BlogMagazine Ottobre 2009

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N.7 Ottobre 2009

Social Network

Google Wave apre le porte al futuro dei Social Network? La novità più calda che rimbalza da un capo all’altro della blogosfera, è l’imminente lancio di Google Wave, che amplierà il concetto di comunicazione globale.

Internet

Vook tra video ed eBook! Successo o flop? Sappiamo tutti cos’è un libro, e cioè un insieme di fogli di carta sui quali sono stampate della parole, oggi vi parlo del futuro.

Eventi

BlogFest 2009 La Blogfest, al via della sua seconda edizione, mantiene Riva del Garda - l’intera città di Riva del Garda - come location designata, ecco cosa vi siete persi.

DIVENTARE UN BLOGGER EFFICACE Come implementare un sistema di produttivà 2.0 personale per diventare dei Blogger Efficaci


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SOMMARIO 34

BlogMagazine N.7 Ottobre 2009 10 Alla scoperta di CLAPPO

Diventare un Blogger Efficace

18 Il videogioco più famoso del mondo

20 Le piante ci salveranno! 22 Golosità 2.0 26 Siamo Bloggers o Giornalisti?

28 BlogFest 2009 42 Android Donut 1.6 44 Un Mondo a tre dimensioni

In un colpo d’occhio

20 Le Piante ci salveranno!

22 Golosità 2.0

26 Siamo Bloggers o Giornalisti?

In Evidenza

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Vook tra video ed eBook! Successo o flop?

Sappiamo tutti cos’è un libro, e cioè un insieme di fogli di carta sui quali sono stampate della parole, oggi vi parlo del futuro.

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BlogFest 2009

La Blogfest, al via della sua seconda edizione, mantiene Riva del Garda - l’intera città di Riva del Garda - come location designata, ecco cosa vi siete persi.

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Google Wave apre le porte al futuro dei SN?

La novità più calda che rimbalza da un capo all’altro della blogosfera, è l’imminente lancio di Google Wave, che amplierà il concetto di comunicazione globale.

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Un mondo a tre dimensioni

Immagini piatte, senza spigoli, è un foglio di schermo immenso e bidimensionale quello a cui il cinema ci ha abituati in questi anni.


www.isayblog.com


EDITORIALE DIRETTORE EDITORIALE Giuliano Ambrosio

PROGETTO GRAFICO Giuliano Ambrosio

AUTORI DI QUESTO NUMERO

Giuliano Ambrosio aka Julius

Rudy Bandiera Vook tra video ed eBook. Successo o flop?

Blog: http://www.juliusdesign.net

Vi porto su App Store! BlogMagazine quota 7, si ben 7 numeri di questo progetto portato avanti dalla passione di essere Blogger. Da pochi giorni BlogMagazine è anche approdato su App Store con la sua applicazione ufficiale per iPhone e iPod Touch. In meno di 24 ore abbiamo raggiunto il primo posto tra le applicazioni gratuite in top 25 categoria eBook. Un ringraziamento doveroso a tutti coloro che stanno sostenendo il progetto. Ringraziamento speciale ai ragazzi di CupMagazine, con i quali abbiamo insieme realizzato l’applicazione.

Daniele Di Gregorio Siamo Bloggers o Giornalisti?

StartUpItalia Alla scoperta di CLAPPO

Francesco Gavello BlogFest 2009

Gianni Puglisi Google Wave apre le porte al futuro dei Social Network?

Andrea Giuliodori Diventare un Blogger efficace

Simone Trimarchi Il più grande videogioco del mondo

Giovanni Taormina Android Donut 1.6

Daniele Aprile Le piante ci salveranno!

Giovanna Gallo Il Mondo a tre dimensioni

Riccardo Mares Golosità 2.0

Vi ricordo infine che è possibile seguire il progetto su diversi Social Network come Twitter e il gruppo ufficiale su Facebook. BlogMagazine è qui, vi auguro buona lettura.

Direttore Editoriale

Giuliano Ambrosio

Contatti Redazione: redazione@blogmagazine.net Direttore Editoriale: info@blogmagazine.net

Legal & Disclaimer In questa fase sperimentale BlogMagazine non rappresenterà una testata giornalistica in quanto i contenuti e la rivista verrà aggiornata senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001

Il Progetto BlogMagazine è un’idea di Giuliano Ambrosio, un progetto di editoria virtuale, una rivista elettronica gratuita scritta da soli Blogger fruibile in modalità sfogliabile Flash e in formato PDF. Gli articoli pubblicati nella rivista elettronica sono unici e originali, rilasciati con Licenza Cretive Commons, scritti principalmente da Blogger conosciuti nella Blogosfera, selezionati con cura a seconda della rubrica da gestire. L’idea è anche di far uscire dalla rete dei contenuti per farli vivere sotto forme diverse, al fine di raggiungere persone che normalmente non leggerebbero un blog e trovare questo materiale interessante ed incominciare a leggerlo. BlogMagazine da spazio a tutti, non solo a Blogger conosciuti nella blogosfera, ma crede nel talento di tutte quelle persone appassionate di Blogging capaci di scrivere con dedizione e competenza sulle tematiche da gestire.

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Internet A cura di: Rudy Bandiera

Vook tra video ed eBook. Successo o flop? Bio >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

Rudy Bandiera Blog: http://www.rudybandiera.com

Autore del blog RudyBandiera.com, si occupa di gestire e promuovere diversi progetti Internet, tra i quali Blogolandia.it, il più grande network di urban blog del Paese. Co proprietario e content manager del quotidiano tecnologico hwGadget.com collabora con il quotidiano online Estense.com per la stesura di articoli su Internet e la tecnologia

Sappiamo tutti cos’è un libro, e cioè un insieme di fogli di carta sui quali sono stampate della parole, le più disparate parole. Sappiamo quasi tutti cos’è un eBook e cioè il corrispettivo digitale di un libro: i contenuti scritti su carta vengono digitalizzati e trasformati in file ad hoc i quali poi vengono caricati sui vari supporti siano essi reader, PC o smart phone e vengono poi “sfogliati” come libri veri. Anche la TV è una cosa che conosciamo tutti, ossia quella scatola magica che fornisce immagini in movimento e che esemplifica al nostro cervello il complesso meccanismo fantasioso della strutturazione delle immagini e delle situazioni. In pratica tra un libro, che sia in carta o in versione elettronica, e la TV esiste una sostanziale differenza e cioè che entrambi raccontano storie ma il libro induce anche l’immaginazione a lavorare mentre la TV fornisce una versione della storia già completa di tutto, audio compreso. Ora, sappiamo benissimo il gusto che esiste nel leggere un libro rispetto al guardare la televisione:con la lettura creiamo dei personaggi, dei luoghi, delle voci e dei suoni che con la TV ovviamente non possiamo

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fare. Creiamo un mondo su misura rispetto alle nostre esperienze e conoscenze. Un dettaglio fondamentale che differenzia un libro rispetto alla televisione o al cinema è che la lettura è personalizzata rispetto alla visione di un qualunque film, rendendo un libro completamente diverso in base al cervello che lo elabora. Un libro letto da me e da un’altra persona può essere vissuto in maniera diametralmente opposta.. Se leggiamo infatti, tutto quello che accade si verifica attraverso le nostre esperienze e conoscenze visto che sono esse ad alimentare la fantasia che genera forme, posti e suoni. Lo schermo di contro fornisce informazioni che noi potremmo non avere incamerate all’interno del nostro dadabase biologico, come ad esempio paesaggi di posti che non abbiamo mai visto. Diciamo che la TV implementa quello che manca al nostro cervello ma allo stesso tempo castra la nostra immaginazione. Ma come mai tutto questo divagare sui libri, sulla televisione e sugli eBook? Perché in un mondo sempre più informatizzato, fatto di informazioni “twitterate” e brevissime e sempre meno indirizzato alla riflessione e alla fantasia creativa, c’è


chi ha pensato di unire libri, ebook e video in un unico supporto multimediale che fornirà all’utente non solo la possibilità di leggere ma anche quella di vedere le immagini che la lettura dovrebbe far nascere nel nostro cervello. “Il Vook è solo un nuovo formato editoriale che (almeno nelle speranze dei tipi di Simon&Schuster) minaccia di stravolgere il già pericolante mercato dei libri. Video+Book = Vook. In due parole: un normalissimo eBook integrato con video e collegamenti internet, né più né meno. Ma non si chiamava ipertesto? Sì, ma gli americani di S&S hanno trovato un nome più accattivante e hanno confezionato un prodotto scaricabile su portatile (6,99 dollari) o iPhone (4,99 dollari). Per ora i titoli sono quattro: due manuali (uno di fitness e uno sull’utilizzo cosmetico delle piante) e due romanzi (una storia d’amore ottocentesca e un thriller al cardiopalma).” http://paoblog.wordpress.com/2009/10/06/arriva-ilvideolibro-vook-per-gli-amici/ Bene, cerchiamo di immaginare per un attimo cosa potrebbe essere questo nuovo ordigno infernale e figuriamo nella nostra mente come potrebbe diventare la lettura del futuro. Già molte persone con le quali ho parlato dicono di

odiare gli eBook rispetto ai libri per i più svariati motivi, anche se i più dicono perchè manca loro la percezione della carta sotto le dita e l’odore della stessa. Secondo me il vero motivo non è quello, ma è nel il momento in cui il libro si finisce che l’eBook diventa frustrante: si perché se quando si termina la lettura di un libro cartaceo il suddetto viene riposto nella libreria aumentando l’autostima del lettore che implementa il proprio “ranking” culturale, con l’ebook questo non avviene. Si possono leggere migliaia di libri elettronici possedendo solo un iPhone e nessuno, entrando in casa nostra, dirà “quanti libri che hai, chissà come sei colto”. Essendo questo il vero e profondo motivo che porta i lettori a non passare al digitale, vedo ancora più difficile il passaggio dei lettori 2.0, e cioè quelli che usano gli ebook, al Vook. Io personalmente leggo molto e tutto in formato elettronico: mi piace perché ho almeno una dozzina di manuali e libri sempre con me, posso leggere di notte senza disturbare nessuno, in coda alle poste mentre aspetto il mio turno o dovunque abbia voglia di consultare qualche parola. Un lettore, un vero lettore, secondo me allontana con forza il fatto che qualcosa lo privi della fantasia propria

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Internet A cura di: Rudy Bandiera

della lettura e che rende la lettura stessa terribilmente affascinante rispetto ad un film. Se i libri piacciono, gli argomenti sono interessanti e chi li ha scritti è in gamba, si possono provare emozioni straordinarie leggendo, emozioni intime che solo un libro è in grado di dare, a prescindere dal formato. Ma le immagini vanno a deturpare, ad intaccare la strutturazione immaginifica che ognuno di noi ha il diritto di imbastire su qualunque cosa legga.

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Già il passaggio dai libri tradizionali agli eBook è lento e molto difficoltoso, ma credo che la migrazione dagli eBook ai Vook sarà ancora più duro, senza nemmeno prendere in considerazione i lettori in cartaceo che sono ancora la stragrande maggioranza e che dovrebbero passare dalla carta all’abominio delle immagini. Io sostengo ed ho sempre sostenuto quello che è innovativo, ma questa volta temo che, per quello che riguarda i Vook, si stia facendo un buco nell’acqua.


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Start-Up A cura di: StartUpItalia

Alla scoperta di CLAPPO Bio >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

StartUpItalia

Start up Italia e’ un progetto nato con l’obiettivo di dare il giusto spazio alle giovani iniziative imprenditoriali italiane ad alto tasso di creativita’. Lancio previsto per il 1 gennaio 2010.

Blog: http://www.startupitalia.net

Proseguono le interviste di Start Up Italia per Blog Magazine. In occasione del lancio della start up Clappo abbiamo incontrato Giuseppe Piro, responsabile del progetto.

Buongiorno Giuseppe.

E la risposta quale è stata?

Salve Roberto. E un saluto all’iniziativa Blog Magazine che, come editore, seguo con interesse: mai come oggi è necessario sperimentare e trovare nuove strade alternative all’editoria tradizionale.

La risposta di Renzi non c’è stata perchè è scappato per un impegno e il suo Assessore alla Contemporaneità ha detto che non sa nulla dell’inceneritore.

Ehi, prima di complimentarti, io aspetterei la fine dell’intervista. Non si sa mai! Dacci pure dentro, il confronto, non mi spaventa! A proposito di confronto, sono reduce dal Working Capital di Telecom a Firenze dove ho presentato, con la formula dei 3 minuti di presentazione e 3 minuti di domande, proprio la nostra startup Clappo. Mi sono reso conto che di confronto, anche in questi appuntamenti dedicati all’innovazione, ce n’è ben poco. Una mia domanda al sindaco di Firenze Renzi che parlava di innovazione in Toscana (mentre poi progetta un inceneritore) e una domanda a Bernabè sul fatto che non ritenesse giusta una maggiore trasparenza nella sua azienda, hanno un po’ gelato la sala...

