a cura di Eva Comuzzi
Il coinquilino segreto ___ di Eva Comuzzi
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Non mi piace fare troppe domande, soprattutto quando non conosco le persone. Preferisco stare in silenzio ad ascoltare. Circumnavigare lenta fra le acque di questa laguna paludosa, captarne ogni singola biodiversità. Qui dentro nulla si ripete, tanto meno lo stile. In quanti abitano realmente questo spazio? Sul calendario, un numero indica le tele che dovranno essere ultimate nell’arco della giornata e, subito sopra, la scritta “Buon Vento!” introduce l’immagine di una regata. Mi viene in mente Il coinquilino segreto di Conrad, racconto in cui si narra di un’iniziazione alla vita marinara, ma dove in realtà se ne cela una più profonda e psichica, che porta il capitano ¬ di cui non si conosce il nome ¬, ad identificarsi con un naufrago, suo sosia. Nemmeno io conosco il nome di questo capitano, anche se dice di chiamarsi Gino Blanc. Mi parla dei luoghi in cui ha vissuto e che lo hanno inevitabilmente influenzato: Madrid, le Isole Canarie, il Lago di Garda e, non da ultima, Venezia, con i suoi effluvi salmastri. Se ne percepiscono le suggestioni nelle luci cangianti della tela, ora calde e mediterranee, ora fredde e sulfuree. Naviga sicuro nelle sue acque, soprattutto quando queste si fanno vorticose, e le pennellate, come colpi di remi lesti ma decisi, fendono le paste melmose, tracciando percorsi psichedelici e carnali. Una carnalità che trasuda non solo dalla mollezza del colore in rilievo, quanto dalle sagome femminee, che si offrono seducenti e discinte al nostro sguardo rapace. Come quello di Thot, divinità egizia della luna e della magia, metà uomo e metà uccello, che sembra aver trovato nei nostri litorali adriatici, l’oasi ideale per nidificare. Procede in modo complementare Blanc, svelando e nascondendo, inabissandosi nelle profondità o galleggiando in superficie. Scompone e riassembla oggetti e immagini d’uso comune, mostrandoli nella loro bruta corruttibilità o nella loro pericolosa leggerezza. Ibrida il sacro con il profano, quasi a volerci ricordare che tutte le mostruosità non sono una punizione divina, quanto una sadica creazione umana. E chissà, se all’uomo primitivo, è mai passata per la testa l’idea che un giorno le sue paure avrebbero davvero potuto generare le stesse terrificanti creature che tormentavano i suoi sogni… Che le guerre, 5
espellere più che inoculare -, le nuove generazioni di tenebre umane? Il risultato di quelle impressioni materne che scienza e genetica hanno più volte smentito? Mi lascio alle spalle questa immaginaria e frenetica navigazione e cerco di dare ordine alle mie impressioni. Rifletto su questi egotici zingari mediatici, profanatori del mistero e della seduzione che un tempo l’uomo conservava. Penso al circo di Barnum e al dramma dei suoi mostri, alla visionarietà e ai colori dell’erotismo di Jodorowsky. Penso che ciò che ho appena visto possa essere tutto e il contrario di esso. Che questo continuo movimento non potrà mai dare una reale identità alle cose. Penso al racconto di un medico sui freak, termine più che mai attuale in quanto sinonimo sia di capriccio che di fenomeno da baraccone. Parla della nostra normalità, sempre più fragile e della nostra mostruosità. Così facile.
