PIXEL FABRIK

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23 illustrazioni di SUPERTOTTO


BigSurArtShowcase in collaborazione con

Casello 13 e Manifatture Knos

23 illustrazioni di SUPERTOTTO 1/30 marzo 2008 Lecce, Manifatture Knos mostra a cura di

Monica Mantovano con il patrocinio ed il contributo di

Provincia di Lecce Città di Lecce

si ringraziano Id&a, Associazione di idee, design & affini

Ecotecnica Servizi per l’ambiente Giuliano Casaluci Arredamenti Tuxe costruzioni Pirro Varone Azienda Agricola Vitivinicola catalogo della mostra

BIG SUR edizioni www.bigsur.it testi

Matteo Bittanti Monica Mantovano progetto grafico e impaginazione

Big Sur stampa

Movimedia allestimento mostra

BigSurArtShowcase e Officine Manifatture Knos si ringraziano per la collaborazione

I ragazzi della Comunità Emmanuel

PROVINCIA DI LECCE

CITTÀ DI LECCE


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La fabbrica dei pixel DI MONICA MANTOVANO Curatrice della mostra

Un articolo su una rivista di architettura e design mi ha fatto rincontrare Totto Renna e il suo mondo che già mi avevano affascinato anni fa quando lo avevo conosciuto a Milano. Da qui è nata l'idea di organizzare la mostra ‘Pixelfabrik’, titolo significativamente scelto a sottolineare che Totto si considera un fabbricatore di pixel e che il mondo che costruisce è una fabbrica che allude tra gioco, nostalgia, critica sociale e politica, alla “fabbrica” della vita contemporanea. Supertotto per l'occasione ha realizzato ventidue illustrazioni stampate su PVC da esporre insieme a una delle sue già note key cities (città tastiera), per l’occasione riprodotta in un maxiformato sei metri per tre. La specificità di questi ventidue pezzi inediti è di accostare a un'immagine totale, dove tutto è leggibile, relativamente a fuoco e affollato, un dettaglio ingrandito attraverso un'espansione del modulo di base, il pixel. Le immagini diventano così elementi grafici astratti, mappe cromatiche, grosse campiture di colore ritmicamente accostate tra loro. Paradossalmente, mentre la decontestualizzazione di un particolare normalmente serve a rendere più chiaro e visibile il dettaglio, l'ingrandimento del pixel produce uno sgranamento dell'immagine fino a farne smarrire la leggibilità. In questa continua oscillazione tra riconoscimento e spaesamento consiste uno dei motivi di fascino di queste opere giocose ed insieme inquietanti. La mostra nasce dalla collaborazione con il laboratorio salentino Big Sur, luogo di invenzione e di produzione di immagini e visioni, aggregazione creativa multiforme sempre aperta all’incontro e allo scambio attraverso produzioni grafiche, fotografie, riviste, film-documentari, manufatti e ideazioni/produzioni di eventi culturali. ‘Pixelfabrik’ si inserisce nella rassegna ‘BigSurArtShowcase’ progetto che nasce da un desiderio di confronto ed interazione con i luoghi e dalla necessità di condivisione di quelle esperienze umane ed artistiche maturate dentro ed intorno le attività del laboratorio. La mostra ha preso vita all’interno delle Manifatture Knos, centro multidisciplinare dedicato alla cultura e all’arte contemporanea nato a Lecce, per il Salento, grazie al recupero di una spazio di 4000 mq che ospitava negli anni ‘60 una scuola professionale per operai metalmeccanici ed elettrotecnici.



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Totto Renna, un pittore postmoderno DI MATTEO BITTANTI www.mattscape.com

Totto Renna, in arte Supertotto, è uno dei massimi esponenti del genere della pixel art, una forma di arte digitale che miscela in modo creativo l'estetica videoludica vintage con i temi e le ossessioni della pop culture retrofuturistica. L'espressione pixel art risale agli anni '80 1, ma la nozione era già nota nella decade precedente 2. La pixel art è una tecnica per costruire immagini che segue le orme della corrente del divisionismo (pointillisme), il cui maggior esponente fu Georges Seurat. Mentre Seurat utilizzava un pennello e una tela, i pixel artists ricorrono al mouse e a un software di grafica raster. Questa tecnica trova schiere di sostenitori tra i nostalgici dei videogame anni '80, dove i primi esempi di pixel art sono un risultato necessario non una scelta stilistica deliberata. Infatti, le limitate capacità di creazione e visualizzazione di immagini di sintesi costringevano gli artisti e i programmatori ad accettare un compromesso tra espressione creativa e leggibilità iconografica. Grazie all'innovazione tecnologica, l'immagine videoludica si è evoluta rapidamente, intraprendendo un cammino teleologico che mira al fotorealismo. Il pixel - espressione di un'estetica "povera" - è progressivamente scomparso dagli schermi, lasciando spazio a poligoni e alle texture. Il suo ritorno, atteso e glorioso, è riconducibile da un lato al sentimento di nostalgia di una generazione di artisti e giocatori cresciuti negli anni ottanta. Dall'altro, all'apparizione di dispositivi tecnologici paradossalmente limitati - come telefoni cellulari, tamagotchi a bassa risoluzione, console portatili - che utilizzano forme di visualizzazione primitive. Di questo movimento artistico trasversale - anzi rizomatico dato che vive e prolifera prevalentemente sulla rete - Totto Renna è uno dei principali animatori, insieme ad artisti come eBoy e Quickhoney. Renna nasce a Napoli, si trasferisce a Milano dove vive e lavora per diversi anni, finchè, stanco dell'abominevole lifestyle della capitale lombarda fugge a Urbino, dove oggi insegna Illustrazione Digitale presso l'Accademia di Belle Arti. Tipico esempio di "uomo rinascimentale", Renna opera a trecentosessanta gradi. Ha collaborato con agenzie di pubblicità, case di produzione, case editrici e new media agencies spaziando tra illustrazioni, grafica, web-design, animazioni 2D e prodotti multimediali (cd-rom e videogiochi, come la celebre serie di Pixaboy sviluppata dall'agenzia milanese iMille). A questa attività alterna quella del "pittore" postmoderno dove adotta uno stile ispirato al mondo dei pixel. Ha esposto in numerose mostre collettive e personali in Italia e all'estero ed è l'unico artista italiano presente nella seminale raccolta Pixel World: Pixel Cities, Pixel People, Pixel Objects, Pixel Arts a cura di Francis Lam (Laurence King Publishing, 2003).


