catalogo Strade Maestre 2009-2010

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S TA G I O N E D I T E AT R O M U S I C A E D A N Z A

L E CC E , C A N T I E R I T E AT R A L I KO R E J A





KOREJA • TEATRO STABILE D’INNOVAZIONE DEL SALENTO

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arissimi spettatori e amici, siamo lieti di ritrovarvi per la stagione 2009/2010 di Strade Maestre alla sua quattordicesima edizione. Strade Maestre per noi non è solo un cartellone di spettacoli; è una pietra di quel cantiere artistico-produttivo che ostinatamente e talvolta anche faticosamente, abbiamo voluto costruire sul nostro territorio, è luogo di incontro e di confronto, è azzardo, è slancio verso la creatività e l’innovazione. Quest’anno Strade Maestre si veste “di festa“ per celebrare i dieci anni di Koreja a Lecce offrendo al nostro pubblico le nostre produzioni, tra cui Doctor Frankenstein, in prima nazionale. E ancora tanti ospiti, dal Teatro della Valdoca a Romeo Castellucci e la Socìetas Raffaello Sanzio, da Massimiliano Civica con Il Mercante di Venezia alla Compagnia Laboratorio di Pontedera, dalla giovane compagnia Babilonia Teatri a Ermanna Montanari e il Teatro delle Albe e poi ancora l’A.T.I.R. di Milano con un inedito Shakespeare. Artisti che noi insieme a voi amiamo e seguiamo da anni nel loro percorso artistico, fatto di sfide dentro il tempo presente e la contemporaneità. Non mancheranno gli appuntamenti che vedranno protagoniste alcune tra le compagnie teatrali più importanti nel panorama internazionale: da Barcellona Gelabert Azzopardi, da Berlino i Familie Flöz, dalla Croazia la compagnia Trafik e dalla Macedonia il Teatro Municipale di Stip. Artisti che sicuramente arricchiranno la nostra e vostra identità, fatta di differenze culturali e poetiche che ci spingono verso quel virtuoso circolo di fughe e di eterni ritorni.


PAOLO PERRONE • SINDACO DI LECCE

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compimento di dieci anni di attività dei Cantieri Teatrali Koreja nella nostra Città ci piace esprimere il nostro apprezzamento e sostegno di una Stagione Teatrale che è diventata un’occasione imperdibile per quanti, adulti o bambini, leccesi e non, desiderino sperimentare il piacere del teatro. La continuità nel tempo di un progetto di promozione culturale così importante, così come i riconoscimenti ottenuti in questi anni, sono testimonianza di un lavoro che è innanzitutto passione e dedizione, sempre contraddistinto da uno spirito di servizio verso la propria comunità. In questa ottica, l’amministrazione che ho il privilegio di rappresentare non può che farsi sostenitrice di un’impresa culturale che contribuisce a dare lustro alla nostra città e a renderla polo nazionale di promozione delle istanze più innovative delle arti dello spettacolo.


ANTONIO GABELLONE • PRESIDENTE PROVINCIA DI LECCE

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e attività culturali rivestono, nei programmi della Provincia, un ruolo rilevante. Questa scelta si fonda sulla consapevolezza che la cultura attiva può concorrere a favorire lo sviluppo del territorio, specie quando è praticata da realtà che vi hanno dedicato, per lunghi anni, impegno e passione.

Per i Cantieri Koreja ricorre in questo periodo il decimo anniversario dall’inizio delle attività, ma il gruppo è presente sul territorio provinciale – e non solo - sin dalla seconda metà degli anni ’80. Già dall’inizio, essa si è caratterizzata come centro di aggregazione e formazione culturale, anche attraverso un confronto esente da ogni forma di autoreferenzialità e aperto verso le esperienze maturate non solo in Italia ma anche all’estero. Stando alle attività di maggior richiamo, fra le tante che i Cantieri Koreja hanno svolto nel tempo, è certo che la stagione 2009/2010 sarà un insieme di novità e anteprime, rassicuranti conferme, prosa, musica, danza, progetti particolari, iniziative culturali e di formazione. Ricco di esperienza maturata sul campo e di passione crescente, il gruppo Koreja non solo non deluderà le aspettative del pubblico ma – ne sono certo – la nuova stagione sarà accolta con particolare favore da quanti hanno a cuore lo sviluppo della terra salentina, sviluppo che passa anche attraverso un’offerta culturale qualificata. In presenza di realtà culturali, artistiche o a carattere sociale, che siano alimentate da competenza, dedizione ed onestà di intenti, come è il caso dei Cantieri Koreja, la Provincia non mancherà di fare la propria parte per incoraggiarle, sostenerne la crescita e promuoverne la valorizzazione.


SILVIA GODELLI • ASSESSORE AL MEDITERRANEO - REGIONE PUGLIA

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attività dei Cantieri Teatrali Koreja rappresenta senza dubbio un tassello importante nell’articolato mosaico di proposte e iniziative del sistema regionale pugliese. Il senso forte della qualità e dell’innovazione, sotto cui nasce anche quest’ultima edizione di Strade Maestre e che accompagna da sempre il suo progetto artistico, fa di Koreja una realtà culturale d’eccellenza. Eccellenza confermata oltre che dagli importanti riconoscimenti ufficiali giunti a premio delle sue produzioni, anche dal costante impegno profuso sul versante dell’internazionalizzazione che ha reso possibile la partecipazione dei Cantieri Teatrali Koreja a prestigiosi festival esteri (Serbia, Montenegro, Macedonia, Albania, Cipro, Iran e Tunisia). Per tutti questi motivi e in una situazione quanto mai problematica per il settore della cultura e dello spettacolo che subisce i forti tagli governativi, l’impegno della Regione Puglia è quello di continuare a sostenere il lavoro e le ragioni di Koreja il cui contributo riteniamo indispensabile per l’arricchimento culturale e l’elevazione sociale dei cittadini pugliesi.



da mer 4 a sab 7 novembre FESTA PER I 10 ANNI DEI CANTIERI TEATRALI KOREJA

mer 4 novembre | ore 20.45 Koreja

venerdì 4 dicembre | ore 20.45 Babilonia Teatri

Made in Italy sab 5 dicembre | ore 20.45 Babilonia Teatri

Giardini di plastica

Pornobboy

gio 5 novembre | ore 20.45

TIT dom 6 dicembre | ore 11.00 e 17.30

Koreja

Doctor Frankenstein ven 6 novembre | ore 20.45

Principio Attivo Teatro

Storia di un uomo e della sua ombra Mannaggia ‘a mort

Koreja

Il Calapranzi

A chi toccherà stasera? sab 7 novembre | ore 20.45 Koreja

La Passione delle Troiane

ven 18 e sab 19 dicembre | ore 20.45 Gelabert Azzopardi

Glimpse mar 22 dicembre | ore 20.45

Cesare Dell’Anna Quintet C O N C E R TO

TIT - dom 8 novembre | ore 17.30 F U O R I A B B O N A M E N TO

Koreja

Paladini di Francia

Spada avete voi, spada avete io! ven 13 e sab 14 novembre | ore 20.45 PROGETTO SUPER

Teatro Valdoca

Lo Spazio della Quiete sab 21 e dom 22 novembre ore 20.00 – 21.00 – 22.00 * | PROGETTO SUPER Romeo Castellucci - Socìetas Raffaello Sanzio

TIT - mer 6 gennaio | ore 11.00 e 17.30 La luna nel letto

Senza piume da mar 12 a dom 17 gennaio | ore 20.45 ** Fondazione Pontedera Teatro

Mutando riposa TIT - dom 24 gennaio | ore 11.00 e 17.30 Teatrofficina Zerogrammi

Zerogrammi

Storia dell’Africa Contemporanea vol. III

ven 29 e sab 30 gennaio | ore 20.45 Associazione Teatro di Buti Fondazione Pontedera Teatro

TIT dom 22 novembre | ore 11.00 e 17.30

Giorno di morte nella storia di Amleto

Fontemaggiore

Cappuccetto rosso


ven 5 febbraio | ore 20.45

ven 16 e sab 17 aprile | ore 20.45

Familie Flöz

Fondazione Teatro Due

Teatro Delusio

Il mercante di Venezia

TIT dom 7 febbraio | ore 11.00 e 17.30

ven 23 aprile | ore 20.45

Teatro del Piccione

Transitive - Fiction Theatre

Rosaspina

Destination Trafik: deer

ven 19 e sab 20 febbraio ore 20.45

sab 24 e dom 25 aprile | ore 20.45

Teatro delle Albe

National Theatre Stip

Rosvita

Runaway

ven 26 febbraio | ore 20.45 Koreja – Stabile d’Innovazione del Salento

Doctor Frankenstein TIT - dom 28 febbraio | ore 11.00 e 17.30 Cada Die Teatro

Chisciotte fenicottero ven 5 e sab 6 marzo | ore 20.45 I Sacchi di Sabbia

Sandokan o la fine dell’avventura ven 12 e sab 13 marzo | ore 20.45 A.T.I.R. - Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca

Buonanotte Desdemona (Buongiorno Giulietta)

TIT - dom 14 marzo | ore 11.00 e 17.30 Accademia Perduta Romagna Teatri

Il pifferaio magico

LEGENDA TIT = TEATRO IN TASCA

TIT - dom 28 marzo | ore 11.00 e 17.30 La Città del Teatro

Mammatrigna

* spettacolo riservato a 40 SPETTATORI presso ex Chiesa San Francesco della Scarpa - via Cairoli, Lecce ** spettacolo riservato a 25 SPETTATORI


STAFF DI PROGETTO in ordine alfabetico Alessandra Bisconti

Silvia Ricciardelli

Fabiola Centonze

Franco Salonna

amministrazione

‘cura del corpo’

Mario Daniele

Fabrizio Saccomanno

responsabile tecnico

attore-pedagogo

Carlo Durante

Laura Scorrano

promozione

attrice-pedagoga

attore

cura delle produzioni

Antonio Giannuzzi

Salvatore Tramacere

promozione - teatro scuola

direttore artistico - regista

Paola Pepe

Franco Ungaro

ufficio stampa - teatro scuola

direttore organizzativo

Anna Petrachi

Francesca Vetrano

amministrazione

programmi europei-estero

Angelo Piccinni

Gabriella Vinsper

tecnico

Fabrizio Pugliese attore-pedagogo

segreteria-logistica


COLLABORAZIONI mar 6 gennaio 2010 • ore 11.00 e 17.30 in ordine alfabetico Big Sur

Riccardo Marconi

Iole Cilento

Francesco Niccolini

Alessandra Crocco

Maria Rosaria Ponzetta

Vito De Lorenzi

Admir Shkurtaj

Giovanni De Monte

Fabio Tinella

cura dell’immagine scenografa attrice

musicista attore

Lucio Diana

musicista

drammaturgo attrice

musicista attore

light designer

SI RINGRAZIANO

Emanuela Gabrieli

Marinilde Giannandrea Lilli Giumelli Laura Fornoni Mauro Marino Sara Patera e Gianluca Legittimo Rune Ricciardelli Mattia Soranzo

cantante-attrice

Ninfa Giannuzzi cantante-attrice

Antonella Iallorenzi attrice



1999 / 2009 DIECI ANNI DEI CANTIERI TEATRALI KOREJA A LECCE Cantiere vuol dire tante cose assieme, luogo di progettazione e di creazione, luogo di pensiero e di sperimentazione, luogo dove si mettono le fondamenta e dove si realizza un cortocircuito tra passato, presente e futuro. Ciò che qui si produce è destinato a coloro che abiteranno i luoghi, a cittadini speciali che hanno proprie culture e stili di vita. Ciascun cantiere ha un’anima e colore che dipende dall’anima e dal colore di chi ci lavora. I Cantieri Koreja hanno voluto rappresentare a Lecce la residenza di una comunità di persone che cercano di costruire con passione e ostinazione le fondamenta del teatro, assumendosi molta responsabilità e libertà. Quotidianamente, minuto per minuto. Un’oasi di creatività e di creazione al riparo dalle mode e dal consumo, necessaria per chi, qui ed ora, vuole mettere in gioco risorse, pensiero e talento. Un luogo di incontro e di dialogo per gli artisti e gli spettatori che qui ritrovano il calore e le emozioni speciali che solo il teatro di qualità riesce ancora a dare.






mercoledì 4 novembre • ore 20.45 foto di Alessandro Colazzo (Big Sur)

KOREJA - TEATRO STABILE D’INNOVAZIONE • LECCE con Alessandra Crocco, Giovanni De Monte e Antonella Iallorenzi tecnici luci Mario Daniele e Angelo Piccinni regia Salvatore Tramacere collaborazione all’allestimento M. Rosaria Ponzetta • VINCITORE GRAND PRIZE ISFAHAN THEATER FESTIVAL FOR CHILDREN & YOUNG ADULTS 2009, IRAN

