Alto Adige. L'economia.

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Alto Adige. L’economia.


Alto Adige Anello di congiunzione tra Nord e Sud 1 Economia Sul terreno nazionale è la capolista 4 Energia Verso l’autarchia 8 Tecnologie alpine Una regione per i leader nel settore 13 Società Diversificata e plurilingue 16 Turismo Paese di delizie e attività 18 Agricoltura La qualità nel mirino 21 Architettura Combinazione fra attempato e moderno 23 Cultura Unione fra tradizione e modernità 28 Business Location Südtirol - Alto Adige Servizi per aziende e produzioni cinematografiche 33


Alto Adige

Dopo la seconda guerra mondiale, per tutelare l’uguaglianza dei diritti della popolazione di lingua tedesca, l’Italia assicura all’Alto Adige una forma di autogoverno che, venendo attuato solo in parte, porta ad una vertenza internazionale davanti all’ONU. L’Alto Adige, dotato dal 1972 di un nuovo Statuto d’autonomia che assegna al territorio competenze in materia legislativa, rappresenta un modello da imitare e attira delegati di minoranze da tutto il pianeta. Oggi l’Alto Adige possiede un’economia florida, con un tasso di disoccupazione pressoché nullo. Il turismo mostra ottime performance, aziende di fama internazionale si sono insediate tra il Brennero e Salorno e il plurilinguismo degli abitanti viene percepito come un arricchimento.

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L’Alto Adige, provincia turistica e attivo polo eco­ nomico, si trova ai confini tra Nord e Sud Europa. Grazie anche all’autonomia amministrativa, questa provincia a sud del Brennero, appartenente da quasi un secolo all’Italia, è diventata una delle regioni più ricche d’Europa.

Il progetto del secolo

Nel suo viaggio in Italia nel 1786, Johann Wolfgang von Goethe passò per Bolzano – già allora impor­ tante centro di commerci – descrivendola come un posto “dove la vita ruota attorno al mercato” e dove “si respira un’aria dolce e sana”. All’epoca del viaggio del sommo poeta tedesco, il Tirolo del Sud apparteneva all’impero asburgico e, per la sua posizione strategica di collegamento tra Nord e Sud Europa, era da sempre conteso dalle grandi nazioni. Qui è possibile trovare tracce di Romani, Franchi e dei conti del Tirolo. Dopo la prima guerra mondiale, nel 1919 l’Alto Adige viene annesso all’Italia diventandone la provincia più settentrionale. Nel 1922 il fascismo va al potere e intraprende una spietata politica di italianizzazione – tra cui un accordo con Hitler, le Opzioni, ovvero l’obbligo di scegliere se rimanere in Alto Adige e accettare di perdere la propria identità tedesca o espatriare nel Reich – che, in qualche modo, segna ancora oggi persone e territorio.

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Un’ampia autonomia La Costituzione italiana sancisce l’autonomia dell’Alto Adige e demanda alla Provincia Autonoma di Bolzano una serie di competenze del settore pubblico come cultura, scuola, urbanistica ed economia. Tra le conquiste più importanti figura la parificazione della lingua tedesca negli uffici pubblici e nei tribunali, mentre la proporzionale etnica garantisce parità di diritti nell’assegnazione di posti nel pubblico impiego tra i gruppi linguistici italiano, tedesco e ladino.

Da sempre centro di commerci: corso Libertà a Bolzano (1) Veduta della Val Venosta (2)

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12 milioni di auto, 2 milioni di mezzi pesanti e 50.000 tonnellate di carico netto: ecco il bilancio annuale del valico del Brennero. Il tunnel di base del Brennero (BBT), un progetto dai costi miliardari e sul quale si sta molto dibattendo, punta a trasferire su rotaia il traffico pesante presente sull’asse viario nord-sud.

Il BBT è finanziato da UE, Italia e Austria ed è destinato a diventare – dopo l’allacciamento al tunnel di circonvallazione di Innsbruck – il traforo ferroviario più lungo del mondo con i suoi 64 km. La fine dei lavori è prevista nel 2025.



Alto Adige in cifre Superficie: Popolazione: Superficie edificata: Densità abitativa: Capoluogo: Località con oltre 20.000 abitanti: Comuni:

7.400 km² 511.750 abitanti 21.096 ha = 2,85% 68 abitanti/km² Bolzano (105.652 abitanti) Merano, Bressanone, Brunico 116

Gruppi linguistici: Tedesco (69,1%) Italiano (26,4%) Ladino (4,5%) Patrimonio naturale dell’umanità  L’Alto Adige, territorio dal clima mite, presenta un paesaggio prevalentemente montuoso ed estremamente ricco di contrasti: talvolta è aspro e brullo, poi di nuovo pianeggiante e verde. Nella provincia italiana più estesa in termini di superficie, la popolazione si concentra soprattutto nelle vallate principali vicine ai fiumi Adige, Rienza e Isarco. La vetta più alta è l’Ortles (3.905 metri), mentre a est si stagliano le celeberrime Dolomiti, sulle quali il leggendario scalatore Reinhold Messner ha piantato i primi chiodi. Dal 2009 le Dolomiti sono Patrimonio naturale dell’umanità, definite – come si legge nella dichiarazione del comitato UNESCO – “una serie di paesaggi montani unici di straordinaria bellezza”.

Stranieri: Aspettativa di vita uomini: Aspettativa di vita donne: Principali partiti politici:

Presidente della Provincia: Collegamenti:

8,7% 80,5 anni (Italia 79,4 anni) 85,8 anni (Italia 84,5 anni) Südtiroler Volkspartei (48,1%), Die Freiheitlichen (14,3%), Popolo della Libertà (8,3%) Luis Durnwalder (dal 1989) Autostrada del Brennero: A22 Linea ferroviaria: MonacoBolzano-Verona Aeroporti: Bolzano, Innsbruck, Verona ≥  www.provincia.bz.it ≥  www.suedtirol.info ≥  www.bls.info

Ötzi, l’Uomo venuto dal ghiaccio (3) L’altoatesino più famoso al mondo ha oltre 5.000 anni e arriva dall’Età della pietra, ai tempi in cui il rame stava per cambiare radicalmente lo stile di vita, la caccia era la fonte primaria di sussistenza e c’erano già i primi sentieri che portavano al di là del Brennero. Ötzi è stato trovato nel 1991: una scoperta archeologica rivelatasi da subito sensazionale. L’Uomo venuto dal ghiaccio è una delle mummie più antiche e la sua mummificazione naturale lo rende un reperto di grande interesse scien­ tifico. I tessuti del corpo sono elastici e anche i capi d’abbigliamento e il suo armamento si sono conservati ottimamente. Probabilmente vittima di un omicidio, la mummia è stata battezzata Ötzi prendendo spunto dal luogo del ritrovamento, il versante altoatesino delle Alpi Ötztaler. Ogni anno migliaia di persone si recano al Museo archeologico del capoluogo altoatesino per osservarla. Il ritrovamento ha anche fornito l’input per realizzare a Bolzano un centro di ricerca sulle mummie: il primo a livello mondiale.

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Economia L’economia altoatesina è fondata su diversi pilastri: terziario, artigianato, industria, agricoltura. E sono soprattutto le piccole e medie imprese locali a pro­ durre quello che, in proporzione, è il più alto Pro­ dotto Interno Lordo d’Italia. L’economia altoatesina occupa una posizione di prim’ordine nel panorama nazionale: da nessun’ altra parte in Italia infatti si registra un tasso di occupazione così alto ed una disoccupazione così bassa, nonché un PIL così elevato che nel 2011 si è attestato sui 36.604 euro pro capite. Questo eccel­ lente risultato è dovuto all’attività di una miriade di piccole e medie imprese, la maggior parte a conduzione familiare. L’ottima situazione dell’economia e del mercato del lavoro è da ricondurre all’equilibrata struttura economica: agricoltura, artigianato, industria, com­ mercio, ristorazione, servizi e pubblica amministra­ zione sono perfettamente bilanciati. Un mix ideale che si rivela particolarmente vincente in tempi di crisi durante i quali vengono colpiti, anche dura­ mente, i singoli settori. Altri fattori vincenti sono la solida istruzione e il grado di qualificazione, sempre più elevato, degli abitanti, ai quali contribuiscono il sistema di formazione duale improntato sul modello tedesco ed austriaco, la Libera Università di Bolzano e l’Istituto europeo di ricerca EURAC. Negli ultimi tempi anche la politica si è focalizzata su ricerca e sviluppo. A tal proposito è prevista la costruzione di un Parco tecnologico che darà ulteriore spinta ai settori chiave. Per questi motivi, per il ponderato sostegno all’economia e per la pressione fiscale più bassa d’Italia, l’Alto Adige è stato definito da Confartigianato la migliore provincia italiana dove avviare un’impresa.

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Artigianato L’artigianato è caratterizzato da tante piccole imprese legate alla tradizione ma al contempo innovative (scultori del legno e ricamatori su cuoio ma anche esperti di CasaClima e grafici multimediali). Le ditte artigianali sono 13.000, con 80 diverse attività. Con quasi 44.000 addetti, l’artigianato è in testa all’economia privata e muove circa 2,4 miliardi di euro (pari al 15,4% del valore aggiunto). Industria Sul territorio provinciale si distribuiscono 500 realtà industriali che contano in totale 33.000 addetti. Dalle grandi fabbriche ai prodotti di nicchia passando per le forniture all’industria automobilistica, dalla lavorazione dell’acciaio alla produzione di silicio puro: l’industria genera una quota pari al 17,1% del PIL, la più alta di tutti i settori. Il valore aggiunto per ogni addetto si attesta sui 68.000 euro, mentre l’89% del fatturato viene generato fuori provincia. Aziende tradizionali a conduzione familiare

I soffiatori di vetro altoatesini (1) L’artigianato tradizionale fa parte dei pilastri dell’economia altoatesina. La scuola professionale per l’industria e l’artigianato di Bolzano (2) Architetti Höller e Klotzner; vincitori del premio di architettura “Dedalo Minosse” nel 2008.

In tante località la tradizione è ancora una realtà viva, come testimonia l’elevato numero di

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aziende a conduzione familiare che, all’insegna del motto “mantieni le tradizioni, ma pensa al futuro”, realizzano prodotti di qualità destinati sia al mercato interno sia a quello estero. Il marchio Loacker è dal 1925 sinonimo di wafer e dolciumi, Daunenstep da oltre un secolo richiama alla mente il piacevole calore dei piumini, lo speck e i salumi di Senfter vantano una tradizione di oltre 150 anni e oggi sono sulle tavole di americani e cinesi, mentre i teneri angioletti Thun sono amati in tutto il mondo.

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Formazione La formazione è di tipo duale per gli apprendisti di 120 mestieri in tutti i settori lavorativi; nei campionati del mondo dei mestieri, gli apprendisti altoatesini fanno regolarmente incetta di medaglie; gli studi PISA, per


molti aspetti, collocano l’Alto Adige sullo stesso livello delle migliori regioni europee. Il 30% degli studenti universitari alto­ atesini frequenta atenei italiani ed il 40% università austriache, mentre più del 20% è iscritto alla Libera Università di Bolzano. Oltre al plurilinguismo, portano nella vita lavorativa anche competenze interculturali.

•  Minoranze e autonomie •  Management e cultura ­d’impresa •  Sviluppo sostenibile •  Linguistica applicata •  Scienze della vita L’EURAC opera in stretta c­ ollaborazione con partner industriali ed altre strutture di ricerca internazionali.

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Innovazione  L’economia altoatesina riceverà un forte e valido supporto all’innovazione dalla costruzione del nuovo Parco tecnologico di Bolzano, esteso su una superficie di 12 ettari. A fornire il necessario know-how ai settori chiave, rappresentati dalle energie rinnovabili, dalla mobilità sostenibile, dalle tecnologie alpine e dalla tecnologia alimentare, saranno università, istituti di ricerca pubblici e privati e aziende. A gestire l’area pubblica sarà il TIS innovation park. L’agenzia provinciale per l’insediamento di imprese in Alto Adige, Business Location Südtirol – Alto Adige (BLS), si sta occupando della commercializzazione degli immobili e della ricerca di aziende nazionali ed estere idonee ad entrare a far parte del Parco. Il TIS di Bolzano è, da un lato, incubatore di imprese; ha sostenuto ad esempio la 3D Pixel che – insieme al laboratorio di tecnica criminale dei RIS di Parma – ha sviluppato un rivoluzionario sistema di riprese a 360 gradi per la ricostruzione di scene del crimine; dall’altro lato, offre consulenza e mette in rete aziende che vogliono realizzare progetti intersettoriali, creando così un ponte tra economia e scienza oltre a fornire assistenza nella brevettazione o nell’analisi dei materiali.

