![](https://assets.isu.pub/document-structure/201220114901-28bf72f92eaccc872592b2d2954237dd/v1/bc6dac9dcbcef49425fcdc2c08395176.jpg?width=720&quality=85%2C50)
2 minute read
il Grand Tour
![](https://assets.isu.pub/document-structure/201220114901-28bf72f92eaccc872592b2d2954237dd/v1/e889a7e34b7811d64da7bd5d820067ad.jpg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/201220114901-28bf72f92eaccc872592b2d2954237dd/v1/df0fd1cac682b9ad0537e67f6a3d503b.jpg?width=720&quality=85%2C50)
Advertisement
![](https://assets.isu.pub/document-structure/201220114901-28bf72f92eaccc872592b2d2954237dd/v1/8c5c05bc0604590d0b6f8b0a275fa935.jpg?width=720&quality=85%2C50)
}Text and Photos Dana Frigerio www.blossomzine.eu/blog blog@blossomzine.eu
cos’era il Grand Tour
Considerato un viaggio di iniziazione dei rampolli dell’aristocrazia europea, in particolare inglese, il Grand Tour raggiunse il suo massimo splendore tra la fine del ‘700 e la metà dell’800.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/201220114901-28bf72f92eaccc872592b2d2954237dd/v1/f75373f5dcde9af876bfa7b2fbed5575.jpg?width=720&quality=85%2C50)
Questo viaggio di iniziazione era visto sia come strumento di formazione culturale e scambio intellettuale, che come commerciale e di apprendimento tramite l’esperienza diretta del luogo visitato.
Il lungo viaggio a cui erano sottoposti i giovani grand turisti era ritenuto indispensabile dalla classe borghese per ampliare la mente e non ultimo per comprendere il mondo. Non solo rampolli aristocratici, ma anche scrittori, architetti e pittori scelsero di fare questo viaggio, ritenendo che il Grand Tour fosse una sorta di museo all’aperto. Infatti i vari itinerari li portarono a scoprire e a visitare l’Italia, le città d’arte, i monumenti e i dipinti, passando attraverso paesaggi pittoreschi per concludersi ammirando le antichità.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/201220114901-28bf72f92eaccc872592b2d2954237dd/v1/9246c6d4646093ff997808d4fb8ff979.jpg?width=720&quality=85%2C50)
Nello specifico quando la passione per l’antico e per le rovine dilagava e si diffondeva in tutta Europa, gran parte dell’Italia fu meta di questo particolare pellegrinaggio culturale.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/201220114901-28bf72f92eaccc872592b2d2954237dd/v1/e22d92c533a7891311581e200ac9364c.jpg?width=720&quality=85%2C50)
solo successivamente, dopo le scoperte degli scavi di Pompei ed Ercolano, anche Napoli venne inserita in questo itinerario, e più avanti anche la Sicilia con i siti archeologici della Magna Grecia.
Il viaggio in carrozza era lungo e complicato e durava parecchi mesi, spesso anche anni, lo si faceva in compagnia di altri giovani sotto la sorveglianza e la protezione dei tutori e non ultimo con l’aiuto di servitori e di guide locali.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/201220114901-28bf72f92eaccc872592b2d2954237dd/v1/1ab1278e5e30a339ee57f8772c9b6520.jpg?width=720&quality=85%2C50)
Il viaggatore inglese poteva arrivare via mare, sbarcando a Genova, oppure via terra, arrivando a Torino e, attraversando la dorsale appenninica, visitava Bologna, Firenze e Lucca prima di dirigersi verso Roma e la campagna romana considerata un’area archeologica di incomparabile fascino.
Il viaggiatore tedesco era invece diretto a Venezia con Verona e Padova come tappe intermedie, scendeva verso Roma dal versante adriatico passando per Ancona e Loreto.
Il periodo di partenza era settembre, si rimaneva a Roma da Natale a Pasqua e si scendeva fino a Napoli verso giugno, infine si rientrava in patria.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/201220114901-28bf72f92eaccc872592b2d2954237dd/v1/7c0a0fa71bd7cb36ce48591311706088.jpg?width=720&quality=85%2C50)