

L’INDICE PER BAMBINI & RAGAZ ZI
© Kris Di Giacomo e Carl Norac, L’Oncle Panda, À pas de loups, 2024
Sommario
II Editoriale, di Sara Marconi
III Osservatorio scuola Giocare le storie, di Beniamino Sidoti
IV Schede a cura di Libri Calzelunghe
Libri per piccolissimi, di Angela Catrani
V Schede a cura di Libri Calzelunghe
La Memoria si fa romanzo, di Matteo Biagi
VI Interviste Nuovi orizzonti editoriali per l’infanzia: Sabir editore di So a Gallo
Il libro che non c’è “Poetico, provocatorio e potente”, di Elena Paparelli
VII Rime verdi Bussole, burrasche, coperte, di Alessandra Racca
Il mestiere di leggere Eleonora Rizzoni, di Francesca Tamberlani
VIII Comics corner Cani, gatti e postini nello spazio, di Virginia Stefanini
Laboratorio scienza Quel fenomeno della natura, di Sergio Rossi
Editoriale
La primavera si avvicina, si avvicina la Bcbf (la era di Bologna dedicata all’editoria per ragazzi) e poi – a cascata – si avvicinano i festival e gli incontri nelle scuole: per chi vive nel mondo dei libri per ragazzi a marzo il tempo inizia ad andare veloce. Nell’attesa prendiamo ato, e lo facciamo n dalla nostra copertina, con i personaggi di Kris Di Giacomo, la bravissima illustratrice franco-americana che ci ha prestato le sue immagini per questo numero. Prendiamo ato in compagnia dello ziopanda, un panda che – come sa chi ha letto il libro di Norac e Di Giacomo – conosce e pratica la meraviglia, uno degli ingredienticardine della nostra letteratura. E allora apriamo con un pezzo sul
potere dei giochi, e poi parliamo di poesie che diventano bussole, burrasche e coperte, di viaggi nello spazio, di bizzarre curiosità scienti che, di libri che raccontano la Storia facendocela respirare, di lettori piccolissimi, di lettrici militanti, di giovani editori combattivi, di storie provocatorie e potenti, di bambine e bambini strani, avventurosi, diversi. Chiudo, con dolore e riconoscenza, salutando una grande esperta di meraviglia scomparsa da poco: Cristina Lastrego, autrice insieme al marito Francesco Testa delle storie della Giovanna (oltre che di molto altro), baluardo dello sguardo-bambino forte, deciso, rivoluzionario.
Sara Marconi

Tutti i titoli di questo numero
Abadzis, Nick - LaikaTunué - p. VIII
Barnett, Mark / Harris, Shawn - Il primo gatto nello spazio mangia la pizza! - Terre di mezzo - p. VIII
BELLEMO, CRISTINA / RUOTOLO, FLAVIA - Poesie notturne - Topipittorip. VIII
Cardozo, Nat - OrigineL’ippocampo - p. VIII
CARMINATI, CHIARA / FRIOT, BERNARD / MORGENSTERN, SUSIE - Oggi la parola è meraviglia - Pension Lepic - p. VII
CINGOLI, LORENZA - Casa libera tutti - Salani - p. VI
D’Achille, SilviaIl nemico ha gli occhi strettiIl Castoro - p. V
DÉ, CLAIRE - Apri gli occhiEditoriale Scienza - p. IV
DOMERGUE,AGNÈS/POLLET, CLÉMENCE - Piccoli mondiIl leone verde - p. IV
DOMERGUE, AGNÈS / POLLET, CLÉMENCE - Piccole meraviglieIl leone verdep. IV
Extence, GavinCercando Phoebe - Fandango - p. V
Gramantieri, Nicoletta - Mal di nebbiaEmons - p. V
Jacques & Lise - DuifPelckmans - p. VII
JUZEAU, CAMILLEFenomeni - L’ippocampop. VIII
Kimiko - Il più grande abbraccio del mondo - Lapisp. IV
KLASSEN, JON - La tua foresta - Zoolibri - p. IV
KLASSEN, JON - La tua isola - Zoolibri - p. IV
KLASSEN, JON - La tua fattoria - Zoolibri - p. IV
Koren, Majda -
Le avventure spaziali di Tino e Tano - Sinnos - p. VIII
Lemire, Sabine / Bregnhøi, Rasmus - Giorgio
Super Pinguino costruisce un razzo spaziale - Sinnos - p. VIII
LOWRY, LOIS - Tutto su Sam21Lettere - p. V
Maggie - Goccia, seme, ape, balena - Editoriale Scienzap. IV
MENCARONI, CLAUDIA
- Crescere poetiVerbavolant - p. VII
Morgese, Roberto / Piumini, Roberto - Il maestrario. 20 maestre (e maestri) più una, la tua!Storybox Creative lab - p. IV
Pareschi, DanielaStrano - il Barbagianni - p. IV
PERREAULT, GUILLAUMEIl postino spaziale. Una fame terrificante - Sinnosp. VIII
Repetur, Lena - Odisseo cerca un amico - Caissa Italiap. IV
RISARI, GUIA - Il gatto anima - Edizioni Piumap. VII
RUIZMIGNONE,SEBASTIANOCappuccetto grosso - Città Nuova - p. IV
Sattin, Samuel / Hickman, Rye - RumoreIl Castoro - p. III
Woltz, Anna - Gessobeisler editore - p. V
IL MIGNOLO N. 22
Supplemento al numero 3 / 2025 dell’“Indice dei libri del mese”
Direzione
Sara Marconi
direttrice
Marinella Venegoni direttore responsabile
Coordinamento di redazione
Sofia Gallo, Sergio Rossi, Fernando Rotondo, Beniamino Sidoti; con la collaborazione del collettivo Libri Calzelunghe
Abbonamenti
Ricevi comodamente a casa i 4 numeri dell’“Indice” che contengono il “Mignolo”
Abbonamento annuale al “Mignolo”
Versione cartacea: € 30
Versione digitale: € 15
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Carla Colussi adv.mignolo@lindice.net
Copertina e illustrazioni di Kris Di Giacomo

Dal 22 marzo al 25 maggio, presso le sale del Castello Reale di Govone (CN), sarà allestita la mostra CROCICCHI (di carta, di tempo e di intento) dell’illustratore cuneese Marco Paschetta Le illustrazioni e le tavole a fumetti esposte, provenienti da altrettanti libri per bambin* e ragazz*, pubblicati in diversi paesi, racconteranno il percorso lavorativo e di ricerca che l’illustratore ha svolto nel corso degli ultimi anni.
La mostra sarà visitabile tutti i venerdì, sabato e domeniche nei seguenti orari: 10.00 – 12:30 / 15.00 - 18.00 marcuspaschetta@gmail.com | info@castellorealedigovone.it www.marcopaschetta.com