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Per quanto riguarda la formazione degli adulti, vengono organizzati ogni anno oltre 16.000 corsi di aggiornamento che contano più di 270.000 partecipanti. Ricerca La Libera Università di Bolzano conta 5 facoltà (Economia, Informatica, Scienze e tecnologie, Scienze della formazione, Design e arti) e propone corsi di studio trilingui (italiano, tedesco e inglese) in tre sedi (Bolzano, Bressanone, Brunico). Quasi 3.500 studenti vengono seguiti da 750 professori, docenti e collaboratori scientifici. L’Accademia Europea di Bolzano (EURAC) è un istituto di ricerca e formazione post-universitaria, con 130 collaboratori provenienti da 10 nazioni diverse che operano in 11 istituti nel campo della ricerca di base interdisciplinare. Gli ambiti di ricerca sono:

La società tedesca Fraunhofer ha aperto a fine 2009 una filiale a Bolzano: il “Fraunhofer Innovation Engineering Center IEC” del capoluogo sostiene in particolare le piccole e medie imprese nel settore della ricerca applicata. Forum italo-tedesco dell’Economia A fine ottobre del 2011 si è svolta la prima edizione del Forum italo-tedesco dell’economia, che ha riunito a Bolzano i vertici del mondo economico di Italia e Germania. La seconda edizione, svoltasi ad un anno di distanza, ha visto la partecipazione, accanto ai presidenti di Confindustria e Bdi, Giorgio Squinzi e Hans-Peter Keitel, del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, del vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani, della vicepresidente del Senato Emma Bonino e del vicecancelliere e ministro

La biblioteca della Libera Università di Bolzano (3) L’ex Alumix a Bolzano (4) Nel 2008 i locali della vecchia fabbrica hanno ospitato la biennale d’arte europea Manifesta 7; in futuro qui sorgerà il Parco tecnologico.

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all’Economia Philip Rösler. Divenuto oggi un appuntamento transfrontalieri fisso, l’iniziativa ha individuato in Alto Adige la sua ideale location. Il Forum dell’economia è destinato a diventare un appuntamento fisso, da organizzare a Bolzano con cadenza annuale.

annuo di circa 78 milioni di euro. Attraverso oltre 90 milioni di euro annui, l’Alto Adige sostiene inoltre le sue aziende attraverso contributi diretti. Le spese per ricerca e sviluppo sono infine detraibili in misura variabile tra il 10 e il 40%. Mercato del lavoro

Tasse e finanza Un’economia sana è il requisito imprescindibile per una crescita stabile e per il successo economico. Le più importanti agenzie di rating assegnano regolarmente all’Alto Adige un’alta valutazione. Il PIL altoatesino – nel 2011 oltre 18,6 miliardi di euro – è uno dei 25 più alti in Europa. L’IRES si attesta al 27,5%, mentre l’IRAP è la più bassa d’Italia con il suo 2,98%, scendendo in alcuni casi al 2,5% e arrivando addirittura a zero per i primi 5 anni per per chi intraprende in Alto Adige una nuova attività imprenditoriale. La pressione fiscale altoatesina è quindi la più leggera dello stivale, con uno sgravio fiscale

L’Alto Adige, con un tasso di disoccupazione del 3,3% nel 2011, quindi tra le più basse dell’EU, garantisce la piena occupazione. Vengono richiesti soprattutto ingegneri qualificati e professionisti con una formazione tecnica similare. Il tasso di attività lavorativa raggiunge il 71%, ben oltre la media degli stati UE. Il 91% dei lavoratori si dichiara “soddisfatto o molto soddisfatto”, nonostante una settimana lavorativa media di quasi 42 ore. La percentuale di lavoratori autonomi e liberi professionisti, circa il 28%, supera la media degli stati UE.

La zona produttiva di Bolzano Il successo dell’economia altoatesina inizia dopo la seconda guerra mondiale. A partire dalla metà degli anni ’50, con il “miracolo economico italiano”, decolla l’economia nazionale, tanto che nel 1971 le industrie alto­atesine arri­ veranno ad essere il 46% delle aziende italiane con una quota di lavoratori pari al 35% del totale. Da allora il settore industriale conosce un lento ma inesorabile declino, compensato dal crescente sviluppo del settore terziario e soprattutto dal boom del turismo. Oggi anche l’industria, grazie ad alcune floride aziende, è un settore che tiene bene e che contribuisce alla forza economica dell’Alto Adige. Headquarters Il plurilinguismo nella pubblica amministrazione, dei partner d’affari e dei fornitori di servizi economici facilita l’insediamento di aziende provenienti dall’area linguistica tedesca. La documentazione per costituire un’impresa può essere presentata anche in tedesco, che insieme all’italiano è la lingua ufficiale, e gran parte dei lavoratori parla due o tre lingue. L’Alto Adige, ponte tra l’area linguistica tedesca e quella italiana, con una posizione strate­ gica sull’asse Berlino-Monaco-Verona, induce grandi aziende internazionali a ­stabilire qui la loro sede italiana. Eccone alcune: Würth, Doppelmayer, Hoppe, GKN, Bayernland, Miele, Monier, Memc, Pompadour, Röchling, Schenk, Röfix, Fendt Italiana, Exquisa, Julius Meinl, M-Preis, Wenatex, Achard, Pfanner, Cea, Warsteiner, Nils, Develey, Makino, Velta, Loewe e Vetter.

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Da piccola azienda a Global Player La Dr. Schär è leader mondiale nel settore dell’alimentazione senza glutine: l’azienda di Postal produce 300 prodotti senza glutine (dal pane ai bastoncini di pesce) con i marchi DS, Schär, Glutafin, Glutano e TruFree. Negli ultimi anni il fatturato ha sempre superato i 100 milioni di euro. La mente dell’azienda è Ulrich Ladurner (nell’immagine), un tempo droghiere a Merano, che, con il suo albergo a 5 stelle Vigilius Mountain Resort, ha introdotto un modello di turismo di qualità. Ladurner viene annoverato di diritto tra i grandi dell’economia altoatesina, pur essendo rimasto con i piedi per terra. Grande lavoratore, poco incline a finire sotto i riflettori, attualmente è alla conquista del mercato orientale. Leader di mercato made in Alto Adige La Durst Phototechnik di Bressanone (fondata nel 1929) è leader di mercato nel settore delle soluzioni innovative per la riproduzione di immagini. Tra i prodotti di punta figurano le stampanti industriali a getto d’inchiostro per la stampa decorativa sulle più diverse superfici e di grande formato. Health Robotics realizza sistemi robotici ospedalieri in grado di preparare e dosare, in maniera totalmente automatizzata, i farmaci per la chemioterapia.

L’azienda bolzanina, fondata nel 2006, è riuscita a colmare un vuoto nel mercato e a diventare leader mondiale, investendo circa un quarto del fatturato in ricerca e sviluppo. L’azienda di Bressanone Microtec, leader tecnologico mondiale per la misurazione e ottimizzazione del legno, realizza sistemi che aumentano la produttività delle aziende che lavorano il legno. Ha invece sede a Gais, vicino a Brunico la Zirkonzahn, azienda innovativa in materia di sistemi di fresatura per la realizzazione di denti in zirconio, che ha già aperto 15 filiali sparse in tutto il mondo.

Agevolazioni all'economia in Alto Adige Sostegno agli investimenti fino al 23% Ricerca e sviluppo dal 50 al 90% Innovazione d’impresa fino al 30% Consulenza e formazione fino all’80% Export e internazionalizzazione fino al 50% Mutui agevolati per creazione d’impresa Contributi per il risparmio energetico concessi dal 1983 Somma complessiva per sostegni diretti (2011)

fino a 30.000 euro

circa 500 milioni di euro

84,67 milioni di euro

L’economia altoatesina in cifre Prodotto interno lordo (PIL) nominale: PIL pro capite nominale: Investimenti aziendali, quota del PIL:

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Successo internazionale Successi in campo internazionale vantano anche il produttore di cabine doccia Duka, l’azienda di componentistica in plastica Intercable, la fabbrica di porte e finestre Finstral, lo specialista dell’edilizia in legno Rubner, il creatore di sistemi di arredamento di alto livello Schweitzer Project, la Ivoclar Vivadent attiva nel settore dentale e l’azienda della Val Passiria Maico, che produce componenti tecnici per porte e finestre. Tra le aziende che vantano successi in campo internazionale figurano anche Autotest (accessori per auto), Seppi M. (macchine per la trinciatura), Atzwanger (tecnologia ambientale ed edilizia) e Microgate, leader mondiale nel settore del cronometraggio professionale.

18,664 miliardi di euro (2011) 36.604 euro (2011) 26,7% (2011)

PIL per settore economico: Agricoltura: 4,1% (2009) Industria (artigianato incluso): 21,9% (2009) Servizi (turismo incluso): 74% (2009)

L’Accademia Europea di Bolzano (EURAC) (5) La “fabbrica del pensiero” svolge ricerca a stretto contatto con le aziende per creare l’Europa del futuro. La sede della Finstral, azienda che produce porte e finestre ad Auna di Sotto sul Renon (6)

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Energia

Le energie rinnovabili in Alto Adige 983 71

L’Alto Adige è la Green Region d’Italia. È una pro­vincia italiana modello nel settore dell’energia rinnovabile e dell’efficienza energetica e si caratte­ rizza per una vera e propria sensibilità “verde” insita nella quotidianità dei cittadini e delle imprese che vi lavorano.

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Attualmente, oltre 465 aziende altoatesine operano in diversi ambiti del settore energia rinnovabile, partecipando alla crescita di un vero e proprio network “Green” che, affiancandosi alla Libera Università di Bolzano e a centri di ricerca pubblici e privati, creano per gli imprenditori che scelgono di insediarsi in Alto Adige un tessuto ideale per sviluppare collaborazioni e condividere know-how. La leadership dell’Alto Adige in questo settore è costantemente confermata da statistiche nazionali ed internazioni. Un esempio su tutti il Rapporto annuale “Comuni Rinnovabili” di Legambiente, che nel 2012 ha visto primeggiare 16 amministrazioni altoatesine sul totale delle 23 premiate. Attraverso interventi pioneristici e lungimiranti, l’Alto Adige si è da tempo impegnato a fare del Green uno dei settori principali della sua crescita. A livello politico, la Giunta provinciale ha elabora­ to ad esempio un pacchetto per il clima, una strate­ gia che comprende aspetti legati alla ricerca, all’innovazione, all’economia, all’informazione e alla sensibilizzazione dei cittadini, e i cui punti chiave sono: indipendenza e autosufficienza, energia pulita e sicura, consumo intelligente delle risorse. Un ulteriore obiettivo concreto prevede la diminuzione della dipendenza energetica da fonti fossili a favore di un approvvigionamento da fonti rinnovabili e di una crescita economica nei settori energetici sostenibili. Già oggi l’Alto Adige riesce a far fronte a più della metà del suo consumo energetico tramite energie rinnovabili, ed entro il 2020 ambisce a coprire il 75% del suo fabbisogno di corrente e calore tramite fonti energetiche alternative (traffico escluso).

centrali idroelettriche centrali di teleriscaldamento a biomassa impianti a biogas impianti geotermici privati impianti eolici impianti fotovoltaici impianti solari termici

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Gli imprenditori verdi

Gli incentivi provinciali

Accanto allo specialista di impianti eolici e a biogas Fri El Green Power, ci sono altre aziende altoatesine che spiccano nel panorama energetico nazionale ed estero. Leitwind, società del Gruppo Leitner Technologies, ha installato in tutto il mondo oltre 100 impianti eolici a trasmissione diretta. L’azienda di Vipiteno, con un fatturato annuo di 137 milioni di euro (dati del 2010), fa dell’innovazione e della ricerca i suoi punti di forza. La Memc, invece, produce silicio, la materia prima dei pannelli solari.