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Il moderatore De Biase responsabile di Nova ha detto che comunque non importava, tanto la domanda sull’inceneritore era stata “incenerita”. Ho avuto un attimo di imbarazzo per lui. Bernabè ha detto che di quello che ha fatto Telecom negli anni passati non risponde lui, e che lo scorporo della rete non è in agenda, rimarcando che Telecom è la rete. Infatti io avevo anche domandato se si poteva definire una concorrenza in Italia, se il maggior gestore detiene la rete. Mi piacerebbe che i barcamp e i blogger fossero un po’ più coraggiosi ad evidenziare le contraddizioni dei politici e di chi condiziona il futuro del nostro paese, specialmente in queste occasioni e non nei propri blog autocitandosi e atteggiandosi a guru. Laggiù ho visto molti di loro zitti… e ben coperti.


Dai, fatti qualche nemico: fuori i nomi. De Biase è stato una grossa delusione con quella risposta. Dietro quel tavolo c’era Dettori che è partner dell’iniziativa e l’immancabile Dada con lo “splendido” Barberis. Mi piacerebbe che chi traccia i solchi dell’innovazione in Italia si esponesse un po’ di più. Invece spesso questi tavoli si trasformano in una melassa. La cosa assurda e che mi ha fatto specie è che eravamo circa 300 ad ascoltare – e, credo, 200 di Firenze – e di domande ci son state solo le mie. E dopo non c’è stato nessuno a dirmi che sull’inceneritore effettivamente avevo avuto ragione. Mi fa pensare!

Ma torniamo a noi! Ci dicevi della tua Start up, Clappo. Riusciresti a descriverci brevemente l’iniziativa? L’ho fatto in 3 minuti al Working capital senza l’uso di slide… ci provo anche qui! Clappo (www.clappo.it) è una piattaforma geolocalizzata che si pone come obiettivo lo sviluppo e l’interazione di community business e consumer a livello locale. La sfida è quella di dare ai visitatori delle occasioni per vivere al meglio il territori, e alle imprese una

opportunità di visibilità e business. Abbiamo a tal proposito predisposto due tipologie di utenza: chi si occupa di eventi in modo professionale e chi propone un bene o un servizio a livello locale. Mentre presentavo il progetto a Firenze qualcuno su Twitter ha lasciato un messaggio del tipo: questa idea sembra una piattaforma vecchio tipo, un database... Questa considerazione mi dà l’opportunità di dire che realizzare un’idea semplice ma allo stesso tempo ambiziosa che vada a interessare un’utenza business locale molto variegata e poco smaliziata, e allo stesso tempo cercare di creare interesse fra i visitatori, non è per nulla semplice. Noi siamo una piccola realtà editoriale ma in questo caso abbiamo sviluppato Clappo con partner specializzati (www.rekuest.com, questo il partner tecnico). Ora saranno i lettori stessi di BlogMagazine a dire se il nostro intento è stato raggiunto. Poi se vuoi ti aggiungo altro...

Se riesci a essere un po’ più sintetico, molto volentieri. Meccanismo base: ci si iscrive e ci si crea un profilo.

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Start-Up A cura di: StartUpItalia

Ci si può iscrivere come consumer o con 2 profili business (Profilo Eventi o Prodotti). Cosa si ha iscivendosi: un blog molto semplice dove caricare in modo elementare le proprie offerte o i propri prodotti. La cosa innovativa è che tutto quello che carichi va in automatico ad essere pubblicizzato nelle pagine della tua città. Quindi è per prima cosa uno strumento semplice che è un misto fra sito e vetrina, con l’utilizzo semplicissimo di un blog. E al tempo stesso uno strumento gratuito di visibilità. Poi starà a loro fare le offerte o gli eventi più appetibili possibile. Dopo il lancio poi via via saranno rilasciate altre applicazioni... Sono stato abbastanza sintetico?

Diciamo di sì. Quindi uno strumento di geolocalizzazione promozionale di eventi e prodotti, una vetrina gratuita per le imprese. Cosa manca? Due applicazioni innovative che permetteranno a chi vende prodotti e servizi di utilizzare la rete non per vendere in modalità e-commerce ma presso il proprio

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punto vendita. La sfida non è creare un ennesimo social network (seppur geolocalizzato) da utilizzare a tempo perso, ma una piattaforma dove si fanno delle azioni concrete, ci si informa, si propone un prodotto, un servizio, un evento. Consultazione che poi si può tramutare in visita al punto vendita e possibilità di business. Molti negozianti negli anni sono stati scottati dalla rete. Hanno speso soldi credendo che tutti potessero fare e-commerce. Clappo credo possa rappresentare uno strumento concreto in rete in appoggio al piccolo negozio e un supporto accessorio e focalizzato “sull’offerta e sull’occasione” per chi ha già un sito internet.

Giuseppe, mi sembra tutto abbastanza chiaro. Tranne il vostro modello di business! Insomma, da dove pensate di poter generare ricavi? Se si riesce a sviluppare dei numeri importanti non


ci sono problemi di modello di business per quanto riguarda i ricavi. Comunque, andando nello specifico, la piattaforma si presta ad avere un partner pubblicitario radicato sul territorio, a contatto con i piccoli investitori locali. Clappo può essere il Media alternativo ai classici strumenti che la concessionaria possiede in portafoglio. I nomi che sicuramente contatteremo li abbiamo già in mente. Non sono tanti i soggetti di tale portata in Italia, che abbiano due caratteristiche: siano radicate sul territorio e al tempo stesso stiano cercando nuovi strumenti di promozione geo-localizzati. Se questo partner non arriva ci muoviamo con uno strumento interno automatizzato ed agile dove l’investitore con semplici passi può promuovere il proprio prodotto o il proprio servizio. Inutile dire che poi ci saranno tutti gli strumenti classici di Advertising. Ma non è quella la strada maestra che vogliamo seguire, a noi interessa sviluppare una pubblicità (o per meglio dire strumenti) che invoglino il lettore a compiere un’azione” sul locale.

Il tempo a nostra disposizione sta per finire, Giuseppe. Vuoi spendere qualche parola per le altre iniziative della tua azienda? Una casa editrice ed un laboratorio anomalo... stiamo lavorando a diversi progetti molto diversificati. Il nostro focus di lavoro, oltre Clappo, è lo sviluppo dei nostri network di blog (il più importante è quello dedicato all’imprenditoria www.intraprendereblognetwork.it). Poi stiamo realizzando un ambizioso progetto di Arte contemporanea con il tentativo di realizzare la più grande installazione di arte contemporanea dispersa nel mondo (www.facesworldproject.it). Inoltre possediamo credo la più grande collezione di giornali e riviste d’epoca con la quale vogliamo realizzare una mostra permanente ed una itinerante che racconterà un secolo attraverso i giornali dell’epoca. Poi per non perdere il vizio, con la Rekuest di Roma stiamo già pensando alla prosima startup... Che vuoi farci, quando poi prendi il vizio… è difficile smettere!!!

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Social Network A cura di: Gianni Puglisi

Google Wave apre le porte al futuro dei Social Network? Gianni Puglisi aka Zack McKracken Blog: http://geektwice.com

Bio >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> Appassionato di tecnologia informatica , fonda agli inizi del 2009 Geektwice. com, blog di notizie e curiosità hitech. Ha recentemente pubblicato alcune brevi pubblicazioni inerenti il mondo dei blog in ogni suo aspetto. Esperto in sicurezza informatica e consulente web per alcuni enti.

La novità più calda che rimbalza da un capo all'altro della blogosfera, è l'imminente lancio di Google Wave, nuova applicazione Google che, a detta di molti, amplierà il concetto di comunicazione globale e di community tra gli utenti web. Possiamo considerarlo a metà strada tra un innovativo social network ed un comune mail manager, ma potrebbe trattarsi, di qualcosa di molto più innovativo.

Messenger, Facebook e soci non avrebbero possibilità di coinvolgere il grande pubblico, ed ottenere il successo che hanno avuto, senza un iterazione completa e costante con i loro utenti. Tutte le possibili opinioni su social network ed applicazioni web vanno dunque considerati, in primis, proprio in base alla community che ne viene generata ed alimentata, spontaneamente, nel tempo.

Difficile comprendere immediatamente cosa sia con esattezza, e sopratutto se si tratta di un servizio in grado davvero di apportare novità ingenti e significative: ciò che è sicuro, è che mira ad attirare una vasta platea di utenti attuando profonde innovazioni sulla modalità di comunicazione sul web, da sempre suddivisa tra email, chat o comunicazione audiovisiva.

Oramai qualunque tool online integra un proprio social network: dai portali per le gestione del fantacalcio online, al foto editing, fino ad arrivare ai giochi flash: il canale di comunicazione creato tra gli utenti è uno strumento di grande attrattiva ed a volte determinante per decretarne il successo.

Pur avendo buone opportunità di conoscere e contattare possibili fruitori della distribuzione preliminare di inviti per Google Wave, appena 100.000, che Google ha distribuito da pochissimo tempo – non ho ritenuto opportuno richiederlo: non avrebbe avuto senso utilizzare tale servizio senza poter comunicare con i miei contatti abituali, non ancora abilitati all’utilizzo. Il ragionamento di cui sopra mi ha portato comunque ad ampie riflessioni: possiamo infatti notare come Wave,

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Il discorso va affrontato, nella complessità delle relazioni sociali che potrebbero, in un futuro ormai prossimo, modificare il nostro modo di rapportarci con chi ci circonda. Una comunità virtuale sul web sembra infatti lontana dai canoni di socializzazione della nostra attuale società: tali gruppi sono composti da soggetti di diverse etnia, classi sociali o religioni. A volte, ciò che accomuna i partecipanti è solo un fatto marginale, come il gradimento per una canzone, un artista o una serie televisiva.


La rivoluzione Facebook Facebook ha costruito la propria popolarità edificando le proprie fondamenta proprio sull aspetto social del web: il panettiere sotto casa, il capoufficio, il compagno di scuola: siamo oggi tutti in contatto, legati da un filo sottile ed invisibile creato virtualmente sul web. E non passa giorno che nuovi o vecchi conoscenti continuino a contattarmi. Gran parte del successo del social network di Mark Zuckeberg deriva dal fatto che tecnicamente si è quasi costretti ad utilizzare il nome reale, gradevole novità che altri sistemi simili o sistemi di messaggistica istantanea, relegando all anonimato solamente le briciole. Oggi chiunque può aprire un account Facebook ed effettuare ricerche tramite un qualsiasi nome e cognome. La privacy è a rischio, ma non tutti ne sono al corrente: la pagina delle impostazioni della privacy non è sicuramente tra le più consultate, le impostazioni di default, non sono sufficienti a garantire un livello accettabile di tutela. Anche impostando il massimo livello di sicurezza basta infatti utilizzare il motore di ricerca interno di Facebook per avere accesso alle informazioni della persona interessata, o comunque è sufficiente taggare un amico in una foto per far sì che gli amici di quest ultimo possano accedere all intero album. Nonostante la necessità di apparire, il voyeurismo e l idea di poter violare le vite degli altri siano valori intramontabili nella nostra società, rimane difficile, per Facebook, ipotizzare un futuro in continua crescita. Le complicazioni sono molteplici, oltre alla privacy, c è la difficoltà nel gestire un crescente numero di utenti e di

dati, non ultimo l'agguerrita concorrenza delle grandi aziende, Non subirà, sicuramente, un calo di interesse improvviso come Second Life, che dopo un boom iniziale, si è visto superare da neonati come Facebook e Twitter: questi ultimi hanno, infatti, incentrato la propria strategia di sviluppo sul rapporto e l'iterazione con gli altri utenti, piuttosto che sugli avatar 3d e sulla difficile gestione di un mondo virtuale. Google Wave nasce in un periodo in cui il binomio Facebook - Twitter sembra davvero incontrastabile. Dovremo vedere come tale servizio si affiancherà alla concorrenza, nonché le strategie che il colosso Google ha deciso per imporre l’applicazione agli utenti.

L’utilizzo commerciale Alcuni ricercatori dell Università di Cambridge hanno messo a punto un software in grado di scaricare automaticamente i profili Facebook: difficile dunque non pensare che il calderone di dati inserito nel social network non sia reso disponibile alle società di marketing, ma anche agli spammer o alle forze di polizia. Moltissimi utenti, al giorno d oggi, utilizzano la rete per le attività più disparate, quindi anche per leggere consigli e pareri su eventi o prodotti. Una recensione su un blog famoso è un ottimo veicolo pubblicitario, in grado di persuadere migliaia di consumatori: impossibile restarne al di fuori. Moltissime reti sociali di successo propongono sondaggi e ricerche di mercato, influenzando i risultati di Google e degli altri motori di ricerca. Sulla rete gli utenti cercano rimedi alle patologie mediche, verificano i pareri prima di effettuare

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Social Network A cura di: Gianni Puglisi

acquisti importanti, ma purtroppo non sempre i risultati sono sufficienti: bisogna saper riconoscere opinioni autorevoli da quelle inattendibili. Da non sottovalutare, in questo contesto, Google Sidewiki, strumento utilizzabile dalla Google Toolbar, con Internet Explorer o Firefox, per commentare o leggere i pareri relativi alle pagine web che si stanno visitando.