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o spettacolo cattura gli sguardi, ma lascia libera la fantasia di correre a briglia sciolta. Chi decide di subirne l’incantesimo, si prepari a un viaggio sorprendente alla scoperta di mondi magici dove colori, luci e suoni assecondano i suoi desideri. Mondi a sé, ciascuno con le proprie meraviglie, dove si possono incontrare extraterrestri, samurai, fate, angeli… Dove c’è posto per i ricordi, i sogni, le emozioni. Di grande impatto visivo, le scene suggestionano anche chi bambino non è più, grazie all’originalità delle trovate e alla forza evocativa di certe immagini. Tubi, abiti, copricapo, materiale povero e riciclato di vario genere che grazie all’uso fantasioso delle luci si trasforma fiabescamente in immagini, visioni strampalate e buffe, quadri plastici di un movimento della fantasia. Non c’è in ballo una vera e propria storia che non sia quella inventata, lì al momento, dai tre attori in scena con le loro trasformazioni. E la plastica? Koreja si è divertita a trasformarla, giocando con gli oggetti semplici di ogni giorno. E lancia la sfida a riconoscerli. […] Suggestioni orientali, ritmi e colori sudamericani, divertenti gag-battibecco, la fata degli uccelli con i due cacciatori che si mettono fuorigioco da soli, Eva con la mela e il serpente che si muovono sulle note di un motivo assai gradevole. A questo proposito vogliamo sottolineare la validità delle scelte musicali, attentissime, particolari e molto belle. Anche una scelta assolutamente non prevedibile: un brano di Battiato per intero che parla di problematiche dure, di politiche, di criminalità. Mentre la voce racconta, gli attori sulla scena disegnano bolle di sapone di tutti i formati, che le luci colorano di blu, o di rosso, trasformandone la superficie in una specie di ghirlanda di stelline. La fantasia, un effetto davvero speciale.

da Giardini di plastica al Ridotto: la fantasia è un effetto speciale di Luisa Guarino


giovedì mar 6 gennaio 5 novembre 2010 •• ore ore20.45 11.00 e 17.30 foto di Antonio Palma

KOREJA - TEATRO STABILE D’INNOVAZIONE • LECCE LIBERAMENTE TRATTO DAL FRANKENSTEIN DI M. SHELLEY

progetto di Fabrizio Pugliese testo di Francesco Niccolini con Fabrizio Pugliese e Fabrizio Saccomanno regia Salvatore Tramacere e Fabrizio Pugliese scene Iole Cilento

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disegno luci Lucio Diana tecnici Mario Daniele e Angelo Piccinni si ringraziano Burambò e Istvan Zimmermann

l centro del lavoro è focalizzato sul rapporto tra i due personaggi, il dottore-creatore e il mostro-creatura e concentra l’azione in un momento ben preciso, un momento importante, critico, il momento in cui la creatura prende coscienza della sua condizione di alterità, della sua anomalia di creatura generata “oltre natura”, in modo artificiale, senza storia, senza memoria, solo con una serie di desideri urgenti e forse irrealizzabili. Dall’altra parte, ossia dalla parte del dottore, il momento critico è rappresentato dal punto massimo di autoesaltazione, il momento in cui, vicino alla possibile definitiva riuscita del suo esperimento, vicino al raggiungimento della “perfezione”, il delirio di onnipotenza raggiunge il parossismo, la sfida a Dio e alla natura raggiunge il suo culmine drammatico e il fallimento si pone come inevitabile. La scena è una stanza-laboratorio in cui si intravedono i precedenti esperimenti del Doctor: creature imperfette, inanimate, manufatti inutili, un luogo dove si intuisce l’irrefrenabile voglia di lasciare qualcosa ai posteri, di “registrare” l’accaduto, di documentare l’evento, quello della creazione, anche se innaturale, anche se mostruoso. È nello scontro tra queste due figure, tra queste due “umanità” malate, che si dipana l’azione drammatica, senza rinunciare a momenti di distaccata ironia, attimi di folle lucidità dei personaggi, spazi narrativi in cui porre domande e questioni “etiche” alte; questioni che sfuggono al controllo dei personaggi stessi, domande da porre con un sorriso, ma col rischio continuo di provare vertigini infinite.

• PRIMA NAZIONALE •


venerdì 6 novembre ore 20.45 foto di Elisa Manta

A chi toccherà stasera? KOREJA - TEATRO STABILE D’INNOVAZIONE • LECCE DI HAROLD PINTER

traduzione di Alessandra Serra regia di Salvatore Tramacere con Alessandra Crocco, Maria Rosaria Ponzetta,

Fabrizio Pugliese e Fabrizio Saccomanno scene, luci e suono Lucio Diana e Salvatore Tramacere

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realizzazione scene Mario Daniele tecnici Mario Daniele e Angelo Piccinni un grazie ad Alfonso Santagata

lla fine del 2008 muore Harold Pinter. Solo pochi anni prima, nel 2005, Pinter aveva scelto di non ritirare il premio Nobel a lui conferito inviando un discorso che iniziava così: “Non vi è una rigida distinzione tra ciò che è reale e ciò che è irreale, tra ciò che è vero e ciò che è falso. Una cosa non è necessariamente vera o falsa; essa può essere vera e falsa insieme. Credo che ancora oggi queste asserzioni abbiano senso e si applichino all’esplorazione della realtà attraverso l’arte. Perciò come scrittore rimango loro fedele, ma come cittadino non posso farlo. Come cittadino devo chiedere: che cosa è vero? Che cosa è falso?”. The dumb waiter, ovvero Il Calapranzi, scritto da Pinter nel 1957, fa parte della prima stagione drammaturgica dell’autore, dove quasi tutte le opere sono metafora di un solo meccanismo, quello della violenza: violenza sotterranea, quasi impalpabile, ma che manifesta con scatti improvvisi tutta la sua furia oppressiva. Nel prologo, la scena (un luogo metallico, astratto, pulito e insieme simbolicamente ‘sporcato’) è abitata da due figure femminili, doppi astratti dei personaggi (Ben e Gus), che creano un enigma di forza e fragilità, di crudeltà e di sottile comicità. Le attese, la noia, le sequele interrogative si fanno movimento, corpo che danza in un vortice da musical noir. Poi spariscono, come assorbite dalla scena; lo spettatore vede davanti a sé un altro luogo, questa volta più realistico, ma di un realismo che contiene in sé tutto l’assurdo del testo pinteriano. Due letti in un “buco” di stanza, dove Ben e Gus aspettano i comandamenti di un’azione criminale. Pizzini calati dall’alto, istruzioni senza significato. Aspettano in un’attesa riempita di parole che tiene la violenza in un dialogare teso e scattante, costruito su ritmi in cui i silenzi contano quanto le battute. Interrogazioni che risuonano tra le mura di un sottosuolo. “A chi toccherà stasera?”.


sabato mar 6 gennaio 7 novembre 2010ore • ore 20.45 11.00 e 17.30 foto di Elisa Manta

KOREJA - TEATRO STABILE D’INNOVAZIONE • LECCE idea e progetto Salvatore Tramacere regia Antonio Pizzicato e Salvatore Tramacere con Maria Rosaria Ponzetta - Cassandra, Vito De

Lorenzi – percussioni, Fabrizio Saccomanno coro, Emanuela Gabrieli - coro, Ninfa Giannuzzi - Andromaca, Riccardo Marconi – chitarra, Silvia Ricciardelli – Ecuba, Admir Shkurtaj – fisarmonica, Fabio Tinella - Astianatte elaborazione testi Angela De Gaetano, Antonio Pizzicato, Salvatore Tramacere

musiche dal vivo di De Lorenzi, Gabrieli, Giannuzzi, Marconi, Pizzicato, Shkurtaj con il coordinamento musicale di Antonio Pizzicato assistenza alla regia Laura Scorrano scene, luci e visual Luca Ruzza con Bruno Capezzuoli e Fabio Di Salvo consulenza/traduzione griko Gianni De Santis luci, fonica e tecnica Angelo Piccinni, Mario Daniele si ringraziano E. Forcignanò, prof. G. Pisanò e Kurumuny per le immagini tratte da Stendalì di C. Mangini

• VINCITORE ‘REWARD FOR ARTISTIC ACHIEVEMENT’ FESTIVAL PURGATORJE 2009, TIVAT - MONTENEGRO

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na stanza. Un morto. La presenza di alcune donne in lacrime ne sancisce il ricordo; la memoria di una mancanza riecheggia nei loro lamenti e solo in essi ha ragione d’esistere. La presenza del coro alimenta la possibilità di ricreare atmosfere sonore e rimandi a luoghi vicini e lontani dove confluiscono sentimenti, voci, parole che si manifestano insieme alle azioni e alle immagini. Le musiche, eseguite dal vivo e composte dagli stessi interpreti, assumono un ruolo di primo piano sulla scena al pari dei testi e delle azioni. Lo spettacolo intende coniugare Le Troiane di Euripide con il tema della Passione di Cristo, scegliendo di dialogare con la tradizione grika del Salento. Passiuna tu Christu è un canto dell’area grika salentina. L’idea nasce dalla volontà di accostare il lamento delle donne di Troia, alle moroloja, ovvero i pianti che un tempo le donne facevano a pagamento per un morto del quale appena a volte conoscevano il nome. Profondamente umani sono i dolori che vengono descritti ne La Passione delle Troiane in cui la femminilità è l’elemento dominante: emergono, infatti, in primo piano, le figure di Andromaca, Ecuba, Cassandra che, pur costrette a sottomettersi a un destino crudele, non rinunciano tuttavia alla loro fierezza, non piegano il capo di fronte alla crudeltà dei greci e denunciano con parole frementi di sdegno gli orrori della guerra fra gli uomini. E ancora la morte, nella tragedia euripidea, del piccolo e innocente Astianatte richiama alla mente la crocifissione dell’Innocente per antonomasia, Cristo, colui che, senza peccato, si è immolato per la salvezza del genere umano. Per questo, il pianto di Andromaca si fonde con quello della Vergine in un unico grande dolore che è quello di tutte le madri costrette dal destino a rinunciare ai propri figli.


venerdì 13 e sabato 14 novembre • ore 20.45

progetto SUPER foto di Rolando Paolo Guerzoni

TEATRO VALDOCA • CESENA spazio luci e regia Cesare Ronconi parole Mariangela Gualtieri con Susanna Dimitri e Mila Vanzini e la partecipazione di Leonardo Delogu costumi e oggetti di scena Patrizia Izzo suono Luca Fusconi macchinista Stefano Cortesi fondali pittorici Luciana Ronconi costruzioni in legno Maurizio Bertoni

assistente alla regia Serenella Martufi organizzazione Giulia Caporusso logistica Valentina Baruzzi amministrazione Morena Cecchetti consulenza amministrativa Cronopios foto di scena Rolando Paolo Guerzoni prodotto da Teatro Valdoca in collaborazione con Teatro Bonci di Cesena

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esare Ronconi riprende lo spettacolo d’esordio del Teatro Valdoca e lo riscrive. A una prima parte che quasi fedelmente richiama la versione originale, se ne aggiunge una seconda, creaturale, panica, e una terza, di poesia pensante, riflessiva, misteriosa e savia. Due figure femminili abitano una scena in cui fisica e metafisica smarginano una nell’altra. Le due donne misurano, sondano, percorrono con cautela lo spazio che la loro presenza alleggerisce e dilata. Come vestali a venire, conducono in scena un corpo, dormiente, forse, o dissepolto e lo interrogano. Il corpo risponde e ammaestra.

Il nostro teatro è cominciato 26 anni fa con un atto contemplativo. Era Lo Spazio della Quiete. Non avevamo nulla, non eravamo nulla. […] Lo Spazio della Quiete si svolgeva in silenzio, con una scena poverissima ed essenziale. Era anacronistico ed emozionante. Qualcuno dice che nel silenzio si accumula potenza. Noi, senza saperlo, abbiamo scritto lì il nostro alfabeto. Abbiamo fondato il nostro teatro, la nostra lingua. Se oggi lo riprendiamo non è per spirito museografico. Tornare alle proprie radici è a volte un atto necessario, di ordine interiore, di sacra spoliazione. […] Dunque questo nuovo Spazio della Quiete si nutre della prima mitica versione, e a quella intreccia i cordami, le venature di ciò che è nato dopo. […] Delle nostre due anime teatrali, una furiosa e dolente, l’altra quieta, favolistica e contemplativa, siamo qui pienamente immersi nella seconda. Lì dove, appunto, siamo nati. Qui ci ristoriamo e raccogliamo le forze, prima della prossima grande avventura che ci attende.