La Provincia di Bolzano copre fino al 30% dei costi sostenuti per lavori finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica. I contributi riguardano: •  Coibentazione di tetti e pareti •  Sostituzione di porte e finestre •  Installazione di porte e finestre isolanti •  Installazione di impianti solari termici •  Installazione di impianti solari per riscaldamento e raffreddamento

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•  Installazione di impianti a biomassa solida con caricamento automatico •  Utilizzo di caldaie a gassificazione di legname spezzato •  Utilizzo di pompe di calore geotermiche Il sostegno alla ricerca Come alternativa a questa sovvenzione diretta è possibile accedere alle agevolazioni fiscali previste dallo Stato nella misura del 55% per il risanamento energetico. Le due sovvenzioni non sono cumulabili. •  L’Istituto per le energie rin­ novabili dell’EURAC sostiene le imprese nell’utilizzo ottimale delle nuove tecnologie. Da un anno il centro di ricerca sta testando, sull’area dell’aeroporto di Bolzano, un impianto fotovoltaico con 24 diversi pannelli. Un progetto simile è stato avviato a Pordenone: insieme ad un’azienda altoatesina, la Elpo, l’Istituto testerà un grande impianto fotovoltaico su tetto realizzato con tecnologie diverse, valutandone posizione, orientamento e condizioni climatiche. ≥  www.eurac.edu •  L’area Energia & Ambiente del TIS innovation park sostiene le aziende del settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica con studi di fattibilità e con il trasferimento tecnologico, fornendo consulenza a progetti innovativi. Alle imprese, inoltre, vengono ad esempio messi a disposizione studi per la valorizzazione termica della crusca. ≥  www.tis.bz.it •  La Libera Università di Bolzano propone il primo Master dedicato al concetto CasaClima, incentrato sugli edifici ad effi-

cienza energetica e sulle fonti di energia rinnovabile. ≥  www.unibz.it

energetico 173 milioni di metri quadri di pareti esterne e 600 milioni di metri quadri di tetti e sottotetti.

Efficienza energetica degli edifici

•  Klimaenergy è la fiera specializzata in energie rinnovabili per utilizzi industriali e pubblici. Dal 2011 il valore della kermesse è stato ampliato da Klimamobility, fiera della mobilità sostenibile che si svolge in concomitanza. Nel 2012 a Bolzano i 196 espositori hanno incontrato un pubblico qualificato di 7.200 persone provenienti da una buona parte dalle altre province italiane e da sei nazioni, soprattutto dell’area di lingua tedesca.

Grazie a CasaClima, l’Alto Adige è diventato un punto di riferimento nazionale. È infatti in costante aumento il numero delle località italiane che applicano e controllano gli standard minimi per il consumo di energia negli edifici. La classificazione in classe A, B e C, paragonabile a quella per gli elettrodomestici, ha reso comprensibile anche al cliente finale il concetto di efficienza energetica. Fino ad oggi in Alto Adige sono state certificate oltre 3.100 nuove costruzioni e sono stati risanati circa 2.800 edifici. È stato apportato al settore edile un ulteriore valore aggiunto annuo di 65 milioni di euro. Le potenzialità di sviluppo sono enormi, soprattutto in Italia dove il costo dell’energia è tra i più alti in Europa, e vi sono incentivi fiscali per il risanamento energetico. Dal 2009 peraltro la certificazione energetica degli edifici, in Italia, è obbligatoria. A Bolzano le fiere Klimahouse e Klimaenergy

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•  Klimahouse è la fiera leader in Italia nel settore dell’efficienza energetica nell’edilizia sostenibile. Nell’edizione 2012 ha attirato a Bolzano ben 40.000 visitatori, il 60% dei quali proveniente da altre regioni italiane. E non c’è da meravigliarsi, in quanto secondo una valutazione del Centro di ricerche indipendente CRESME, in Italia questo settore è caratterizzato da massicci investimenti. Si calcola che entro il 2020 saranno risanati dal punto di vista

Enertour Enertour è un progetto del TIS innovation park che punta a diffondere soluzioni innovative nel settore delle energie rinnovabili. Le visite guidate ad impianti e case di tutto l’Alto Adige che utilizzano energie rinnovabili sono condotte dagli stessi progettisti e gestori di impianti, che illustrano i vantaggi economici e pratici delle tecnologie. Dal 2007 Enertour fa parte della campagna “Sustain­ able Energy Europe”, coordinata a livello nazionale dal Ministero dell’Ambiente. La cooperativa frutticoltori Juval a Castelbello/Ciardes in Val Venosta (1) Sulle facciate e sul tetto l’azienda specializzata in fotovoltaico Ralos Northern Italy ha installato un impianto da 843 kWp. Impianto eolico dell’azienda altoatesina Leitwind in Puglia (2) L’asilo d’infanzia a Terento (3) Costruzione architettonica ad efficienza energetica (CasaClima A) dello studio di architettura feld72.

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Vacanze senza CO2

Il viticoltore auto-energetico Alois Lageder (nell’immagine) è un viticoltore altoatesino che produce vini di fama internazionale ed è presidente dell’Ecoistituto Alto Adige di Bolzano. Lageder vive e lavora a diretto contatto con la natura e pratica la coltivazione bio-dinamica. Oggi a Magrè (Bassa Atesina), accanto all’antica azienda, figura un nuovo edificio a basso consumo energetico, realizzato in legno e pietra secondo i criteri della bioedilizia. Sul tetto è installato un impianto fotovoltaico che copre il 60% del fabbisogno di corrente della tenuta vinicola. In cantina una particolare parete garantisce per tutto l’anno la fresca temperatura necessaria alla fermentazione. Lageder ha portato la natura nei suoi locali e cerca il dialogo con l’arte, invitando artisti internazionali che, ispirandosi ai luoghi, realizzano opere che vengono poi esposte nell’azienda. Lo stesso Lageder è stato per alcuni anni presidente del Museion, il museo di arte moderna e contemporanea di Bolzano.

Dobbiaco, paesino della Val Pusteria (nell’immagine inferiore) noto soprattutto come località invernale, è anche uno dei pochi comuni italiani ad aver raggiunto l’autosufficienza energetica. La locale azienda di soggiorno ha introdotto un particolare progetto per la tutela del clima: chi trascorre le vacanze a Dobbiaco può calcolare la quantità di anidride carbonica prodotta per andare e tornare e quella generata durante il soggiorno. Su richiesta dell’ospite, l’emissione di CO2 può essere compensata tramite certificati di riduzione delle emissioni. La particolarità è che la centrale di teleriscaldamento di Dobbiaco produce energia pulita per neutralizzare queste emissioni.

Brunico: Leader della Champions League per le energie rinnovabili

Per Legambiente, oltre ad essere uno dei 23 comuni italiani a coprire il 100% del proprio fabbisogno energetico con fonti rinnovabili, nel 2011 Brunico ha anche vinto la Champions League per le energie rinnovabili (RES Champions League). In questo concorso europeo il centro principale della Val Pusteria ha vinto nella categoria delle località tra 5.000 e 20.000 abitanti. A fare la differenza è stato l’ecologico mix energetico di Brunico: tre piccole centrali idroelettriche, un impianto di teleriscaldamento e vari impianti solari, fotovoltaici e a biogas assicurano infatti energia verde all’intera popolazione. E l’amministrazione locale ha intenzione di investire massicciamente anche nella geotermia.

Fare il pieno di sole La mobilità senza CO2 deve ancora diventare realtà, ma i grandi produttori di energia hanno già fiutato l’affare milionario. A fine 2010 la ditta alto­ atesina e-move ha installato a Bolzano e Brunico un distributore alimentato esclusivamente da energia solare. In questo prototipo, il cui consumo totale di 1,761 kWp è pari alla metà di quello di una famiglia media, i veicoli elettrici possono essere ricaricati tramite una comune presa. Per il futuro l’azienda ha intenzione di realizzare a Bolzano una piccola rete di distributori solari.

Gli obiettivi energetici italiani Per rispettare la strategia comunitaria 20-20-20, l’Italia si è impegnata a ricavare entro il 2020 il 17% del proprio fabbisogno energetico da fonti rinnovabili. Nel 2010 la quota nazionale si attestava al 10,1%. Successivamente il governo ha introdotto degli interessanti incentivi e anche le condizioni del Bel Paese sono ottimali: l’Italia infatti dispone di sufficienti giornate di sole per giustificare un impianto fotovoltaico, nonché di chilometri di costa necessari per lo sviluppo dell’energia eolica.

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Impianto fotovoltaico all’aeroporto di Bolzano (4) Approvvigionamento energetico Da qualche anno le fonti rinnovabili rappresentano per l’Italia uno dei più importanti settori di approvvigionamento energetico (dopo petrolio e gas), ambito tra l’altro che registra l’incremento maggiore tra tutte le fonti. La crescita più alta è stata quella del fotovoltaico, fiorito in modo esponenziale dal 2010, soprattutto grazie alla forte spinta data dal Conto Energia, che asse­ gna incentivi per l’immissione di corrente nella rete pubblica. Ma questo trend sta subendo, come in altri Paesi europei, un mutamento. Gli incentivi, rimanendo comunque ancora interessanti, vivono un graduale ridimensiona­ mento. Ad ogni modo, in Italia ci si avvicina sempre più al raggiungimento della grid parity, e sarà quindi questo uno dei primi Paesi caratterizzato da un mercato capace di vivere anche senza incentivi in questo settore.

Impianti fotovoltaici Capacità complessiva annua installata nel mercato fotovoltaico italiano dal 2006 al 2010: 2006: 9,6 MW 2007: 79,6 MW 2008: 418,1 MW 2009: 1.137,2 MW 2010: 3.469,9 MW 2011: 12.773,4 MW 2012: 16.031,3 MW (al 12.12.2012)

Fonti alternative di energia Si intravedono potenzialità di sviluppo, analoghe a quelle del fotovoltaico, anche per la produzione di energia eolica, da biomassa e da biogas. A seconda delle dimensioni e del tipo di impianto, queste fonti di energia alternativa possono avvalersi di Certificati verdi o della Tariffa omnicomprensiva: •  Certificati verdi: riguardano i grandi impianti e vengono scambiati su ­un’apposita Borsa. Il numero dei certificati rilasciati dipende dall’effettiva produzione e da un coefficiente variabile a seconda del tipo di fonte energe­ tica; dall’incrocio di questi dati scaturisce l’incentivo per kWh prodotto. •  Tariffa omnicomprensiva: viene richiesta dai piccoli impianti e, al pari dei Certificati verdi, ha una durata di 15 anni. Questo sistema prevede un incen­ tivo fisso per gli impianti a biomassa, biogas, eolici e geotermici.

Obiettivo statale per il 2020 secondo le direttive del governo del 2007: 9.500 MW Potenza installata fino al 07.12.2011: già 11.700 MW!

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Biomassa in Europa Quota di biomassa sul consumo finale di energia (2010) (dati sommari per biomassa, rifiuti biodegradabili, biogas, ­carburante liquido biologico)

Svezia 29,21% Finlandia 27,1% Danimarca 18,1% Austria 15,9% Portogallo 14,8% Slovenia 12,43% Francia 8,5% UE27 8,16% Germania 7,6% Spagna 6,3% Italia 4,6% Belgio 4,5% Paesi Bassi 2,7% Irlanda 2,6% Lussemburgo 2,3% Gran Bretagna 2,0%

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Energia dalla biomassa (5) Gli scarti delle lavorazioni agricole o forestali (legno, carbone vegetale, letame...) o alcune piante industriali (mais, colza) vengono trasformati in corrente, calore e combustibile. Come si può vedere nella parte sini­ stra dell’illustrazione, i liquami o le piante industriali vanno a finire nei cosiddetti impianti di biogas, i quali tramite un processo di fermenta­ zione trasformano la biomassa in biogas che viene poi utilizzato per la

produzione di corrente e di calore (in questo caso di acqua calda). Dalle piante industriali agricole come la colza si ricava olio vegetale che, con l’aggiunta di metanolo, viene trasformato in biodiesel nei cosiddetti impianti di esterificazione; i due contenitori che si vedono al centro dell’illustrazione. La biomassa solida – in questo caso il legno – viene combusta nelle centrali termiche a biomassa e utilizzata per il fabbiso­ gno di corrente e calore.

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Tecnologie Alpine Vette sopra i tremila metri e impianti sciistici ultramoderni fanno da cornice ad una tecnologia d’avanguardia – quella altoatesina – che facilita sempre più la pratica degli sport invernali. Dagli impianti di risalita all’innevamento artificiale, dall’abbigliamento funzionale agli impianti crono­ metrici: partendo da aziende leader di mercato storiche come Leitner, TechnoAlpin o Salewa, l’Alto Adige è diventato nel tempo un punto di riferimento a livello mondiale per il business della montagna. Attualmente il settore chiave della “tecnologia alpina” conta oltre 80 aziende tra ditte locali e

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Leitner Technologies

TechnoAlpin

Con i marchi Leitner Ropeways (impianti a fune), Prinoth (mezzi per la preparazione delle piste), MiniMetro (trasporto urbano a fune), DemacLenko (impianti di innevamento), l’azienda di Vipiteno è una delle realtà più importanti a livello mondiale nel campo della te­ cnologia alpina. E' anche uno dei datori di lavoro più rilevanti dell'Alto Adige, con un fatturato medio di 700 milioni di euro, oltre 2.500 collaboratori in tutto il mondo, una settantina di società affiliate, quasi 100 punti vendita e assistenza e 8 siti produttivi. Solo nel 2010 l’azienda alto­atesina ha investito 19 milioni di euro in ricerca e sviluppo.

