neighbours grew very inventive to overcome their homelessness... For my first feature I decided not to journey to other continents. Instead I went with the stories I discovered right outside my room. Stories that were there to be told – for those who look carefully – and listen.

:: THE DIRECTOR TOMASZ EMIL RUDZIK Tomasz E. Rudzik was born 1979 in Cieszyn, Poland. At the age of eight he moved to Cologne, Germany and graduated from highschool in 1998. From 1998 to 1999 he became a DJ in a senior day care to absolve his civil service. He studied culture & theatre and polish studies in Berlin from 1999 to 2001. From 2001 to 2009 he attended the Munich Film & Television Academy.

:: FILMOGRAFIA / FILMOGRAPHY 2001 Die Schattenboxer (corto) 2002 Flaschendreh (corto) 2003 Tote Indianer (corto) 2004 Garage Love (corto) 2005 Der Spaziergang (corto) 2009 Desperados on the Block :: FESTIVAL e PREMI

FESTIVAL and AWARDS 2009 Film Festival Max Ophüls Preis 2009 San Sebastian 2009 Mostra Int. de Cine – Sao Paul 2009 Fünf Seen Filmfestival: Newcomer Award 2009 Mediencampus Bavaria: Award for the Best Thesis Feature

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GERMANIA

:: SYNOPSIS



:: FILM IN CONCORSO: ITALIA

DUE VITE PER CASO One life, maybe two 2010 - 35mm - colore - 88’ Regia Direction: Alessandro Aronadio Sceneggiatura Screenplay: Alessandro Aronadio, Marco Bosonetto Cinematografia Cinematography: Mario Amura Montaggio Editing: Claudio Di Mauro Scenografia Set design: Stefano Giambianco, Daniela Manzo Musica Originale Original music: Louis Siciliano Costumi Costumes: Nicoletta Ercole Interpreti Cast: Lorenzo Balducci, Isabella Ragonese, Ivan Franek, Riccardo Cicogna, Sarah Felberbaum Produttore Producer: Anna e Sauro Falchi Produzione Production: A Movie Productions World sales: Lucky Red, Via A. Chinotto 16, 00195 Roma, tel: +39 6 37352310, fax: +39 6 37350415, e-mail: info@luckyred.it, www.luckyred.it

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ITALIA

:: SINOSSI Hai poco più di vent’anni e la tua vita è un supermercato di possibilità infinite, basta allungare la mano e scegliertene una. Dicono. Però una notte di pioggia non riesci a frenare e tamponi con la tua auto quella di due poliziotti in borghese. Tutto cambia. Oppure riesci a frenare. E allora tutto procede come se niente fosse. Ma in entrambi i casi qualcosa non smette di scavarti dentro, di dirti che della tua vita non hai scelto un bel niente. E che sei stufo di aspettare.

:: NOTA DI REGIA Due vite per caso nasce dai tempi in cui viviamo, fotografando una precarietà che, ormai e sempre più, investe ogni aspetto della nostra esistenza. (…) Nei nostri occhi sono ancora incise come cicatrici le immagini dell’omicidio del manifestante Carlo Giuliani, del tifoso di calcio Gabriele Sandri, o del poliziotto Filippo Raciti. Tutte uccisioni che hanno segnato drammaticamente la storia recente del nostro Paese, e ricondotte poi, nelle ricostruzioni a posteriori, a raptus di rabbia o di follia, a fatali istanti di black out della mente, a tragiche casualità. Due vite per caso è proprio questo: un appuntamento già segnato col destino (...). Matteo è la sua stessa generazione, allo sbando, senza punti di riferimento, senza modelli, senza padri, senza maestri, buoni o cattivi che siano. Nessuna luce a indicare il cammino. Si brancola nel buio...

:: IL REGISTA ALESSANDRO ARONADIO Nato a Roma nel 1975, si laurea nel 2001 in Psicologia a Palermo. Vincitore di una borsa di studio per un Master in regia, si specializza alla Los Angeles Film School. Anche scrittore, vince il concorso “Trasgressori” nel 2000 con Billie Holiday e con la sceneggiatura La neve, piano (2005) ha vinto il secondo premio al “Autori da scoprire” di Bolzano. Come fotografo, vince nel 2001 un concorso internazionale. Assistente e aiuto in diversi film sia in Italia (con Besson, Tornatore, Martone, etc...) che negli USA, dirige spot, clip, documentari, corti. Tra i suoi lavori, in concorso in numerosi festival, Il bianco e il rosso, Eyes Wide Open, Hollywood Stories, Lost D. (vincitore dell’Ultracorti Film Fest), The story of Adam & Eve (vincitore dell’Alternative Film Fest 2002), Roman Holiday (2008). Il corto Glorybox (2003) ha ottenuto numerosi premi ed è in mostra permanente alla Audis Husar Fine Art Gallery di Beverly Hills. Dirige spot e lavora come sceneggiatore. Due Vite per Caso è la sua opera prima.


You are in your twenties and your life is a supermarket of innumerable possibilities, you only have to reach out your hand for picking one. It is said. But a rainy night you can not stop your car and crash into the one of two plain-clothes policemen. Everything will change. Or you can stop. Then everything will go on as if nothing happened. But in both cases something won’t stop digging in, telling you that you have chosen nothing about your life. And you are tired of waiting.

:: DIRECTOR STATEMENT One life, maybe two arises from the time we live in, depicting that precariousness which now increasingly involves every aspect of our existence. (…) On our eyes the pictures of the death of the protester Carlo Giuliani, of the football fan Gabriele Sandri, or of the policeman Filippo Raciti are still impressed like scars. All killings which tragically marked the recent history of our country, and which, in subsequent reconstructions, were traced back to a fit of anger and madness, to fatal moments of mind blackout, to a tragic coincidence. One life, maybe two is just that: an appointment with fate (…). Matteo represents his own generation adrift without a point of reference, without models, without parents, without teachers, good or bad. No light to show the way. You fumble in the dark…

:: THE DIRECTOR ALESSANDRO ARONADIO Born in Rome in 1975, he graduated in Psychology at the University of Palermo. Winner of a scholarship, he attended and graduated in film directing at the Los Angeles Film School. Also a writer, he won the competition “Trasgressori” in 2000 with Billie Holiday and the script La neve, piano (2005) won the second prize at “Autori da scoprire” in Bolzano. As a photographer, he won an international competition in 2001. Assistant in several films both in Italy (with Besson, Tornatore, Martone, etc...) and the USA, he directed commercials, clips, documentaries and shorts. Among his works, in competition at several festivals, Il bianco e il rosso, Eyes Wide Open, Hollywood Stories, Lost D. (winner of the Ultracorti Film Festival), The story of Adam & Eve (winner of the Alternative Film Festival 2002), Roman Holiday (2008). The short Glorybox (2003) won several prizes and it is on permanent exhibition at the Audis Husar Fine Art Gallery in Beverly Hills. He directs commercials and works as a screenwriter. One life, maybe two is his first feature.

:: FILMOGRAFIA / FILMOGRAPHY 2002 Hollywood stories 2002 The story of Adam & Eve 2003 Glorybox 2003 Lost D. 2008 Roman holiday 2010 Due vite per caso :: FESTIVAL e PREMI

FESTIVAL and AWARDS 2010 Berlinale – Panorama: in competizione / in competition

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ITALIA

:: SYNOPSIS



:: FILM IN CONCORSO: IRLANDA - REGNO UNITO

FIVE MINUTES OF HEAVEN 2009 - 35mm - colore - 90’ Regia Direction: Oliver Hirschbiegel Sceneggiatura Screenplay: Guy Hibbert Cinematografia Cinematography: Ruairi O’Brien Montaggio Editing: Hans Funck Scenografia Set design: Mark Lowry Musica originale Original music: David Holmes, Leo Abrahams Costumi Costumes: Maggie Donnelly Interpreti Cast: Liam Neeson, James Nesbitt, Anamaria Marinca Produttore Producer: Eoin O’Callaghan Produzione Production: Pathé Pictures, Ruby Films and BBC in association with Element Films, Northern Ireland Screen World sales: Pathé Pictures International, Kent House, Market Place, London W1W 8AR, UK, Tel: +44 207 462 4427, Fax: +44 207 436 7891, e-mail: sales@patheinternational.com, www.patheinternational.com

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IRLANDA - REGNO UNITO

:: SINOSSI Le vite di due uomini dell’Ulster: quella di un assassino, e quella del fratello dell’uomo che ha ucciso. A partire dal 1975 entrambi hanno vissuto nel terrore di incontrarsi. Uno, Alistar, non osa chiedere perdono, l’altro, Joe, si sente incapace di offrirlo. Ma quando alla fine si incontrano, accade qualcosa di straordinario, qualcosa che cambierà la loro vita per sempre.

:: NOTA DI REGIA “Il racconto è universale come ogni tragedia greca. Prende in esame i modelli universali che in ogni dato conflitto conducono alla spirale della violenza (…). Anche quando uno script è molto rigido e chiaro, ci sono sempre molte trappole che allettano il regista ad usare clichés - il “lo hanno già fatto”- ed a cadere nel sentimentalismo, che sono strumenti che io, nel rispetto del mio pubblico, trovo infedeli e disonesti. Mi sembra spesso che giochino con il pubblico, che nel dramma politico deve essere assolutamente evitato. Perciò uno dei miei obiettivi è stato quello di evitare quanto detto sopra e di rimanere onesto, neutrale e fedele al materiale e ai personaggi e, così facendo, lasciare la scelta al pubblico.”

:: IL REGISTA OLIVER HIRSCHBIEGEL Nasce ad Amburgo in Germania nel 1957. Hirschbiegel finisce il liceo e lavora come cuoco su una nave. Poi studia pittura e arti grafiche all’Accademia delle Arti di Amburgo dove inizia a sperimentare il video e la fotografia. Diventa famoso grazie ai film per la televisione (soprattutto film drammatici e thriller) e nel 2001 gira il suo primo film per il cinema: Das Experiment, un’indagine intensa sulla condotta aggressiva in un ambiente carcerario simulato. Il film ha vinto diversi premi nei festival di tutto il mondo. Il suo secondo film, Mein letzter Film, uscito nel 2002, è un monologo di 90 minuti su una cinquantenne che vuole ricominciare la sua vita. Nel 2004 esce La caduta, incentrato sugli ultimi 12 giorni di vita di Adolf Hitler, raccontati attraverso gli occhi della giovane segretaria, Traudl Junge. Nominato a un Oscar, il film ha ricevuto numerosi premi importanti tra cui un British Independent Film Award per il Miglior Film Straniero.


The lives of two Ulstermen; the one a murderer, the other the brother of the man he killed. Since 1975 both men have lived in dread of encountering the other. One, Alistair, feels he dare not ask forgiveness, the other, Joe, feels incapable of giving it. But when they do eventually meet, something extraordinary happens - something that will change their lives forever.

:: DIRECTOR STATEMENT “The tale is as universal as any Greek tragedy. It examines the universal patterns that in any given conflict lead into spirals of violence (…). Even when a script is already very tight and clear, there are always many traps waiting to lure a director into using clichés — the “has been worked before” — and falling into sentimentality, which are means that I, in my regard for the audience, find unfaithful and dishonest. They often seem to me like playing games with the audience, which in a political drama must be an absolute no-go. Hence, one of my main goals was to avoid any of the above and stay straight, neutral and faithful to the material and the characters and, in doing so, leave the choices to the audience.”

:: THE DIRECTOR OLIVER HIRSCHBIEGEL Born in Hamburg, Germany, in 1957, Hirschbiegel left high school and worked as a cook on a boat. He then studied painting and graphics in the Academy of Arts in Hamburg where he also started experimenting with video and photography. Hirschbiegel became popular thanks to his TV movies (especially dramas and thrillers) and in 2001 he shot his first movie for cinema: Das Experiment, an intense investigation of the aggressive behaviour in a simulated prison environment. The film won several awards at festivals around the world. His second movie, Mein letzter Film, released in 2002, is a 90 minute monologue about a woman in her fifties who wants to re-start her life. In 2004 Downfall was released, focusing on the last 12 days of life of Adolf Hitler narrated from the point of view of his young secretary, Traudl Junge. Nominated for an Oscar, the film has won several major awards including a British Independent Film Award for Best Foreign Film.

:: FILMOGRAFIA / FILMOGRAPHY 2001 Das experiment (The Experiment) 2002 Mein letzter film 2004 Der untergang (Downfall) 2005 Ein ganz gewöhnlicher Jude 2007 The invasion 2009 Five minutes of heaven :: FESTIVAL e PREMI

FESTIVAL and AWARDS 2009 Sundance Film Festival 2009 Munich Film Festival 2009 Jerusalem International Film Festival 2009 Zurich Film Festival 2009 Rio Film Festival 2009 Pusan Film Festival 2009 Tokyo Film Festival 2009 Megabox Film Festival (Korea) 2009 San Sebastian Film Festival

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IRLANDA - REGNO UNITO

:: SYNOPSIS



:: FILM IN CONCORSO: FRANCIA

RESTLESS L’insurgée

2009 - 35mm - colore - 100’ Regia Direction: Laurent Perreau Sceneggiatura Screenplay: Laurent Perreau, Juliette Soubrier Cinematografia Cinematography: Céline Bozon Montaggio Editing: Muriel Breton Scenografia Set design: Sophie Reynaud-Malouf Musiche Musics: Grégoire Hetzel, Julien Gester, Olivier Gonord Costumi Costumes: Pascaline Chavanne Interpreti Cast: Michel Piccoli, Pauline Etienne, Eric Caravaca, Marie Kremer, Clément Roussier, Johanna Ter Steege Produttori Producers: Nicolas Mauvernay, Jacques Perrin Produzione Production: Galatée Films, Canal +, Cinécinémas, Canal Overseas, Région Bretagne – CNC, Cofinova 5, Procirep World Sales: Films Distribution, 34 rue du Louvre, 75001 Paris, France, Tel.:+33 1 53 10 33 99, Fax: +33 1 53 10 33 98, caraux@filmsdistribution.com

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FRANCIA

:: SINOSSI Claire, un’adolescente un po’ mascolina, si intrufola in una casa fatiscente passando dalla finestra. Spaventata dall’arrivo improvviso di un vecchio dall’ombra imponente, si nasconde sotto un letto. La porta si apre… Benché Maurice Reverdy, personaggio enigmatico ed eccentrico, l’abbia accolta nella sua dimora, la ragazza fa di tutto per evitare questa figura distante che in realtà è il nonno. A diciassette anni, Claire è in pieno conflitto, presa dalla passione per il nuoto e dai primi turbamenti amorosi. Tutto è complicato per quest’orfana abbandonata a se stessa. Il suo temperamento focoso la spinge tra le braccia di Thomas, un giovane impiegato del casinò della sua città. È felicissima quando l’allenatore le comunica la tanto agognata ammissione ai campionati di nuoto, ma l’improvvisa scomparsa di Thomas distrugge le sue già fragili certezze. Quanto al nonno, il funerale di un ex compagno della Resistenza suscita dolorosi ricordi. Isolati e abbandonati, Maurice e Claire lasceranno i loro rispettivi territori. Ma cosa potranno mai condividere due generazioni che si attraggono e si respingono al tempo stesso, l’una alla ricerca di un futuro, l’altra tormentata dal passato?

:: NOTA DI REGIA (…) Il film osserva il riavvicinamento di questi due antagonisti, accomunati dalla stessa difficoltà di vivere ed esprimere i loro sentimenti. Due traiettorie, due film che si intrecciano e che rapidamente confluiscono in uno solo. Riusciranno i due protagonisti a trovare quel confronto che cercano? Per arrivare a questo incontro, ho pensato a un film molto fisico, organico, carnale, che descrivesse quel che si annoda e si snoda tra i personaggi, il loro caos interiore, i loro sentimenti fluttuanti, l’incidenza sui loro corpi, l’uno provato dalla longevità, l’altro nel fiore dell’adolescenza. (…)

:: IL REGISTA LAURENT PERREAU Laurent Perreau esordisce come regista e capo redattore della rubrica televisiva Newyorkese Canapé. Nel 2000 realizza il suo primo cortometraggio, Quand j’étais photographe, per il quale ha vinto il Premio per la Migliore Sceneggiatura al Clermont Ferrand Festival. Nel 2001 lavora come assistente alla regia e dirige la serie Le temps d’un tournage per la televisione francese. Histoire naturelle (2003), il suo secondo corto, ha vinto il Gran Premio della Giuria al Festival di Angers. Nel 2005 è co-sceneggiatore di Le passenger, opera prima di Eric Caravaca, e con Alexis Charrier scrive la sceneggiatura di Le cirque, attualmente in preparazione presso la Boa Films. L’insurgée è il suo primo lungometraggio.


Tomboyish teenager Claire sneaks into a dilapidated house through a window. Startled by the sudden appearance of a burly elderly man, she hides under the bed. The door opens… Although Maurice Reverdy, a person as enigmatic as he is eccentric, has in fact taken the young girl into his home, she makes a point of avoiding this distant figure who is actually her grandfather. At 17, Claire is struggling, caught between her passion for swimming and the turmoil of her first romantic stirrings. Everything is a problem for this orphan left to her own devices. Her stormy temperament pushes her into the arms of Thomas, a young employee of the town casino. She is overjoyed when her trainer tells her she has achieved her ardent desire to compete in the swimming championship, but Thomas’s sudden disappearance revives her insecurities. For her grandfather, the funeral of a former companion in arms in the “maquis” arouses painful memories. Isolated, abandoned, Maurice and Claire suddenly emerge from their respective turfs; but what common ground can be found between these two generations, simultaneously drawn to, yet rebuffing one another, the one in search of her future, the other tormented by his past?

:: DIRECTOR STATEMENT (…) The film observes the rapprochement between these two antagonistic beings, both of them have difficulty dealing with life and expressing their feelings. Two trajectories, two interwoven films, which will soon become just one. Will they find each other the restorative tranquillity they seek? I imagined a film grounded in the body, sensory, physical, organic, to convey what develops and comes undone between the two characters, their inner chaos, their hesitant feelings, their physical experience of this process, the one suffering from longevity, and the other from the feverish eruption of adolescence. (…)

:: THE DIRECTOR LAURENT PERREAU Laurent Perreau began his career as a filmmaker and editorial director on Canapé, a New York television magazine programme. In 2000 he made his first short film, Quand j’étais photographe, for which he won the Best Script Prize at the Clermont Ferrand Festival. In 2001 he worked as an assistant director and directed the series Le temps d’un tournage for French television. Histoire naturelle (2003), his second short film, won the Jury Grand Prix at the Angers Festival. In 2005 he co-scripted the first feature Le passenger by Eric Caravaca and with Alexis Charrier he co-wrote the script for Le cirque, currently in development with Boa Films. L’insurgée is his first feature film.

:: FILMOGRAFIA / FILMOGRAPHY 2000 Quand j’étais photographe (short) 2003 Histoire naturelle (short) 2009 L’insurgée (Restless) :: FESTIVAL e PREMI

FESTIVAL and AWARDS 2009 Locarno: in competizione / in competition

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FRANCIA

:: SYNOPSIS



:: FILM IN CONCORSO: REGNO UNITO

THE UNLOVED 2009 - 35mm - colore - 106’ Regia Direction: Samantha Morton Sceneggiatura Screenplay: Tony Grisoni, Samantha Morton Cinematografia Cinematography: Thomas Townend Montaggio Editing: Colin Monie Scenografia Set design: Jane Levick Costumi Costumes: Sarah Blenkinsop Interpreti Cast: Robert Carlyle, Susan Lynch, Lauren Socha, Michael Socha, Molly Windsor Produttori Producers: Andrew Eaton, Kate Ogborn, Michael Elliott Produzione Production: Channel 4

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REGNO UNITO

:: SINOSSI Lucy ha 11 anni e vive col padre. Un giorno, non per la prima volta, lui la picchia. Dopo esser stata picchiata, Lucy rimane ai piedi delle scale, e passano i giorni e le notti. Si ricorda di aver ricevuto il prezioso libro della Sacra Comunione. Quando ritorna a scuola, Lucy chiede di vedere l’assistente sociale, Jackie. Lucy è nota ai servizi sociali ed è stata in affido, ma nessuno dei genitori adottivi ha potuto offrirle una sistemazione. Jackie la porta in una casa-famiglia per bambini, Crop Row, dove viene lasciata senza niente oltre alla divisa di scuola che indossa. Lucy viene messa in stanza con la sedicenne Lauren che, spaventata dal dover dividere la camera, si mostra inizialmente ostile nei confronti della ragazzina. Ma tra le due nascerà un’amicizia…

:: NOTA DI REGIA Voglio che il pubblico esprima comprensione per i bambini degli istituti. Tutti i bambini possono finire in un istituto - davvero tutti - non si sa cosa c’è proprio dietro l’angolo. Quando si è piccoli, quando si è bambini, non si ha il controllo della situazione e non si ha voce in capitolo. È tutta una questione di genitori, polizia, assistenti sociali e, in quanto bambino, hai pochissimi diritti. In secondo luogo spero che la gente si interroghi su quelli che sono i diritti dei bambini. La difficoltà dei governi di tutto il mondo è che se ripristini i diritti di un bambino, sottrai i diritti all’adulto. Se si guarda con attenzione al nostro sistema di diritti umani, c’è molta confusione e spero che cambi.

:: LA REGISTA SAMANTHA MORTON Samantha Morton è stata salutata come una delle attrici più importanti della sua generazione e ha collaborato regolarmente con registi indipendenti, sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti, e con alcuni dei registi più stimati al mondo. Le diverse e spesso difficili scelte di ruolo, da lei compiute, si riflettono nella lista di numerosi riconoscimenti ottenuti, tra cui due nomination agli Academy Awards per In America di Jim Sheridan e Accordi e disaccordi di Woody Allen. È stata protagonista del film Morvern Callar di Lynne Ramsay e ha vinto il British Independent Film Award. È al fianco di Tom Cruise in Minority Report di Steven Spielberg, in Codice 46 di Michael Winterbottom e in L’amore fatale di Roger Michell. Nel 2007 Samantha ha ricevuto il plauso della critica (e le nomination al BAFTA e al BIFA) in Control - La vita di Ian Curtis di Anton Corbijn. Nel 2008 la Morton è nelle sale nel film Mister Lonely di Harmony Korine. È anche tra gli interpreti di Synecdoche New York di Charlie Kaufman al fianco di Philip Seymour Hoffman, per il quale ha vinto l’Independent Spirit Award.


Lucy is 11 years old. She lives with her father. One day, not for the first time, he beats her. After the beating, Lucy lies at the foot of the stairs, and days and nights pass. She remembers receiving her golden Holy Communion book. The next time she returns to school, Lucy asks to see her social worker, Jackie. Lucy is known to social services and has been in foster care before, but none of her foster parents have any placements available. Jackie takes her to a children’s home, Crop Row, where she is left with nothing apart from the school uniform she is wearing. Lucy is placed in a room with 16-year old Lauren who, appalled at having to share, is initially hostile to the younger girl. But a friendship begins to grow between the two girls...

:: DIRECTOR STATEMENT I want audiences to feel sympathy for children in care. Any child can end up in the care system really everybody - you don’t know what is just round the corner. When you are tiny and a child you are not in control and you don’t have any say. It is all down to parents, police, social workers and as a child you have very few rights. Secondly I hope people question what rights children have. The difficulty for governments around the world is that if you restore the rights of the child you take away the rights of the adult. It is very messed up when you really look in detail at our human rights system and I hope it changes.

:: THE DIRECTOR SAMANTHA MORTON Samantha Morton has been hailed as one of the foremost actresses of her generation and has worked consistently with independent film-makers, in both the UK and US, and with some of the most respected directors in the world. The diverse and often difficult choices of role she has made are reflected in the list of several accolades, she received, including two Academy Award nominations for In America by Jim Sheridan and Sweet and Lowdown by Woody Allen. Morton starred in Morvern Callar by Lynne Ramsay and won the British Independent Film Award. She costarred with Tom Cruise in Minority Report by Steven Spielberg, in Code 46 by Michael Winterbottom and in Enduring Love by Roger Michell. In 2007 Samantha received the critical acclaim (and nominations at BAFTA and BIFA) in Control by Anton Corbijn. In 2008 Morton was seen in cinemas in Mister Lonely by Harmony Korine. She also starred in Synecdoche New York by Charlie Kaufman for which she won the Independent Spirit Award.

:: FILMOGRAFIA / FILMOGRAPHY 2009 The unloved :: FESTIVAL e PREMI

FESTIVAL and AWARDS 2009 Salonicco: in competizione / in competition

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REGNO UNITO

:: SYNOPSIS



:: FILM IN CONCORSO: SPAGNA

YO,TAMBIÉN Me, Too

2009 - 35mm - colore - 103’ Regia Direction: Álvaro Pastor e Antonio Naharro Sceneggiatura Screenplay: Álvaro Pastor, Antonio Naharro Cinematografia Cinematography: Alfonso Postigo Montaggio Editing: Nino Martínez Sosa Scenografia Set design: Inés Aparicio Musica Music: Guille Milkyway Costumi Costumes: Fernando García Interpreti Cast: Lola Dueñas, Pablo Pineda, Antonio Naharro, Isabel García Lorca, Pedro Álvarez Ossorio, Consuelo Trujillo Produttore Producer: Manuel Gómez Cardeña, Julio Medem, Koldo Zuazua Produzione Production: Alicia Produce, Promico Imagen

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SPAGNA

:: SINOSSI Il trentaquattrenne Daniel è il primo europeo con sindrome di Down che ha conseguito un diploma all’università. Inizia a lavorare nei servizi sociali a Siviglia, dove conosce Laura, una collega dallo spirito libero. Diventano subito amici, attirando l’attenzione dei colleghi e delle rispettive famiglie. Il loro rapporto unico diventa problematico quando Daniel si innamora di lei. Ma questi spiriti ribelli non vogliono sottostare alle regole e scoprono l’amicizia e l’amore mai conosciuti prima.

:: NOTA DI REGIA (…) Abbiamo scelto attori praticamente sconosciuti per interpretare i ruoli principali e dare credibilità alla storia. Con Lola Dueñas, abbiamo creato un personaggio complesso in grado di dare una svolta alla storia e di mostrarci una persona “normale” con un sacco di problemi. Per quanto riguarda l’estetica e la linea narrativa, insieme al direttore della fotografia, Alfonso Postigo, abbiamo deciso di optare per una scenografia spoglia e di girare con telecamera a spalla e illuminazione realistica. Lavorare con attori con sindrome di Down richiede un’attenzione speciale da parte della troupe. Questi sono pronti a dare quello che serve per ogni scena, ma la troupe si deve adeguare e deve sapere come farsi capire. Nel film ci sono due città, Siviglia e Madrid; allo stesso modo ci sono due ruoli principali e due mondi che si incrociano e si incontrano. Entrambi i personaggi intraprendono un viaggio che mostrerà loro il futuro. Per Laura, è un ritorno al passato. Per Daniel è l’inizio della vita adulta.

:: I REGISTI ÁLVARO PASTOR Nato a Madrid nel 1972, studia sceneggiatura e cinematografia con Miguel Picazo, e recitazione con Juan Carlos Corazza e Catalina Lladó. Lavora nel cinema, nella televisione e nella pubblicità come sceneggiatore e/o regista. Ha diretto e prodotto cinque corti, tra i quali l’ultimo, Invulnerabile, ha ricevuto più di 40 premi internazionali. Negli ultimi quattordici anni, ha scritto sceneggiature con Antonio Naharro. Insieme hanno scritto cinque sceneggiature e hanno girato il cortometraggio One More, One Less, nominato ai Goya Awards 2002. ANTONIO NAHARRO Nato a Albacete, Spagna nel 1968. Inizia come attore e sceneggiatore per poi passare alla produzione e alla regia insieme a Álvaro Pastor nel cortometraggio One More, One Less, vincitore di numerosi premi e nomination ai Goya Awards 2002 per il Miglior Cortometraggio di Fiction. Nel 2004, è tra gli interpreti e tra i produttori del corto Invulnerabile, diretto da Álvaro Pastor, e riceve diversi premi per la recitazione nei festival internazionali, (Alcala de Henares, Brest, Brussels, etc.). Yo, también è il primo lungometraggio dei registi.


Thirty-four-year-old Daniel is the first European with Down syndrome to have graduated from university. He starts a social services job in Seville, where he meets free-spirited co-worker Laura. They become fast friends, drawing the attention of both their co-workers and families. Their unique relationship becomes problematic when Daniel falls in love with her. But these rebellious souls refuse to bend to the rules and they find friendship and love as they have never known.

:: DIRECTOR STATEMENT (…) We chose practically unknown actors to accompany the main roles and lend plausibility to the story. With Lola Dueñas, we created a complex character that could lend a twist to the story and could show us a “normal” person with a whole bunch of problems. As regards the aesthetic and narrative line, together with Alfonso Postigo, the director of photography, we decided to go for a bare set design and film it with a shoulder camera and realistic lighting. Shooting with actors with Down syndrome requires that the crew pay special attention. They are quick to give what s needed in each scene, but the crew has to adapt and you have to know how to make yourself understood. In the film there are two cities, Seville and Madrid; in the same way that there are two main roles and two worlds that cross and meet. Both characters undertake a journey which will shape their future. For Laura, it’s a reunion with her past. For Daniel, it’s the beginning of adult life.

:: THE DIRECTOR ÁLVARO PASTOR Born in Madrid, 1972. He studied screenwriting and filmmaking under Miguel Picazo, and acting under Juan Carlos Corazza and Catalina Lladó. He has worked in cinema, television and publicity as a screenwriter and/or a director. He has directed and produced five shorts, among which his last one, Invulnerable, has won over 40 international awards. He has co-written scripts with Antonio Naharro for the past fourteen years. Together they have written five screenplays and co-directed the short feature One More, One Less, for which they were nominated to the 2002 Goya Awards. ANTONIO NAHARRO Born in Albacete, Spain 1968. Starting out as an actor and screenwriter and moving into production and direction with Álvaro Pastor on the short feature One More, One Less, the winner of numerous awards and nominated to the 2002 Goya Awards for Best Fictional Short Feature. In 2004, he starred in and co-produced the short Invulnerable, directed by Álvaro Pastor, and was awarded several acting prizes in international festivals (Alcala de Henares, Brest, Brussels, etc.).

