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i a n c a r l o
I D E E
P E R
F
r a n c o
L A
T RA M ON T IN
S C U L T U R A
S. Marco 1996/D, 30124 Venezia tel. 041 5231305 fax 041 5230360 info@bugnoartgallery.com www.bugnoartgallery.com Testi Saverio Simi de Burgis Diego Valeri Progetto Grafico AndrĂŠs David Carrara Foto Matteo De Fina
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I D E E
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T RA M ON T IN
S C U L T U R A
Id ee per l a s c u l t u r a Saverio Simi de Burgis
“Sono varie le tappe attraverso le quali siamo invitati a “liberare il tempo” dalla pesantezza e dall’insensatezza, acquisendo altrettante “arti”, cioè quella sensibilità “poetica”, vale a dire creativa, che trasfigura in virtù persino la lentezza, l’incompiuto, la perdita, la delusione, il non sapere e, alla fine, anche la morte.” Gianfranco Ravasi, Ti amo quindi ti correggo, Il sole 24 ore, domenica 21 agosto 2016, recensione al testo di José Tolentino Mendonça, Liberiamo il tempo, EMI, Bologna 2016, p. 27
Un poeta dimenticato, Diego Valeri, rivela, nei suoi scritti
fondire la poesia francese dei poètes maudits e in particolare
letterari e di critica d’arte, una rara umanità e sincera gen-
dell’opera di Charles Baudelaire, ma anche di Mallarmé,
tilezza d’animo, tratti distintivi di una personalità auten-
Rimbaud e Verlaine e, con la sensibilità tipica del poeta, a
ticamente generosa. La raccolta di poesie Verità di uno, edi-
trovare collegamenti intrinseci tra le arti figurative e la po-
ta nella collana Lo Specchio di Mondadori nel 1970, al di là
esia stessa, attraverso la comune via della creatività. Sono
del suo intrinseco valore, evidenziava proprio questa spe-
considerazioni che tornano calzanti per esprimere il senso
cificità. Valeri era, infatti, sempre disponibile a cogliere i
e il valore di tessitura tra le arti, orditi con grande umanità
primi tentativi dei giovani poeti in erba o umilmente capa-
e allo stesso tempo con notevole acume e perspicacia nei
ce ad avvicinarsi con rispetto agli artisti che iniziavano la
suoi originali, quanto consapevolmente anticonformisti
loro ricerca. Tale spiccata attenzione gli derivava proba-
testi critici. Nell’assecondare l’interesse per gli studi di
bilmente dai suoi stessi esordi, vissuti accanto al fratello
letteratura francese, credo che l’attenzione per Mallar-
Ugo, plus agé di quattordici anni, nella bohème capesarina
mé e soprattutto per Baudelaire sia stata preponderante,
dei primi anni del ‘900 che, come egli stesso rammenta, era
considerando le analoghe passioni collaterali nei confronti
più di sostanza che di facciata nella necessità di svecchia-
delle arti figurative. D’altronde, come dicevamo innanzi,
re lo stantio ambiente veneziano del momento, pur così
anche la cosiddetta scuola capesarina alla quale apparteneva
ricco di fermenti culturali. L’urgenza di scrivere d’arte
il fratello Ugo, artista di qualità morto incompreso e pre-
gli maturò probabilmente proprio in quel primo periodo
maturamente nel 1911, con a capo Gino Rossi, ma anche
lagunare, per poi stabilizzarsi successivamente, quando
Arturo Martini, e successivamente Scopinich e Semeghini,
intraprese gli studi letterari, proseguiti dedicandosi pa-
guardava prioritariamente agli aggiornamenti provenienti
rallelamente alla sua vocazione poetica. Il punto di par-
da Parigi: a Van Gogh e soprattutto alla cerchia dei sim-
tenza capesarino costituì sicuramente la spinta ad appro-
bolisti riunitisi attorno a Gauguin che si ritrovavano a 5
discutere d’arte nei salotti dei martedì mallarmeiani. In-
stesso tempo, pur uscendo dai limiti imposti da ciascuna
tanto Baudelaire elaborava le sue personalissime critiche