L’editrice
Il Castoro ha mandato da poco in libreria Rumore (pp. 224, 16), una graphic novel di Samuel Sattin e Rye Hickman tradotta da Omar Martini. Sulla copertina il protagonista, Isaac, sorride stringendo a sé un quaderno e una matita; dietro di lui ci sono quattro altri ragazzi (tre amici e la sorella, scopriremo) e tutto intorno api che ronzano. In americano, infatti, il libro era Buzzing, un ronzio; ma il titolo italiano è anche un omaggio a un altro recente importante progetto della stessa casa editrice, Fai rumore, di cui avevamo già parlato. Rumore è una storia di crescita e di consapevolezza: Isaac è neurodivergente e la madre lo cresce proteggendolo ma anche limitandolo; lui fatica a farsi degli amici, anche perché ogni cosa è un’occasione per farsi prendere dall’ansia, e l’ansia si concretizza in voci e in ronzii che gli girano attorno. Un giorno, è questo il punto di svolta, dei suoi compagni di scuola lo invitano a unirsi al loro gruppo di giochi di ruolo.
I giochi di ruolo
I giochi di ruolo nascono nel 1974 con la creazione di Dungeons & Dragons (detto anche D&D), di Gary Gygax e Dave Arneson. Hanno conosciuto ben presto un successo nazionale e quindi mondiale, rivoluzionando il mondo del gioco da tavolo.
Il gioco di ruolo è sostanzialmente un sistema di regole per gestire la creazione collettiva di un racconto: in quelli da tavolo tradizionali ciò avviene con la presenza di un Narratore (detto spesso Dungeon master, il nome con cui viene chiamato appunto in D&D) che presenta la storia, l’ambientazione, le varie situazioni e i personaggi incontrati, insieme a un gruppo di giocatori che gestiscono un personaggio a testa.
I primi giochi di ruolo sono di ambientazione fantasy (e non fa eccezione quello di Rumore), con personaggi e situazioni mutuate dal genere: ci sono maghi e guerrieri, el e ladri, mostri di ogni tipo e castelli ricchi di sotterranei (i dungeon). Il gioco consente di mettere in scena una avventura, cioè una storia in cui bisogna raggiungere un obiettivo, e allo stesso tempo far crescere i personaggi, che “salgono di livello”, cioè guadagnano nuove abilità e migliorano le proprie caratteristiche. I giochi di ruolo sono spesso “in niti”, cioè consentono di portare avanti queste storie di appuntamento in appuntamento, spesso di settimana in settimana, consolidando dei legami.
Il rumore diminuisce
In Rumore, Isaac inizia a giocare perché sente che quei suoi compagni di scuola hanno interessi e letture a ni alle proprie; la realtà è che il gruppo è composto da ragazzi e ragazze “strambi” o di erenti: sono un po’ nerd, magari, ma soprattutto sono diversi per come si rapportano
Giocare le storie. Rumore, per parlare di gioco, narrazione, libertà e normalità
di Beniamino Sidoti
al mondo. Sono liberi, amano esprimersi, sono autonomi nelle letture e nel linguaggio; alcuni dei loro genitori sono stati a loro volta giocatori e sono anch’essi diversi, strani. Il libro stesso è dedicato “Ai bambini strani”. Nella nota nale in fondo al volume, l’autore racconta “Ho un cervello che funziona in modo leggermente diverso da quello che gli altri considerano la norma”. E poi: “Nel corso della mia vita, a volte la neurodivergenza mi ha portato a pensare che, in qualche modo, non meritavo l’amore e non potevo vivere un’esistenza “normale”. […]
Le mie de nizioni di ‘strano’ e ‘normale’ erano prive di fantasia. La scoperta dei libri, dell’arte e dei giochi di ruolo mi ha mostrato un universo in cui la de nizione di ‘normale’ poteva cambiare. […] Il mio personaggio poteva essere chiunque e fare scelte che non avrei potuto compiere nella vita di tutti i giorni. […] Se abbiamo lo spazio per ripensare a cosa sia ‘strano’, la de nizione di ‘normale’ cambia”.
Giocando, a Isaac succede esattamente questo: il rumore si placa, i pensieri si stabilizzano; la sua sindrome ossessivo-compulsiva lascia spazio ad altro, e lui sta meglio.
Il pregiudizio
conseguenza un equilibrio faticosamente raggiunto: per questo ritiene di far bene a controllarlo, e poi a rimproverarlo, e in ne a proibirgli di vedere i suoi amici e giocare di ruolo.
La mamma esprime una preoccupazione di usa e comprensibile, ma storicamente determinata: se è vero che i giochi sono da sempre

Nel racconto, però, la madre di Isaac è preoccupata.
Ha già visto altre volte suo glio entusiasmarsi per qualcosa e perdere di
“circondati dal discredito” (come amava dire Giampaolo Dossena), è vero anche che il successo di D&D è accompagnato da campagne di “panico morale”. Negli anni ottanta nasce infatti un gruppo di fondamentalisti cristiani che si auto-battezza BaDD (Bothered about D&D, preoccupati da D&D): le accuse sono
varie e mobili, come spesso capita nei casi di panico morale; all’inizio, in particolare, i giochi di ruolo vengono dipinti come un caso di satanismo, sulla scia degli attacchi che pochi anni prima erano stati portati a gruppi e cantanti. Presto, però, le accuse si concentrano intorno a qualcosa di molto più forte e potente: giocare di ruolo porterebbe i giocatori più fragili sulla soglia della manipolazione, della disperazione e del suicidio. Queste ipotetiche conseguenze del gioco vengono evocate pubblicamente e conoscono una grande eco, che le rinforza e le porta un po’ ovunque: in Italia arrivano intorno al 1995, con un caso giudiziario che conosce grande visibilità e in cui l’accusa contro i giochi di ruolo viene archiviata. Il pubblico ministero di allora, Carlo Nordio, sintetizza il caso in questa frase: “Incolpare i giochi di ruolo sarebbe ingiusto: è come dare la colpa alla nebbia se si ha un incidente mentre si corre in macchina”. Eppure, come capita con le fake news, la notizia smentita continua a girare: lo stesso Nordio, oggi ministro della Giustizia, alla Camera lamenta la mancanza di leggi per controllare i giochi di ruolo, evocando quanto accaduto trenta anni fa.
La ricerca
Quanto racconta Rumore, però, è vero e storicamente dimostrato: i giochi di ruolo possono fare bene,

e infatti vengono usati in interventi socioeducativi. Aiutano a esprimere parti di sé, permettono un’interazione tra giocatori, sviluppano creatività e immaginazione, che a loro volta sono indispensabili per una vita sana e felice. Le sperimentazioni sono molte e sono avvenute in tutto il mondo: il gioco di ruolo non è strettamente “terapeutico” ma è un grande terreno di facilitazione, cioè può permettere a chi gioca di trovare una propria strada, o a un educatore che segua il gruppo di cogliere i momenti di svolta che possono essere rinforzati attraverso percorsi propriamente terapeutici o educativi.
Nel racconto questo ruolo è ricoperto da un adulto che tiene aperto uno sportello d’ascolto per gli studenti della scuola di Isaac e che lo spinge a continuare a giocare; è ricoperto anche dalla sorella di Isaac, Miriam, che capisce l’e etto positivo che il gioco ha sul fratello, e nisce con l’incoraggiarlo e coprirlo rispetto ai divieti imposti dalla loro madre.
Una conquista
Rumore è un bel libro anche perché è onesto: non solo quando parla di disturbo ossessivo-compulsivo, ma anche quando mette in scena dialoghi e situazioni. Isaac conquista la propria indipendenza, e la costruisce (non è scontata); scopre le diversità degli altri e allarga il proprio mondo; inizia a darsi di sé e delle proprie capacità; incontra adulti con approcci diversi e meno normativi, senza dare per scontato niente. Uno degli aspetti positivi del gioco, e del gioco di ruolo in particolare, è che ci permette di interagire con dei mondi, con realtà che possiamo esplorare gradualmente e scoprire in autonomia: non c’è un messaggio (come ci chiedono ancora le domande a ne lettura sui test di comprensione) ma un meccanismo responsivo, che reagisce alle nostre esplorazioni.
Lo stesso, a ben vedere, capita con i buoni libri: sono così densi, così ricchi di strati cazioni che non contengono un messaggio, ma ci danno risposte diverse a seconda delle domande che poniamo loro, a seconda delle cose che sono per noi urgenti in quel momento.
I buoni libri, la buona scuola Se un buon libro è quello che ci permette un dialogo, lo stesso si può dire di una scuola buona: che certamente è una scuola dove si può essere seguiti individualmente ed esprimere sé stessi. Ma è anche una scuola dove non si riempiono gli studenti di contenuti (come si fa con i contenitori) ma si cerca di insegnare loro un approccio, una spinta, un modo per chiedere, ascoltare, interagire, crescere. Il resto, diceva Amleto, è silenzio; il resto, oggi, è rumore.
bensidoti@gmail.com
merita di essere rivista al rallentatore. E così nalmente Lauretta, alias Cappuccetto Rosso, potrà nalmente avere una mantellina della sua taglia.
Da 4 anni
Sebastiano Ruiz Mignone, Cappuccetto grosso, illustrazioni di David Pintor, pp. 32, € 15,90, Città Nuova, Collana "I Nuovi colori del mondo", Roma 2024

Cappuccetto grosso di Sebastiano Ruiz Mignone e David Pintor mette in scena l’infanzia in panni non suoi, panni ereditati da amici e parenti, panni più grandi, troppo usati, di colori improbabili, spesso scomodi o per no impossibili. Qualcosa del genere succede a Lauretta con la mantellina confezionata dall’amata nonna che, purtroppo, non ci vede più tanto bene: una mantellina rossa, molto lunga, troppo lunga, con uno strascico in nito e un cappuccio da sparirci dentro. E chi legge si trova catapultato nel prequel di una aba ben nota. Per quanto graziosa, Lauretta sotto quella ridicola mantellina diventa lo zimbello di tutto il villaggio, che ridendo a più non posso la chiama “lumacona”, “gran sacco che cammina”, “grosso bruco”, “Cappuccetto grosso”. Per fortuna le tocca metterla soltanto quando va a trovare la nonna; tuttavia quel giorno arriva sempre, e sempre troppo presto. Sino a che un giorno la graziosa Lauretta non perde la pazienza e si ribella alle risate del lupo e di tutti gli animaletti del bosco – la sequenza degli animali che ridono a crepapelle distribuita su due doppie pagine è esilarante – e con un sonorosissimo “ADESSO BASTA!” parte alla riscossa e in men che non si dica impacchetta il lupo nel grosso, enorme cappuccio rosso: l’azione è così fulminea che
L’uscita in libreria di alcuni albi di ottima qualità per piccolissimi è l’occasione per un focus sulla letteratura rivolta a bambini e bambine tra gli zero e i tre anni, letteratura poco conosciuta e ricchissima di possibilità interpretative.