S

Sul piano ideologico, la pixel art è una dichiarazione d'amore agli anni ottanta, un'epoca apparentemente spensierata, marcata dall'entusiasmo per le merci e per la cultura pop nelle sue manifestazioni più infantili. La pixel art è fatta di punti, linee, forme squadrate. La sua estetica è solo apparentemente zuccherosa: sotto la glassa si cela spesso l'amaro. La politica è una rissa ("The Ring"): un dibattito parlamentare diventa un combattimento tra boxeur che si svolge di fronte a politici identici, un esercito di cloni sorridenti. Allo stesso tempo, Renna ci invita a riflettere sulla nozione di stereotipo: nella maggior parte dei videogiochi i personaggi hanno ruoli rigorosamente definiti. Le ambiguità morali sono un lusso che i game designer non possono (o non sanno) permettersi. Il personaggio di pixel è una sorta di automa, una creatura "squadrata" che sa quello che vuole e che non deve chiedere mai. Del resto non è stato programmato per pensare, ma solo per eseguire azioni. Oltre allo stereotipo, Renna esamina la figura della celebrità nelle società iper-mediali. La figura pixellosa di Maradona - ora personaggio videoludico modello Sensi Soccer ora icona della cultura tout court - è un feticcio e un'ossessione. Del resto, Maradona è meglio `e Pelé. Uno dei leit-motiv della pixel art consiste nella costruzione di un immaginario urbano alternativo. Come eBoy, anche Renna costruisce città di pixel. Anche in questo caso, dietro all'estetica 'carina' (i giapponesi direbbero kawaii) si cela lo squallore del quotidiano, la diseguaglianza classista e la violenza - un elemento che ricorre spesso nelle opere di Renna sono gli scontri tra la polizia e i manifestanti. Va inoltre segnalata la serie "KeyCities", inaugurata nel 2004, le città di tasti, popolate da simpatici omini che vivono tra gli interstizi delle tastiere dei computer, moderna incarnazione dei "fornit" di Stephen King. Come i disegni di "Where's Waldo?" anche le immagini di Renna vanno contemplate e studiate con attenzione. La ricchezza di dettagli fornisce innumerevoli spunti narrativi. La critica sociale è esplicita nella cartellonistica dell'immagine KeyCity: le insegne sono imperativi consumistici ("Fast", "Buy Buy Baby", "Believe!") che ricordano i messaggi subliminali di They Live, capolavoro di John Carpenter. Viste le premesse nichiliste, il cinema locale non poteva che proiettare Apocalypse Now... Analogamente, nel "LoveHotel" si scopa allegramente a fianco di una base militare. I sacchi di terra e il filo spinato non sembrano tuttavia intimorire Bin Laden, che conversa amabilmente con i bagnanti in bikini. In "Summertime", sopra ad ombrelloni e sdraio vola un minaccioso caccia Stealth che si lascia dietro una scia nera come la pece. Il simbolo del dollaro, sullo chassis, è più efficace di una critica di Chomski.

NOTE

(1) È stato infatti coniato da Adele Goldbert e Robert Flegal dello Xerox Palo Alto Research Center nel 1982 (vedi Adele Goldbert and Robert Flegal, "ACM president's letter: Pixel Art", Communications of the ACM, Vol. 25, Issue 12, Dec. 1982). (2) La troviamo, per esempio, in SuperPaint, un programma di disegno creato da Richard Shoup presso lo Xerox PARC nel 1972.


23 illustrazioni di SUPERTOTTO


untitled #01, detail 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #01 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #02, detail 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #02 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #03, detail 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #03 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #04, detail 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #04 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #05, detail 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #05 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #06, detail 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #06 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #07, detail 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #07 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #08, detail 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #08 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #09, detail 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #09 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #10, detail 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #10 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #11, detail 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


untitled #11 2007 pixels on PVC canvas cm 150 x 150


key city 2004 pixels on PVC canvas cm 300 x 600



key city (details) 2004 pixels on PVC canvas cm 300 x 600





finito di stampare nel febbraio 2008 da Movimedia srl per BIG SUR Edizioni

Big Sur, immagini e visioni · via A.G. Coppola, 3 · 73100 Lecce · 0832.346903 · bigsur@bigsur.it · www.bigsur.it



Sul piano ideologico, la pixel art è una dichiarazione d’amore agli anni Ottanta, un’epoca apparentemente spensierata, marcata dall’entusiasmo per le merci e per la cultura pop nelle sue manifestazioni più infantili. (...) Di questo movimento artistico trasversale - anzi rizomatico dato che vive e prolifera prevalentemente sulla rete - Totto Renna è uno dei principali animatori. (Matteo Bittanti)

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