Tutto iniziò con due responsabili tecnici di un comprensorio sciistico altoatesino, che utilizzando materiale commerciale come un ventilatore per la paglia, cercarono di assemblare un cannone da neve. A 20 anni dalla fondazione (1990), la TechnoAlpin è leader mondiale nell’innevamento tecnologico. L’azienda fornisce cannoni da neve e sistemi di alimentazione e di controllo a oltre 1.000 clienti di 42 nazioni, di cui numerose ospitano gare di Coppa del Mondo e d’Europa. A Bolzano lavorano 160 dei 260 collaboratori sparsi per il mondo; il fatturato di oltre 100 milioni di euro è dovuto per due terzi al mercato estero.

imprese estere con una filiale in Alto Adige, che spaziano dal global player all’innovativa azienda di nicchia. Questa concentrazione di know-how è arricchita da un centro specializzato in tecnologie alpine, situato presso la struttura di servizi TIS innovation park, e da due importanti appuntamenti per chi con la montagna ci lavora: le fiere specializ­ zate Alpitec (tecnologia alpina ed invernale) e Prowinter (noleggio e servizi per gli sport invernali). Impianti d’innevamento (1) L’azienda TechnoAlpin fornisce 42 Paesi con i suoi cannoni da neve, si­ stemi di alimentazione e di controllo. “Beast” (2) Il battipista prodotto dalla Prinoth (Leitner Technologies) Il MiniMetro della Leitner Technologies (3) Nel 2008 è entrato in funzione a Perugia il primo MiniMetro al mondo realizzato dalla Leitner Technologies.

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Salewa Abbigliamento funzionale, tende, zaini, ramponi e quant’altro; tutti i prodotti di questo apprezzato fornitore di articoli per l’alpinismo vengono sviluppati in stretta collaborazione con istituti di ricerca e famosi scalatori. Di origine bavarese, la Salewa fa parte da oltre 20 anni del gruppo bolzanino Oberalp e, insieme alle società sorelle Dynafit e Silvretta, registra un fatturato di oltre 170 milioni di euro. Il mercato principale è quello europeo, anche se nell’America del Nord e in Asia il numero dei punti vendita cresce a vista d’occhio. Il ruolo di Bolzano come sede centrale europea è stato rafforzato nel 2010 con la costruzione di un nuovo headquarter da 18.000 metri

Headquarter Salewa (4) Il nuovo headquarter della ditta Salewa a Bolzano, che funge anche da centrale europea del gruppo, porta la firma del rinomato studio di archi­ tettura Cino Zucchi e Park Associati e rappresenta un esempio di architet­ tura contemporanea di grande effetto, con un riferimento particolare all’alpinismo, il settore in cui è specializzata l’azienda bolzanina. Il nuovo edificio aziendale, presentato nel 2010 alla XII Biennale di archi­ tettura di Venezia ed inaugurato nel 2011, non è solo un luogo in cui si lavora: la palestra di roccia Salewa Cube e il bistro Bivac sono infatti aperti alla collettività.

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quadri, dall’architettura ambiziosa e dotato della palestra d’arrampicata più grande d’Italia. Reusch Il produttore germanico di guanti da calcio e per gli sport invernali è il fornitore ufficiale di importanti federazioni di sci e di portieri di spessore internazionale. Anche la produzione di guanti invernali può rappresentare una sfida tecnologica, come dimostrano i guanti realizzati con una tecnica intelligente di riscaldamento. Nel 2009 ­l’azienda tedesca ha spostato la sede di distribuzione internazionale da Valencia a Bolzano, per avere una collocazione più adatta alla tecnologia alpina e per essere più vicina ai mercati di riferimento.


Doppelmayr Italia La filiale della Doppelmayr, azienda austriaca leader mondiale, è nata nel 2002 dalla fusione di tre ditte di impianti a fune. La sede è a Lana e si occupa di produzione e distribuzione nonché di ricerca e sviluppo. Nel 2011 ha ottenuto, come membro di un consorzio di imprese, l’appalto finora più importante: la costruzione di una funivia sul Monte Bianco.

collegherà l’aeroporto di Oakland alla stazione Coliseum e dovrebbe essere pronta entro il 2014. Un convoglio trainato da un sistema a fune targato Doppelmayer è già in funzione a Venezia, dove trasporta fino a 3.000 persone l’ora tra l’isola del Tronchetto e Piazzale Roma. La Leitner Technologies ha realizzato a Perugia il Minimetrò, che serve ogni minuto sette stazioni su un percorso di circa 3,5 km. Cluster lungimiranti

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Soluzioni contro il collasso del traffico Da tempo ormai alcune aziende altoatesine leader nel settore degli impianti a fune si sono dedicate con successo anche alla viabilità urbana. A Oakland, in California, Doppelmayr sta realizzando una nuova metropolitana leggera che si muove su binari con un sistema a fune;

Istituto per la Medicina d’emergenza in montagna  Dal 2009 l’Accademia europea di Bolzano (EURAC) ospita il primo Istituto al mondo per la Medicina d’emergenza in montagna. Tra i compiti dell’istituzione figurano la promozione, il coordinamento e l’attuazione di progetti di ricerca, la diffusione dei relativi risultati su riviste mediche specialistiche e l’organizzazione di congressi e workshop. L’Istituto si è anche prefissato di migliorare il soccorso ed il trattamento delle vittime di incidenti; in alta montagna infatti la medicina d’emergenza si trova ad affrontare situazioni particolari. L’attività di ricerca si focalizza sull’ipotermia e su indagini di tipo epidemiologico per il soccorso di pazienti traumatizzati, considerando i rischi legati al loro recupero e trasporto.

Presso la struttura di servizi TIS innovation park è nato un centro specializzato in tecnologie alpine, con l’obiettivo di offrire comprensori sciistici chiavi in mano e soluzioni innovative d’eccellenza con know-how altoatesino. I cluster facenti capo all’area “tecnologie alpine” del TIS sono Edilizia, sports & winterTECH, Legno & Tecnica, Protezione Civile & Sicurezza Alpina.

Appalto milionario per Doppelmayr (5) Con 265 milioni di euro complessivi, l’appalto per la realizzazione e ­l’esercizio della nuova metropolitana leggera di Oakland, negli Stati Uniti, rappresenta la commessa più alta nella storia del Gruppo Doppelmayr. Nella città californiana il nuovo sistema di trasporto locale si svilupperà su un percorso di 5,1 km, trasportando circa 1.500 persone all’ora e per direzione di marcia. Con una velocità massima di 50 km/h, questa metro­ politana leggera collegherà l’aeroporto internazionale di Oakland con la stazione Coliseum, uno dei principali nodi viari della città. La fine dei lavori e la messa in servizio sono entrambe previste per il 2014. Una funivia (6) Doppelmayr è leader mondiale nella costruzione di impianti a fune.

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Società La società altoatesina presenta molte sfaccettature ed è caratterizzata da peculiarità sia italiane che tirolesi. La popolazione parla più lingue, l’offerta formativa è ambiziosa, il benessere è diffuso. Quando si arriva in Alto Adige, che si provenga da nord o da sud, ci si imbatte nelle scritte bilingui presenti su ogni tipo di segnaletica. In Alto Adige si parlano l’italiano e il tedesco, e nelle valli Gardena e Badia anche il ladino. Nella provincia più settentrionale d’Italia i tre gruppi linguistici vivono a stretto contatto, portano avanti le rispettive tradizioni e sono circondati anche, nella vita di tutti i giorni, dalla presenza di altre culture. La cucina altoatesina è caratterizzata da pietanze della tradizione italiana e tedesca; il consumo di musica, cinema e teatro non si limita alla lingua madre e le parlate locali sono ricche di influenze linguistiche e di espressioni dell’altra lingua, tanto da aver dato vita ad un italiano altoatesino e ad un tedesco sud­tirolese. Entrambe le lingue si integrano in uno stile di vita moderno, al contempo ambizioso e rispettoso delle tradizioni, che si inserisce perfetta­ mente tra nord e sud, tra l’area linguistica tedesca e quella italiana, e sempre più spesso anche oltre.

Geografia e dialetti

Qualità di vita

Mentre la popolazione di madre­ lingua tedesca è distribuita su tutto il territorio provinciale, gli italiani vivono soprattutto nelle città e nelle località dell’Alto Adige meridionale; i ladini invece popolano la Val

Anno dopo anno autorevoli statistiche de Il Sole 24 Ore posizionano l’Alto Adige tra le località italiane dove si vive meglio. Nel 2012, con gli altissimi punteggi ottenuti nelle categorie “Lavoro” ed “Economia”, si è ad esempio piazzato al primo posto nella categoria “Affari e Lavoro”. Un altro punto di forza è costituito dal basso tasso di criminalità, tanto che l’Istituto nazionale di statistica ha definito Bolzano la provincia più sicura d’Italia anche per la “sicurezza percepita”: la grande maggioranza degli altoatesini infatti si sente “molto sicura” per le strade. Un altro primo posto arriva dal giudizio che gli altoatesini danno alla qualità della pubblica amministrazione, mentre il reddito più alto d’Italia conferisce alla popolazione un elevato potere d’acquisto.

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Gardena e la Val Badia. La provincia è suddivisa amministrativamente in 8 comprensori, diversi dal punto di vista orografico. A est la Val Pusteria si presenta come un territorio verde e ricco di boschi, molto frequentato dai turisti durante tutto l’anno. A sud, nella Bassa Atesina, domina un paesaggio di frutteti e vigneti. A ovest si estende l’assolata Val Venosta, che si inerpica fino al Passo Resia. I dialetti tedeschi parlati nelle vallate sono molto diversi tra loro dal punto di vista fonetico.

Il Café Museion a Bolzano (1) La sede di Bressanone della Libera Università di Bolzano (2) Il treno della Val Venosta (3) La linea ferroviaria collega Merano con Malles e dintorni.

Istruzione In Alto Adige la lingua madre coincide con quella delle scuole frequentate, anche se capita che i genitori iscrivano i figli in istituti dell’altro gruppo linguistico. Già alle elementari, accanto a italiano e tedesco, i bambini prendono dimestichezza con l’inglese. La formazione universitaria è garantita

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dall’ateneo di Bolzano. L’Alto Adige, basato fino a 100 anni fa quasi esclusivamente sull’agricoltura, ha dato vita anche ad un solido settore artigianale. La formazione professionale si è da subito ispirata al modello tedesco, con il risultato che l’apprendistato con formazione duale genera delle figure valide anche nel confronto internazionale.

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Trasporto pubblico e risorse energetiche Lo Statuto d’autonomia consente alla Provincia di gestire le scuole, così come le strade statali. Il trasporto pubblico locale si avvale di strutture molto apprezzate come le ferrovie della Val Venosta e della Val Pusteria o la funivia del Renon. Il fabbisogno energetico è coperto da società di capitali pubbliche come la SEL (Società Elettrica Altoatesina), in mano alla Provincia e ad alcuni Comuni, e l’Azienda Energetica di proprietà dei Comuni di Bolzano e Merano. L’autostrada del Brennero, gestita dall’omonima società con partecipazione di tutte le province attraversate dalla Brennero-Modena, è con­ siderata una delle arterie veloci meglio attrezzate d’Europa.

proposito, gli altoatesini vantano una lunga tradizione di associazionismo e volontariato e partecipano attivamente alla vita politica, magari iscrivendosi alla Südtiroler Volkspartei (SVP), il partito che regge le sorti della provincia ininterrottamente dalla fine della seconda guerra mondiale e rappresenta gli interessi dell’Alto Adige anche nel parlamento italiano ed europeo. Gli altri partiti presenti nel Consiglio provinciale di Bolzano: Freiheitlichen, Popolo della Libertà, Partito Democratico, Verdi, Süd-Tiroler Freiheit, Bürgerunion, Lega Nord, Unitalia.

Crescita demografica In alcune vallate altoatesine si registrano 11,4 nascite per 1.000 abitanti: oltre la media europea. A Bolzano il tasso di natalità (9,1) è sotto la media UE, tuttavia la popolazione altoatesina è in crescita grazie alle maggiori aspettative di vita e all’immigrazione. Gli arrivi da paesi extracomunitari sul territorio tra Brennero e Salorno si sono intensificati a partire dal 2002. A prescindere dal loro grado di istruzione gli immigrati vengono spesso impiegati nei lavori meno qualificati, formano famiglie e contribuiscono al ringiovanimento della popolazione. Oggi rappresentano l’8,7% degli abitanti.