:: FILMOGRAFIA / FILMOGRAPHY 2009 Yo, también :: FESTIVAL / FESTIVAL

2009 San Sebastian: Miglior Attore, Miglior Attrice / Best Actress (Lola Dueñas), Best Actor (Pablo Pineda) 2010 Goya Awards: Miglior Attrice, Miglior Canzone Originale /Best Actress (Lola Dueñas), Best Original Song to Yo, también by Guille Milkyway 2010 Sundance Festival - World Cinema

Me, Too is the directors’ first full-length feature film. 65

SPAGNA

:: SYNOPSIS



:: I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO

CARLO VERDONE omaggio

UN SACCO BELLO BOROTALCO IO E MIA SORELLA COMPAGNI DI SCUOLA MALEDETTO IL GIORNO CHE TI HO INCONTRATO AL LUPO AL LUPO PERDIAMOCI DI VISTA VIAGGI DI NOZZE SONO PAZZO DI IRIS BLOND MA CHE COLPA ABBIAMO NOI IL MIO MIGLIOR NEMICO IO, LORO E LARA

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:: BIOGRAFIA / BIOGRAPHY

CARLO VERDONE Nato a Roma nel 1950, figlio di Mario, celebre storico del cinema, docente universitario e dirigente al Centro Sperimentale di Cinematografia, a contatto sin da piccolo con il mondo del cinema, se ne appassiona insieme al fratello Luca. Dopo la maturità classica, si laurea in Lettere Moderne alla Sapienza di Roma. Gira i suoi primi lavori in super-8 (andati purtroppo persi) e si diploma al Centro Sperimentale con Anjuta (1974), da un testo di Cechov. Contemporaneamente affina le sue naturali doti di trasformista alla scuola per burattinai di Maria Signorelli e fa parte come attore del “Gruppo Teatro Arte” diretto dal fratello. Nel periodo dal ‘74 al ‘79 debutta al cinema, come assistente alla regia, in Quel movimento che mi piace tanto di Franco Rossetti (1974) e, come attore, ne La luna di Bernardo Bertolucci (1979), partecipa a qualche piccolo lavoro di Franco Zeffirelli, gira alcuni documentari per il Ministero, ma soprattutto è in scena al Teatro Alberichino con lo spettacolo di cabaret Tali e quali (1977), dove interpreta i personaggi che gli valgono la chiamata di Enzo Trapani per la trasmissione RAI Non stop. Fondamentale è l’incontro con Sergio Leone, che produce il suo primo film, Un sacco bello (1980), da cui nasce l’abituale collaborazione con gli sceneggiatori Leo Benvenuti e Piero De Bernardi. Il film narra le vicende di tre giovani, tutti da lui interpretati, che rimarranno nell’immaginario popolare e il film gli vale già i primi premi (David di Donatello e Biglietto d’oro). Bissa il successo con Bianco, rosso e verdone (1981), storie di tre personaggi in viaggio per andare a votare (Nastri d’argento per lui e Lella Fabrizi). L’anno seguente Alberto Sordi lo chiama ad interpretare suo figlio ne In viaggio con papà (1982): anche per questa pellicola Verdone viene considerato l’erede naturale dell’“Albertone nazionale”. Dello stesso anno, il 1982, è il suo Borotalco, con Eleonora Giorgi, che vince 5 David di Donatello. Continua a recitare alternativamente in film di altri e suoi: è in Grand Hotel Excelsior di Castellano e Moccia (1982), in Cuori nella tormenta di Enrico Oldoini (1984) con Lello Arena, e in Sette chili in sette giorni di Luca Verdone (1986), con Renato Pozzetto. I suoi sono invece Acqua e sapone (1983), I due carabinieri (1984), con Enrico Montesano, Troppo forte (1986), con un irresistibile Alberto Sordi, Io e mia sorella (1987) con Ornella Muti. Nel 1988 riunisce attorno a sé un cast eccellente per Compagni di scuola: è ormai chiaro che il suo cinema sta volgendo lo sguardo oltre la semplice commedia, mettendo in scena una più profonda critica di costume, condita da venature di malinconia quando non addirittura di amarezza. E dopo Stasera a casa di Alice (1990), con Ornella Muti e Sergio Castellitto, arrivano le conferme con i 5 David di Donatello per Maledetto il giorno che t’ho incontrato (1992), con Margherita Buy, Al lupo, al lupo (1992), con Sergio Rubini e Francesca Neri, e Perdiamoci di vista (1994). Viaggi di nozze (1995) è uno strepitoso successo e gli vale il Biglietto d’Oro. Gira con Claudia Gerini Sono pazzo di Iris Blond (1996), vince ancora un Biglietto d’Oro con Gallo cedrone (1996), è la voce di Zorba ne La gabbianella e il gatto (1998), cui segue C’era un cinese in coma (2000). Nello stesso anno produce Zora la vampira dei Manetti Bros. Seguono due sue buone commedie: il corale Ma che colpa abbiamo noi (2003) e L’amore è eterno finché dura (2004), per cui riceve il Globo d’Oro dalla stampa estera come miglior attore. Gli ultimi anni lo vedono protagonista di successi come: i due capitoli di Manuale d’amore (2005-7), e Italians (2009), tutti di Giovanni Veronesi, ed i suoi Il mio miglior nemico (2006), dove fa coppia con Silvio Muccino, e Grande, grosso e Verdone (2008) tutti premiati con i Biglietti d’Oro. Quest’anno è in sala con Io, loro e Lara, registrando da subito l’ennesimo successo di critica e pubblico con oltre sedici milioni d’incasso. Carlo Verdone ha anche ricevuto omaggi all’estero con sue retrospettive nel 1996 a Parigi, a La Sorbona, e a Bruxelles. 68


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CARLO VERDONE - biografia

Born in Rome in 1950, son of Mario, a famous critic of cinema history, Professor and director at Experimental Cinematography Centre, in touch with the cinema world since a child, he became very keen on it together with his brother Luca. After the secondary school specializing in classical studies, he graduated in Arts at Sapienza University in Rome. He made his early works in super-8 (unfortunately got lost) and graduated at Experimental Centre with Anjuta (1974), made out of a work by Cechov. At the same time he improved his natural talent as a quick-change artist at Maria Signorelli’s school of puppetry and joined as an actor the “Gruppo Teatro Arte” directed by his brother. In the period between ‘74 and ‘79 he made his debut as an assistant director in Quel movimento che mi piace tanto by Franco Rossetti (1974) and as an actor in Luna by Bernardo Bertolucci (1979), he took part in minor works by Franco Zeffirelli, made some documentaries for the Ministry, but above all he was on stage at Alberichino Theatre with the cabaret show Tali e quali (1977), where he played the characters that made Enzo Trapani engage him for the RAI TV programme Non stop. The meeting with Sergio Leone was fundamental, since he produced his directorial debut, Fun is beautiful (1980), which originated the regular cooperation with the scriptwriters Leo Benvenuti and Piero De Bernardi. The film tells the story about three young characters, all played by Verdone, that would be impressed on the collective imagination and the film awarded him the first acknowledgements (David di Donatello and Golden Ticket). He repeated success with Bianco, rosso e verdone (1981), a story about three characters all heading back to their hometown on election day (Silver Ribbon to him and Lella Fabrizi). The following year Alberto Sordi called him to play his son in Journey with Papa (1982): also for this film Verdone would be considered the “natural heir” of “national Albertone”. Of the same year 1982 is his Borotalco, with Eleonora Giorgi, which won 5 David di Donatello. He went on acting alternatively in films by others and by himself: he acted in Grand Hotel Excelsior by Castellano and Moccia (1982), in Cuori nella tormenta by Enrico Oldoini (1984) with Lello Arena, and in Sette chili in sette giorni by Luca Verdone (1986), with Renato Pozzetto. Instead he directed Soap and water (1983), I due carabinieri (1984), with Enrico Montesano, Great! (1986), with the irresistible Alberto Sordi, Me and my sister (1987) with Ornella Muti. In 1988 he selected an excellent cast for Compagni di scuola: it is now clear that his cinema is going beyond the light comedy, putting on stage a deeper social criticism, seasoned with notes of melancholy and sometimes even of sadness. And after Tonight at Alice’s (1990), with Ornella Muti and Sergio Castellitto, new acknowledgements arrived with 5 David di Donatello for Damned the day I met you (1992), with Margherita Buy, Wolf! Wolf! (1992), with Sergio Rubini and Francesca Neri, and Let’s not keep in touch (1994), with Asia Argento (David as Best Director and Best Actress). The return to the “tripartite” comedy of “characters” with Viaggi di nozze (1995) was an outstanding success and awarded him the Golden Ticket. He made I’m crazy about Iris Blond (1996) with Claudia Gerini, and won another Golden Ticket with Gallo cedrone (1996), he was the voice of Zorba in Lucky and Zorba (1998), followed by A Chinese in a coma (2000). In the same year he produced Zora the vampire by Manetti Bros. Two good comedies followed: the choral It’s not our fault! (2003) and Love is eternal while it lasts (2004), for which he was awarded the Golden Globe by the foreign press as Best Actor. In the last years he has successfully starred in films such as: two chapters of Manual of love (2005-7), and Italians (2009), all by Giovanni Veronesi, and successfully directed My best enemy (2006), pairing up with Muccino, and Grande, grosso e Verdone (2008) all winners of Golden Tickets. This year he has been in cinemas with Io, Loro e Lara, soon obtaining the umpteenth success, among both critics and audience, and over sixteen million takings. Tributes to Carlo Verdone have been also paid abroad with retrospectives on him in 1996 in Paris, at the Sorbonne, and in Bruxelles.


:: OMAGGIO A CARLO VERDONE

UN SACCO BELLO Fun is beautiful ITALIA - 1979 – 35mm – colore - 99’ Regia Direction: Carlo Verdone Sceneggiatura Screenplay: Carlo Verdone, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi Cinematografia Cinematography: Ennio Guarnieri Montaggio Editing: Eugenio Alabiso Scenografia Set Design: Carlo Simi Musica Music: Ennio Morricone Costumi Costumes: Roberto Mangoni, Carlo Simi

Interpreti Cast: Carlo Verdone, Veronica Miriel, Mario Brega, Isabella De Bernardi Produttori Producers: Romano Cardarelli, Sergio Leone Produzione Production: Medusa

:: SINOSSI / SYNOPSIS Le vicende di tre personaggi con ben poco in comune s’intrecciano in una calda estate romana. Enzo, un tronfio e volgare bellimbusto, parte per Cracovia insieme ad un amico. Ma questi si sente male ancor prima di uscire dalla città. Ruggero sta tornando a casa con la sua partner, dopo due anni d’assenza che ha speso in una comunità hippie, vivendo dei frutti del suo lavoro e professando l’amore libero. Leo, invece, è un ingenuo giovanotto che condivide con la madre un appartamento a Trastevere. Incontra per caso la bella Marisol, in cerca di un posto dove dormire dopo aver scoperto che i letti dell’ostello sono esauriti. Riluttante in un primo momento, Leo accetta di ospitarla in casa. The stories of three very dissimilar characters intersect in a hot summer in Rome. Enzo, a vulgar fop all puffed up, leaves for Cracow with his friend who feels ill even before leaving the city. Ruggero is getting back home with his partner, after two years spent in a hippy community, living on the fruits of his work and professing free love. Leo, instead, is a naive boy who lives with his mother in a flat in Trastevere. He has met by chance Marisol, who is looking for a flop after finding that the hostel is fully booked up. At first unwilling, Leo accepts to house her.

:: NOTA CRITICA / CRITICAL NOTE “(…) Un sacco bello è la cronaca di tre fallimenti.(...) Verdone ci fa intravedere l’intollerabile malinconia della solitudine. Ma il film trascorre lieve sulle note più gravi, concentrato sulla risata, sul grande numero polimorfo di un comico dotatissimo. (…) Verdone conferma l’occhio acuto e lo sberleffo a colpo sicuro che già gli è stato riconosciuto in palcoscenico. I suoi prossimi film ci diranno se abbiamo di fronte anche un nuovo autore umoristico, come farebbe sperare la nitidezza dell’immagine e il disegno degli altri personaggi (fra i quali spicca la spagnola Véronica Miriel).” (Tullio Kezich) “(…) Fun is beautiful is the description of three failures. (…) Verdone makes us glimpse the unbearable melancholy of being alone. However, the film passes over more serious notes, focusing on the laugh, on a great polymorphic number by a very gifted comic. (…) Verdone confirms his subtle eye and the successful grimace already recognized by his audience. His next films will reveal us whether we have a new humorous writer before our eyes, as suggested by the clarity of the images and the scheme of the other characters (among them the Spanish Véronica Miriel stands out).” (Tullio Kezich)

:: PREMI/ AWARDS 1980 David di Donatello: Miglior Attore Esordiente / Best New Actor 1980 Nastro d’argento / Silver ribbon: Miglior Attore Esordiente / as Best New Actor 1980 Biglietto d’oro / Golden Ticket

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:: OMAGGIO A CARLO VERDONE

BOROTALCO ITALIA - 1981 – 35mm – colore - 107’ Regia Direction: Carlo Verdone Sceneggiatura Screenplay: Carlo Verdone, Enrico Oldoini Cinematografia Cinematography: Ennio Guarnieri Montaggio Editing: Antonio Siciliano Scenografia Set Design: Andrea Crisanti Musica Music: Stadio, Fabio Liberatori, Lucio Dalla Interpreti Cast: Carlo Verdone, Eleonora Gior-

ni, Angelo Infanti, Christian De Sica, Roberta Manfredi, Mario Brega, Enrico Papa, Isa Gallinelli Produttori Producers: Mario e Vittorio Cecchi Gori Produzione Production: Capital Film, Rai - Radiotelevisone Italiana

:: SINOSSI / SYNOPSIS Un venditore porta a porta, ultimo nella classifica delle vendite della casa editrice musicale, telefona alla sua collega capolista Nadia, proponendogli di unire il loro lavoro per un giorno in modo che lui possa fare un po’ di tirocinio. L’indomani, però, si trova da solo davanti all’abitazione del cliente. Stanco di aspettare, va da solo all’appuntamento e stringe amicizia con l’uomo, un playboy sulla quarantina. Mentre questi gli narra le sue avventure, arrivano i Carabinieri che lo portano via. Il venditore rimane solo in casa del cliente, e, davanti alla collega sopraggiunta, ne assume l’identità... A door-to-door salesman, bottom of the music recording company sales list, calls his colleague Nadia, who is at the top of the list, and asks her to work together for a day so that he can do his training. However, the day after, he is alone in front of the customer’s house. Tired of waiting he goes by himself to the meeting and makes friends with the man, a forty-year-old playboy. While the man is telling him about his stories, Carabineers arrive and take the man. The salesman remains alone at the customer’s house and adopts the customer’s identity when the colleague arrives…

:: NOTA CRITICA / CRITICAL NOTE “Condotto a buon ritmo, servito come vuole lo spasso dalla mimica corporale e vocale di un Verdone che serva dimensioni domestici-che, sia quando fa il contabile sia quando si rattrappisce, tonificato dalla grazia schietta della Giorgi, Borotalco ha avuto oltretutto la fortuna di azzeccare le figurine di fianco”. (Giovanni Grazzini - Cinema ‘82) “Good rhythm, served according to the fun vocal and facial expressions Verdone shows in domestic dimensions whether he is an accountant or he twists invigorated by Giorgi’s pure charm. Moreover, Borotalco has been successful in the selection of side characters”. (Giovanni Grazzini - Cinema ‘82)

:: PREMI/ AWARDS 1982 David di Donatello: Miglior Film / Best Film, Migliore Attore / Best Actor (Carlo Verdone), Migliore Attrice / Best Actress (Eleonora Giorgi), Migliore Attore non Protagonista / Best Supporting Actor (Angelo Infanti); Miglior Musicista / Best Music (Lucio Dalla e Fabio Liberatori). 1982 Nastro d’argento / Silver ribbon: Eleonora Giorgi Migliore Attrice Protagonista / as Best Actress

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:: OMAGGIO A CARLO VERDONE

IO E MIA SORELLA Me and my sister ITALIIA - 1987 – 35mm – colore - 109’ Regia Direction: Carlo Verdone Sceneggiatura Screenplay: Carlo Verdone, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi Cinematografia Cinematography: Danilo Desideri Montaggio Editing: Antonio Siciliano Scenografia Set design: Emilio Baldelli Musica Music: Fabio Liberatori. Le canzoni September Blue, Loving You Again e Dancing With Strangers sono eseguite da Chris Rea Interpreti Cast: Carlo Verdone, Ornella Muti,

Elena Sofia Ricci, Mariangela Giordano, Galeazzo Benti, Tomas Arana, Veronica Lazar, Maurizio Fardo, Tom Felleghy, Sebastian Blaaw Produttori Producers: Mario e Vittorio Cecchi Gori Produzione Production: C.G. Silver Film, Rai Radiotelevisione Italiana

:: SINOSSI / SYNOPSIS Carlo Piergentili - un oboista che, con la moglie Serena, violoncellista, fa parte dell’orchestra di Spoleto - ha la madre in fin di vita. Carlo deve avvertire sua sorella Silvia - tanto irrequieta e vagabonda, quanto lui è mite e amante della vita tranquilla - e chiederle di tornare a casa. Il telegramma la raggiunge in Grecia, ma lei arriva soltanto poco prima della tumulazione. Da quel momento sullo sfortunato e generoso fratello piombano un mare di guai, poiché Silvia si installa in casa sua. Mentre Serena entra in crisi per l’ivadenza di Silvia, questa chiede al fratello di accompagnarla a Budapest a riprendersi il figlio. Carlo accetta e i due fratelli riescono, dopo varie peripezie, a riprendersi il bambino… Carlo Piergentili is an oboist and together with his wife Serena, a cellist, are members of the Spoleto Orchestra. Carlo’s mother is dying and so he has to inform his sister Silvia - so restless and wandering as he is gentle and peaceful life-loving – and ask her to come back home. She receives the telegram in Greece, but she returns only shortly before the burial. Since then the unfortunate and generous brother is plunged into deep trouble, as Silvia installs in his house. While Serena is in crisis because of Silvia’s nosiness, Silvia asks his brother to go with her to Budapest in order to recover her son. Carlo agrees and, after several vicissitudes, the two brothers manage to recover the child…

:: NOTA CRITICA / CRITICAL NOTE “(…) Imbastito con una mano leggera ormai inconsueta nel cinema comico italiano, Io e mia sorella riesce a scherzare su temi profondi (inclusa la morte della madre, che per Verdone ha un doloroso riferimento autobiografico) in una chiave ilare e malinconica insieme. Pur non arrivando in primo piano, le figure di contorno sono accennate con estro divertito: il maturo innamorato Galeazzo Benti e la moglie perbenista Elena Sofia Ricci. E dall’insieme emerge un sapore di verità, che si traduce in una paradossale e burlesca apologia dei legami di sangue.” (Tullio Kezich, Il filmnovanta: cinque anni al cinema: 1986-1990) “(…) Sketched with a light hand, almost uncommon for Italian comedy, Me and my sister manages to play on important subjects (including the mother’s death, which represents a sad autobiographic reference to Verdone’s life) with both hilarious and melancholy slant. While not coming to the fore, the side characters are sketched with amused creativity: the mature in love Galeazzo Benti and his conformist wife Elena Sofia Ricci. On the whole it comes out a note of truth, which results in a paradoxical and burlesque apology of blood ties.” (Tullio Kezich, Il filmnovanta: cinque anni al cinema: 1986-1990)

:: PREMI/ AWARDS 1988 David di Donatello: Miglior Sceneggiatura / Best Screenplay, Elena Sofia Ricci come Miglior Attrice non Protagonista / as Best Supporting Actress 1987 Festival de Villerupt: Premio Primo Classificato / First Place Award

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:: OMAGGIO A CARLO VERDONE

COMPAGNI DI SCUOLA ITALIA - 1988 – 35mm – colore - 118’ Regia Direction: Carlo Verdone Sceneggiatura Screenplay: Piero De Bernardi, Leo Benvenuti, Carlo Verdone Cinematografia Cinematography: Danilo Desideri Montaggio Editing: Antonio Siciliano Scenografia Set design: Giovanni Natalucci Musica Music: Fabio Liberatori Costumi Costumes: Luca Sabatelli Interpreti Cast: Carlo Verdone, Eleonora Giorgi, Christian De Sica, Alessandro Ben-

venuti, Natasha Hovey, Nancy Brilli, Athina Cenci, Maurizio Ferrini, Massimo Ghini, Piero Natoli, Luisa Maneri, Giusi Cataldo, Isa Gallinelli, Luigi Petrucci, Fabio Traversa, Angelo Bernabucci, Silvio Vannucci, Giovanni Vettorazzo, Carmela Vincenti, Gianni Musy, Serena Bennato, Gianluca Favilla Produttori Producers: Mario e Vittorio Cecchi Gori Produzione Production: Cecchi Gori Group, Tiger Cinematografica

:: SINOSSI / SYNOPSIS La 35enne Federica riunisce nella villa al mare del suo amante, dopo quindici anni dalla licenza liceale, i suoi ex-compagni di scuola. In questo incontro, dal pomeriggio all’alba successiva, le illusioni, le nevrosi ed i fallimenti di una generazione piena di problemi vengono evidenziati sconsolatamente. 35-year-old Federica invites her former schoolmates in her lover’s villa at the seaside fifteen years after they graduated from high school. During the reunion, from the afternoon until the following dawn, the illusions, the neurosis and the failures of a problematic generation are pointed out in a discouraging way.

:: NOTA CRITICA

/ CRITICAL NOTE

“Allora non s’era visto male (vanità di cronista...) quando, all’indomani di Io e mia sorella, si disse che Carlo Verdone era cresciuto e lasciando perdere i bozzetti si volgeva al più proficuo cinema di costume. È trascorso appena un anno, e il nuovo film segna infatti un altro passo avanti verso la piena maturazione d’un autore che facendo confluire sullo schermo l’estro comico e lo scorcio sociologico sta assumendo un profilo assai interessante. (…) Conta l’equilibrio espressivo raggiunto nella rappresentazione delle dodici ore, dal tardo pomeriggio all’alba, trascorse insieme dagli ex compagni di scuola del titolo, che quindici anni dopo aver preso il diploma hanno risposto all’appello di Federica, la più bella della classe, ora padrona d’una villa di lusso sull’Appia. (…)” (Giovanni Grazzini, Il Messaggero) “Then it was not a false expectation (vanity as a reporter… ) when, after Me and my sister, Carlo Verdone was said to have grown up passing over the sketches and turning to more profitable comedy of manners. Just one year has passed and, indeed, the new film takes a step forward towards the complete achievement of an author who, by mixing comic creativity and sociological glimpses, is gaining a very interesting profile. (…). And what’s more the expressive equilibrium in the description of the twelve hours, from late-afternoon to the following dawn, the former classmates of the title spend together; fifteen years after graduating from high school, they have replied to an invitation by Federica, who was the most beautiful girl in the class, and now is the owner of a stunning villa along the Appian Way. (…)”(Giovanni Grazzini, Il Messaggero)

:: PREMI/ AWARDS 1989 David di Donatello: Athina Cenci Miglior Attrice non Protagonista / Best Supporting Actress

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:: OMAGGIO A CARLO VERDONE

MALEDETTO IL GIORNO CHE TI HO INCONTRATO Damned the day i met you ITALIA - 1992 – 35mm – colore - 112’ Regia Direction: Carlo Verdone Sceneggiatura Screenplay: Carlo Verdone, Francesca Marciano Cinematografia Cinematography: Danilo Desideri Montaggio Editing: Antonio Siciliano Scenografia Set design: Francesco Bronzi Musica Music: Fabio Liberatori Brani di Songs by Jimy Hendrix

Interpreti Cast: Carlo Verdone, Margherita Buy, Elisabetta Pozzi, Giancarlo Dettori, Alexis Meneloff Produttori Produccers: Mario e Vittorio Cecchi Gori Produzione Production: C.G. Group Tiger, Penta Film

:: SINOSSI / SYNOPSIS Bernardo Arbusti fa il critico rock, ed è alla ricerca di notizie su Jimi Hendrix, di cui dovrebbe stendere la biografia. L’affanno della ricerca gli fa trascurare la fidanzata Adriana, che se ne va, lasciandolo alle sue nevrosi. Affidatosi alle cure dello psicanalista Ludwig Altieri, Bernardo s’imbatte, proprio sul pianerottolo del medico, nella giovane Camilla, attrice anche lei nevrotica, che, durante le riprese, incorre in continue papere, costringendo a innumerevoli ripetizioni di ciak. Nasce fra loro una bizzarra solidarietà, fatta di reciproche confidenze sulle proprie nevrosi, sintomi, pillole e terapie. Se non che la loro intesa viene presto resa tempestosa da Bernardo, che non tollera il transfert amoroso di Camilla per Altieri… Bernardo Arbusti is a rock music critic, in search of information about Jimi Hendrix, whose biography he is writing. The effort of the research makes him neglecting his fiancée Adriana, who leaves him with his neurosis. Relying on the psycho-analyst Ludwig Altieri, on the doctor’s landing he bumps into young Camilla, an actress, neurotic her too, that, during the shots, falls into continuous slips of the tongue, compelling to innumerable repetitions. A bizarre solidarity establishes between them, made up of mutual confidences on their own neurosis, symptoms, therapies. But their understanding is soon troubled by Bernardo who does not bear Camilla’s loving transfert for Altieri...

:: NOTA CRITICA

/ CRITICAL NOTE

“Si ride senza risparmio e senza pentirsene dopo. Segno che l’alchimia fra il poliedrico Verdone e Margherita Buy è perfetta.” (Tullio Kezich) “(…) Attrice duttile e intelligente, Margherita Buy sa graduare i passaggi dai momenti comici ai parossistici e ai sentimentalismi.” (Francesco Bolzoni) “We don’t spare laughs and we don’t regret it. A sign that the alchemy between multifaceted Verdone and Margherita Buy is perfect.”(Tullio Kezich) “(...) A malleable, intelligent actress, Margherita Buy can graduate the passages from the comic moments to paroxysmal and sentimentalisms.” (Francesco Bolzoni)

:: PREMI/ AWARDS 1992 Ciak d’Oro: Margherita Buy 1992 David di Donatello: Migliore Attore / Best Actor Carlo Verdone, Migliore Sceneggiatura / Best Script (Francesca Marciano e Carlo Verdone), Migliore Attrice Non Protagonista / Best Non Leading Actress (Elisabetta Pozzi), Migliore Fotografia / Best Photography (Danilo Desideri), Miglior Montaggio / Best Editing (Antonio Siciliano).

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:: OMAGGIO A CARLO VERDONE

AL LUPO AL LUPO Wolf! Wolf!

ITALIIA - 1993 – 35mm – colore - 125’ Regia Direction: Carlo Verdone Sceneggiatura Screenplay: Filippo Ascione, Piero De Bernardi, Leo Benvenuti, Carlo Verdone Cinematografia Cinematography: Danilo Desideri Montaggio Editing: Antonio Siciliano Scenografia Set design: Francesco Bronzi Musica Music: Manuel De Sica, supervisione supervision Donato Salone

Interpreti Cast: Carlo Verdone, Sergio Rubini, Francesca Neri, Barry Morse, Cecilia Luci, Gillian McCutcheon, Giampiero Bianchi Produttori Producers: Mario e Vittorio Cecchi Gori Produzione Production: Cecchi Gori Group, Tiger Cinematogrfica, Giuliavittoria Audio Vi

:: SINOSSI / SYNOPSIS Vanni, Gregorio e Livia, tre fratelli molto diversi tra loro, dopo un passato di invidie, bisticci e recriminazioni si ritrovano quando Mario, il loro padre, uno scultore e poeta famoso, sparisce all’improvviso, proprio alla vigilia della consegna di un importante premio conferitogli dall’Accademia Chigiana, costringendo i figli a mettersi sulle sue tracce... Three very dissimilar brothers, Vanni, Gregorio and Livia, after their past of envy and quarrels, unite when their father Mario, a sculptor and a famous poet, suddenly disappears, just the day before Chiagiana Academy has to award an important prize to him, so they are forced to search for him…

:: NOTA CRITICA

/ CRITICAL NOTE

“(…) Ma c’è dietro un mistero più grande, che riaffiora dai ricordi dell’infanzia, dalle fotografie e dai filmini ritrovati: ed è la formula, l’impossibilità, l’ineluttabilità del vivere insieme, dell’essere padri, figli e fratelli. Anni or sono il compianto Stefano Reggiani definì il cinema di Verdone “malincomico”, con un neologismo che resta la migliore definizione di Al lupo al lupo. Dove a un più acuto sentimento del paesaggio (la bella fotografia è di Danilo Desideri) corrisponde un divertimento minimalista, affettuosamente psicologistico, servito con rara immedesimazione dai bravissimi interpreti.” (Tullio Kezich, Il Corriere della Sera) “ (…) But behind there is a deeper mystery, that emerges through the memories of childhood, the photos and videos found: that’s the formula, the ineluctability, the impossibility of living together, of being fathers, sons and brothers. Several years ago, the late lamented Stefano Reggiani defined Verdone’s cinema as ‘melancholy’, a neologism which remains the best definition for Wolf! Wolf!, where the minimalist, lovingly psychologist enjoyment, served with the uncommon identification of the excellent cast, corresponds to stronger sentiment of the scenery (the nice photo is by Danilo Desideri).” (Tullio Kezich, Il Corriere della Sera)

:: PREMI/ AWARDS 1992 Nastri d’Argento / Silver ribbon: Miglior Soggetto Originale, Migliori Musiche / Best Original Story, Best Music

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:: OMAGGIO A CARLO VERDONE

PERDIAMOCI DI VISTA Let’s not keep in touch ITALIA - 1994 – 35mm – colore - 117’ Regia Direction: Carlo Verdone Sceneggiatura Screenplay: Carlo Verdone, Francesca Marciano Cinematografia Cinematography: Danilo Desideri Montaggio Editing: Antonio Siciliano Scenografia Set design: Francesco Bronzi Musica Music: Fabio Liberatori. La canzone Heart Beat è di Ryuichi Sakamoto e David Sylvian

Costumi Costumes: Tatiana Romanoff Interpreti Cast: Carlo Verdone, Asia Argento, Anita Bartolucci, Néstor Garay, Natalia Bizzi, Cosima Costantini Produttori Producers: Mario e Vittorio Cecchi Gori Produzione Production: Cecchi Gori Group, Tiger Cinematografica

:: SINOSSI / SYNOPSIS Gepy Fuxas, noto personaggio televisivo, conduce una trasmissione, “Terrazza Italiana”, dove vengono dati in pasto al pubblico gli innumerevoli casi umani, tutti trattati con superficialità. In una di queste puntate, una giovanissima ragazza paraplegica di nome Arianna, inizia a provocarlo dal pubblico. L’effetto di questo intervento sarà catastrofico per la vita di Gepy: il giorno successivo il presidente della rete televisiva decide di chiudere la trasmissione, licenziandolo. Presto abbandonato da tutti, Gepy scopre di essere solo. In un ristorante una sera incontra Antonazzi, un’altra vecchia gloria della televisione che si è riciclato in una piccola rete locale. Antonazzi gli fa una offerta di lavoro, volgare ma economicamente vantaggiosa. Fuxas si riserva di decidere. Parallelamente, Fuxas rincontra Arianna che lo invita a cena a casa sua… Gepy Fuxas is the popular tv presenter of the show “Italian Terrace”, where the public is regaled with a piece of the innumerable events of life, all discussed in a superficial way. In one of these episodes, a paraplegic young girl from the audience, Arianna, begins to provoke him. The result of this attack will be catastrophic for Gepy’s life: the day after, the tv network president decides to cancel the show and he is dismissed. Immediately he finds himself alone and friendless. One evening in a restaurant, he meets Antonazzi, another former tv star, that has recycled himself in a minor local network. Antonazzi makes him a common, but profitable job offer. Fuxas reserves his decision. At the same time, Fuxas meets Arianna again and she invites him for dinner at her house…

:: NOTA CRITICA

/ CRITICAL NOTE

“(…) Come sempre nei film di Verdone ci sono allegria, malinconia, una vena di sottile cattiveria, un senso naturale della comicità del mondo, che spesso scaturisce dalle più piccole cose e dalle più scontate abitudini. Il passo a due tra i toni della commedia e il tema, serio, drammatico, di grande attualità, dei portatori di handicap è coniugato con coraggio e, soprattutto, dimostra come il nostro ex ragazzo di Un sacco bello, continui a cercare una strada precisa, in equilibrio tra la commedia di sentimenti e di situazioni e l’affresco sociale e morale del nostro Paese.” (Giovanna Grassi, Il Corriere della Sera) “ (…) As usual in Verdone’s films we can find fun, melancholy, a slight note of wickedness, a natural sense of the world comedy, that often emerges from the smallest things and the most predictable ways. The pas de deux between the tones of the comedy and the serious, dramatic and highly topical disability subject is married with courage and, above all, it shows how the old boy of Fun is beautiful is still looking for a definite direction, a balance between the romantic situation comedies and the social and moral portrait of our Country.” (Giovanna Grassi, Il Corriere della Sera)

:: PREMI / AWARDS 1994 David di Donatello: Miglior Regia / Best Director (Carlo Verdone), Migliore Attrice / Best Actress (Asia Argento)

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:: OMAGGIO A CARLO VERDONE

VIAGGI DI NOZZE ITALIA - 1995 – 35mm – colore - 117’ Regia Direction: Carlo Verdone Sceneggiatura Screenplay: Carlo Verdone, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi Cinematografia Cinematography: Danilo Desideri Montaggio Editing: Antonio Siciliano Scenografia Set design: Maurizio Marchitelli Musica Music: Fabio Liberatori Costumi Costumes: Tatiana Romanoff

Interpreti Cast: Carlo Verdone, Veronica Pivetti, Claudia Gerini, Cinzia Mascoli, Manuela A Produttori Producers: Mario e Vittorio Cecchi Gori Produzione Production: Cecchi Gori Group, Tiger Cinematografica

:: SINOSSI / SYNOPSIS Tre storie, tre viaggi di nozze. Un illustre e maniacale clinico sposa l’introversa Fosca, rendendola vittima delle sue manie. I coatti Ivano e Jessica non fanno che vagare in macchina, fare all’amore nei modi più inconsueti e dire soltanto gergalmente sciocchezze. Giovannino e Valeriana invece devono sopportare la logorante invadenza dei parenti prima di poter partire per la sospirata crociera nuziale. Three stories, three honeymoons. A distinguished maniacal doctor marries the introverted Fosca, making her a victim of his obsessions. The boor Ivano and Jessica do nothing but drive around aimlessly, make love in the oddest way and talk only bullshit. Instead, Giovannino and Valeriana have to stand their relatives’ exhausting nosiness before going away on the long-awaited wedding cruise.