Il futuro Possiamo ipotizzare un futuro davvero roseo per i social network, tale da renderlo protagonista del web per gli anni a venire. Le aziende, già da ora, iniziano ad affiancare al proprio sito web/blog e al relativo posizionamento nei motori, la possibilità di una Fan Page su Facebook o di un account su Twitter, in grado di garantire una diffusione virale dei propri contenuti tra i giovanissimi. A breve, potrebbero nascere alcuni consulenti del settore social network per un utilizzo commerciale degli stessi, creando un nuovo settore commerciale in grado di dare impulso al web marketing. E perché non includere, nel proprio curriculum, anche i propri account LinkedIn e Facebook? Molte aziende all avanguardia, a breve, potrebbero richiederlo di routine, come oggi viene normalmente con l indirizzo email personale, assente nei CV fino a qualche anno fa. Ritornando a Google Wave, è necessario considerare lo stesso ha dalla sua parte tutte le caratteristiche dei migliori social network. Potrebbe dunque imporsi per la sua semplicità e la capacità di coinvolgere ed inglobare tutte le possibili attività sul web, dalla chat, alla ricerca, alla sessione di gioco; come Facebook, però, dovrà convincere milioni di utenti ad iscriversi e a fornire, inconsciamente e lentamente, i propri dati personali.

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In controtendenza, il Wall Street Journal ha recentemente dichiarato che la comunicazione via email è lungi dall essere sostituita dai social network. Twitter consente una comunicazione rapida e necessariamente sintetica, limitata ai canonici 140 caratteri. Facebook consente l aggiornamento del proprio status e la creazione di rapidissimi flussi di comunicazione. Le aziende prediligono applicativi appositi per comunicazioni e condivisione di dati, come Sharepoint. Ma alla base di tutto continua ad esistere, e ad evolversi, l invio di email, ritenuto da tutti più semplice, sicuro ed affidabile.

Alcune statistiche interessanti Blogger e sviluppatori non si illudano: creare un social network e diffonderlo non è per nulla facile. Le statistiche più recenti indicano in crescita solo Facebook e Twitter, in calo tutti gli altri, a volte in maniera davvero decisa. Il successo di un social network dipende unicamente dalla diffusione e dal numero di utilizzatori che quotidianamente si collega, consulta ed interagisce. Non è da meno la capacità di inglobare altri social network all interno del proprio, allargando a macchia d olio le dimensioni di una community. Facebook consente di utilizzare applicazioni esterne, caricando le foto da Facebook, o collegandosi a Twitter. Negli States le statistiche più recenti indicano i social network come un territorio predominato dal gentil sesso, ad eccezione di Digg. Qui in Italia, complice il lentissimo processo di alfabetizzazione informatica, e comunque il diverso approccio che l utenza nostrana ha con la rete, il discorso va radicalmente rivisto: i social network sono infatti, probabilmente ancora per molto, un esclusiva dei giovanissimi di ambo i sessi. Google avrà sicuramente preso atto di tali indicazioni, e con l uscita di Wave, adottando la strategia corretta, potrebbe imporsi anche nel settore dei social network, forse una delle pochissimi settori per i quali colosso di Mountain View non si è imposto con la giusta determinazione.


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Games A cura di: Simone Trimarchi

Il videogioco più famoso Bio >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> Simone “AKirA” Trimarchi è stato campione italiano di molti RTS e ha viaggiato i cinque continenti per guardare in faccia i suoi avversari. Ora ulra la sua passione per i videogiochi in TV, ai microfoni dei tornei e sul blog insidethegame Simone Trimarchi aka AKirA Blog: http://www.insidethegame.it

Da anni riviste, blogger, “ludologi” e semplici giocatori si interrogano su quale sia il più miglior videogioco di tutti i tempi. Sebbene l’avanzamento della tecnologia e della grafica faccia sembrare obsoleti e ridicoli i capolavori di una volta, la domanda rimbalza di forum in forum perché le classifiche, si sa, sono uno degli articoli più ricercati di tutto internet e la classica domanda “Quale disco porteresti su un’isola deserta?” è stata declinata anche per le opere di intrattenimento elettronico ottenendo sempre la stessa risposta: Zelda Ocarina of Time.

molto ad identificare un primo posto sostanzialmente univoco in tutte le classifiche simili. Il perché della scelta, invece, è una summa di contenuti artistici, poesia, interazioni ludiche e longevità che rendono Ocarina of Time assolutamente indimenticabile. Dalle pagine di blogmagazine, però, voglio lanciare una provocazione. Oggi il termine videogioco viene usato anche per indicare qualcosa di molto distante dai classici prodotti di pixel a cui ognuno di noi è abituato a pensare quando sente questa parola.

Se infatti è del tutto impossibile identificare oggettivamente il miglior disco della storia (anche restringendo ad un solo genere le possibilità di scelta) o addirittura la migliore band, sono tutti d’accordo ad indicare nel capolavoro 3D di Miyamoto, uscito all’epoca del Nintendo 64, il miglior “pezzo” di programmazione dell’umanità.

Pac Man è molto lontano da Brain Training e Doom non è assimilabile in nessuno modo a WiiFit: eppure il termine videogioco sta ad indicare tutti e quattro gli esempi presi in esame. Allora mi sono chiesto, si può indicare davvero in Ocarina of Time il più grande videogioco di tutti i tempi se le sue vendite sono pari a circa 8 milioni di copie mentre quelle di Wii Sport sono invece 45 milioni?

Scendendo nel dettaglio del perché sia più facile individuare il più grande videogioco piuttosto che un’altra opera di ingegno umano, è ovvio che la giovane età del medium (condita anche da un’immaturità di fondo della stragrande maggioranza dei titoli) aiuti

E’ proprio il titolo in bundle insieme all’ultima console Nintendo (quella tanto cara a Panariello) a detenere il primato di videogioco “più venduto” della storia anche se non sto assolutamente formulando l’ipotesi che maggiori vendite significhino maggiore qualità,

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del mondo altrimenti nella classifica dei migliori dischi troveremmo Britney Spears sopra ai Pink Floyd e questo mi sembra estremamente scorretto. Il punto è che probabilmente bisognerebbe confrontare Ocarina of Time anche con titoli che mai e poi mai sono stati presi in esame in queste classifiche: uno fra tutti il Poker Online. Nonostante si tratti, ovviamente, di una simulazione del classico gioco di carte, il Poker Online in tutte le sue varianti rappresenta senza dubbio il più diffuso videogioco (il trattino è d’obbligo) del mondo nonché uno dei più redditizi. Non ha una trama e il suo scopo non è arrivare all’ultimo mostro e sconfiggerlo, bensì perdere il minor numero di soldi possibile (o anche guadagnarne, se ci si riesce): è bastato questo a far ammalare di una febbre che non accenna a diminuire di gradazione praticamente tutto il mondo, arrivando a far segnalare numeri che farebbero impallidire chiunque. La formula è semplice ed è quella del gioco d’azzardo, unita alla potenza di internet e ad una serie di iniziative volte ad avvicinare sempre più giocatori: tornei gratuiti con premi, tavoli con soldi “virtuali”, varianti per telefonino, iPhone e chi più ne ha più ne metta. Se già in passato si erano avuti problemi di dipendenza con i “videopoker”, macchinette assolutamente più noiose del Poker Online che trovavano spazio nei bar più malfamati del Bel Paese, ora il problema immagino che assumerà dimensioni ben più rilevanti visto che non si deve neanche uscire di casa per sedersi al tavolo verde. Nato nel 1998 (nonostante il primo casinò online fosse già pronto nel 1994 ma per problemi legali non potè esordire sulla Grande Rete) il Poker Online ha guadagnato

utenti e attenzione anno dopo anno anche se la vera svolta è venuta nel 2000 con l’introduzione del Texas Hold’em, una variante estremamente emozionante e ritenuta valida dell’esposizione televisiva. E’ stato proprio il piccolo schermo, infatti, a far crescere la popolarità del poker in maniera esponenziale: se prima infatti la speranza del giocatore medio era “semplicemente” quella di guadagnare dei soldi, con l’avvento del World Poker Tour e di tutti i tornei televisivi si può anche diventare delle celebrità, status a cui pochissimi videogiocatori possono elevarsi (ne abbiamo parlato nel numero 2 di questa rivista). Con un giro d’affari che da solo può definirsi un’industria, cioè circa 6 miliardi di dollari l’anno, il Poker Online è quindi il vero fenomeno dei videogiochi nonostante questa definizione farà storcere il naso a parecchi appassionati di reale divertimento elettronico. Anche se è evidente proprio dalla succitata televisione come le similitudini e l’accostamento tra videogiochi e poker finiscano proprio quando si comincia a fare sul serio. Mentre ad un qualunque torneo di FIFA, infatti, non si scende in campo veramente ma si continua a sfidarsi con un pad in mano (non esiste un passaggio, quindi, dalla simulazione alla realtà), nel poker quando dall’online si arriva all’offline si cambia totalmente dimensione facendo cessare ogni parallelismo, provocatorio o meno, tra due mondi completamente differenti. Protetti da un monitor luminescente, infatti, la nostra espressione sarà sempre quella del giocatore dagli occhi di ghiaccio e senza emozioni. Con le carte in mano non si può più scendere a patti con la propria bravura… e con il proprio portafogli.

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Salute A cura di: Daniele Aprile

Le piante ci salveranno! Bio >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> Daniele Aprile aka DanieleMD

Medico Chirurgo, Counselor Master e specialista in formazione in Psicoterapia Psicodinamica. Cura il blog www.psichesoma.com, primo blog in Italia nella categoria Salute.

Blog: http://www.psichesoma.com

E’ inutile dire che passiamo la maggior parte del nostro tempo chiusi in ufficio o in casa davanti al pc (o Mac che fa più geek). Il problema maggiore? Pochissima aria fresca e pulita sia se lasciamo le finestre chiuse sia se le apriamo (entrano tante sostanze inquinanti dal mondo là fuori). C’è però un modo semplice e anche economico per risolvere il problema: piante da ufficio! Sono tre le piante più efficaci e vi garantisco che si possono trovare in qualsiasi vivaio, in molti fiorai e anche all’ikea e il loro prezzo si aggira sui 5 Euro. In consiglio è quello di comprarne almeno una per ogni tipo di pianta anche se più sono meglio è! Chrysalidocarpus lutescens o Areca: è capace di assorbire sostanze tossiche pericolose come la formaldeide, lo xilene o il toluene e umidifica con efficacia l’ambiente. La coltivazione non è difficile basta fare attenzione alla temperatura, alla luce e all’irrigazione. Per quanto riguarda la temperatura infatti l’Areca cresce regolarmente se tenuta a temperature che variano tra

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i 18 e i 22° C ma sotto i 16 lo sviluppo si arresta e la pianta ne soffre. Va posta in un luogo ben illuminato ma non direttamente alla luce del sole anche se fino a un paio di ore di luce diretta non recano danno. D’estate è possibile spostarla all’esterno ma è fondamentale non esporla ai raggi diretti del sole. Per quanto riguarda l’ irrigazione: dovrete fare molta attenzione ai ristagni o al terreno secco e cercare di mantenere il terreno umido senza che si inzuppati d’acqua. Sansevieria trifasciata o Lingua di Suocera: Le migliori condizioni colturali della S. trifasciata sono una buona luce ma non il sole diretto e una temperatura di coltura mai inferiore ai 10° C. Si adatta alle condizioni climatiche degli appartamenti invernali. Il substrato migliore è una miscela composta da un 50% di buon terriccio da giardino universale unito a sabbia e torba in parti uguali. Attenti alle annaffiature: la Sansevieria non ama l’abbondanza di acqua che dovrà essere somministrata con cadenza mensile durante l’autunno e l’inverno e quindicennale durante la


Epipremnum aureum

Sansevieria trifasciata

primavera e l’estate, ogni 10 giorni nei periodi più caldi dell’anno. Concimatela una volta al mese con un fertilizzante liquido 20-20-20 e rinvasatela a primavera se la nuova vegetazione occupa tutto il vaso o se le radici tendono a fuoriuscire. Pulite le lunghe foglie con un panno umido e mai con i pessimi lucidanti fogliari. Epipremnum aureum o Pothos: va coltivato in un luogo piuttosto luminoso con una temperatura non inferiore ai 17/18 gradi, annaffiature costanti ma non eccessive (il terreno non deve essere zuppo ma non deve neanche asciugarsi del tutto tra un’innaffiatura e l’altra) nel periodo caldo e d’inverno una volta al mese, fertilizzando con un concime per piante verdi una volta ogni 15/20 giorni tra l’inizio della primavera e fine estate. Per farla rinfoltire poi potete spuntare le cime (a Primavera) ma occhio alla linfa che può essere irritante per pelle e mucose causando dermatiti e stomatiti da cui il soprannome “l’Edera del Diavolo“. L’efficacia di queste tre piante è stata testata da Kamal Meattle un cittadino di Nuova Delhi che 17 anni fa