MARIANGELA GUALTIERI

sabato 14, ore 17.30 • Cantieri Teatrali Koreja: dialogo tra Cesare Ronconi e Valentina Valentini


sabato mar 6 gennaio 21 e domenica 2010 • ore 22 novembre 11.00 e 17.30 • ore 20.00 - 21.00 - 22.00

progetto SUPER foto di Laura Arlotti

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ROMEO CASTELLUCCI - SOCÌETAS RAFFAELLO SANZIO • CESENA azione di Romeo Castellucci con la partecipazione di Teodora Castellucci,

Demetrio Castellucci, Agata Castellucci, Cosma Castellucci, Sebastiano Castellucci, Eva Castellucci collaborazione Studio Plastikart Istvan Zimmermann e Giovanna Amoroso produzione Socìetas Raffaello Sanzio

È

la storia di un gesto abbastanza conosciuto: mettersi in ginocchio. Ho pensato a tutti quelli che si sono inginocchiati e ho immaginato i loro gesti sovrapposti nella storia e nello spazio. Uno sopra l’altro, fino ad arrivare alla condensazione del gesto in una materia congelata in un arco di forza. Ho attraversato la storia di questo gesto: un colpo senza l’ego, nessun movimento inutile, cinetica della stasi, assoluto potenziale immobile. E poi: davanti a cosa inginocchiarsi? Da dove viene questo bisogno ora?

Dopo gli studi in arti plastiche all’Accademia di Belle Arti di Bologna, Romeo Castellucci fonda, nel 1980, la Socìetas Raffaello Sanzio con la sorella e la compagna, la drammaturga Chiara Guidi, sviluppando un’originale arte di scena, legando tutte le espressioni artistiche – teatro, musica, pittura, opera - con l’obiettivo di toccare i sensi dello spettatore. Per i suoi spettacoli, Castellucci ricorre tanto all’artigianato che alle nuove tecnologie, tra le più sofisticate. Nel corso del 1990, Romeo Castellucci si confronta con alcuni testi classici ed epopee, Gilgamesh (1990), Amleto (1992), L’Orestea (1997), Viaggio al termine della notte (1998), Giulio Cesare (2001) e Shakespeare. Dà inoltre il via ad un vasto progetto della durata di 4 anni intitolato Tragedia Endogonidia: un sistema di rappresentazioni sul lirismo della sofferenza che, come un organismo vivente, si trasforma nel tempo e nello spazio in funzione del percorso che effettua da una creazione all’altra, attraverso le città europee, partendo da Cesena (laddove è residente la compagnia) per farvi ritorno, passando da Berlino, Bruxelles, Bergen, Parigi, Roma, Strasburgo, Londra, Marsiglia e Avignone. Di un’estetica a volte esasperata, ma sempre controllata, i suoi spettacoli possono essere comparati solo a loro stessi e lasciano nella memoria dello spettatore delle impressioni indelebili. La compagnia è invitata nei principali teatri e festival internazionali e ha ricevuto numerosi premi in Italia e all’estero.

* spettacolo riservato a 40 spettattori, presso ex Chiesa San Francesco della Scarpa - via Cairoli, Lecce sabato 21 ore 18.00 • Ex Chiesa San Francesco della Scarpa: dialogo tra Romeo Castellucci e Fabio Acca


venerdì 4 dicembre • ore 20.45 foto di Marco Caselli Nirmal

BABILONIA TEATRI • ISOLA RIZZA - VERONA di e con Valeria Raimondi ed Enrico Castellani scene Babilonia Teatri/Gianni Volpe costumi Franca Piccoli luci e audio Ilaria Dalle Donne movimenti di scena Mauro Faccioli coproduzione Operaestate Festival Veneto

con il sostegno di Viva Opera CIrcus/Teatro

dell’Angelo

• SPETTACOLO VINCITORE DEL PREMIO SCENARIO 2007

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ade in Italy non racconta una storia. Affronta in modo ironico, caustico e dissacrante le contraddizioni del nostro tempo. Lo spettacolo procede per accumulo. Fotografa, condensa e fagocita quello che ci circonda: i continui messaggi che ci arrivano, il bisogno di catalogare, sistemare, ordinare tutto. Procede per accostamenti, intersezioni, spostamenti di senso. Le scene non iniziano e non finiscono. Vengono continuamente interrotte. Morsicate. Le immagini e le parole nascono e muoiono di continuo. Gli attori non recitano. La musica è sempre presente e detta la logica con cui le cose accadono. Come in un video-clip. Made in Italy è un groviglio di parole. È un groviglio di tubi luminosi. È un groviglio di icone. Per un teatro pop. Per un teatro rock. Per un teatro punk. Un teatro carico di input e di immagini: sovrabbondante di suggestioni, ma privo di soluzioni.

Al termine dello spettacolo incontro con la Compagnia Babilonia Teatri


sabato mar 6 gennaio 5 dicembre 2010• •ore ore 20.45 11.00 e 17.30 foto di Marco Caselli Nirmal

BABILONIA TEATRI • ISOLA RIZZA – VERONA di Enrico Castellani, Valeria Raimondi con Enrico Castellani, Valeria Raimondi, Ilaria

Dalle Donne

con la collaborazione artistica di Vincenzo Todesco consulenza tecnica Gianni Volpe luci e audio Babilonia Teatri/Mauro Faccioli realizzazione scena Sergio Dalle Donne costumi Franca Piccoli, Cristina Fasoli

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organizzazione Alice Castellani grafica manifesto Francesco Speri foto manifesto Massimo Molinari foto di scena Marco Caselli Nirmal produzione Babilonia Teatri, Festival delle Colline

Torinesi, Operaestate Festival Veneto

col sostegno di Viva Opera CIrcus, Kilowatt

Festival, Teatro Fondamenta Nuove

ornobboy fotografa il nostro tempo. La realtà e le sue contraddizioni. Va a scovare

le nostre incoerenze. Per scoperchiarle. Per riderne. Con cinismo. Con affetto. Il centro dello spettacolo è il continuo bombardamento mediatico. Il nostro modo di vivere e recepire tutto ciò. Il nostro farne parte. Il bisogno di mostrare, ostentare, guardare e vedere tutto. Viviamo sotto il fuoco incrociato di una comunicazione che ci rende dipendenti. Siamo morbosamente attratti da particolari pornografici. Da dettagli macabri. Da una cronaca che si occupa dei fatti senza interrogarsi su cause ed effetti. Regna l’incapacità di scindere pubblico e privato. Il continuo mescolarsi dei piani. Una schizofrenia in cui nuotiamo quotidianamente.

Pornobboy non è una requisitoria sul sesso è un blob del nostro presente saturo tutto viene pornograficamente mostrato noi ne godiamo ci scandalizziamo ci affoghiamo tutto si può vedere non di tutto si può parlare tutto si può fare non tutto si può condividere tutto si può avere

qual è la distanza che separa la parola dai fatti il dire e il fare la faccia e il culo siamo un concentrato di contraddizioni siamo ridicoli siamo nudi certe cose non si fanno certe cose non si dicono certe cose neanche si pensano


venerdì 18 e sabato 19 dicembre • ore 20.45 foto di Ribas

GELABERT AZZOPARDI • BARCELLONA – SPAGNA di e con Cesc Gelabert video Charles Atlas musica Carlos Miranda costumi Lydia Azzopardi immagini 3D Juan Carlos Olmos movement capture Núria Font, Juan Carlos

Olmos, Dani Fornaguera

assistente coreografo Toni Jodar Sarah Taylor direttore tecnico e del suono Quim Isern

luci Miguel Muñoz produttore esecutivo Beatriu Daniel coordinamento e comunicazione Montse G. Otzet amministrazione Núria Feliu produzione e management Maria Rosas con la speciale collaborazione di Benecé Produccions co-produzione Grec 2004 Barcelona Summer

Festival/Forum 2004 e Gelabert - Azzopardi Dance Co.

L

o spettacolo Glimpse è un progetto insolito nella carriera artistica di Gelabert. Egli, infatti, l’ha portato in scena nei musei, nelle gallerie d’arte e in spazi multidisciplinari, anziché nei teatri, al fine di indirizzare il suo lavoro a un “altro pubblico”. Gelabert propone uno spettacolo in cui dialoga con un video che mostra le sue “immagini interiori”: il suo corpo, i sentimenti, le emozioni, lo spazio, il tempo, i pensieri… Il video è proiettato su uno schermo che definisce lo spazio scenico. Durante la realizzazione di Glimpse, Gelabert ha collaborato con il famoso videoartista newyorkese Charles Atlas che nel 1970 ha diretto i primi video di danza e che vanta collaborazioni con Merce Cunningham, Michael Clark e Douglas Dunn. Le musiche dello spettacolo sono state composte da Carlos Miranda, che aveva già lavorato con Gelabert nel 1992 e che è divenuto celebre, tra l’altro, per il suo lungo sodalizio artistico con Lyndsay Kemp. Glimpse ha debuttato al Teatro Lliure di Barcellona nel 2004, nell’ambito dell’Arts Festival organizzato in occasione del Forum Barcellona 2004. Successivamente è stato presentato al Festival Internazionale di Edinburgo, all’Istituto Valenciano di Arte Moderna, al Festival of Firsts di Pittsburgh e al Munich Dance nel 2004, al Museum Artium di Vitoria nel 2006, alla Scène Nationale di Bayonne e al City BAC di New York nel 2007.

venerdì 18 • al termine dello spettacolo incontro con la Compagnia Gelabert Azzopardi


CONCERTO | martedì 22 dicembre • ore 20.45

CESARE DELL’ANNA QUINTET

È

Cesare Dell’Anna - tromba Raffaele Casarano - sax Ekland Hasa - piano Marco Bardoscia - basso Marcello Nisi - batteria

il fortunato incontro fra musicisti che della loro esperienza classica e del jazz hanno fatto un percorso tutto personale, che li ha portati su strade diverse che, tuttavia, si congiungono. Accanto al trombettista Cesare Dell’Anna, Ekland Hasa, Raffaele Casarano, Marco Bardoscia e Marcello Nisi tracciano la loro visione della musica classica in chiave ironica, che si traduce in gioco jazz per un matrimonio con la musica popolare proveniente dai Balcani. Un repertorio “colto” e raffinato, capace di trasmettere splendide emozioni grazie alla sinergia che si traduce in momenti di puro virtuosismo. concerto fuori abbonamento



da mar martedì 6 gennaio 12 a2010 domenica • ore 11.00 17 gennaio e 17.30 • ore 20.45 foto di Enzo Cei

*

FONDAZIONE PONTEDERA TEATRO • PONTEDERA – PISA regia Roberto Bacci assistenti alla regia Annalisa D’Amato, Debora

Mattiello, Francesco Puleo con Savino Paparella e Tazio Torrini drammaturgia Stefano Geraci scenografie e costumi Marcio Medina assistente scenografie e costumi Annalisa Galli realizzazione costumi Novaes pitture di scena Sergio Seghettini collaborazione pitture di scena Maria Cristina

M

Chierici e Grazia Natan

luci Marcello D’Agostino musiche originali Ares Tavolazzi direzione tecnica Sergio Zagaglia allestimenti Stefano Franzoni e Giovanni Berti foto Enzo Cei produzione Fondazione Pontedera Teatro 2009 si ringraziano Giordano Acquaviva, Daniela

Antonacci, Mino Gabriele, Lorenzo Scarpelli, Luigi Lombardi Vallauri, Stefano Vallari

utando Riposa - che prende il titolo da un frammento di Eraclito - è uno di que-

gli spettacoli che nascono quasi “ loro malgrado” […] Lo stimolo iniziale è nato da una indagine sull’origine della coscienza nell’essere umano. […] Cominciato il lavoro in sala, lentamente le domande iniziali hanno preso la forma di azioni teatrali. Così si è andato configurando un contesto narrativo in grado di offrire l’idea dello spazio e della possibile relazione con gli spettatori. […] Mentre la struttura delle azioni fisiche si andava completando, abbiamo chiesto agli attori di improvvisare un dialogo a partire dalla loro relazione fisica. Successivamente lo abbiamo intrecciato e modificato attraverso testi in grado di arricchire la trama delle azioni di altri possibili temi e significati […]

Due uomini (due fratelli?) si trovano in un giardino distrutto da una tempesta. L’uno, vissuto sempre nella grande casa adiacente, vi entra per la prima volta; l’altro, che ne ha accudito e sorvegliato la natura e la storia come un giardiniere, guida l’altro a visitarlo. [...] La domanda che ci accompagna come protagonisti e come spettatori nel viaggio in questo giardino delle origini, è quella che ci facciamo attraversando quello, non sempre fiorito, della nostra vita. L’incontro con la morte ci fa supporre l’esistenza di un altro luogo in cui poter continuare. Ma dove? E, perché? Mutando, attimo dopo attimo, nel corso di questa esistenza, riposiamo in una irrequieta attesa di un “oltre” a noi sconosciuto. ROBERTO BACCI *spettacolo riservato a 25 spettatori venerdì 15 • al termine dello spettacolo incontro con la Compagnia Fondazione Pontedera Teatro


venerdì 29 e sabato 30 gennaio • ore 20.45 foto di M. Agus

ASSOCIAZIONE TEATRO DI BUTI • Buti - Pisa FONDAZIONE PONTEDERA TEATRO • Pontedera - Pisa DI BERNARD MARIE KOLTÈS

traduzione Luca Scarlini con Chiara Argelli, Gianni Buscarono,

Giovanna Daddi, Dario Marconcini regia Dario Marconcini

K

oltès, uno dei più grandi autori teatrali del secondo Novecento è conosciuto per i suoi testi da Combat de negre et de chien a Roberto Zucco; molto meno per i suoi testi di esordio. Questa è una piece mai rappresentata in Italia e poco conosciuta anche nel suo paese di origine . È scritta dal giovane Koltès in un primo periodo di creazione quando si confrontava con i grandi classici; qui non ne fa un esercizio di stile anche se esso traspare in questa colta cristallina scrittura, nella quale ci sono già tutti i germi di quella che sarà la sua vena poetica che svilupperà nei suoi capolavori: l’emarginazione, la solitudine, la perdita di identità. Questi i grandi temi che si confrontano con la storia conosciuta di Amleto con un effetto spesso spiazzante. Attraverso questo testo Koltès cerca il superamento della cultura borghese, del meccanismo della famiglia che fa esplodere con tutte le sue contraddizioni e della società industriale quasi una sorta di ricerca di nuovi miti. Qui il mito originario dell’Amleto, che è un mito nordico basato sull’incesto e sull’assassinio del padre, è ormai lontano, piuttosto è la eterna commedia umana che si consuma all’interno della famiglia e che la farsa tramuta in tragedia. Tutta la pièce è attraversata da un’aria di follia, a cui si sottrae appena Amleto, tanto che i personaggi tratteggiati da Koltès sembrano dei malati della Salpetrière che giocano a fare l’Amleto di Shakespeare, oppure dei borghesi che si rifugiano nel gioco dell’attore per sfuggire all’impatto della vita di tutti i giorni.