:: NOTA CRITICA

/ CRITICAL NOTE

“(…) Fondato sull’osservazione della realtà, in coerenza con la grande tradizione della commedia di costume, il film riesce a tener vivi e a intersecare con abilità i tre racconti esemplari, schivando insieme le banalità e le pretese troppo alte. Spiccano in una compagnia bene affiatata l’estro buffo e la carineria di Claudia Gerini, la sposa pseudohippy; ma la parte del leone se la fa Verdone uno e trino, che sa dividersi equamente tra i suoi personaggi senza esagerare e senza mai smorzare i toni, insomma da perfetto servitore del pubblico.” (Tullio Kezich, Il Corriere della Sera) “(…) Based on the observation of reality, in accordance with the great tradition of comedy of manners, the film manages successfully to keep alive and intertwine the three exemplary stories avoiding both banality and greater demands. Among a tight group of friends the comic inspiration and the kindness of the pseudo-hippy bride Gerini stand out; however it’s tripartite Verdone who takes the lion’s share, splitting fairly into his characters without exceeding or toning down, in short a perfect audience servant.” (Tullio Kezich, Il Corriere della Sera)

:: PREMI/ AWARDS 1996 Biglietto d’Oro / Golden ticket

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:: OMAGGIO A CARLO VERDONE

SONO PAZZO DI IRIS BLOND

I’m crazy about Iris Blond ITALIA - 1996 – 35mm – colore - 112’ Regia Direction: Carlo Verdone Sceneggiatura Screenplay: Carlo Verdone, Pasquale Plastino, Francesca Marciano Cinematografia Cinematography: Danilo Desideri Montaggio Editing: Antonio Siciliano Scenografia Set design: Maurizio Marchitelli Musica Music: Lele Marchitelli Costumi Costumes: Tatiana Romanoff

Interpreti Cast: Carlo Verdone, Claudia Gerini, Andréa Ferréol, Nello Mascia, Mino Reitano Produttori Producers: Mario e Vittorio Cecchi Gori Produzione Production: Cecchi Gori Group, Tiger Cinematografica

:: SINOSSI / SYNOPSIS Romeo, cantante e musicista di fama negli anni Settanta, viene lasciato dalla fidanzata. Una sera, in un fast-food, Romeo conosce una cameriera di nome Iris, ragazza italiana emigrata in Belgio con il padre. A poco a poco Romeo scopre che Iris canta e scrive versi e, dopo qualche esitazione, le consiglia di tentare la carriera di cantante. I due decidono di formare un gruppo, fanno una prova in uno studio di registrazione, ottengono un ingaggio, si danno il nome di “Iris Blond and the Freezer” e si esibiscono con successo in molti locali. Romeo si innamora di Iris, ma lei non è certa di poter ricambiare… Romeo, a popular singer and musician in the seventies, is dumped by his girlfriend. One evening, in a fast-food, Romeo meets a waitress named Iris, an Italian girl who has emigrated to Belgium with her father. Little by little Romeo finds out that Iris can sing and write verse and, after much hesitation, he suggests her to try the singing career. The two decide to create a group, they rehearse in a recording studio and get a signing, they are called “Iris Blond and the Freezer” and perform successfully in many places. Romeo falls in love with Iris, but she isn’t sure to return his love…

:: NOTA CRITICA

/ CRITICAL NOTE

“Ancora una volta, di fronte al nuovo film di Verdone, verrebbe la voglia di dire che è il suo più bello: per come si gode la cornice belga senza farsene sopraffare, per la spietata tenerezza con cui ritrae (o autoritrae) i protagonisti. Come interprete Carlo è sempre più padrone dei propri mezzi e ha acquistato a tratti un tono agro e risentito che prima non aveva. Quanto a Claudia Gerini, dopo Viaggi di nozze si conferma una bella scoperta, recita con passione e allegria, si muove a suo agio nei numeri musicali: e se avessimo un cinema in grado di contenerla, potremmo davvero dire che è nata una stella.” (Tullio Kezich, Corriere della Sera) “Once more Verdone’s new film makes us believe that’s the greatest one: we can enjoy the Belgian setting, without being overcome by it, and the ruthless softness through which he portrays (or self-portrays) the main characters. As an interpreter Carlo has even more control over his means and has sometimes acquired a sharp resentful tone he didn’t possess before. As to Claudia Gerini, after Viaggi di nozze, she has proved to have real talent, she acts with fervour and fun, she moves at her ease in musical turns: and if we had a cinema to hold her, we could really say that a star is born.” (Tullio Kezich, Corriere della Sera)

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:: OMAGGIO A CARLO VERDONE

MA CHE COLPA ABBIAMO NOI It’s not our fault! ITALIA - 2003 – 35mm – colore - 112’ Regia Direction: Carlo Verdone Sceneggiatura Screenplay: Carlo Verdone, Pasquale Plastino, Piero De Bernardi, Fiamma Satta Cinematografia Cinematography: Danilo Desideri Montaggio Editing: Claudio Di Mauro Scenografia Set design: Maurizio Marchitelli Musica Music: Lele Marchitelli

Costumi Costumes: Maurizio Millenotti Interpreti Cast: Carlo Verdone, Margherita Buy, Anita Caprioli, Antonio Catania, Lucia Sardo, Stefano Pesce, Massimiliano Amato, Luciano Gubinelli, Raquel Sueiro, Sergio Graziani Produzione Production: Virginia in collaborazione con / in cooperation with Warner Bros Italia

:: SINOSSI / SYNOPSIS Otto persone, di età e storie diverse, vivono a Roma uniti solo dal fatto di frequentare lo stesso gruppo analitico. Si tratta di tre donne e quattro uomini le cui vicende mostrano in maniera divertente, passando da scene corali ad altre più intimistiche, la fragilità ma anche la voglia di cambiare e la capacità di reagire tipiche dei nostri contemporanei. Eight people, of different ages and with different stories, live in Rome united only because they are in the same therapy group. This includes three women and four men, whose stories show in a comical way, from choral scenes to more intimate ones, the frailty but also the wish to change and the ability to react typical of our contemporaries.

:: NOTA CRITICA

/ CRITICAL NOTE

“Eccezionale: una commedia italiana che parla di psicoanalisi, che segue gli otto pazienti di una terapia di gruppo, e che non sfotte, non fa battute ignoranti, non descrive macchiette, non ridicolizza, ma si limita ogni tanto a un’ironia leggera. In uno dei suoi film più riflessivi e cauti, Carlo Verdone racconta coralmente personaggi la cui malattia rappresenta l’esasperazione nevrotica di guai e malesseri esistenziali tra i più comuni e diffusi: il che permette agli spettatori di identificarsi con loro, e consente al regista di esaminare il nostro alterato presente.” (Lietta Tornabuoni, La Stampa) “Excellent: an Italian comedy which is about psychoanalysis and which follows the eight patients of a group therapy, and which does not tease, does not describe oddballs, does not ridicule, confining itself to slight irony. In one of his most reflective and cautious films, Carlo Verdone presents chorally characters whose illness represents the neurotic exasperation of the most common existential trouble and malaise; this allows the spectators to identify themselves with them, and the director to examine our altered present times.” (Lietta Tornabuoni, La Stampa)

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:: OMAGGIO A CARLO VERDONE

IL MIO MIGLIOR NEMICO My best enemy ITALIA - 2006 – 35mm – colore - 113’ Regia Direction: Carlo Verdone Sceneggiatura Screenplay: Carlo Verdone, Pasquale Plastino, Silvia Ranfagni Cinematografia Cinematography: Danilo Desideri Montaggio Editing: Claudio Di Mauro Scenografia Set design: Maurizio Marchitelli Musica originale Original music: Paolo Buonvino Costumi Costumes: Tatiana Romanoff

Interpreti Cast: Carlo Verdone, Silvio Muccino, Ana Caterina Morariu, Agnese Nano, Paolo Tristino, Sara Bertelà, Corinne Jiga Produttori Producers: Aurelio De Laurentiis Produzione Production: Filmauro

:: SINOSSI / SYNOPSIS Il top manager di un’importante catena alberghiera di proprietà di sua moglie e del cognato, ha tutto ciò che un uomo desidera dalla vita: una bella casa, un buon matrimonio e una solida posizione sul lavoro. Ma quando licenzia una cameriera per furto, il figlio di lei, convinto che sia stata accusata ingiustamente, decide di vendicarla e inizia a seguirlo per scoprirne le debolezze e rovinargli l’esistenza... The CEO of a major hotel chain, owned by his wife and his brother-in-law, seems to have everything a man could desire: a beautiful house, a sound marriage and an excellent professional position. However, when he charges a waitress with theft, her son, persuaded that his mother has been wrongly accused, decides to avenge her and starts following him in order to discover his weaknesses and ruin his existence…

:: NOTA CRITICA

/ CRITICAL NOTE

“(...) Le sue macchiette hanno lasciato gradatamente il posto a personaggi che hanno acquistato maggiore spessore: è questo senz’altro anche il caso dei protagonisti di quest’ultimo film, in cui Verdone divide oneri e onori con il giovane Silvio Muccino. Il ritmo è scorrevole, le sequenze fluiscono alternando una comicità mai volgare a momenti maggiormente riflessivi - forse soltanto con qualche indugio eccessivo verso la parte finale del film - e la trama, anche se non originale, funziona piuttosto bene. (...)” (Morandini) “(…) His comic characters have gradually yielded to characters that have gained a greater depth: this is certainly also true of the protagonists of this last film, in which Verdone shares duties and honours with the young Muccino. The rhythm is flowing, the sequences run alternating comedy, which is never vulgar, with more reflective moments - perhaps only with excessive delay in the last part of the film - and the story, even though not original, works quite well. (...)” (Morandini)

:: PREMI / AWARDS 2006 Biglietto d’Oro / Golden Ticket

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:: OMAGGIO A CARLO VERDONE

IO, LORO E LARA ITALIA - 2010 – 35mm – colore - 115’ Regia Direction: Carlo Verdone Sceneggiatura Screenplay: Carlo Verdone, Francesca Marciano, Pasquale Plastino Cinematografia Cinematography: Danilo Desideri Montaggio Editing: Claudio Di Mauro Scenografia Set design: Luigi Marchione Musica Music: Fabio Liberatori Costumi Costumes: Tatiana Romanoff Interpreti Cast: Carlo Verdone, Laura Chiatti,

Anna Bonaiuto, Marco Giallini, Sergio Fiorentini, Angela Finocchiaro Produzione Production: Warner Bros. Entertainment Italia

:: SINOSSI / SYNOPSIS Un sacerdote, missionario in Africa, viene assalito da una profonda crisi esistenziale e di fede. Tornato a Roma, dietro suggerimento dei suoi superiori, decide di prendersi una pausa di riflessione, ritrovare il calore della sua famiglia e cercare di superare il problema. Tuttavia, il suo ritorno gli riserverà amare sorprese, poiché si troverà intrappolato in una società schizofrenica assolutamente priva di rapporti umani, con i suoi familiari - il padre Alberto, il fratello Luigi e la sorella Beatrice - troppo concentrati su se stessi e che sembrano ignorare i suoi problemi. Poi, un giorno, nel già complicato universo della famiglia Mascolo irrompe all’improvviso Lara... A missionary priest in Africa is overwhelmed with a deep existential crisis of faith. Back in Rome, as suggested by his superiors, he decides to pause for reflection in order to recover the family warmth and overcome his problems. However, his return will have a lot of bitter surprises in store for him, since he will be trapped in a schizophrenic society completely without human relations, with his family - his father Albert, his brother Luigi and his sister Beatrice - too focused on themselves while ignoring his problems. Then, one day, into the already complicated world of Mascolo family suddenly Lara breaks…

:: SINOSSI / SYNOPSIS “Nel suo nuovo film Carlo Verdone è di una bravura che si può solo definire mostruosa. (…) Le tecniche di regia sono rese invisibili e grazie al felice contrappunto di fotografia, scenografia e musica il ritratto di gruppo - nonostante l’impianto quasi teatrale - non scade mai nel moralismo spray e si propone anzi come antitesi ai finti tribunali dei dibattiti in tv. (...) se non fossimo in grado di cogliere l’elegante amarezza di un film come questo saremmo noi spettatori a scoprirci inadeguati a usufruire di un cinema italiano onesto innanzitutto con se stesso.” (Valerio Caprara, Il Mattino) “In his new film Carlo Verdone’s ability can only be considered colossal. (…) The direction techniques are clear and thanks to the successful counterpoint of photography, art direction and music, the group portrait – despite the almost theatrical structure – never lapses into spray moralism and represents even an antithesis to the fake court of the debates on tv. (…) if we were not able to catch the elegant sadness of a film like this, as spectators we would feel unsuited for enjoying an Italian cinema honest first of all with itself.” (Valerio Caprara, Il Mattino)

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:: I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO

YILMAZ GÜNEY omaggio

SEYYIT HAN “TOPRAGIN GELINI” AC KURTLAR UMUT AGIT ARKADAS ENDISE ZAVALLILAR SÜRÜ DÜSMAN YOL LE MUR

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:: BIOGRAFIA / BIOGRAPHY

YILMAZ GÜNEY Yilmaz Güney, all’anagrafe Yilmaz Pütün, di genitori curdi, è nato nel 1937 a Yenice, vicino Adana (Turchia). Dopo il liceo si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza ad Ankara, e poi a quella di scienze economiche a Istanbul. Sin da ragazzo coltiva con passione un’attività letteraria, oltre a impiegarsi in ogni lavoro che gli capita. Già dal 1953, infatti, viene assunto casualmente da una società di distribuzione col compito di portare le pellicole di città in città; in questo modo acquista consapevolezza sui gusti del pubblico e sui propri interessi cinematografici. Sempre durante il periodo universitario diventa noto come autore di racconti. Nel 1958, a seguito di una condanna per le simpatie comuniste espresse in un suo scritto giovanile, viene licenziato. Ma, grazie alle conoscenze sviluppate nel mondo del cinema e alla sua abilità di scrittore, inizia a collaborare con quello che sarà il suo maestro: Atif Yilmaz. Proprio di Yilmaz è il film del 1959 Bu vatanin çocuklari (I ragazzi di questo paese), in cui Güney lavora come co-sceneggiatore ed interprete. Lavora con lui (anche come assistente alla regia) fino al 1961, quando inizia a scontare la sua condanna. In carcere scrive il suo primo romanzo: Boynu bübük öldüler (I campi di Yureghir). Isolato dal mondo del cinema, torna a lavorarvi solo grazie all’amico Ferit Ceyhan, che lo dirige in Ikiside cesurdu (I due coraggiosi, 1964), sceneggiato sempre da Güney. Il successo ottenuto dal film lo trasforma in star, e nei seguenti quattro anni è il protagonista di oltre 60 pellicole, di una ventina dei quali è anche co-autore di soggetto e sceneggiatura. Sono principalmente film commerciali d’azione, ma con essi Güney mette a fuoco la sua figura di eroe popolare (sarà soprannonimato “il re brutto”, in contrapposizione con le altre stelle del cinema turco, che seguivano i modelli occidentali di divismo). Nel 1967 gira il suo primo film da regista Benim adim Kerim (Il mio nome è Kerim), un film secondario rispetto a quello che lui stesso giudicava il suo vero esordio: Seyyit Han, anche noto come Topragin gelini (Seyyit Han o La sposa della terra, 1968), prodotto con la sua Güney Film. Tra il ‘69 e il ‘72 interpreta una trentina di film, dirigendone dieci. Tra questi il fondamentale Umut (La speranza, 1970), ed ancora Aci (Il dolore, 1971), Umutsuzlar (I disperati, 1971), Agit (Elegia, 1972). Nel 1972 è nuovamente condannato per aver ospitato degli anarchici ricercati e imprigionato a Selimiye, dove scrive una raccolta di racconti soggetti e lettere pubblicate col titolo di Selimiye uclemesi (Trilogia di Selimiye). Grazie ad un’amnistia esce nel ‘74 ed inizia a girare Endise (L’inquietudine,1974), ma è di nuovo arrestato per l’assassinio di un giudice, ucciso da un colpo d’arma da fuoco durante una rissa scoppiata nel ristorante dove la troupe stava cenando. Condannato non solo per l’omicidio, ma anche per altri “reati” di natura politica, continua a lavorare dal carcere, dove scrive due romanzi e tre sceneggiature (più che ferree): Sürü (Il gregge,1978), Düsman (Il nemico,1979) e Yol (1982), girati da Zeki Ökten e Serif Gören. I primi due ottengono rispettivamente il Pardo d’Oro a Locarno nel 1979 e una menzione speciale a Berlino nel 1980. Il terzo, montato da Güney in Svizzera, dopo esser riuscito a fuggire dalla Turchia sul finire del 1980, vincerà la Palma d’Oro a Cannes nel 1982 ex-aequo con Missing di Costa-Gavras. Nel 1983 gira in Francia Le mur (La rivolta, 1983), ambientato in una prigione turca. Muore a Parigi il 9 settembre 1984. La Giunta Militare nel 1981 gli tolse la nazionalità e ha bandito i suoi libri, le sue immagini, e i suoi film, alcuni dei quali sono andati persi. Attualmente la figura di Güney resta un punto di riferimento stabile nel cinema e nella cultura turca, che continua a guardare alla sua Opera come a uno dei fondamentali momenti di svolta nella complessa storia culturale del paese.

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YILMAZ GÜNEY - biografia

Yilmaz Güney birth name Yilmaz Pütün, was born to Kurdish parents in 1937 in Yenice, near Adana (Turkey). After the high school, he studied law at Ankara University and then economics in Instabul. As a boy, he cultivated literary activity with fervour, besides doing all kinds of job. Already in 1953, in fact, he was accidentally taken on by a film distribution company with the task of carrying films from town to town; this gave him awareness of the public taste and of his own cinema interests. Also during his time at university, he became known as a story writer. In 1958, as a result of a conviction for the communist sympathies expressed in one of his early writings, he was dismissed. However, thanks to the knowledge he had developed of the cinema world and thanks to his skill as a writer, he began working with the one who would be his master: Atif Yilmaz. It’s exactly by Yilmaz the 1959 film Bu vatanin çocuklari (Guys in this country), where Güney worked as co-scriptwriter and actor. He worked with him (even as an assistant director) until 1961, when he started serving his sentence. In prison he wrote his first novel: Boynu bübük öldüler (Yureghir fields). Isolated from the world of cinema, he returned to work only thanks to his friend Ferit Ceyhan, who directed him in Ikiside cesurdu (Two brave men, 1964), also written by Güney. The success of the film turned him into a star, and in the next four years he was the protagonist of over 60 films and also the co-scriptwriter of twenty of them. These were mainly commercial action films, but in them he focused his identity as a popular hero (he was called “the ugly king”, in contrast with Turkish cinema stars, that followed Western models of stardom). In 1967 he made his first film as a director Benim adim Kerim (My name is Kerim), a secondary film compared to what he considered his real début: Seyyit Han, also known as Topragin gelini (Seyyit Han or The Bride of the Earth, 1968), produced by his Güney film. Between ‘69 and ‘72 he starred in about thirty films, directing ten, among these the fundamental Umut (Hope, 1970), and then Aci (Pain, 1971), Umutsuzlar (The hopeless ones, 1971), Agit (Elegy, 1972). In 1972 he was convicted again for harbouring some anarchists and imprisoned in Selimiye, where he wrote a collection of short stories and letters published under the title of Selimiye uclemesi (Selimiye Trilogy). Released under an amnesty in ‘74, he began shooting Endise (Anxiety,1974), but he was arrested again for the murder of a judge killed by firearm during a brawl in the restaurant where the crew was eating dinner. Condemned not only for the murder but also for other political “crimes”, he continued working in prison, where he wrote two novels and three scripts (more than excellent): Sürü (The herd, 1978), Düsman (The enemy, 1979) e Yol (1982), shot by Zeki Ökten e Serif Gören. The first two gained the Golden Leopard at Locarno in 1979 and a special mention at Berlin in 1980 respectively. The third one, edited by Güney in Switzerland, after escaping from Turkey in late 1980, won the Palme D’or at Cannes in 1882 ex-aequo with Missing by Costa-Gavras. In 1983 in France he shot Le mur (The wall, 1983), set in a Turkish prison. He died in Paris on 9 September 1984. In 1981 Military Junta removed his nationality and banned his books, his pictures and his films, some of which have been lost. Nowadays the figure of Güney represents a firm point of reference in Turkish cinema and culture, that still considers his Work as an essential turning point in the complex cultural history of the country.


:: OMAGGIO A YILMAZ GÜNEY

SEYYIT HAN “TOPRAGIN GELINI”

Seyyit Han / Bride of the Earth 1968 – 35mm – b/n - 78’ Regia Direction: Yilmaz Güney Sceneggiatura Screenplay: Yilmaz Güney Cinematografia Cinematography: Gani Turanli Montaggio Editing: Sezai Elmaskaya, Tahsin Demirant Musica Music: Nedim Otyam Interpreti Cast: Yilmaz Güney, Nebahat Çehre, Hayati Hamzaoglu, Danyal Topatan, Nihat Ziyalan

Produzione Production: Güney Film

:: SINOSSI / SYNOPSIS Seyyit Han è un uomo fiero, ma povero. È innamorato di una ragazza del suo villaggio dell’Anatolia e ne è ricambiato. Ma Seyyit Han per ora non ha intenzione di sposarla, perché sogna di lasciare il villaggio e ritornare solo quando avrà fatto fortuna. Solo allora prenderà in sposa la sua amata. Ma la sua assenza dura molti anni e, nel frattempo, un ricco chiede in sposa la ragazza. Poiché il fratello di questa vedrebbe di buon occhio un’unione tra la sua famiglia e quella del possidente, diffonde la falsa notizia che Seyyit Han è morto, spingendo la sorella a rinunciare al suo sogno d’amore. Ma proprio nel bel mezzo del matrimonio, Seyyit Han riappare... Seyyit Han is a bold, but poor man. He is in love with a girl from his village in Anatolia and his love is returned. But Seyyit Han has no intention of marrying her yet, because he dreams of leaving his village and returning only after making a fortune. Only then will he marry his beloved. But his absence lasts many years and in the meantime a rich man proposes to her. As her brother looks favourably on a union between his family and that of the landowner, he decides to spread the bad news that Seyyit Han has died, making her sister abandon her dream of love. But right in the middle of the wedding, Seyyit Han reappears…

:: NOTA CRITICA / CRITICAL NOTE “In Seyyit Han Güney sviluppa qualità che richiamano un viaggio di scoperta. La storia di Seyyit Han è raccontata con voce fuoricampo. Sullo schermo compare una pianura sterminata con in lontananza tre persone a cavallo o un campo sconfinato di margherite che Seyyit pianta per la sua fidanzata. All’inizio l’aspetto melodrammatico del film è rafforzato dalla musica che tradisce inequivocabilmente influenze americane. Si tratta di un espediente di Güney per rafforzare le sue storie - storie di persone che si imbattono solo negli aspetti peggiori del difficile passaggio dal feudalesimo al capitalismo.” (Catalogo della 31ma Berlinale) “In Seyyit Han Guney develops qualities which are reminiscent of a travel of discovery. The story of Seyyit Han is told off-screen. On-screen we see an endless plain with three people riding into the distance or an endless field of margierites which Seyyit plants for his fiancée. At the film’s beginning its melodramatic aspects are intensified by music which betrays inmistakeably American influences. This is a trick of Guney’s to enhance his stories – stories about people who only ecounter the wrost sides of the remains of feudalism and of spreading caputalism.” (31st Berlinale Catalogue)

:: PREMI / AWARDS 1969 Festival di Adana: Miglior Attore, Miglior Fotografia / Best Actor, Best Photography

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:: OMAGGIO A YILMAZ GÜNEY

AC KURTLAR

The hungry wolves TURCHIA - 1969 – 35mm – b/n - 70’ Regia Direction: Yilmaz Güney Sceneggiatura Screenplay: Yilmaz Güney Cinematografia Cinematography: Ali Ugur Montaggio Editing: Ender Feker, Kenan Haceman Interpreti Cast: Yilmaz Güney, Hayati Hamzaoglu, Enver Güney, Türkan Agrak, Sevgi Can Produzione Production: Güney Film

:: SINOSSI / SYNOPSIS Serçe Memet è un ladro che vive in montagna. Quando la popolazione di un villaggio subisce le scorribande di un gruppo di banditi, Serçe Memet decide di proteggere la popolazione inerme e ingaggia la sua battaglia contro i banditi. Serçe Memet is a thief who lives in the mountains. When the people of a village suffer the incursions by a group of bandits, Serçe Memet decides to protect the defenceless people and join battle against the bandits.

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:: OMAGGIO A YILMAZ GÜNEY

UMUT Hope

TURCHIA - 1970 – 35mm – b/n - 105’ Regia Direction: Yilmaz Güney Sceneggiatura Screenplay: Yilmaz Güney Cinematografia Cinematography: Kaya Ererez Montaggio Editing: Celal Köse Musica Music: Arif Erkin Suono Sound: Necip Saricioglu Interpreti Cast: Yilmaz Güney, Gülsen Alniaçik, Tuncel Kurtiz, Kürsat Alniaçik, Osman

Alyanak, Enver Dönmez Produzione Production: Güney Film, Abdurrahman Keskiner

:: SINOSSI / SYNOPSIS Cabbar fa il carrettiere ed è assediato dai creditori. Ha a malapena di che vivere, ma nutre una grande quanto improbabile speranza: vincere alla lotteria. La sua situazione precipita quando un’auto investe uno dei suoi cavalli e lo uccide. Non potendo continuare a lavorare con un solo cavallo è costretto ad accettare lavori di fortuna. Per sopravvivere vende mobili ed altro per comprarsi un secondo cavallo; ma un giorno, in sua assenza, i creditori gli piombano in casa e gli portano via il carro ed il cavallo rimastogli. Cabbar, insieme con il suo amico Hasan, pensa allora di dedicarsi al crimine, ma neanche questo funziona. Allora i due si mettono alla ricerca di un tesoro grazie a poteri magici di un religioso... Cabbar is a horse-cab driver hounded by his creditors. He has barely enough to live on, but he has a great, most unlikely hope: he will win the lottery. The situation is coming to a head when a car accidentally kills one of his horses. Unable to continue working only with a horse and forced to accept makeshift jobs in order to survive, he decides to sell furniture or whatever in order to buy another horse; however, one day, while he is away, creditors rush into his house and take the cart and the remaining horse. Cabbar, together with his friend Hasan, decides to go into crimes, but that’s wrong too. Therefore the two friends go in search of a treasure thanks to the magical powers of a religious...

:: NOTA CRITICA / CRITICAL NOTE “Umut è stato paragonato a Ladri di biciclette, ma si tratta di una parentela discutibile. In Güney non si rintracciano mai il miserabilismo o i “buoni sentimenti” di De Sica. Umut è un film aspro, spietato, tutt’altro che consolatorio. (…) il realismo semidocumentario non viene mai abbandonato in favore di qualcosa di convenzionalmente “più alto”. (...)” (Davide Ferrario) “Dal punto di vista stilistico, Umut parte da un crudo realismo, e passa gradualmente a un registro più mitico-poetico. Ma forse non abbastanza: nonostante i numerosi premi e la programmazione teatrale, il film è stato poi ritenuto sovversivo ed è stato censurato per un certo periodo dalle autorità, il che ha soltanto contribuito a rendere Güney ancora più popolare di prima tra il pubblico.” (Bilge Ebiri, Senses of Cinema) “Umut has been compared to Ladri di biciclette, but it is a questionable comparison. In Güney’s films, miserableness and ‘good feelings’ by De Sica can never be found. Umut is a harsh, ruthless film, anything but consolatory. (…) the semi-documentary realism is never abandoned in favour of something conventionally “higher”. (…)” (Davide Ferrario) “Stylistically, Umut starts off as an exercise in stark realism, and gradually shifts to a more mytho-poetic register. But maybe not mytho-poetic enough: despite numerous awards and a theatrical run, the film was eventually deemed politically subversive and banned for a period by the authorities, which only helped make Güney even more popular than before among viewers.” (Bilge Ebiri, Senses of Cinema)

:: PREMI PRICIPALI / MAIN AWARDS 1970 Adana Festival: Miglior Film, Miglior attore / Best Film, Best Actor 1972 Grenoble Festival: Premio Speciale della Giuria / Special Jury Award 88


:: OMAGGIO A YILMAZ GÜNEY

AGIT Elegy

TURCHIA - 1971 – 35mm – colore - 80’ Regia Direction: Yilmaz Güney Sceneggiatura Screenplay: Yilmaz Güney Cinematografia Cinematography: Gani Turanli Musica Music: Arif Erkin Interpreti Cast: Yilmaz Güney, Hayati Hamzaoglu, Bilal Inci, Atilla Olgaç, Yusuf Koç, Sahin Dilbaz Produzione Production: Güney Film

:: SINOSSI / SYNOPSIS Una banda di briganti si rifugia sulle montagne, in un villaggio abbandonato che si trova sotto un costone da cui l’erosione fa costantemente cadere massi e rocce. I banditi vivono in una situazione di costante instabilità e i loro rapporti sono regolati da una ferrea legge che non ammette il perdono. A gang of smugglers have taken to the mountains, in a deserted village that is situated under a ridge whose erosion makes constantly fall rocks. The gangsters live in a situation of chronic instability and their relationship is governed by a strict law that admits of no forgiveness.