L’artista delle luci Flora Kröss (nell’immagine) è originaria della Val Sarentino, una valle montuosa a nord di Bolzano caratterizzata da una ricca tradizione contadina e da un dialetto marcato. Insieme al marito, Flora ha fondato nel paesino di Cortaccia la ditta Ewo, che dal 1996 produce sistemi personalizzati di alta

L’anima sudtirolese Gli altoatesini di lingua tedesca coniugano l’attaccamento alle tradizioni con uno stile di vita aperto, che sa guardare oltre i confini. Sia a casa propria che fuori provincia, i sudtirolesi sono apprezzati da amici e partner d’affari per la loro sincerità e disponibilità. Capita allora che manager di aziende che operano a livello mondiale prendano il jet per partecipare ad un’asta di arte moderna a New York, mentre altri trascorrano la domenica con la banda musicale o con l’associazione degli “Schützen”. A questo

qualità per l’illuminazione, soprattutto di luoghi pubblici. Ewo crede fortemente nella ricerca e sviluppo ed è per questo che elabora innovative soluzioni illuminotecniche insieme ad artisti, architetti e designer di respiro internazionale. “Sempre qualcosa di nuovo, in ogni cosa”, sostiene Flora Kröss. Il successo di Ewo ha varcato i confini nazionali: il suo marchio aziendale si può incontrare a Copenaghen, Praga, Graz, Wolfsburg o Dubai.

Piazza Walther Il posto più rappresentativo dell’Alto Adige è sicuramente piazza Walther a Bolzano, dove lentezza e frenesia convivono ed è difficile per l’orecchio del passante districarsi tra suoni di cetra, ritmi jazz e folk peruviano. Solo di do­ menica la piazza ritrova il suo carattere alpino, rafforzato in occasione delle festività nazionali dalla sfilata degli automezzi degli Alpini. Gli anziani chiac­ chierano, i bambini giocano nelle fontane, i giovani si godono il fresco sulle panchine. E le terrazze dei bar invitano a fermarsi ad osservare le scene di vita altoatesina.

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Turismo Con quasi 6 milioni di ospiti l’anno, l’Alto Adige è una delle regioni alpine leader in ambito turisti­ co. Il paesaggio ricco di contrasti, la varietà cultu­ rale, l’arte del gusto e tante giornate di sole: ecco la formula magica che rende questa provincia unica e diversa dalle concorrenti. Palme e cipressi con cime innevate sullo sfondo, a pranzo scelta tra pasta o canederli, a cena un piatto raffinato a base di carne o di pesce: il turi­ smo altoatesino è favorito anche dalla posizione di confine tra nord e sud e dal clima del versante meridionale delle Alpi. L’Alto Adige offre ai suoi ospiti una vasta gamma di attività e di proposte enogastronomiche. Se poi, si aggiungono alle altre attrazioni, le Dolomiti dichiarate dall’Unesco patri­ monio mondiale dell’umanità, si capisce come mai questa terra così varia sia una delle poche regioni alpine a vantare, negli ultimi 20 anni, una crescita turistica pressoché continua.

Libera Università di Bolzano  L’Alto Adige vanta uno degli atenei più giovani d’Europa, sorto nel 1997 dalla volontà locale e dalle esigenze internazionali. La Libera Università di Bolzano (LUB) ha un programma alquanto selettivo: chi infatti dopo qualche semestre non è in grado di padroneggiare le tre lingue in cui vengono impartite le lezioni (italiano, tedesco e inglese), capisce di essersi iscritto nel posto sbagliato. Le facoltà sono cinque e offrono sia lauree brevi che specialistiche. Sono in atto collaborazioni con altre università e strutture accademiche; tra le principali Innsbruck, Trento e Milano. Oltre all’insegnamento, la LUB punta molto sulla ricerca ed in tal senso si è già dotata di svariate competenze di carattere internazionale.

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Il segreto di questa ricetta vincente è un perfetto amalgama tra paesaggio, prodotti e una secolare tradizione contadina. Il posizionamento come terra gastronomica e ricca di attività, ha portato, in particolare nell’ultimo decennio, ad una crescente differenziazione del mercato. Ai fedeli ospiti tede­ schi e italiani si sono aggiunti molti turisti dal resto d’Europa, ed inoltre i 28,6 milioni di pernottamen­ ti sono dovuti non solo al consueto target di scala­ tori, escursionisti e sciatori, ma anche a nuove figure di turisti che amano il golf, il wellness e la buona cucina.

Reddito pro capite Gli altoatesini hanno un reddito disponibile delle famiglie per abitante pari a 21.465 euro (2009), pari al 23% in più della media nazionale. Il PIL per abitante è invece del 37% più alto della media europea. Sanità Pagando un ticket e partecipando così ai costi del sistema sanitario pubblico, gli altoatesini usufruiscono di ottime prestazioni mediche nell’ospedale di Bolzano o nei 6 nosocomi periferici. Esistono poi strutture sanitarie private che, grazie ad un accordo con la Provincia, ampliano ulteriormente l’assi­ stenza medica di alta qualità. I servizi sanitari sono accessibili senza ticket a persone con basso reddito, anziane e che necessitano di assistenza. “Törggelen” in Alto Adige (1)

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Clima

Terra per persone attive

“Nemico del vento e amico intimo del sole”: con queste parole Stefan Zweig descriveva, a cavallo del ’900, il clima di Merano.

Con oltre 1.000 km di piste da sci, 400 impianti di risalita e 13.000 km di sentieri immersi nella natura, l’Alto Adige è il paradiso di sciatori, scalatori ed escursionisti. Ma la gamma di attività praticabili in estate e inverno va ben oltre le classiche opportunità. I fondisti possono scegliere tra una serie infinita di piste; chi ama lo scialpinismo o le escursioni con le racchette da neve trova posti dove regna il

Oggi lo slogan è diventato “la terra con 300 giorni di sole”. L’Alto Adige, infatti, si trova sul versante soleggiato delle Alpi, le cui creste proteggono le vallate sia dalle correnti di aria fredda provenienti da Nord sia da quelle di aria umida provenienti dal Mediterraneo. Nel 2010, il paesino di Nova Levante con 2.360 ore di sole, ha stabilito il record di bel tempo. Turismo Si fermano mediamente per 5 notti spendendo 122 euro al giorno: i milioni di ospiti che visitano l'Alto Adige ogni anno (5.996.000 nella stagione 2011/2012) rappresentano un'importante contributo alla creazione di valore aggiunto. I mercati principali sono la Germania (quasi la metà) e l’Italia (oltre un terzo). Seguiti da quello svizzero e austriaco. In crescita gli arrivi da Polonia e Repubblica Ceca, Olanda e Belgio, Francia e Inghilterra. Il 60% circa dei 29.268.000.000 di pernottamenti si ha nella stagione estiva; ma la stagione invernale registra un buon terzo in più di incassi. Questo giro d’affari coinvolge 10.000 strutture ricettive, i rispettivi fornitori e non solo: in Alto Adige un lavoratore su sei è attivo nel settore turistico.

scegliere se sfidare gli impervi passi dolomitici o pedalare in tutta tranquillità sui 600 km di piste ciclabili del fondovalle.

tramite il quale vengono anche commercializzati prodotti di masi e contadini. Michil Costa

Vacanze in agriturismo Affascina il mondo contadino dell’Alto Adige. Ogni anno 1.700 persone – per la maggior parte germanici – arrivano in Alto Adige per lavorare gratis, solo per il piacere di vivere in prima persona la vita dei masi contadini di montagna. E sono sempre di più le persone che scelgono di trascorrere le ferie in un agriturismo. Dal 1999, anno di introduzione del marchio di qualità Gallo Rosso, i pernottamenti in queste strutture di nicchia sono aumentati del 150%. Un successo dovuto ad un efficace marketing e al rispetto di criteri qualitativi molto severi per l’ottenimento del marchio,

silenzio. In estate l’offerta è ancora più varia: dalle ferrate dolomitiche alle nuotate in laghi immersi tra boschi e vigneti, dal trekking al nordic walking fino alle discese in rafting o kayak sull’Isarco o sulla Rienza. I golfisti hanno a disposizione 7 impianti, i ciclisti possono

Il suo hotel La Perla a Corvara è ritenuto uno dei più nobili delle Dolomiti. Costa ama il buon vino e gli ottimi sigari – come dimostrano la sua cantina con 27.000 bottiglie ed una provvista di 5.000 sigari – ed è da anni l’organizzatore della famosa Maratona ciclistica delle Dolomiti. Ma l’albergatore Michil Costa (nell’immagine) è qualcosa di più di un degno esponente della sua categoria: attivista ambientale, ex candidato dei Verdi al Consiglio provinciale, fautore del turismo dolce, fan sfegatato di Frank Zappa con trascorsi da

punk, ladino che si batte apertamente per il troppo spesso dimenticato terzo gruppo linguistico della provincia e che raccoglie offerte per i profughi tibetani. In breve: un perfetto esempio della poliedricità altoatesina.

Clima mite Rappresenta il simbolo di questo connubio tra carattere alpino e mediterra­ neo: grazie al suo clima mite, già nel XIX secolo la città termale di Merano conobbe un boom turistico. Definita “stazione climatica invernale”, la città del Passirio attirava ospiti da tutta Europa, tra cui grandi personaggi come l’imperatrice Sissi e Franz Kafka. E ancora oggi celebrità come Carolina di Monaco, Lucio Dalla, Maradona e Zidane amano rigenerarsi nell’“Espace Henri Chenot” del Grand Hotel Palace.

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Gli edifici storici Splendide tenute rurali, imponenti fortezze e castelli, maestosi Grand Hotel, accoglienti “Stube” in legno che nelle loro travi custodiscono secoli di cultura contadina: negli alberghi e nei ristoranti altoatesini c’è un vero e proprio tesoro culturale da scoprire.   Hotel Elefante, Bressanone

Hotel Laurin, Bolzano

Grand Hotel ricco di tradizione nel cuore di Bolzano, dal fascino fin de siècle. Il primo indirizzo cittadino per uomini d’affari e pranzi di lavoro. Nelle afose serate estive è d’obbligo godere del fresco del suo rigoglioso parco dagli alberi secolari.

Terra di buongustai   Espresso, Gambero Rosso, Gault ­ illau, Michelin, Touring: le guide gastronomiche italiane M concordano sull’eccellenza dei ristoranti altoatesini. A testimoniarlo, sono le classifiche che, redatte annualmente da questi prestigiosi esperti, non mancano di assegnare i massimi punteggi, cappelli o stelle proprio alle tavole altoatesine. Espressione di alta qualità anche in cucina, forse anche grazie al connubio tra le diverse culture di cui si caratterizza, l’Alto Adige è da anni una delle province più premiate d’Italia. A spiccare è soprattutto l’esperienza gastronomica dell’offerta culinaria altoatesina nel suo insieme, premiata per la bontà del cibo e dei vini, per la gradevolezza e il comfort degli ambienti e per la professionalità e la cortesia del servizio.

Hotel Alte Post, Sesto Il maestoso albergo cittadino deve il suo nome alla presenza, documentata dai libri di storia, di un elefante nell’anno 1551. Questo hotel di categoria superiore, sito all’ingresso nord dell’antica città vescovile, vanta un arredamento ricco di storia e un meraviglioso parco. Un gioiello dell’architettura alberghiera alpina nell’incantevole Val Fiscalina. Grazie ad un’accurata ristrutturazione, il secolare edificio sottoposto a tutela ha mantenuto in gran parte l’aspetto originario.

Il Vigilius Mountain Resort (2) L’hotel a cinque stelle è stato ideato dall’architetto Matteo Thun e venne premiato dalla rivista Geo come miglior DesignHotel per un turismo durevole con esigenze ecologiche. Il Vigilius Mountain Resort è situato a 1.500 metri (s.l.m.) a San Vigilio, una località chiusa al traffico e rag­ giungibile solamente in cabinovia, sopra Lana nei pressi di Merano.

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Agricoltura

prelibati serviti in ambienti ricchi di storia oppure in malghe circondate da un ambiente incontaminato.

Il latte dell’Alto Adige Il latte altoatesino proviene da mucche allevate in un paesaggio ricco di prati. Si contano 75.000 capi che producono 370 milioni di kg di latte l’anno, pari al 3,3% della produzione italiana. Tra l'altro questi vengono impiegati per produrre oltre 100 milioni di kg di yogurt, più di 40 milioni di kg di latte fresco e a lunga conservazione e ca. 25 milioni di kg di formaggio. In testa alle vendite italiane c’è lo yogurt: un vasetto su quattro proviene dall’Alto Adige.