DARIO MARCONCINI

venerdì 29 • al termine dello spettacolo incontro con la Compagnia del Teatro di Buti


venerdì mar 6 gennaio 5 febbraio 2010 • ore • ore 20.45 11.00 e 17.30 foto di Eckard Jonalik

FAMILIE FLÖZ • BERLINO – GERMANIA produzione Familie Flöz in co-produzione con Arena Berlin

e Theaterhaus Stuttgart creato da Paco Gonzalez, Björn Leese, Hajo Schüler, Michael Vogel attori Hajo Schüler / Sebastian Kautz, Paco Gonzalez, Björn Leese direzione e stage Michael Vogel

sound design Dirk Schröder maschere Hajo Schüler costumi Eliseu R. Weide light design Reinhard Hubert assistenza Gianni Bettucci, Dana Schmidt stage Stephan Grebe, Tom Weinhold,

Eline Ostergaard

U

na porta si apre. Un tuono scuote la stanza. Siamo nel backstage di un mondo dietro le quinte, dove la scena diventa ciò che generalmente non possiamo vedere. È qui che Bob, Ivan e Bernd vivono la loro esistenza. Ciò che normalmente rimane all’ombra del palco, ora viene spinto nella luce. Le vite all’ombra della ribalta e delle illusioni di gloria, improvvisamente si ritrovano sul palco. Teatro Delusio utilizza un originale e sorprendente variazione sull’eterno tema “tutto il mondo è un palcoscenico”. Tra l’opulento mondo dell’Opera, furiose battaglie di scherma, un elegante balletto e scene di amore, l’illusione si trasforma in realtà, portando il pubblico alla follia. Dietro le quinte, Bob, Bernd e Ivan cercano la realizzazione dei loro sogni - tre instancabili tecnici, che sono solo ad un passo dalle stelle, ma anniluce dietro i loro sogni.

Al termine dello spettacolo incontro con la Compagnia Familie Flöz


venerdì 19 e sabato 20 febbraio • ore 20.45 foto di Fabio Cito

TEATRO DELLE ALBE • RAVENNA di Ermanna Montanari con Cinzia Dezi, Michela Marangoni, Ermanna

Montanari, Laura Redaelli spazio-luce Enrico Isola, Ermanna Montanari assistente spazio-luce Claire Pasquier direzione tecnica Enrico Isola musiche originali e sound design Davide Sacco cons. musicale per il canto gregoriano Elena Sartori realizzazione scene squadra tecnica Teatro delle

Albe Fabio Ceroni, Luca Fagioli, Danilo Maniscalco,

Massimiliano Rassu

foto e collage Claire Pasquier cura grafica Barbara Fusconi regia Marco Martinelli promozione Silvia Pagliano, Francesca Venturi produzione Teatro delle Albe - Ravenna Teatro in collaborazione con Ravenna Festival e deSidera

Bergamo Teatro Festival

R

oghi di giovinette, stupri e torture, cedimenti, amori impossibili che non si arrestano neanche davanti alla necrofilia, padri autoritari e pii: miniature medievali che riaffiorano da un passato remoto e che si perpetuano sempre uguali (se solo le sappiamo leggere) nelle cronache quotidiane del pianeta. La crudeltà ambigua e disorientante dei drammi di Rosvita mi parla ancora, a distanza di dieci secoli, a distanza di quasi vent’anni dal mio primo accostarmi alla sua opera: tutto, nella sua scrittura insieme devota e infuocata, vi accade all’improvviso, la tentazione e la resa e la conversione. Non c’è logica, non c’è buon senso, non c’è realismo, non c’è psicologia […] Le figure che Rosvita tratteggia con la sua prosa rimata, svuotate della loro sostanza corporale, diventano emblemi dello spirito, marionette al vento. […] Ho amplificato la partitura del ‘91, restituendo alla loro integralità i drammi che all’epoca avevo frantumato, riservandomi come prologo la “lettera ai dotti” e come epilogo la narrazione di Maria, stella del mare, intrecciando qua e là versi di Sant’Agostino, Baudelaire, Amalia Rosselli, come stelle cadenti. Al mio fianco, Cinzia Dezi, Michela Marangoni e Laura Redaelli, che intonano la “musica celeste”, il gregoriano, quattro fantocci che emergono dal buio. Non c’è scenografia, non c’è azione, tutto va “visto” attraverso la voce, il canto, i suoni, in uno spazio-luce che richiede di essere situato ovunque e di integrarsi ovunque, isola-edicola che mi piacerebbe vedere allestita in un’autostrada, in mezzo a un parcheggio, davanti a un ipermercato. Una lettura-concerto che insegue i suoi burattini, facendone sostanza di voce, dipingendo attraverso i mille toni del grottesco una fantasmagoria immobile e “santa”.

ERMANNA MONTANARI venerdì 19 • al termine dello spettacolo incontro con la Compagnia del Teatro delle Albe


venerdì mar 6 gennaio 26 febbraio 2010••ore ore20.45 11.00 e 17.30 foto di Antonio Palma

KOREJA - TEATRO STABILE D’INNOVAZIONE • LECCE LIBERAMENTE TRATTO DAL FRANKENSTEIN DI M. SHELLEY

progetto di Fabrizio Pugliese testo di Francesco Niccolini con Fabrizio Pugliese e Fabrizio Saccomanno regia Salvatore Tramacere e Fabrizio Pugliese scene Iole Cilento

disegno luci Lucio Diana tecnici Mario Daniele e Angelo Piccinni si ringraziano Burambò e Istvan Zimmermann

I

l centro del lavoro è focalizzato sul rapporto tra i due personaggi, il dottore-creatore e il mostro-creatura e concentra l’azione in un momento ben preciso, un momento importante, critico, il momento in cui la creatura prende coscienza della sua condizione di alterità, della sua anomalia di creatura generata “oltre natura”, in modo artificiale, senza storia, senza memoria, solo con una serie di desideri urgenti e forse irrealizzabili. Dall’altra parte, ossia dalla parte del dottore, il momento critico è rappresentato dal punto massimo di autoesaltazione, il momento in cui, vicino alla possibile definitiva riuscita del suo esperimento, vicino al raggiungimento della “perfezione”, il delirio di onnipotenza raggiunge il parossismo, la sfida a Dio e alla natura raggiunge il suo culmine drammatico e il fallimento si pone come inevitabile. La scena è una stanza-laboratorio in cui si intravedono i precedenti esperimenti del Doctor: creature imperfette, inanimate, manufatti inutili, un luogo dove si intuisce l’irrefrenabile voglia di lasciare qualcosa ai posteri, di “registrare” l’accaduto, di documentare l’evento, quello della creazione, anche se innaturale, anche se mostruoso. È nello scontro tra queste due figure, tra queste due “umanità” malate, che si dipana l’azione drammatica, senza rinunciare a momenti di distaccata ironia, attimi di folle lucidità dei personaggi, spazi narrativi in cui porre domande e questioni “etiche” alte; questioni che sfuggono al controllo dei personaggi stessi, domande da porre con un sorriso, ma col rischio continuo di provare vertigini infinite.

venerdì 19 • al termine dello spettacolo incontro con la Compagnia Koreja


venerdì 5 e sabato 6 marzo • ore 20.45

I SACCHI DI SABBIA • PISA DA LE TIGRI DI MOMPRACEM DI EMILIO SALGARI

scrittura scenica Giovanni Guerrieri con la collaborazione di Giulia Gallo e Giulia Solano con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guer-

rieri, Enzo Illiano, Giulia Solano tecnica Federico Polacci costumi Luisa Pucci

produzione I Sacchi di Sabbia/Compagnia Sandro

Lombardi

in collaborazione con Teatro Sant’Andrea di Pisa,

La Città del Teatro, Armunia Festival Costa degli Etruschi con il sostegno della Regione Toscana

I

l luogo in cui si svolge l’azione è una cucina: attorno a un tavolo si raccolgono i quattro personaggi che, indossato il grembiule, iniziano a vivere le intricate gesta del pirata malese. Perno dell’azione è l’ortaggio, in tutte le sue declinazioni: carote-soldatini, sedani-foresta, pomodori rosso sangue, patate-bombe, prezzemolo ornamentale. E poi cucchiai di legno come spade, grattugie come cannoni, una bacinella piena d’acqua per il mare del Borneo, scottex per cannocchiali, e ancora sacchetti di carta, coltellini, tritatutto... Il racconto si affaccia alla mente degli spettatori, per poi esplodere con una frenesia folle che contagia. La cucina è casa di Sandokan, nave dei pirati, villa di Lord Guillonk, foresta malese, spiaggia di Mompracem. Fedele all’ideale di un ironico esotismo quotidiano (Salgari non si avventurò mai oltre l’Adriatico) lo spettacolo – attraverso la rifunzionalizzazione di semplici oggetti d’uso - è un elogio all’immaginazione, che rischia di naufragare nel blob superficiale dei nostri tempi e al tempo stesso una satira di costume. Piccoli uomini (noi) e i loro grandi sogni si scontrano in un gioco scenico buffo ed elementare. Chi avrà la meglio?

venerdì 5 • al termine dello spettacolo incontro con la Compagnia I Sacchi di Sabbia


venerdì mar 6 gennaio 12 e sabato 2010 13 • ore marzo 11.00 • ore e 17.30 20.45 foto di Serena Serrani

(Buongiorno Giulietta) A.T.I.R. - Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca • MILANO di Ann-Marie MacDonald traduzione Monica Capuani regia Serena Sinigaglia scene Maria Spazzi costumi Federica Ponissi luci Alessandro Verazzi colonna sonora Sandra Zoccolan

con Fabio Chiesa - Romeo, Jago, Coro; Stefano Orlandi - Otello, Tebald, Prof. Notte, Balia, Coro; Maria Pilar Perez Aspa - Costanza; Marcela Serli - Desdemona, Mercuzio, Ramona, Jorik, Servo, Coro; Chiara Stoppa - Giulietta, Studentessa, Soldato, Coro coproduzione TNC Dramma Italiano di Fiume

I

l testo in questione è un’opera contemporanea che rivisita, in chiave grottesca e comica, i due capolavori di Shakespeare ovvero Giulietta e Romeo e Otello. Cosa accadrebbe se Shakespeare avesse concepito Otello e Romeo e Giulietta come commedie? Ce Io rivela, suo malgrado, Costanza Ledbelly. Ricercatrice universitaria geniale ma assai sprovveduta, è il ghostwriter del professor Notte, di cui è disperatamente innamorata, e sta scrivendo una tesi di dottorato per dimostrare che i due drammi di Shakespeare si sono trasformati in tragedie per via di un Fool perduto. Grazie a un codice alchemico, Costanza piomba prima a Cipro, poi a Verona, e alterando il destino di morte di Desdemona e Giulietta, intraprende in realtà un viaggio alla scoperta di sé, che la trasformerà da vittima indifesa in intrepida eroina che non ha più paura di se stessa e dei suoi talenti.