La casa editrice torinese Il leone verde si sta specializzando in questa fascia d’età e sta pubblicando albi molto interessanti: tra questi, Piccoli mondi e Piccole meraviglie, di Agnès Domergue e Clémence Pollet, o rono l’occasione ai bambini dall’anno di vita di sperimentare la meraviglia, di imparare a sintetizzare il mondo che ci circonda e di giocarci. Questi due cartonati hanno infatti dei buchi con i quali i bambini possono interagire in maniera spontanea. Una doppia pagina presenta un’unica parola (già nel vocabolario e nell’esperienza del bambino piccolissimo), mentre la pagina seguente, più ricca di immagini, ha una frase poetica, che apre a nuove scoperte.

Sempre Il leone verde pubblica Parlami in pancia di Elisa Mazzoli e Silvia Pertile, un libro rivolto innanzitutto alla comunità di persone (famiglia e amici) che aspettano un bambi-
Marina Petruzio
Daniela Pareschi, Strano, pp. 44, € 18, il Barbagianni editore, Roma 2024

Daniela Pareschi stupisce con un libro che la vede autrice e illustratrice, un libro in cui per mettersi in gioco stravolge la sua abituale tecnica illustrativa.
Antonio ama i cappelli. C’è chi indossa i cappelli per tenere al caldo le idee, chi per celare i propri pensieri, chi per avere un ulteriore riparo nei giorni di cili; ad Antonio piace il suo cappello perché ha delle morbide orecchie da orso, tonde e marroni come il suo zaino.
Lo ama così tanto che un giorno decide di indossarlo per andare a scuola dove, purtroppo, così agghindato scatena solo una grande ilarità e si guadagna l’appellativo di “strano”.
Un po’ perplesso, decide di chiedere un parere a chi sicuramente se ne intende e sulla strada di casa si ferma dal signor Stile, il sarto, che non crede ai suoi occhi: come si fa ad andare in giro così?! Antonio allora punta tutto sulla parrucchiera (lei sì, che se ne intende veramente!), ma appena lei lo vede esclama senza dubbio che il suo stile è quantomeno bizzarro.
Come se non bastasse, attraversa un parco e un cane gli abbaia dietro; alla fermata
dell’autobus una vecchina, vedendolo, scappa spaventata: insomma, la giornata sembra proprio aver preso una piega poco favorevole.
Arrivato a casa, Antonio si guarda allo specchio, ri ette, rimugina e alla ne trova una soluzione sensazionale. Il colpo di scena è garantito!
Sullo sfondo una città, un susseguirsi di case più alte e meno alte che sembrano fondali di una scena sulla quale si muovono Antonio e il suo cappello, a dire a tutti che ognuno è libero di indossare quel che più gli piace, che più lo fa sentire a proprio agio, con il quale può muoversi liberamente e soprattutto essere sé stesso.
Da 4 anni
M. P.
Lena Repetur, Odisseo cerca un amico, ed. orig. 2019, trad. dal russo di Tatiana Pepe, pp. 32, € 14,90, Caissa Italia Editore, Bologna 2024

Odisseo è un cane dal pelo fulvo, un tratto distintivo che lo rende peculiare. Del resto, nel canile dove vive ogni cane ha un dettaglio caratteristico; anzi: è così che i cani trovano padrone, perché ogni umano si riconosce in un cane che in qualche modo gli somiglia. Odisseo, però, non ha mai trovato nessuno che somigli a lui, ed è triste, perché vorrebbe tanto un amico. Una notte si stanca di aspettare: apre la sua gabbia e va alla ricerca di un padrone.
Che viaggio può intraprendere un cane da solo? Dopo una corsa veloce, Odisseo ni-
Libri per piccolissimi
di Angela Catrani
no. Fermarsi e raccontare poesie a una pancia che cresce può sembrare un’assurdità, ma evidenze scienti che hanno confermato che il feto già dai sei mesi sente i rumori e coglie e distingue voci e musica.

L’editore Lapis di Roma ci propone invece il nuovo titolo della serie Le avventure di Tato e Nanà, dell’autrice e illustratrice Kimiko. Certo: le serie rispondono a un’esigenza del mercato, che impone la creazione di personaggi riconoscibili e vendibili in tutto il mondo; ma di fatto rispondono anche a un’esigenza del bambino piccolissimo, che si sente rassicurato dal tornare ai personaggi che già conosce. Ne Il più grande abbraccio del mondo Tato piange e non sa perché. Nanà allora gli dà un grande abbraccio, un abbraccio talmente pieno d’affetto che la poltrona su cui sono seduti i due protagonisti si ribalta, rivelando il peluche perso da Tato: il motivo del suo dispiacere. Ed ecco una prima novità: di cilmente nei libri per piccolini (ma in generale in tutti i libri illustrati) i protagonisti hanno un peso. Tutto sembra sempre sospeso e incorporeo; invece i bambini hanno un corpo che si muove nello spazio, un corpo che fa rovesciare sedie e poltrone. La seconda novità è che Tato non sa subito il motivo per cui piange. La tristezza dei bambini piccoli, a volte, non ha motivi immediatamente visibili: accoglierla senza volerla subito risolvere può essere un bellissimo approccio pedagogico.



La casa editrice Zoolibri di Reggio Emilia si apre ai cartonati per bambini dall’anno in su con tre originali proposte di Jon Klassen, straordinario illustratore canadese: La tua fattoria, La tua foresta, La tua isola. La struttura dei tre cartonati è molto simile: ci sono alcuni elementi da organizzare e assemblare, come fossero un gioco. Ogni elemento ha degli occhi (con il tratto stilistico tipico di Klassen) che si spostano a guardare chi arriva, che si addormentano, che vivono la pagina. Il bambino è invitato a immaginare delle storie con questi elementi. E non manca un pizzico di ironia, quando appare un fantasma che a volte c’è, a volte non c’è.

Nella nostra carrellata non poteva mancare Editoriale Scienza, che regolarmente pubblica cartonati divulgativi per piccolissimi. Maggie Li è un’illustratrice e art director britannica e i suoi libri sono dei veri gioielli. Editoriale Scienze ha pubblicato Goccia, Seme, Ape, Balena, cartonati con un buco a forma dell’oggetto o animale di cui si racconta. Il testo ha le caratteristiche
sce in un bosco e incontra dei lupi. Essendo coraggioso, non scappa ma chiede informazioni: non sa nulla di quella vita selvatica, senza gabbie e padroni. Capisce che la ricerca è appena cominciata: salirà su treni, navi e aerei, girerà il mondo attraversando continenti e oceani e ogni luogo gli riserverà sorprese e incontri molto interessanti, anche perché lui non ha paura di nulla e continuerà a correre verso un nuovo amico, no a quando (proprio quando sembra che stia per arrendersi) accadrà l’inaspettato. L’autrice gioca con il suo personaggio e mette in risalto quel manto fulvo: è un lo rosso, o meglio arancione, che lo conduce no all’epilogo. Odisseo cerca un amico è una prima lettura, una storia simpatica che, tra ironia e tenerezza, introduce nomi di paesi lontani, personaggi con abitudini particolari, situazioni insolite sulle orme di un personaggio bizzarro e fantastico a cui ci si a eziona.
Da 5 anni
Roberto Morgese e Roberto Piumini, Il maestrario, 20 maestre (e maestri) più una, la tua!, illustrazioni di Evelise Obinu, pp. 192, € 16,90, Storybox Creative lab Edizioni, Milano 2024

Il mondo della scuola è nito in un catalogo spassoso, come già nel poetico albo di Viliani e Vignaga Ci sono maestre, ci sono maestri (Lapis, 2024). Anche qui sono descritti tanti tipi di maestre e maestri, più quello che
di una prima storia, costruita perché l’informazione scienti ca arrivi senza essere didascalica. I bambini hanno una grande curiosità verso il mondo naturale già in tenerissima età e abituarli a osservare è fondamentale.