le sperimentazioni, le grandi catastrofi ambientali, avrebbero presto convertito queste allegorie in premonizioni. Che sarebbe stata questa la conseguenza del delirio di onnipotenza e del sonno della ragione umana. I mostri. Mostri alla guida del potere e mostri guidati dal potere. Esseri umani prima derisi in grottesche parate carnascialesche e poi rinchiusi, sezionati e infine eliminati come composizioni artistiche degenerate. Proibiti. Il mondo doveva essere bello, la forma, così come la razza dovevano rimanere pure. Lia Graf, questo il nome della nana che Hitler mandò alla camera a gas, mentre lui guardava divertito Biancaneve e i sette nani, suo film preferito. Improvvisamente ho la sensazione che la nave su cui stavamo navigando sia divenuta quella dei folli. L’orizzonte che intravedo mi appare sempre meno nitido e temo che potrei perdermi. Fra le mani, anziché una mappa per orientarmi, mi ritrovo una cartella con referti psichiatrici e disegni di pazienti schizofrenici, mentre una parata di snodate e aggraziate contorsioniste avanza verso me con sguardo fisso e perduto. Gli occhi sono il primo elemento che cattura la mia attenzione. Gli occhi della bambina con i codini e quelli dell’uomo che si svela dalla maschera di gorilla. Occhi che presentano la medesima intensità, la medesima richiesta d’aiuto, che probabilmente nemmeno a Blanc ¬ che mi confida di avere anche un diploma in ottica ¬, devono essergli sfuggite. Sono sguardi annebbiati su un paesaggio convulso i loro. Un paesaggio sul quale sbocciano presepi estemporanei abitati da improvvisati showman e rampanti starlette. Sono questi i nuovi protagonisti dello spettacolo, gli odierni funamboli ai quali Blanc dona una levità ed una ingenuità quasi chagalliane. Sono loro oggi, che per scelta e non per costrizione, sono pronti a rischiare qualunque acrobazia pur di rimanere in bilico sotto fatue luci. Loro che hanno tristemente sostituito l’intima esistenza con una chiassosa esibizione. Che trasformano ogni giorno scatti privati in manifesti cine-circensi da affiggere sul mondo. I nuovi girovaghi. Le nuove generazioni di pagliacci, di uomini elefante o leone; di nani e di giganti che ricamano e montano da soli il loro tendone. Siamo noi, con i nostri gesti enfatizzati, i melodrammi dei social networks, i volti trasfigurati da tossine - che dovremmo
The Secret Sharer ___ by Eva Comuzzi
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I do not like asking too many questions, especially when I don’t know the people. I prefer to keep quiet and listen, to circumnavigate slowly the waters of this marshy lagoon, to capture the biodiversity. In here, nothing repeats itself, least of all the style. How many people actually live in this space? On the calendar, a number indicates that the paintings will have to be completed during the day, and immediately above, the inscriptin the “Good Wind!” introduces the image of a regatta. It reminds me of Conrad’s The Secret Sharer, which tells the story of an initiation to the seafaring life, but that conceals a deeper, psychic life leading the captain, whose name is not revealed, to identify with a castaway, his double. Not even I know the name of this captain even though he claims Gino Blanc is his name. He tells me about the places where he has lived that have inevitably affected him: Madrid, the Canary Islands, Lake Garda, and, last but not least, Venice, with its salty scents. You can perceive their suggestions in the shimmering colors of the canvas, now warm, Mediterranean, now cold and sulfurous. He navigates boldly in his waters, especially when these are swirling, and the brush-strokes like fast and resolute oar-strokes cut through the muddy paste, tracing psychedelic and fleshy paths. A carnality that exudes not only 7
rampant starlets. These are the new stars of the show, today’s tightrope walkers to whom Blanc gives an almost Chagall-like lightness and ingenuity. They are the ones who, by choice and not by constriction, are prepared to risk any acrobatics in order to remain poised under fatuous lights. They who have sadly replaced their intimate life with a noisy performance. They who transform everyday private shots into cinema-circus posters to be hung on the world. The new wanderers. The new generations of clowns, elephant or lion men; dwarfs and giants who embroider and assemble their own tarpaulin. Is it us, with our emphasized gestures, the melodramas of the social networks, the faces transfigured by toxins - that should be expelled more than inoculated - the new generations of human darkness? The result of those motherly impressions that science and genetics have repeatedly denied. I leave behind my shoulders this fantasized and hectic navigation and try to give order to my impressions. I think about these egotistic media gypsies, raiders of the mystery and seduction that man once kept. I think about the Barnum circus and the drama of its monsters, the visionary and the colors of Jodorowsky’s eroticism. I think that what I have just seen can be everything and the opposite of it; that this continuous movement will never give things a real identity. I think of a doctor’s story about freaks, a term more than ever up-to date as a synonym for “whim”. It tells about our increasingly fragile normality as well as our monstrosity. As easy as that.