È divertente e gustoso il modo in cui la MacDonald rimescola le opere di Shakespeare, gioca con le battute dei testi originari e li stravolge. Buonanotte Desdemona (Buongiorno Giulietta) è il gioco del teatro per antonomasia, è una commedia che gioca con i testi e le eroine shakespeariane, ma anche sul fraintendimento dei generi sessuali in modo particolarmente raffinato e ironico.

venerdì 12 • al termine dello spettacolo incontro con la Compagnia dell’ A.T.I.R.


venerdì 16 e sabato 17 aprile • ore 20.45 foto di Marco Caselli Nirmal

FONDAZIONE TEATRO DUE • PARMA DI WILLIAM SHAKESPEARE

uno spettacolo di Massimiliano Civica con Elena Borgogni, Oscar De Summa,

Mirko Feliziani, Angelo Romagnoli maschere realizzate da Andrea Cavarra • PREMIO UBU 2008 MIGLIOR REGIA • PREMIO VITTORIO MEZZOGIORNO 2009

S

critta intorno al 1596, la commedia in cinque atti composta di prosa e versi presenta la storia di un patto non mantenuto e di una vendetta sullo sfondo della millenaria intolleranza religiosa nei confronti degli ebrei. Per il regista Massimiliano Civica, dopo il successo ottenuto nella scena off con Ai fantoccini meccanici, Grand Guignol e La parigina, Il mercante di Venezia di Shakespeare rappresenta l’approdo, felicemente riuscito, sulle scene teatrali. Il Mercante di Venezia è un enigma. Non provo neanche a sintetizzare le tante questioni interpretative che solleva. È nella nostra voglia di interpretare, di spiegare, cioè di sciogliere l’enigma, che forse si trova un vizio di forma, il peccato originale. Perché pensiamo che l’enigma sia una domanda? Siamo sempre stati convinti che esso preveda e contenga una risposta, che solleciti la sua risoluzione. L’enigma non è una domanda, ma una certificazione della realtà. Non è qualcosa da capire, è qualcosa da contemplare. Come si contempla un paesaggio, il mare, l’abisso dei nostri ricordi, un amore, l’irriducibilità al senso di ogni manifestazione piena della vita. MASSIMILIANO CIVICA

venerdì 16 • al termine dello spettacolo incontro con la Compagnia della Fondazione Teatro Due.


venerdì mar 6 gennaio 23 aprile 2010 • ore • ore 20.45 11.00 e 17.30

TRAFIK TRANSITIVE-FICTION THEATRE • RIJEKA – CROAZIA idea Mila Culjak e Magdalena Lupi autori Selma Banich, Mila Culjak, Edvin Liveric,

Magdalena Lupi, Silvia Marchig

co-autori e interpreti Marin Alvir, Mila Culjak,

Edvin Liveric, Silvia Marchig, Gordana Svetopetric scenografia e luci Lara Badurina costumi Iztok Hrga musiche originali Marin Alvir selezione musicale Selma Banich, Mila Culjak maschere Malea Pasaric assistente di produzione Sabina Krešic

produzione TRAFIK tecnici luci e suono Ivan Bauk e Dalibor Fugošic con il patrocinio di Dipartimento di Cultura della

Città di Rijeka, Ministero della Cultura della Repubblica Croata, Circoscrizione di PrimorskoGoranska si ringraziano Frizerski salon Ilonka, Frizerski salon Josip Haller, Milijana Babic, Mirjana Culjak, Kapuz, Vlado, Gordan, Hela, EkS-scena, Adam, Dobriša i Žak

A

ttraverso il coinvolgimento con individui provenienti da situazioni marginali, abbiamo ri-esplorato i temi sempre più intriganti di identità e di corpo. Oggi, a dieci anni di distanza dalla nascita dello spettacolo Destination Trafik: Deer, Trafik ritorna ai confini della città e vi colloca altri abitanti. Questi sono del tutto o talvolta invisibili, appaiono sporadicamente al ritmo di melodie da ballo dei porti del Mediterraneo, come corpi in transito, con il visto di entrata. In continuo movimento, tra intervalli e solitudini, resistono ai loro corpi che desiderano tutto. Come formare quel corpo? Come essere saggi e meravigliosi, provocatori e sensibili, se stessi e ancora qualcunaltro? Accanto alle precedenti destinazioni teatrali di Trafik, come spazi per la rinascita di una nuova performance, abbiamo deciso di mostrare i nostri desideri irrealizzati e i viaggi fittizi attraverso esistenze “altre”. In tal modo il microcosmo di Trafik sarà sotterrato nel mondo underground di Rijeka, comincerà di nuovo a galleggiare con i suoi viaggiatori da cabaret a bordo della nave Barba Rude, scoprendo un mondo dimenticato, fatto di spogliarelliste pelose e feste da ballo in cima all’Hotel Jadran. Alla ricerca di nascosti luoghi di incontro per marinai - passanti, stranieri autoctoni e donne troppo truccate dalle strane acconciature. Accettando le diversità del “Corpo Desiderante”, stiamo viaggiando verso nuovi spazi in cui possiamo essere completamente Altro – un Altro in cui i confini del corpo non sono determinati dai suoi contorni, in cui la fantasia e la finzione ci portano verso l’altro lato del diverso, inquietante e misterioso - come è nella natura del Teatro. al termine dello spettacolo incontro con gli attori del Trafik transitive-fiction Theatre


sabato 24 e domenica 25 aprile • ore 20.45

NATIONAL THEATRE STIP • STIP – MACEDONIA DI VASIL ILJOVSKI

regia Dejan Projkovski musica Goran Trajkoski scenografia Vlado Gjoreski costumi Blagoj Micevski con Vladimir Tuliev, Rujis Begovska, Sanja

Georgievska, Pece Ristevski, Milorad Angelov, Mile Vrateovski

Arsovska, Kristina Atanasova Arsova, Valentina

R

unaway è tornato con tutta la sua ironia per allontanarci veramente da noi stessi

e dalle innumerevoli confusioni, o è tornato per lasciarsi per sempre e alla fine scappare in quei vuoti in cui noi non vogliamo guardare perché la luce ci fa male agli occhi? Vorrebbe Runaway, con tutta la sua ironia e la sua parodia grottesca, presentarci le nostre prigioni, la nostra impotenza, la nostra totale chiusura di fronte al falso vitello d’oro, prima di lasciarci? Runaway, come una sorta di Orfeo sta cercando di trovare l’inferno attraverso il buio e l’ultimo suono, e non con la sua armonia. DEJAN PROJKOVSKI

sabato 24 • al termine dello spettacolo incontro con gli attori del National Theatre di Stip


INCONTRI A TEATRO incontri a cura di ALESSANDRA CROCCO, GIOVANNI DE MONTE, ANTONELLA IALLORENZI

A

l termine degli spettacoli, ai Cantieri Teatrali Koreja pubblico e artisti si incontrano in uno spazio di libero confronto per raccogliere pensieri, curiosità e suggestioni. Il foyer diviene così luogo di passaggio dalla sala teatrale al mondo esterno, per avere l’opportunità di approfondire storie e visioni, per conoscere il teatro attraverso le riflessioni di chi lo guarda e di chi lo fa, perchè “il teatro non può esistere senza un rapporto diretto e palpabile, una comunione di vita tra l’attore e lo spettatore”.




domenica 8 novembre 2009 • ore 17.30

Spada avete voi, spada avete io! KOREJA - TEATRO STABILE D’INNOVAZIONE • LECCE DEDICATO A CHE COSA SONO LE NUVOLE? DI PIER PAOLO PASOLINI

di Francesco Niccolini regia Enzo Toma con Silvia Ricciardelli, Antonella Iallorenzi,

Carlo Durante, Fabio Tinella assistente alla regia Valentina Impiglia ideazione scene Iole Cilento realizzazione scene Porziana Catalano,

Iole Cilento

musiche originali Pasquale Loperfido voce di Carlo Magno Fabrizio Saccomanno disegno luci Angelo Piccinni tecnici di compagnia Angelo Piccinni,

Mario Daniele

• PREMIO EOLO AWARDS COME MIGLIOR SPETTACOLO, FESTIVAL SEGNALI 2009 • PREMIO ASSOCIAZIONE NAZIONALE CRITICI DEL TEATRO, TEATRO ERA – PONTEDERA 2009

G

iochi di bambini. Giochi di guerra. Marionette. Pupi. Roba vecchia e bellissima. Da spaccare in due a colpi di spada. Sotto: corpi, metallo, amore e guerra. Sopra: fili, voci tonanti e un destino tragico. Carlo Magno e i suoi paladini. Da ragazzo li odiavo quei personaggi, prototipi di conquistatori. Invece amavo con tenerezza e batticuore le loro raffigurazioni morte, quelle marionette fatte a pezzi, legate a un cielo di carta strappato. Vent’anni dopo, quando vedo uomini e/o marionette morire sui campi di battaglia, ho capito che tutti meritano compassione e i loro corpi vanno rispettati. La storia comica e tragica dei paladini di Carlo Magno – dall’arrivo a corte della bella Angelica al massacro di Roncisvalle – racconta la bellezza e la crudeltà della vita. E se da più di cinquecento anni grandi poeti e oscuri teatranti continuano a provare un piacere immenso a raccontarla, un motivo ci deve essere. Mi pare di essere nel teatrino delle marionette dove Pasolini fa raccontare a Totò, Ninetto Davoli, Franco e Ciccio, la triste storia di Otello, Iago e Desdemona. Con quelle stesse marionette vorrei raccontare di Rinaldo, Astolfo, Angelica, Bradamante, Fiordiligi, Orlando e, da ultimo, il massacro di Roncisvalle, quella discarica assurda e insanguinata dove tutti quei corpi morirono e furono abbandonati, occhi al cielo, a domandarsi che cosa sono le nuvole. FRANCESCO NICCOLINI età consigliata: dai 10 ai 15 anni • tecnica utilizzata: teatro d’attore | spettacolo fuori abbonamento


domenica mar 6 gennaio 22 novembre 2010 • ore 2009 11.00 • ore e 17.30 11.00 e 17.30

FONTEMAGGIORE - TEATRO STABILE D’INNOVAZIONE • PERUGIA di Maria Rita Alessandri con Nicol Martini, Giulia Zeetti regia Maria Rita Alessandri aiuto regia Valentina Renzulli tecnica Pino Bernabei

L

o spettacolo racconta la fiaba tradizionale di Cappuccetto Rosso attraverso una nuova materia narrativa: le mani e i piedi si trasformano in burattini, il corpo disegna personaggi e crea lo spazio della scena. Un sorriso, come è giusto che sia nel caso di una fiaba, attraversa tutto lo spettacolo. Il sorriso dei bambini che, riconoscendo le proprie paure ridono, un po’, anche di se stessi e dei modi buffi in cui Cappuccetto riesce a togliersi dai guai e anche il sorriso dei grandi che rivivono, insieme alla celeberrima bambina, il momento di quella che è forse la più grande scoperta della vita: la curiosità di esplorare il mondo e la capacità di trovare dentro di sé la forza di affrontarlo.

Lo spettacolo continua un percorso di narrazione attraverso il corpo intrapreso agli inizi degli anni ‘90, quando Fontemaggiore ha allestito Nella pancia del lupo. Oggi la favola viene ripresa e, pur mantenendo doverose alcune citazioni del vecchio spettacolo – quali la maschera del lupo o l’idea di vedere cosa accade nella sua pancia - questo Cappuccetto Rosso vive una nuova stagione attraverso un accurato studio del movimento e delle dimensioni sonore.

età consigliata: dai 3 ai 10 anni • tecnica utilizzata: teatro d’attore


domenica 6 dicembre 2009 • ore 11.00 e 17.30 foto di Maurizio Buttazzo

Mannaggia 'a mort PRINCIPIO ATTIVO TEATRO • LECCE regia Giuseppe Semeraro con Giuseppe Semeraro, Dario Cadei,

Raffaele Vasquez

musiche originali dal vivo Raffaele Vasquez

Principio Attivo Teatro

luci Otto Marco Mercante scenografie Dario Rizzello / Officine KataPelta

U

n essenziale quadrato bianco, metafora di una stanza ideale, diventa per il protagonista un rifugio invisibile per la sua immaginazione. Con una narrazione semplice, ricca di gag comiche, inseguimenti e momenti poetici, si danno battaglia due personaggi. Tra il timido protagonista, accompagnato dal suo fedele palloncino e un misterioso uomo nero, infatti, nascono continui conflitti proprio come in un vecchio cartone animato o un film muto di Chaplin. Ne viene fuori una fiaba noir sull’eterna lotta fra bene e male, vita e morte, luce e ombra, amore e odio, tutto con leggerezza e ironia. Una favola in cui, superate le paure, sono gli opposti a incontrarsi e a giurarsi eterna amicizia.