In ne, di grande impatto è un libro fotogra co senza parole di Claire Dé, fotografa francese, Apri gli occhi. La natura è fotografata invitandoci ad aguzzare la vista, a farsi fruitore della storia da indovinare tra le fotograe. Con la natura si può giocare e si può inventare.
Agnès Domergue, Clémence Pollet, Piccoli Mondi; Piccole Meraviglie, pp. 22, € 13,90, Il leone verde Piccoli, 2025. Età: 1+
Elisa Mazzoli, Silvia Pertile, Parlami in pancia, pp. 40, € 18, Il leone verde Piccoli, 2025. Età: 0+
Kimiko, Il più grande abbraccio del mondo, traduzione a cura della redazione, pp. 24, € 11,50, Lapis, 2025. Età: +18 mesi
Jon Klassen, La tua fattoria; La tua foresta; La tua isola, traduzione a cura della redazione, pp. 24, € 11, Zoolibri, 2025. Età 2+
Maggie Li, Goccia; Seme; Ape; Balena, traduzione a cura della redazione, pp. 26, € 9,90, Editoriale Scienza, 2025. Età: 2+
Claire Dé, Apri gli occhi, pp. 96, € 18,90, Editoriale Scienza, 2025. Età 2+
Francesca Mariucci
realizzerà chi arriva alla fine della lettura del libro, ma il tono è completamente diverso.
Ogni capitolo si apre con la caricatura grafica di un certo tipo di insegnante: la maestra social e la maestra enciclopedica, quella gendarme e quella Tuttocuore... Le illustrazioni di Evelise Obinu sono dettagliate e divertenti, e accanto a ogni immagine si trova l’elenco dei particolari salienti della maestra (o maestro) di quel tipo, poi (nelle pagine successive), una filastrocca musicale di Roberto Piumini e un racconto di Roberto Morgese, scrittore e maestro.
Si può ridere della maestra? Un po’ sì, con leggerezza. In questa sfilata spiccano i maestri e le maestre con i tratti più bizzarri. Chi legge viene invogliato a osservare, a riconoscere e a commentare le figure che sfilano tra le pagine, nella speranza di scovare tra questi adulti un po’ strambi anche il proprio insegnante. Qualora non ci fosse, dopo aver fatto una scorpacciata di divertenti descrizioni e racconti spassosi, si può descrivere la maestra che si desidera, quella reale o – perché no - quella dei sogni. Un libro interattivo, buffo, ironico e divertente.
Da 7 anni
F. M.
Silvia D’Achille, Il nemico ha gli occhi stretti , illustrazioni di Sara Brienza , pp. 81, € 9,90, il castoro, Milano 2025

Ne Il nemico ha gli occhi stretti la voce narrante è quella di Tommaso, detto Tommy, sette anni e mezzo, quasi otto. La scuola è finita e finalmente iniziano le vacanze. Tommy adora l’estate perché “i nonni mi fanno dormire quanto voglio e la mamma tiene sempre qualche ghiacciolo in freezer”, si gioca fino a tardi e si va al mare.
Proprio il primo giorno di vacanza accade qualcosa di fantastico: davanti alla casa accanto alla sua si ferma un camion dei traslochi e Tommy si trasforma in una spia, pur non avendo un paio d’occhiali per travestirsi né sapendo fischiettare come ha visto fare in un cartone animato. È preoccupato, perché in quanto a vicini di casa non è proprio fortunato; spera che arrivi un bambino della sua età. Di lì a poco arrivano anche i nuovi inquilini e… sì! C’è anche un bambino.
Ma non tutto va come Tommy vorrebbe: il nuovo vicino lo guarda torvo e sembra odiarlo. Tommy si apposta per cercare di scoprire il mistero di tanto astio. Agile come un ghepardo, guarda senza essere visto, indaga e cerca di capire… senza ottenere molti risultati.
Poi un giorno arriva Lisa, una sua compagna di classe nonché “bambina più bella del mondo”, che sembra essere molto amica del nuovo arrivato. Tommy è triste e confuso (e anche un po’ geloso) e parte per il mare pieno di domande. Ma una mattina succede una cosa che gli apre gli occhi: e se anche il nuovo vicino… La risposta arriverà al ritorno in città. Il castoro ha inaugurato da poco questa collana di miniromanzi, dedicati ai primi lettori. In questo, strutturato come un mistery pieno di briosità e leggerezza, la storia è delicata e avventurosa ed estremamente godibile, anche grazie allo sguardo-bambino di Tommy, aiutando contemporaneamente a riflettere su come sia necessario andare oltre la prima impressione. Da 7 anni
Carla Colussi
Lois Lowry, Tutto su Sam, illustrazione di copertina di Jacopo Starace, ed. orig 1988, trad. dall’inglese di Dylan Rocknroll, pp. 110, € 14, 21Lettere, Soliera (MO) 2025

21Lettere Editore ha pubblicato in Italia le amatissime avventure di Anastasia Krupnik, e ora prosegue con quelle di suo fratello, Sam Krupnik, un bimbetto intelligente, osservatore e curioso. In questo primo romanzo dedicato a lui lo sentiamo parlare della sua vita dal giorno della nascita (“una mattinata interessante ma anche confusa”) no all’ingresso nella scuola dell’infanzia.
Con la sua logica stringente e disincantata Sam ha una spiegazione per tutto ciò che fa. Gli hanno detto che alcune cose (la sua scarpa o il rossetto della mamma) non amano essere bagnate e non vanno gettate nel water, quindi il pesce che sta sempre in acqua lo si può buttare nel wc: perché tanta confusione e tante grida?!
Lois Lowry ancora una volta crea un personaggio esilarante capace di raccontarci senza retorica la vita, la normale eccezionalità dei rapporti umani e familiari, la gioia e la fatica di crescere di un bambino che si fa mille domande e trova risposte non sempre giuste ma certamente interessanti. Sam, un neonato capace di fare ragionamenti logici e formulare pensieri, ci mostra i rapporti umani e quel groviglio di emozioni contraddittorie che li impastoiano, spingendoci a ragionare sulle de nizioni che normalmente si danno per scontate e svelando i mille misteri del linguaggio e della comunicazione. Questo bimbetto che losofeggia mentre gli cambiano il pannolino e decanta le lodi del borotalco è irresistibile; e per chi ha letto le avventure di Anastasia c’è un divertimento in più, ovvero ritrovare alcuni eventi narrati nei libri precedenti, visti dal punto di vista di Sam. Da 9 anni
C. C.
Nicoletta Gramantieri, Mal di nebbia, pp. 272, € 14, Emons, Roma 2025
Lorenza Cingoli, Casa libera tutti. I bambini di Sciesopoli sopravvissuti alla Shoah, pp. 144, € 13,90, Salani, Milano 2025


Che i romanzi di ambientazione storica, come una macchina del tempo, abbiano il potere di farci provare empatia con personaggi lontani nel tempo e nello spazio è un dato ben noto all’editoria e a chi scrive libri per ragazzi. In determinati periodi dell’anno, come la Giornata della Memoria, o in anni che celebrano ricorrenze tonde, come capita nel 2025 per la Liberazione, numerose sono le storie che arrivano in libreria. Ne abbiamo scelte due, la prima delle quali è Male di nebbia, un romanzo sorprendente che sceglie la via del realismo magico per trasportarci in un piccolo borgo emiliano immerso nella paura. Da quando, al tempo della prima guerra mondiale, dodici soldati preferirono gettarsi nel ume dal Pon-
Anna Woltz, Gesso, copertina di Deborah van der Schaaf, ed. orig. 2015, trad. dal nederlandese di Anna Patrucco Becchi, pp. 192, € 15,90, Beisler Editore, Roma 2025