Chrysalidocarpus lutescens

divenne allergico all’aria della sua città, non si arrese e cercò una soluzione per rendere più salubre l’aria del suo ufficio. Le varie prove lo portarono a scegliere queste tre piante e oggi all’interno dei 4.600 metri quadri del Paharpur Business Centre , oltre alle 300 persone che ci lavorano, sono ospitate qualcosa come 1200 piante. I risultati? Notevoli! Il sig. Meattle non ha problemi respiratori ma i vantaggi non sono stati solo per lui, infatti i lavoratori hanno visto diminuire drasticamente disturbi come l’irritazione agli occhi (-52%), le emicranie (-24%), i problemi respiratori (-20%), i danni polmonari (-10/12%) e l’asma (-9%) ed inoltre è stato calcolato un risparmio del 15% di energia per aver fatto a meno dell’aria condizionata negli uffici. Al Paharpur Business Centre sono giustamente orgogliosi di questo loro esperimento e sul loro sito internet è possibile consultare una tabella che riporta il Materiale Particolato Sospeso (SPM) e la CO2 all’interno dell’edificio confrontati con quelli presenti nell’aria di città (inutile dire che non c’è paragone!). Fonti TED - Giardinaggio.it

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Web 2.0 A cura di: Riccardo Mares

Dante, nel sesto girone dell’inferno, presenta così il più intimo “amico” dei golosi: «Cerbero, fiera crudele e diversa, con tre gole caninamente latra sovra la gente che quivi è sommersa.» intendendo chi in vita esagerò in ricchezza, gloria e potenza. Trapassiamo la golosità all’interno del mondo informatico: la rincorsa alla nuova versione del software è un virus che contagia milioni di geek di tutto il mondo. La fretta di avere l’ultimo update e il desiderio di verificare le novità non conoscono tregua. E non parlo da semplice osservatore, ma da protagonista in prima persona. Spesso mi chiedo, e propongo: ho veramente necessità di qualcosa di nuovo? Il software che sto usando manca di qualcosa che mi serve realmente? Se ci spostiamo nel girone di internet le cose si complicano ancora di più. Il concetto stesso di versione tende a morire, verso un concetto di beta, di evoluzione continua. Non c’è più nulla da installare, siamo costantemente protagonisti in prima persona di un prodotto in evoluzione. La golosità questa volta

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si aggrappa con le unghie all’immensa offerta di web application che fanno la medesima cosa. Solitamente parliamo di mashup ovvero di applicazioni che fungono da “pilota” sopra a piattaforme note: Twitter, Facebook, Meemi, Friendfeed, … Twitter, il più semplice dei social, è la piattaforma più limitata. Le sue funzionalità sono pressoché elementari: 140 caratteri, notifica di un utente (@), risposta ad un tweet, messaggi diretti e, prossimamente, retweet (RT). Il resto è fumo, creato meravigliosamente dai mashupper, qualcosa che sta sopra, panna sopra una spettacolare macedonia di fragole, ovviamente duepuntozero. Siamo diventati bulimici di novità. Siamo acidamente golosi di nuovi mashup in grado di presentarci le stesse cose nell’ennesima minima variante. Riprendendo l’esempio di Twitter, molti di voi sicuramente conosceranno (banale ricerca su del.icio.us): twittervision, twistori, twitpic, twitterfeed, twitscoop, hootsuite, dossy, monitter, meteotweet, Friendfeed, twittermap, tweetdeck, tweetmeme, tweetscan, twistory, …


Golosità 2.0 Riccardo Mares aka Merlinox Blog: http://blog.merlinox.com

Bio >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> Lavora presso una azienda software nazionale e si occupa dello sviluppo di un nuovo progetto di gestione contenuti (e siti web), in ambiente Microsoft. La passione per la blogosfera però non si è mai frenata. Decine e decine di progetti sono iniziati, alcuni hanno continuato a vivere, altri sono morti e defunti.

Sono certo che ad alcuni di voi qualcuno è scappato e non lo conoscevate: siete già alla ricerca di cosa è e di come fare a registrarvi, acrimoniosi di non averlo già provato! Ma perché? Cosa dovete fare più che spedire 140 caratteri, rispondere e retwittare qualcosa? Che sia qualcos’altro che ci spinge alla ricerca della novità? In questo nuovo mondo di condivisione continua posso permettermi di affermare che a fianco della golosità informatica è giunta l’invidia 2.0? @Napolux ha provato il nuovo mashup e io no! @Artgatt è un guru su Meemi e io non ci sono nemmeno entrato… no, non lo accetto. Ho trovato una definizione molto bella della parola invidia, che vi riporto, e lascio a voi la traslazione tra 0.0 (i nostri sentimenti) e 2.0: L’invidia è anzitutto un sentimento doloroso, che si impone spesso contro la propria volontà e del quale è difficile liberarsi attraverso riflessioni di tipo razionale. L’invidia comporta infatti sentimenti negativi, che sfiorano il rancore, l’odio, l’ostilità verso chi possiede qualcosa che l’invidioso non ha. L’invidia agisce allora come un meccanismo di difesa, come un tentativo di recuperare la fiducia e la stima di sé stessi, attraverso

la svalutazione di chi ha di più: in termini di fortuna, di successi personali, di possibilità economiche ecc. […] » via psicolinea In attesa delle vostre riflessioni in merito – ahimè io devo continuare a scrivere – in base alla definizione sopra riportata, è nato il tormentone italiano degli ultimi giorni #tweetistonz. Che diavolo è Tweetistonz? Come si fa ad avere l’invito? Cosa vuol dire Tonz? Chi ha ricevuto gli inviti e perché? Mi dai un invito? Come posso diventare anch’io beta? Ma veramente è localizzato e anche noi sfigati italiani possiamo partecipare alla beta ancora prima del lancio? Mi sono iscritto…! I più geek e skillati, quelli che mi conoscono meglio e quelli in prima battuta, hanno capito abbastanza velocemente di cosa si trattasse. Altri invece si sono persi nelle non definizioni della pagina di presentazione. @RudyBandiera si è prodigato in definizioni impossibili senza un senso semantico, mentre il patron @ JuliusDesign si è dedicato addirittura alla creazione di un logo (non glielo ho nemmeno dovuto chiedere). Tweetistonz è una definizione. Ma non di un mashup o di un nuovo sito che aggrega qualcosa. E’ una

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Web 2.0 A cura di: Riccardo Mares

definizione di quello che oggi è il web. Tweetistonz non esiste, allo stesso modo come non ha un significato l’acronimo di tonz “total integrated with newest zones, of communication”, inventato tra una riga e l’altra di codice per esaudire una richiesta di una simpatica follower. E’ bastato solamente coinvolgere qualche pifferaio 2.0, creare una pagina con descrizioni di funzionalità incomprensibili e prolisse – che tanto nessuno legge mai … - e il gioco è stato fatto. In meno di un’ora la pagina era indicizzata e nel giro di una settimana ho contato centinaia di accessi e qualche decina di richieste di iscrizione. Senza contare le richieste di inviti via Twitter, pena di qualche amico coinvolto più o meno volontariamente. Il tutto sfruttando un’onda che da mesi voleva tsunamare il web cambiando come al solito le regole: Google Wave e la caccia all’invito fantasma. Dopo anni ho ripensato alla favola del Pifferaio Magico, una storia tutt’altro che divertente, che nella versione originale è severa e cruda. Il Pifferaio arrivato dal nulla, salva la città dai ratti, ma quando i ratti sono ormai dispersi, il popolo non lo vuole pagare: i ratti tornano e avviene uno scempio.

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Il moderno web 2.0, e soprattutto i suoi componenti, svolgono nella favola il doppio ruolo. Un pifferaio suona il magico strumento e tutti accorrono (o scappano). Non importa che quel pifferaio sia un profilo altamente autoreferenziale o un brand conosciuto: se è famoso, la massa non si porrà nemmeno il problema se è il caso di seguirlo o meno, tanta è la paura di rimanere indietro; peggio ancora la massa non si porrà la questione di che cosa viene proposto. L’altro ruolo è quello di pagare l’obolo. Il pifferaio è il salvatore, e noi ci sentiamo quasi in dovere di pagare quell’obolo temendo di perdere qualcosa, di rischiare qualcosa. Ma siamo realmente circondati da pifferai magici e assaliti da topi? O stiamo vivendo un’epoca che corre troppo, dove noi corriamo troppo, ma forse non abbiamo nessuno così accanito da seguirci con la mannaia? Che sia il caso di riprendere dei ritmi di lentezza, spesso dimenticati? Finché ci pensate io valuto se portare avanti un nuovo mashup: sapete come voglio chiamarlo? ;) ps: chi si è iscritto a Tweetistonz non tema per i propri dati. Prima vi scriverò privatamente per ringraziarvi della collaborazione, poi li rimuoverò.


http://www.liquida.it


Blog A cura di: Daniele Di Gregorio

Siamo Bloggers o Giornalisti? Bio >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> Lavora nel campo dell’Information Technology dal 1995, specializzato nello sviluppo di sistemi informativi per Internet. Cura il blog Ikaro.net localizzato attualmente anche in Brasile. Daniele Di Gregorio aka Ikaro Blog: http://www.ikaro.net

In una recente intervista rilasciata al New York Times il presidente americano Barack Obama ha dichiarato di non riporre fiducia nei blogger, affermando: «Sono preoccupato che la direzione delle news sia la blogosfera: opinioni senza controllo sui fatti, senza collocare le storie in un contesto, con persone che urlano una contro l'altra, prive di comprensione reciproca». Anche in casa nostra non mancano tentativi di regolamentazione più o meno goffi, atti ad equiparare le responsabilità dei bloggers a quelle dei direttori editoriali in quanto parte attiva nell'informazione fornita ai cittadini, e ad innescare procedimenti di natura amministrativa (se non addirittura penale) ai trasgressori. La logica conseguenza di queste iniziative è una comprensibilissima autocensura che viene innescata nel blogger che scrive, il quale dovrà saggiamente eliminare a priori il rischio di grane legali evitando di esprimere opinioni in qualche modo strumentalizzabili. Questa autoinibizione indotta nei bloggers non è il semplice effetto collaterale di una iniziativa dovuta e necessaria, ma costituisce l'obiettivo che si vuol perseguire.

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Nei media tradizionali (Tv, radio, giornali) il filtro informativo che determina l'affidabilità delle notizie sta a monte, in quanto le informazioni vengono vagliate, verificate ed opportunamente confezionate al fine di essere recepite nella maniera più opportuna. Il giornalista stesso che origina questo flusso è il frutto di un ciclo formativo e professionale ben preciso. Pertanto le informazioni che fuoriescono dal Mainstream sono considerate affidabili in quanto già vagliate, verificate ed opportunamente impacchettate. La mente del cittadino non deve far altro che assorbirle. In rete, aimè o per fortuna, non è affatto così. Gli utenti che si informano tramite internet e media sociali tendono ad acquisire molti pezzetti di informazione in merito ad uno stesso evento al fine di correlarli tra loro per costruirsi nella mente una ipotesi di veridicità. L'idea di affidabilità in rete non è tanto nella notizia in sé o nell'autorevolezza della fonte quanto nella rete di correlazione che l'utente si è costruito da solo usando le informazioni acquisite. In questo contesto tutto è utile poiché qualsiasi informazione (affidabile, dubbia o palesemente scorretta) potrebbe


costituire per far

il nodo di correlazione fondamentale trasparire una inoppugnabile verità.

Esprimendo il concetto in maniera più semplice potremmo dire che nei media tradizionali l'affidabilità delle notizie è nella bocca di chi parla, mentre in rete è nelle orecchie di chi ascolta. I bloggers non sono giornalisti e molti di loro non vogliono neanche esserlo. La stragrande maggioranza è costituita da semplici cittadini che utilizzano uno strumento (il blog, appunto) per condividere opinioni, idee e pensieri: è il meccanismo di condivisione planetario ed istantaneo che ha determinato la nascita di un nuovo modello di informazione che si basa proprio su questi frammenti informativi virali, impazziti ed a volte poco affidabili se presi singolarmente. Lo stesso pericolo di diffamazioni facili sventolato per giustificare iniziative giuridiche di natura repressiva e intimidatoria fa fatica a stare in piedi per una ragione semplicissima: esiste già una legge in vigore a prescindere da internet e dalla rete che tutela i

cittadini da tale pericolo, l'Art. 595 cp: «Chiunque ... comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a lire due milioni....» e se avessi ancora qualche dubbio posso rassicurarti con la condanna (discutibilissima) imputata nel 2008 ad un blogger per diffamazione a mezzo blog: Carlo Ruta. E qui arriviamo al nodo cruciale: se il concetto di affidabilità delle informazioni passa dalla fonte al fruitore il potere di persuasione di massa che hanno avuto in mano sino ad ora industria, finanza e politica per alterare la percezione della realtà viene meno, e la storia ci insegna che ogni grande cambiamento viene accompagnato da grandi sussulti. Il vero grande problema semmai (fattomi presente proprio da un amico giornalista e noto blogger) è costituito dal fatto che non tutti i cittadini hanno la possibilità di attingere alla rete, vuoi per il digital divide tecnologico, vuoi per una sorta di digital divide culturale presente nel nostro paese nel quale internet cresce a fatica rispetto agli altri paesi europei. Ma questa è un'altra storia....

