Un programma di lavoro sul disegno

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Grafite Associazione culturale www.associazionegrafite.it

IL TERRITORIO OLTRE LO STRETTO Pensare un unico paesaggio_Progettare un unico territorio

Antonello Russo, presidente (Messina, 1972)

Francesco Messina, vicepresidente (S. Agata Militello, Messina, 1977)

Architetto. Si laurea con Laura Thermes nel 2002 presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria. Nel 2006 consegue il Dottorato di Ricerca in Progettazione Architettonica. Nel 2003 fonda lo studio Bodàr Bottega d’Architettura con il quale ha ottenuto diversi riconoscimenti. Collabora all’attività didattica di Laura Thermes presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria dove è docente a contratto. È stato assistente di Nikos Ktenàs presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio.

Rosario Andrea Cristelli, segretario (Barcellona P.G., Messina, 1979)

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disegno e progetto per un dialogo tra generazioni

Architetto. Si laurea con Laura Thermes nel 2006 presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria. È dottore di ricerca in Progettazione Architettonica e Urbana con tesi dal titolo: Il terremoto della Valle del Belice e le città di fondazione. Gibellina: un caso particolare (tutor: Laura Thermes). Dal 1999 al 2011 ha collaborato a diversi corsi dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. E’ componente dello studio associato Bodàr_Bottega d’Architettura.

Giuseppe Messina, tesoriere (S.Agata Militello, Messina, 1980)

Architetto. Si laurea nel 2006 presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria. Nel 2007 si associa allo studio Bodàr_Bottega d’Achitettura con il quale ha redatto progetti per enti pubblici e privati sviluppando una specializzazione nella progettazione architettonica e urbana. Con lo studio ha partecipato a numerosi concorsi di progettazione architettonica, ottenendo premi e riconoscimenti.

Daria Caruso, consigliere (Messina, 1976)

Architetto. Si laurea con Laura Thermes nel 2002 presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria. È’ dottore di ricerca in Progettazione Architettonica e Urbana presso l’Università degli Studi di Palermo con tesi dal titolo La casa del Fascio e del Balilla di Ernesto Bruno La Padula, Ragusa, 1934-1937. Un progetto di restauro tra valore urbano e dettaglio architettonico (tutors: Laura Thermes – Antonino Marino). Nel 2009 è docente a contratto presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria. E’ componente dello studio associato Bodàr_Bottega d’Architettura.

Francesco Fragale, consigliere (Palermo, 1975)

Architetto. Si laurea con Laura Thermes nel 2002 presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria. È’ dottore di ricerca in Progettazione Architettonica e Urbana presso l’Università degli Studi di Palermo con tesi dal titolo: La Fiera di Messina, il Padiglione “Centrale” ed il suo recinto architettonico (tutors: Laura Thermes – Giuseppe Arcidiacono). Ha collaborato a diversi corsi presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria. E’ componente dello studio associato Bodàr_Bottega d’Architettura.

CITTàAUTOGRAFICA

Architetto. Si laurea con Laura Thermes nel 1999. Dottore di ricerca in Progettazione Architettonica e Urbana nel 2004. Dal 2000 svolge con continuità attività didattica e di ricerca presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria. Componente del comitato organizzatore del LId’A, Laboratorio internazionale d’Architettura e redattore della rivista AdueArchitettura entrambi coordinati da Laura Thermes. La sua attività progettuale, svolta all’interno dello studio Moduloquattro Architetti è oggetto di segnalazioni dalla critica, pubblicazioni, premi e inviti a partecipare a concorsi, seminari e conferenze.