Anna Woltz, scrittrice i cui libri sono stati portati in Italia da Beisler Editore, è sempre capace di commuoverci, e con Gesso lo fa ancora una volta: commovente ma anche spassoso, come è tipico della narrazione di Woltz, Gesso si svolge in poche ore ma racconta un mondo. La voce narrante è quella di Fritz (e non Felicia!), una ragazzina di dodici anni i cui genitori si sono separati da una settimana, tanto che lei è molto arrabbiata. La vicenda inizia quando la sorella più piccola e il padre cadono con la bicicletta ed è necessario andare al pronto soccorso. Ed è qui, in quel microcosmo strano, irreale, eppure molto concreto che è un ospedale, che capita tutto: l’incontro con Primula, una bambina che combatte da quando è nata per restare in vita, quello con Adam, che ha un fratello nato prematuro, e quello con medici e infermieri che sanno fare anche altre cose oltre al loro mestiere, ma nessuno lo sa. Gesso è un libro sull’amore e sull’innamorarsi. Durante le folli e avventurose scorribande che Primula, Fritz e Adam fanno nei corridoi dell’ospedale, gareggiando con una sedia a rotelle, intrufolandosi nel repartogessi e nell’ascensore, i tre parlano e disquisiscono sull’amore, si innamorano, cercano di far innamorare e scoprono la vita; che a volte è attaccata a un tubo. Gesso è una storia uida, dinamica e scoppiettante nonostante si svolga in un ospedale. I protagonisti sono convincenti e a ascinanti, con la loro rabbia e le loro preoccupazioni, e gli adulti che li a ancano sono descritti con le loro mancanze e fragilità ma anche con la loro capacità di tracciare percorsi di riconciliazione e crescita per tutti.
Da 11 anni
C. C.
La Memoria si fa romanzo
di Matteo Biagi
te Grande piuttosto che essere costretti a combattere di nuovo, tutti gli abitanti sono convinti che una maledizione incomba su quelle poche case. Pare che ogni notte i fantasmi dei giovani annegati emergano dalle acque, mentre una tta nebbia, densa e lamentosa, avvolge tutto. Inoltre, i bambini abituati a giocare e a scorrazzare nei pressi del ume vengono colti da una febbre improvvisa e muoiono, uno dopo l’altro. Minghinì, il matto del paese, ripete ossessivamente una nenia solo in apparenza incomprensibile, in cui gli annegati ritornano sempre. La protagonista Albertina decide di svelare il mistero dei fantasmi e di liberare il paese dal morso della vergogna e dalla cappa della paura. Per farlo avrà bisogno dell’aiuto di Vero e di Celso, nonché di alcuni partigiani che non hanno ancora lasciato le montagne.
Male di nebbia è un romanzo sorprendente, in cui non c’è una parola, un'immagine, un personaggio fuori posto e che riesce a coniugare una trama avvincente che terrà incollati i giovani lettori a una lingua solida, ricca ed evocativa che non è consueto incontrare nella letteratura per ragazzi. L’atmosfera è talmente vivida e palpabile da costituire un personaggio a sé, de nito e unico come lo sono tutti gli altri. Nicoletta Gramantieri ricostruisce un mondo lontanissimo dal vissuto dei lettori a cui sono destinate queste pagine e di cui tuttavia restituisce ogni abitudine, ogni gesto, ogni sapore, ogni odore con una tale maestria che, al termine della lettura, avevo quasi dimenticato di aver letto una
Gavin Extence, Cercando Phoebe, ed. orig. 2023, trad. dall’inglese di Silvia Rosa, illustrazioni di copertina adobe_stock, pp. 324, € 19,50, Fandango, Roma 2025

Non è facile, per un neurotipico, capire come percepisce il mondo una persona neurodivergente. L’autismo di primo livello, quello che una volta veniva de nito “Asperger”, non è una malattia, non è un difetto, non ha evidenze siche. Eppure per le persone autistiche vivere e socializzare rappresenta una s da quotidiana.
Phoebe, orfana di madre, vive su una minuscola isola in Scozia, collegata alla terraferma da una strada regolarmente sommersa dall’acqua. L’isola è turistica nei mesi estivi, ma perfetta per la ragazza nei mesi invernali, durante i quali la solitudine è la regola. Phoebe vive intensamente, studia tutto ciò che le interessa in maniera approfondita e per rilassarsi ascolta colta musica pop e gioca a scacchi con una app. Se potesse fare a meno di doversi relazionare con i compagni di scuola, la sua sarebbe una vita ideale.
E poi c’è Bethany, l’amica del cuore, o meglio l’unica amica di Phoebe. Ovviamente Bethany si innamora dello scavezzacollo di turno. Ovviamente si mette nei guai. Ovviamente litiga con i genitori. Ovviamente getta Phoebe in un turbinio di decisioni da prendere e di prese di posizione da a rontare: di cili per chiunque, per Phoebe di più.
Leggendo questo romanzo, e scoprendo come funziona la mente di Phoebe, con il pensiero logico che cozza contro le innumerevoli regole e regoline sociali, non si può che fare il tifo per questa ragazza coraggiosa che non abbandona l’amica e cerca di capire come sopravvivere nel mondo dei neurotipici.
Da 13 anni
Angela Catrani
novità in anteprima e ho avuto la tentazione di inserire il volume nella sezione dei classici della mia biblioteca.
Molto distante come approccio e stile ma altrettanto e cace nel ridare vita a una storia degna di essere raccontata è Casa libera tutti di Lorenza Cingoli, che ci conduce a Selvino, tra le valli Seriana e Brembana, in Lombardia. Lì si trova Sciesopoli, ex colonia in cui più di ottocento bambini e adolescenti ebrei orfani, sopravvissuti alla Shoah, hanno avuto l’opportunità di vivere una nuova vita. L’autrice, recentemente scomparsa, trae spunto da una storia vera e la trasforma in ction per i giovani lettori di oggi attraverso il diario di Nina, tredicenne polacca, che racconta la sua esperienza a Selvino n dal giorno del suo arrivo. Attraverso le pagine del diario, incontriamo Moshe Zeiri, promotore del progetto ispirato alla pedagogia di Janus Korczak e altri ragazzini come Matilde, Fetter, Samuel, Irena, Aaron, Yaakov e Klara, la più silenziosa, che diventerà la migliore amica della protagonista. Nelle stanze di Sciesopoli i ragazzi impareranno a convivere, occupandosi di tutti gli aspetti della vita in comune, studiando e prendendosi cura gli uni degli altri. Non manca neanche il primo tenero amore, quello che Nina proverà per Vittorio, un ragazzo del paese vicino. Casa libera tutti non è solo una storia di sopravvivenza alla Shoah, ma una testimonianza toccante del fatto che, anche negli angoli bui della storia, può esserci la speranza di un nuovo inizio. Da 11 anni

La casa editrice Sabir dichiara (su sito e social) che il suo intento è “pubblicare libri per gettare ponti e trovare linguaggi comuni, spingersi lontano in cerca di storie rare come spezie, dar vita a una Casa accogliente per chi scrive e per chi legge”. Gli editori sono Giorgio Arcari e Valentina Albertini, di Savignano sul Rubicone, l’antica e colta “Atene della Romagna”. Albertini parlerà per entrambi.
Cominciamo dal nome. Come nasce?
Sabìr è il nome di una lingua anca, parlata nel Mediterraneo per un millennio, no al XIX secolo. Un mix di volgare italiano, francese, spagnolo, veneziano, siciliano, arabo, turco, farsi, ecc. Una lingua che unisce, commerciale, comprensibile a tutti. Un nome perfetto per una casa editrice che parla di comunicazione positiva, di accettazione e di incontro nonostante le di erenze. Non a caso Koiné (in greco “dialetto comune”), è la cooperativa dentro la quale è nata Sabìr.
Quale sinergia si è creata tra voi? Chi fa che cosa in casa editrice?
La nostra è l’unione di competenze diverse, che ruotano da anni intorno al mondo del libro. Giorgio, reporter internazionale, specializzato in teatro e regia all’Accademia, lavora in editoria dal 2009 e tiene laboratori di scrittura e di cinema. Io, archeologa, laureata in Beni culturali, sono tra le fondatrici di Koiné, attiva in biblioteca, nella libreria del gruppo e nella promozione culturale. Su queste basi è nata Sabir con le prime uscite nel 2020. Giorgio cura la