:: NOTA CRITICA / CRITICAL NOTE “Ağit, uno dei film più importanti e personali di Güney, si rivolge di nuovo ai problemi dell’Anatolia orientale, diseredata ed abbandonata alle bande dei “banditi delle montagne”. In questo film lo stile è molto diverso da quello di Umut: il realismo intimista e analitico ha lasciato il posto a una sorta di “realismo epico”, molto giocato sugli effetti visivi e sonori e sul montaggio parallelo, che ricorda a tratti Banditi a Orgosolo di Vittorio De Seta.” (Attila Dorsay) “Ağit, one of the most important and personal films by Güney, addresses the problems of Eastern Anatolia, disinherited and left to gangs of mountain smugglers. In this film, the style is really different from the one in Umut: the intimist, analytical realism is yielding to a kind of epic realism, based on visual and sound effects and on parallel editing, which is sometimes reminiscent of Banditi a Orgosolo by Vittorio De Seta.” (Attila Dorsay)

:: PREMI / AWARDS 1971 Adana Festival: Miglior Film, Sceneggiatura, Regista, Attore / Best Film, Best Script, Best Director, Best Actor

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:: OMAGGIO A YILMAZ GÜNEY

ARKADAS Friend

TURCHIA - 1974 – 35mm – colore - 105’

Regia Direction: Yilmaz Güney Sceneggiatura Screenplay: Yilmaz Güney Cinematografia Cinematography: Cetin Tunca Musica Music: Attila Özdemiroglu, Sanar Yurdatapan Interpreti Cast: Yilmaz Güney, Kerim Afsar, Melike Demirag, Azra Balkan Produzione Production: Güney Film

:: SINOSSI / SYNOPSIS In un villaggio turistico della costa turca arriva un agronomo per incontrare un vecchio amico, un architetto che ha fatto carriera. Lo scompiglio portato in famiglia dal carisma catalizzante dell’amico mette in crisi l’architetto. Intanto l’agronomo politicizza un gruppo di proletari che lavorano al villaggio. Dopo aver aggredito l’amico, l’architetto si lascia convincere ad accompagnarlo al villaggio natale in Anatolia... An agronomist arrives in a tourist village on Turkish coast in order to visit an old friend, a successful architect. The friend’s catalyst charisma throws the architect into crisis and his family into confusion. In the meantime the agronomist tries to indoctrinate a group of proletarians of the village with the class struggle. After assaulting his friend, the architect will be persuaded to accompany him to his native village in Anatolia…

:: NOTA CRITICA / CRITICAL NOTE “ (…) Güney contrappone abilmente il modo di vivere e il sistema di valori occidentali che la borghesia turca cerca di assimilare senza riuscirci veramente, con la vita contadina, che sta attraversando il difficile passaggio dal feudalesimo al capitalismo. Dimostra che nessuno dei due tentativi conduce a una vera soluzione, che la strada da percorrere è da cercare altrove. (...)” (Attila Dorsay) “ (…) Güney skilfully sets western lifestyle and value system, Turkish bourgeoisie has tried to assimilate without real success, against the country world, that is going through the difficult period of the transition from feudalism to capitalism. He shows that none of these attempts lead to a real solution, that the way to go is to be found somewhere else. (…)” (Attila Dorsay)

:: PREMI / AWARDS 1975 Antalya Golden Orange Film Festival: Miglior Musica, 2° classificato nella categoria miglior film / Best Music, Second Place as Best Film

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ENDISE Anxiety

TURCHIA - 1974 – 35mm – colore - 85’ Regia Direction: Serif Gören Sceneggiatura Screenplay: Yilmaz Güney, Ali Özgentürk, Yavuz Pagda Cinematografia Cinematography: Kenan Ormanlar Montaggio Editing: Serif Gören Musica Music: Sanar Yurdatapan Interpreti Cast: Erkan Yücel, Kamran Usluer, Adem Tolay, Emel Mesci, Nizam Ergüdend

Produzione Production: Güney Film, Süha Pelitödü

:: SINOSSI / SYNOPSIS Cehver è il capo di una famiglia coinvolta in una faida tra clan. Secondo la tradizione è lui la vittima predestinata del prossimo assassinio, perciò vuole comprare dai nemici la propria vita in cambio di denaro. La proposta è accettata, ma Chever non ha un centesimo. Trovato lavoro come raccoglitore di cotone, rifiuta la proposta dell’amministratore della tenuta di prendere a servizio la figlia. Quando i raccoglitori sottopagati scendono in sciopero, Chever, sempre più avido, e disperato, diventa crumiro, lavorando giorno e notte... Cevher is the head of a family involved in a clan feud. According to the tradition, he is the intended victim of the next murder, therefore he decides to pay money to his enemies for his own life. His proposal is accepted, but Cevher is penniless. After getting a job as a cotton picker, he turns down the estate manager’s proposal to take his daughter into his service. When the underpaid pickers go on strike, Cevher, more and more avaricious and desperate, will become a scab, working day and night...

:: NOTA CRITICA / CRITICAL NOTE “ (...) Güney non si accosta dialetticamente alle storie: sa che esse contengono una verità evidente per se stessa e che non c’è bisogno di forzarla in schemi ideologici. La coscienza del suo ruolo di cineasta è cristallina. In una scena assistiamo a una proiezione in piazza nella quale passano prima un documentario di propaganda sulla guerra a Cipro, poi alcune scene di Ağit. Il militarismo del regime e la rivolta isolata del bandito d’onore sono due facce della stessa medaglia.(...)” (Davide Ferrario) “(…) Güney doesn’t approach stories dialectically: he knows every story contains an evident truth and there is no need to force it into ideological schemes. The consciousness of his role as a film maker is crystal-clear. In a scene we watch the showing in the square of a propaganda documentary on Cyprus war, then a few scenes from Ağit. The regime militarism and the isolated revolt of the honourable bandit are the two sides of the coin. (...)” (Davide Ferrario)

:: PREMI / AWARDS 1974 Festival Antayala: Miglior Film / Best Film 1977 San Remo Festival: Miglior Attore / Best Actor

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:: OMAGGIO A YILMAZ GÜNEY

ZAVALLILAR The poor

TURCHIA - 1975 – 35mm – colore - 85’ Regia Direction: Yilmaz Güney, Atif Yilmazs Sceneggiatura Screenplay: Yilmaz Güney, Atif Yilmaz Cinematografia Cinematography: Kenan Ormanlar, Gani Turanli Musica Music: Attila Özdemiroglu, Sanar Yurdatapan Interpreti Cast: Yilmaz Güney, Yildirim Önal, Güven Sengil, Göktürk Demirezen, Birtane

Gungor, Seden Kiziltunç, Mehmet Sahiner, Hülya Sengül, Kamran Usluer Produzione Production: Güney Film

:: SINOSSI / SYNOPSIS Tre detenuti escono di prigione una sera d’inverno. Flashbacks narrano le vicende che li avevano condotti in prigione. I tre traversano Istanbul affamati, infreddoliti e senza un soldo. Si fermano in un ristorante e cenano. Al momento di pagare il conto in due si involano, il terzo finisce al commissariato... Three prisoners have come out of prison one winter evening. Flashbacks tell the facts that sent them to prison. The three go through Istanbul starving, cold and penniless. They stop at a restaurant and have dinner. When they have to pay, two of them vanish and the third one is taken to the police…

:: NOTA CRITICA / CRITICAL NOTE “ Atif Yilmaz realizza un’impresa quasi unica nella storia del cinema: con il materiale girato del film Zavallilar che corrisponde circa a un terzo del film, e nell’impossibilità di servirsi di Güney, che ne è protagonista, porta ugualmente a termine il film, modificando completamente la sceneggiatura e dandoci uno dei più bei film della corrente realista turca e, probabilmente, mondiale.” (Attila Dorsay) “Atif Yilmaz has succeeded in an enterprise almost unique in the history of cinema: with the footage of the film Zavallivar that corresponds to about one third of the film, and without the possibility to use Güney, who is the protagonist, he carries out the film all the same, completely changing the script and giving us one of the greatest film of Turkish, and probably, international realist current.” (Attila Dorsay)

:: PREMI / AWARDS 1975 Festival Antalya: Miglior Attrice non Protagonista / Best Supporting Actress (Seden Kiziltunç)

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:: OMAGGIO A YILMAZ GÜNEY

SÜRÜ

The herd TURCHIA - 1979 – 35mm – colore - 129’ Regia Direction: Zeki Ökten Sceneggiatura Screenplay: Yilmaz Güney Cinematografia Cinematography: Izzet Akay Montaggio Editing: Özedemir Aritan Scenografia Set design: Rauf Ozangil, Sabri Aslankara Musica Music: Zülfü Livaneli Interpreti Cast: Tarik Akan, Melike Demirag, Erol Demiröz, Tuncel Kurtiz, Levent Inanir,

Meral Niron, Yaman Okay, Sener Kokkaya, Savas Yurttas Produzione Production: Güney Film

:: SINOSSI / SYNOPSIS È la storia di una famiglia di pastori dell’Anatolia. Un’antica e sanguinosa inimicizia la oppone a un altro clan. Lungo è il viaggio ad Ankara per vendere il gregge. The story tells about a family of shepherds from Anatolia. An old and bloody hostility has set them against another clan. It’s a long journey to Ankara in order to sell the herd.

:: NOTA CRITICA / CRITICAL NOTE “Scritto e prodotto da Yilmaz Güney, nonostante il suo impianto da melodramma rusticano, ha cadenze da documentario antropologico tanto diretto e spoglio è il suo modo di rappresentare usi e costumi ancora allo stato feudale, tanto appassionato è l’assillo di raccontare una condizione di miseria e di dipendenza senza prospettive di riscatto.” (Morandini) “Written and produced by Yilmaz Güney, despite its rustic melodramatic framework, it sounds like an anthropological documentary since in such a direct and bare way he depicts customs and traditions still at feudal conditions, and such passionate is his worry to tell a condition of poverty and dependence with no redemption chance.” (Morandini)

:: PREMI / AWARDS 1979 Locarno: Pardo d’Oro / Golden Leopard 1979 Berlinale: Premio “Otto-Dibelius” della Giuria Protestante / Protestant Jury “Otto-Dibelius” Award 1980 London Film Festival: premio del BFI per il film più originale / BFI Award as Most Original Film 1980 Valencia: Gran Premio / Grand Prize

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:: OMAGGIO A YILMAZ GÜNEY

DÜSMAN The enemy

TURCHIA - 1979 – 35mm – colore - 125’ Regia Direction: Zeki Ökten Sceneggiatura Screenplay: Yilmaz Güney Cinematografia Cinematography: Çetin Tunca Montaggio Editing: Zeki Ökten, Elisabeth Waelchli Musica originale Original music: Arif Sag, Yavuz Top Suono Sound: Tuncer Aydinoglu, Necip

Saricioglu Interpreti Cast: Aytaç Arman, Güngör Bayrak, Güven Sengil, Kamil Sönmez, Ahmet Açan, Sevket Altug, Fehamet Atilla Produzione Production: Güney Film

:: SINOSSI / SYNOPSIS Nei sobborghi suburbarni sulle sponde dei Dardanelli vive Ismail, un povero diavolo disoccupato. Nonostante tutti i suoi tentativi di trovare lavoro si ritrova sempre con un pugno di mosche in mano, anche perché, per i caporali che reclutano la manodopera, è troppo “educato”. Quando il poveraccio scopre che la moglie a sua insaputa si prostituisce, la caccia di casa. Ismail, a poor devil out of work, lives in the suburbs on the shores of the Dardanelles. Despite all his attempts to find a job, he always comes away empty-handed, partly because, according to the gangers who hire labour, he is “too well educated”. When the poor man finds out that his wife prostitutes herself without his knowledge, he throws her out of the house.

:: NOTA CRITICA / CRITICAL NOTE “(...) Lucido, impietoso, preciso nelle caratterizzazioni: è un pezzo di cinema da antologia in cui Güney descrive un microcosmo chiuso in se stesso ma dietro cui leggiamo il macrocosmo della società. Tanto che il regime non permise mai l’uscita di Düsman.” (Davide Ferrario) “(…) Lucid, ruthless, accurate in characterization: a piece of textbook cinema where Güney depicts a confined microcosm, but behind it we can read the macrocosm of society. Therefore the government banned the release of Düsman.” (Davide Ferrario)

:: PREMI / AWARDS 1980 Festival di Berlino: Premio Speciale della Giuria per la Migliore Sceneggiatura, Premio OCIC / Special Jury Prize as Best Screenplay, OCIC Award

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:: OMAGGIO A YILMAZ GÜNEY

YOL

The way TURCHIA - 1982 – 35mm – colore - 112’ Regia Direction: Serif Gören Sceneggiatura Screenplay: Yilmaz Güney Cinematografia Cinematography: Erdogan Engin Montaggio Editing: Yilmaz Güney, Elisabeth Waelchli Musica originale Original music: Sebastian Argol, Kendal Interpreti Cast: Tarik Akan, Serif Sezer, Halil Ergün, Meral Orhonsay, Necmettin Çobano-

glu, Semra Uçar, Hikmet Çelik, Sevda Aktolga Produzione Production: Güney Film, Cactus Film

:: SINOSSI / SYNOPSIS Cinque detenuti turchi ottengono un permesso di otto giorni di licenza. Dei cinque, il più giovane non termina neppure il suo viaggio d’andata. Ha smarrito le sue carte. Fermato a un posto di controllo, finisce in carcere. Gli altri quattro raggiungono le loro famiglie in diverse regioni della Turchia. Omer, uno dei detenuti, giunge nel suo villaggio del Kurdistan. La sua decisione è presa: non ritornerà in prigione. Melvüt fa l’esperienza di passare da una vita sorvegliata, quella della prigione, a un’altra vita sorvegliata che lo addolora più intimamente: quella dell’ambiente familiare. Mehemet Salih tenta di fuggire in treno con la sua donna e i suoi bambini. Infine Seyit Ali, lasciando la prigione, sa che la sua donna l’ha tradito e che deve, secondo la legge di famiglia, ucciderla per riparare l’onore perduto. Five Turkish prisoners have got eight days’ leave. The youngest of the five can’t even finish his outward journey. He has lost his papers. Stopped at check-point, he is arrested. The other four reach their families and their clans in several regions in Turkey. Omer, one of the prisoners, arrives in his village in Kurdistan. He has made his decision: he won’t go back to prison. Melvüt has passed from prison life under surveillance to another controlled one which distresses him more intimately: life in home environment. Mehemet Salih tries to escape by train with his woman and his children. Leaving the prison, Seyit Ali eventually finds out that his wife has been unfaithful to him and, according to the family law, he has to kill her in order to redress the lost honour.

:: NOTA CRITICA / CRITICAL NOTE “Appassionato film in presa diretta sulla realtà sociale e politica della Turchia in regime militare, svolge con linguaggio limpido, severo ma mai greve, un discorso sulla continuità tra il “dentro” e il “fuori” del carcere: l’uno è il seguito e il complemento dell’altro.” (Morandini) “La limpidezza delle immagini, la concretezza dei ritratti e degli ambienti, certi scorci lirici, l’evidenza robusta della recitazione, dicono la maturità di Güney. Il senso di verità che scaturisce da questo ritratto della Turchia, controllata dai militari e prigioniera di una tradizione feudale di cui soprattutto le donne fanno le spese, assume un peso morale, oltreché sociale e politico, ignoto ad altre cinematografie periferiche. (...)” (Giovanni Grazzini, Corriere della Sera) “A passionate film, close-up to the socio-political reality of Turkey under the military regime; using a clear language, severe, but never coarse, it deals with the continuity between “the inside” and “the outside” of prison: the former is the sequel and the completion of the latter.” (Morandini) “The clarity of images, the realism of pictures and surroundings, some lyric views, the strong force of acting, show Güney’s maturity. The sense of truth that emerges from this portrait of Turkey, under the military control and prisoner of a feudal tradition in which especially women are paying for, acquires a moral value, as well as social and political, unknown to peripheral cinema. (...)” (Giovanni Grazzini, Corriere della Sera)

:: PREMI / AWARDS 1982 Festival di Cannes: Palma d’Oro (ex-aequo con Missing di Costa-Gavras), Premio FIPRESCI, mezione speciale della giuria ecumenica / Golden Palm, FIPRESCI Prize, Prize of the Ecumenical Jury - Special Mention 95


:: OMAGGIO A YILMAZ GÜNEY

LE MUR The wall

FRANCIA - 1983 – 35mm – colore - 107’ Regia Direction: Yilmaz Güney Sceneggiatura Screenplay: Yilmaz Güney Cinematografia Cinematography: Izzet Akay Montaggio Editing: Sabine Mamou Musica Music: Setrak Bakirel, Ozan Garip Sahin Interpreti Cast: Tuncel Kurtiz, Ayse Emel Mesci, Berrichi, Nicolas Hossein, Isabelle Tissandier, Ahmet Ziyrek, Ali Berktay Produttori Producers: Marin Karmiz

Produzione Production: Güney Film, MK2, TF1, Ministère de la Culture

:: SINOSSI / SYNOPSIS Nel Dormitorio numero 4 della prigione di Ankara sono raccolti uomini e donne, detenuti politici e delinquenti comuni, ma l’obiettivo è puntato soprattutto sui giovanissimi, sempre umiliati, bastonati e seviziati. Lo scarso cibo, la mancanza di vetri alle finestre e di acqua, i parassiti e, più che ogni altra cosa, la gragnuola di botte che sadicamente si rovescia ogni giorno su di loro, spinge alcuni ragazzi tra i più animosi ad organizzare una rivolta: la quale ha come unico scopo quello di un trasferimento in altra prigione, che non può, a detta dei promotori, essere peggiore. In Dormitory no 4 of the prison in Ankara, men and women, political prisoners and common criminals are gathered, but the attention is focused primarily on the youngest prisoners, always humiliated, beaten and tortured. Scarce food, windows without panes, lack of water, the spongers and, more than anything else, the hail of blows, they regularly receive sadistically, leads some guys among the bravest to rebel: the only aim of the revolt is to be transferred to another prison which, according to the promoters, can’t be worse.

:: NOTA CRITICA / CRITICAL NOTE “(...) È un film che aggredisce e sta addosso ai suoi personaggi, alle loro facce, ai loro lividi. Che li domina (moltissime le inquadrature dall’alto) e li accarezza. (…) Forse non c’è in esso nulla di più, quanto a contenuti, di ogni classico film carcerario, ma il di più è nelle immagini, nelle facce (…). Le foto-inquadrature segnaletiche che concludono il film lasciano l’impronta fissa di una galleria di personaggi indimenticabili.” (Alberto Farassino, La Repubblica) “(…) It’s a film which attacks and keeps on at its characters, at their faces, at their bruises, which dominates them (there are lots of high-angle shots) and caresses them. (…). As to the contents, in it there is nothing more than in any classic prison films, but there is more in the images, in the faces (…). The identification photos-shots that close the film leave the fixed mark of a gallery of unforgettable characters.” (Alberto Farassino, La Repubblica)

:: PREMI / AWARDS 1983 Festival di Cannes: in competizione / in competition

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Il cinema di Yilmaz Güney Proviene da una stagione in cui il cinema vibrava di un rapporto diretto, quasi sanguigno, con la società, Yilmaz Güney, una stagione in cui il fare cinema si nutriva di un’idealità ma anche di una prassi “politica” che oggi è troppo spesso dimenticata. Anche per questo oggi, a più di 25 anni dalla sua scomparsa, ci sembra importante tornare sulla figura di questo straordinario cineasta turco, seguendo il desiderio di ritrovarlo, ma anche l’urgenza di farlo conoscere alle generazioni più giovani di cinefili. Quando, il 9 settembre del 1984, la parabola di Yilmaz Güney si esaurì nel tragico destino di un male incurabile, che lo sorprese a Parigi, dove finalmente aveva ritrovato la libertà di vivere, pensare e fare cinema sia pur in esilio, a morire non era solo un grande regista, che il mondo intero aveva imparato ad apprezzare e ammirare per la sua incredibile forma di “resistenza cinematografica”, ma anche una delle figure più carismatiche del panorama sociale (culturale, politico, popolare) turco: una personalità sfaccettata e catalizzante per l’immaginario del suo paese, che il critico americano Jim Hoberman ebbe a definire, con felice intuizione, una sorta di combinazione tra Clint Eastwood, James Dean e Che Guevara. Quello che la sua gente aveva imparato ad amare come il “re brutto” (in contrapposizione con una tipologia di divi fintamente raffinati dominante nel cinema turco), era una star popolare perché dal popolo proveniva, il popolo rappresentava e al popolo si rivolgeva, cercando di definire per la Turchia un modello di identità culturale consapevole: “Io conoscevo il mio popolo (…) perché io ero il popolo, ero un pezzetto di popolo, e condividevo gli stessi sentimenti e pensieri, la stessa speranza”, diceva di sé. Il suo successo nasceva come riflesso di questa consapevolezza e il suo personaggio si consolidò nel passaggio, attraverso la scrittura, dietro la macchina da presa, che comportò un avvicinamento anche espressivo a quel cinema che aveva imparato a conoscere così bene (il cinema hollywoodiano, certo, i western, Elia Kazan, Jack Palance; ma anche e soprattutto il neorealismo italiano, De Sica, e poi Germi, Fellini, Antonioni...). Il suo è stato un cinema di segno forte, capace di rigore antico, di lirismo popolare, di tensione ideologica anche didascalica, ma pur sempre sincera e necessaria. Quando, attraverso i festival, la sua opera iniziò a circolare per il mondo, lui era già nel pieno del suo tormento civile: imprigionato per le sue idee, per i suoi scritti, per ciò che rappresentava (anche, ma non solo e non esclusivamente, rispetto alla questione curda). Lui che aveva imparato a fare cinema con un maestro come Atif Yilmaz, fu capace di fare cinema nel buio delle prigioni turche, plasmando i suoi film nel rigore di sceneggiature dettagliatissime, che sottoponeva ai suoi assistenti, impegnati sul set a riprodurre la sua visione. I riconoscimenti nei festival (Süru Pardo d’oro a Locarno, Düsman menzione speciale a Berlino) imposero il suo caso a livello internazionale e già la Palma d’Oro a Cannes nel 1982 per Yol (ex-aequo con Missing di Costa-Gavras) lo trovò in fuga dalle prigioni turche, esule a Parigi, intervistato dai giornali di tutto il mondo, impegnato in azioni di solidarietà con il cosiddetto “terzo cinema” mondiale... E a quel punto, al “re brutto”, populista per qualcuno, internazionalista di certo, artista della sua gente di sicuro, non restava che ribaltare la libertà trovata nell’esilio nella raffigurazione durissima delle prigioni turche che offrì in Le mur, destinato ad essere il suo ultimo film. La sua parabola si è fermata qui, ha saputo imporsi e ha lasciato a lungo un segno, prima che il tempo la stemperasse. In Turchia è tuttora un punto di riferimento indispensabile: per la gente, che continua a coltivare il suo mito, e per gli stessi cineasti delle ultime generazioni. L’augurio è che la retrospettiva e la pubblicazione della monografia da parte del Festival del

SNCCI

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CONVEGNO SNCCI – YILMAZ GÜNEY

:: MASSIMO CAUSO - SNCCI


CONVEGNO SNCCI – YILMAZ GÜNEY

:: MASSIMO CAUSO - SNCCI

SNCCI Cinema Europeo di Lecce, unitamente al convegno organizzato dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, possano riproporre il valore della sua opera e l’attualità della sua figura, in anni in cui il senso dell’impegno umano ed artistico va riscoperto. Yilmaz Güney came from a time when cinema quivered with a direct, almost sanguine relation with society, a time when making films involved an ideality and a “political” praxis which nowadays is too often forgotten. Also for this reason today, more than 25 years after his death, it seems important to return to the figure of this extraordinary Turkish film director, with the wish to discover him and the need to introduce him to the younger generations of film fans. When, on 9 September 1984, Yilmaz Güney’s course ended in the tragic fate of a terminal disease, which surprised him in Paris, where he had finally found the freedom to live, think and make films though in exile, not only a great director, the whole world had learnt to appreciate and admire for his incredible form of “cinematographic resistance”, but also one of the most charismatic figures of Turkish social (cultural, political, popular) panorama died: a multifaceted personality, a catalyst for the imagination of his country, the American critic Jim Hoberman described, by apt intuition, as something like Clint Eastwood, James Dean and Che Guevara combined. The man his people had learnt to love as the “ugly king” (in contrast with a typology of false refined stars dominant in Turkish cinema) was a popular star since he came from the people, he represented the people and addressed the people, trying to define a conscious Turkish model of cultural identity: “I knew my people (…) because I was people, I was a piece of the people, and I shared the same feelings and thoughts, the same hope”, told about himself. His success originated as a reflection of this awareness and his character strengthened in the passage, through the writing, behind the camera, involving an even expressive approach to the cinema he had known so well (Hollywood cinema, certainly, Westerns, Elia Kazan, Jack Palance; but also and especially Italian neo-realism De Sica, and then Germi, Fellini, Antonioni...). His was a cinema which left its strong mark, capable of old rigour, of popular lyricism, of ideological tension, even didactic, but still sincere and necessary. When, thanks to festivals, his work began spreading throughout the world, he was already in the midst of his civil torment: imprisoned for his ideas, his writings, for what he represented (also but not exclusively as to Kurdish question). He who had learnt to make films working with a master such as Atif Yilmaz, was able to make films in the dark of Turkish prisons, turning his films into highly detailed scripts, relying on his assistants to carry out his vision on set. Festival awards (Süru Golden Leopard at Locarno, Düsman special mention at Berlin) exposed his case on the international stage and the Palme d’Or at Cannes in 1982 for Yol (ex-aequo with Missing by Costa-Gavras) already found him escaped from Turkish prisons, in exile in Paris, interviewed by international journalists, engaged in solidarity work with the so-called “third world cinema”… . And then the “ugly king”, populist for some, of course internationalist, certainly artist of his people, could only overturn the freedom, he found in exile, in the harsh representation of Turkish prisons he gave in Le mur, destined to be his last film. His parabola stopped here, it stood out and left a strong mark, before time dissolved it. In Turkey he still remains a fundamental point of reference: for people who have continued cultivating his myth and for last generation film makers themselves. I hope that the retrospective and the publication of the monograph by the European Cinema Festival of Lecce together with the Conference, organized by the National Syndicate Cinematographic Critics, will show the value of his work and his figure of great interest in a time when the sense of human and artistic commitment must be rediscovered. 98


:: FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO - undicesima edizione

CINEMA EUROMEDITERRANEO SETTIMANA DEL CINEMA TURCO THE STORM - BAHOZ di Kazim Oz HAVAR di Mehmet Guleryuz MY ONLY SUNSHINE - HAYAT VAR di Reha Erdem ALONE - ISSIZ ADAM di Cagan Irmak SOLINO di Fatih Akin AUTUMN - SONBAHAR di Ozcan Alper

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:: CINEMA EUROMEDITERRANEO

Settimana del cinema turco L’Orso d’Oro conquistato lo scorso febbraio da Semih Kaplanoglu con Bal (Honey) alla 60ma Berlinale è l’ultimo passo del cammino intrapreso negli ultimi anni dal cinema turco, che lo ha portato a imporsi come una delle realtà produttive ed artistiche più interessanti emerse nelle ultime stagioni sulla scena cinematografica internazionale. Come sempre accade, l’affermazione di Kaplanoglu, così come quella di Nuri Bilge Ceylan con Uzak (id., 2002), Il piacere e l’amore (Iklimler, 2006) e Le tre scimmie (Üç maymun, 2008), non è che il risultato di un sistema culturale che ha puntato sul cinema – e in particolare sul “cinema d’autore” – per superare le barriere di una comunicazione troppo spesso bloccata sui sistemi informativi della cronaca o degli eventi politici e sociali di rilevanza internazionale. Com’è accaduto nello scorso decennio con altre cinematografie (Taiwan, Iran, Cina, Corea del Sud), i nuovi registi hanno saputo farsi carico del non facile compito di raccontare identità, storie, tradizioni, momenti politici, metafore sociali del passato e del presente. Si tratta di opere in grado di illustrare i cambiamenti in atto, spesso faticosi e contraddittori, ma anche di creare un sistema poetico ben riconoscibile a livello internazionale, una visione della vita e dell’uomo ben precisa e individuabile. Nell’ambito di una produzione piuttosto variegata, in cui non mancano né le pellicole rivolte al grande pubblico né le opere di più o meno giovani e nuovi autori, la Settimana del Cinema Turco, proposta dall’11mo Festival del Cinema Europeo di Lecce anche per celebrare un anno che vede Istanbul Capitale europea della Cultura, mostra sei film realizzati nelle ultime due stagioni, scelti per la loro capacità di testimoniare non solo le caratteristiche estetiche e narrative del cinema turco attuale, ma anche per la varietà di prospettive e tematiche adottate nel confrontarsi con il passato e con il presente di questo paese. C’è dunque l’intenso dramma di una ragazza condannata a morte dalla famiglia rievocato con spirito quasi güneyano da Havar di Mehmet Güleryüz, in cui si illustra il dramma, ben noto alle cronache internazionali, dei “suicidi d’onore” della provincia turca sudorientale. Ma c’è anche uno sguardo modernamente mélo su una Istanbul metropolitana proposto da Issiz Adam (Alone) di Çağan Irmak, storia d’amore tra un giovane chef di successo e una libraia, in cui si configura la crisi del maschio turco incapace di liberarsi dei propri vissuti più arcaici: grande successo di pubblico in patria, grazie anche al vintage musicale da anni ‘70. Sulla vita quotidiana di una quattordicenne si staglia invece Hayat Var (My only sunshine) di Reha Erdem, che riflette nelle scure acque del Bosforo un dramma familiare lancinante. Si confrontano invece con le controverse memorie politiche delle lotte studentesche sia Sonbahar (Autumn) di Özcan Alper che Bahoz (The Storm) di Kazim Öz: il primo racconta il tempo interiore del ritorno a casa in un villaggio sul Mar Nero di un giovane uomo malato, reduce da dieci anni di prigione per motivi politici; il secondo rievoca in maniera appassionata (un po’ La meglio gioventù, un po’ Il grande sogno) le vicende legate al movimento studentesco curdo attraverso la presa di coscienza di un giovane di provincia giunto a Istanbul per studiare all’università. Completa la selezione Solino di Fatih Akin, omaggio a un autore turco/tedesco che ha saputo rappresentare ottimamente il “dentro” e il “fuori” del suo paese d’origine; ma anche omaggio al nostro Salento cinematografico, visto che il giovane Akin venne a girare questo suo quarto lungometraggio (risalente al 2002) in questa terra, in interessante anticipo sull’attuale “Pugliawood”. ^

Massimo Causo

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:: CINEMA EUROMEDITERRANEO

Turkish cinema week Golden bear award won last February by Semih Kaplanoglu with Honey (Bal) at the 60th berlinale is the last step of the journey begun in recent years by Turkish cinema, which has led it to establish itself as one of the most interesting productive and artistic realities on interenational cinema stage. As usual, Kaplanoglu’s success as well as that of Nuri Bilge Ceylan with Distant (Uzak, 2002), Climates (Iklimler, 2006) and Three monkeys (Üç maymun, 2008), is only the result of a cultural system that has targeted at the cinema - and in particular at the “auteur cinema”- in order to go beyond the barriers of a communication too often blocked by the information system of news or of international social and political events. As it happened in the past decade with cinematography by other countries (Taiwan, Iran, China, South korea), the new directors have been able to undertake no easy task of telling identities, stories, traditions, political moments, social metaphors of the past and of the present. they are works which are able to show the current changes, often hard and contradictory, but also to create a poetic system, recognizable all over the world, a highly definite and identified vision of life and man. Within this variegated production, which includes films for the general public and works by older, younger and new authors, the Turkish cinema week, offered by the 11th Edition of the European Cinema Festival in Lecce also in order to celebrate one year of Istanbul as the European capital of culture, will show six films made in the last two seasons, selected as they are evidence not only of the Turkish cinema aesthetic and narrative features, but also of the variety of perspectives and issues adopted in order to face the past and the present of this country. Therefore the tragic issue of a girl sentenced to death by her family is recalled with a quite Güneyan spirit in Havar by Mehmet Güleryüz, where the tragedy of “honour killings” in the south-east of Turkey, well known to international news, is explained. and then a modern mélo look at metropolitan Istanbul is offered by Çağan Irmak in Alone (Issiz Adam), a love story between a successful young chef and a bookseller, where the crisis of the Turkish man unable to free himself from his own archaic experiences is depicted: a great success at home, also thanks to the 70s vintage music. The daily life of a fourteen-year-old girl stands out instead in My only sunshine (Hayat Var) by Reha Erdem, which reflects a harrowing family tragedy on the dark waters of Bosphorus. while both Autumn (Sonbahar) by Özcan Alper and The storm (Bahoz) by Kazim Öz face the controversial political memories of the students’ struggle: the former tells the inner time of the home return in a village near the Black Sea by a sick young man, after ten years in prison on political grounds; the latter recalls in an impassioned way (a little The best of youth, a little The big dream) the events concerning the Kurdish students’ movements through the experience of a young provincial man moved to Istanbul in order to study at university. Solino by Fatih Akin completes the selection, a tribute to a Turkish/German author who has depicted excellently the “inside” and the “outside” of his country of origin, but also a tribute to our cinematographic Salento, since young Akin came to shoot his fourth feature film (dating back to 2002) in this land, amazingly in advance of the present “Pugliawood”. Massimo Causo

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CINEMA EUROMEDITERRANEO - SETTIMANA DEL CINEMA TURCO

THE STORM - BAHOZ TURCHIA - 2008 - 35mm - colore - 155’ Regia Direction: Kazım Öz Sceneggiatura Screenplay: Kazım Öz Cinematografia Cinematography: Ercan Özkan Montaggio Editing: Kazım Öz Musica Music: Ayhan Akkaya, Vedat Yıldırım, Burak Korucu Costumi Costumes: Fırat Çete Interpreti Cast: Cahit Gök, Havin Funda Saç, Selim Akgül, Asiye Dinçsoy, Ali Geçimli, Kadim Yaşar Produttori Producers: Özkan Küçük, Kazım Öz Produzione Production: Mesopotamia Cinema, Elmadağ Cd. Duvardibi Sk. 61/2, Kısmet Han 34373 Şişli, Istanbul, Turkiye, T: +90 212 232 60 63, F: +90 212 230 31 43, email: info@mezopotamyasinema.com - www.firtinafilmi.com

:: SINOSSI / SYNOPSIS Cemal, dopo aver atteso con grande ansia l’esame di ammissione all’università, lo supera e si trasferisce dal suo paesino ad Istanbul. La sua solitudine tra la gente di una grande città finisce quando incontra, dopo alcuni mesi, un gruppo di rivoluzionari antisistema. La discordia tra lui e Helin, uno dei pionieri del gruppo, diventa il punto di partenza per la ricerca della propria identità. L’ardore che si accende nel suo cuore e nella sua anima lo induce col passare del tempo alla lettura, alla ricerca e alla scoperta della propria identità. Rojda e Orhan, che vivono un percorso analogo, iniziano a cambiare col tempo e diventano entrambi membri attivi del gruppo. Cemal who had been waiting for the university entrance exam with a great excitement passes the exam and moves from his small town to Istanbul. His desolation in the crowd of a big city comes to an end through an antisystem revolutionist group he meets after months. The disagreement between him and Helin, one of the pioneers of the group, becomes a starting point for him to realize his own identity. The fire that takes up in his heart and spirit leads him to reading, searching and discovering his identity as the time passes. Rojda and Orhan, who experience the similar process, start to change by the time and each becomes the active members of that group.