CITTàAUTOGRAFICA disegno e progetto per un dialogo tra generazioni

Città Autografica. Disegno e progetto per un dialogo tra generazioni è una iniziativa culturale promossa, organizzata e allestita da Grafite, associazione culturale con sede a Messina. Ideata e curata dal presidente Antonello Russo, essa è stata esposta per la prima volta in occasione della seconda edizione del workshop di progettazione “Il territorio oltre lo Stretto” nell’auditorium Bartolo Cattafi a Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina dal 30 aprile al 7 maggio 2011.

a cura di Antonello Russo per

La mostra percorre, in diciassette opere originali realizzate da progettisti, esponenti emergenti dell’architettura italiana, una riflessione critica sulla città e sulla evoluzione della sua immagine nella condizione contemporanea. Gli studi, selezionati su tutto il territorio nazionale, sono stati chiamati a sintetizzare un personale

presentazione di Laura Thermes

punto di vista sulle molteplici tematiche che attraversano l’universo urbano contemporaneo mediante la redazione di un elaborato originale autografo con gli strumenti propri del progetto di architettura. L’esposizione, nel proporre un quadro seppur parziale di un profilo generazionale, pone le premesse per una sintesi sulla evoluzione dell’organismo città sollecitando un dibattito sulle tematiche connesse al disegno e alla rappresentazione come luogo del pensiero progettuale con, al centro, la posizione della generazione oggetto di indagine.

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distribuzione italia - estero versione digitale ebook/app:

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questo volume è stato realizzato in collaborazione con

Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Messina Presidente: Pino Falzea

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©

Proprietà letteraria riservata

Gangemi Editore spa

Piazza San Pantaleo 4, Roma w w w. g a n g e m i e d i t o r e . i t

Nessuna parte di questa pubblicazione può essere memorizzata, fotocopiata o comunque riprodotta senza le dovute autorizzazioni. Le nostre edizioni sono disponibili in Italia e all'estero anche in versione ebook. Our publications, both as book and ebooks, are available in Italy and abroad.

ISBN 978-88-492-2515-0 2

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IL TERRITORIO OLTRE LO STRETTO Pensare un unico paesaggio_Progettare un unico territorio

CITTàAUTOGRAFICA disegno e progetto per un dialogo tra generazioni a cura di Antonello Russo per

presentazione di Laura Thermes

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Enti promotori

Enti patrocinanti

Sindaco: Candeloro Nania

Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Ordine degli Architetti P. P. e C. della prov. di Messina

Provincia Regionale di Messina

Associazione Culturale Grafite

Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria

Comune di Barcellona P. G.

Presidente: Pino Falzea

Presidente: Antonello Russo

ANGIA Associazione Nazionale Giovani Architetti Catanzaro

AsMA Architecture

Presidente: Nanni Ricevuto

Rettore: Massimo Giovannini

Facoltà di Architettura Preside: Francesca Fatta

Dipartimento DASTEC Arte, Scienza e Tecnica del Costruire Direttore: Attilio Nesi

Consiglio degli Studenti Facoltà di Architettura Reggio Calabria

INARCH Sicilia

Presidente: Franco Porto

Progetto, catalogo e mostra a cura di: Antonello Russo per Associazione Culturale Grafite organizzazione e allestimento: Associazione Culturale Grafite con la collaborazione di: Paola Albanese, Maria Carmela Perri, Francesco Frisone, Renato Romeo, Mauro Scarcella Perino reportage fotografico Maria Angela Lorenza Battaglia, Daniele Rizzuti, Renato Romeo in copertina: “città telaio” (AR, 2009) 4

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Mostra realizzata in occasione della 2°edizione de IL TERRITORIO OLTRE LO STRETTO Pensare un unico paesaggio_Progettare un unico territorio workshop di progettazione Auditorum Bartolo Cattafi, Barcellona Pozzo di Gotto 30 aprile - 07 maggio 2011

CITTA’ AUTOGRAFICA disegno e progetto per un dialogo tra generazioni

Comitato scientifico: Franco Purini Università degli Studi di Roma Sandra Suatoni Istituto Nazionale per la Grafica, Roma Laura Thermes Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria Daria Caruso Rosario Andrea Cristelli Francesco Fragale Francesco Messina Giuseppe Messina Antonello Russo Associazione Culturale Grafite