Jacques & Lise DUIF pp. 32, Pelckmans, 2017
Attualmente in olandese, suggerito dalla libreria il piccolo giardiniere Libro cina (corso Umberto I 93-via Roma 50, Mantova).
La Libro cina il piccolo giardiniere è, secondo le libraie Francesca Valerio, Veronica Molani e Marianna Mele, “un corridoio di storie, un luogo di scoperta, di gioco e di relazione nel centro storico di Mantova, uno spazio in cui cerchiamo di a nare le nostre competenze per portare sugli sca ali libri e giochi capaci di aprire a nuovi sguardi”. La libreria fa parte di Alir (Associazione Librerie Indipendenti Ragazzi), cosa che le permette – oltre che di avere un continuo scambio con realtà analoghe – di fare incontrare il
Interviste
Nuovi orizzonti editoriali per l’infanzia: Sabir editore
di So a Gallo

linea editoriale, la scelta dei titoli, la progettazione, l’editing e la vendita dei diritti all’estero (Sabir vende, ma non acquista). Io mi occupo di far funzionare la casa editrice, gestendo l’amministrazione, la comunicazione, i rapporti con librerie e distributori, i social network, il catalogo, gli eventi.
La professione di Arcari come esperto di cinema in uenza le sue scelte editoriali?
Non direi. Nella narrativa è n troppo di moda presentare libri come fossero una sceneggiatura. Le sue scelte, sempre legate al nostro tema, vogliono essere diverse, originali. Negli albi invece Giorgio porta qualcosa di davvero innovativo: il linguaggio cinematogra co si presta, infatti, a dare dinamicità alla sequenza di tavole. Una tecnica di composizione che Giorgio insegna nei corsi dedicati a chi illustra: essere un buon regista e un buon art director di libri illustrati lo caratterizza in modo spe-
ci co nel panorama italiano. Cinque collane tematiche: me le illustra brevemente?
“Lallero” raccoglie gli albi illustrati, la maggior parte della nostra produzione da cui emerge chiaramente la scelta della comunicazione positiva. “In Itinere” è raccolta di saggi di didattica innovativa, “I Portolani” sono le graphic novel, mentre la narrativa si articola in una doppia collana, “Le gemme”, 7+ e “Le sete”, 10+. In generale ci concentriamo su una fascia d’età che va dai quattro ai tredici anni.
Quale valore hanno i corsi di scrittura creativa in tempi di ai?
Oggi Giorgio tiene corsi soltanto per gli addetti ai lavori. Un peccato, perché è bravissimo (io l’ho conosciuto a lezione), ma ormai si dissocia da un mercato saturo di “insegnanti” con scarsa esperienza che usano i corsi come reddito integrativo. In quanto alla ai, è un motore di ricer-
Il libro che non c’è
“Poetico,
suo pubblico con autori e illustratori.
ca più veloce, genera reference e basi di lavoro, niente più. Se qualcuno si sente minacciato dalla sciapa qualità di ciò che produce, non è mai stato papabile di pubblicazione. Tutti gli altri possono evitare di preoccuparsi.
Qualche titolo più caro?
La vita nascosta delle cose di Marianna Balducci, il nostro primo albo, e poi gli esordienti, i molti a cui diamo voce. Però è di cile scegliere, ogni libro porta con sé molte emozioni. Il titolo di maggior successo è Il liambulante, di Federica Ortolan e Marco Leoni, all’epoca esordienti.
Qual è il vostro pubblico di riferimento?
Tutti! Non c’è un’età massima per albi e narrativa. Molti lettori i quattordici anni li hanno superati da un po’. I nostri libri vengono usati, in casa e a scuola, anche in situazioni di cili. Per terapisti e psicologi sono strumento per introdurre un discorso, a rontare un argomento, creare un punto di contatto. I loro riscontri ci fanno toccare con mano il valore sociale della lettura e il benessere che genera.
Che cosa rende una linea editoriale vincente?
Alcune cose a nostro avviso fondamentali: la forte riconoscibilità delle opere, l’impegno di autori e illustratori, la promozione del libro. Noi lavoriamo sulla qualità, non sui numeri: i nostri libri sono pensati per vivere più a lungo di un “lancio novità” e sono fatti a regola d’arte, curati anche nella carta, rilegatura, cucitura, resa dei colori: gli albi si avviano a diventare “oggetto di de-
provocatorio e potente” di Elena Paparelli
Il libro che Valerio, Molani e Mele hanno scelto di segnalarci è Duif di Jacques & Lise, uscito nel 2017 in lingua olandese: “In un momento di ricerca di nuovi libri da portare al piccolo giardiniere”, raccontano, “ci è balzato all’occhio lo stile espressivo ma allo stesso tempo sintetico di questi due illustratori. Li abbiamo contattati perché ci spedissero alcu-


siderio” esattamente come successo ai vinili. I lettori, oltre ovviamente ai contenuti, guardano con attenzione anche a questi aspetti.
Quali progetti per il futuro?
Quest’anno festeggiamo i cinque anni di Sabir e abbiamo una marea di incontri programmati. Non ci fermeremo qui: il mix tra rigore progettuale e pulsione a inventare cose nuove continuerà a caratterizzarci. Il forte proposito è, e resta, quello di dare voce agli esordienti più talentuosi e incrementare la nostra presenza all’estero. Troppi titoli esteri entrano in Italia (anche molti non irrinunciabili) e troppo pochi escono. Crediamo che la produzione editoriale italiana abbia ormai raggiunto una maturità e una qualità tali da meritare più ri ettori e palcoscenici. In ne, vogliamo continuare a divertirci.
sofianna.gallo@gmail.com
S. Gallo e scrittrice
ni dei loro titoli: quando abbiamo potuto esplorarli pagina per pagina, ci siamo accorte della loro densità di signi cato”.
Le libraie descrivono Duif come un libro “poetico, provocatorio e potente” che muove da uno spunto suggestivo, ben riassunto sul loro sito dagli autori stessi: “la tenera storia di un onesto allevatore di piccioni che sogna di far volare il suo piccione verso casa percorrendo la lunga e surreale distanza dalla Terra alla Luna”. “È una storia che racconta la dedizione e l’ambizione, quella che ci fa spingere sempre più in là”, commentano le libraie. “Un libro che apre a domande e non chiude la storia entro una cornice di morale”. Inoltre, “Jacques e Lise hanno la particolarità di raccontare cose di cili e un po’ scomode e sono molto bravi a rappresentare gra camente, in maniera sintetica ma densa, le sensazioni e le cose immateriali”. E aggiungono: “Troviamo delle a nità di sguardo
con Oliver Je ers, soprattutto per alcuni sui titoli, come Il fato di Fausto o Punto e a capo. Sono libri che sondano fondali poco battuti ma ricchissimi di domande e cose da raccontare”.
Duif non è stato ancora tradotto in italiano. In futuro, chissà: “Crediamo che in Italia ci siano diverse case editrici indipendenti e coraggiose, che con cura si impegnano nella ricerca di autori e titoli meritevoli di essere conosciuti. Per stare in tema e citarne una, menzioniamo Camelozampa che ha pubblicato per prima un titolo di Jaques e Lise, Viktor, che ha vinto il Premio Rodari”. È proprio alle case editrici indipendenti, del resto, che il piccolo giardiniere cerca di dare spazio, “perché hanno spesso il dono di saper dare voce alle cose non-scontate, alla caleidoscopica bellezza della vita”.
elenapaparelli@gmail.com
E. Paparelli è giornalista


Che cos’è la poesia? Domanda di cile.
Una delle moltissime possibili risposte è, in Crescere poeti di Claudia Mencaroni (Verbavolant, 2024), quella di un bambino di dieci anni che coglie e restituisce la stortura dello sguardo e della lingua della poesia: “Tante parole che esprimono emozioni in un linguaggio non molto grammaticale”. “Tell all the truth, but tell it slant”, dì tutta la verità, ma dilla in modo obliquo, scri-