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Eventi A cura di: Francesco Gavello

BlogFest 2009 Bio >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

Francesco Gavello

Torinese, 26 anni, web designer (e non solo). Scrive di blog marketing, web e blogosfera. Pensa che bloggare è una delle cose migliori che si possa fare se si ha qualcosa di interessante da dire al mondo.

Blog: http://www.francescogavello.it

Mi è stato chiesto di scrivere un articolo in grado di raccontare agli assenti cosa sia successo e cosa si sia fatto alla Blogfest 2009 di Riva del Garda.

vento ma nessuno ne fa una tragedia. La città scongiura lo spauracchio di una nuova tromba d’aria ed è baciata dal bel tempo per tutti e tre i giorni della festa.

Purtroppo, so già che non ci riuscirò.

Primo giorno

Sintetizzare un’esperienza così sfaccettata come il principale raduno italiano di blogger (e curiosi del web) è un tentativo vano in partenza. Chiedi a dieci blogger di raccontarti cosa hanno vissuto in quel di Riva e ciascuno di loro ti racconterà un’esperienza diversa.

Alla Blogfest è possibile accreditarsi a ciclo continuo (io l’ho fatto alle 20:30 di venerdì) semplicemente recandosi all’adeguato punto accoglienza allestito presso la Vecchia Stazione (effettivamente, è una vecchia stazione).

Quindi ho decido che punterò a tutt’altro.

Saluto, compilo un breve questionario su chi sono e perché sono qui e ricevo in dono badge, guide della città, programma, mappa degli eventi più qualche gadget e spilletta sul progetto Luna e i Poken.

Cercherò di trasmetterti alcune delle sensazioni che avresti potuto provare nei tre giorni di questo fantastico raduno, barcamp, “gita di classe della rete”.

Riva del Garda

Per la mia ragazza, che desiderava dare uno sguardo alla Riva del Garda più artistica, le mappe turistiche sono state una piacevole sorpresa.

La Blogfest, al via della sua seconda edizione, mantiene Riva del Garda -l’intera città di Riva del Garda- come location designata.

Di fronte alla Vecchia Stazione, si erge il PalaMeeting. Ahh, il PalaMeeting.

Muoversi per la città è di un piacere difficilmente descrivibile per chi come me arrivi dall’affollata Torino. Tutti gli eventi in programma sono facilmente raggiungibili a piedi e si trovano intorno, quando non direttamente dentro, al centro storico. Arrivare da Torino, dicevo, è un po’ come ritrovare un pezzo d’estate, con turisti (tedeschi) che affollano la città e temperature davvero invidiabili. Tira un po’ di

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Cos’è il PalaMeeting? È il fulcro della festa; l’HUB, per così dire. Quello che oramai abbiamo imparato a vedere fotografato in tutti gli account Flickr dei partecipanti. Al suo interno trovano posto i punti ristoro (il Proxy Bar, il Paninno_r, il Gambero Troll e il Beppe Grill), la postazione delle interviste doppie di PocaCola e Ninna e il photoset di Organirama. C’è anche la redazione di


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Eventi A cura di: Francesco Gavello

Liquida intenta a fornire copertura live agli eventi e il punto assistenza del progetto Luna. E c’è anche naturalmente la zona relax composta dai tanto apprezzati cuscini giganti FATBOY. Cuscini da “aggregare l’un l’altro” in puro spirito social (che tradotto significa: “Non stai seguendo un camp? Prendi il tuo cuscino e spaparanziamoci da qualche parte a chiacchierare fino a tardi”). Ammetto di aver fatto uso massiccio di questo tendone durante i tre giorni della festa; questo era d’altronde l’unico punto amico dove fosse sempre facilmente reperibile un allaccio alla rete elettrica (sotto forma di decine di ciabatte sparpagliate in ogni dove). La Blogfest apre le danze dalle 17:00 di venerdì 2 Ottobre, con due eventi quasi sovrapposti. Uno è l’incontro con Franco Barnabè, AD di Telecom Italia, sullo stato della blogosfera italiana, l’altro il barcamp “ÈmortoilBarcamp”. Entrambi avvengono a pochi passi l’uno dall’altro. Il primo alla Rocca, un suggestivo museo il cui cortile interno viene dedicato agli interventi sul palco e proiezioni. Il secondo prende luogo subito fuori le mura della struttura, oltre il pontile (si, La rocca è lambita dall’acqua del lago sui tre lati) nella piazza antistante. Com’è andata? Il primo un successo (trasmesso in diretta su Liquida), il secondo totalmente deserto. Qualcuno vede in questa diserzione una conferma che il barcamp sia morto, altri come una conferma che il barcamp non sia mai stato meglio. Sarà. Io mi limito ad osservare come, a meno di non aver preso una giornata di ferie, raggiungere Riva per quell’ora non fosse esattamente semplice, e anche chi avesse deciso di regalarsi una mezza giornata di relax, sarebbe comunque stato per quell’ora ancora immerso nel traffico o alla ricerca del proprio hotel (come me, del resto). La serata prosegue con la proiezione, sempre alla Rocca, della sit-com web “The Guild”, piacevolissima sorpresa per il sottoscritto che ne è già diventato uno spudoratissimo fan. Segue la puntata musical di Buffy

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The Vampire Slayer. La giornata si conclude, per così dire, con il ritorno al PalaMeeting, dove i più raccattano il loro amabile cuscinone, fanno gruppo compatto e si gustano la diretta notturna (nonché abilmente anticipata di un giorno) di Sabato Notte con Gianluca Neri, Matteo Bordone e Simone Tolomelli. Fino a che il sonno non sopraggiunge e si rientra in hotel puntando con una mano la sveglia e con l’altra pubblicando sul blog qualche foto della giornata.

Secondo giorno La giornata che segue è senza dubbio quella più carica di eventi. Due i barcamp che prendono il via in contemporanea: il PhotoCamp in Galleria San Giuseppe e la WordPressFest di Piazza Battisti (antistante la Rocca e già sede del “ÈmortoilCamp”). Al PhotoCamp si parla di finzione nella fotografia, di bufale e fotomontaggi. Si parla di tecniche fotografiche e di Photoblog. Sul lungolago la WordPressFest si difende egregiamente, considerando il target molto meno tecnico del solito, dove curiosi e non si alternano ascoltando gli interventi video registrati a rotazione e scambiando alcune domande con il sempre presente Wolly. Apre la giornata anche lo YogaCamp, su una stupenda area verde antistante La Rocca (il Parco della Rocca) dove “Yoga 4 Geek” promette di scuotere dal torpore (mattutino e non) i blogger presenti. Sarà questo un evento ripetuto più volte durante la giornata. E a cui io, sonnolente e provato da una ricca colazione, non ho partecipato. Mea culpa. All’interno invece della Rocca, ancora la presentazione del progetto Luna. Lo sapevi? Riva del Garda è una delle poche città italiane interamente coperte da rete wifi gratuita. All’incontro viene presentato il servizio di georeferenziazione pensato per la Blogfest in corso e della relativa applicazione per dispositivi mobili. Tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio prendono il via i due Eroticamp: versione soft “Gli uomini vengono da Facebook, le donne da Twitter” e versione hard:


I vincitori dei Macchianera Blog Awards 2009 Miglior Blog 2009 Blogger dell’anno 2009 Blog Rivelazione Migliore Community Miglior Blog di opinione Miglior Blog collettivo Miglior Blog giornalistico Miglior Blog tecnico Miglior Blog televisivo Miglior Blog food & wine Miglior Blog di un VIP Blog con la migliore grafica Miglior Blog cinematografico Miglior Blog erotico Miglior Blog musicale Miglior Blog letterario Miglior disegnatore Miglior Photoblog Miglior podcast-trasmissione radio Miglior servizio per i blog Miglior Blog mobile Cattivo più temibile della blogosfera Miglior Blog andato a puttane Miglior Blog sui motori Miglior Blog di cazzeggio gratuito Post dell’anno

Spinoza Paul The Wine Guy L’AnteFatto Spinoza Voglio Scendere Spinoza Piovono Rane Il Disinformatico TvBlog Un tocco di zenzero Voglio Scendere Coreingrapho Cineblog Pensieri senza mutandine RadioNation Come diventare il mio cane L’Orso ciccione Voglia di terra RadioNation Wordpress Italy Repubblica.it Le Malvestite Beppe Grillo Autoblog Uccidi un grissino: salverai un tonno 19 marzo, la festa di mio papà

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Eventi A cura di: Francesco Gavello

“Non pensare a cosa l’eros può fare per te, pensa a cosa tu puoi fare per l’eros”. I due camp sono, insieme al FoodCamp del giorno dopo, i più affollati in assoluto e riescono a raccogliere fino a 400 euro di donazioni a favore della Lila (la Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS). Complimenti ragazzi. Nel pomeriggio, la sovrapposizione tra i diversi barcamp inizia a farsi problematica. L’idea di rendere alcuni eventi permanenti per l’intera giornata è ovviamente una scelta azzeccata (non si potrebbe fare altrimenti, salvo occupare Riva del Garda per una settimana), ma costringe inevitabilmente i presenti a saltare da un camp all’altro per seguire i propri talk preferiti. Poco male, la giornata regge e la compagnia non manca. In un turbinio di orari e di locations, alla Rocca prende il via appena dopo le 17:00 anche la Twitterence, ovvero una conferenza in 140 parole in cui contatori “umani” cercano di moderare gli interventi di Paolo Ainio (Banzai), Luca Colombo (Microsoft), Alessandro Gilioli (l’Espresso), Massimo Mantellini (blogger), Salvo Mizzi (Telecom Italia), Alberto Puliafito (IK Produzioni) e Stefano Rocco (Wired.it). Parecchio difficile per i suddetti contatori umani arginare i botta e risposta ai limiti prestabiliti. Un forma da migliorare ma che risulta comunque piacevole da seguire. Manca forse di una maggiore interazione con chi non si trova sul palco.

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E così, cercando di trarre il massimo dai tanti eventi interessanti, scorre la giornata di sabato. Riva del Garda è un grande parco giochi dove tutti (o quasi) sembrano conoscersi, e il PalaMeeting richiama sempre più alla mente il concetto “casa dolce casa”. Culmine della giornata la tanto attesa premiazione dei MacchiaNera Blog Awards nella già testata e suggestiva sede della Rocca e preceduta da una proiezione dell’ottimo (quanto inedito per l’Italia) Dr. Horrible Sing Along Blog. Ok lo ammetto, sono diventato fan anche di questo! :D Se sei curioso puoi trovare l’elenco dei vincitori degli MBA nella pagina a lato. Al di là delle inevitabili polemiche, quella che si è potuta respirare è stata un’atmosfera semplicemente stupenda, fatta di persone che seppur a volte in maniera diametralmente opposta condividono comunque la stessa, grande, passione per i blog. E comunque ho mentito. No, il culmine della giornata non sono stati gli MBA. Il culmine della giornata è stato tutto ciò che è successo subito dopo dietro al PalaMeeting, con il dj-set di Fabio De Luca ad animare la nottata. Animare almeno sino alle 3, quando sembra siano arrivati i carabinieri a chiudere i rubinetti della musica che, citando @khenzo in un thread su FriendFeed, teneva sveglio anche il nonno di Heidi sui monti.


Terzo giorno Orde di blogger svegliati a tradimento e tenuti in piedi dalla loro stessa forza di volontà si aggirano sonnacchiosi per Piazza Battisti e Parco Lido (già sede del dj-set) per seguire rispettivamente il TodoCamp e il MomCamp. Ovvero, gli ultimi due barcamp della Blogfest 2009. La festa cala il sipario alle 14:00 quindi giocoforza entrambi i camp partono (ancora una volta) in contemporanea. Non nego di aver preferito seguire il TodoCamp, giusto per poter diventare un adepto della Pomorodo Technique presentata da Sara Maternini. Fonti certe (compreso me medesimo che una tardiva capatina è riuscito a farla) mi dicono che anche il MomCamp non abbia disatteso le promesse.

in Riva del Garda qualcosa da portare con sé nei mesi futuri: il luogo, le persone, i nuovi contatti, una foto speciale, un talk da ricordare. Fosse anche solo il bel tempo. Non so se dovrei credere a chi dice che la Blogfest sia stata un parziale fallimento in quanto a contenuti. Non so nemmeno se fidarmi di chi racconta che i barcamp sono morti e che alla gente non interessano più come formato. Forse sarebbe una maniera troppo semplicistica di affrontare l’intera questione. No, quello che so è che i blogger sono persone socievoli, simpatiche, brillanti. Lo dimostrano ogni qual volta glie ne si dà l’occasione. Lo hanno dimostrato a Riva del Garda.