Lavorazione del latte, frutta e viticoltura sono i pilastri su cui poggia l’agricoltura altoatesina che vanta prodotti di qualità proposti in maniera professionale sui mercati locali ed esteri. In estate, quando mucche e pecore vengono con­ dotte al pascolo, per i contadini di montagna inizia il periodo più duro dell’anno: anziani e giovani, maschi e femmine, tutti sono impegnati nella raccolta del fieno per l’inverno. Una volta l’agri­ coltore di montagna era autosufficiente e custode del patrimonio culturale, oggi spesso ha un secon­ do lavoro. Il latte lo vende alle cooperative locali, e il suo sostentamento è assicurato anche dai contri­ buti provinciali. In primavera nel fondovalle fioriscono meli e a fine estate è il tempo della raccolta. Nella più grande area coltivata a meleto d’Europa si produce il 10% delle mele europee. L’Alto Adige è anche la più antica zona viticola dell’area di lingua tedesca ed una delle più rinomate d’Italia: i vini altoatesini ricevono regolarmente premi internazionali. Il marchio Qualità Alto Adige identifica prodotti di qualità controllata e dalla lavorazione artigianale, tra cui rientrano speck, vino, latte, pane, mele e succhi di mela. Lo speck Alto Adige e le mele si fregiano inoltre del marchio IGP. La promozione all’estero del territorio è curata con successo da Alto Adige Marketing (SMG), che insieme all’EOS (Organizzazione Export Alto Adige) promuove anche i prodotti locali. L’EOS ha inoltre competenza sulla ricerca di nuovi mercati per le aziende alto­ atesine.

Mele dell’Alto Adige – Un successo internazionale •  La coltivazione di mele occupa 18.400 ettari di terreno, il 2,5% della superficie altoatesina. •  Le mele crescono ad un’altitudine compresa tra 250 e 1.100 metri. Il 96% dei frutticoltori pratica la coltivazione integrata, il 4% quella biologica. •  8.000 frutticoltori raccolgono ogni anno circa un milione di tonnellate di mele. •  Il 50% della produzione ­rimane in Italia e l’altra metà viene esportata per un buon terzo in Germania.

Gastronomia I prodotti di qualità giovano anche alla cucina altoatesina che propone pietanze contadine

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e piatti mediterranei. La varietà di pane e dolci è dovuta all’influsso della cucina nordeuropea, mentre pizza e pasta portano in tavola l’atmosfera del Sud. Nell’offerta gastronomica rientrano trattorie, ristoranti e pizzerie, ma anche templi del gusto che sfoggiano stelle e cappelli. Agli altoatesini piace celebrare il cibo, ed ecco allora la Festa dello speck in Val di Funes, la Festa dei canederli a Vipiteno o l’evento culinario Stelle, malghe e castelli: piatti

Le mele dell’Alto Adige (1) Le mele sono il prodotto altoatesino esemplare in Italia e all’estero.

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•  11 varietà di mele altoatesine si fregiano del marchio di ­qualità europeo di indicazione geografica protetta (IGP). •  Le varietà più raccolte nel 2011: Golden Delicious (500.289 tonnellate), Gala (184.097 tonnellate), Red Delicious (125.923 tonnellate).


Speck in Giappone Nel reparto vini, l’assortimento è così vasto che bisogna avere pazienza per individuare il Lagrein Lindenburg, annata 2006, che fa bella mostra di sé nei leggendari grandi magazzini Harrods di Londra. I prodotti altoatesini vengono da tempo esportati e adesso spetta ai prodotti di nicchia come miele, grappa o “Schüttelbrot” cercare nuovi mercati. Intanto lo speck altoatesino, che rappresenta il 39% della produzione mondiale, è già presente in Giappone. 2

Un territorio DOC  Nella sua ultima edizione, la bibbia

degli enologi Gambero Rosso ha assegnato a ben 26 vini altoatesini il massimo riconoscimento dei tre bicchieri. E non c’è da stupirsi, visto che il 99% dei vini a nord di Salorno è DOC. Da notare che l’Alto Adige, con 5.300 ettari di superficie coltivata, è una delle province vinicole più piccole d’Italia. Ogni anno dai 20 diversi vigneti, in prevalenza ripidi e collinari, si ricavano circa 350.000 ettolitri, equamente divisi tra vini bianchi e rossi. Un terzo della produzione viene esportata, il resto è destinato al mercato locale. I vitigni autoctoni sono la Schiava (rosso), il Gewürztraminer (bianco) e il Lagrein (rosso).

Donne e birra Margherita Fuchs von Mannstein (nell’immagine) è una delle poche donne a dirigere una grande azienda altoatesina, e nel 2009 – prima donna in Alto Adige – ha anche ottenuto il riconoscimento di Manager dell’anno. Margherita è a capo della Forst di Lagundo, la più grande birreria altoatesina con oltre 400 dipendenti ed un fatturato medio annuo di 120 milioni di euro.

Madre di due figlie, rappresenta la quarta generazione familiare a gestire l’azienda rilevata nel 1863. La sua famiglia possiede anche Castel Foresta: noblesse oblige, in una terra – quella altoatesina – con la più alta concentrazione di castelli in Europa. L’agricoltura altoatesina in cifre •  Il 6,1% dei lavoratori è ­occupato nell’agricoltura •  Nel 2009 i trattori registrati erano 28.755 •  Introdotto nel 1976, il marchio di tutela Alto Adige è stato riconosciuto come marchio di qualità dalla UE nel 2005. •  Oltre a vino, mele e latte il marchio di qualità Alto Adige è assegnato tra l’altro anche a fragole e lamponi, ciliegie, verdure, miele ed erbe aromatiche. •  Più di 21.000 membri sono iscritti all’associazione di categoria Südtiroler Bauernbund. •  Gli agricoltori sono organizzati in oltre 100 cooperative, che si occupano anche della commercializzazione dei ­prodotti.

La tenuta vinicola Manincor (2) Scozia? No, Alto Adige (3) Cinta da antiche mura, Glorenza è la più piccola città dell’arco alpino ma anche la sede della prima distilleria di whisky d’Italia. Vi è l’inten­ zione di rivitalizzare la coltivazione cerealicola dell’Alta Val Venosta, nel tempo passata in secondo piano rispetto alla coltivazione di mele. ­L’imprenditore, nonché intenditore di whisky, Albrecht Ebensperger (nell’immagine) parla di un fabbisogno annuo di 600 tonnellate di malto di orzo, segale e mais e di una produzione di 1.000 barili l’anno. La distilleria, molto particolare dal punto di vista architettonico, punta a diventare anche un’attrazione turistica.

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Architettura e pianificazione del territorio La sua conformazione montuosa rende l’Alto Adige un territorio dagli spazi limitati per gli insediamenti residenziali e commerciali. Con lo Statuto di auto­ nomia è comunque iniziato un intenso sviluppo ­edilizio che ha portato anche alla nascita di forme architettoniche di pregio. L’architettura altoatesina rispecchia la storia e la società del territorio. Questa zona dolomitica si è caratterizzata fin dal Medioevo per la presenza di conventi e chiese, castelli e fortificazioni nonché per un’edilizia rurale semplice, funzionale e ade­ guata all’orografia. Commercio e turismo hanno poi portato in Alto Adige un’architettura più mondana e molte celebrità: il Grand Hotel Carezza e l’Hotel Lago di Braies sono due casi esemplari. In alcune località altoatesine, ma soprattutto a Bolzano, è facile trovare edifici risalenti al periodo fascista. Nel dopoguerra il fabbisogno abitativo rappresentava un problema urgente da risolvere. Gli architetti italiani ripresero elementi contempo­ ranei di un’architettura con connotazioni regionali, che a partire dagli anni ’70 conobbe un grande sviluppo imponendosi sull’allora romanticizzante stile architettonico tirolese. Gli architetti si trovarono ad operare in un territorio in cui le aree edificabili, sia a scopo abitativo che produttivo, erano poche e care. Fino allo Statuto d’autonomia si costruì quindi un po’ dappertutto nel verde. Le leggi provinciali degli anni ’70 sulla tutela ambientale e sull’urbanistica riuscirono a limitare la proliferazione urbana e la devastazione del paesaggio. Nel frattempo si formò una nuova generazione di architetti che iniziò a guardare ad un’edilizia rispettosa del paesaggio, alla fusione tra vecchie e nuove cubature, alla qualità dell’abitare e all’efficienza energetica. In questo contesto sono nate così alcune aziende specializzate in tecnologia d’avanguardia per l’architettura contemporanea.

Lavori pubblici

Caldaro

Negli ultimi 15 anni, gli appalti pubblici hanno consentito lo sviluppo di varie soluzioni edilizie, promuovendo l’architettura contemporanea: spicca la costruzione del Museion,

Con il winecenter di Caldaro gli architetti viennesi feld72 sono riusciti a realizzare una simbiosi perfetta tra vecchi e nuovi corpi edilizi. La nuova costruzione consiste di un grande monoblocco, mentre gli adiacenti locali adibiti a cantine sono stati uniformemente rivestiti con piastre in cemento di colore rosso scuro; all’interno gli ambienti sono luminosi e ariosi.

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il museo di arte moderna e contemporanea di Bolzano. Altri rilevanti esempi architettonici sono: la sede di Bressanone dell’Università di Bolzano e il Messner Mountain Museum a Castel Firmiano, la ristrutturazione di Castel Tirolo e la nuova scuola professionale per l’industria e l’artigianato di Bolzano. Questi 4 progetti, oltre ad aver ricevuto il prestigioso premio “Dedalo Minosse”, rappresentano ulteriori esempi di edilizia locale di qualità. L’architettura altoatesina attuale Ma allora com’è l’architettura altoatesina di oggi? Costruttori e progettisti si misurano non tanto con la costruzione del nuovo, quanto con il riutilizzo e la ristrutturazione dell’esistente. Ciò ha riguardato edifici industriali e residenziali, siti soprattutto in periferia. Nei centri più grandi si possono trovare anche interessanti esempi contemporanei.

Castel Firmiano nei pressi di Bolzano (1)

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Anche l’intervento sulla storica Tenuta Vinicola Manincor da parte del team di architetti guidato da Walter Angonese è stato estremamente delicato. Così leggero che si fa fatica a notare la nuova architettura, in quanto l’edificio a tre piani è stato realizzato sotto i vigneti ed è quasi totalmente interrato. D’altronde, secondo il concetto architettonico, la principale peculiarità di una cantina per vini è proprio la profondità.


Lasa Una “casa nella casa”; ecco il concetto sviluppato in Val Venosta dall’architetto Ruth Pinzger e dal geometra Arnold Rieger. Un fienile secolare è stato interamente svuotato e trasformato in un alloggio. L’edificio ristrutturato ad alta efficienza energetica, premiato dalla Provincia, ha mantenuto intatte le antiche e massicce mura in pietra.

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Il padre dell’architettura contemporanea  “Costruire il luogo”:

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era questo il credo dell’architetto altoatesino Othmar Barth (1927-2010), che come nessun altro è riuscito a coniugare paesaggio e architettura. A partire dalla fine degli anni ’70 il maestro brissinese ha creato uno stile contemporaneo dall’impronta regionale, influenzando un’intera generazione di architetti che, grazie a lui, trattano con cautela gli edifici storici, usano materiali locali e nella progettazione tengono conto dei dintorni e del paesaggio. Barth, conosciuto ben oltre i confini provinciali, ha progettato l’Accademia Cusanus di Bressanone, l’Hotel Ambach sul lago di Caldaro e il complesso residenziale del quartiere Aslago a Bolzano. Questa concezione di architettura globale e “parlante” è stata fatta propria, in maniera ancora più ampia, dalle ultime generazioni di architetti.

Magrè Un ulteriore esempio di come il nuovo possa integrarsi con l’esistente arriva dagli architetti altoatesini Lukas Mayr e Theodor Gallmetzer. Nella Bassa Atesina hanno realizzato, all’interno dell’azienda vinicola Weinhof Kobler, una sala degustazioni che in maniera netta, spigolosa e lineare si insinua tra le antiche mura. Una vetrata scorrevole amplia gli spazi verso l’esterno, cosicché il “fuori” si avvicina al “dentro”.