Eleonora Rizzoni ha dedicato la sua vita ai libri, prima come agente, poi come libraia e promotrice della lettura. Oltre vent’anni fa, lavorando nella libreria di via Piave a Roma, ha scoperto il suo interesse per la letteratura per l’infanzia. Ha capito che i buoni libri non si vendono da soli, ma devono essere raccontati, mostrati, letti ad alta voce. Prima di poterli consigliare, è necessario conoscere bene i libri di qualità e saperli distinguere all’interno di una vasta produzione editoriale. Da qui, la necessità di formazione e aggiornamento costante. Successivamente, la sua esperienza nella libreria Storia e Cultura di via Ojetti, sempre a Roma, l’ha portata a un confronto diretto con un bacino di utenza enorme, con tante famiglie, insegnanti e giovani. Ha compreso quanto sia cruciale il ruolo della
Bussole, burrasche, coperte di Alessandra Racca
veva d’altra parte Emily Dickinson. In questo libro, che ha come sottotitolo Educare e educarsi allo sguardo e al linguaggio poetico, Mencaroni ci guida attraverso una sorta di diario di lavoro ragionato e “alto” – come lo de nisce Cristina Bellemo nell’Introduzione – del suo non-metodo per proporre e “fare” poesia. Attraverso il racconto di una pratica – denso di domande, in dialogo con altri autori e autrici –, esempi di giochi poetici e una bibliogra a di testi selezionati, Crescere poeti nutre in modo non banale il pensiero e il fare degli adulti che si interrogano sulle modalità per proporre la poesia a bambine, bambini, ragazze e ragazzi. Fra le tante cose interessanti di questo volume, vi trovo una sorta di personalissimo catalogo-non catalogo, di “coordinate”, che guidano l’autrice nella scelta dei testi: “le poesie che o ro”, scrive, “devono recare senso, stupore e autenticità”.
Tre tipi di poesie, quindi: le poesiebussola, che “portano senso, ossia si dispiegano verso una certa universalità” (laddove senso ha a che fare con signi cato, “ma in un’accezione più vicina al sentire”); le poesie-burrasca, che generano “stupore, capovolgono le aspettative e le prospettive” rompendo schemi, manipolando la lingua, divenendo “carburante per la creatività” attraverso il dialogo fra senso e suono; e le poesie (sotto)coperta, portatrici di autenticità, “perché ci fanno sentire compresi”. Provo a leggere altre tre uscite recenti tenendo a mente queste coordinate.
La prima mi pare decisamente un libro-burrasca: edito da Pension Lepic, Oggi la parola è meraviglia (2025) è un volume in tre lingue, in cui testi di Chiara Carminati, Bernard Friot e Susie Morgenstern
giocano con il potere evocativo della parola in italiano, francese e inglese. Il libro – con le illustrazioni blu e nere di Vittoria Facchini, molto e caci nel costruire immagini che dialogano con i mondi sommersi fra i versi – nasce da un gioco di “corrispondenza poetica” quotidiana: rispondere con una poesia nella propria lingua madre a una poesia che l’altro autore ha scritto nella sua, a partire da una medesima parola, scelta ora dall’uno ora dall’altra. Così, fra parole astratte e concrete, cornici, gatti, immaginazione, luna, nidi e silenzio, si dipanano le variegate forme che la poesia può assumere nelle diverse lingue. Una festa delle parole, dei signi cati e dei suoni che spiazza e sorprende, aprendo plurimi accessi, anche attraverso un qr code che permette l’ascolto dei testi letti dagli autori. Un secondo libro-burrasca, sebbene profondamente diverso, mi sembra Il gatto anima di Guia Risari, con illustrazioni di Ghislaine Herbéra (Edizioni Piuma, 2025). Un poema dedicato al gatto; non alla storia di un gatto, quanto all’essenza del gatto, alla gattità, al gatto come totem.

Il mestiere di leggere
Eleonora Rizzoni
di Francesca Tamberlani

Il gatto anima è un libro scritto con una lingua evocativa, simbolica e sinuosa, densa di immagini, che tocca la dimensione della poesia fatta di allusioni, piccoli enigmi, per parlare di un “mistero semplice”. Mi pare invece un libro-bussola ma anche, inevitabilmente, (sotto) coperta, capace cioè di generare pensiero e insieme lavorare sulla possibilità di identi cazione, Poesie notturne (Topipittori, 2025) di Cristina Bellemo e Flavia Ruotolo. Una raccolta di poesie dedicate alle cose della notte, capace di far “dialogare il fuori con il dentro” –come dice Mencaroni –, attraverso il canto di paure e meraviglie, oggetti, risvegli, veglie e abbandoni al sonno, esperienze bambine e creature della “nerità”. Fra le pagine chiare e scure delle illustrazioni, Bellemo costruisce un viaggio fra ciò che c’è “dentro la notte / fuori da me” attraverso coperte-scudo, lampioni, bagni di mezzanotte, la nzione del dormire per farsi portare in braccio a casa, la riga sulla faccia al risveglio, il respiro di un fratellino che nulla sa
“di quant’è scura / l’oscurità”. L’ultima poesia evoca ciò che accade, in certe notti, quando, di nascosto, ci si perde fra le pagine di un libro alla ricerca, forse, di parole capaci di essere bussole, burrasche e coperte sotto le quali accendere una piccola luce e da cui lasciarsi portare in viaggio. signoradeicalzini@gmail.com
A. Racca è poeta e formatrice

scuola nella formazione dei lettori, in un’epoca in cui il panorama della lettura tra i ragazzi sta cambiando rapidamente. “Le biblioteche scolastiche spesso hanno pochissimi libri e scelte datate”, a erma Rizzoni. Per lei, educare alla lettura non è solo una passione: “La mia è una militanza laica”. Crede che la s da più grande sia proporre attività che ra orzino il senso di appartenenza dei ragazzi, creando un legame solido con i libri e con i luoghi che i libri li ospitano. Fino a pochi anni fa, Harry Potter era il punto di partenza per molti giovani lettori, che poi proseguivano con testi complessi come Il signore degli anelli. Oggi il fantasy si è quasi eclissato e i giovani si orientano verso manga e fumetti. Questo ha creato una generazione che fatica ad a rontare la narrativa tradizionale, incontrando di col-
tà nel costruire immagini mentali e nell’esercizio dell’immaginazione. Rizzoni non vede in questo fenomeno un problema sociale, ma generazionale, che merita attenzione. Il suo lavoro nelle scuole ha mostrato che l’approccio ai libri cambia dopo i dieci anni: i bambini più piccoli seguono ancora le scelte dei genitori e le occasioni di incontro con libri e autori che gli vengono proposte, mentre gli adolescenti vogliono selezionare autonomamente le proprie letture. È qui che la scuola gioca un ruolo chiave. Per questo, Rizzoni si dedica a progetti scolastici di educazione alla lettura, collaborando con docenti disponibili a percorsi strutturati e continuativi, soprattutto in alcune scuole della periferia romana. Uno dei problemi principali è la bibliogra a di riferimento per i ragazzi. Molti testi considerati fon-
damentali dieci anni fa oggi risultano troppo complessi per giovani abituati a un linguaggio più immediato e visuale, e il rischio è una ridotta capacità di analisi critica, elemento fondamentale di partecipazione democratica. Dal suo lavoro sul campo emerge un quadro chiaro: molti maschi amano i manga, mentre le ragazze adolescenti preferiscono i romance, che troppo spesso sempli cano e impoveriscono la narrazione delle emozioni e del desiderio. In questo panorama, individuare romanzi coinvolgenti e validi dal punto di vista letterario è una s da continua.
Nonostante le di coltà, Rizzoni continua a selezionare testi, aggiornando costantemente le bibliograe scolastiche. Tra i libri imprescindibili cita Il mistero del London Eye, di Siobhan Dowd (uovonero, 2011), per la sua sintesi tra trama
e personaggi, e autori che vanno da Jerry Spinelli a Lauren Wolk, da Wu Ming4 a Davide Morosinotto, e molti altri. Il suo lavoro ha anche una valenza politica. Portare la lettura nelle scuole, soprattutto nelle periferie con poche risorse culturali, signica o rire opportunità concrete ai ragazzi. “L’educazione alla lettura” dice “non è solo un modo per avvicinare i giovani ai libri, ma uno strumento di crescita personale e sociale, che andrebbe supportato con politiche statali adeguate. Perché leggere non è solo un piacere: è la chiave per formare cittadini consapevoli e liberi di pensare con la propria testa”.
francescatamberlani@gmail.com
F. Tamberlani è giornalista e addetta stampa
© Kris Di Giacomo, con Christine Naumann e Villemin, Quand le loup a faim Kaléidoscope, 2011

La prospettiva di viaggiare fuori dall’orbita terrestre, in prossimità della luna e oltre, colpisce l’immaginazione di adulti e bambini al punto di fornirci continui spunti narrativi per lm, racconti, fumetti. Noi esseri umani siamo così eri delle nostre passeggiate extraterrestri che tendiamo però a dimenticare che gli animali ci hanno preceduto.
Il graphic novel Laika di Nick Abadzis, ripubblicato di fresco da Tunué (la precedente edizione è fuori catalogo) ci ricorda che il primo essere vivente ad andare nello spazio fu una cagnolina, divenuta martire e leggenda. Con uno stile composto e pulito e attraverso una ricostruzione realistica ma piena di pathos dei mesi che precedettero il lancio dello Sputnik 2, Abadzis ci fa conoscere Laika, che da cucciolo dato in adozione diventa una ran-


