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firenze

Text and Photos Dana Frigerio www.blossomzine.eu/blog blog@blossomzine.eu

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Un giovane rampollo aristocratico inglese che partiva per il Grand Tour sarebbe tornato a casa con una nuova maturità, un gusto migliore e una buona conoscenza della cultura italiana.

In autunno, attraversato il canale della Manica con non pochi pericoli e sbarcato nel continente, avrebbe visitato una serie di destinazioni popolari nei Paesi Bassi e in Francia, poi finalmente in Italia, dopo Torino, Milano, Bologna, Parma, Piacenza, arrivava a Firenze. Viaggiava di città in città, trascorreva alcune settimane nelle città piccole e fino a mesi nelle città più importanti, la durata media del viaggio era da nove mesi a un anno e mezzo.

Era armato di lettere di presentazione per potersi inserire nella buona società e lettere di credito per poter affittare, durante il

viaggio, oltre alle camere delle locande diverse stanze o addirittura palazzi. Se molto facoltoso aveva al suo seguito un accompagnatore, un cocchiere, un medico, un cuoco, un contabile, un pittore e alcuni servitori.

Firenze si presentava a questi viaggiatori come un luogo affascinante e sede di tesori artistici; i palazzi dei Medici, dei Pitti, degli Strozzi ricevevano il consenso dei grand turisti.

Non solo visitavano monumenti e pinacoteche, ma erano anche frequentatori delle biblioteche, punto di riferimento della cultura; solo a Firenze se ne contavano trentacinque. Lo spazio visitato da questi viaggiatori corrispondeva esclusivamente con lo spazio urbano, cittadino; Via dei Tornabuoni, la Chiesa dei Santi Michele e Gaetano, la Piazza Santa Trinita con la Basilica e la Colonna della Giustizia, la Chiesa di San Salvatore in Ognissanti e la Piazza della Santissima Annunziata con la statua equestre di Ferdinando I de’ Medici con qualche sporadica visita alle ville di campagna dell’aristocrazia fiorentina.

I punti panoramici dove poter ammirare il paesaggio oggi sono rimasti identici a quelli

dell’epoca, Piazzale Michelangelo, meta fissa, e Bellosguardo collocato su una piccola collina dalla quale si gode un panorama sul centro storico della città.

Un’altra veduta attraente era quella che, dal Ponte delle Grazie passando per il Ponte di Santa Trìnita, notevole per l’eleganza dei suoi archi cicloidali, arrivava fino al Ponte alla Carraia. Sorprendentemente il Ponte Vecchio non era molto notato, addirittura Francis Drake, corsaro, navigatore e politico inglese, si lamentava dicendo che questo ponte soffriva di una certa “deformità”, infatti dal Lungarno Torrigiani si preferiva una veduta con il Tiratoio delle Grazie, distrutto a metà ‘800, dove ora al suo posto sorge l’attuale Palazzo della Borsa.

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