E ancora, contemporaneamente a tutto questo Gianluca Neri e Roberto Grassilli, verso metà mattinata, si trovano a raccontare a ruota libera ne “La storia siamo noi, nessuno si senta offline” i principali episodi che hanno cambiato il modo di intendere il web nel cortile della Rocca. Terminati i camp cominciano i primi saluti. I tendoni si svuotano, i cuscini si abbandonano al loro destino. Cosa ti rimane di una festa così?

Della mia Blogfest mi rimane la serata della premiazione agli MBA, twittando live ciò che accadeva sul palco e seguendo a tre occhi monitor, persone intorno a me e gente sul palco.

Già, cosa mi rimane?

Mi rimangono un sacco di bei momenti che non mi fanno pensare ad altro, guardando al passato, se non alla data della prossima Blogfest. E congratulazioni a Gianluca Neri e a tutto lo staff per l’immane lavoro svolto.

Di come la Blogfest sia stata piacevole e proficua hanno già scritto in molti. Probabilmente ognuno ha trovato

Mi rimangono le chiacchierate fino a tarda notte di venerdì e sabato. Mi rimangono i cuscinoni sui quali sapevi come ti sedevi e non come riuscivi a rialzarti (se non perdendo diversi livelli di dignità).

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Speciale A cura di: Andrea Giuliodori

Diventare un Blogger efficace Bio >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> Andrea ha 27 anni, lavora a Milano per una multinazionale della consulenza direzionale ed è l’autore del Blog EfficaceMente, Il blog italiano sulla crescita personale, la produttività e la motivazione. Andrea Giuliodori Blog: http://efficacemente.com

Il Getting Things Done in pillole Il Getting Things Done, abbreviato in GTD, è un famoso sistema di produttività personale ed il titolo del best seller di David Allen, noto consulente organizzativo statunitense. Venduto in milioni di copie e tradotto in decine di lingue (Detto fatto! in italiano), il libro Getting Things Done ruota intorno ad una promessa: come ti sentiresti se riuscissi a liberare completamente la tua mente dagli impegni massimizzando la tua produttività e minimizzando lo stress? Questa è la promessa del sistema GTD, l'arte della produttività senza stress. Ma vediamone il funzionamento nei dettagli. Al cuore del sistema GTD c'è il cosidetto workflow («flusso di lavoro»), composto da cinque fasi ben definite:

1. Raccogli Come prima cosa devi imparare a liberare la tua mente da tutti gli impegni e le attività quotidiane. Utilizza dei contenitori, reali o digitali, per raccogliere tutto ciò che intasa i tuoi pensieri: un foglio di carta, un file di testo, la tua e-mail, un registratore vocale, etc; parleremo dei migliori strumenti per raccogliere le tue idee più avanti: ora immagina solamente di svuotare la

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tua «RAM» mentale e trasferire il tutto nei tuoi harddisk/contenitori. Meno contenitori riuscirai ad utilizzare e maggiore sarà la tua produttività, l'importante è che tu riesca a processare ed organizzare questi contenitori in modo regolare, evitando che si trasformino in cimiteri di idee.

2. Processa Abituati a processare i tuoi «contenitori» regolarmente. Per farlo in modo efficace, Allen suggerisce di seguire una procedura molto precisa: 1. Inizia dal primo elemento (e fino a qui, non avevamo bisogno del Guru americano!). 2. Concentrati su un elemento alla volta. 3. Prendi sempre una decisione, non procrastinare rimettendo l'elemento nel tuo contenitore. 4. Se l'elemento che stai analizzando (e-mail, appunto, nota, idea) richiede un'azione: 4.1 completala immediatamente se hai bisogno di un paio di minuti o meno;


4.2 delegala; 4.3 programmala per il futuro. 5. Se l'elemento che stai analizzando non richiede un'azione: 5.1 archivialo; 5.2 eliminalo. La regola dei due minuti è la più interessante di tutta la procedura. Completare immediatamente le attività da due minuti ti aiuta a dare un ritmo diverso alle tue giornate, rendendole da subito più produttive. Ma vediamo ora cosa fare con gli elementi di cui non riesci a liberarti immediatamente.

3. Organizza Allen consiglia di organizzare tutto ciò che non può essere processato in meno di due minuti in quattro liste: 1. La lista «progetti». Nell'istante stesso in cui stai leggendo questo articolo, sono pronto a scommettere che hai tra i 10 ed i 20 progetti in ballo. Nella concezione di Allen, un progetto è qualsiasi isieme più o meno complesso di attività elementari. Alcuni esempi di progetti sono: scrivere un articolo per il tuo blog, organizzare la partitella di calcetto con gli amici, preparare un esame universitario, etc. E' importante avere una lista sempre aggiornata di tutti i tuoi progetti in ballo; sapere esattamente in cosa sei impegnato ti libera da quell'ansia strisciante di chi sa di essere incasinato ma non sa quanto!

2. La lista «prossime azioni». Immagina di dover preparare un nuovo articolo per il tuo blog: quali sono le attività necessarie per completarlo? Trovare un argomento di cui parlare, inventare un titolo, consultare delle fonti, definire una scaletta, etc. Ogni progetto è fatto di decine se non centinaia di piccole attività, ma esisterà sempre e soltanto una attività da cui iniziare

o riprendere. Scrivi nella lista delle «prossime azioni» questa singola attività, una per ognuno dei tuoi progetti presenti nella «lista dei progetti». In questo modo saprai sempre qual'è la prossima azione da fare per portare avanti i tuoi lavori. 3. La lista «in attesa». Se hai deciso di delegare alcune delle tue attività o devi attendere che si verifichi un particolare evento prima di continuare il tuo progetto, hai bisogno di tener traccia di questi elementi. Utilizza la lista «in attesa» per inserire i reminder di queste attività e poi... dimenticatene: sarà il tuo sistema a ricordarteli al momento opportuno. 4. La lista «chissà». Quante volte ti è capitato di avere un'idea brillante o di leggere un articolo interessante e volerne tenere traccia in qualche modo. La lista «chissà» serve a raccogliere tutti quelle idee, progetti o informazioni che riteniamo di valore, ma di cui non abbiamo ancora deciso cosa fare.

4. Riesamina Le liste di cui ti ho parlato possono aiutarti ad accrescere la produttività, ma diventano inutili se non impari a riesaminarle regolarmente. Alcune liste, come quella delle «prossime azioni» o delle attività «in attesa», andrebbero riesaminate e aggiornate quotidianamente. Al contrario per la lista dei «progetti» e la lista «chissà» un aggiornamento settimanale è più che sufficiente per avere il pieno controllo del tuo nuovo sistema di produttività personale

5. Fai Last but not least... fai. Non c'è sistema di produttività personale che tenga senza questa fase. Il «fare» è alla base della nostra efficacia personale: puoi utilizzare i gadget di ultima generazione o seguire alla lettera i dettami del GTD, ma senza il «fare» i tuoi progetti continueranno a rimanere parole su carta o... word. Più riuscirai a creare un sistema semplice, immediato e divertente e più semplice diventerà completare le tue attività e raggiungere i tuoi obiettivi.

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Speciale A cura di: Andrea Giuliodori

All'interno del libro di David Allen vengono descritti nei dettagli tutti gli elementi e gli strumenti necessari per creare un sistema GTD completo, ma il vero cuore del sistema rimangono le cinque fasi per organizzare il tuo flusso di lavoro: raccogli, processa, organizza, riesamina, fai. Come appassionato di tematiche di produttività personale e blogger ho trovato naturale adottare un sistema GTD per mantenere e sviluppare la mia piccola creatura digitale. Di seguito troverai le soluzioni che ho adottato, ma prima vediamo perchè un blogger dovrebbe utilizzare questo sistema.

Perché un blogger ha bisogno di un sistema come il GTD? Se sei un blogger scommetto che hai già trovato una risposta. I nuovi post da pubblicare, l'articolo per Blog Magazine da completare (ehm...), i commenti a cui rispondere, le nuove idee da sviluppare, i plugin da sistemare, i backup da non scordare... time out!!!

partecipare attivamente nella blogosfera. Insomma aumentare la nostra produttività personale ci permette di gestire in modo efficiente la routine, liberando tempo prezioso per la nostra creatività.

Lettore: si vabbè, potremmo anche provarlo questo «Gettin Fics Dan», ma devi darmi qualche dritta pratica per implementarlo: le cinque fasi «raccogli, processa, organizza, riesamina e fai» significano tutto e non significano un gatto!

Hai ragione: è arrivato il momento di parlare dei tools per implementare il sistema GTD perfetto per blogger.

I migliori tools GTD per bloggers Sai cosa hanno in comune un blogger ed il sistema GTD? Il web 2.0. Eh già, proprio lui: l'onnipresente web 2.0!

Il blogging può essere una passione decisamente impegnativa e senza un sistema per organizzare le tue attività, rischi di scoraggiarti ancor prima di veder crescere il tuo progetto digitale.

Il GTD nasce, nelle intenzioni del suo creatore David Allen, come un sistema prettamente cartaceo: all'interno del libro si sente continuamente parlare di archivi, agende ed etichette. Negli ultimi anni tuttavia sono state sviluppate ottime webapp e software integrati con internet che sembrano dei vestiti su misura per implementare un sistema GTD digitale.

Lettore: ma non trovi che il GTD sia un «tantino» complesso per un semplice blogger? Insomma, scrivo articoli, non sto mica pianificando una missione su marte!

Grazie a queste applicazioni web potrai implementare un sistema GTD completo utilizzando gli stessi «ferri del mestiere» del blogger. Vediamo insieme questi «contenitori digitali» di attività e non solo.

Molti detrattori hanno definito il GTD: inutilmente complicato, antiquato (il libro risale al 2002) e troppo rigido. Come dargli torto?! Ma tu te lo immagini un blogger italiano che adotta un sistema come il GTD per creare la sua «arte»?! Fantascienza!

Remember the Milk

Eppure essere più produttivo come blogger significa: riuscire a pubblicare con costanza, riuscire ad avere un contatto diretto con i propri lettori, riuscire a

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Remember The Milk, letteralmente «ricordati il latte», è una delle più note webapp per la gestione della propria to-do list. Grazie ad un design accattivante e alla praticità d'uso, attualmente Remember The Milk (RTM) è utilizzata da più di 1.5 milioni di utenti in tutto il mondo.


L'utilizzo avanzato di AJAX, l'implementazione dei tasti di scelta rapida e il supporto di google gears, fanno di RTM un sito molto simile ad una vera e propria applicazione desktop. Lettore: ok, mi hai incuriosito... ma come funziona?! Una volta conclusa l'iscrizione gratuita avrai accesso al tuo account Remember The Milk. Completato il login la prima pagina a cui accederai si chiama «Panoramica» e ti permette di visualizzare in un solo colpo d'occhio tutte le attività previste per oggi e domani. Cliccando su agenda settimanale potrai avere la lista di attività per tutta la settimana in un comodo formato per la stampa. Clicca sul pulsante «Vai alle attività» ed avrai accesso alla sezione «Attività», che ti permette di gestire tutte le tue liste di cose da fare. Ogni attività ha un piccolo box alla sua sinistra, selezionandolo potrai segnare l'attività come completata, procrastinarla, modificarne la scadenza, la priorità o le etichette (tag) associate. Selezionando più attività potrai apportare facilmente modifiche multiple. L'inserimento di nuove attività è ancora più semplice ed immediato. Grazie alla nuova feature denominata «smart add», potrai inserire il nome dell'attività, la sua scadenza, la sua priorità ed altri dettagli scrivendo una semplice riga di testo. Ecco un esempio: «scrivi articolo #EfficaceMente»

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^domani

21:00

potrai creare tutte le liste di cui hai bisogno. Cliccando su «Impostazioni» in alto a destra e poi sulla tab liste. Potrai aggiugere, archiviare o eliminare tutte le liste che desideri. Non solo, come per le playlist smart di iTunes, puoi creare delle «smart list» di attività che soddisfano specifici criteri, ecco alcuni esempi: una smart list con tutte le attività che hanno lo stesso tag, una smart list per le attività ad alta priorità che scadono questa settimana, etc. Le combinazioni sono praticamente infinite. Lettore: liste?! ho già sentito parlare di liste in questo articolo... stai a vedere che... Un'altra utile funzione di Remember The Milk sono i promemoria. RTM supporta promemoria tramite e-mail, notifiche push su iPhone, sms su cellulare (doh! in Italia non funziona), messaggi sul tuo client di Istant Messaging preferito (Msn, Icq, Skype, Gtalk, etc.). Grazie ad RTM non dimenticherai mai un'attività importante. Lettore: uhm... le funzionalità non gli mancano a questo «Remember De Minch», ma come faccio ad utilizzarlo con il sistema GTD?!