Atutti capita, a volte, di avere strane curiosità: come si riconoscono le impronte digitali, come facevano i piccioni viaggiatori a trovare la strada di casa e cose simili. Sono domande solo in apparenza bizzarre, che in realtà rimandano a fenomeni di cui facciamo esperienza tutti i giorni, anche se non lo sappiamo. Per avere una prima risposta a dubbi di questo tipo basta portarsi sempre dietro Fenomeni (pp. 144, € 29, L’ippocampo, 2025), un libro scritto da Camille Juzeau, illustrato con le infogra che realizzate da Morgane Rébulard e Colin Ca-

Comics corner
Cani, gatti e postini nello spazio di Virginia Stefanini
dagia braccata dagli accalappiacani, per poi approdare al programma spaziale sovietico. Addestrata a resistere alle condizioni estreme dello spazio da una amorevole scienziata, Yelena, che vorrebbe tenerla con sé, la cagnolina viene scelta per il primo viaggio in orbita con passeggero. Organizzato in tempi brevissimi per soddisfare la richiesta del presidente russo Chruščëv, il volo è di sola andata e Laika è destinata a non tornare sulla terra. Vivrà nello spazio meno di cinque ore, nonostante la propaganda racconti che sia sopravvissuta quattro giorni. L’autore intreccia la storia di Laika a quella di molti personaggi, sia adulti sia bambini, e sa toccare tutte le corde dei sentimenti. Inevitabile commuoversi per la sorte dell’animale, e anche ri ettere su cosa sia giusto o no sacri care in nome del progresso tecnologico. I cinque nali alternativi disegnati da Abdazis, che danno a Laika nuove vite fantascienti che, fanno sorridere e sognare. Anche per questo il libro è coinvolgente n dai dodici anni, nonostante la complessità di alcuni passaggi dedicati alla politica dell’epoca.
A lettori più piccoli (dai 6 anni) è dedicato invece Il primo gatto nello spazio mangia la pizza!, di Mac Barnett e Shawn Harris (Terre di mezzo), epopea fanta-comica che ha per protagonista un astrogatto, incaricato di aiutare la Regina della Luna a scon ggere il Re dei Topi e i suoi sgherri, che si stanno mangiando il nostro satellite. Premessa assurda per una storia che spinge sul

del nonsense e regala scene
I cliché della fantascienza spaziale sono rispettati – la luna groviera, il lato oscuro, il cibo liolizzato (persino la pizza!), il robot

Laboratorio scienza
amichevole, il computer di bordo che si ribella e tradisce l’eroe – ma shakerati con elementi presi dal fantasy, dall’avventura e dalla mitologia, animali e piante parlanti, pirati, s ngi e giganti. Ed è solo l’inizio: il primo gatto nello spazio negli Usa ha già due sequel. Che Barnett fosse un autore che ama divertirsi e divertire già lo si intuiva da alcuni albi e dai suoi romanzi; qui si unisce all'excompagno di liceo e amico Harris, che lo completa alla perfezione con il suo tratto pastoso e cartoonesco. E a proposito di personaggi bizzarri che gravitano nello spazio, non possiamo dimenticare Bob, Il postino spaziale protagonista di tre avventure a fumetti rmate da Guillaume Perreault e pubblicate da Sinnos nella collana Prima Graphic (da 6/7 anni in su). L’ultima in ordine di tempo s’intitola Una fame terri cante e vede il protagonista alle prese con delle rocambolesche consegne di lettere e pacchi in giro per l’universo, mentre cerca di procurarsi un tramezzino, magari al burro di arachidi. I punti di forza della serie sono il ritmo incalzante e lo stile gra co dell’autore, che disegna paesaggi cosmici, strambi pianeti e creature stravaganti in ogni pagina. Questo rende ancora più comico il confronto con Bob, postino dalle abitudini ordinarie che reagisce allo straordinario con tenacia e leggerezza.
La casa editrice Sinnos sembra avere una predilezione per i fumetti “intergalattici” per primi lettori, visto che oltre alla serie su menzionata
Quel fenomeno della natura di Sergio Rossi
radec e composto da 124 schede di una pagina, ognuna delle quali tratta con ammirevole sintesi un argomento speci co di un campo di erente delle scienze (antropologia, botanica, sica, climatologia, tecnologia, ecc.). Questa e cace scelta narrativa si deve ai diversi talenti di autori e autrice: Juzeau è laureata in storia e loso a della scienza e rma narrativa e di documentari radiofonici, mentre Rébulard e Caradac sono i fondatori di e Shelf Company, un’azienda che si occupa di infogra ca applicata alla divulgazione dell’arte e della scienza. Il risultato di questa collaborazione è duplice: innanzitutto le infograche fondono alla perfezione forma e funzione (testi rigorosi e sintetici sono impaginati in modo e cace ed esteticamente bello e rimandano – volendo – ad alcune letture più specialistiche segnalate in calce al volume); in secondo luogo l’attenzione viene stimolata grazie a un indice non organizzato secondo aree tematiche speci che (prima tutte le schede di sica, poi quelle di chimica e così via), ma secondo legami che è chi legge a dover scoprire, eventualmente anche con l’aiuto dell’indice
per argomenti che si trova nelle ultime pagine del libro. La mancanza di questo “indice esplicito” è probabilmente l’aspetto più a ascinante del volume: spesso e volentieri chi scrive un testo di divulgazione scienti ca, soprattutto se destinato a studenti, cerca di comporre un indice seguendo uno schema progressivo che va dal generale al particolare, o viceversa, in modo che sia chiaro, al limite anche banale, per non far perdere l’orientamento. Nel caso di Fenomeni, gli autori hanno deciso di rischiare adottando uno stile che ricorda quello di Bilderatlas Mnemosyne, il testo incompiuto dello storico dell’arte Aby Warburg (cfr. “L’Indice” 2025, n. 1) in cui sono accostate riproduzioni fotogra che di opere d’arte non secondo una cronologia storica ma per a nità, in un continuo gioco di rimandi e legami lasciati da scoprire a chi le osserva. E così Juzeau, Rébulard e Caradec si divertono a mettere accanto all’architettura delle tane delle termiti la descrizione delle camere segrete della piramide di Cheope, accanto alle migrazioni che avvengono sotto il livello del mare il tra co marittimo che avviene sulla sua super cie,
ha da poco pubblicato Giorgio Super Pinguino costruisce un razzo spaziale, racconto illustrato con vignette di Sabine Lemire e Rasmus Bregnhøi, mentre è in arrivo a ne marzo Le avventure spaziali di Tino e Tano, con i due porcelli rapinatori creati da Majda Koren e antagonisti dell’ispettore Joe, qui intrappolati in orbita.
Se la corsa spaziale è ormai storia del secolo scorso, che val la pena di riportare alla memoria di ragazzi e ragazze, l’universo che ci circonda resta ancora una frontiera in larga parte inesplorata, dove possono accadere avventure straordinarie e autori e autrici possono sbrigliare la propria immaginazione. ilgiornaledeigiovanilettori@gmail.com
V. Stefanini è bibliotecaria e scrittrice

accanto all’in uenza sociale quella della Luna sulle maree. E il lettore sta al gioco, con il desiderio di tornare più volte su queste pagine per trovare sempre nuovi legami tra i fenomeni descritti. Anche per questo, oltre che per il suo originale montaggio infogra co, Fenomeni è un libro da far leggere a studenti della secondaria di primo e secondo grado, che si divertiranno a saltare da una scheda all’altra, imparando nel frattempo un modo nuovo di comunicare con le infogra che. Un altro volume originale nei testi come nei disegni, ancora edito da L’ippocampo, è Origine (pp. 64, € 19,90), in cui l’illustratrice Nat Cardozo racconta ventidue popoli scelti tra i cinquemila che oggi vivono nei cinque continenti del nostro pianeta. Ognuno di questi ventidue popoli è descritto da una doppia pagina: in quella di sinistra c’è una breve scheda con un testo, spesso in prima persona, che ne racconta usi e costumi; in quella di destra c’è un’illustrazione molto suggestiva che ritrae un bambino o una bambina sul cui viso Cardozo ra gura idealmente le caratteristiche sociali descritte a lato. Confesso che di molti di questi po-
poli io non avevo mai sentito parlare, ed è stato un piacere scoprirli uno a uno stupendomi, una volta di più, della continua e mutevole varietà della specie umana. Stupore beneco soprattutto in tempi come quelli attuali in cui ci sono tecnocrati che tendono a ridurla in anguste gabbie di cui solo loro hanno le chiavi: gabbie antiscienti che e molto pericolose dal punto di vista sociale.
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S. Rossi e scrittore e comunicatore scienti co

pedale
esilaranti.