Finalista al Premio Scenario Infanzia 2008, Storia di un uomo e della sua ombra è un sogno, un incubo o forse un gioco in cui le paure umane sono viste con sguardo leggero e ironico, tanto da trasformarsi in coraggio e voglia di crescere.

età consigliata: dai 5 anni in su • tecnica utilizzata: teatro d’attore e musica


mercoledì mar 6 gennaio 6 gennaio 2010 •2010 ore 11.00 • ore 11.00 e 17.30 e 17.30 foto di Alessandro Colazzo (Big Sur)

LA LUNA NEL LETTO • RUVO DI PUGLIA - BARI regia Damiano Nirchio direzione musicale e musiche originali eseguite dal vivo Mirko Lodedo con Anna Maria de Giorgio, Mirko Lodedo,

direzione tecnica, luci, illustrazioni Tea Primiterra macchine sceniche Mirko Lodedo, Tea Primiterra assistente alla regia, costumi Raffaella Giancipoli

Damiano Nirchio, Tea Primiterra

S

enza Piume è una fiaba moderna, che racconta l’avventura di una ragazzina che si

ritrova a fare un incredibile viaggio in mezzo alle assurdità della gente comune, accanto a un “nobile cavaliere che sa volare” che altri non è che un matto fuggito dal manicomio. La piccola protagonista si scontra con le cose quotidiane scoprendo, attraverso lo sguardo innocente del suo compagno di viaggio, la grande follia delle cose normali e che tutto può essere guardato con occhi diversi e trasformato in qualcosa di diverso. La storia ha come cornice drammaturgica la bottega di un rigattiere inventore e del suo aiutante combinaguai; una coppia un po’ clownesca che diventa il motore dell’azione scenica: come nel cinema muto, lo spettacolo scorre senza parole guidato dal suono di un vero pianoforte suonato dal vivo e da macchine sceniche che muovono illustrazioni e didascalie. La scelta di utilizzare i linguaggi della musica e delle immagini risponde alla necessità di parlare all’immaginario dello spettatore in modo più diretto attraverso le emozioni. Infatti Senza Piume nasce anche dal bisogno di raccontare al pubblico dei più piccoli e delle loro famiglie la malattia mentale e il contesto umano in cui essa nasce, cresce e muore. È una sfida, una ricerca di forma e linguaggio per cercare di trasmettere poche ma fondamentali coordinate sull’esistenza di chi soffre di un disagio, quello psichico, ancora poco conosciuto e accolto nella nostra comunità. Senza piume è la tappa ulteriore di un percorso che mi porta da anni a lavorare in teatro con i malati psichici. “Sono triste perchè sono nato senza piume” è stata la frase iniziale di una fiaba scritta insieme a loro sulla base di racconti di vita terribilmente e gioiosamente vera. Una fiaba che questa volta vogliamo raccontare anche ai più piccoli. DAMIANO NIRCHIO età consigliata: dai 6 anni in su • tecnica utilizzata: teatro d’attore, musica dal vivo e animazione grafica


domenica 24 gennaio 2010 • ore 11.00 e 17.30 foto di Marco Davolio

TEATROFFICINA ZEROGRAMMI • TORINO regia, coreografia e interpretazione

Stefano Mazzotta, Emanuele Sciannamea luci Chiara Guglielmi musiche Erik Satie costumi e scene Zerogrammi produzione Teatrofficina Zerogrammi (Torino) coproduzione Artemis Danza (Parma)

D

ue orsacchiotti di pezza e una Barbie con la testa attaccata con lo scotch per trastullarsi in un surreale quadro che sembra dipinto da Jacques Tati. Giochi con musica classica, giochi senza tempo e senza tecnologia proiezione dei nostri pensieri. Da Cochi e Renato e Stanlio e Ollio, al teatro di Marcel Marceau, danzano i clown vestiti come teneri matti del paese coi berretti, quelli col paraorecchie da pilota della grande guerra in tempo di pace. Berretti per volare senza staccarsi da terra. Tutt’al più planare a motore spento portati dall’aria e vedere le cose, dalle più semplici alle più complesse, palesarsi nella forma più elementare, con un peso pari a zero, come il verso di una poesia, come la musica. Zerogrammi è una danza senza peso, leggera. Danza per volare e poi planare sulla vita quotidiana, quella delle cose di cui non ci si deve dimenticare. Come ricordarsi di fare la pipì, di innamorarsi, di respirare, ricordarsi che Babbo Natale esiste perché si può essere piccoli per sempre, ricordarsi di sorridere ma anche che si può piangere, ma soprattutto, ricordarsi di ricordare. Zerogrammi restituisce alla danza la leggerezza di un linguaggio diretto, colorato, poetico nel paradosso che è la vita stessa. Primo Premio di Coreografia Festival Oriente e Occidente 2008 e Premio Miglior Spettacolo Festival Giocateatro 2009, “per l’originalità del percorso di ricerca e le eccellenti qualità performative dei due danzatori, che generano uno spettacolo poetico, giocoso e ironico, godibile a più livelli di lettura”.

età consigliata: dai 6 anni in su • tecnica utilizzata: teatro danza


domenica mar 6 gennaio 7 febbraio 2010 •2010 ore 11.00 • ore 11.00 e 17.30 e 17.30

TEATRO DEL PICCIONE • GENOVA regia Antonio Tancredi drammaturgia Simona Gambaro interpreti Massimiliano Caretta e Simona Gambaro animazione marionette Daniela Carucci scene e costumi Roberta Agostini luci Simona Panella organizzazione Paolo Piano

P

er celebrare il battesimo della figlioletta, un Re e una Regina invitano tutte le fate del regno affinché le facciano da madrina. Ognuna delle fate dona qualcosa alla neonata: chi la bellezza, chi la saggezza, chi il talento musicale. Sopraggiunge una fata cattiva, che non era stata invitata e per vendicarsi dell’onta dona alla bambina una maledizione: al compimento del sedicesimo anno di età, la principessina si pungerà il dito e morirà. Una delle fate buone, pur non potendo annullare l’incantesimo, lo mitiga, trasformando la condanna a morte in quella di cento anni di sonno, da cui la principessa potrà essere svegliata solo dal bacio di un principe. Un re e una regina che perdono una figlia per poi ritrovarla, un sonno lungo cent’anni e l’amore. Intorno a questi elementi si struttura la rilettura della fiaba di Rosaspina, più comunemente conosciuta come La bella addormentata nel bosco. Sullo stile consolidato della compagnia, che indaga un teatro d’attore molto fisico, contaminato in questo caso da interventi di teatro di figura, viene messa in scena una fiaba nella sua semplicità e altrettanta profondità. Il linguaggio è di immediata comunicazione con i bambini: una comunicazione che vuole essere principalmente emotiva, accessibile ma non didascalica, evocativa e metaforica come proprio di ogni espressione artistica.

Una versione dolce e visionaria de La Bella Addormentata, per parlare con la profondità e la leggerezza della fiaba, per ridere di piccole cose e dar voce a grandi domande, e poi sorprendere e divertirsi, e alla fine mettere ordine nel cuore. Lo spettacolo ha partecipato al Festival di Avignone 2009.

età consigliata: dai 4 ai 10 anni • tecnica utilizzata: teatro d’attore e di figura


domenica 28 febbraio 2010 • ore 11.00 e 17.30

CADA DIE TEATRO • CAGLIARI con Alessandro Mascia, Mauro Mou, Silvestro Ziccardi e Giorgio Del Rio ideazione di Bruno Tognolini, Mauro Mou, Silvestro Ziccardi testo di Bruno Tognolini e Cada Die Teatro scenografie Mario Madeddu, Marilena Pittiu

costumi Marcella Ki disegno luci Gianni Schirru suono Giampietro Guttuso regia Pierpaolo Piludu collaborazione alla regia Alessandro Lay

A

l suono della sirena, due figuri in divisa scura, avanzano pedalando su due strane macchine a tre ruote su cui sono montati dei forni fumanti. Sono i Militi del Fuoco, Capitano Beatty e Milite Montag. Il Capitano Beatty è burbero, cattivo, stupido, convinto delle sue poche idee, che coincidono con gli slogan del suo Re Toto: per il bene della patria bisogna arrestare chi legge e bruciare tutti i libri del mondo. Il Milite Montag è (sarebbe) mite, allegro e furbo, ma, costretto dalla divisa e da quell’implacabile superiore, reprime questa sua natura sotto una smorfia di grinta feroce, che indossa troppo in fretta, perde troppo spesso, e convince troppo poco. I due militi del fuoco si aggirano sulle loro mostruose macchine alla ricerca di libri, ne leggono con disgusto alcuni passi, illustrano le stravaganti degenerazioni fisiche e mentali che da quelle pagine sono causate, e senza aggiungere altro buttano i libri nei “fornocicli”. I due sono sulle tracce di un pazzo pericoloso, a cui i libri hanno fatto perdere la testa. Qualcuno l’ha visto? Il ribelle Chisciotte-Fenicottero, sempre accompagnato dal fedele Sancho, non può passare inosservato: ha due gambe lunghissime e un’aria stralunata. Forse Chisciotte ha letto troppi libri, ma sembra molto lucido e assennato quando c’è da combattere la prepotenza e l’ignoranza di Re Toto e dei Militi del Fuoco.

Pluripremiata a livello nazionale per spettacoli e attività, Cada Die Teatro è una delle compagnie italiane riconosciute dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come compagnia di teatro di ricerca e trova nella scrittura di fiabe originali e nelle tecniche di narrazione il fulcro del proprio lavoro. età consigliata: dai 6 ai 10 anni • tecnica utilizzata: teatro d’attore e di figura


domenica mar 6 gennaio 14 marzo 2010 2010 • ore •11.00 ore 11.00 e 17.30 e 17.30

ACCADEMIA PERDUTA ROMAGNA TEATRI TEATRO STABILE D’ARTE CONTEMPORANEA • RAVENNA musica dal vivo Monica Bartolini di Claudio Casadio, Giampiero Pizzol,

Marina Allegri

con Maurizio Casali, Mariolina Coppola scene Maurizio Bercini regia Claudio Casadio

C’

è un patto segreto tra il Signore dei topi e il Re della città di Hamelin. I topi sono ingordi di cibo e il Re di monete d’oro. Per questo è avvenuta la grande e terribile invasione. La tranquilla città di Hamelin è governata da gente avida e corrotta, pronta ad arricchirsi. I topi sono dappertutto: nei letti e sui soffitti, nei cassetti e sui piatti; il cuoco li trova in cima alla torta, le lavandaie in mezzo al bucato. La città cade in rovina e la peste dilaga. La figlia del Re, ignara di tutto, supplica il padre di trovare una soluzione. Si affiggono bandi e giungono, come in una fiera, Imbonitori, Inventori e Ammazzaratti, ma tutto è inutile. Solo il suono del flauto fatato può riportare la speranza su Hamelin. Ma il magico Pifferaio, per catturare l’enorme Capo dei topi, ha bisogno dell’aiuto dei bambini. Sette di loro, come le sette note del suo flauto, potranno finalmente liberare la città per sempre. E, alla fine, nella gabbia da circo, resterà l’esemplare più raro di tutta la razza topesca che i due attori girovaghi condurranno sulle piazze, narrando ogni volta, al suono della fisarmonica, l’antica e affascinante leggenda del Pifferaio di Hamelin.

Uno spettacolo magico e divertente che conduce il pubblico dei bambini a una riflessione profonda sull’importanza dell’onestà di chi governa un paese. Non solo fiaba ma gioco di rime, musica dal vivo e teatro in cui gli spettatori sono proiettati in una scenografia che, come una scatola magica, si trasforma, dando vita a suggestive ambientazioni e continue sorprese.

età consigliata: dai 5 ai 10 anni • tecnica utilizzata: teatro d’attore, musica e canto dal vivo


domenica 28 marzo 2010 • ore 11.00 e 17.30

LA CITTÀ DEL TEATRO • CASCINA - PISA da un’idea di Letizia Pardi di e con Letizia Pardi e Francesca Pompeo le voci dei bambini sono di Gaia Giannerini,

Iacopo Rigacci, Ilaria Taglioni

collaborazione drammaturgica Daniela Bettini,

Roberta Giaconi

scene e maschere Daria Palotti

realizzazione scene Luigi Di Giorno musiche originali Sergio Taglioni luci Maurizio Coroni costumi Atelier Nanà e Lucia Castellana sonorizzazioni e registrazioni Studiolab recording staff tecnico Elisa Bestini, Davide Maltinti,

Daniele Nuti

D

alla mamma Dolce-miele, coccolosa e appiccicosa, alla mamma Ora-le-prendi manesca e prepotente; dalla mamma Tanto-non-ti-riesce criticona e giudicante, alla Mamma-bravo-bravissimo sempre pronta a incoraggiare e rassicurare. E ancora mamme, mamme superorganizzate e superefficienti che si muovono come robot o mamme sempre stanche o sempre di fretta che non hanno mai tempo per giocare. E che dire invece delle matrigne? Lo spettacolo non rinuncia a un’incursione nel mondo delle fiabe per contrapporre ai famosi personaggi crudeli e gelosi, una figura di matrigna moderna, affettuosa e accogliente ribattezzata Mamma-allargata. Che dire delle mamme animali alle prese con i propri cuccioli? E quante volte le mamme possono sbagliare, anche per troppo amore? Così l’errore si traduce in quella meravigliosa capacità di chiedere scusa ai bambini, ponendo l’adulto in condizione di superare l’ansia e la durezza lasciando spazio a un sano atteggiamento educativo in grado di indirizzare positivamente i comportamenti dei propri figli. Mammatrigna è un viaggio nel mondo delle mamme e nei loro comportamenti, una sorta di inventario tra il reale e il fantastico, dei possibili modi in cui si può diventare una mamma e dei diversi modi di esserlo. Un animato “catalogo di mamme” alle prese con un altrettanto animato “catalogo di bambini e bambine”, una scanzonata galleria di ritratti teneri e graffianti, ironici e malinconici, dove ogni bambino potrà riconoscere un pezzetto di sé e un pezzetto della propria mamma.