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Indice

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Introduzione

Presentazione

Contributi critici

Parole chiave

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Un programma di lavoro... sulla città Antonello Russo

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Il luogo dell’idea Laura Thermes

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Un confronto frontale Franco Purini

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Disegno e progetto nei laboratori urbani del nuovo millennio. Esperienze di riflessione disciplinare e linguistica. Sandra Suatoni

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Un programma di lavoro...sul disegno Francesco Messina

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Un programma di lavoro...sul progetto Andrea Cristelli

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Un programma di lavoro...sulla generazione Daria Caruso

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Città Autografica AtelierMap_Siracusa Bodàr Bottega d’Architettura_Messina B2A_Cosenza c.a.c.p.studio / cecilia anselmicarloprati_Roma For(m)a-b_Reggio Calabria Olaf Gipser Architects_Amsterdam Iotti+Pavarani_Reggio Emilia Raffaella Laezza_Trieste Lina Malfona_Roma MDU Architetti_Prato Medir Architetti_Roma Menegatti/Nencini_Roma ModuloquattroArchitetti Associati_Messina Monestiroli/Ferrari_Milano Nàbito Arquitectura_Barcelona Neostudio_Genova Scape_Roma / Parigi

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Biografie degli “studi”

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Diario di bordo

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Maria Angela Lorenza Battaglia Renato Romeo Daniele Rizzuti

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Un programma di lavoro...sul disegno Francesco Messina Un programma di lavoro...sul progetto Andrea Cristelli Un programma di lavoro...sulla generazione Daria Caruso

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I

l disegno rappresenta l’impianto costitutivo dello statuto disciplinare dell’architettura. Dal

momento in cui, grazie all’uso della carta si è intuito il valore del disegno come dispositivo di ratio del progetto, esso è stato utilizzato al fine di tradurre, per analogia, il reale e l’ideale in un insieme di segni convenzionali utilizzati come mezzo di comunicazione dei significati dell’architettura stessa. Il processo razionale che governa la traduzione del reale, infatti, s’invera nella modalità selettiva degli elementi che raccontino il valore primario di ciò che è rappresentato. Questo concetto,

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che ha attraversato la storia della critica dell’arte, nel suo diacronico percorso evolutivo ha avvicinato il disegno a uno strumento di esegesi ed invenzione, allontanandolo dall’esercizio di perfetta imitazione. In origine, infatti, l’assegnazione di valore artistico di una rappresentazione

Un programma di lavoro ...sul disegno Francesco Messina

era legata alla verosimiglianza con il reale. Oggi la qualità finale dell’opera passa attraverso la capacità d’interpretazione, astrazione e sintesi dell’oggetto della rappresentazione indagato. Ciò che presiede questo tipo di trascrizione è la capacità di osservazione attraverso il filtro della conoscenza, che consente di epurare la memoria visiva da tutte le informazioni “non necessarie”, fissando nella mente quanto permetta alla mano la duplicazione del significato più veritiero e più profondo delle cose. Disegnare diventa quasi un’esperienza di raffinazione semantica, attraverso cui il senso della realtà possa risultare più chiaro ed oggettivo nel suo manifestarsi come immagine. Essa si palesa come contenitore dei dati soggettivi della stratificazione gnoseologica ed analitica di chi ha prodotto l’opera, mostrando tuttavia la disponibilità ad essere profanata da chi la osserva con attenzione critica.