:: IL REGISTA / THE DIRECTOR: KAZIM ÖZ Nasce a Dersim nel 1973. Durante gli studi universitari collabora con il New Life Theatre nel campo della recitazione e della regia per 4 anni a partire dal 1992. Dal 1996 lavora presso il Dipartimento di Cinematografia del Mesopotamia Culture Center, oggi conosciuto come Mesopotamia Cinema Collective. Il suo primo cortometraggio AX (The land) ha ricevuto il consenso del pubblico e del panorama cinematografico internazionale. Ha completato il suo primo lungometraggio Fotograf (The photograph) nel 2001. Il film ha ricevuto diversi premi ed è stato in teatro nell’inverno del 2002. Il suo ultimo lavoro, un documentario di 74 minuti, dal titolo Dûr (The distant), è stato premiato come “Miglior Documentario” al Turkei&Deutschland Filmfestival di Nürnberg nel 2004. Il film è stato prodotto con il finanziamento del fondo Jan Vrijman di IDFA ed è stato acquistato da ARTE-France. He was born in 1973 in Dersim. During his university studies, he had worked with Teatra Jiyana Nû (New Life Theatre), on the branches of acting and directing for 4 years, starting from 1992. Since 1996, he has been working in Mesopotamia Culture Center, Cinema Department; currently know as Mesopotamia Cinema Collective. His first short film AX (the land) was well taken in the public and in international cinema environment. He finished his first long feature Fotograf (The photograph) in 2001. The film achieved several prizes, and was in theatre in winter 2002. His last work, a feature documentary of 74 minutes, with the title Dûr (The distant), is awarded “the best documentary” in Turkei&Deutschland Filmfestival, Nürnberg 2004. The film is produced with the support of Jan Vrijman fund of IDFA and was purchased by ARTE-France.

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TURCHIA - 2008 - 35mm - colore - 80’ Regia Direction: Mehmet Güleryüz Sceneggiatura Screenplay: Feza Sinar Cinematografia Cinematography: Īncesu Montaggio Editing: Ergürsel, SeyfettĪn Tokmak Musica Music: Osman Aktaş Interpreti Cast: ÇĪçek TekdemĪr, Abdullah Tarhan, Eyüp Ağilday, Ramazan Īlten, HabĪbe Tarhan, Ayşe Ersöz, DĪlek GĪrtĪ Produzione Production: Film, Istiklal Cad. Imam Adnan Sok., Cagatay Ishani 17/51 Beyoglu Istanbul T/F: +92 212 225 1090, guleryuzm@gmail.com

:: SINOSSI

/ SYNOPSIS

Una serie di suicidi di giovani donne, avvenuti nella provincia sud-orientale di Batman, creano sgomento e solo in seguito si rivelano “suicidi d’onore”. Il film illustra questa drammatica vicenda attraverso la storia di Havar, giovane donna di cui corre voce abbia avuto una relazione con un uomo. Quando queste voci arrivano al cugino şehmuz, al quale è stata promessa in sposa, questi fa pressioni sul padre di Havar, spingendolo ad ucciderla. Havar è ora la vittima e il padre il carnefice. Questo lungometraggio d’esordio è stato girato con attori dilettanti della provincia. Il termine “havar” nella provincia di Batman significa anche “grido, richiesta d’aiuto, ribellione”. The consecutive suicide incidents of young women in the South-eastern town of Batman aroused awareness and it was only later that these suicides were uncovered “honour killings”. Havar discusses this tragic issue focusing on a young woman named Havar who is rumoured to have gotten intimate with a young man. When these rumours reach her cousin şehmuz, who has been promised to marry her, he pressures Havar’s father, provoking him to kill her. Havar is now the victim and her father, her executioner. This debut feature film was shot with amateurs actors from the region. The word “havar” also is used as “scream, cry for help, rebellion” in the Batman region.

:: IL REGISTA / THE DIRECTOR: MEHMET GÜLERYÜZ Nasce nel 1966 a Kastamonu. Dal 1987 al 1991 lavora come assistente alla regia di Yavuz Özkan. Si fa conoscere con documentari di storia del cinema turco, in collaborazione con Feza Sinar. Nel 1993 è Presidente di Young Filmmakers Platform. Dal 1996 al 1998 realizza video musicali e commerciali. Nel 1999 e nel 2000 produce due film per la Radio e la Televisione Turca. È segretario generale della Film Directors Association dal 2000 al 2002. Ha fondato il SETEM (Associazione di registri, scrittori e compositori cinematografici) nel 2003. Attualmente è Segretario Generale del SETEM. Il SETEM è diventato membro della CISAC il I Giugno del 2006. Born in 1966 in Kastamonu. From 1987 to 1991 he worked as assistant director to Yavuz Özkan. He stood out with the documentaries on history of Turkish Cinema, in collaboration with Feza Sinar. In 1993 he served as president of the Young Filmmakers Platform. From 1996 to 1998 he made commercials and music videos. In 1999 and 2000 he produced two films for Turkish Radio and Television. He was Secretary General to the Film Directors Association between 2000 and 2002. He founded SETEM (Film Directors, Writers and Composers Association) in 2003. Now he is General Secretary of SETEM. SETEM became member of CISAC on 1 of June 2006.

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CINEMA EUROMEDITERRANEO - SETTIMANA DEL CINEMA TURCO

HAVAR


CINEMA EUROMEDITERRANEO - SETTIMANA DEL CINEMA TURCO

MY ONLY SUNSHINE - HAYAT VAR TURCHIA, GRECIA, BULGARIA - 2008 - 35mm - colore - 121’ Regia Direction: Reha Erdem Sceneggiatura Screenplay: Reha Erdem Cinematografia Cinematography: Florent Herry Montaggio Editing: Reha Erdem Musica Music: Orhan Gencebay Costumi Costumes: Mehtap Tunay Interpreti Cast: Elit Iscan, Erdal Besikcioglu, Levend Yilmaz, Banu Fotocan, Handan Karaadam, Nebil Sayin, Erhan Tekin Produttori Producers: Ömer Atay Produzione Production: Cinegram, KaBoAl Pictures Ltd., Atlantik Film Yapim Ltd.

:: SINOSSI / SYNOPSIS È la storia di Hayat, una ragazzina di 14 anni, che ha una vita difficile: i suoi genitori sono divorziati, vive in una società dominata dagli uomini, ha continuamente problemi a scuola e passa le sue giornate a occuparsi del nonno malato. Hayat prende la vita per quello che è e si fa strada tra le sfide che questa le riserva. Sta crescendo e con lei cresce la speranza di una vita migliore. Il film affronta le problematiche umane della maturità e della scoperta della propria persona. It is the story of Hayat, a 14-year-old girl. Her life is difficult - her parents are divorced, the society she lives in is male dominated, the girl has constant problems at school and her days pass by in taking care of her ill grandfather. Hayat accepts the life the way it is and makes her way through the challenges it presents her. She is growing up and with her grows up the hope for a better life. The film deals with the human problems of maturing and self-revelation.

:: IL REGISTA / THE DIRECTOR: REHA ERDEM Reha Erdem nasce a Istanbul nel 1960. Studia cinematografia a Parigi, dove conclude anche gli studi in arti plastiche. Ha scritto la sceneggiatura di tutti i suoi film [A ay (1988), Kaç para kaç (A run for money, 1999), Bes vakit (Times and winds, 2006)], ad eccezione di Korkuyorum Anne (Mommy, I’m Scared), del quale è co-autore. Reha Erdem ha anche scritto una serie di cortometraggi. Il suo ultimo lavoro Kosmos (2009) ha vinto come miglior film, regia e fotografia all’Antalya Golden Orange Film Festival. Reha Erdem was born in Istanbul in 1960. He studied film in Paris, where he also completed studies in plastic arts. He has written the screenplays for all of his films [A ay (1988), Kaç para kaç (A run for money, 1999), Bes vakit (Times and winds, 2006)], except for Korkuyorum Anne (Mommy, I’m Scared), for which he was one of the co-writers. Reha Erdem has also made series of short films. His last work Kosmos (2009) was awarded as Best Film, Direction and Photography at Antalya Golden Orange Film Festival.

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TURCHIA - 2008 - 35mm - colore - 113’ Regia Direction: Çağan Irmak Sceneggiatura Screenplay: Çağan Irmak Cinematografia Cinematography: Gökhan Tiryaki Scenografia Set design: Murat Guney Musica Music: Aria, Bora Ebeoglu, Cenk Erdogan, Cengiz Onural Interpreti Cast: Cemal Hünal, Melis Birkan, Yıldız Kültür, Şerif Bozkurt, Gözde Kansu, Aslı Aybars Produttore Producer: Mustafa Oğuz Produzione Production: Most Production, Eğlence Sokak No: 6 Arnavutköy 34345 īstanbul/Türkiye, Tel: 0212 265 43 43 - 0212 257 62 00, Fax: 0212 358 22 70, e-mail: info@mostproduction.com

:: SINOSSI / SYNOPSIS Il trentenne Alper è uno chef di talento che gestisce un ristorante di sua proprietà. Anche se ha forse avuto successo negli affari, non si può dire altrettanto della sua vita privata. Mentre è preso nel triangolo volubile di creazioni gastronomiche, locali notturni e ragazze accompagnatrici, scopre improvvisamente che la sua vita sta prendendo una nuova piega. Un giorno in una libreria di libri usati vede per la prima volta la ventenne Anna e tra i due inizia una storia d’amore… Alone è un film che parla di gastronomia, di madri, di vecchie canzoni, e di amore; un racconto amaro, ma ricco di speranza. Thirty Alper is a talented chef who runs his own restaurant. Though he may have achieved success in business, the same cannot be said of his personal life. While caught in the volatile triangle of gastronomic creations, onenight stands and escort girls, he suddenly finds his life taking a new turn. When he walks into a second-hand bookshop he first encounters Ada who is in her late 20s and they both experience first signs of love... Alone is a film about food, mothers, old songs, and love; a story both bitter and full of hope.

:: IL REGISTA / THE DIRECTOR: ÇAĞAN IRMAK Nato nel 1970, īzmir, Çağan Irmak si laurea presso la Facoltà di Radio e Televisione della Ege University. Riceve il suo primo premio al Concorso īFSAK per il cortometraggio Play Me ‘Old and Wise’. Debutta con il primo lungometraggio Wish Me Luck nel 2001. Oltre ai numerosi lungometraggi, ha anche curato la regia di serie televisive, Asmalı Konak (2002) e Çemberimde Gül Oya (2004). Ha inoltre diretto diversi episodi dei film horror Kabuslar Evi, usciti in DVD. Born in 1970, īzmir, Çağan Irmak graduated from the Radio and TV Department of Ege University. He won first prize in the īFSAK competition for his short film Play Me ‘Old and Wise’. He made his debut feature Wish Me Luck in 2001. Apart from his prospering features, he also directed the TV series, Asmalı Konak (2002) and Çemberimde Gül Oya (2004). Besides, he directed several episodes of horror films named Kabuslar Evi, which are released on DVD.

:: PREMI / AWARDS 2009 Istanbul Film Festival 2009 Rhode Island Film Festival: Miglior film / Best Film

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CINEMA EUROMEDITERRANEO - SETTIMANA DEL CINEMA TURCO

ALONE - ISSIZ ADAM


CINEMA EUROMEDITERRANEO - SETTIMANA DEL CINEMA TURCO

SOLINO GERMANIA - 2002 - 35mm - colore - 120’ Regia Direction: Fatih Akin Sceneggiatura Screenplay: Ruth Toma Cinematografia Cinematography: Rainer Klausmann Montaggio Editing: Andrew Bird Scenografia Set Design: Bettina Schmidt Musica Music: Jánnos Eolou Costumi Costumes: Lucia Faust Interpreti Cast: Barnaby Metschurat, Moritz Bleibtreu, Antonella Attili, Patrycia Ziolkowska, Gigi Savoia Produttori Producers: Hejo Emons, Stefan Schubert, Ralph Schwingel Produzione Production: Wüste Filmproduktion, Wüste Film West, Bavaria Film, Bavariafilmplatz 7 / Building 71, 82031 Geiselgasteig, tel: +49 89 64 99 26 86, international@bavaria-film.de, www.bavaria-film-international.de

:: SINOSSI / SYNOPSIS Italia, anni ‘60. Romano e Rosa decidono di lasciare la loro terra per trasferirsi in Germania dove aprono la prima pizzeria del quartiere. Mentre Romano è preso completamente dalla sua nuova vita di proprietario di ristorante, Rosa, anche dopo molti anni, continua a provare profonda nostalgia per la sua terra. Italy in the 1960s. Romano and Rosa, decide to leave their home and move to Germany where they open the first pizza parlour of the neighbourhood. While Romano is soon completely wrapped up in his role as a restaurant owner, Rosa, even after many years, continues to suffer from incurable homesickness.

:: IL REGISTA / THE DIRECTOR: FATIH AKIN Nato a Amburgo, studia comunicazione visiva all’Accademia di Belle arti di Amburgo, dal 1994 al 2000. Con Il primo corto Sensin- Du bist es! (1995) vince il premio del pubblico al Festival Internazionale di cortometraggi di Amburgo. Il primo lungometraggio, Kurz und schmerzlos (1997), riceve il Pardo di bronzo al Festival di Locarno. Seguono In July (2000), We forgot to go back (2001) e Solino (2002). Nel 2004 arriva La sposa turca, vincitore dell’Orso D’Oro al Festival di Berlino e film che lo renderà noto in tutto il mondo. Il successivo Crossing the bridge - The sound of Istanbul (2004), presentato a Cannes, è un documentario sulla scena rock della più grande città turca. A Cannes nel 2007 sarà invece presentato Ai confini del paradiso, vincitore di tre European Film Award, ed a Venezia nel 2009 Soul kitchen (Premio Speciale della Giuria). È anche tra i registi del film ad episodi New York, I love you (2009). Born in Hamburg, he studied visual communication at Hamburg Academy of Fine Arts, from 1994 to 2000. With his first short film Sensin Du bist es! (1995) he won the Audience Award at Hamburg International Short Film Festival. His first feature film Kurz und schmerzlos (1997) won the Bronze Leopard Award at Locarno Festival. In July (2000), We forgot to go back (2001) and Solino (2002) followed. In 2004 Head-on came out, a film which won Golden Bear at Berlin Film Festival and made him popular all over the world. The following Crossing the bridge - The sound of Istanbul (2004), showed at Cannes, is a documentary about the music scene of the biggest city of Turkey. At Cannes in 2007 he also presented The Edge of Heaven, which won three European Film Awards, and at Venice in 2009 Soul kitchen (Special Jury Prize). He is also among the directors of the serial film New York, I love you (2009).

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GERMANIA, TURCHIA - 2008 - 35mm - colore - 106’ Regia Direction: Özcan Alper Sceneggiatura Screenplay: Özcan Alper Cinematografia Cinematography: Feza Caldiran Montaggio Editing: Thomas Balkenhol Interpreti Cast: Onur Saylak Yusuf, Megi Koboladze Eka, R. Gulefer Yenigul, Serkan Keskin, Nini Levaja Produttori Producers: Serkan Açar Produzione Production: Kusey Film Production, Filmfabrik Fernsehproduktion, Greesbergstrasse 5, 50668 Cologne, tel: +49 2 219 34 76 70, fax: +49 2 219 34 76 71 e-mail: info@filmfabrik.net

:: SINOSSI / SYNOPSIS Yusuf, condannato al carcere a soli 22 anni quando è ancora uno studente universitario, viene rilasciato dieci anni dopo per motivi di salute. Di ritorno al suo paese d’origine, nella regione orientale del Mar Nero, la sola ad accoglierlo è la madre ormai anziana e malata. Yusuf scopre cosí che, mentre era in prigione, il padre è morto e la sorella maggiore si è trasferita in città dopo essersi sposata. Il paesino di montagna è abitato quasi esclusivamente da persone anziane e l’unica persona che Yusuf frequenta è il suo amico di infanzia Mikail. Mentre l’autunno lascia lentamente spazio all’inverno, Yusuf incontra Eka, una giovane e bellissima prostituta della Georgia. Né il momento né le circostanze sono favorevoli alla relazione tra Yusuf ed Eka, provenienti da due mondi completamente diversi. L’amore è rimasto l’ultimo appiglio, l’ultimo e disperato tentativo per sfuggire alla solitudine. Almeno per Yusuf. Sentenced to jail as a university student aged 22, Yusuf is released on health grounds ten years later. Back to his village in the eastern Black Sea region, he is welcomed only by his sick old mother. So he finds that, while he was in jail, his father died and his older sister got married and moved to the city. Only old people live in the mountain village and the only person Yusuf sees is his childhood friend Mikail. As autumn slowly gives way to winter, Yusuf meets Eka, a beautiful young Georgian prostitute. Neither the moment nor circumstances are right for these two people coming from different worlds to be together. Love becomes a final desperate attempt to grasp life and elude loneliness - for Yusuf at least.

:: IL REGISTA / THE DIRECTOR: ÖZCAN ALPER Nato ad Artvin in Turchia nel 1975, Özcan Alper studia fisica e poi storia all’Università di Istanbul prima di iniziare a lavorare nel 1999 come assistente alla regia e come direttore di produzione in diversi lungometraggi e film per la televisione. Nello stesso periodo scrive anche per la rivista cinematografica Yeni Films. Nel 2001 realizza il suo primo cortometraggio, Grandmother, completamente girato in Hemsice, un dialetto parlato nel nordest. È stato il primo film turco in questa lingua. Questo primo lavoro gli vale numerosi riconoscimenti e la possibilità di ottenere finanziamenti, in particolare dal Ministero turco della cultura, per il suo primo lungometraggio, Sonbahar (Autumn). Özcan Alper realizza anche due documentari: Voyage in the Time with a Scientist (2002) e Rhapsody and Melancholy in Tokai City (2005). Born in 1975 in Artvin, Turkey, Özcan Alper studied physics and then history at Istanbul University before starting work in 1999 as an assistant director and production manager on several feature and TV films. During this time he also wrote for the film magazine Yeni Films. In 2001 he made his first short, Grandmother, shot entirely in Hemsince, a dialect spoken in the north-east. It was the first Turkish film in that language. This first work won him several awards, which enabled him to find funding, in particular from the Turkish Ministry of Culture, for his first feature film, Sonbahar (Autumn). Özcan Alper has also made two documentaries: Voyage in the Time with a Scientist (2002) and Rhapsody and Melancholy in Tokai City (2005).

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CINEMA EUROMEDITERRANEO - SETTIMANA DEL CINEMA TURCO

AUTUMN - SONBAHAR


:: FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO - undicesima edizione

LE GIORNATE DEGLI ATTORI

I volti del nuovo cinema italiano MICHELE RONDINO Marpiccolo di Alessandro Robilant

MAYA SANSA Giving voice di Alessandro Fabrizi

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:: Presidente AIACE NAZIONALE

Gianni Volpi Negli ultimi anni si è affermata in Italia una nuova generazione di autori che ha immediatamente lasciato il segno. E con loro si è imposta una schiera di giovani, bravissimi attori. Attori che rappresentano i volti e i corpi dell’attuale cinema italiano, attori riconosciuti anche dal pubblico medio. Una serie di incontri con questi nuovi protagonisti del cinema italiano, che hanno segnato non solo un ricambio generazionale, ma un vero e proprio mutamento di visione, è un modo per conoscere più da vicino questa realtà ormai affermata. Per capire da dove vengono, per approfondire le storie della loro formazione, le teorie e i modelli cui si sono ispirati, le esperienze che sono state importanti se non decisive per le loro scelte e carriere. Un elemento di particolare interesse è costituito dal fatto che nessuno di loro ha una carriera tutta cinematografica, com’è stato a lungo tradizione per i nostri attori più noti. Appare invece diffusa una visione complessiva del sistema dello spettacolo e dei media: molti vengono dal teatro (e dall’Accademia d’arte drammatica) e al teatro spesso ritornano in un interscambio che a lungo è sembrato vietato. Il cinema e il teatro non sono più mondi separati, difficilmente comunicanti. E ancor più stretto è il rapporto con la televisione. In questo i nostri giovani attori, così italiani nello stile, sono diventati europei nel ruolo. Hanno infranto una nostra tradizione che si è quasi esclusivamente mossa tra neorealismo e commedia dell’arte. Questi incontri sono anche un modo di far parlare gli attori slegati dalle esigenze di promozione del film in uscita, cioè da occasioni in cui più che mai sono “costretti” a identificarsi unicamente nel personaggio a cui di volta in volta danno vita. Questi incontri vogliono essere un momento di riflessione per gli attori stessi e per chi lavora nel settore e nello stesso tempo un’occasione per gli spettatori di conoscere in modo più approfondito i protagonisti del nostro spettacolo. Gli incontri, organizzati in collaborazione con l’AIACE Nazionale, prevedono la partecipazione di alcuni tra i più interessanti attori italiani e gli interventi e le relazioni di importanti critici. In the recent years a new generation of authors has made a name in Italy. And with them a group of young, excellent actors has come to the attention of the public. Actors embodying the present Italian cinema, actors knows also by the average public. A series of meeting with the new protagonists of Italian cinema who have marked not only a generational turnover, but a real change of vision, it is a chance to analyse this well know reality. To understand where they come from, to get to know the stories of their apprenticeship, the theories and the models to whom they were inspired, the experiences that have been important if not crucial for their choices and carriers. Particulary interesting is the fact that none of them has a totally cinematographic career, as it was a long time tradition for our best know actors. Instead, an overall vision of the system of cinema and media is widespread : many of them come from theatre (and the Drama Academy) and usually turn back to theatre in an interchange which seemed to be forbidden for a long time. Cinema and theatre are no longer separate worlds, hardly communicating. And still tighter is the relation with television. In this case our young actors, so Italian in style, have become European in their roles. They have broken a tradition of ours that has nearly exclusively moved between neorealism and comedy of art. These meeting are also an opportunity for the actors to talk outside the promotional needs of a new film, that is to say an occasion in which they have to identify with the role they play. They are meant to be a moment of reflection for the actors themselves and at the same time an occasion for the public to know better the protagonists of our cinema. Organized in collaboration with AIACE Nazionale, the talks include the participation of some of the most interesting Italian actors as well as the presence and relations of important critics. 109


:: LE GIORNATE DEGLI ATTORI

MARPICCOLO ITALIA - 2007 - 35mm - colore - 105’ Regia Direction: Alessandro Di Robilant Autore letterario Literary author: Andrea Cotti Sceneggiatura Screenplay: Andrea Cotti, Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli Cinematografia Cinematography: David Scott Montaggio Editing: Roberto Missiroli Scenografia Set design: Sabrina Balestra Musica Music: Mokadelic

Costumi Costumes: Ilaria Albanese Interpreti Cast: Giulio Beranek, Anna Ferruzzo, Selenia Orzella, Michele Riondino, Nicola Rignanese, Roberto Bovenga, Maria Pia Autorino, Giorgio Colangeli, Valentina Carnelutti Produttori Producers: Marco Donati Produzione Production: Overlook Production, RAI Cinema

:: SINOSSI / SYNOPSIS Taranto, quartiere Paolo VI, zona sud della città. E’ qui che vive il 17enne Tiziano, tra strade dissestate e case prefabbricate, dove è inutile cercare librerie, farmacie o centri commerciali. Non c’è niente a parte pochi bar, alimentari e officine meccaniche, tutto gestito abusivamente o illegalmente. Tiziano va poco a scuola e la sua famiglia è piena di problemi. Sognando di potersene andare via, Tiziano fa dei lavoretti per Tanio, un boss locale, ma per lui il futuro sembra segnato, soprattutto quando finisce nel carcere minorile. Ma Tiziano non si arrende e con lui, disposti a dargli un’altra possibilità, ci sono anche una guardia carceraria, la sua ragazza, la sua sorellina, sua madre, suo padre e la professoressa di italiano della sua scuola. Taranto, Paolo VI district, the southern area of the city. There seventeen-year-old Tiziano lives among uneven roads and prefabricated buildings, where it is no use looking for bookshops, chemist’s or department stores. There is nothing apart from a few bars, groceries and machine shops. Tiziano seldom goes to school and his family is messed up. Dreaming of escaping, he works for Tanio, a local boss, but his future seems to be sealed, especially when he ends up in the detention centre. But he doesn’t give up and with him, willing to give him another chance, there are also a prison guard, his girlfriend, his younger sister, his mother, his father and the Italian teacher in his school.

:: NOTE CRITICA / CRITICAL NOTE “L’adolescenza borderline di un ragazzo di Taranto con mille doti e nessuna speranza in un film schietto, appassionato, pieno di ingenuità e di sottolineature, film coinvolgente ed emozionante come capita di rado nel nostro cinema perbenista e predicatorio.” (Fabio Ferzetti, Il Messaggero) “The borderline adolescence of a boy from Taranto with a thousand qualities and no hope in a film frank, impassioned, full of naivety and of emphasis, an absorbing and moving film, uncommon for our prig and sermonizing cinema.” (Fabio Ferzetti, Il Messaggero)

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He studied drama at the National Academy of Drama Silvio D’Amico, graduating in 2000. His career starts on the theatre stage where he had the chance to work, already from the time of his studies, with important professionals such as Giuseppe Patroni Griffi, Marco Bellocchio, Emma Dante, Marco Baliani. After playing several roles in important Italian TV

series, without leaving on the side his commitment to the creation of new theatre plays, Michele gains the most important role of his career in The past is a foreign land by Daniele Vicari, for which he wins the L.A.R.A. Award as Best Actor at “Festival del Cinema di Roma” (2008) and the special mention at the Miami Film Festival as Best Actor. From 2008 Michele obtains a fairly vast success and several awards, such as the Golden Graal 2009 as Rising Star and the nomination at Silver ribbons 2009 for his interpretations in films such as Fortapasc by Marco Risi, Marpiccolo by Alessandro di Robilant, selected in the Alice in the City section of the “Festival internazionale del film di Roma” 2009, and Ten winters by Valerio Mieli, selected at the Tokyo Film Festival and already presented at Venice Film Festival in the “Controcampo Italiano” section. Currently still in post production, there are Henry by Alessandro Piva and Noi credevamo by Mario Martone which are both expected to be released in 2010.

:: FILMOGRAFIA

:: PREMI / AWARDS

2000 Gabriele 2002 Medicina (corto) 2002 Uomini & donne, verità & bugie 2003 Vite a confronto (corto) 2007 Aria 2007 Il passato è una terra straniera 2008 Fortapasc 2008 Marpiccolo 2009 10 inverni 2009 Henry 2009 Noi credevamo

2008 Roma Festival: Premio L.A.R.A. per il Miglior Attore / Best Actor (Il passato è una terra straniera) 2008 Miami Festival: Miglior Attore / Best Actor (Il passato è una terra straniera) 2009 Golden Graal: Premio Astro Nascente / Rising Star Award ‘‘

Studia teatro presso l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio D’Amico, diplomandosi nel 2000. La sua carriera inizia sul palcoscenico teatrale dove ha la possibilità di lavorare, già durante gli studi, con importanti professionisti come Giuseppe Patroni Griffi, Marco Bellocchio, Emma Dante, Marco Baliani. Dopo aver interpretato diversi ruoli in importanti serie televisive italiane, senza metter da parte il suo impegno nella creazione di nuove opere per il teatro, Michele ottiene il più importante ruolo della sua carriera in Il passato è una terra straniera di Daniele Vicari, per il quale si aggiudica il Premio L.A.R.A. per il Miglior Attore al “Festival del Cinema di Roma” (2008) e la menzione speciale al Miami Film Festival per il Miglior Attore. Dal 2008 Michele ottiene un successo abbastanza ampio e diversi premi, come il Golden Graal 2009 come Astro Nascente e la nomination ai Nastri d’argento 2009 per le sue interpretazioni in film come Fortapasc di Marco Risi, Marpiccolo di Alessandro di Robilant, in concorso nella sezione Alice nella città del “Festival Internazionale del Film di Roma” 2009, e Dieci inverni di Valerio Mieli, in concorso al Tokyo Film Festival e già presentato al Festival del Cinema di Venezia nella sezione “Controcampo Italiano”. Attualmente, ancora in post produzione, ci sono Henry di Alessandro Piva e Noi credevamo di Mario Martone, la cui uscita è prevista per il 2010.