età consigliata: dai 6 ai 10 anni • tecnica utilizzata: teatro d’attore e di figura


MATINÉE PER LE SCUOLE

SPETTACOLI PER LA SCUOLA DELL’INFANZIA, PER LA SCUOLA PRIMARIA E PER LA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO

IL PIFFERAIO MAGICO lun 15 e mar 16 • marzo ‘10

MAMMATRIGNA sab 17 • marzo ‘10 foto di Alessandro Colazzo (Big Sur)

CAPPUCCETTO ROSSO lun 23, mar 24 e mer 25 • novembre ‘09

STORIA DI UN UOMO E DELLA SUA OMBRA Mannaggia ‘a mort

mer 9 e gio 10 • dicembre ‘09

PALADINI DI FRANCIA

HANSEL E GRETEL - Mangiadisk lun 12, mar 13, mer 14, gio 15 e ven 16 • aprile ‘10

LE MILLE E UNA NOTTE DI BERTUCCIA lun 3, mar 4, mer 5, gio 6, ven 7 e sab 8 • maggio ‘10

Spada avete voi, spada avete io! lun 14, mar 15 e mer 16 • dicembre ‘09

GIARDINI DI PLASTICA lun 18, mar 19, mer 20, gio 21 e ven 22 • gennaio ‘10

SPETTACOLI PER LA SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO

PALADINI DI FRANCIA

Spada avete voi, spada avete io! gio 17 e ven 18 • dicembre ‘09

ZEROGRAMMI lun 25 e mar 26 • gennaio ‘10

LA PASSIONE DELLE TROIANE lun 1, mar 2, mer 3 e gio 4 • febbraio ‘10

ROSASPINA lun 8 e mar 9 • febbraio ‘10

CHISCIOTTE FENICOTTERO

DOCTOR FRANKENSTEIN lun 22, mar 23, mer 24, gio 25 e ven 26 • febbraio ‘10

lun 1 e mar 2 • marzo ‘10

BUONANOTTE DESDEMONA MONNEZZA! mer 3 e gio 4 • marzo ‘10

SENZA PIUME mar 9 e mer 10 • marzo ‘10

(buongiorno Giulietta) ven 12 • marzo ‘10


a cura di Marinilde Giannandrea con la collaborazione di Salvatore Luperto e Anna Maria Panareo

I

Cantieri teatrali Koreja riaprono all’arte contemporanea con un Art Box, uno spazio dentro lo spazio del foyer, ideato dal designer Rune Ricciardelli, che ci restituisce l’idea di un’arte riconsegnata a un luogo chiuso, concentrato ma con una teatrale idea di mobilità. Senso Plurimo è il titolo della rassegna arti visive 2009 - 2010 e parte dall’idea che l’arte contemporanea contenga una promessa di pluralità che ci affranca dagli inganni di chi dirige in una direzione unica e univoca il nostro immaginario visivo e il nostro pensiero estetico. Gli artisti in mostra non appartengono a un gruppo unitario ma esprimono visioni molteplici, sono un insieme apparentemente dissonante che segnala il cambio di paradigma culturale in atto e offre l’occasione per analizzare territori di pensiero che si ramificano in topografie articolate delle quali non conosciamo gli sviluppi. Sette artisti, Davide Faggiano, Danilo De Mitri, Francesca Speranza, Giuseppe Teofilo, Azzurra Cecchini, Fulvio Tornese, Carlo Michele Schirinzi, con storie e percorsi di ricerca diversi pongono una domanda al presente e attraversano un’onda di senso rilevante. L’attenzione all’identità corporea e al sistema di interazioni umane e spaziali, il destino del territorio e dell’ambiente, lo sradicamento e lo spaesamento culturale e urbano, la memoria, le migrazioni e il confronto con l’alterità, l’immagine e il ruolo sociale delle donne sono solo alcuni dei temi presenti nella loro ricerca. Non ci sono soluzioni preconfezionate ma percorsi che lo spazio espositivo racchiude in una cornice narrativa dai bordi frastagliati. Le loro biografie hanno tratti comuni: partono dalla Puglia ma si muovono in una dimensione più ampia, hanno la volontà di esercitare una provocazione critica ma vanno alla ricerca di una forma che contenga un’idea di bellezza, oppongono alla banalità di alcune


emozioni un diverso approccio emotivo. E anche su questo piano si muovono con linguaggi plurali che vanno dalla levità surreale ed elegiaca del segno e dei materiali alla capacità di scorticare o materializzare l’immagine. Consapevole che il giudizio sull’opera d’arte è sempre opinabile e che il suo valore nel tempo è soggetto a infinite variabili, questa rassegna si propone di mostrare opere che si collocano dentro la pluralità di significati che noi attribuiamo al mondo e nella complessità che è il fondo sotterraneo della nostra esistenza, al di là degli stili e dunque al di là dei generi, dentro un universo mobile ma sensato nelle intricate ramificazioni dell’oggi. Nessuno si illude che l’arte possa essere una soluzione ai problemi del presente ma può, a volte, contribuire alla ricerca di chiavi interpretative. La storia dell’arte è materia fluida, continuamente riscritta dagli artisti, dai critici, dal mercato, dal pubblico, dal tempo; attraversa sentieri dalle infinite svolte e, per dirla con Conrad, “ogni svolta ha la sua seduzione”. Eppure, nonostante la surrealtà e la comicità di alcuni dibattiti sull’arte contemporanea, non si deve trascurare che l’artista può essere un mediatore di verità immerso nel mondo della storicità, dell’affettività e delle relazioni e che, consapevolmente o no, oppone ostacoli con l’immaginazione alle strategie che vogliono forzatamente omologare le pratiche dell’agire umano. L’opera d’arte, ci ricorda Remo Bodei, si serve “di immagini o di idee polisemiche e vaghe, crea campi semantici vasti e indeterminati”, con riserve di senso che a volte sono inesauribili, tant’è vero che un’opera si può osservare infinite volte, trovandovi sorprendentemente sempre aspetti e sensi plurimi.


DAVIDE FAGGIANO

(SAN CESARIO DI LECCE, LE, 1973)

4 – 24 novembre

Figura poliedrica, adopera fotografia, video, suoni, parole e oggetti, sviluppa nuove forme di arte popolare e di intrattenimento che si articolano su mezzi di comunicazione eterogenei in un vasto melting pot multimediale che spazia dal web all’I-Pod ai videogiochi, dal cinema digitale al telefonino. Ha partecipato a mostre ed eventi di arte contemporanea tra cui: Japan Parts, Berlino Wannsee Forum 1998; Gira por la diversitad, Italia Spagna Portogallo 2002, Oronzo e Irene, Lecce 2005; Sound Res, Salento 2002 e 2007 Stone VisionIntoArt New York 2008-2009. Ha curato regia e produzione di video per l’Università del Salento, per enti e aziende locali e nazionali.

DANILO DE MITRI

(TARANTO, 1982) 28 novembre - 15 dicembre

Opera tra Taranto e Catanzaro ed è specializzato in didattica dell’arte. Negli ultimi anni ha sperimentato percorsi di ricerca e contaminazione tra pittura e fotografia con cui ha indagato l’universo femminile. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive tra cui: Nel segno di Ermes, Bari 2002, I fiori del bianco - Arte e Creatività Bambina, Bari e Taranto 2003; Intimità quotidiane, Taranto 2004; Alchimie urbane, Taranto, 2005; GAP, Bari 2006; Metamorfosi (Sardegna Arte Fiera), Cagliari 2006; Prima Parete, Lecce 2007; Nevica nella dimora, Lamezia Terme 2008; Raccomandabili Sez B, Bari 2009. Recentemente ha realizzato due personali: Il Rumore dell’erba, Catanzaro e Il tempo dell’attesa, Taranto.

FRANCESCA SPERANZA

(CISTERNINO, BR, 1978)

18 dicembre - 20 gennaio

Fotografa, impegnata in un percorso di ricerca personale, sviluppa temi legati al dialogo con i luoghi e con la gente. Ha lavorato in progetti collettivi nei quali la fotografia diviene il mezzo per interventi di arte pubblica realizzati in situ. Ha partecipato a numerose mostre di arte contemporanea tra cui: Art Woman, Lecce 2006; Albania & Terra di Brindisi e Prove d’Autore in Terra di Brindisi, Mesagne 2006 e 2007; Arte TransUmante, Castel del Monte (AQ) 2007 e 2008. Nel 2008 ha vinto il primo premio a GAP - Bari e si è segnalata come finalista della sezione fotografia al Premio Celeste a Milano. Nel 2009 ha partecipato (con una selezione) al progetto In Between all’interno del Festival internazionale di Fotografia di Roma.

GIUSEPPE TEOFILO

(POLIGNANO A MARE, BA, 1981)

29 Gennaio - 17 Febbraio

Pienamente inserito nel circuito dell’arte contemporanea, offre agli oggetti della cultura mediterranea una nuova identità e, attraverso processi contaminatori ed associativi, li restituisce al presente. Ha partecipato a importanti mostre ed eventi tra cui: Premio Celeste, Milano 2004 come finalista; Collettiva presso la Galleria Bonomo, Bari 2005; Punto e a Capo, Castello di Rivara 2005; New Horizons, Miami (USA) 2005. Nel 2006 ha vinto il premio GAP a Bari e nel 2007 ha ottenuto un premio ad hoc per la poeticità del suo progetto per Le Vallette 2007 dalla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli nell’ambito di Artissima, Torino. Nel 2008 le sue opere sono state esposte in Slovacchia e in Macedonia e nel 2009 il Museo Pino Pascali di Polignano a Mare gli ha dedicato una mostra personale. Recentemente un suo lavoro è stato inserito nella mostra Orfeo in Contemporanea a Martina Franca nell’ambito del Festival della Valle d’Itria.


AZZURRA CECCHINI

(BRINDISI, 1978)

19 febbraio - 10 marzo

Architetto nomade, i suoi lavori spaziano dal video all’illustrazione, dal design agli allestimenti con particolare attenzione ai temi dei materiali e del riuso. Ha partecipato a mostre e rassegne tra cui: Linee, bulloni, fogli e mammuth, Lecce 2008; Idea & Design Lecce 2008; Art Woman, Lecce, 2009; Recession Design, Fuori Salone di Milano 2009; e0109, c/o galleria CO61 Grottaglie (TA); Di terra e d’arte, Campi Salentina (LE). Realizza video e cortometraggi. Nel 2007 è presente negli eventi collaterali della Biennale di Venezia nella collettiva Fight for beauty nel 2008 alla mostra del Festa del Cinema del Reale a Specchia (LE) e illustra la comunicazione del portale Giovaniidee.net, realizzato dalla Provincia di Brindisi e dalla Regione Puglia.

FULVIO TORNESE

(LECCE, 1956)

12 Marzo - 5 Aprile

All’attività di architetto, che svolge presso l’Università del Salento, accosta da sempre quella di pittore con ricerche formali incentrate sui paesaggi urbani e frammenti di città immaginarie, con l’utilizzo di tecniche tradizionali e innovative. Dal 1981 espone i suoi lavori in mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Nel 2005 aderisce al progetto 13 x 17, mostre itineranti sostenuto da Philippe Daverio e Jean Blanchaert. Nel 2007 è uno dei tre artisti italiani selezionati per una mostra organizzata dall’Ambasciata Italiana in Kuwait; nel 2009 realizza una personale a Barcellona e una serie di opere di grande formato vengono selezionate per partecipare alla V Edizione del Festival Internazionale di Arte Contemporanea di Pechino.

CARLO MICHELE SCHIRINZI

(ACQUARICA DEL CAPO, LE, 1974)

16 aprile - 5 maggio

È artista e videomaker. Attualmente è impegnato nel suo primo lungometraggio, I resti di Bisanzio, e nei documentari relativi alla rassegna Intramoenia Extrart, curata da A.

Bonito Oliva, G. Caroppo e R. Meucci Reale. Ha partecipato a numerose mostre di arte contemporanea tra cui: Quadriennale Anteprima, Napoli 2003; G.A.P., Bari 2004 (1° premio); Tangenziale Sud, Bari 2009; Premio San Fedele, Milano 2009. La sua produzione video si è segnalata in numerose rassegne dedicate alla sperimentazione del linguaggio digitale: 21° Torino Film Festival 2003 (Menzione speciale); 40ª Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro 2004 e 2005 (1°Premio Shortvillage e retrospettiva). Nel 2007 il Taranto Film Festival ha ospitato la sua produzione e nel 2009 Sonderbehandlung ha vinto il 1° Premio al Festival del Cinema Europeo, Lecce.