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La natura creativa del disegno architettonico avviene invece attraverso la traduzione del mondo ideale (memore del mondo reale e da esso alimentato) in un elaborato grafico, che può avere esito nella realizzazione fisica di un manufatto o restare immortalato sulla carta come testimonianza del risultato dell’elaborazione progettuale. Essa documenta un preciso stadio dell’evoluzione del pensiero, avvenuta per via del processo mentale di formalizzazione delle figure, ancora privo, nel suo momento generativo, delle categorie che ne permettano il proporzionamento. È la trascrizione grafica dell’idea ad istituire un procedimento di misurazione, grazie al quale è possibile sistematizzare il pensiero generativo. Il momento stesso della scrittura sulla tavola presuppone che la mano individui, nel movimento, un meccanismo gerarchico in funzione del quale costruire la metrica della figura. La sequenza logico-strumentale, secondo cui si evolve tale meccanismo, definisce il dispositivo ideativo della composizione architettonica, che si rivela attraverso il procedere del disegno, sovrapposto e coincidente al procedere stesso del pensiero. Secondo Franco Purini1, infatti, il disegno è il luogo privilegiato della sperimentazione linguistica, ossia il momento in cui l’architetto costruisce il proprio apparato sintattico e ne verifica le possibilità combinatorie e stilistiche, alla ricerca di una dimensione autografica ed alla scoperta di una verità soggettiva tra quelle possibili. Nell’incessante processo euristico, che si attua attraverso lo 1

Franco Purini, Dal progetto, Edizioni Kappa, Roma 1992, p. 343.

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strumento della rappresentazione, la poetica del progetto trova la propria collocazione iconica. Il progetto di architettura ha acquistato per questo una propria autonomia in quanto “opera conclusa”, in grado di comunicare, a prescindere dalla sua realizzazione, il senso proprio della forma e dello spazio architettonico. Il valore inventivo, insito nell’atto del disegno, racchiude in sè l’intera evoluzione dell’espressione architettonica, secondo quelle tre diverse modalità, individuate da James S. Ackerman, dell’origine, dell’imitazione e della convenzione. La terminologia utilizzata in questo caso sembrerebbe ridurre il valore creativo del soggetto che opera mentre, nell’accezione con cui vengono argomentate, ognuna della tre fasi contiene i margini di evoluzione ed invenzione che contraddistinguono l’atto progettuale. L’origine è considerata innovazione, ancor più significativa per il sostanziale affrancamento, piuttosto che per la sua dipendenza dalle maniere precedenti. L’imitazione stessa è stata considerata nella storia, come già asserito, ciò che permetteva la definizione del più elevato grado dell’opera d’arte, non tanto e non solo come

Francesco Messina

mera duplicazione di ciò che veniva osservato, ma come capacità di scrutare il mondo in un certo

Architettura di Reggio Calabria. Nel 2006 consegue il titolo di

modo e reinterpretarlo alla luce delle nuove tecniche di rappresentazione e delle nuove filosofie

degli Studi di Palermo. Nel 2003 fonda lo studio Bodàr Bottega

Si laurea nel 2002 con Laura Thermes presso la Facoltà di Dottore di Ricerca in Progettazione Architettonica all’Università

di vita. La convenzione rappresenta il grado di universalità della comunicazione che si alimenta

d’Architettura con il quale ha partecipato a mostre ed ha ottenuto

sempre del rapporto interattivo tra artista e spettatore, ma si adegua nel tempo anch’essa in

Mediterraneo 2011 e Architettura e cultura urbana di Camerino

funzione del progredire degli strumenti del disegno.

diversi riconoscimenti tra cui i premi internazionali Abitare il 2011, la menzione d’onore in Europan 11, il primo posto al Concorso per la valorizzazione e riqualificazione funzionale del

L’evoluzione “tecnica” di questo strumento ha inevitabilmente condizionato anche le capacità

lungomare urbano di Calagonone. Nel 2010 ha collaborato con

espressive e le teorie dell’architettura dal XIV secolo (quando venne introdotta la carta nel mondo

–Tianjin, esposto all’Expò di Shangai 2010 e all’Accademia

occidentale2) ad oggi. L’invenzione della prospettiva, segnando un passaggio epocale nella