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LE GIORNATE DEGLI ATTORI - MICHELE RIONDINO

MICHELE RIONDINO


:: LE GIORNATE DEGLI ATTORI

LA VOCE NATURALE Giving voice ITALIA - 2009 - colore - 90’ Regia Direction: Alessandro Fabrizi Cinematografia Cinematography: Roberto De Amicis, Enrico Parenti Montaggio Editing: Barbara Galli Musica Music: Gianluca Misiti Interpreti Cast: Noel Arthur, Isabelle Byloos, Ken Cheeseman, Christian Crahay, Luca De Bei, Paula Langton, Kristin Linklater,

Manuela Mandracchia, Laura Mazzi, Gabriele Parrillo, Marco Quaglia, Alessandro Quattro, Maya Sansa, Fabrice Scott, Kate Udall, Valentino Villa Produttori Producers: Andrea Petrozzi, Alessandro Fabrizi Produzione Production: World Video Production con la collaborazione di Fourlab

:: SINOSSI / SYNOPSIS Stromboli, Sicilia. Kristin Linklater, insegnante di voce e text coach, conduce un gruppo internazionale di 15 attori in un percorso di esplorazione delle proprie voci e di alcune storie dalle Metamorfosi di Ovidio nella versione in lingua inglese di Ted Hughes (1997). È la prima fase di un processo che porterà alla creazione di uno spettacolo (Metamorfosi- 7 storie da Ovidio, da presentare agli abitanti dell’Isola). L’isola di Stromboli, un vulcano in attività, fa da sfondo e da interlocutore: le voci degli attori e le storie di Ovidio, inevitabilmente intrecciano un dialogo con il fuoco, l’acqua, il vento, la sabbia nera e le rocce. Un paesaggio in costante mutamento, nella continua metamorfosi dei suoi elementi. Gli attori e le loro voci cambiano in risposta agli stimoli che gli provengono dall’isola, dalla tecnica Linklater e dalle immagini contenute nei testi delle 7 storie. Il tema del film è infine la metamorfosi; d’altra parte non è proprio in quest’ambito che si muove l’attore, per mestiere? Nella metamorfosi, nella trasformazione... Stromboli, Sicily. Kristin Linklater (voice teacher and text coach) leads an international group of 15 actors through a journey of exploration of their own voices and several tales from Ovid’s Metamorphoses in the English version by Ted Hughes. It is the first step of the process that eventually led to a theatre production (Metamorphoses - 7 Tales From Ovid, to be presented to the islanders). An island that is an active volcano, Stromboli offers an inspiring set for this kind of exploration: the actors’ voices and the stories from Ovidio resonate in an environment of fire, water, wind, black sand and rocks. It is a constantly changing landscape evoking the continual metamorphosis of its elements. The actors and their voices change in response to the stimuli that come from the island, the Linklater technique, and the images of the 7 stories. Thus the theme of the film is metamorphosis; on the other hand isn’t that what an actor does for a job? Through metamorphosis, transformation…

:: NOTE CRITICA / CRITICAL NOTE “Non un film qualunque, ma una esperienza radicale, un’incursione artistica hardcore: il superamento di una soglia segreta che allo sguardo dello spettatore non è concesso varcare... E Alessandro Fabrizi, regista anche teatrale, che ci accompagna tra i misteri di un testo da rendere vivo, attraverso il seminario della scozzese Kristin Linklater, trainer vocale e text couch elaboratrice di un metodo psicofisico che ha rivoluzionato, negli ultimi 40 anni, l’arte e la tecnica vocale e gestuale.” (Silvestri, Il Manifesto) “Not a common film, but a radical experience, an artistic hardcore excursion that trespasses a threshold beyond which we are not usually allowed to see… Alessandro Fabrizi, also a theatre director, leads us into the mysteries of a text coming to life, through the workshop by the Scottish voice trainer and text coach, Kristin Linklater, the author of a psychophysical method, which revolutionized, over the past 40 years, art and vocal and gestural technique.” 112


Maya Sansa nasce a Roma da madre italiana e padre iraniano. Dopo aver conseguito la maturità classica si trasferisce in Inghilterra, dove viene ammessa alla Guildhall School of Music and Drama. Durante gli studi alla GSMD a Londra, viene scoperta da Marco Bellocchio che la sceglie come protagonista del suo film La balia nel 1999 e con il quale nel 2003 lavorerà di nuovo in Buongiorno, notte. Dopo aver lavorato come protagonista in importanti film italiani di autori come Marco Tullio Giordana (La meglio gioventù), Fiorella Infascelli (Il vestito da sposa), Carlo Mazzacurati (L’amore ritrovato), Maya comincia a lavorare anche in Francia, partecipando a numerose pellicole, fra cui spiccano un film tv di Claude Goretta Sartre, L’âge des passiones (2006), il film dal cast stellare Les femmes de l’ombre accanto a Sophie Marceau et Julie Depardieu per arrivare all’attuale Voyez comme ils dansent di Claude Miller (2010). Per la tv é da ricordare anche Einstein (2007) diretto da Liliana Cavani e David Copperfield (2008) diretto da Ambrogio Lo Giudice. Attualmente Maya Sansa vive a Parigi. Maya Sansa was born in Rome to an Italian mother and an Iranian father. After leaving the high school she moved to England where she was admitted to the Guildhall School of Music and Drama. During her studies at GSMD in London, she was noticed by Marco Bellocchio who chose her as the protagonist of his film The wet-nurse in 1999 and with whom in 2003 he worked again in Good morning, night. After working as a protagonist in important Italian films by directors such as Marco Tullio Giordana (The best of youth), Fiorella Infascelli (Il vestito da sposa), Carlo Mazzacurati (An Italian romance), Maya began to work also in France, starring in several films, including a TV film by Claude Goretta

Sartre, L’âge des passiones (2006), the film with an excellent cast Female agents with Sophie Marceau et Julie Depardieu up to the last Voyez comme ils dansent by Claude Miller (2010). As to TV also Einstein (2007) directed by Liliana Cavani and David Copperfield (2008) directed by Ambrogio Lo Giudice are to be mentioned. Now she lives in Paris.

:: PREMI / AWARDS 1999 Golden Globes, Italy: Rivelazione dell’anno (La balia) 2002 Annecy Festival: Miglior Attrice / Best Actress (Benzina) 2003 Festival di Venezia: Premio Pasinetti / Pasinetti Award (Buongiorno, notte) 2004 Golden Globes, Italy: Miglior Attrice / Best Actress (Buongiorno, notte) 2004 Nastri d’Argento: con tutto il cast femminile per / with all the female cast for La meglio gioventù 2006 Festival EuropaCinema: Miglior Attrice / Best Actress (In ascolto) 2009 RomaFictionFest: Miglior Attrice / Best Actress (Einstein)

:: FILMOGRAFIA / FILMOGRAPHY 1998 La balia 1999 Terra di nessuno 2001 Benzina 2001 Fratelli di sangue 2002 Il vestito da sposa 2003 La meglio gioventù 2003 Buongiorno, notte 2004 Contronatura 2004 L’amore ritrovato 2006 Il prossimo tuo 2006 In ascolto The Listening 2007 Fuori dalle corde 2007 Les femmes de l’ombre 2007 La troisième partie du monde 2008 Villa Amalia 2008 Giving Voice La voce naturale 2009 Heaven on earth 2009 L’uomo che verrà 2010 Un altro mondo 2010 Voyez comme ils dansent

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GLI ATTORI DEL NUOVO CINEMA ITALIANO - MAYA SANSA

MAYA SANSA


:: FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO - undicesima edizione

CINEMA & REALTĂ€ PANE, AMORE E... TANTO CINEMA! di Luca Michele Cirasola +O- IL SESSO CONFUSO di Andrea Adriatico e Giulio Maria Corbelli DUE VOLTE GENITORI di Claudio Cipelletti FROM ZERO di Davide Barletti, Giotto Barbieri, Alessia Deninno, Stefano Strocchi IL COLORE DELLE PAROLE di Marco Simon Puccioni SANGUE E CEMENTO di Gruppo ZERO SOUNDS OF MOROCCO di Giuliana Gamba WALLS AND BORDERS di Maddalena Merlino e Claudio Paletto 114


CINEMA & REALTÀ

PANE, AMORE E... TANTO CINEMA! La ricostruzione delle zone colpite dal terremoto dell’aprile 2009 non deve essere limitata solo alle opere murarie, agli edifici pubblici e privati, ma alla ricostruzione dello “spirito”. Un gruppo di volontari della Mediterranea film presenti nelle zone interessate dal sisma incontrando giovani, ragazzi, intervistando le popolazioni alloggiate nelle tendopoli, privi di ogni elementare oggetto non solo di prima necessità, ma legato al tempo libero, ad attività creative, fino ad un secondo prima del sisma utili ma non indispensabili, nel nuovo stato di cose apparentemente inutili (telecamera, videoproiettore, microfoni ecc. ). All’improvviso, come per magia, sono diventati strumenti indispensabili per riempire le ore dell’attesa...!!! Così è nata l’idea da parte degli operatori della Cooperativa coordinati da Luca Michele Cirasola, di professione attore, di offrire agli sfollati un’attrezzatura video leggera (Telecamere Mini-Dv, videoproiettori), per permettere di raccontare personalmente la propria storia e animare centri di incontro tra i residenti nei campi. L’idea è quella di conquistare sempre più la fiducia della popolazione, senza operare con metodi invasivi ed offrire loro l’opportunità di esorcizzare questa tragedia, mediante la realizzazione di video elaborati e raccontati direttamente dai protagonisti di questa terribile tragedia, con il supporto tecnico della Cineteca Puglia. Sono state così già donate le prime telecamere agli abitanti di Paganica per i videoracconti da proiettare anche in simultanea o in riunioni di gruppo. Tale iniziativa, ben accolta dagli psicologi e dai sociologi che operano sul campo, mira a produrre un’importante documentazione di alto valore morale e culturale, operando sempre e comunque nel rispetto della delicata situazione che gli Abruzzesi stanno vivendo e le autorità competenti stanno elaborando ed eseguendo per ripristinare una vita “ordinaria” alle famiglie colpite dal disastro.

Siamo arrivati a L’Aquila. Le immagini delle case distrutte suscitavano in noi solo uno stupore puerile, entrare nel campo di Paganica, vedere la gente, ci ha fatto comprendere la misura del dramma. Giovedì 16 Aprile 2009 abbiamo montato il primo “lenzuolo” all’interno della tenda dell’A.N.A. Con il dovuto pudore, e senza dare nulla per scontato, abbiamo montato un piccolo proiettore…il resto è andato da sé, con il passa-parola fra i campi. L’immediato riscontro favorevole, suggellato da un “terzo tempo” con i ragazzi del Paganica Rugby, ci ha spinti ad andare oltre. L’incontro con il Dott. Bertolaso al campo di Onna prima e la riunione tenutasi con i responsabili delegati della protezione civile, in primis con la Dott.ssa Barbara Altomonte, nonché il patrocinio sopraggiunto dal Mibac, ci hanno messo in condizione di ragionare seriamente sulla possibilità di intraprendere un percorso finalizzato alla “istituzionalizzazione” di questo genere di intervento. Alla necessità di ricostruire le case si è affiancata la necessità della ricostruzione dell’anima. Luca Michele Cirasola

progetto realizzato da: MEDITERRANEA FILM e CINETECA PUGLIA sostenuto da: - Presidenza Regione Puglia - MIBAC - Ministero per i Beni Culturali - LILT - Lega Italiana Lotta ai Tumori


CINEMA & REALTÀ

+o- Il sesso confuso.

Racconti di mondi nell’era dell’AIDS 2010 – 35mm – colore – 93’ Regia Direction: Andrea Adriatico, Giulio Maria Corbelli Cinematografia Cinematography: Raffaella Cavalieri Montaggio Editing: Roberta Bononi Musica Music: Massimo Zamboni. Testimonianze: Adriana Ammassari, Fernando Aiuti, Guglielmo Campione, Vincenzo Capuano, Alessandra Cerioli, Fiore Crespi, Barbara Ensoli, Goffredo Feddi, Pol G, Franco Grillini, Rosaria Iardino, Raffaele Lelleri, Catia Lucentini, Daniela Minerva, Mauro Moroni, Cristina Mussini, Pier Cesare Notaro, Massimo Oldrini, Andrea Pini, Beppe Ramina, Jessica Rossetti, Roberto Sardelli, Diego Scudiero, Vincenzo Sparagna, Thomas Trabacchi, Livia Turco, Stefano Vella, Luca Zanesi Produttori Producers: Daniela Cotti, Monica Nicoli Produzione Production: Cinemare, via del pratello 90/92, 40122 Bologna produzioni@cinemare.it - www.cinemare.it

:: SINOSSI / SYNOPSIS + o - il sesso confuso. Racconti di mondi nell’era aids è un film documentario. Parla di storie legate alla pandemia più spaventosa del nostro tempo, l’aids. Parla della confusione che ha generato sulla sessualità. Parla di racconti esistenziali che si intrecciano con la storia di un’epoca su questo pianeta. + o - il sesso confuso. Racconti di mondi nell’era aids is a documentary film. It tells stories connected with the most frightful pandemic of our time, aids. It is about the confusion it has caused over sexuality. It is about existential stories that intertwine with the history of an era on this planet.

:: NOTE DI REGIA / DIRECTORS STATEMENTS “Forse ascoltare è una delle poche cose che sento di saper fare. Forse la so fare perché sono assetato perennemente di vita e di storie. Forse sono assetato perché non ho mai abbastanza storia dentro. così ho imparato che si può accendere una macchina da presa, che si può piazzare un microfono, e qualche volta, grazie alla tecnica, si possono fissare nuovi colori della realtà. documentare. In questo caso il documento non è l’aids. Non le cure. Non la malattia. ma il pensiero e l’emozione sulla malattia, quello sì. Ed è la cosa che per me conta. (...)” “Maybe hearing is one of the few things I believe I can do. Maybe I can do it because I am perpetually hungry for life and stories. Maybe I am hungry because I haven’t enough story inside. So I found out that you can turn on a camera, place a microphone, and sometimes, thanks to technology, you can set new colours of reality. You can document. In this case the document is not aids. Not the cure. Not the disease. But the worry and emotion on the disease, of course. And that’s what counts for me. (...)” (Andrea Adriatico) “ (...) Oggi, in un momento in cui è venuta meno la convulsione con cui era trattata la malattia nei primi anni e in cui il silenzio che l’ha circondata in tempi recenti ha dimostrato tutto il suo carico di pericolosità, oggi è tempo di guardare indietro e cercare di capire perché una infezione virale è stata capace di produrre degli effetti persino superiori ai numeri pure tragici con cui la inquadrano gli epidemiologi. Perché un evento terribile come l’aids può servire anche per acquisire consapevolezza. ecco la convinzione da cui parte il mio lavoro: riconoscere nell’aids un’occasione preziosa che non ci possiamo permettere di sprecare.” “(…) Today, in a time when the convulsion, disease was treated with in early years, has disappeared and when silence, that surrounded it before, has showed its full load of danger, today it is the time to look back and try to understand why a viral infection has been able to produce effects even greater than the numbers, tragic too, with which the epidemiologists define it. Since a tragic event such as aids can help gain awareness. That’s the persuasion my work comes from: recognizing aids as a precious opportunity we can not take the liberty of wasting.” (Giulio Maria Corbelli) 116


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Due volte genitori Parents reborn 2009 – BetacamSP – colore e b/n - 94’ Regia Direction: Claudio Cipelletti Soggetto Script: Claudio Cipelletti Cinematografia Cinematography: Marco Gordon Montaggio Editing: Claudio Cipelletti Consulenze psicologiche: Lucia Bonuccelli, Francesco Pivetta Musica originale Original music: Christian Schmitz. La canzone In Movimento è di Marzia Stano / The song In Movimento is by Marzia Stano Produzione Production: Agedo col finanziamento della Commissione Europea - Progetto Daphne II “Family matters - Sostenere le famiglie per prevenire la violenza contro giovani gay e lesbiche” / with funding of the European Commission, Daphne II Project “Family Matters. - Supporting families to prevent violence against gay and lesbian youth”

:: SINOSSI / SYNOPSIS Due volte genitori è un viaggio in sei capitoli che parte da “quel giorno, quell’ora e quell’istante” in cui tutto è cambiato, il momento della rivelazione dell’omosessualità di un figlio o di una figlia. Un viaggio che traversa territori interiori impervi: all’inizio quelli della perdita, della colpa, poi quelli del bisogno di capire; i territori della conoscenza, dell’indignazione, del sesso, e quelli del confronto, della esposizione di sé, del cambiamento. Fino a quelli inattesi del “crescere da adulti” e del rinascere. Ma anche un viaggio nel nostro Paese, tra le mura domestiche delle famiglie italiane, dai figli e fratelli ai genitori, dai genitori ai nonni e poi di nuovo ai figli. Parents reborn is a journey through six chapters beginning from “that day, that moment and that instant” when everything changed, when the coming out of homosexuality came by a son or a daughter. A journey that goes through rough interior territories: at first those of loss, of guilt, and then those of the need to understand; the territories of consciousness, of indignation, of sex, and the ones of confrontation, of self-expression, of change; until the unexpected ones of ‘growing as adults’ and of rebirth. And then a journey through our Country, the home of Italian families, from children and brothers to parents, from parents to grandparents and then back to the children.

:: NOTA DI REGIA / DIRECTOR’S STATEMENT Ho cercato di entrare in punta di piedi con la macchina da presa in questi gruppi e nelle famiglie, dopo aver creato, grazie alla collaborazione psicologica degli esperti, le condizioni “protette” perché le persone potessero esprimersi senza allontanarsi dalla loro quotidianità, ma anche dando loro, con la ripresa, una occasione speciale di confronto e comunicazione all’interno della famiglia. (...) Ho scoperto un universo inaspettato, complesso, di grande fragilità. Il primo pensiero quando entrai in un gruppo di genitori che condividevano la loro storia dopo il coming out dei figli, fu che erano come noi, soli, emozionati, schiacciati dal giudizio della società, ma forse più smarriti. (…) I tried to go on tiptoe with my camera into these groups and families, after creating, through the cooperation with psychological experts, the “protected” conditions in order that people could express themselves without drawing apart from their everyday life, but also giving them, through the camera, a special occasion for discussion and communication within the family. (…) I discovered an unexpected universe, complex, very fragile. The first impression I had when I joined a group of parents, whose children had come out to them, was that they were like us, alone, excited, scared of the society opinion, but almost more disorientated. (…)

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FROM ZERO

Storie dalle tendopoli Stories from the earthquake emergency camps 2009 – colore Regia Direction: Davide Barletti, Giotto Barbieri, Alessia Deninno, Stefano Strocchi Scritto da Written by: Stefano Strocchi Montaggio Editing: Federico Campana, Andrea Ciacci, Arturo Lavorato, Cristian Sabatelli, Cornelia Schoepf Web Designer: Davide Desisto Produttori Producers: Stefano Strocchi, Roberto Ruini (Pulsemedia) Produzione Production: MOVE productions, Via Baretti 19, 10125 Torino, email:stefano@moveproductions.it

:: SINOSSI / SYNOPSIS E’ la prima serie documentaria via web italiana. Dalle tendopoli d’Abruzzo raccontiamo in brevi documentari la vita quotidiana di 12 protagonisti. Al fianco di Rosa e Antonello, Ignazio, Luigi, Patrizia e molti altri, abitanti delle tendopoli, operatori dell’emergenza, medici, imprenditori che cercano di ricostruire e cittadini in attesa della casa, seguiamo giorno dopo giorno il lento percorso per uscire dall’emergenza e arrivare ad una nuova normalità. Sono storie di paura, di decisioni da prendere, di attese, di vita nelle tende, menù della mensa da compilare e tonnellate di brande da scaricare e ricaricare. Sono le storie che una volta ci avrebbero raccontato i nostri nonni, magari la domenica dopo pranzo, che adesso possiamo raccontare mentre accadono e condividere via internet. It is the first Italian web documentary series. From the emergency camps in Abruzzo, in short documentaries, we tell the everyday life of the 12 protagonists. Together with Rosa and Antonello, Ignazio, Luigi, Patrizia and many others, the people in the camps, aid workers, doctors, building contractors and citizens waiting for a house, we follow day by day the slow path to come out of emergency and get back to new normality. These are stories about fear, decisions, expectations, life in camps, canteen lists to be drawn up and tons of camp beds to be unloaded and reloaded. These could be the stories once told by our grandparents, maybe on Sundays after lunch, stories we can now tell as they happen and share on the Internet.

:: NOTA DI REGIA / DIRECTOR’S STATEMENT Cosa succede quando la realtà che conosciamo, strutture pubbliche, private e i muri delle nostre case non costituiscono più il normale punto di riferimento per la vita quotidiana? Come documentaristi diventa importante riuscire a sfruttare le nostre capacità di “raccontatori della realtà” e le nuove tecnologie di Internet per far si che le storie di ricostruzione, i momenti di solidarietà e di difficoltà, le testimonianze dello sforzo collettivo per uscire dall’emergenza non solo siano raccontate, ma possano essere parte di un “sistema” che superi il clamore delle notizie e dei reportage e renda possibile a tutti, dalle nostre case, di accompagnare quotidianamente la vita vera di chi sta ricostruendo lentamente. What happens when the reality we know, public and private organizations and the walls of our home are no longer the point of reference for everyday life? As documentarists, it is important for us to exploit both our abilities as “narrators of the reality” and new Internet technologies in order that the stories of reconstruction, the moments of solidarity and difficulty, the evidence of collective effort to come out of emergency, can not only be told, but also be part of a “system” which goes beyond the noise of the news and reports and which makes it possible for everybody, from his own home, to follow every day the true life of the people who are beginning all over again.

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IL COLORE DELLE PAROLE The color of words 2009 – DCP JPG2000 – colore - 65’ Regia Direction: Marco Simon Puccioni Soggetto: Marco Simon Puccioni Cinematografia Cinematography: Alessandro Bonifazi Montaggio Editing: Erika Manoni Musica Music: Rudy Gnutti Con With: Teodoro Ndjock Ngana, Angela Plateroti, Justin Mvondo, Kongo Martin, Steve Emejuru, Angelica Ngo Ndjock Ngana, Armando Gnisci, Franco Pittau Produttori Producers: Mario Mazzarotto, Bruno Tribbioli, Alessandro Bonifazi Produzione Production: Intel Film, Blue Film

:: SINOSSI / SYNOPSIS Quattro amici, musicisti, mediatori e scrittori africani, tutti in Italia da oltre trent’anni, si battono per i diritti degli immigrati nel paese, ma anche per far conoscere la loro cultura agli italiani. Sono i primi anni settanta quando arrivano a Roma Teodoro, Steve, Martin e Justin, inviati dalle famiglie o dai governi per studiare in Italia e prepararsi a divenire la classe dirigente dei loro paesi. In Italia vivono l’amicizia, gli amori, le lotte politiche e decidono di restare. Giocano a calcio, mettono in piedi un gruppo musicale. Poi ognuno prende la sua strada, si sposa, alcuni con donne italiane, comprano casa, hanno dei figli, ma ancora non hanno la cittadinanza italiana. Nel corso degli anni vedono cambiare il loro nome: da studenti a vu cumprà, da extracomunitari a immigrati. Four friends, musicians, African mediators and writers, all in Italy for over thirty years, are campaigning for the rights of the immigrants here. They also attempt to spread their culture in Italy. In the early seventies Teodoro, Steve, Martin and Justin arrived in Rome. They were sent by their families or governments to study in Italy in order to become leaders in their home countries. In Italy they experience friendship, love, political struggles, and decide to stay. They play football, put together a musical group, then each of them goes his own way: they get married, some with Italian women, buy a house and have children; but they still don’t have Italian citizenship. Over the years they see change their status: from students to “vu cumprà”, from “extracomunitari” to immigrants.

:: NOTA DI REGIA / DIRECTOR’S STATEMENT “In un clima in cui gli immigrati sono visti sempre più come una minaccia alla nostra sicurezza, questo documentario mostra le vite di alcuni migranti africani e quanta ricchezza umana e culturale possono portare alla nostra società. Mi auguro che la visione di questo film possa essere un potente antidoto contro la stupidità, la chiusura mentale e la paura.” “In a climate in which immigrants are increasingly seen as a threat to our security, this documentary shows the lives of some African immigrants and the human and cultural wealth they can offer our country. I hope that watching this film can be a powerful antidote against stupidity, narrow-mindedness, fear.”

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Sangue e cemento 2009 – 35mm – colore – 58’ Regia Direction: Gruppo Zero Con With: Paolo Calabresi Inchiesta: Franco Fracassi e con: Mario Russo, Eleonora Ferrazzi Daniela Mastrosimini, Vincenzo Perrone, Andrea Petrosino, Daniele Sagnotti, Fabiana Tacente Montaggio Editing: Giona Messina Scritto da: Thomas Torelli, Giona Messina, Arianna Dell’Arti Musica Music: Gabriele Pierro, Gianni Del Popolo Produzione Production: Thomas Torelli, Editori Riuniti, Telemaco, Gruppo Zero

:: SINOSSI E NOTE / SYNOPSIS AND NOTES Cause recenti e responsabilità remote di chi ha costruito male per risparmiare sul materiale e sulle tecniche, di chi doveva controllare, ma non lo ha fatto, agli amministratori che hanno favorito la speculazione a discapito della sicurezza dei cittadini. Interviste e testimonianze a sismologi, geologi, tecnici del territorio e delle costruzioni, avvocati e giudici arricchiscono questo film-documento. Sangue e Cemento è stato realizzato dal Gruppo Zero, un collettivo di giornalisti, cineasti e comunicatori che producono documentari d’inchiesta per un’informazione corretta e libera da manipolazione. Perché L’Aquila non era inserita nella fascia 1 di pericolosità sismica? Perché non era stata disposta nessuna politica antisismica nel territorio abruzzese? Perché dopo l’inizio dello sciame sismico (ottobre 2008) non erano state disposte misure adeguate? Perché si consente di costruire nelle zone sismiche con materiali mescolati con troppa acqua, sabbia salata, ferro di cattive colate, insomma perché si costruiscono edifici destinati a crollare? Perché si tollerano le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’edilizia delle zone sismiche? Perché le imprese che hanno costruito gli edifici crollati non vengono escluse dalla ricostruzione? Perché la ricostruzione viene gestita al riparo del controllo della popolazione? Perché la notte del 6 aprile 2009 sono morte 299 persone? Recent causes and remote responsibilities of those who built wrong to save on materials and techniques, of those who had to verify but did not, to the administrators who supported speculation at the expense of public safety. Testimonies and interviews to seismologists, geologists, structural engineers, lawyers and magistrates enhance this docudrama. Sangue e cemento was made by Gruppo Zero, a collective of journalists, directors and communicators that produce inquiry documentaries for information fair and free from manipulation. Why wasn’t L’Aquila included in band 1 of seismic hazard? Why didn’t they adopt an aseismic policy in Abruzzian area? Why didn’t they take the necessary steps after the beginning of the swarm (October 2008) Why is it allowed to build in seismic areas with materials mixed with too much water, sand, bad iron castings, in short why do they build buildings bound to collapse? Why do they allow the organized crime’s infiltration in the building industry of seismic areas? Why don’t they exclude the companies that built the collapsed buildings from reconstruction? Why is reconstruction managed away from the people control? Why did 299 people die at night on 6 April 2009?

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Sound of Morocco 2009 – HDCam SR – colore – 76’ Regia Direction: Giuliana Gamba Soggetto e Sceneggiatura Script and Screenplay: Giuliana Gamba, Carmine Amoroso Cinematografia Cinematography: Paolo Ferrari, Alberto Iannuzzi, Ugo Menegatti Montaggio Editing: Annalisa Forgione, Raimondo Aiello, Joel Jacovella Supervisione Musiche Music: Nour Eddine Fatty, Zri Zrat Music & Event (Casablanca)

Con With: Nour Eddine Fatty, Abdellah Ed-Douch, Abdenbi El Gadari, Rimchi Youness, Tarek Otfi, Omar Sayed Produttore Producer: Livio Negri Produzione Production: Cinecittà Luce, Top Film in coproduzione con Morocco Movie Group World sales: WIDE Management, 40, rue Sainte-Anne - 75002 Paris email: wide@widemanagement.com, www.widemanagement.com

:: SINOSSI / SYNOPSIS Il Marocco continua a essere un luogo magico. Questo paese dai forti contrasti che si estende fino ai confini occidentali del “mondo antico”, è realmente un mistero, un mosaico di popoli e culture. E la sua musica ne è l’espressione più autentica. Il film-documentario è un’immersione nel cuore di oriente-occidente. Nour Eddine, musicista marocchino, che vive in Italia da vent’anni, torna in Marocco e ci conduce alla scoperta delle varie realtà musicali di un paese che, anche nelle sue sonorità, esprime la grande trasformazione che sta vivendo. Ogni passaggio tra i vari mondi musicali non rappresenta una frattura tra passato e presente o tra un modo di intendere la vita e un altro, ma mette in luce l’estrema coesione che esiste tra le diverse componenti musicali marocchine. Morocco is still a magical place. This country with its striking contrasts, which stretches to the western borders of the “ancient world”, is really a mystery, a mosaic of peoples and cultures. And its music is the most authentic expression. The documentary film is an immersion in the heart of east-west. Nour Eddine, a Moroccan musician who has lived in Italy for twenty years, returns to Morocco and leads us to the discovery of various music realities of a country which, also in its sonority, expresses the great transformation it is going through. Every step among the various music worlds is not a break between the past and the present or between a way of life and another, but it shows the strong cohesion among the several components of Moroccan music.