from the softness of the color in relief but also from the feminine silhouettes that offer themselves attractive and scantily clad to our predatory gaze. Like Thoth’s, the Egyptian god of moon and magic, half man and half bird, who seems to have found on our Adriatic shores, the ideal oasis for nesting. Blanc proceeds in a complementary way, revealing and hiding, sinking into the depths or floating on the surface. He breaks down and reassembles everyday objects and images, displaying them in their brute corruptibility or in their dangerous lightness. He mingles the sacred and the profane, as if reminding us that all monstrosity is not a divine punishment but rather a sadistic human creation. And who knows if it ever crossed the primitive man’s mind that one day his fears might generate the same terrifying creatures that haunted his own dreams… That wars, experimentations and major environmental disasters would soon convert these allegories into premonitions. That this would be the consequence of his megalomania and of the sleep of human reason. The monsters. Monsters dictating power and monsters led by power. Human being first derided in grotesque carnival parades and then locked up, dissected and eventually discarded as degenerate artistic compositions. Prohibited. The world had to be beautiful: shape as well as race had to remain pure. Lia Graf is the name of the dwarf that Hitler sent to the gas chamber while he watched amused Snow White and the Seven Dwarfs, his favorite movie. Suddenly I feel that the ship on which we were sailing has become a Narrenschiff. The horizon seems to me less and less clear and I fear that I could get lost. In my hands, instead of a map, I’m left with a folder full of psychiatric reports and drawings by schizophrenic patients, while a parade of graceful and flexible contortionists moves toward me with a fixed and lost gaze. The eyes are the first element which captures my attention. The eyes of the little girl with ponytails and those of the man who is revealed by the gorilla mask. Eyes that bear the same intensity, the same request for help that must not have escaped to Blanc who secretly tells me he also has a diploma in optics. Theirs are bleary gazes on a convulsed landscape. A landscape with blooming impromptu nativity scenes inhabited by improvised showmen and 8
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Al pittore ignoto
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Panem et Circenses
2013 228x158 cm. Oil and paper collage on canvas. 12
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The royal circus
2013 115x152 cm. Oil and acrylic paper collage on canvas. 14
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the indian circus
2013 61,5x90 cm. Oil and acrylic paper collage on canvas. 16
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THE TWO LOVERS
2013 66,5x92 cm. Oil and acrylic paper collage on canvas. 18
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THE SWORD EATER
2013 41x29 cm. Oil and paper collage on canvas. 20
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Untitled
2013 46,5x56,5 cm. Acrylic and paper collage on canvas. 22
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THE ACROBAT
2013 86,5x65 cm. Acrylic and paper collage on canvas. 24
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The clown
2013 29x16,5 cm. Oil and paper collage on canvas. 26
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The contorsionist
2013 65,5x92 cm. Oil acrylic, spray and paper collage on canvas. 28
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THE ACROBATIC JUGGLER
2013 35,5x48 cm. Acrylic and paper collage, retrolight on canvas. 30
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The JUMPERS
2013 45x69 cm. Acrylic on paper collage on canvas. 32
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the wonder
2013 39,5x54,5 cm. Oil, acrylic and paper collage, retro illuminated canvas. 34
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the tamer
2013 47x38,5 cm. Acrylic and paper collage on canvas. 36
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three TIGERS
2013 50x54,5 cm. Oil, drawing ink, acrylic, papercollage and spray on canvas. 38
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THE POKER GAME
2013 41x26 cm. Oil and paper collage on canvas. 40
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GO HORSE!
2013 45,5x55,5 cm. Light box, polyethylene and sorghum for brooms, paper collage. 42
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Gino Blanc – Biografia
Principali mostre collettive
Nato nel 1974 a Venezia, dove vive e lavora
2013 Transfailurejungle, a cura di / curated by Gabriele Longega, A plus A - Centro Espositivo Sloveno, Venezia 2012 E l'uomo non è una felce, a cura di / curated by Gianluca D'incà Levis, DC/NeXT Blocco di Taibon Agordino (apl10), Belluno Opposite Together, a cura di / curated by Zorà Romanska, Unicredit Bulbank, Sofia
Principali mostre personali 2013 Electronic Circus, a cura di / curated by Eva Comuzzi, Bugno Art Gallery, Venezia Double, Superior, Deluxe, Resort, Wellness, Spa, Objects, a cura di / curated by Cecilia Tirelli, La Fenice Gallery, Venezia (con / with Venanzio Straulino),
2010 Steel Gate, a cura di / curated by Nicola Silva, Ca' Zanardi in collaborazione con / in collaboration with Bugno Art Gallery, Venezia 2008 Magri e impauriti, (con / with Nebojša Despotovič), a cura di / curated by Laura Aliprandi, Galleria 3D, Venezia
Rewind, a cura di / curated by Saverio Simi de Burgis, Roberta Semeraro, Palazzo Zenobio Raphael Moorat, Venezia 2011 Leaving Room, a cura di / curated by Saverio Simi de Burgis, Primo Piano Art Gallery, Venezia Blanc, Chia, Vedova, Schifano, Salvo, Campigotto, Arman, Gallimberti, a cura di / curated by Nicola Silva, Bugno Art Gallery Venezia Welcome Art Hotel Europa, a cura di / curated by Cristina Fiore, Andrea Penzo, Art Hotel Europa, Brno
Venezia Contemporaneo, a cura di / curated by Carolina Antich, Daniele Bianchi, Saverio Simi de Burgis, Serena Nono, Palazzo Zenobio Collegio Armeno Raphael-Moorat, Venezia
Parallel Worlds, a cura di / curated by Francesca Masoni, Dovrat Ana Meron, Scalamata Space Gallery, Venezia Platform, a cura di / curated by Elisabetta Redolf, Galleria S. Maurizio, Venezia
Premio Centro Studi De Poli, a cura di / curated by Carlo Montanaro, Accademia di Belle Arti, Venezia
2008 Reazione mutante, (con / with Nebojša Despotovič, Luka Sirok), a cura di / curated by Giulia Ceschel, Bugno Art Gallery Venezia
2° Workshop Venice Academy fine Art, a cura di / curated by Carlo Di Raco, Forte Marghera
Arhipelag 08. Festival Internazionale dell'Arte Contemporanea, a cura di / curated by kud Limb, sedi varie / different venues, Nova Gorica
2010 In punta di Matita, a cura di / curated by Giandomenico Romanelli, Fondazione Musei Civici, Venezia
Atelier F, a cura di / curated by Carlo di Raco, Miriam Pertegato, Accademia di Belle Arti, Venezia
A Tavola con Emergency, piatto solidale d’artista, a cura di / curated by Galleria 3D, Ristorante La Colomba, Venezia
Schlaglichter, a cura di / curated by Paola Alborghetti, GEH8, Dresda
2009 International Art Price La Colomba, a cura di / curated by Laura Aliprandi, Sara P Sist, Ristorante La Colomba, Venezia
Salto nel vuoto, a cura di / curated by C. Perzolla, St. Aurora, Venezia Magia, Venice international, a cura di / curated by Stefano Suozzi, Spazio D’Arte dei Mori, Venezia
Atelier F Venice art Academy, a cura di / curated by Carlo di Raco, Miriam Pertegato, Anna Valle, Accademia di Belle Art, Venezia
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2007 Passeggiata Effimera 3, a cura di / curated by Andrea de Stefani, Fabrika Spazio d’Arte, Piombino Dese, Venezia Certamen jòvenes Creadores, Madrid Il presente futuro, Centenario del Futurismo, a cura di / curated by Massimo Duranti, Aldo Grazzi, Galleria Orler Spazio Eventi, Marcon – Venezia Project Accade, (con Nebojša Despotovič, Goran Gogič), a cura di / curated by Giulia Ceschel, Galleria Totem Il Canale, Venezia 90° Mostra Collettiva Fondazione Bevilacqua La Masa, a cura di / curated by Giorgia Gallina, Marco Ferraris, Angela Vettese, Galleria di Piazza San Marco, Venezia
NY 1 Art Gallery, a cura di / curated by Sarah Castelli, Pietro Franesi, Chelsea, New York 2005 Vitraria, a cura di / curated by T. Zuccheri, Antico ospedale dei Battuti, San Vito al Tagliamento Project Venezia-NewYork, a cura di / curated by A. Colella, Galleria Lu5a, Venezia Passeggiata Effimera, a cura di / curated by Adolfina de Stefani, Antonello Mantovani, Palazzo del Turismo, Padova Manifesto Ufficiale 36° Barcolana, prizewinner, Trieste
2006 International Visual Art Workshop, a cura di / curated by V. Makek, Paradiso Gallery, Isola di Rab La Creazione del Mondo, a cura di / curated by Riccardo Caldura, Gloria Vallese, Chiesa di S. Barnaba, Venezia Artexpo New York, a cura di / curated by Pietro Franesi, Mama Gallery, Bologna
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Thanks to: Massimiliano Bugno Clarenza Catullo AndrĂŠs David Carrara Irene Cavalli Rossella Cazzin Eva Comuzzi Giovanni Contro Eleonora Grigoletto Heads Collective Eleonora Marin Mario Nanni Moana Pozzi Barbara Vecchiato
Gino Blanc Electronic Circus Bugno Arte Gallery Venezia 28 giugno – 28 luglio 2013 / June 28 – July 26 2013 Mostra a cura di / Exhibition curated by Eva Comuzzi Galleria Bugno, direttore / director Massimiliano Bugno Staff e comunicazione / Staff and Communication Nicoletta Giacomazzo Nicola Silva Traduzioni / Translations Barbara Vecchiato Progetto Grafico / Graphic Design Heads Collective