Utilizzare Remember The Milk con il sistema GTD La flessibilità di RTM ti permette di creare il sistema GTD ideale. Ricordi la procedura della fase «Processa»? Come no?! ;-)

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Lettore: ma che cavolo è?! svizzero arcaico?!

Beh... puoi utilizzare Remember The Milk per raccogliere tutti gli elementi che richiedono un'azione e che non puoi completare in meno di 2 minuti. Ma vediamo come organizzare le tue attività all'interno di RTM.

Inserendo questo testo verrà creata l'attività «scrivi articolo BlogMagazine», con scadenza domani alle 21:00, priorità 1, e tag «EfficaceMente» (che in questo caso identifica il progetto). Ma vediamo ora le liste.

Ogni volta che inserisci una nuova attività, oltre ad indicare scadenza e priorità, associale queste etichette o tag:

Oltre ad aggiungere attività alla lista predefinita (Inbox),

1. «nome del progetto». Utilizza un nome breve per

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Speciale A cura di: Andrea Giuliodori

identificare il progetto a cui appartiene l'attività (es. «blog») 2. «pa». Utilizza questo tag se l'attività è una «prossima azione», ovvera la prima azione che devi compiere per portare avanti il tuo progetto. 3. «ia». Utilizza questa etichetta se per completare questa attività sei «in attesa» di qualcuno o di qualcosa (utilizza il campo note dell'attività per aggiungere dettagli. Grazie ai tag associati ad ogni attività potrai creare in automatico delle «smart list» ed implementare un sistema GTD con i fiocchi. Per creare una smart list ti è sufficiente utilizzare la funzione di ricerca in alto a destra, definire i criteri della ricerca tra le opzioni avanzate e salvare la ricerca effettuata. Ecco le liste GTD che puoi creare con Remember The Milk: 1. crea una lista per ogni progetto. Clicca sul tag del progetto all'interno della tag cloud e salva la lista utilizzando la funzione sotto il box ricerca. 2. crea una lista delle «prossime azioni». Clicca sul tag «pa» e salva la lista. Questa lista conterrà la prima azione da fare per ognuno dei tuoi progetti: e non venirmi a raccontare che non sai cosa fare ora!

GTD attraverso Remember The Milk. Non male vero? Lettore: si ok, posso utilizzare Remember The Milk per tutte le attività del mio blog: fai backup, scrivi articolo, intervista JuliusDesign, conquista il mondo, etc. etc. Ma come la mettiamo per tutti quegli elementi a cui non posso collegare un'attività. Ti faccio un esempio: leggo un articolo che mi piace e di cui voglio parlare nel mio blog, cosa posso utilizzare per archiviarlo e recuperarlo in futuro?

Evernote La nostra vita è molto più di singole attività da completare: immagini, suoni, parole, ricordi, idee; ogni giorno entriamo in contatto con centinaia di informazioni e come blogger dobbiamo poter raccogliere ed archiviare tutti gli stimoli che incrociano il nostro percorso. Evernote è proprio questo: l'archivio digitale perfetto. Grazie ad Evernote potrai catturare ed organizzare note, pagine web, immagini, biglietti da visita, registrazioni audio, e qualsiasi cosa tu veda o riesca ad immaginare. Iscrivendoti all'interno del sito di Evernote potrai accedere al tuo archivio digitale da qualsiasi piattaforma: 1. Grazie all'applicativo Evernote su Windows o Mac

3. crea una lista delle attività «in attesa». Clicca sul tag «ia» e salva la lista. Scorrendo rapidamente questa lista saprai sempre per quali attività attendi una risposta. 4. crea una lista delle attività «chissà». Vai sul box ricerca e digita il comando «due:never». In questa lista saranno raccolte tutte le attività per le quali non hai ancora individuato una scadenza, ovvero le famose attività «chissà». Se l'impostazione iniziale appare un po' laboriosa, una volta operativo, ti basteranno tre semplici tag («nome progetto», «pa», «ia») per gestire l'intero sistema

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2. Utilizzando la webapp di Evernote. 3. Con il tuo iPhone, BlackBerry o palmare Windows Mobile. Non importa con quale strumento prendi le tue note, le avrai sempre a disposizione su qualsiasi piattaforma. Lettore: si, non male, ma se il mio archivio digitale inizia a crescere, come cavolo faccio a ritrovare velocemente l'appunto o l'immagine di cui ho bisogno?!


Evernote è equipaggiato con un sofisticato motore di ricerca interno che ti permette di cercare le tue note in base al loro titolo, al testo interno o ai tag che hai associato. Non sei soddisfatto? Evernote ti permette di cercare del testo anche all'interno delle immagini: puoi ad esempio fotografare la copertina di un libro con il tuo iPhone, ricercare il titolo tra le tue note e... puf! ecco la copertina. Lettore: ah però! ma scusami... cosa ci azzecca Evernote con il GTD e con il blogging?

Utilizzare Evernote con il sistema GTD Ricordi la famosa procedura? Abbiamo visto come Remember The Milk ti permetta di raccogliere ed organizzare tutti gli elementi che richiedono un'azione. Evernote è il perfetto complemento per RTM, infatti ti permette di raccogliere, organizzare ed archiviare tutti quegli elementi che non richiedono un'azione (es. note, appunti, articoli, testi, immagini, etc.).

recuperare tutto il materiale di interesse in un paio di clic. 3. Crea un diario intitolato «Archivio». Non ha senso creare un diario per ogni progetto che segui. Crea un unico diario, diverso dal diario «Imbox», e chiamalo «Archivio». Utilizzerai l'Archivio per raccogliere tutte le note processate e ben organizzate per progetto grazie ai tag. 4. Crea un diario «Chissà». Non tutto il materiale interessante può essere incasellato all'interno di un progetto corrente o futuro. Utilizza il diario «Chissà» per raccogliere tutte quelle note che non vuoi perdere, ma non sai esattamente come utilizzare nell'immediato presente. Tre diari, un tag per ogni progetto ed il sistema di archiviazione GTD + Evernote è servito. Semplice vero?

Evernote, GTD e blogging

Una volta installato Evernote su Pc o Mac non ti rimane che impostarlo al meglio per rispettare i dettami di David Allen:

Non sei ancora convinto che Evernote ed il sistema GTD possano aiutarti a bloggare? Ecco alcuni esempi pratici:

1. Crea un diario intitolato «Inbox» ed utilizzalo come diario principale. In questo diario confluiranno automaticamente tutte le note che prenderai con il tuo dispositivo mobile o utilizzando il web clipper, lo strumento di Evernote che ti permette di catturare porzioni di siti o intere pagine web. Processa regolarmente le note all'interno del tuo diario «Inbox» e decidi se puoi trasformarle in azioni, archiviarle per il futuro o eliminarle.

1. Usa evernote ed il tag «twitter» per raccogliere i tuoi prossimi tweets.

2. Associa un tag con il nome del progetto ad ogni nota. Ti ricorda nulla questo passaggio? Se navigando in rete hai trovato un testo da citare per il tuo prossimo articolo, catturalo con il web clipper e associagli il tag «blog». Impara ad associare un tag «progetto» ad ogni nota: ogni volta che riesamini i tuoi progetti potrai

2. Salva le immagini dei tuoi prossimi post in Evernote 3. Scrivi il piano strategico del tuo blog e riesaminalo periodicamente. 4. Salva, confronta ed aggiorna le statistiche del tuo blog. 5. Utilizza il diario «Chissà» per raccogliere tutte le idee per le nuove iniziative del tuo blog: un e-book, un guest post, una nuova sezione.

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Speciale A cura di: Andrea Giuliodori

6. Usa il web-clipper per salvare tutte le pagine web che catturano la tua attenzione. 7. Usa lo strumento per gli screenshot per fare review di software o siti. Lettore: Remember The Milk ed Evernote mi piacciono, non sono male, eppure questo sistema è ancora incompleto. Manca qualcosa.. non saprei bene cosa, ma non mi hai ancora convinto. Ah ecco! Con i file come la mettiamo?!?

sito. Archiviando regolarmente una copia dei file del blog e dei database wordpress su Dropbox ho potuto ripristinare il blog in pochi minuti, anche senza il computer di casa a disposizione.

Hai sovrascritto un file importante e non riesci a recuperare la vecchia versione? Nessun problema, Dropbox mantiene per te le versioni degli ultimi 30 giorni di ogni file presente nella cartella del programma: ti lascio solo immaginare quanto tempo mi abbia fatto risparmiare questa opzione.

Dropbox Per completare il sistema GTD digitale per bloggers ti propongo un'ultima applicazione gratuita: Dropbox.

Insomma Dropbox è il tassello mancante per creare il tuo sistema GTD digitale e ti permette di liberarti: 1. di chiavette usb infestate da virus;

Ammettilo quante volte ti è capitato di utilizzare il computer del lavoro e ricordarti di avere quel file importantissimo nel computer di casa, o viceversa?

2. di software di backup complicati; 3. di server FTP;

Dropbox è un software multipiattaforma che ti permette di sincronizzare i tuoi file on-line e tra i tuoi diversi computer. Installando Dropbox sul tuo Pc o Mac verrà creata una semplice cartella: una copia aggiornata di tutti i file all'interno di questa cartella saranno sempre disponibili su tutti i tuoi computer, sulla webapp di Dropbox ed anche sul tuo iPhone. Immagina di lavorare sul tuo nuovo e-book: salvando il tuo lavoro all'interno della cartella di Dropbox potrai continuare ad aggiornare il tuo e-book su qualsiasi piattaforma e ovunque ti trovi. Ma Dropbox ti permette anche di condividere facilmente file e progetti con amici e collaboratori. Utilizzando la speciale cartella pubblica all'interno di Dropbox potrai recuperare un indirizzo web di un file e condividerlo con gli altri per il download. Dropbox è anche un perfetto strumento di backup: grazie ai suoi 2 gb di spazio gratuito potrai mantenere una copia di backup dei tuoi file più importanti. Un esempio? Meno di un mese fa il Blog EfficaceMente ha subito un attacco da parte di crackers, che hanno gentilmente cancellato alcuni file chiave per il funzionamento del

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4. di quella cattiva abitudine di inviare e-mail con allegati a te stesso (non fare finta di nulla: so che lo fai!). Ma vediamo come impostare Dropbox per completare il tuo sistema GTD.

Utilizzare Dropbox con il sistema GTD e... non solo Implementare un archivio GTD con Dropbox è semplice come creare nuove cartelle. Per quanto mi riguarda, ho scelto di creare una cartella «Inbox» per tutti i file da processare ed una cartella «Archivio» contenente i file processati ed organizzati per progetto. Per una gestione più sofisticata del tuo archivio file puoi utilizzare il sistema delle «43 cartelle»: crea una cartella per ogni mese dell'anno e 31 cartelle per i giorni del mese corrente. Riempi ogni cartella soltanto con i file di cui hai bisogno quel giorno. Se a fine giornata devi continuare a lavorare ad un file trasferiscilo nella cartella del giorno successivo. Il


sistema delle «43 cartelle» può essere molto utile per chi ha un programma di lavoro giornaliero ben definito. Per chi preferisce maggiore flessibilità, una cartella per progetto è la soluzione ottimale. Ma le sue capacità di sincronizzazione rendono Dropbox molto più di un semplice sistema di archiviazione per file. Se sei un blogger devi poter gestire username e password di decine di siti: le credenziali wordpress, i codici di accesso dei principali social networks, l'account di AdSense, etc. Tutte le recenti versioni dei più famosi browser ti permettono di salvare queste credenziali, ma appena lavori su un computer diverso dal tuo devi ricominciare da zero. Utilizzando un semplice programmino come RoboForm per gestire tutti i tuoi account e salvando il profilo utente all'interno della cartella Dropbox, puoi sincronizzare facilmente le tue password su tutti i tuoi computer. Questo semplice trucchetto può essere applicato a tutti i tuoi programmi desktop che memorizzano le informazioni dell'utente all'interno di un file o di una cartella. Utilizza Dropbox come cartella di installazione e avrai tutte le informazioni sempre in sync su qualsiasi computer. Lettore: uhm... potrei utilizzare Dropbox anche per sincronizzare la mia collezione fetish dei keynote di Steve Jobs! ;-)

Conclusioni Ti senti un po' confuso? Non sei così sicuro che il GTD faccia per te? Niente paura, è l'effetto che fa a tutti quelli che lo conoscono per la prima volta! Eppure ci sono almeno 5 buoni motivi per cui dovresti adottare questo sistema nella tua vita, soprattutto se sei un blogger: 1. Riprendi il controllo. Svuotare la tua mente, raccogliere tutto ciò che incrocia il tuo sentiero, processarlo ed organizzarlo all'interno di un sistema ben oleato è un ottimo modo per sentire di avere il controllo delle tue giornate e, allo stesso tempo, affrontarle con meno stress.