Complesso residenziale nel quartiere di Aslago a Bolzano (2) Costruire il luogo: il credo dell’architetto Othmar Barth diventato realtà ad Aslago. Abitazione a Lasa (3) L’interno di una vecchia stalla venne ristrutturato in un’abitazione. Il Weinhof Kobler a Magrè (4)

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Bolzano

Il Razionalismo fascista

Realizzato nel 1935, l’edificio Ex-GIL (Gioventù Italiana Littorio) riservato alle fanciulle era uno degli elementi più rappresentativi dell’italianizzazione portata avanti dal fascismo. Dopo la guerra l’edificio è andato gradualmente in rovina finché, nel 1995, l’Accademia Europea di Bolzano (EURAC) ha incaricato l’architetto internazionale Klaus Kada della ristrutturazione. Kada ha affiancato alla struttura sotto tutela una costruzione in vetro, cemento e acciaio. Oggi l’EURAC è un centro di ricerca in cui operano scienziati da tutta Europa.

Il fascismo ha marcato in maniera evidente l’aspetto ed il carattere di Bolzano. Nel 1928 venne inaugurato il Monumento alla Vittoria, a forma di arco di trionfo romano, simboleggiante la dominazione fascista. Il progetto è dell’architetto Marcello Piacentini, all’epoca uno dei più richiesti dal regime, e nel 1934 vinse anche il concorso nazionale per la ripianificazione del capoluogo altoatesino. La cosiddetta “città nuova” doveva adeguarsi alle esigenze funzionali e simboliche del potere dominante: piazza della Vittoria e il monumento dovevano divenire il nuovo centro cittadino, gli edifici monumentali, le strade assiali e le vaste piazze in stile fascista dovevano superare in grandezza il centro storico e i suoi portici medioevali. La “città nuova” rappresenta uno dei complessi di architettura fascista più densi d’Italia.

Laives La chiesa parrocchiale di Laives, il cui ampliamento è stato curato dagli architetti meranesi Thomas Höller e Georg Klotzner, è diventata uno dei simboli della cittadina. La nuova navata, rivestita di lastre metalliche color ottone e con un angolo di 90 gradi, assomiglia ad una piramide ed è collegata alla vecchia chiesa tramite un passaggio vetrato. Nonostante le dimensioni, la nuova costruzione si uniforma al vecchio luogo sacro.

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Edifici storici L’architettura altoatesina moderna muove i primi passi nella frazione di Tre Chiese, nel comune di Barbiano che domina la Val d’Isarco. Nel 1920 l’architetto Lois Welzenbacher e il pittore Hubert Lanzinger hanno realizzato una serie di casette in stile Bauhaus, immerse tra boschi e prati ad un’altitudine compresa tra i 1.100 e i 1.300 metri. La pensione Briol si presenta come un cubo rivestito in legno di larice posto su un pendio; il tetto leggermente spiovente e la veranda panoramica sulla valle rendono meno austera l’impressione iniziale. L’attuale proprietaria Johanna von Klebelsberg ha incaricato l’architetto svizzero Peter Zumthor, ospite occasionale della piccola pensione, di provvedere ad un piccolo e rispettoso ampliamento. Architettura e tecnologia

settore delle facciate, anche la Stahlbau Pichler si è trasformata da ditta artigianale in industria di respiro internazionale nel settore delle costruzioni in acciaio. Fondata nel 1978, la Stahlbau realizza combinazioni intelligenti tra acciaio strutturale e rivestimenti di facciata. Tra le opere più prestigiose

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figurano la nuova stazione centrale di Vienna, con una superficie di 109 ettari, e lo spettacolare trampolino per il salto con gli sci sul Bergisel, a Innsbruck, progettato dal celebre architetto Zaha Hadid.

Accanto all’azienda altoatesina Frener & Reifer, diventata nel tempo un global player nel

Veduta aerea di piazza Vittoria a Bolzano (5) La pensione Briol (6) Il trampolino sul Bergisel a Innsbruck (7) La Stahlbau Pichler ha realizzato lo spettacolare trampolino per il salto con gli sci.

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Stock edifici per anno di ­costruzione La maggior parte delle abitazioni italiane è stata costruita in passato, senza una particolare regolamentazione in materia di efficienza energetica. Esiste quindi un forte potenziale di mercato in questo ambito, soprattutto per gli edifici risalenti all’epoca 1920–1980. Edifici costruiti prima della Legge 373/76 Edifici costruiti dopo la Legge 373/76

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20,1% (prima del 1919) 9,1% (1920–1945) 11,1% (1946–1961) 12,2% (1962–1971) 10,8% (1972–1981) 12,0% (1982–1991) 15,4%(1992–2001) 9,3% (2002–2008)

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Architettura in Alto Adige   Merano Arte: la galleria propone regolarmente esposizioni di architettura contemporanea in Alto Adige e di tendenze internazionali.   Architettura Contemporanea Alpina: premio internazionale che dal 1992 viene assegnato a Sesto Pusteria.   CasaClima: questo progetto ha dato vita in Alto Adige ad un marchio di qualità ufficiale che certifica costruzioni e abitazioni realizzate pensando all’ambiente.   Città-Paese-Fiume: il progetto è incentrato sul rapporto tra l’uomo e le acque fluviali in Val d’Isarco.  L’Ordine degli Architetti della Provincia di Bolzano: comprende architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori dell’Alto Adige.  La Fondazione Architettura Alto Adige: si rivolge sia agli architetti che alla popolazione e pubblica la rivista “Turrisbabel”.

Nova Levante  Anche nelle zone produttive è possibile

avere delle belle opere di architettura. La zona artigianale di Nova Levante, non lontano da Bolzano, ha vinto il Premio alla Committenza 2010 con la motivazione principale che il concetto architettonico si integra armoniosamente con il paesaggio. Il concorso, promosso dalla Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Bolzano e dalla Business Location Südtirol – Alto Adige, ha assegnato il secondo posto alla sede degli uffici della ditta Innenausbau Barth di Bressanone per il suo aspetto scultoreo. La ditta Ewo di Cortaccia si è invece aggiudicata il terzo posto.

Fortezza (8) L’antico forte asburgico è stato ristrutturato ed oggi ospita grandi eventi culturali come la biennale d’arte Manifesta. Edilizia sociale (9, 10) Nel 2011 il progetto di edilizia sociale del quartiere Casanova di ­Bolzano dell’architetto Christoph Mayr Fingerle è stato esposto alla Biennale di architettura di Venezia. La nuova stazione di Bolzano (11) La nuova stazione di Bolzano dovrebbe dare il via alla pianificazione sostenibile del capoluogo. Il concorso di idee per la ristrutturazione dell’area ferroviaria è stato vinto dall’architetto viennese Boris Podrecca. Il progetto riguarda una superficie di circa 30 ettari che collega il centro cittadino con la periferia nord-orientale. I finanziamenti dovrebbero arrivare da Provincia, Comune di Bolzano e sponsor privati.

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Cultura La scena culturale altoatesina si trova in una fase cruciale, nella quale sono state realizzate strutture e luoghi con l’intento di portare la cultura moder­ na e contemporanea sullo stesso piano di quella tradizionale. E ora si cominciano a vedere i primi frutti di questa fusione.

12 “Südsterne” Martino Gamper è solo uno dei tanti altoatesini che hanno fatto carriera ­all’estero. Formatosi come falegname, l’artigiano meranese è diventato una star sulla scena internazionale del design, soprattutto dopo lo scalpore creato dalla sua mostra “100 sedie in 100 giorni”. Oggi Gamper vive a Londra, rac­ conta storie attraverso i suoi mobili ed ha successo in quanto riesce a fondere antico e nuovo, arte e artigianato, influenze internazionali e regionali. Gamper è anche membro di Südstern, una rete di cervelli altoatesini sparsi nel mondo che punta a diventare sempre più l’interfaccia tra aziende ed istituzioni locali e futuri partner esteri.

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Negli ultimi dieci anni l’Alto Adige ha investito enormemente nella cultura. Il Teatro Comunale ­Bolzano di piazza Verdi, inaugurato nel 1999, ospita rappresentazioni teatrali di prosa in lingua italiana e tedesca nonché opere liriche e spettacoli di danza; il Museion, museo di arte moderna e contempora­ nea di Bolzano, aperto nel 2008, offre spazi ad arti­ sti di spessore internazionale come Valie Export, Isa Genzken e Carl Andre. Sempre nel 2008 l’Alto Adige, insieme al Trentino, ha ospitato la Biennale Europea di arte contemporanea Manifesta 7, con 188 artisti distribuiti in sei sedi espositive. Un aspetto peculiare dell’Alto Adige è la grande varietà culturale e linguistica di questo piccolo ter­ ritorio, che ogni giorno ospita eventi in italiano, tedesco e ladino.

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Lo specialista in arredamenti di interni Nel settore dell’arredamento esistono alcune imprese altoatesine che nel corso degli anni sono riuscite a guadagnarsi una fama internazionale, come ad esempio la Barth Innenausbau di Bressanone. L’azienda specialista in arreda­ menti è considerata una delle più rinomate nel settore dell’architettura di interni per negozi di lusso e musei. Barth lavora insieme ad architetti di grido ed esporta le sue idee in tutto il mondo: il nuovo headquarter italiano della Microsoft a Peschiera Borromeo, i 5 piani del Rolex-Flagshipstore a Milano, il Deutsches Museum a Monaco di Baviera o ancora il Teuco Store di Parigi por­ tano la firma dell’impresa familiare altoatesina, le cui origini risalgono al lontano 1877. “100 sedie in 100 giorni” (12) L’esposizione che portò notorietà e fama internazionale al designer meranese Martino Gamper. Esigente anche dal punto di vista architettonico: la nuova sede della Barth Innenausbau a Bressanone (13) Il Museion, museo di arte moderna e contemporanea di Bolzano (1,2)

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Europeade La società altoatesina ha profonde radici culturali influenzate, da un lato, da aspetti austriaco-bavaresi provenienti da Nord, e dall’altro, da rapporti

commerciali con le regioni italiane. Nel corso dei secoli le tradizioni rurali e artigianali si sono gradualmente intrecciate con le forme di vita urbana, e Bolzano – con i suoi oltre 100.000 abitanti – racchiude in sé questa variegata mescolanza culturale. Non sorprende quindi il fatto che il capoluogo abbia ospitato nel 2010 il festival della cultura folcloristica Europeade

che per tre giorni ha colorato la città con i costumi tradizionali di gruppi musicali e di danza provenienti da tutta Europa.

agenzia per l’insediamento nella Provincia, che assiste le troupes che arrivano in Alto Adige per girare film e documentari. Come location cinematografica l’Alto Adige è una new entry, anche se esistono da anni realtà come la scuola di cinematografia Zelig (la prima in Italia per la formazione di documentaristi) e Bolzano Cinema, una rassegna di produzioni italiane, austriache, germaniche e svizzere che nel 2011 ha celebrato la sua venticinquesima edizione e ospita regolarmente grandi nomi del panorama mondiale come, tra i tanti, Wim Wenders.

Terra di cinema “I film sono come i sogni, hanno entrambi una profonda natura poetica”, disse una volta Pier ­Paolo Pasolini. Nel 1970 il grande regista bolognese ha girato in Alto Adige parecchie scene del Decamerone. Per questa famosa pellicola cercò palazzi, conventi e chiese, luoghi di campagna e ambientazioni urbane e trovò tutto, se non di più, nel territorio altoatesino. Oggi vi è un reparto della Business Location Südtirol – Alto Adige (BLS),

Incontri e Racconti Su iniziativa della BLS, dal 2011 la rassegna Bolzano Cinema è affiancata da Incontri, un meeting dedicato alle coproduzioni che consente a produttori italiani, tedeschi e austriaci di

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conoscersi e gettare le basi per progetti transfrontalieri. Si chiama invece Racconti il progetto, sempre targato BLS, che ricerca giovani autori di sceneggiature ambientate in Alto Adige. Il concorso non cerca film già finiti, ma script da sviluppare nel

corso di un laboratorio di scrittura di tre giorni, al termine del quale i migliori progetti potranno accedere al fondo di finanziamento e alla fase finale di Incontri. Possono ricevere un finanziamento anche i produttori coinvolti nel progetto.


