2 minute read

A Bologna si visitavano i portici

Next Article
il Grand Tour

il Grand Tour

il grand tour tappa BOLOGNA

Advertisement

Text and Photos Dana Frigerio www.blossomzine.eu/blog blog@blossomzine.eu

Una volta passate le Alpi e raggiunta l’Italia i grand turisti trascorrevano un primo periodo a Milano o Venezia e dopo aver attraversato il tratto della pianura padana visitavano le città di Piacenza, Parma, Modena e Bologna, per poi proseguire verso sud e verso Roma, meta privilegiata del viaggio del Grand Tour.

Durante la discesa della penisola c’erano diverse strade che si potevano percorrere, quella più occidentale, la Francigena che lasciata Piacenza e il passo della Cisa, portava verso Lucca, Siena e Viterbo e quella centrale, che iniziava a Bologna e valicando i passi del Giogo e della Futa, arrivava a Firenze e infine attraverso l’attuale Via Cassia conduceva a Roma.

Il saggio di Bacon “Of Travel” racchiude già nel 1625 molte indicazioni per affrontare il viaggio, si trattava di un’assoluta novità per il tempo, un libro di manualistica dedicato ai viaggi.

Conteneva molte informazioni sull’organizzazione del

viaggio; consigliava di portarsi carte geografiche, un tutore, una guida locale, fino alle indicazioni necessarie sulle strade da percorrere, alle locande dove sostare, alle stazioni di posta e alle vetture più comode per percorrere le strade sconnesse. Raccomandava ai giovani di tenere anche un diario di viaggio; una moda che negli anni a venire nel secolo più cosmopolita per eccellenza, il Settecento, vennero sempre più apprezzati e ricercati, tanto da essere stampati e consultati dai sempre più numerosi ‘tourists’.

Cosa visitava a Bologna un ‘grand turista’?

I portici, infatti Bologna è la città dei portici per antonomasia. I porticati solo in città misurano complessivamente più di 38 chilometri, esistono ancora sia i portici di epoca medievale realizzati in legno, come

quelli duecenteschi di casa Isolani in strada Maggiore, sia quelli convertiti in pietra a causa degli incendi, fino a quelli trecenteschi “beccadelli”.

Notevoli sono quelli di via Marsala e quelli nella facciata posteriore di Palazzo d’Accursio, mentre quelli di Palazzo Ghisilardi-Fava sono un esempio interessante di semi-portici senza colonna; il portico più largo da visitare è il quadriportico della basilica di S.Maria dei Servi in strada Maggiore.

Un portico altissimo è quello in via D’Azeglio chiamato “dei Bastardini”, sede dell’orfanotrofio fino alla fine del ‘700; un altro portico degno di nota è quello del Palazzo dell’Archiginnasio noto come “portico del Pavaglione”, il nome deriva probabilmente dal tendone che riparava i banchi della fiera dei folicelli, lo storico mercato dei bozzoli da seta.

Il portico più famoso di tutta Bologna, che uscendo dalla città porta al Santuario della Madonna di San Luca, è formato da 664 archi e misura quasi 4 km di lunghezza. Maggiore,

This article is from: