Arte e Alchimia

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rte e Alchimia Il simbolismo nella comunicazione grafica


Accademia Belle Arti di Catania Graphic Design Biennio Specialistico A.A. 2011/2012 Storia dell’Arte Contemporanea Docente Prof. Vitaldo Conte Studentessa Fabrizia Giuffrida


rte e Alchimia L’Alchimia, da sempre, è stata fonte d’ispirazione per molti artisti. Oltre a intrecciare profondi legami con le arti figurative, essa abbraccia anche filosofia, religione, magia, medicina, scienza, psicologia. La relazione tra l’Alchimia e le arti figurative è sempre stata molto salda, infatti i testi ermetici degli alchimisti erano spesso accompagnati da immagini allegoriche, incomprensibili ai profani, con l’intento di preservare il Sapere destinato a pochi eletti.

Ciò che la parola scritta poteva esprimere solo imperfettamente, o non poteva esprimere affatto, l’alchimista lo rappresentava nelle sue figure, che parlano, è vero, una lingua strana, spesso però più comprensibile dei suoi goffi concetti filosofici.

C.G. Jung, Psicologia e alchimia, op. cit., p.3

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Nella pagina a fianco: “Gioconda” di Leonardo Da Vinci (dettaglio). Sotto: “L.H.O.O.Q.” di Marcel Duchamp.

Queste immagini sono veri e propri archetipi, i quali hanno l’obiettivo di agire ad un livello più sottile nella psiche dell’uomo, con l’intento di scuotere la coscienza di chi osserva. Il mondo individuale della spiritualità dell’artista si manifesta attraverso l’elaborazione delle proprie visioni interiori, concretizzando l’individualità nella tecnica espressiva e permettendo al messaggio di assumere un carattere universale. Aniela Jaffè nel suo Sombolismo nelle arti figurative ci dice che l’artista si rende spesso conto dell’interazione fra la propria opera e il proprio tempo, in quanto esso stesso strumento rivelatore dello spirito dell’epoca. A conferma di ciò cita Franz Marc il quale sostiene che i grandi artisti accolgono le risonanze più profonde del vivo e reale centro di gravità della loro epoca, ma allo stesso tempo Kandinsky nel suo saggio su Lo spirituale nell’arte circoscrive i limiti dell’artista entro le libertà della propria epoca. Tutti i grandi artisti del passato, come anche i più sensibili di oggi, sono da sempre spinti ad ascoltare ciò che l’esperienza di tutto il vissuto umano gli comunica nel momento dell’atto creativo. La magia dell’arte, risultato di questo processo interiore, sta proprio nella sua comunicabilità.

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l simbolo

Nella pagina a fianco: “Il laboratorio dell’Alchimista” di Giovanni Stradano, 1570.

Il processo creativo dell’artista, per certi aspetti, è similare al fine perseguito dagli alchimisti, poiché entrambi, pur muovendosi nella realtà, sono alla continua ricerca del proprio sé e dell’unione con lo spirituale. Le Avanguardie Storiche, accompagnate da una forte influenza simbolica derivante dall’ermetismo alchemico, rappresentano una svolta, non solo da un punto di vista espressivo, ma anche dal punto di vista del rapporto con il pubblico. L’artista cerca di interpretare la realtà attraverso un’analisi del tutto nuova e interiore, arrivando ad abbandonare forme e colori concreti: l’opera diventa così pura sensibilità. Andrè Breton, nel suo Manifesto del Surrealismo, dichiara:

L’approvazione del pubblico è da fuggire… bisogna assolutamente impedire al pubblico d’“entrare” se si vuole evitare la confusione. Aggiungo che bisogna tenerlo esasperato alla porta con un sistema di sfide e di provocazioni.

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“Ceci n’est pas une pipe” di Renè Magritte, 1926.

Il simbolo, come parola o immagine, implica qualcosa che sta al di là del suo significato ovvio e immediato e per comprenderlo dobbiamo entrare in un mondo fuori dalla portata delle nostre capacità razionali. Il simbolo è l’antitesi del pensiero logico-razionale-concettuale, è la dimensione dell’inconscio. Nonostante la società di oggi si basi sulla guerra delle immagini e sulla loro rapida dissoluzione, il simbolo continua a mantenere la sua forza evocativa e a scavare l’anima dell’osservatore.

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conografia e design grafico

Sotto a sinistra: Marchio adottato da Nicolas Jenson e Giovanni da Colonia per la loro stamperia di Venezia, 1481. A destra: Marchio della società finanziaria Compass.

L’evoluzione del design grafico nell’ultimo secolo non va disgiunta dal comportamento più generale delle arti decorative, che a loro volta hanno sempre risentito degli influssi delle tendenze trainanti di pittura e architettura del periodo contemporaneo. Nei nuovi marchi o nel redesign di quelli preesistenti, spesso, è evidente il riferimento simbolico a iconografie legate a numerose dottrine mistiche. Eredità, questa, derivata dalla diffusione, durante il Rinascimento, di segni convenzionali che subito entrano a far parte del bagaglio scenico del campo grafico. Tutti questi concetti filosoficoreligiosi trovano, poi, corrispondenza in codici visivi ben definiti e forme grafiche precise. Basti pensare, per esempio, ai simboli alchemici o a quelli astrologici. Grandi brand fanno ampio uso di simbologie che hanno la capacità di stimolare la psiche umana. Primi fra tutti i marchi automobilistici Mercedes-Benz e Mitsubishi.

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Triquetra; Marchio MercedesBenz (le tre punte simboleggiano l’abilità dei motori su terra, cielo e mare); Marchio Mitsubishi. Sotto: Marchio disegnato da Laszlo Moholy-Nagy per le edizioni del Bauhaus, 1923.

Entrambi richiamano la forma della Triquetra, antico simbolo celtico che rappresentava la divinità femminile tripla, utilizzato in seguito dai cristiani come simbolo della Trinità. Psicologi e mitologi, come Carl Jung e Joseph Campbell insegnarono che simboli come questi continuano ad avere influenza sulla mente umana, poichè sono profondamente radicati nella nostra coscienza culturale, con un significato ormai dimenticato, ma che continua ad emergere, attingendo a quella fonte primordiale che si trova dentro di noi. Nel campo della grafica, il Bauhaus (scuola fondata a Weimar da Walter Grophius nel 1919) rappresenta uno degli apici delle ricerche svolte nel primo Novecento. L’attività didattica del Bauhaus, prima delle dimissioni di Grophius, si basava su un marcato esoterismo, tanto da essere vista come una vera e propria “congregazione”. All’interno della scuola, Klee e Kandinsky mostrarono che l’arte astratta è radicata a temi e canoni antichi, validi per tutte le arti. Soltanto attraverso la Conoscenza è possibile creare un linguaggio nuovo e moderno che possa avere un’identità forte e riconoscibile.

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uca Yety Battaglia

Studio dell’identity del Birrificio OM e, di seguito, altri lavori.

La ricerca artistica e professionale di Luca Battaglia, spazia dalla geometria all’architettura, dall’alchimia all’esoterismo, concretizzandosi attraverso l’uso di strumenti tradizionali quali matite, inchiostri, acrilici, fino ad arrivare a tecniche come l’incisione. Tutte le sue opere sono accomunate da elementi che le rendono frammenti di narrazione, facenti parte di un unico, stimolante rebus.

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tefan Sagmeister L’austriaco Stefan Sagmeister è considerato uno dei graphic designer contemporanei più importanti. Celebre per le sue prese di posizione molto provocatorie e i manifesti realizzati per l’AIGA (American Institute of Graphic Arts), la sua è una forma di comunicazione pungente che va dritta all’obbiettivo. La grafica, con lui, è fuoriuscita dalla bidimensionalità e la comunicazione si è arricchita di virtuosismi spiazzanti perché ispirata all’arte visiva più che al marketing. Le sue realizzazioni sono arte ricca di valore e di principi sociali applicati alla musica, al corporate design, all’universo delle istallazioni.

Molti dei progetti realizzati in questi anni sono belli, costosi e freddi. Io lavoro con poco, a budget ridotto, mai con più di quattro collaboratori e spesso con la partecipazione di volontari. Progetto non per affascinare ma per toccare il cuore delle persone e indurle a riflettere su temi importanti.

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Cover dell’album “Set the Twilight Reeling” di Lou Reed, 1996.

Per Sagmeister il vero successo è dovuto all’industria discografica, la quale gli ha dato fama internazionale. Le sue copertine per i cd dei Rolling Stones, gli Aerosmith, Lou Reed, e i Talking Heads sono dei piccoli capolavori carichi di significati e simbolismi. Ad esempio, all’interno della copertina dell’album “Set the Twilight Reeling” di Lou Reed (icona del rock’n’roll), sono presenti simboli come l’Occhio Onniveggente ed è possibile leggere le parole delle canzoni, scritte sulla pelle del cantante, che, già di per sè, contengono simbologie molto forti. Fin dagli inizi, Sagmeister ha adottato la tecnica dello shock e del doppio senso per attirare l’attenzione sul messaggio. I suoi famosi poster fanno luce sulle nuove tendenze del design grafico che, in linea con gli orientamenti dell’arte contemporanea, hanno abbandonato le forme armoniche e le regole codificate per produrre emozioni travolgenti e mirare allo shock estetico. Rifacendosi alla Body Art Estrema, Stefan Sagmeister realizza il

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“Sagmeister: another book about promotion and sales material�, 2011.

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Nella pagina a fianco: Manifesto AIGA realizzato da Stefan Sagmeister, 1999.

manifesto AIGA per promuovere la sua conferenza a Ditroit. Da un collaboratore si è fatto incidere, con un bisturi, le informazioni relative all’evento (luogo, data, orari, sponsor) direttamente sulla pelle. Rappresentandosi come un san Sebastiano del design, esprime l’idea di una visualizzazione del dolore che accompagna la realizzazione di un progetto. È da notare come ricorre nuovamente il riferimento al simbolo dell’Occhio Onniveggente, sottolineato dai raggi presenti sotto il capezzolo destro dell’autore. Secondo gli organizzatori della conferenza, sorprendere era l’imperativo assoluto: il poster, oltre a informare,doveva vibrare un colpo allo stomaco e attirare la gente. Quella di Sagmeister è sicuramente una trovata scioccante, sia per l’esibizione del corpo martoriato, sia per la provocazione concettuale, poiché al centro del torace campeggia il suo slogan Style=Fart (Stile=Scorreggia). Egli pensava che seguire deliberatamente una corrente estetica (sia dominante che personale) portasse ad adeguare il contenuto alla forma, piuttosto che il contrario, ottenendo una serie di progetti poco funzionali e facilmente dimenticabili. Col tempo, però, si è reso conto che lavorare ad uno stile inedito per ogni progetto diventava, alla lunga, un’operazione impossibile e non sempre sensata, in quanto l’influenza di correnti stilistiche esistenti sarebbe in ogni caso inevitabile.

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Fanrizia Giuffrida | Accademia Belle Arti di Catania


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