Ci vuole un po' di tempo prima di raggiungere questo stato di «beatitudine produttiva», ma ne vale certamente la pena. 2. Sai esattamente dove sei e dove vuoi andare. Riesaminando con regolarità i tuoi impegni ed i progetti in essere sai subito se sei sulla giusta direzione verso i tuoi obiettivi o meno. La consapevolezza ti da potere 3. Sei più creativo. Liberando la mente dalle urgenze, dagli impegni e dai pensieri le lascerai finalmente fare quello per cui è stata progettata: concentrarsi sulle cose veramente importanti, creando nuove idee e soluzioni. 4. Hai la libertà di scegliere. Quando tutti i tuoi impegni sono ben organizzati all'interno del tuo sistema GTD, sei libero: libero di scegliere cosa fare e non fare, con quale priorità e con quali scadenze. 5. Pensi in anticipo. Implementando un sistema GTD impari a pensare in anticipo. Affrontando con metodo e tempestività tutto ciò che ti piove addosso, le urgenze magicamente svaniranno. Insomma, che tu sia un blogger o meno aumentare la tua produttività personale ti consentirà di creare lo spazio per i tuoi sogni e le tue passioni, lasciando al tuo sistema GTD lo sporco lavoro di routine. Grazie a strumenti come Remember The Milk, Evernote e Dropbox potrai creare il tuo sistema Getting Things Done digitale perfetto. Un sistema snello e multipiattaforma che ti permette di accedere a tutte le informazioni di cui hai bisogno per essere produttivo ovunque e con una molteplicità di strumenti differenti Spero che questo articolo possa aiutarti ad aumentare la tua produttività personale, nella vita privata e professionale. Ne approfitto per lasciarti con una citazione dell'Hagakure, il libro segreto dei Samurai: Tra le massime scolpite sul muro del daimio Naoshige ce n’era una che diceva: “Le questioni più gravi vanno trattate con leggerezza”. Il maestro Ittei commentò: “Quelle meno gravi vanno trattate con serietà”. Hagakure (1, 46)

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Internet A cura di: Giovanni Taormina

Android Donut 1.6 Bio >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

Giovanni Taormina

Studente presso la facoltà di Economia, il tempo libero lo trascorre scrivendo per AndroidUp.com, blog del network iSayBlog! Ha una grandissima passione per il mondo della telefonia mobile e per il web in generale.

aka max299 Blog: http://www.androidup.com

Chi ha un minimo di esperienza o conosce minimamente il sistema operativo Google Andorid OS, saprà sicuramente che quando si parla di Cupcake, Donut, Eclair di sicuro non si fa riferimento agli ottimi dolcini americani, ma a

create appositamente da utenti esperti, che permettono di avere un terminale aggiornato, ovviamente questa pratica invaliderà la garanzia del vostro terminale.

ben altro.

Infine, ma non definitivamente, ci sarà Eclair meglio conosciuto come Android 2.0.

Per chi non lo sapesse ancora, Cupcake, Donut ed Eclair, sono anche i nomi con cui i simpatici sviluppatori del sistema operativo, chiamano gli aggiornamenti della piattaforma. Cupcake, rilasciato lo scorso mese di maggio, è stato il primo aggiornamento, il quale ha consentito il passaggio dalla versione 1.1 alla versione 1.5. Donut sarà il secondo aggiornamento di Android, passando dunque alla versione 1.6 (in passato erroneamente si era pensato che Donut fosse il 2.0). Il suo rilascio sta avvenendo in questi giorni ed i ritardi molto spesso sono dovuti agli operatori stessi.

Per il momento si sa veramente poco su questo aggiornamento, l’unica notizia certa è l’introduzione del tanto atteso Multitouch, il quale faciliterà molte operazioni agli utenti. Non conosciamo ancora la data di rilascio di Eclair né tantomeno quali saranno le novità che porterà con se, in ogni caso Google avrà intenzione di stupire. Fatta questa premessa, andiamo a vedere alcune delle più interessanti novità che Android 1.6 Donut porterà con se:

Quick Search

Poche settimane fa, Google ha rilasciato ufficialmente l’ SDK di Android 1.6 seguita dai firmware per i dispositivi destinati agli sviluppatori (si tratta di HTC Dream e HTC Magic particolari, destinati agli sviluppatori di applicazioni).

Si tratta di un box di ricerca piazzato sulla home, del tutto simile alla ricerca Spotlight introdotta col Firmware 3.0 dell’ iPhone. Il box di ricerca risulta essere molto comodo in quanto velocizza di molto alcune operazioni.

Per i più smanettoni, di sicuro non sarà difficile provare in anteprima Android Donut, sul web esistono moltissime MOD

Digitando alcune lettere, vedremo comparire una serie di risultati che compendono: contatti, segnalibri, pagine

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web o applicazioni del market, il sistema inoltre registrerà le nostre precedenti ricerche, fornendoci risultati sempre più pertinenti alle nostre esigenze. Vi sarà anche la possibilità di escludere dalla ricerca determinati risultati in modo da restringere molto di più campo di ricerca.

Multimedialità L’interfaccia grafica della fotocamera è stata completamente ridisegnata, regalando agli utenti una migliore usabilità.

Consumi Uno dei problemi che più affligge i possessori di questi splendidi smartphone di ultima generazione è sicuramente la durata della batteria. Android metterà a disposizione un piccolo tool in cui sarà possibile monitorare tutte le applicazioni e le funzioni in esecuzione sul terminale con riferimento alla percentuale di batteria consumata da ognuna.

Android Market

È stato migliorato il passaggio dalla modalità fotocamera alla modalità videocamera, grazie all’ inserimento di un comodo pulsantino di switch sul lato destro della schermata.

Vista l’esperienza acquisita nel corso del tempo, gli sviluppatori hanno cercato di creare una nuova interfaccia grafica dell’ Android Market, in grado di fornire informazioni molto più precise sulle relative applicazioni.

Dalla galleria sarà inoltre possibile selezionare più elmenti per l’eliminazione. Secondo i primi test effettuati, la nuova interfaccia risulta essere notevolmente più rapida rispetto alla precedente.

A differenza della precedente verione, il nuovo Market si presenterà con una grafica completamente diversa anche nei colori. Oltre alla possibilità di suddividere le applicazioni utilizzando le tre tab superiori

Volendo trasformare questi risultati in numeri, è possibile affermare che l’ avvio della fotocamera risulta essere più veloce di circa il 39% rispetto alla precedente, inoltre il delay da uno scatto all’ altro è stato ridotto del 28%.

(Applicazioni, Giochi e Download), per la prima volta sarà possibile anche visualizzare gli screenshot. Queste sono solo alcune delle novità che Android 1.6 Donut porterà con se, adesso siamo impazienti di conoscere Eclair!

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Cinema A cura di: Giovanna Gallo

Giovanna Gallo

Bio >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

aka Gioska

Lavora da un anno per Bianqo, un’ agenzia di comunicazione, come responsabile editoriale, blogger esperta di costume, cinema e tv, social-attivissima, ironica e attenta.

Blog: http://blogposh.com

Immagini piatte, senza spigoli, è un foglio di schermo immenso e bidimensionale quello a cui il cinema ci ha abituati in questi anni.

Fu un fiasco totale, a causa dei lancinanti mal di testa che la sovraesposizione agli occhialetti portava a chi li indossava.

Ma è dal 1850 circa che si parla di cinema 3D. Forse in modo un po’ barbaro e rude, con quei termini dallo strano suffisso, quel -copio che concludeva tutta una serie di strumenti adatti alla visualizzazione da un’altra prospettiva. Potrei riportarveli tutti, ma Wikipedia parla meglio di me. Tutto quello che c’è da sapere sul cinema tridimensionale, qualche utente esperto l’ha già riportato. Ed è lì, pronto a turbarvi con tutta quella terminologia altisonante, stereoscopio, fantastereoscopio, zootropio, che certo non spiegano una cosa che solo se vista può essere capita.

E negli anni ‘80, sdoganati ormai da un ventennio di studi e approfondimenti tecnologici avanzati, quelle lenti rosso/blu vennero sdoganate e inserite un po’ dappertutto: nei luna park, nei negozi di giocattoli, addirittura nelle merendine.

UN PO’ DI STORIA Con più di un secolo di storia, il cinema in 3D cavalca da pochi anni gli onori della cronaca, con termini 2.0 che ne caratterizzano la duttilità, l’alta tecnologia, il superbo realismo. In realtà il boom risale agli anni ‘50, quelli dell’occhialino bicolore. Gli spettatori andavano al cinema, infilavano le lenti e avevano davanti un bel mondo nuovo. La tecnica degli anni ‘50 non differiva molto da quella degli albori: la sovrapposizione di immagini, detto in termini un po’ rudimentali, si serviva del mezzo “occhiali” per fare in modo che gli Spettatori avessero la percezione di un mondo in 3D. Fiasco.

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Sarebbe bello parlare di film in 3D e della loro storia, degli esperimenti pionieristici e del loro successo, vario ed eventuale. Ma un buon articolo di approfondimento che si rispetti necessita di spiegazioni tecniche. Si dovrebbe dire, ad esempio, che gli anni dello stereoscopio sono finiti da un pezzo e che gli occhialini duo-color sono un cimelio che vale un mucchio di soldini. Oggi si usano lenti polarizzate o lineari o circolari. In parole povere e umilissime, significa che le immagini sono posizionate parallelamente per essere proiettate con l’aiuto di lenti che permettano la visione. Il cinema moderno preferisce, per comodità, l’uso di lenti polarizzate circolari, per il semplice motivo che lo Spettatore, in questo secondo caso, può addirittura inclinare la testa, se si vuole appisolare durante un film particolarmente noioso, e partire con la tecnica dello sbadiglio per abbracciare la tipa del primo appuntamento, cosa che con l’altra tipologia di lenti non potrebbe fare. In particolare usa il digitale (RealD Cinema), per rendere le immagini ancora più plausibili.


Un Mondo a tre dimensioni LE PELLICOLE Per parlare di prodotti in 3D, si potrebbero nominare l’alfa e l’omega, cioè il primo e l’ultimo in ordine di tempo. The power of love è il primo film in 3D che la Storia ricordi. Non si conservano frammenti che comprovino le tecnologie utilizzate, perché perso nei meandri della cinematografia.

Con la proliferazione di sale cinematografiche attrezzate, quest’anno gli Spettatori hanno potuto gustarsi, con un sovrapprezzo che varia tra le 4 e le 5 Euro, L’Era Glaciale 3, Coraline e la porta magica, San Valentino di sangue e, nel prossimo dicembre A Christmas Carol di Robert Zemeckis (dal 3 dicembre) e Avatar di James Cameron (dal 19).

IL FUTURO? E’ NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE!

L’ultimo in ordine di arrivo è Up della Pixar, un altro primato perché il primo film in 3D della casa di produzione.

Il futuro è di Alice. L’attesissimo film di Tim Burton, Alice in Wonderland, che approderà nelle sale nel 2010, non è che uno dei tanti film d’animazione in 3D.

Tra il 1950 e il 1960 tanti sforzi, pochi risultati. E’ il cinema horror a prediligere la tecnica, e non è un caso: per rendere più verosimili sevizie e mostri, già in Amytiville Horror (1983) e Nightmare 6 (con una sola scena in 3D, del 1991) si è ben pensato di sfruttare i meriti della tecnica.

Arriverà il quarto episodio della saga di Shrek, ancora Step Up della Disney, e Toy Story (episodio numero 2 rieditato e numero 3 nuovo di zecca).

Solo un altro genere può competere con l’horror nell’uso del 3D ed è l’animazione. Polar Express del 2004 (di Robert Zemeckis) , Chicken Little dell’anno successivo, Nightmare before Christimas di Tim Burton, rieditato appositamente in 3D nel 2006 (l’originale è del 1983) non fanno che aprire solo una piccola porzione di mondo tridimensionale che, da quegli esperimenti ottocenteschi, ha portato alla perfezione di oggi.

Oggi, un mondo a tre dimensioni è possibile, e fa guadagnare case di produzione e registi che si cimentano nell’impresa di regalare immagini più veritiere al pubblico. La terminologia del passato, additava come fantasiqualcosa lo strumento che rendeva capace il mondo tridimensionale. Oggi la fantasia c’entra ben poco con la tecnica. Ha solo un grande, immenso posto d’onore, nella mente degli sceneggiatori.

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