Laura Thermes al masterplan per la nuova città di Ling Gang Nazionale di San Luca a Roma. Nel 2012 è stato invitato dall’I2a_ Istituto Internazionale di Architettura di Vico Morcote (Svizzera)

storia dell’arte in generale, influenzò senza alcun dubbio le potenzialità di articolazione delle

per una consultazione progettuale. Grazie alle associazioni

volumetrie e dei sistemi di aggregazione della forma nello spazio, alimentando intensi dibattiti. Il

eventi culturali tra cui il workshop Il territorio oltre lo Stretto. E’

culturali Plusform e Grafite, è stato responsabile scientifico di

mondo dell’architettura si divise tra chi in essa vedeva, nonostante la precisione scientifica del

autore di saggi e libri tra cui Abitare la Città (Iiriti Editore, 2007),

metodo del Brunelleschi, un sistema di falsificazione, affidandosi alle proiezioni ortogonali come

Atti (Artemis, 2011). Collabora all’attività didattica di Laura

unica rappresentazione veritiera, e chi ne esaltava invece le possibilità d’invenzione spaziale e

dove, dal 2008, è docente a contratto. Nel 2006/07 è stato

Progetti in Fiera (Iiriti editore, 2010) e Il territorio oltre lo Stretto_ Thermes presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria

linguistica. La rivoluzione informatica ha riproposto lo stesso tipo di dilemma, nel confronto tra

assistente di Nikos Ktenàs presso l’Accademia di Architettura di

diverse correnti di pensiero che attribuiscono diverse potenzialità al disegno digitale. Quest’ultimo

quali hanno ottenuto riconoscimenti internazionali. Nel 2012 è

ha introdotto, tra il mondo reale e quello ideale, un’ulteriore ed ibrida entità, ossia quella virtuale, governata dal disegno digitale. Esso ha sollecitato alcune innovazioni sul piano epistemologico

Mendrisio. E’ correlatore di diverse Tesi di Laurea, alcune delle stato selezionato per il Visiting Teacher Program presso l’AA School of London. Fa parte della commissione scientifica per la Casa dell‘Architettura del Mediterraneo.

a partire dalle questioni sollevate dal metodo di concezione dei files, in relazione ai tradizionali sistemi di rappresentazione. In primo luogo la gestione del disegno per layers ha sicuramente prodotto alcune riflessioni sulla lettura e sul progetto della città e dell’edificio. Il criterio di sovrapposizione e d’isolamento dei diversi livelli del disegno permette la concettualizzazione e l’acquisizione della stratificazione di cui il disegno stesso è fatto. Ciò consente d’introdurre nuovi strati intermedi, coincidenti e traslati nello spazio rispetto agli originari o, addirittura, di 2 James. S. Ackerman, Architettura e disegno. La rappresentazione da Vitruvio a Gehry, Mondadori_Electa, Milano 2003, p. 249.

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produrre una memoria artificiale, precedente a quella primordiale3, che rivela un codice genetico mai esistito ma antecedente, un a priori ideale. La scomposizione per layers ha indotto anche nuove modalità sul piano della costruzione del manufatto e della conformazione dell’organismo urbano, attraverso la gestione isolata delle singole questioni che intervengono su differenti gradi di complessità e in relazione a diverse problematiche. All’interno di un unico documento infatti possono essere contenute simultaneamente tutte le informazioni risolutive delle problematiche messe in gioco ed al contempo è possibile comunicarle distintamente, producendo una sorta di risposta generica e specifica allo stesso tempo, in cui non ha valore la compiutezza dei singoli elaborati, quanto la possibilità di accesso e modificazione simultanea, infinita e perpetua. Un secondo aspetto, probabilmente di alterazione teorica, è legato al concetto di scala. Il disegno digitale ne ha ridotto la portata nella fase elaborativa, rinunciando al controllo delle forme in relazione alla misura effettiva degli oggetti architettonici o urbani. L’apparente ambiguità di tale alterazione si è rivelata, in certi casi e per certi aspetti, uno stimolo speculativo sul piano del pensiero progettuale. Peter Eisenmann, ad esempio, ha colto questo dato, inizialmente vissuto come difficoltà di controllo del processo compositivo, come occasione per formulare il concetto 4