:: NOTA DI REGIA / DIRECTOR’S STATEMENT (...) È stata anche una grande esperienza e direi un privilegio entrare in una cultura così diversa per religione e storia e raccontarla attraverso la musica che ne è l’espressione più profonda e autentica. Ho cercato di essere come un granello di sabbia nel deserto, per non alterare la spontaneità dei loro gesti e dei loro suoni. In Marocco dicono che il mondo può essere visto da mille sguardi ed io ho cercato di vedere il nostro mondo dal loro punto di vista. Sound of Morocco racconta il patrimonio millenario di una cultura orale che ha percorso intatta i secoli, forse i millenni, e che ancora conserva tutta la sua forza prorompente. Oggi viviamo in un mondo globalizzato percorso da fortissime spinte migratorie e ci troviamo a convivere con persone di cui, spesso, non conosciamo nulla. Mi piacerebbe che il mio film fosse un piccolo contributo alla comprensione di un popolo. Ricordando che la musica è un linguaggio universale ed è sempre un messaggio di pace. (…) It was also a great experience and even a privilege to go into a culture so different in religion and history and to reveal it through the music which is its deepest and most authentic expression. I tried to be like a grain of sand in the desert, in order not to alter the spontaneity of their gestures and their sounds. In Morocco they say that world can be seen through a thousand eyes and I tried to see our world from their point of view. Sound of Morocco reveals the secular heritage of an oral culture which has crossed intact centuries, perhaps millennia, and which still preserves all its irrepressible strength. Today we live in a globalized world crossed by strong migratory tendency and we live with people we often know nothing about. I hope that my film can contribute to the understanding of a people, reminding the audience that music is a universal language, and always a message of peace. 121


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Walls and borders ITALIA - 2003 – digibeta – colore - 91’ Realizzazione Production : Maddalena Merlino, Claudio Paletto Ideazione Ideation: Armando Ceste, Claudio Paletto Montaggio Editing: Mirko Capozzoli, Andrea Daddi Regia Direction: Sandra Assandri, Franca Balsamo, Mario Balsamo, Matteo Bellizzi, Tamara Bellone, Andrea Bessone, Enrico Bisi, Khalid Bougir, Giovanna Boursier, Federico Bruno, Mimmo Calopresti, Pè Calopresti, Pulika Calzini, Mauro John Capece, Maicol Casale, Vittoria Castagneto, Alessandro Castelletto, Manuele Cecconello, Armando Ceste, Renato Chiocca, Angelo Chionna, Rodolfo Colombara, Monika Crha, Giorgio Cugno, Fabrizio De Bartolomei, Teo De Luigi, Gianluca e Massimiliano De Serio, Nicholas Di Valerio, Luciano D’Onofrio, Zena el Khalil, Alessandro Felice, Andrea Fenoglio, Giacomo Ferrante, Davide Ferrario, Richi Ferrero, Massimiliano Finotti, Giuseppe Foglino, Pit Formento, Silvia Formia, Daniele Gaglianone, Luca Gasparini, Sonia Giardina, Marcella Gilardoni, Ludovica Isidori, Loris Laccu, Bruno Larini, Grazia Licari, Maurizio Lorenzati, Adonella Marena, Roberto Mariotti, Vincent Martorana, Marco Mathieu, Beatrice Mazzone, Maddalena Merlino, Francesco Momberti, Diego Mometti, Stefanos Mondelos, Fernanda Moneta, Maurizio Orlandi, Chiara Pacilli, Fulvio Paganin, Claudio Paletto, Giovanni Panozzo, Luca Pastore, Emanuela Peyretti, Elena Quarta, Regiana Queiroz, Gigi Roccati, Alfredo Ronchetta, Delfino Maria Rosso, Gianni Sartorio, Sonia Sassella, Cristina Savelli, Antonello Schioppa, Flavio Sciolè, Alberto Signetto, Piera Tacchino, Adil Tanani, Gennaro Testa, Claudia Tosi, Vanni Vallino, Andrea Zambelli Produzione Production: International Help Onlus, Via Legnano 22, Torino World sales: Maddalena Merlino, wallsandborders@gmail.com

:: SINOSSI / SYNOPSIS A vent’anni dalla caduta del muro di Berlino ottantatré registi raccontano con settanta brevi episodi i muri e i confini geografici, fisici, mentali che segnano le società in cui viviamo in un caleidoscopio di punti di vista e approcci espressivi, dal documentario alla fiction, dalla video art all’animazione. Twenty years after the fall of the Berlin Wall, eighty-three directors, in seventy short episodes, describe the geographic, physical and mental barriers and borders, which mark the societies we live in, through a kaleidoscope of points of view and expressive approaches, from documentary to fiction, from art video to animation.

:: NOTA DI REGIA / DIRECTOR’S STATEMENT “Tre sono le motivazioni che ci hanno spinto a realizzare questo gigantesco progetto: la prima è che tutti i proventi del film, a cui gli autori hanno contribuito a titolo gratuito, andranno a sostenere gli interventi di International Help Onlus, un’associazione umanitaria che opera da anni nelle zone più disagiate del mondo. La seconda sta nella consapevolezza di quanto, in un momento di crisi etica, economica e sociale come quello in cui viviamo, sia importante che anche chi lavora con le immagini prenda posizione e si confronti sullo stato delle cose. L’ultima, la più importante. è il testardo desiderio di dedicare questo lavoro ad Armando Ceste, il regista, il compagno, l’amico con cui l’avevamo sognato.” “There are three reasons which have led us to make this huge project: the first one is that all proceeds of the film, to which directors have contributed without consideration, will support the International Help, a non-profit humanitarian organization which has worked for years in the poorest areas of the world. The second one is the awareness that, in a moment of ethical, economic and social crisis like the one we live in, it is important also for those who work with the image to take sides on the state of affairs. The last, the most important one, is our stubborn desire to dedicate this work to Armando Ceste, the director, the mate, the friend we had dreamt about it with.” (Maddalena Merlino, Claudio Paletto)

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:: FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO - undicesima edizione

VETRINA CENTRO SPERIMENTALE Una sezione vetrina per promuovere alcune attività della Fondazione: - PROIEZIONE della edizione restaurata di IDILLIO

INFRANTO

- PROIEZIONE dei saggi di diploma degli allievi della Scuola Nazione di Cinema prodotti da CSC PRODUCTION:

di Alberto Mascia - LIBERIAMO QUALCOSA di Guido Tortorella - L’OCCASIONE di Alessandro Capitani - L’UOMO DEI SOGNI di Alessandro Capitani e Alberto Mascia - LA SECONDA FAMIGLIA di Alberto Dall’Ara - INTERFERENZE

La CSC Production (Centro Sperimentale di Cinematografia Production) è la società di produzione del Centro Sperimentale di Cinematografia, la scuola italiana di cinema che da oltre 70 anni scopre e forma i nuovi talenti. La CSC production produce i lavori di allievi ed ex allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia, fungendo anche da incubatore per l’inserimento professionale degli studenti diplomati. Realizza film, cortometraggi, lungometraggi e documentari, anche in coproduzione con altri soggetti, ricercando sponsorizzazioni e collaborazioni istituzionali e private. Un sostegno particolare viene dato agli ex allievi per la realizzazione della loro opera prima. La CSC Production si occupa inoltre della diffusione dei filmati nei festival nazionali ed internazionali, nelle sale cinematografiche, sulle reti televisive e sul web.

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VETRINA CSC - ANTEPRIMA EDIZIONE RESTAURATA

IDILLIO INFRANTO 1931 – 35mm – b/n (Zeiss Ikon) – 62’ Regia Direction: Nello Mauri Sceneggiatura Screenplay: “Gigus” Cinematografia Cinematography: Raoul Giovanni Perugini Interpreti Cast: Ida Mantovani, Pasquale Jacobellis (Filippo Il bello), Michele Silecchia, Nello Mauri (Mario Passi), Dirce Greselin Produttori Producers: Orazio Campanella Produzione Production: Apulia Cine di Acquaviva delle Fonti Restauro e Riedizione: Teca del Mediterraneo (Biblioteca del Consiglio Regionale della Puglia) e Cineteca Nazionale (Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia) Sponsor esclusivo: Club delle Imprese per la Cultura della Confindustria di Bari Musica Music (della copia restaurata e riedita sonora): Nico Girasole Curatori del Restauro: Angelo Amoroso d’Aragona, Mario Musumeci

:: SINOSSI / SYNOPSIS Carlo e Maria si amano. Lui è tornato dalla città, da Bari, dove si appena laureato. Lei è la figlia di un fattore, legata alla terra, quella di Alberobello, arsa dal sole e difficile da spietrare. Carlo teme che Maria lo tradisca, ignaro che il padre l’abbia venduta in sposa al padrone Silvestro per sanare i suoi debiti. Maria invece si oppone alle nozze con il padrone e viene cacciata di casa, ma Carlo, roso dalla gelosia, è tornato a Bari dai suoi compagni d’Università per frequentare il Circolo della città, ascoltare jazz, perdersi tra fumo, divertimenti e gioco... Carlo and Maria are in love. He is back from the city, from Bari, where he has just graduated. She is the daughter of a farmer, and she belongs to the land, that of Alberobello, sunburnt and difficult to be cleared from stones. Carlo is fearful that Maria is unfaithful to him, unaware that her father has sold her in marriage to the owner Silvestro in order to pay off his debts. But Maria opposes her marriage with the owner and is turned out of the house, while Carlo, consumed with jealousy, has gone back to his fellow students in Bari in order to go to the city Club, listen to jazz, merge into smoke, fun, games…

:: IL REGISTA E IL FILM / THE DIRECTOR AND THE FILM Si tratta, sino ad ora, della prima pellicola a noi nota ideata, prodotta e girata in Puglia ma anche dell’ultimo film muto italiano. Nulla ancora si sa del regista Nello Mauri e della sua presunta moglie, Dirce Greselin, attrice con ruolo comprimario nel film. L’attrice principale, Ida Mantovani, viene da Milano ed è l’unica professionista. Artefici del film sono il suo produttore Orazio Campanella, di Acquaviva delle Fonti, dove il film è realmente girato nel 1931, e Raoul Giovanni Perugini, di origini marchigiane, trasferitosi in Puglia e dopo il film assunto dall’Istituto Luce come cineoperatore. Orazio Campanella, dopo un tentativo di distribuzione nel 1933, aveva chiuso la pellicola in una cassapanca senza nemmeno dichiarare il film, con esso mettendo fine anche all’impresa della Apulia Cine, la società da lui fondata. Sarà riscoperto solo nel 1986, dopo la sua morte, per opera del nipote Franco Milella, dello storico locale Sante Zirioni e della Transtv con Tommaso Lapegna. Inizia così la sua seconda vita… It is, up to now, the first film known to us which was designed, produced and shot in Apulia but also the last Italian silent film. Nothing more is known about the director Nello Mauri and his alleged wife, Dirce Greselin, second lead actress in the film. The lead actress, Ida Mantovani, is from Milan and is the only professional. Makers of the film are its producer, Orazio Campanella, from Acquaviva delle Fonti, where the film was actually shot in 1931, and Raoul Giovanni Perugini, native of the Marches, who moved to Apulia and, after the film, was hired by the Istituto Luce as a cameraman. Orazio Campanella, after an attempt to release the film, closes it in a chest, without even declaring the film, and also putting an end to the company Apulia Cine he founded. It would be found only in 1986, after his death, thanks to his nephew(di zio)/ grandson (di nonno) Franco Milella, to the historic place Sante Zirioni and to the Transtv with Tommaso Lapegna. Thus it began its second life… 124


Regia Direction: Alberto Mascia Sceneggiatura Screenplay: Enrico Saccà, Chiara A. Ridolfi, Valerio Acampora, Alberto Mascia Cinematografia Cinematography: Luca Granato Montaggio Editing: Mario Marrone Scenografia Set design: Roberta Troncarelli Musica Music: Fabrizio Fornaci - RAI Trade Edizioni Musicali Costumi Costumes: Roberta Goretti Suono in presa diretta Sound mixer: Andrea Viali Montaggio del suono Sound editor: Stefano Di Fiore Interpreti Cast: Peppe Servillo, Lucia Ocone, Valeria Flore, Gianni Franco, Silvia Moscucci

2009 – 35mm – colore – 27’

Organizzazione Line Producers: Camilla Fava Del Piano, Maurizio Milo Produzione Production: Centro Sperimentale di Cinematografia Production, Rai Cinema

:: SINOSSI / SYNOPSIS

Roberto Violi è uno scrittore di romanzi horror dalla fervida e macabra immaginazione, separato dalla moglie e dedito ormai ad una vita solitaria. Ha un’innata capacità di fantasticare sulle cose proiettando ovunque il suo immaginario orrorifico, eppure il finale di un piccolo racconto gli sta dando del filo da torcere... Roberto Violi is a horror writer with a vivid and macabre imagination who is separated from his wife and has resigned himself to a solitary life. He has an innate ability to fantasize about things with his horrific imagination, yet he is having trouble with the ending of a short story...

LIBERIAMO QUALCOSA / Let’s free something Regia Direction: Guido Tortorella Sceneggiatura Screenplay: Andrea Cedrola, Stefano Grasso, Carlotta Massimi, Guido Tortorella Cinematografia Cinematography: Paolo Pisacane Montaggio Editing: Federico Della Corte Scenografia Set design: Mauro Vanzati Musica Music: Andrea Mancianti - Edizioni Musicali Cinik Costumi Costumes: Letizia Pisciotta Suono in presa diretta Sound mixer: Fabio russo Montaggio del suono Sound editor: Valeria Marrale Interpreti Cast: Federico Galante, Ilenia Lazzarin, Ernesto Mahieux, Pietro De Silva, Marino Masè

2009 - 35mm - colore - 30’

Organizzazione Line producers: Livia Barbieri, Eleonora Savi Produzione Production: Centro Sperimentale di Cinematografia Production, Medusa Film

:: SINOSSI / SYNOPSIS Libertà da cercare, libertà da raggiungere, libertà da conquistare. L’occupazione del liceo da parte di una piccola armata brancaleone diviene presto una sgangherata, instabile difesa del fortino, poiché nessuno degli oltre cinquecento studenti vuole aggregarsi alla loro lotta. A desire to find, obtain and conquer freedom. This struggle of a small disorganized group of college students soon becomes a hilariously hopeless attempt to defend their cause, as the other five hundred students basically couldn’t care less.

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SAGGI DI DIPLOMA - SCUOLA NAZIONALE DI CINEMA

INTERFERENZE / Interferences


SAGGI DI DIPLOMA - SCUOLA NAZIONALE DI CINEMA

L’OCCASIONE Regia Direction: Alessandro Capitani Sceneggiatura Screenplay: Enrico Saccà, Chiara A. Ridolfi, Claudio Beghelli, Valerio Acampora, Alessandro Capitani Cinematografia Cinematography: Leone Orfeo Montaggio Editing: Ian Degrassi Scenografia Set design: Simone Siconolfi Musica Music: Fabrizio Fornaci – RAI Trade Edizioni Musicali Costumi Costumes: Laura Cavagnini Suono in presa diretta Sound mixer: Valeria Marrale Montaggio del suono Sound editor: Stefano Di Fiore Interpreti Cast: Paolo Sassanelli, Lidia Vitale,

2009 - 35mm - colore - 29’

Lucianna De Falco, Desireé Noferini Organizzazione Line Producers: Giacomo Del Buono, Irene Abrescia Produzione Production: Centro Sperimentale di Cinematografia Production, Rai Cinema

:: SINOSSI / SYNOPSIS Il consulente finanziario Gregorio Fabbri divide la sua esistenza fra una moglie oppressiva e un lavoro frustrante e privo di prospettive. Il giorno del suo quarantesimo compleanno la moglie lo porta in un centro commerciale per fargli scegliere il regalo che preferisce... The financial consultant Gregorio Fabbri divides his life between a dominating wife and a frustrating, dead-end job. On his fortieth birthday, his wife takes him to a shopping mall so he can choose his own present...

L’UOMO DEI SOGNI Regia Direction: Alessandro Capitani, Alberto Mascia Sceneggiatura Screenplay: Enrico Saccà, Chiara A. Ridolfi, Valerio Acampora, Alessandro Capitani, Alberto Mascia Cinematografia Cinematography: Davide Manca Montaggio Editing: Colasanti Scenografia Set design: Andrea Castorina Musica Music: Fabrizio Fornaci - RAI Trade Edizioni Musicali Costumi Costumes: Roberta Goretti Suono in presa diretta Sound mixer: Fabio Russo Montaggio del suono Sound editor: Stefano Di Fiore Interpreti Cast: Cecilia Dazzi, Luciano Scarpa, Davide Paganini, Vanessa Scalera, Alessandro Giallocosta,

2009 - 35mm - colore - 26’

Paola Maffioletti, Luis Molteni Organizzazione Line Producers: Chiara Grassi, Alessandro Guida Produzione Production: Centro Sperimentale di Cinematografia Production, Rai Cinema

:: SINOSSI / SYNOPSIS Silvia, tassista romana di trentacinque anni, è una donna vivace, spiritosa e indipendente. Ciononostante – o forse proprio per questo – non ha ancora trovato l’anima gemella: tutti gli uomini che le capita di frequentare, infatti, si rivelano presto o tardi una delusione. Silvia, a thirty-five year old cab driver in Rome, is a bright, cheerful and independent woman. In spite or perhaps because of this, she has yet to find her true soul-mate: all the men she goes out with sooner or later turn out to be a disappointment.

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Regia Direction: Alberto Dall’Ara Soggetto e Sceneggiatura Script and Screenplay: Andrea Cedrola, Stefano Grasso, Carlotta Massimi, Alberto Dall’Ara Cinematografia Cinematography: Ethel Pistritto Montaggio Editing: Han Eul Lee Scenografia Set design: Lara Sikic Musica Music: Roberto Boarini Costumi Costumes: Alice Bucelli Suono in presa diretta Sound mixer: Giulio Capanna Montaggio del suono Sound editor: Vincenzo Schiavo Interpreti Cast: Alba Rohrwacher, Rinat Khismatouline, Karina Drahynych, Claudia Della Seta, Alberto Di

2009 - 35 mm - colore - 26’

Stasio, Alessandro Mistichelli Organizzazione Line Producer: Lora Del Monte Produzione Production: CSC Production e Medusa Film

:: SINOSSI / SYNOPSIS

Roma, Margherita giovane assistente sociale, 25 anni, dà lezioni di italiano ad Alina Radtchenko, da poco in Italia, e instaura con la famiglia della bambina un rapporto che va al di là di quello professionale. I problemi cominciano quando la madre di Margherita è vittima di un’aggressione e i sospetti cadono su Roman, un conoscente dei Radtchenko. Margherita diventa preda di un conflitto interiore nel quale il dubbio si fa strada fino a stravolgere anche i rapporti di amicizia più profondi. Alina Radtchenko, has recently come to Italy. 25 years old social worker Margherita teaches her Italian. She develops close relations with Alina’s family. Problems begin however when Margherita’s mother is assaulted and Roman, an acquaintance of the Radtchenkos, is suspected.più importante. Il cortometraggio è stato girato interamente a Roma. Per gli interni sono stati utilizzati un ufficio e la palestra del Centro Sperimentale di Cinematografia. The short film was shot entirely in Rome. The interiors were set in an office and the gym at the Experimental Centre of Cinematography. Margherita becomes prey to an interior conflict crossed by doubt which upsets even her deeper friendships.

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SAGGI DI DIPLOMA - SCUOLA NAZIONALE DI CINEMA

LA SECONDA FAMIGLIA


:: FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO - undicesima edizione

EVENTI SPECIALI DALLA VITA IN POI di Gianfrancesco Lazotti

LA CITTÀ INVISIBILE di Giuseppe Tandoi

SHADOW

di Federico Zampaglione

SLEEPLESS

di Maddalena De Panfilis


EVENTO SPECIALE

:: EVENTO SPECIALE

DALLA VITA IN POI 2010 – 35mm – colore – 85’ Regia Direction: Gianfrancesco Lazotti Sceneggiatura Screenplay: Gianfrancesco Lazotti Cinematografia Cinematography: Alessandro Pesci Montaggio Editing: Federico Aguzzi, Andrea Bonanni, Francesca Masini Scenografia Set design: Fabio Vitale Musica Music: Pietro Freddi Costumi Costumes: Alessandra Cannarozzi Interpreti Cast: Cristiana Capotondi, Filippo Nigro, Nicoletta Romanoff, Carlo Buccirosso, Gianni Cinelli, Pino Insegno Produzione Production: Rosa Film, Facciapiatta, Rai Cinema Distribuzione Distribution: 01 Distribution

:: SINOSSI / SYNOPSIS Rosalba ama Danilo, che deve scontare 30 anni di carcere. Per alleviargli il peso della detenzione gli scrive ogni giorno una lettera, dolce, appassionata, lirica, ricorrendo all’aiuto di Katia, l’amica del cuore, che diventa così la sua “suggeritrice d’amore”. Un gioco che ben presto si rivela pericoloso per Katia. Quelle emozioni, quegli slanci poetici pensati per Rosalba, col passare del tempo diventano suoi, così come sente che le appartengono le risposte appassionate di Danilo. Quando Rosalba e Danilo si lasciano Katia decide di andarlo a conoscere in carcere e, per ottenere il permesso, decide di ricorrere ad ogni mezzo… Rosalba loves Danilo, who is serving 30 years in prison. In order to lighten the burden of his imprisonment she writes him everyday a letter, tender, passionate, lyrical, thanks to the help of Katia, her best friend, who thus becomes her “prompter of love”. This game soon appears dangerous, for Katia. Those emotions, those bursts of poetry, designed for Rosalba, over time belong to her as well as she believes that the passionate responses from Danilo are for her. When Rosalba and Danilo split up, Katia decides to go to the prison and meet him and to use any means in order to get the permit…

:: IL REGISTA / THE DIRECTOR: GIANFRANCESCO LAZOTTI Nato a Roma, dopo gli studi classici si è laureato al DAMS di Bologna. Dal ‘78 al ‘87 è aiuto regista di Ettore Scola, Dino Risi, Steno, F. Massaro, Carlo Vanzina in una quindicina di film, ed è autore e conduttore di trasmissioni radio. Esordisce da regista con un episodio della serie tv Piazza Navona (1987); da allora lavora continuamente come autore e regista di trasmissioni e fiction movies: molti tra quelli di più grande successo ed alcuni tra i più coraggiosi. Nel ‘89 esordisce anche al cinema con il corto Schiaffi d’amore e l’opera prima Saremo felici. L’anno seguente dirige un episodio di Corsica. Gira poi Tutti gli anni una volta l’anno (1994) ottenendo il plauso della critica a Venezia e premi in altri festival internazionali (Valencia, Annecy, Locarno, ecc.). Ha in cantiere il lungometraggio Apologia di reato e la fiction sull’aviatore Francesco Baracca. Born in Rome, after classical studies he graduated from DAMS in Bologna. From ‘78 to ‘87 he was the assistant director to Ettore Scola, Dino Risi, Steno, F. Massaro, Carlo Vanzina in about fifteen films, and author and presenter of radio broadcasts. Directorial debut with an episode of the TV series Piazza Navona (1987); since then he has worked as an author and a director of programs and fiction movies: many among the most successful ones and some of the bravest ones. In ‘89 debut with the short Schiaffi d’amore and the first work Saremo felici. The following year he directed an episode of Corsica. Then he directed Once a year, every year (1994), receiving critical acclaim at Venice and prizes in several international festivals (Valencia, Annecy, Locarno, ecc.). He is working on the feature Apologia di reato and the fiction about the aviator Francesco Baracca. 129


EVENTO SPECIALE

:: EVENTO SPECIALE

LA CITTÀ INVISIBILE 2009 – 35mm – colore - 90’ Regia Direction: Giuseppe Tandoi Sceneggiatura Screenplay: Emanuele Nespeca, Mario Rellini, Giuseppe Tandoi Cinematografia Cinematography: Gianluca Ceresoli Montaggio Editing: Matteo Di Simone Scenografia Set design: Mauro Vanzati Musica Music: Stefano Fonzi Costumi Costumes: Dejana Sremcevic Interpreti Cast: Nicola Nocella, Gabriele Cirilli, Riccardo Garrone, Alan Cappelli Goetz, Barbara Ronchi, Roberta Scardola, Leon Cino Produttori Producers: Giuseppe Tandoi, Emanuele Nespeca Produzione Production: Esprit Film

:: SINOSSI / SYNOPSIS La terra trema...e il mondo non è più lo stesso. Tutto ha inizio quella fatidica notte del 6 aprile 2009. Luca e Lucilla, due ragazzi che non hanno nulla in comune, dovrebbero odiarsi, ma, all’ombra delle tendopoli, il destino ha in serbo per loro un futuro diverso. Nella loro vita vi sono anche Valeria, la migliore amica di Lucilla, e Sorin, il ragazzo extracomunitario che l’ha salvata. Legati da una passione inaspettata, ma ostacolati dai pregiudizi e dall’eterna diatriba tra italiani e stranieri. Accanto ai quattro ragazzi, ruota la figura di Don Juan, un simpatico prete. Il cerchio è chiuso dal nonno di Lucilla, Nonno Carmine, uomo apparentemente folle, che ha deciso di vivere su un albero, ai limiti della tendopoli. The earth quakes… and world is no longer the same. It all began that fateful night of 6 April 2009. Luca and Lucilla, two guys who have nothing in common, should hate each other, but in the shade of the camps, the fate has a different future in store for them. In their life there are also Valeria, Lucilla’s best friend, and Sorin, the immigrant who saved her. They are bound by passion, but hindered by prejudice and the eternal diatribe between Italian people and foreigners. Around the four guys, the figure of Don Juan, a nice priest. The circle is closed by Lucilla’s grandfather, granddad Carmine, seemingly a mad man, who has decided to live on a tree, near the refugee camp.

:: IL REGISTA / THE DIRECTOR: GIUSEPPE TANDOI Nato a Corato (Ba), studia all’Istituto d’Arte dove si diploma in Disegno Industriale – Arte della Ceramica. Dal 2001 al 2007 è studente dell’Accademia dell’Immagine a L’Aquila, conseguendo prima il diploma e poi il Master in Regia. Nel 2008 frequenta un Master a Roma in Gestione d’Impresa Cinematografica. Dal 2005 ad oggi è autore (spesso anche della sceneggiatura e del montaggio) di molti lavori, tra i quali La maledizione dell’agave, I custodi-L’inganno, Il Vangelo dell’Arte. Dal 2008 fino ad oggi si è occupato della regia di numerosi concerti di musica sacra tra cui La viltà del rifiuto, il coraggio della scelta in collaborazione con il Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila. Dopo il 6 aprile ha deciso di dare un contributo all’educazione visiva dei bambini delle tendopoli di Gignano e S.Gregorio organizzando dei laboratori di cinema. Born in Corato (Ba), he studied at the art school where he graduated in Industrial Design - Ceramic Art. From 2001 to 2007 he was a student at the Image Academy in L’Aquila, graduating first and then taking a master’s degree in Direction. In 2008 he attended a Master in Cinema Management in Rome. Since 2005 he is the author (often also of the screenplay and the editing) of many works, including La maledizione dell’agave, I custodiL’inganno, Il Vangelo dell’Arte. From 2008 until today he was responsible for directing numerous sacred music concerts including La viltà del rifiuto, il coraggio della scelta in cooperation with the Conservatory “A. Casella” in L’Aquila. After April 6 he has decided to make a contribution for visual education of children from Gignano and S. Gregorio organizing cinema workshops. 130


EVENTO SPECIALE

:: EVENTO SPECIALE

SHADOW 2010 – 35mm – colore - 80’ Regia Direction: Federico Zampaglione Sceneggiatura Screenplay: Federico Zampaglione, Domenico Zampaglione, Giacomo Gensini Cinematografia Cinematography: Marco Bassano Montaggio Editing: Eric Strand Scenografia Set design: Davide Bassan Musica Music: The Alvarius, Francesco Zampaglione Interpreti Cast: Jake Muxworthy, Karina Testa, Ottaviano Blitch, Chris Coppola, Nuot Arquint, Emilio De Marchi Produzione Production: Blu Cinematografica

:: SINOSSI / SYNOPSIS Un giovane soldato di ritorno dall’Iraq prosegue la sua avventura su alta montagna in un luogo desolato d’Europa per lasciarsi tutto alle spalle. Conoscerà la verità grazie ad una misteriosa leggenda locale, scoprendo che la realtà può essere più atroce di un incubo. A young soldier returning from Iraq goes on a hight mountain adventure in a desolate place in Europe to forget his past, he will learn truth in a mysterious local legend discovering that reality can be sicker than nightmares.

:: IL REGISTA / THE DIRECTOR: FEDERICO ZAMPAGLIONE Regista, sceneggiatore, musicista. Federico è tra i musicisti più popolari in Italia, essendo il cantante dei “Tiromancino”, una pop rock band di grande successo. Inizia la sua carriera di regista realizzando i videoclip della sua stessa band, vincitori di numerosi premi. Il suo primo lungometraggio da regista (che ha ottenuto quasi una dozzina di premi) è stato Nero bifamiliare, una commedia noir uscita nelle sale italiane nell’Aprile del 2007. Shadow è il suo secondo film. Director, scrrenwriter, musician. Federico is one of the most popular musicians in Italy, being the frontman of “Tiromancino”, a very successfull pop rock band. He started his directing carreer doing several award winning videoclips of his own band. His feature film directing debut (wich earned almost a dozen awards) was Nero bifamiliare, a black comedy released in Italian theatres in April of 2007. Shadow is his second film.

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EVENTO SPECIALE

:: EVENTO SPECIALE

SLEEPLESS 2009 – 35mm – colore - 90’ Regia Direction: Maddalena De Panfilis Sceneggiatura Screenplay: Maddalena De Panfilis, Paolo Aleandri Cinematografia Cinematography: Maurizio Dell’Orco Montaggio Editing: Mauro Bonanni Scenografia Set design: Pier Franco Luscri Musica Music: Roberto Angelini Costumi Costumes: Catia Dottori Interpreti Cast: Violante Placido, Valentina Cervi, Pietro Sermonti, Francesco Venditti, Sandra Milo, Roberto Angelini, Valerio Foglia Manzillo, Paolo Ruffini, Nicola Acunzo, Stefano Benni, Giorgia Wurth, Andrea Gattinoni Produttori Producers: Massimo Ferrero Produzione Production: Blu Cinematografica, RTI

:: SINOSSI / SYNOPSIS La storia si svolge in ventiquattro ore, durante le quali, i personaggi intrecciano i loro destini ed affrontano un cambiamento. Su tutte prevalgono le storie di Anna e Olga, due ragazze trentenni. Anna deve risolvere un problema interiore: decidersi ad affrontare il lutto per il fidanzato morto. Olga, invece, è pressata da improrogabili problemi esterni. Entrambe hanno portato la loro situazione alle estreme conseguenze: o cambiano o soccombono. Questo è un modo per cambiare le cose. The story takes place in twenty-four hours, during which the characters interlace their destinies and experience change. Among the others, the stories of Anna and Olga, two girls in their thirties, stand out. Anna must solve an inner problem: she has to face the mourning for the dead boyfriend. Olga instead is beset by outer problems that can not be postponed. Both of them have brought their situation to the extreme: either they change or lose. That is a way to change things.

:: LA REGISTA / THE DIRECTOR: MADDALENA DE PANFILIS Italiana, nata in Argentina nel 1958, si è occupata a lungo di teatro come attrice, autrice e regista di commedie. Da diversi anni è sceneggiatrice di fiction molto popolari in Italia e autrice di programmi televisivi, fra i più seguiti della televisione nazionale. Sleepless è tratto da una sua commedia teatrale ed è il suo primo film come regista cinematografica. Italian, born in Argentina in 1958, she worked long in theatre as an actress, author and director of plays. For several years he has been screenwriter of fiction, very popular in Italy and author of TV programs among the most- watched on national television. Sleepless is taken from one of her play and is her first feature as a film director.