TUTTI GLI APPUNTAMENTI SONO GRATUITI È POSSIBILE VISITARE LE MOSTRE NELLE SERATE DI SPETTACOLO E DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ DALLE ORE 15.30 ALLE ORE 18.00


I SEGNI DELLE STAGIONI

DIECI ANNI DI IMMAGINI E VISIONI PER I CANTIERI TEATRALI KOREJA MOSTRA Come comunicare il progetto artistico e culturale dei Cantieri Teatrali Koreja? Siamo partiti da una condivisione, innanzitutto e abbiamo avviato un vero e proprio laboratorio di immagini e visioni. Da dieci anni Big Sur cura l’identità visiva per le molteplici attività che si realizzano all’interno dei Cantieri: produzioni e rassegne teatrali, progetti di promozione e cultura teatrale, la formazione e di recente il laboratorio editoriale L’Istrione. Ma in particolar modo Strade Maestre, la stagione di teatro, musica, danza e arti visive. Ogni anno, con l’arrivo dell’autunno, l’immagine della stagione di Koreja diventa icona che ‘segna’ la città, sollecitando all’incontro con il teatro. Una lingua “leggera”, ironica, a volte surreale, teatrale essa stessa nella suggestione che muove in chi guarda. In questi dieci anni più che puntare alla spettacolarizzazione di questo o quell’altro evento, abbiamo voluto suggerire agli spettatori uno scorcio, una prospettiva, un punto di vista sul lungo cammino che le ‘strade maestre’ stavano segnando. Abbiamo alternato segni dichiaratamente grafici a illustrazioni d’autore create ad hoc, con l’idea che ogni stagione potesse diventare anche per noi una sfida artistica, occasione di dialogo e di riflessione, laboratorio capace di inventare forme originali di espressione/comunicazione. Anche Teatro in tasca, la stagione ragazzi, ha sempre guardato al mondo dell’infanzia e al bambino che è dentro di noi, ora pecora nera, ora pinocchio, bugiardo per eccellenza che come il poeta fingitore di Pessoa “arriva a fingere che è dolore il dolore che davvero sente”. Cento di questi anni e di questi segni ai Cantieri!


PROGETTI Un ciclo di eventi espositivi e performativi cominciato a maggio è in programma fino a dicembre a Lecce per il progetto SUPER > sentieri neobarocchi tra arte e design inserito in “Puglia Circuito del contemporaneo”, il progetto regionale approvato attraverso uno specifico atto integrativo all’Accordo di Programma Quadro “Sensi Contemporanei” sottoscritto dalla Regione Puglia con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Ministero dello Sviluppo Economico e realizzato dalla Provincia di Lecce con il coordinamento della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia. Il progetto propone una riflessione attorno al design in senso stretto e alle arti contemporanee in senso lato e svela connessioni, percorsi e domande attorno a un nuovo patto sociale tra arti e mondo, tra natura e cultura. L’evento si compone di tre sezioni. Design, dal 17 maggio fino al 12 luglio e curata da Marco Petroni, “è un sommesso tentativo di riferire il design non solo all’ideazione di prodotti, ma alla progettazione ampia del nostro quotidiano e quindi anche all’organizzazione delle nostre vite su più livelli, da quello culturale a quello politico”. Antonio Cassiano cura la sezione Antefatti, da giugno a dicembre: “Un percorso evolutivo della produzione salentina tra architettura e arti applicate che presenterà in modo organico e interdisciplinare i creativi, legati al territorio salentino, che hanno sviluppato nuove modalità espressive in una periferia che voleva uscire da stanchi e ripetitivi schemi”. Tra ottobre e novembre la terza sezione, I guerrieri della bellezza – arti performative, curata dai Cantieri Teatrali Koreja, dedicata a installazioni e pratiche performative basate sulla commistione tra vari linguaggi artistici, dalla pittura alla scultura, all’architettura, alla musica, alla poesia, al teatro e a complessi meccanismi di visione.

PER UN IMPEGNO DI CIVILTÀ PROGETTI Certi che l’arte può rappresentare un utile strumento per raggiungere un’autentica inclusione sociale delle persone disabili e dei loro familiari, con l’obiettivo di rendere il teatro una forma d’arte da tutti fruibile grazie alla pluralità dei suoi linguaggi, Koreja e S.F.I.D.A., Sindacato Famiglie Italiane Diverse Abilità, hanno firmato un protocollo d’intesa che porterà all’organizzazione e alla realizzazione di eventi culturali, teatrali e progetti di intervento socio-culturale. Il nostro comune obiettivo è la valorizzazione della persona attraverso la sua creatività, quale momento di arricchimento culturale e strumento terapeutico perché, noi crediamo, l’arte e la cultura sono l’unica medicina senza controindicazioni.


CANTIERI, STORIA DI UN TEATRO a cura di MAURO MARINO - Edizioni Titivillus LETTURE Raccontare una storia: i dieci anni dei Cantieri Teatrali Koreja a Lecce. Prima c’era una masseria nelle campagne di Aradeo, gli anni Ottanta e tanta voglia di trovare “voce”. Operare a Sud, la scelta, dove gli occhi s’erano allenati al desiderio, dentro un margine, un confine che “paradossalmente” non aveva Teatro nonostante le ‘visioni’ della tradizione popolare, i modi della festa, le fantasie narrate dalla pietra. Un patrimonio che per un lungo periodo non ha avuto scena, riflessione, scrittura drammaturgica. Sentirsi nomadi è essenza d’ogni cercare, d’ogni desiderio di crescere, di confermare nelle pratiche il tentativo. Adulti non si è mai! Si cambia sguardo, la mira sposta gli orizzonti, si cambia casa e, un’altra avventura accoglie. Così è stato per Koreja in un altro margine, la periferia della città barocca. Immaginare lo spazio, inventarlo, costruirlo in una vecchia fabbrica di mattoni! Sfida e dono ad una comunità non sempre disposta ad accogliere! Qui, un racconto corale ne ricostruisce il percorso. IN VENDITA NELLE LIBRERIE E NELLO SPAZIO LIBRI DEI CANTIERI TEATRALI

IN VENDITA NELLE LIBRERIE E NELLO SPAZIO LIBRI DEI CANTIERI TEATRALI


L’ISTRIONE

SCRITTURE, VISIONI E AZIONI, DENTRO E FUORI AL TEATRO LETTURE

L’ISTRIONE

L’Istrione, una rivista a distribuzione gratuita, dedicata al mondo della Creatività e dell’Arte in tutte le sue forme, trae le sue origini da un progetto-pilota realizzato nel 2009 all’interno della facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi del Salento, nell’ambito dell’insegnamento di Sociologia della Comunicazione. I ragazzi coinvolti nella sua realizzazione si sono successivamente associati nel gruppo LAREL, mossi dalla volontà di proseguire e migliorare l’attività di redazione della rivista. L’Istrione nasce quindi in un contesto parauniversitario e si presenta come una duplice sfida che i ragazzi lanciano a se stessi, volendo misurare le proprie competenze in un contesto lavorativo multidisciplinare, e all’ambiente in cui vivono rappresentato dal proprio gruppo dei pari e da quanti possano essere raggiunti dalla rivista che realizzano. Durante tutte le fasi del progetto i ragazzi verranno supportati dal punto di vista organizzativo, attraverso una costante attività di tutoring, da Koreja e da Big Sur: un’aggregazione creativa multiforme, uno spazio progettuale in cui s’incontrano grafici, fotografi, illustratori, copywriter, filmaker e webdesigner. Obiettivo principale del progetto è far sì che i giovani partecipanti assumano un ruolo attivo nella propria comunità, attraverso un processo creativo, finalizzato alla promozione, diffusione e costruzione della cultura teatrale, in cui possano utilizzare le proprie competenze e sperimentare l’organizzazione redazionale intesa come divisione e condivisione di compiti nel rispetto dei ruoli assunti. Fondamentale risulta la dimensione europea di quest’esperienza: il progetto infatti, pur prendendo le mosse dalla riflessione sull’attività teatrale e culturale del territorio, volge lo sguardo a un contesto allargato, transnazionale, alla scoperta di linguaggi e realtà di estrazione culturale ed etnica differenti. L’Istrione è un laboratorio editoriale a cura di Cantieri Teatrali Koreja, Università del Salento - Insegnamento di Sociologia della Comunicazione del Corso di Laurea Triennale in Scienze della Comunicazione e Big Sur immagini e visioni


LA TOURNÉE DI KOREJA PALADINI DI FRANCIA Spada avete voi, spada avete io!

CAVALLINO (Le)

TORREMAGGIORE (Fg)

GALLIPOLI (Le)

CERIGNOLA (Fg)

GIOIA DEL COLLE (Ba)

BRINDISI

GIOIA DEL COLLE (Ba) GRUGLIASCO (To)

LA PASSIONE DELLE TROIANE

LECCE

TUNISI

MESTRE (Ve)

LECCE

TREVISO

GARDONE VALTROMPIA (Bs)

COLLE BRIANZA (Lc)

BARLETTA (Ba)

LONATE BOZZOLO (Va)

ARADEO (Le)

BUSTO ARSIZIO (Va) URGNANO (Bg)

GIARDINI DI PLASTICA

LEGNANO (Mi)

LECCE

NOVI LIGURE (Al)

TORRE SANTA SUSANNA

ALESSANDRIA

MAGLIE (Le)

CADEO

CASARANO (Le)

RIO SALICETO (Re)

LIVORNO

SALERNO

DALMINE (Bg)

NAPOLI POMIGLIANO D’ARCO (Na)

DOCTOR FRANKENSTEIN

NOVOLI (Le)

LECCE

PUTIGNANO (Ba)

CASARANO (Le)

MACOMER (Nu)

MANTOVA

CAGLIARI ORISTANO FARA SABINA (Ri) ATRI (Te) CITTÀ SANT’ANGELO (Pe) JESI (An) MONTECOSARO (Mc) FAENZA (Ra) MELDOLA (Fc) LUCCA BUTI (Pi) CASTELLO D’ARGILE (Bo) GROSSETO MASSA

IL CALAPRANZI A chi toccherà stasera? LECCE SPELLO (Pg) HANSEL E GRETEL - MANGIADISK LECCE LE MILLE E UNA NOTTE DI BERTUCCIA LECCE


GUIDA mar 6 gennaio PER LO SPETTATORE 2010 • ore 11.00 e 17.30 SPETTACOLI PER LA FESTA DEI 10 ANNI DEI CANTIERI TEATRALI KOREJA INGRESSO UNICO: 5 euro dal 4 al 7 novembre 2009 STRADE MAESTRE Biglietteria e prevendite INGRESSO INTERO: 12 euro INGRESSO RIDOTTO: 8 euro (under 25 e over 60)

SPETTACOLO

STORIA DELL’AFRICA CONTEMPORANEA VOL. III

INGRESSO: 3 euro CONCERTO (fuori abbonamento) CESARE DELL’ANNA QUINTET INGRESSO: 12 euro ABBONAMENTI CTK 10 spettacoli a scelta INTERO: 80 euro RIDOTTO: 60 euro (under 25 e over 60)

MINICARD CTK 3 spettacoli a scelta INTERA: 27 euro RIDOTTA: 20 euro (under 25 e over 60)

SCONTO UNIVERSITARI 50% SUL RIDOTTO acquistando il biglietto presso sede A. di. s. u. di Lecce in via Adriatica CONVENZIONI 15% SULL’INTERO E CTK 10 Soci Coop Estense

TEATRO IN TASCA Biglietteria e prevendite Ingresso unico bambini e adulti: 6 euro ABBONAMENTI a posto fisso per 8 spettacoli (ore 11.00 – ore 17.30): 40 euro (è fuori abbonamento lo spettacolo PALADINI DI FRANCIA dell’ 8 Novembre)

DENTRO IL FOYER tutti gli appuntamenti sono gratuiti È possibile visitare le mostre nelle serate di spettacolo e dal lunedì al venerdì dalle ore 15.30 alle ore 18.00

PRENOTAZIONI Cantieri Teatrali Koreja tel 0832 242000 / 240752 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle ore 13.00 e dalle ore 15.30 alle ore 18.00

PREVENDITA Cantieri Teatrali Koreja via Guido Dorso, 70 – Lecce dal lunedì al venerdì dalle ore 15.30 alle ore 18.00

INFO Cantieri Teatrali Koreja tel 0832 242000 / 240752 mail to: info@teatrokoreja.it www.teatrokoreja.it SI RACCOMANDA LA MASSIMA PUNTUALITÀ. A SPETTACOLO INIZIATO È VIETATO L’INGRESSO IN SALA. IL PROGRAMMA POTREBBE SUBIRE VARIAZIONI PER CAUSE INDIPENDENTI DALLA NOSTRA VOLONTÀ. CE NE SCUSIAMO ANTICIPATAMENTE. SERVIZI PER DISABILI • BUS URBANO LINEA 28 • BAR • SOFT DINNER


STRADE MAESTRE REDAZIONE

Alessandra Bisconti SUPERVISIONE

Gioacchino Salento PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE

Alessandro Colazzo e Francesco Maggiore STAMPA

Movimedia



Sentieri Neobarocchi tra Arte e Design

Cantieri Teatrali Koreja • via Guido Dorso 70, 73100 Lecce • Tel./fax 0832.242000 • 0832.240752 • e-mail: info@teatrokoreja.it

www.teatrokoreja.it


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