Capitale europea della cultura 2019 L’Alto Adige si è candidato, congiuntamente ad altre amministrazioni del Nord-Est, a diventare Capitale europea della cultura nel 2019. Il progetto coinvolge la città e la provincia di Venezia, il Friuli-Venezia Giulia, il Veneto e le province autonome di Trento e Bolzano. Vi sono 7 milioni di abitanti, con Venezia e le Dolomiti patrimonio mondiale dell’umanità, a guidare il gruppo e l’Alto Adige porta con sé la particolarità di un territorio plurilingue. Il titolo di Capitale europea della cultura viene assegnato dalla UE e nel 2013 si saprà se a potersene fregiare sarà l’alleanza del Nord-Est. Cultura verticale Il comune di Stelvio, immerso nell’omonimo Parco nazionale, è noto anche per la leggendaria strada che porta al Passo dello Stelvio. In paese i sentieri sono ripidi, le stradine strette e le case alte. Ecco allora che 15 associazioni hanno pensato di unire le forze e le varie idee per organizzare il festival culturale Stilfs.vertikal (Stelvio in verticale), che mette in risalto le tradizioni e le iniziative del paese trasformandolo per quattro giorni in una fucina di eventi musicali e culturali.

dell’Alto Adige, l’inserto locale del Corriere della Sera. Dal 1996 esce il Neue Südtiroler Tageszeitung, secondo quotidiano in lingua tedesca che si propone come alternativa al potente Dolomiten. I sudtirolesi leggono anche gli unici due settimanali dell’Alto Adige: ff-Südtiroler Wochenmagazin, che con sguardo critico si occupa di politica, società, cultura ed economia e il Südtiroler Wirtschaftszeitung, pubblicazione economica. 3

Sender Bozen è il canale radiotelevisivo in lingua tedesca della RAI regionale, che condivide le frequenze con le trasmissioni in lingua italiana e ladina. Südtirol heute è il notiziario quotidiano di mezz’ora dedicato all’Alto Adige prodotto dall’emittente radiotelevisiva austriaca ORF. Südtirol Digital Fernsehen SDF è invece l’unica tv privata in lingua tedesca dell’Alto Adige e fa parte del gruppo Rosengarten Broadcast Media, proprietario di Video 33, la prima tv locale italiana della provincia.

Festival in Alto Adige •  Antiqua musica barocca •  Concorso pianistico internazionale Ferruccio Busoni •  Settimane musicali meranesi •  Settimane musicali Gustav Mahler a Dobbiaco •  Transart – Festival di cultura contemporanea •  Südtirol Jazzfestival Alto Adige •  Bolzano Danza •  Upload – Festival per gruppi musicali emergenti

La stampa altoatesina Il panorama mediatico altoatesino rispecchia la struttura trilingue della società. La parte del leone in termini di tiratura la fa il Dolomiten, il quotidiano di lingua tedesca più letto e fondato nel 1882. L’informazione di lingua italiana è affidata ai quotidiani Alto Adige (fondato nel 1945) e Corriere

4 Transart (3, 4) Artisti e luoghi fuori dal comune sono tipici del festival culturale ­Transart, che si svolge dal 2001 ogni anno in autunno attorno al ­capoluogo della provincia.

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Libri sull’Alto Adige   Roberta Dapunt: La terra più del paradiso. Poesie   Siegfried Baur, Riccardo Dello Sbarba: Alexander Langer. 1978–1995 Scritti sul Sudtirolo   Brunamaria Dal Lago Veneri: Piedi, zoccoli e ruote. Zibaldone erratico dal Tirolo al Timbuctu. Racconto   Lucio Giudiceandrea: Spaesati. Italiani in Südtirol.   Joseph Zoderer: L’Italiana. Romanzo   Franz Thaler: Dimenticare mai. Opzioni, campo di concentramento di Dachau, prigioniero di guerra, ritorno a casa   Francesca Melandri: Eva dorme. Romanzo   Fabio Bonafé: Le Pecore impazienti. Settantacinque storie e una ricetta

Un premio alle passioni In Alto Adige, accanto a manifestazioni di respiro internazionale come le ­Settimane musicali Gustav Mahler di Dobbiaco, c’è spazio anche per eventi di nicchia che puntano sulla creatività e sull’originalità. Uno di questi è La seconda luna, un concorso a livello europeo bandito dalla cittadina di Laives che, alla ricerca di persone particolari con grandi passioni, premia la passione stessa piuttosto che l’oggetto di questa “malattia”. Applausi sono andati ad esempio all’anziano laivesotto Alois Clementi che per 40 anni ha costruito, curato ed esposto modellini di navi da guerra in scala 1:30 e 1:80, oppure al salernitano Andrea Caputo, che da 20 anni fotografa graffiti sui muri e sui vagoni ferroviari. Concorso europeo (5) Il terzo posto nel concorso per le passioni è andato a Vittorio Napoli, che a piedi o a nuoto ha percorso tutte le coste italiane.

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Scultori gardenesi – Aron Demetz

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Una vetrina di talenti Ogni anno la scena musicale bolzanina viene ravvivata per oltre una settimana dai giovani partecipanti al Concorso pianistico internazionale Ferruccio Busoni. Da tutto il mondo arrivano virtuosi del pianoforte per proporre un repertorio che spazia dal classico-romantico al contemporaneo; a giudicarli una giuria rinomata che nel 2011 è stata presieduta da Martha Argerich. La nota pianista argentina vinse nel 1957, all’età di 16 anni, il primo premio di questo

Waltherhaus di Bolzano: da parecchi anni ormai questa Casa della Cultura richiama in Alto Adige le produzioni più significative della scena teatrale contemporanea di lingua tedesca come il Maxim Gorki Theater di Berlino, lo Schauspiel di Francoforte, i Kammerspiele di Monaco di Baviera e il Thalia Theater di Amburgo. Gli spettacoli non hanno luogo solo a Bolzano, ma anche a Silandro, Merano, Bressanone e Brunico.

concorso giovanile fondato nel 1949, iniziando proprio a Bolzano la sua fulgida carriera. Teatro, che passione L’Alto Adige vanta una ricca e variegata tradizione teatrale. Accanto alle 230 compagnie amatoriali figurano una mezza dozzina di piccoli teatri nonché i due più grandi enti teatrali con produzione propria, lo Stabile di Bolzano e le Vereinigte Bühnen Bozen in lingua tedesca. Una particolarità è costituita dalle compagnie ospitate nel teatro

Nato nel 1972, è il classico esempio di scultore che coniuga tradizione e modernità. Aron Demetz lavora il legno fin da giovane; nella natia Val Gardena ha imparato l’arte di intagliare, poi ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Norimberga. Le sue statue a grandezza naturale – lavorate con fuoco, resina, silicone e avvalendosi del computer – sono arcaiche e impassibili, mostrano la figura umana in trasformazioni sempre nuove. Aron Demetz ha partecipato alla Biennale di Venezia ed è membro del comitato promotore della candidatura dell’Alto Adige a Capitale europea della cultura 2019.

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L’atelier di Aron Demetz (6) Concorso pianistico Ferruccio Busoni a Bolzano (7) Una scena dal Teatro Cristallo di Bolzano (8)

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BLS

“La forza dell’Alto Adige consiste nel poter offrire all’imprenditoria un consolidato tessuto economico ideale per chi opera nel settore dell’energia rinno­ vabile e dell’efficienza energetica” sostiene Ulrich Stofner, direttore della BLS dal 2009, anno della sua costituzione. Da allora l’agenzia di insediamento promuove in maniera mirata l’Alto Adige come sede ideale per l’economia e la produzione cinematografica, for­ nendo fattiva assistenza ad imprese locali, nazionali ed estere intenzionate a stabilirsi in Alto Adige. Il supporto della BLS si articola dalla ricerca dell’area, alla consulenza in materia amministrativa e legale, dal supporto informativo per contributi e normative fino alla messa in rete con tutte le im­ portanti strutture di servizio e le associazioni economiche del territorio locale. L’assistenza della BLS comunque non si esaurisce con il momento dell’insediamento, in quanto anche in seguito l’agenzia continua ad essere partner e punto di riferimento per le aziende. La BLS persegue inoltre la strategia vincente del centro di competenza, tant’è che sono soprattutto le imprese dei settori chiave dell’Alto Adige – come ad esempio quello delle energie rinnovabili – ad essersi stabilite sul territorio provinciale. Da questa situazione deriva­ no non solo un aumento del know-how in questi settori ed un incremento della produttività, ma anche la creazione di posti di lavoro qualificati. La BLS lavora inoltre per assicurare alla business location condizioni generali stabili e quindi idonee garanzie future. Particolare attenzione viene rivolta ad esempio all’utilizzo delle risorse disponibili prima dell’individuazione di nuove aree e allo sviluppo di nuovi standard per la pianificazione delle zone produttive dell’Alto Adige. È inoltre ampio l’impegno messo in atto per lo snellimento della burocrazia delle procedure.

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L’Alto Adige è la Green Region d’Italia, provincia modello nel settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. Proprio nel settore Green le imprese possono trovare in Alto Adige ideali opportunità di insediamento e inequiparabili condizioni per far nascere e crescere la propria azienda. Per fornire assistenza a imprese locali, nazionali ed internazionali interessate all’insedia­ mento o all’ampliamento della loro attività in Alto Adige, è operativa la Business Location Südtirol – Alto Adige (BLS).

Un team affiatato (1) Dal 2009 la BLS accompagna e assiste le aziende che vogliono insediarsi in Alto Adige e le case di produzione che realizzano in provincia film per il cinema o la televisione.

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Collaborazione

Il nuovo Parco tecnologico

La giunta provinciale altoatesina ha affidato alla Business Location Südtirol – Alto Adige un’ampia gamma di competenze nel campo delle zone produttive, tant’è che l’agenzia di promozione territoriale BLS insedia le aziende e le mette in contatto con privati o con amministrazioni comunali. Ed è soprattutto la collaborazione con i comuni altoatesini ad essere la più strutturata: i comuni infatti utilizzano gratuitamente l’apposito portale della BLS dedicato agli immobili liberi per pubblicizzare le loro aree, e sono anche coinvolti attivamente nel programma di sviluppo della localizzazione “STEP”. Questo progetto, promosso da Provincia e Consorzio dei Comuni, viene gestito e coordinato dalla BLS e si prefigge di rafforzare nel lungo periodo l’Alto Adige come location economica. Il progetto prevede il raggruppamento dei comuni altoatesini in 20 spazi funzionali, con l’obiettivo finale di arrivare a decisioni sovracomunali in materia di insediamenti. Ecco allora che in futuro i comuni dovranno ragionare in maniera congiunta su dove realizzare una zona produttiva. Tramite progetti come STEP o l’elaborazione di proposte di legge per il governo provinciale, BLS migliora le condizioni quadro per le aziende attive in Alto Adige.

Potenziare i propri punti di forza e consolidare la location: ecco gli obiettivi del Parco tecnologico che sorgerà nella zona produttiva di Bolzano. Il know-how nei settori chiave delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica, della mobilità sostenibile e della tecnologia alimentare sarà presto messo a disposizione dalla Libera Università di Bolzano, da centri di ricerca come il Fraunhofer-Institut o l’EURAC e da aziende innovative. La gestione del Parco tecnologico è affidata al TIS innovation park, che si occuperà anche dell’amministrazione e del trasferimento di know-how e di tecnologie tra gli attori del progetto. Da parte sua la BLS gestirà l’insediamento delle imprese italiane ed estere ritenute adeguate, che qui troveranno condizioni ottimali di lavoro. Una di queste è rappresentata dal concetto edilizio: un complesso industriale sotto tutela sarà integrato da un’architettura contemporanea in cui il vecchio si armonizzerà con il nuovo. L’edificio principale del Parco tecnologico sarà a zero energia, ovvero capace di generare da solo l’energia di cui ha bisogno.

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La promozione cinematografica  L’Alto Adige è stato spesso

set cinematografico di produzioni internazionali. Gli ultimi film girati all’ombra delle Dolomiti sono stati gli italiani Diaz di Daniele Vicari e Il volto di un’altra del noto regista Pappi Corsicato, la pellicola tedesca Schwestern di Anne Wild e il documentario Die Fugger di André Schäfer. Queste produzioni hanno usufruito dei finanziamenti stanziati dalla Provincia per la promozione cinematografica, della quale dal 2010 si occupa la BLS. I contributi messi a disposizione – per il 2012 ammontavano a 5 milioni di euro – sono destinati a produzioni di ogni genere per il cinema o la televisione e che vengono girate in Alto Adige. La BLS promuove inoltre attivamente le coproduzioni italo-tedesche. L’obiettivo del sostegno alle produzioni è quello di radicare l’Alto Adige nel settore della cinematografia, stimolando al contempo l’economia locale. La BLS non si limita a reclamizzare la location, ma ne promuove lo sviluppo e fornisce assistenza nella ricerca di contributi e di finanziamenti. L’agenzia di insediamento fornisce inoltre alle case di produzione un servizio completo, che va dal sostegno nella ricerca di location e personale, alla consulenza in materia legale e fiscale, adoperandosi anche per ottenere le autorizzazioni necessarie per girare.

Riprese in Alto Adige (2) Le migliori produzioni televisive e cinematografiche si avvalgono dei sostanziosi finanziamenti concessi dalla Provincia. Edificio della Camera di Commercio altoatesina in Piazza Verdi e sede della BLS (3)

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