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:: FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO - undicesima edizione

PUGLIA SHOW

Concorso di cortometraggi di giovani registi pugliesi CONCORSO

FUORI CONCORSO

D’ARIA E LUCE

L’OMBRA

A ROOM OF ONE’S OWN

di Gianni De Blasi

di Daniele De Luca

di Mario Bucci, Silvia Urbani

DANZE DI PALLONI

E COLTELLI di Chiara Idrusa Scrimieri

GIROLAMO COMI

POETA DEL NOVECENTO di Carlo Mazzotta

LA NEBBIA di Gianluca Colitta

LOST AS A GIT

STUPIDAMENTE PERDUTO di Marco Mazzotta

DENTRO DI ME di Daniele Filograna, Livio Marsico

H5N1 di Roberto De Feo

SE CI DOBBIAMO ANDARE ANDIAMOCI

I GIORNI DEL GRANO

di Vito Palmieri

di Mario Apollonio

SOLE NEGLI OCCHI

IL SOFFIO DELLA TERRA

di Lorenzo Corvino

di Stefano Russo

di Ermes Di Salvia

UN VOLTO NUOVO

IL VENTO È CAMBIATO

di Ludovica Battista

IL RUMORE DELLA TERRA

XIE ZI

di Irwin Muçai, Massimo Federico

ICE CREAM di Roberto De Feo, Vito Palumbo

IL CIELO DELLA DOMENICA

di Marco Massari

KALIF di Raffaele Fusaro

di Marco Giuseppe Albano

WILLIAM BLAKE IS MY FRIEND di Luciano Mario Torriello

NOTTURNO STENOPEICO di Carlo Michele Schirinzi

SHELL SHOCK di Daniele De Luca

TV-INQUINAMENTI di Alberto Chironi

UERRA di Paolo Sassanelli

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PUGLIA SHOW - CONCORSO DI CORTOMETRAGGI DI GIOVANI REGISTI PUGLIESI

IN CONCORSO

D’ARIA E LUCE

L’OMBRA

Regia: GIANNI DE BLASI (2009, 10’)

Regia: Daniele De Luca (2009, 3’)

L’utilizzo e la diffusione dell’elettricità a partire da elementi naturali come l’acqua, l’aria, il fuoco... inanellati in un’unica catena di suggestioni visive volte a raccontare il caldo, il bagnato, il freddo, il buio. Sino a sfociare magicamente verso l’aria e la luce.

DANZE DI PALLONI E COLTELLI Regia: Chiara Idrusa Scrimieri (2009, 28’) SOTT. INGL. Leonardo Donadei, ballunaru e schermidore, vive a Parabita. Tra le strade notturne e ovattate del paese, dove lavora fino a notte fonda al pallone di 16 metri che costruirà per la festa di S. Antonio Abate.

GIROLAMO COMI

Poeta del novecento Regia: Carlo Mazzotta (2009, 25’) Uno sguardo sulla vita del poeta di Lucugnano attraverso i ricordi di Donato Valli, Giuliana Coppola, Piero Sansonetti e Alessandro Laporta.

ICE CREAM Regia: Roberto De Feo, Vito Palumbo (2009, 22’) Micky, un ventenne dall’aspetto pulito e insicuro nei modi, entra in un bar per comperare un gelato, ma si imbatte in due bulletti suoi conoscenti, Brando e Alex...

IL CIELO DELLA DOMENICA Regia: Ermes Di Salvia (2009, 14’) La storia di Franco è banale: perde il lavoro nel cantiere e non può permetterselo. È stanco di essere banale e decide di fare il salto, decide di non essere più un ramo secco.

IL RUMORE DELLA TERRA Regia: Marco Massari (2009, 5’)

Passaggi, intenzioni, attese. Una sagoma... in un lento, cinico progetto di distruzione.

LA NEBBIA Regia: Gianluca Colitta (2010, 22’) La nebbia racconta la storia di due ex amanti si rincontrano per dirsi addio definitivamente. Poi si separano ancora, fino al momento in cui entrambi, ormai distanti e soli, si sentiranno uniti, accomunati da un spietato sentimento di consapevolezza. Sarà la consapevolezza della fine, del vuoto.

LOST AS A GIT

Stupidamente perduto Regia: Marco Mazzotta (2010, 6’) Un giovane si prepara per la sua importante giornata di lavoro.

SE CI DOBBIAMO ANDARE ANDIAMOCI Regia: Vito Palmieri (2009, 15’) A San Giovanni in Persiceto (Bo) nella 3a della scuola media Mameli, si mescolano destini che vengono da lontano. Anita (13) è di origine pugliese ma, cresciuta in Emilia. Alba si è trasferita al nord per insegnare italiano. In classe ci sono altri ragazzi come Paolo, che è di origine cinese e parla un italiano perfetto. Ma in classe c’è anche un grande assente: Giuseppe De Carolis, uno di quei nomi dell’appello cui non c’è mai risposta. Quando finalmente un mattino Giuseppe si presenterà in classe improvvisamente.

SOLE NEGLI OCCHI Regia: Lorenzo Corvino (2009, 15’) Un giorno particolare nella vita di un uomo qualunque. Iniziare un nuovo lavoro non è mai facile. Resistere alle pressioni esterne e mantenere alta la concentrazione costringono a fare delle scelte, ma non sempre consapevolmente.

Il richiamo della terra attraverso suoni e colori.

KALIF Regia: Raffaele Fusaro (2009, 30’) Storia di Kalif. Italo-ivoriano di Bari.

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UN VOLTO NUOVO Regia: Ludovica Battista (2009, 8’) Due giovani ripongono le proprie speranze nella televisione, ma lo schermo televisivo distorce le loro vite.


Regia: Marco Giuseppe Albano (2010, 10’) Un uomo ed un bambino, provenienti da culture troppo lontane fra loro, s’incontrano per sbaglio. Tra timore e diffidenza, si ritroveranno legati l’uno all’altro da un “doppio nodo”.

WILLIAM BLAKE IS MY FRIEND Regia: Luciano Mario Torriello (2009, 15’) SOTT. INGL. Le comparse dell’avvenimento principale diventano figure centrali nell immagginario del protagonista.

FUORI CONCORSO

A ROOM OF ONE’S OWN Regia: Mario Bucci, Silvia Urbani (2007, 4’) Corpi e oggetti non hanno più relazione.

DENTRO DI ME Regia: Daniele Filograna, Livio Marsico (2009, 15’) Dentro di me è il viaggio introspettivo di una donna, un percorso attraverso la trasformazione del suo monologo interiore in un intimo dialogo, alla scoperta dell’essenza della vita.

H5N1 Regia: Roberto De Feo (2009, 22’) In una casa sperduta tra splendide colline di grano vivono Alfio, agricoltore di mezz’età e i suoi figli Tommy e Giulia, rispettivamente di venti e quattro anni. Da qualche giorno in casa telefono, tv e radio sono fuori uso. Decidono così di recarsi in città per capirne il motivo, scopriranno una terribile verità.

I GIORNI DEL GRANO Regia: Mario Apollonio (2009, 5’) In una mondo che cambia,la fatica dei giorni della trebbiatura del grano insieme allo spaccato del mondo agreste con i suoi valori,i suoi tempi,rappresenta una forte esperienza emozionale per chi ha avuto la fortuna di viverla.

IL SOFFIO DELLA TERRA di Stefano Russo (2009, 15’) SOTT. INGL. Nicola vive una realtà ospedaliera che, seppur estrema-

mente limitante, è ricca di relazioni. Ma a Nicola non basta. L’arrivo di un nuovo sistema di ventilazione portatile gli offre la possibilità di lasciare il suo letto d’ospedale. Il suo sogno, forse l’ultimo, è tornare a vedere il mare e l’unico che può aiutarlo è Daniele.

IL VENTO È CAMBIATO Regia: Irwin Muçai, Massimo Federico (2009, 10’) Un uomo anziano in seguito alla morte di sua moglie si rintana nella sua abitazione e cade in uno stato di profonda insonnia che lo porta a scavare nel suo passato in ricordo di un grande amore.

NOTTURNO STENOPEICO Regia: Carlo Michele Schirinzi (2009, 8’) Squarci di luce su schermo nero. La visione, inizialmente confusa, sgocciola in particolari degli affreschi del Diluvio Universale della Chiesa di Santa Caterina a Galatina, nel leccese. Dettagli fotografici, a conati fanno apparire i disperati lasciati in balìa delle onde: il dramma degli sbarchi sulle coste. Le immagini sono immobili, movimentate dal solo foro stenopeico che le rende visibili in mezzo all’oscurità, indirizzando lo sguardo sui volti sofferenti e sui corpi tesi dei clandestini.

SHELL SHOCK Regia: Daniele De Luca (2009, 3’) Il calvario della malattia mentale, dopo quello delle trincee, degli assalti, dei gas e dei bombardamenti. Le allucinazioni, le disfunzioni motorie e la perdita di sè, nella forma inedita dello shock da combattimento tormentarono gli uomini di tutti gli eserciti impegnati in battaglia.

TV-INQUINAMENTI Regia: Alberto Chironi (2009, 4’) È sera, una ragazza apparecchia la tavola in attesa della cena con la famiglia, nel frattempo decide di guardare un po’ la TV, ma...

UERRA Regia: Paolo Sassanelli (2009, 16’) SOTT. INGL. Bari, estate 1946. Ferito di striscio in Abissinia Paolo vorrebbe la pensione dal sindacato. Luigi gli ricorda il suo passato da fascista. La discussione si anima e il figlioletto Antonio assiste silenzioso all’umiliazione del padre. Antonio con l’aiuto dei fratellini troverà il modo perché il padre possa rivalersi.

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PUGLIA SHOW - CONCORSO DI CORTOMETRAGGI DI GIOVANI REGISTI PUGLIESI

XIE ZI


:: EVENTO SPECIALE

SHORT MATTERS!

SHORT MATTERS! - SHORT MATTERS! - SHORT MATTERS! - SHORT MATTERS! -

European Coordination of Film festival (ECFF) European Film Academy (EFA) United International Pictures (UIP) Short Matters è una rassegna de l’European Film Academy che porta nei festival europei e mondiali i corti che sono stati nominati all’European Film Award, permettendo a questi di essere visti dal pubblico in Bulgaria, Croazia, Finlandia, Germania, Israele, Italia, Lituania, Polonia, Portogallo, Spagna e Svezia. Quest’anno il ciclo verrà inserito nel programma del festival del Film di Tempere e in quello di Sofia.

:: EFA Short Film Nominee Ghent ZWEMLES SWIMMING LESSON by Danny de Vent Belgium, anim. , 9’

:: SINOSSI / SYNOPSIS Un bambino di 4 anni è alla sua prima lezione di nuoto. Inizia un viaggio avventuroso fino ad arrivare all’altro lato della piscina, che è molto profonda, vincendo le sua paure. A four-years-old boy is having his first swimming lesson. He undertakes an adventurous trip to the other side of the very deep pool and overcomes hi fear.

:: EFA Short Film Nominee Cork 14 by Ashita Ameresekere UK, 9’

:: SINOSSI / SYNOPSIS 14 esplora il ciclo di abusi all’interno di una famiglia. Ne illustra gli indizi, i fatti accaduti nel passato, ed è interamente girato dal punto di vista dei personaggi coinvolti. 136

14 explores the cycle of abuse within a family. It presents clues the events that happened in the past, and is shot entirely from the perspectives of the characteres invoved.

:: EFA Short Film Nominee Valladolid LÄGG M FÖR MORD TILE M FOR MURDER by Magnus Holmgren Sweden, 8’

:: SINOSSI / SYNOPSIS È una calda giornata d’estate. Marito e moglie giocano a Scarabeo. In realtà si detestano e, quando sembra che il gioco abbia poteri magici, l’uomo trova un modo per sbarazzarsi della moglie. It’s a hot summer day. A married couple is playing Scrabble. Deep down they loathe each other and, when the game seems to have magic powers, the man figures out a way to get rid of his wife.


by David Nawrath Germany, 17’

:: SINOSSI / SYNOPSIS “All’inizio i figli amano i genitori; quando crescono li giudicano; a volte li perdonano” (Oscar Wilde). Mathis ha 19 anni. Il giorno del funerale della nonna, lui e il padre si rincontrano dopo un lungo periodo di separazione. Nel corso della giornata, sembra che per un breve momento i due si siano ritrovati. “Children begin by loving their parents; as they grow older they judge them; sometimes they forgive them” (Oscar Wilde). Mathis is 19 years old. On the day of his grandmother’s funeral, he and his father are reunited after a long time apart. Over the course of the day, it seems as thought the two come together for a short moment.

:: EFA Short Film Nominee Berlin DIE LEIDEN DES HERRN KARPF - DER GEBURTSTAG THE SUFFERINGS OF MR KARPF – THE BIRTHDAY by Lola Randl Germany, 10’

:: SINOSSI / SYNOPSIS È il compleanno del Signor Karp, ma nessuno chiama. Probabilmente c’è qualche problema con il suo telefono… It’s Mr Karp’s birthday, but nobody calls. Probably there’s something wrong with his phone...

:: EFA Short Film Nominee Tampere SZKLANA PULAPKA THE GLASS TRAP by Pawel Ferdek Poland, doc., 15’

:: SINOSSI / SYNOPSIS

un’aria minacciosa può esser sufficiente per la vittoria,” dichiara il narratore. Sembra un documentario sulla natura, ma non fatevi ingannare. L’atmosfera densa di combattimenti tra i pesci dell’acquario può suscitare istinti primordiali nelle persone. “Acquiring food, reproduction, defence and attack are the main reasons for fish behaviour. Fish is the shoal struggle for domination. Menacing appearance may be enough for victory,” declares the narrator. It sounds like a nature documentary, but don’t be fooled. The dense atmosphere of the acquarium fish fights can trigger primordial instincts in people.

:: EFA Short Film Nominee Kracow POSTE RESTANTE by Marcel Lozinski Poland, doc., 14’

:: SINOSSI / SYNOPSIS Alcune lettere con indirizzi impossibili da trovare finiscono nel reparto per le lettere non recapitate dell’ufficio postale di Koluski. In Polonia ogni anno ce ne sono circa un milione, tra le quali quelle indirizzate a Dio. Il film narra la storia di una di queste lettere. Letters whose addresses are impossible to find end up in the department for undeliverable letters at the post office in Koluski. There around a milion of them in Poland each year, among them those addressed to God. The film tells a story of one of such letters.

:: EFA Short Film Nominee Grimstad BETWEEN DREAMS by Iris Olsson France/Russia/Finland, doc., 11’

:: SINOSSI / SYNOPSIS In uno sferragliante treno notturno transiberiano che funge da sfondo audio-visivo, i passeggeri di un vagone letto di terza classe raccontano i propri sogni - e condividono le proprie storie. With a rattling Trans-Siberian night train serving as the visual and aural backdrop, the passengers in third class sleeping car recount their dreams – and share their stories.

“Procacciarsi il cibo, riprodursi, difendersi e attaccare sono alla base del comportamento dei pesci. Si tratta della lotta del branco per il dominio. Anche 137

SHORT MATTERS! - SHORT MATTERS! - SHORT MATTERS! - SHORT MATTERS! - SHORT MATTERS! - SHORT MATTERS! - SHORT MATTERS!

:: EFA Short Film Nominee Angers WAS BLEIBT WHAT’S LEFT


SHORT MATTERS! - SHORT MATTERS! - SHORT MATTERS! - SHORT MATTERS! - SHORT MATTERS! - SHORT MATTERS! - SHORT MATTERS!

:: EFA Short Film Nominee Edinburgh PETER IN RADIOLAND by Johanna Wagner UK, doc., 10’

:: SINOSSI / SYNOPSIS Peter è in congedo per malattia e trascorre la maggior parte del tempo da solo, in casa, a riflettere sul proprio passato. Ormai soltanto poche cose hanno senso in un mondo fatto di zero e uno. Confortato dalla sua radio analogica, dai suoi ricordi e da una moglie amorevole, Peter prova nostalgia per i vecchi tempi. Questo film condivide con noi la paura comune del cambiamento, descritta attraverso la lotta di Peter alla ricerca di un posto nel mondo moderno. Peter is on sick leave and spends most of his time alone in his house, contemplating his past. Little makes sense to him anymore in a world made up of zeros and ones. Comforted by his analogue radios, his memories and his loving wife, Peter is left yearning for the old days. This film shares with us a common fear of change portrayed throught Peter’s struggle to find his place in the modern world.

:: EFA Short Film Nominee Vila do Conde RENOVARE by Paul Negoescu Germany/Romania, 24’

:: SINOSSI / SYNOPSIS Una madre, Doina, decide di ristrutturare l’appartamento di famiglia; il figlio Alex difficilmente riesce a trovare il tempo per la ristrutturazione e per la fidanzata dal momento che la data di scadenza per la tesi del Master è vicina; così la nonna Flori tenta di aiutare la famiglia, sebbene il suo aiuto non sia sempre gradito. Mother Doina tries to mange the renovation of the family apartment; son Alex can hardly find time for the renovation or his girlfriend as the deadline for his Master’s thesis approaches; and grandmother Flori attempts to help the family, altought her support is not always welcome.

:: EFA Short Film Nominee Sarajevo THE HERD by Ken Wardrop Ireland, doc., 4’

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:: SINOSSI / SYNOPSIS Cronaca dell’acquisto di altro gregge in una azienda agricola familiare. A chronicle of a new addition to the herd of a family farm.

:: EFA Short Film Nominee Venice SINNER by Meni Philip Israel, 28’

:: SINOSSI / SYNOPSIS Yotam, un ragazzo di tredici anni, studente in una scuola ebraica ortodossa, cerca di tenere a freno i suoi desideri sessuali. In preda alla confusione e ai sensi di colpa, consulta il rabbino, che abusa della sua posizione e dell’innocenza di Yotam. Senza nessuno su cui poter contare e senza un posto dove andare, Yotam si ritrova intrappolato nel silenzio forzato della comunità. Yotam, a thirteen year-old boy studying at an ultra-orthodox Jewish boarding school tries to battle the awakening of his sexual desires. Confused and guilt-ridden, he consults with his rabbi who abuses his position and Yotam’s innocence. With no one to trust and nowhere to go, Yotam finds himself trapped by the enforced silence in his community.

:: EFA Short Film Nominee Drama BONNE NUIT GOOD NIGHT by Valéry Rosier Belgium/France, 18’

:: SINOSSI / SYNOPSIS Il quarantenne Philippe, che lavora in un’impresa di demolizioni, va a prendere i due figli a casa della ex-moglie. Ma Philippe sta nascondendo loro qualcosa; non si comporta normalmente. Stasera i suoi figli non dormiranno a casa. Forty-year-old Philippe, who works at a demolition company, picks his two children up from his ex-wife’s house. But Philippe id hiding somethig from them; he is not behaving as normal. Tonight, his children will not sleep at home.


:: CORSO DI FORMAZIONE

“IL CINEMA: SGUARDO E VOCE DEL TEMPO” 6° CORSO DI FORMAZIONE SUL LINGUAGGIO CINEMATOGRAFICO L’Associazione Culturale Art Promotion organizza la sesta edizione del corso di formazione sul linguaggio cinematografico dal titolo “Il CINEMA: SGUARDO E VOCE DEL TEMPO” dal 13 al 17 aprile 2010. Il corso proposto per l’anno scolastico 2009-2010 intende fornire ai docenti strumenti e metodologie con cui alimentare nelle nuove generazioni, utilizzando “la pazienza del cuore, l’attenzione dell’orecchio, l’acutezza dell’occhio”, l’approccio estetico ed antropologico nella lettura e nell’interpretazione del mezzo cinematografico, affrontando tematiche e questioni strettamente legate alla trasmissione del racconto filmico. OBIETTIVI Il corso si prefigge di: - offrire una grande opportunità di conoscenza, di riflessione e di incontro tra persone che lavorano in team alla realizzazione di un’opera per immagini e persone cui compete l’arduo compito di indicare ed alimentare nelle nuove generazioni percorsi di comprensione non limitati alle componenti palesi, ma capaci di entrare all’interno dei meccanismi del significato multiplo del linguaggio cinematografico, di conferire profondità di sguardo a coloro i quali sono già la società futura; - potenziare l’interpretazione ontologica dell’opera filmica. SEZIONI Il corso si articola nelle seguenti sessioni: 1. POETICA ED ESTETICA DELLA SCENOGRAFIA: Andrea Crisanti 2. FILM E GRAMMATICA CINEMATOGRAFICA: Bruno Torri, Massimo Causo, Giuseppe Gariazzo 3. IL DOCUMENTARIO: COSTRUZIONE SOCIALE DI UN GENERE CINEMATOGRAFICO: Stefano Collizzolli, Claudio Cipelletti 4. IL CINEMA COME POLIFONIA TRA SGUARDO E INCONSCIO: Pino Guario, Giuseppe Leo, Giuseppe Riefolo 5. IL LINGUAGGIO DEL CINEMA EUROPEO

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:: TAVOLA ROTONDA

Cinema ed Europa Premio Lux PREMIO LUX: IL PARLAMENTO EUROPEO SOSTIENE IL CINEMA EUROPEO Costruire l’Europa vuol dire anche difendere la diversità culturale e sostenere i mestieri creativi A 83 anni dalla nascita del primo lungometraggio sonoro, la cosiddetta “settima arte” è ormai diventata la più importante al mondo. Il Parlamento Europeo celebra questo appuntamento con il Premio Lux, un omaggio al cinema moderno. Il premio consiste in una somma di 87.000 euro destinati alla sottotitolazione dell’opera nelle 23 lingue dell’UE, e - eventualmente -alla produzione del DVD o di una copia in 35 mm per ogni Paese dell’UE. Questo riconoscimento serve a “superare le barriere linguistiche” e promuovere la distribuzione del film nell’UE, contribuendo così al dibattito su questioni che stanno a cuore alla società europea. Il vincitore della terza edizione è il film francese Welcome di Philippe Lioret. Il regista, nel ricevere il premio, ha raccontato che il film ha avuto “un’eco impressionante nella società francese”, contribuendo al dibattito pubblico sull’immigrazione. “Fare questo film ci ha trasformato da professionisti del cinema a veri cittadini”, ha detto il regista 54enne.

TAVOLA ROTONDA

MEMORIA CINEMATOGRAFICA ED IDENTITÀ DEL LINGUAGGIO EUROPEO sabato 17 aprile ll Festival del Cinema Europeo presenterà il film Welcome di Philippe Lioret, premiato a Berlino nel 2009, campione d’incassi in Francia, vincitore della terza edizione del Premio LUX. Alla proiezione, seguirà il convegno “MEMORIA CINEMATOGRAFICA ED IDENTITÀ DEL LINGUAGGIO EUROPEO”, organizzato in collaborazione con il Parlamento Europeo - Ufficio d’Informazione per l’Italia, moderato da Clara Albani – Direttrice Ufficio d’Informazione Generale per l’Italia. Interverranno: Doris Pack (Presidente Commissione Cultura Parlamento Europeo), Roberto Barzanti (Presidente delle Giornate degli Autori - Venice Days), Klaus Eder (Segretario Generale FIPRESCI), Magdi Cristiano Allam, Raffaele Baldassarre, Marco Scurria, Salvatore Tatarella (Europarlamentari) e Oscar Iarussi (critico cinematografico per La Gazzetta del Mezzogiorno e Presidente Apulia Film Commission).

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:: FILM VINCITORE PREMIO LUX 2009 - terza edizione

WELCOME 2009 – 35mm – colore - 110’ Regia Direction: Philippe Lioret Sceneggiatura Screenplay: Philippe Lioret, Emmanuel Courcol, Olivier Adam Cinematografia Cinematography: Laurent Dailland Montaggio Editing: Andrea Sedlácková Scenografia Set design: Yves Brover Musica Music: Nicola Piovani, Wojciech Kilar, Armand Amar

Costumi Costumes: Fanny Drouin Interpreti Cast: Vincent Lindon, Firat Ayverdi, Audrey Dana, Derya Ayverdi, Thierry Godard, Selim Akgül Produttore Producer: Christophe Rossignon Produzione Production: Nord-Ouest Production

:: SINOSSI / SYNOPSIS Bilal, diciassette anni, è originario dell’Iraq. La sua fidanzata è emigrata in Inghilterra con la famiglia e per rivederla, Bilal ha già attraversato tutta l’Europa. Dopo mesi di cammino però, il suo viaggio si interrompe in Francia, a Calais, a soli 32 chilometri dalla città inglese più vicina. Nel mezzo di un inverno gelido, soltanto la Manica, agitata dal forte vento del nord-est, separa Bilal e la fidanzata Mina; ma per un clandestino come lui arrivare in Inghilterra è praticamente impossibile. Il ragazzo, disperato, non vede altre soluzioni se non quella di attraversare la Manica con le sue stesse forze. Si iscrive in piscina dove conosce Simon, un maestro di nuoto. I due diventano amici e Simon, nonostante lo scetticismo per il folle piano del ragazzo, decide di aiutare Bilal a realizzare il suo sogno. Bilal is 17 and comes from Iraq. His girlfriend has emigrated to England with her family and Bilal has already travelled throughout Europe in order to meet her again. However, after several months, his journey has come to an abrupt end in France, in Calais, just 32 kilometres far from the nearest English town. In the midst of an icy winter, Bilal is separated from his girlfriend Mina only by the Channel, whipped by the strong north-west wind; but reaching England is practically impossible for an illegal migrant like him. The desperate guy can’t do other than swim the Channel by his own efforts. He decides to head for the local swimming pool where he meets lifeguard Simon. They become friends and Simon, despite his scepticism towards his friend’s crazy plan, decides to help Bilal in order to make his dream come true. REGISTA / THE DIRECTOR: PHILIPPE LIORET

Vincitore dei premi per la regia e per la sceneggiatura a San Sebastián nel 1993 con il suo primo lungometraggio Tombés du ciel (1997), Philippe Lioret ha in seguito realizzato Tenue correcte exigée (1997), Mademoiselle (2001), L’Équipier (tre nomination ai César 2005, nelle categorie attore, attrice non protagonista e musica). Je vais bien, ne t’en fais pas (César 2007 come migliore attrice emergente e come miglior attore non protagonista, nomination nelle categorie miglior film, regista e sceneggiatura). Winner of awards as Best Director and Best Screenplay at San Sebastian in 1993 with his debut feature Lost in transit (1997), then Philippe Lioret made Proper dress required (1997), Mademoiselle (2001), The light (three Cesar 2005 nominations in the categories of Best Actor, Best Supporting Actress and Best Music), and Don’t worry, I’m fine (Cesar Award 2007 for Best Emerging Actress and Best Supporting Actor, nominations in the categories of Best Film, Best Director and Best Screenplay).

:: PREMI/ AWARDS 2009 Berlin International Film Festival: Label Europa Cinemas, Prize of the Ecumenical Jury / Premio della Giuria Ecumenica 2009 Gijón International Film Festival: Best Screenplay, Special Prize of the Young Jury / Migliore Sceneggiatura, Premio Speciale Giuria Giovani 2009 Heartland Film Festival: Grand Prize for Dramatic Feature / Gran Premio per il Migliore Lungometraggio Drammatico 2009 Warsaw International Film Festival: Audience Award / Premio del Pubblico 2010 Lumiere Award 2010 Cesar: 10 nominations 141


:: TAVOLA ROTONDA

A MEMORIA D’UOMO È un’iniziativa che la TRANSTV sviluppa in Regione per RECIDIVI, la rete del cinema e dei suoi repertori, nata in Puglia e Basilicata. L’iniziativa si articola in tre momenti che coniugano la memoria al presente, al passato e al futuro. Tre tappe fondamentali che dovrebbero costituire il fondamento di qualsiasi attività archivistica non meramente conservativa. Per prima cosa A memoria d’uomo indagherà negli archivi famigliari pugliesi, questi archivi naturali sommersi possono riservare grandi sorprese. Ovvia l’urgenza di evitarne la distruzione per incuria o ignoranza. Questi repertori saranno però non solo catalogati come oggetti in se ma anche archiviati secondo metodologie tese a ricavarne il loro contenuto materiale e simbolico. Tradizioni, paesaggi, costumi, alimentazione e tanto altro. Raccogliere la memoria del passato come si attiva nel nostro presente e viceversa guardare il presente perché nel futuro si offra a nuovi sguardi. La storia del cinema è attraversata da questo fiume del semplice credere nell’atto del guardare e offrire allo sguardo. Ipotesi quindi laboratoriale per i cineasti di Puglia. Con la tavola rotonda Recidivi mette a confronto la proprio esperienza e la propria progettualità con quanti lavorano in Italia da anni su questo terreno. In particolare si discuterà come si possa creare nei prossimi anni, grazie anche ai nuovi scenari della multimedialità e del web 2.0, una rete condivisa, una Banca unica nazionale di questi repertori.

PARTECIPANO ALLA TAVOLA ROTONDA: Angelo Amoroso d’Aragona

(RECIDIVI), Mario Musumeci (CINETECA NAZIONALE), Alberto La Volpe (Piano d’azione MEDIATECA 2000), Paolo Minuto (IFFS International Federation of Film Societies), David Murolo e Stefano Schiavoni (MEDIATECA DELLE MARCHE), Vincenzo Malfa (MEDIATECA PROVINCIALE DI MATERA), Lorenzo Fenoglio (MEMORO La Banca della Memoria), Karianne Fiorini (HOME MOVIES Archivio Nazionale del Film di Famiglia), Gaetano Martino e Pierluigi Raffaelli (CINETECA LUCANA), Franco De Luca (FDL Consulenza e Supporto tecnico alla Cinematografia Digitale), Stefano Lazzari (2LIFECAST), Giovanni D’Aloia (KINOVAN project), Walter Giacovelli (LoAd), Maria Morena Ragone (CSDS Centro Studi di Diritto dello Spettacolo). NEL CORSO DELLA TAVOLA ROTONDA SI PROIETTERANNO MATERIALI INEDITI DELL’ARCHIVIO TRANSTV DI BARI.

Associazione Culturale TRANSTV di Bari in partnership con l’Associazione di Promozione Sociale RECIDIVI di Puglia e Basilicata e con il contributo della Regione Puglia - Assessorato al Mediterraneo e Attività culturali. CONTACT: Viale Ionio, pad. 118 - Fiera del Levante 70123 Bari - tel. +39 080.5122200 mail: transtv@libero.it - recidivionline@gmail.com

:: SEMINARIO

FILM: LANGUAGE, LITERATURE AND TRANSLATION Seminario Facoltà di Lingue e Letterature Straniere - Università del Salento

VEN 16 APR 2010 - ore 09.00 INTRODUZIONE Alicia Romanovic, Preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere - Alberto La Monica, Direttore del Festival del Cinema Europeo - David Katan, Presidente del Corso di Laurea in Traduzione e Interpretazione ore 09.30-12.00 FILM LANGUAGE, LITERATURE AND TRANSLATION Phillip Bergson - Julia Taylor-Stanley FIVE MINUTES OF HEAVEN James Nesbitt - Francesco Zippel - Elena Manca /Ambra De Blasi Subtitling 5 Minutes of Heaven

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ore 14.15 SOTTOTITOLAGGIO DEI FILM STRANIERI TRAMITE I SOTTOTITOLI INGLESI

/SUBTITLING INTO ITALIAN FROM ENGLISH SUBTITLED FOREIGN FILMS

- Francesca Bianchi/Valentina Verardo The Unloved (lingua inglese) - Nalan Kiziltan/Monia Marra/Lucia Rizzo/Valeria Sansone Political and Cultural Problems in Subtitling Havar, Autumn and Bahoz (lingua turca) - Fernando LLorens Bahena/Elisa Fina Yo, Tambien (lingua spagnola) - Gerhard Hempel/ Chiara Franco Desperados on the Block (lingua tedesca) - Alessandra Rollo/Chiara Fersini L´insurgee (lingua francese)

Facoltà di Lingue e Letterature Straniere


:: LE MOSTRE DEL FESTIVAL

ATMOSFERE Passato e Futuro - MOSTRA DI SCENOGRAFIE E COSTUMI di Andrea Crisanti, Piero Tosi e Franco Del Vecchio

in collaborazione con Accademia di Belle Arti e Centro Sperimentale di Cinematografia - Scuola Nazione di Cinema

CARLO VERDONE FOTO TRATTE DAL SUO ARCHIVIO PERSONALE



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