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di scaling attraverso cui attribuire significato ad un oggetto indipendentemente dalla sua reale proporzione rispetto al reale. Così i principi di dilatazione e contrazione scalare dello stesso progetto in un contesto, immettono un valore aggiunto dato da una sorta di “ordine dinamico” che contemporaneamente consente la reiterazione e la variazione dimensionale nello spazio. Un ulteriore aspetto innovativo del disegno digitale, che costituisce il campo d’indagine di una cospicua parte del mondo dell’architettura contemporanea, è relativo alla realtà virtuale parametrica. Nonostante essa non richieda di essere concretata nella costruzione, né di essere trascritta su carta, perché sia enunciata, è necessario un processo conformativo che la descriva come cosa compiuta in sé e già chiusa, rigettando qualsivoglia interpretazione altra da come essa stessa si dà all’osservatore. Non vi sono margini d’interpretazione per chi si soffermasse a osservare un oggetto architettonico frutto della modellazione parametrica. Il procedimento di costruzione della forma rifugge ogni tentativo di controllo euclideo e razionale, affidandosi prevalentemente alla sensibilità percettiva. L’uso del disegno digitale in questi casi si fa strumento di controllo formale indifferente all’oggetto della sperimentazione, alla sua scala e alla sua collocazione nello spazio e nel tempo. Il meccanismo di aggregazione delle forme, ottenuto attraverso il disegno analogico, viene sostituito dal processo di deformazione di un’unica massa, insubordinata alle logiche di connessione tra le parti che si fondono in un’unità, ma risolta nella performance stessa della modellazione in sé. Un procedimento alternativo che sta indirizzando una nuova linea di ricerca del disegno digitale nel campo dell’architettura è quello della struttura per prototipi. Il grado di complessità in questi casi dipende dall’individuazione di un’unità formale che possiede in sé un autonomo e compiuto 3

Alcuni elaborati della mostra “Città autografica”, curata da Antonello Russo, sono testimonianza

di queste modalità dell’utilizzo dei layers, si vedano le opere elaborate da –Scape e da Neostudio. 36

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valore tettonico, nonché dalle possibilità che la sua reiterazione cellulare apre alla genesi di nuove geometrie. Il procedimento di controllo delle forme derivanti dall’aggregazione di prototipi implica, invece, un controllo razionale e ancora euclideo del disegno, senza il quale risulterebbe impossibile la concezione di modelli capaci di essere moltiplicati per la creazione di forme strutturali e spaziali complesse. L’ambivalenza di questo sistema è uno spunto di riflessione interessante poiché, pur dovendo immaginare il prototipo come elemento definitivo, è necessario prevedere le possibilità derivanti dalle combinazioni che hanno origine dalla sua articolazione geometrica e che possono aprirsi all’infinito.

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Indagare queste potenzialità permette al disegno digitale di riappropriarsi delle caratteristiche di strumento di definizione dell’idea, in cui la casualità della forma, tipica di una certa linea di ricerca contemporanea, assume un valore secondario, permettendo all’intenzionalità dell’autore di controllarne il processo. Il disegno digitale dovrebbe impossessarsi del valore inventivo, già proprio di quello analogico, tramite l’utilizzo della scrittura come luogo di affermazione del progetto e della dimensione autografa dell’architetto, mettendo in secondo piano la sperimentazione interna alla tecnica ed esaltando l’aspetto visionario che da essa può derivare.

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Nelle pagine Francesco Messina, Disegni 01. 02. 03. 04. 05. 06. 07.

Disegnando la materia ho trovato, 2005; Prototipo territoriale, 2010; Stretto 1 - Una rete morfogenetica: dilemma di un ponte, 2012; Il silenzio e i gradi di urbanità 1, 2008; Il silenzio e i gradi di urbanità 2, 2008; La misura dello spazio, 2004; La crisi: essenza del fenomeno spaziale, 2006;

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Finito di stampare nel mese di novembre 2012 SPA

– ROMA

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