arte, ed entrando nell’ambito polivalente e sempre attuale
ai Salons dei quali seguiva, più anarchicamente rispetto
del segno e della forma. Può apparire una valutazione con-
alla critica ufficiale, gli artisti che potevano maggiormente
traddittoria, ma tali contenuti sono poi ulteriormente sve-
interessarlo, personalizzando, in tal senso, le sue pagine
lati quando Valeri si sofferma sulle evidenti “intelligenti
critiche. Questa è forse anche l’evidente prerogativa dei
e appassionate vicende interpretative della figura umana,
poeti che, come gli artisti, non amano mai incondizionata-
semplificata, sintetizzata, essenzializzata; colta in qual-
mente i critici, siano essi letterari o d’arte, che dovrebbero
che momento del suo perpetuo processo di trasformazione
decriptare la loro componente creativa e renderla edotta
nel tempo”. Sono in effetti questi i reali “problemi”, anzi
a chi, altrimenti, non ne coglierebbe il senso o il signifi-
il vero “problema della scultura”, affrontato seriamente
cato. In verità, sia per i poeti che per gli artisti, ciò av-
e con “impegno” dall’artista che sa coniugare, con la ne-
viene raramente e, se accade, è dovuto al sincero tentativo
cessaria ironia di non prendersi troppo sul serio - direi in
del critico di immedesimarsi completamente nella ricerca
questo analogamente a Valeri - il “mestiere”, la conoscenza
dell’artista. Forse, con tale intenzione, possiamo spiegare
tecnica del fare al pensiero, alla sempre vivace “ispirazio-
la libertà di Baudelaire nel non seguire teorie o prassi criti-
ne”. Anche in questa occasione Valeri invocava Baudelaire
che consolidate e così anche per Valeri che, comunque, nei
e le sue considerazioni critiche sui “suoi mirabili Salons”,
suoi testi critici sulle arti, sembra farsi scrupoli e spesso
con particolare riferimento alla Scultura, definita in que-
si schermisce e accenna più o meno velatamente, o forse
sto caso, nemmeno poi tanto tra le righe, “noiosa”: “non
con sottile ironia, ai suoi limiti nel non ritenersi completa-
specificava quale, ma indubbiamente pensava a quella che
mente un addetto ai lavori. È con questo spirito autentico
le detestabili esposizioni del tempo gli mettevano sotto gli
che va letto il bellissimo testo scritto dall’ormai agé Die-
occhi: una scultura piattamente veristica, oggettivamente
go Valeri nel 1972 – il poeta verrà a mancare quattro anni
conforme alla realtà fisica, pompieristica, priva appunto di
dopo, a Roma, nel 1976 – per presentare alcune sculture
idee… Non c’è nulla di più inutile e, perciò noioso, di una
del più giovane amico Giancarlo Franco Tramontin. È un
scultura che sia il presuntuoso e sciocco doppione tridi-
testo scritto di proprio pugno, chiaro e direi emblematica-
mensionale della realtà che poco fa dicevo fisica o ora di-
mente secco e vero. Sono scarne, quasi lapidarie conside-
rei quotidiana”. In tal senso Valeri, che aveva avuto a suo
razioni sull’opera dello scultore veneziano, espresse con
tempo l’occasione di avvicinarsi alla scuola capesarina, ave-
profonda intuizione, velata da qualche dubbio per non
va anche apprezzato la figura e l’opera di Arturo Martini.
scadere troppo in un’arrogante presunzione, a lui non con-
Quest’ultimo, nel breve arco temporale in cui sarà titolare
geniale, e che appartiene consapevolmente e pienamente,
di Scultura presso l’Accademia di belle arti di Venezia, ne-
a questo punto e con il senno di poi, alla preveggenza dei
gli anni ’40, impronterà solidamente le lezioni proprio su
suoi amati poeti francesi. Direi che in questo importante
tali principi, espressi poi con notevole lucidità in alcune
testo, Valeri coniughi mirabilmente l’essenza della poesia
sue pubblicazioni quali Scultura lingua morta e Contemplazio-
a quella della scultura proposta da Tramontin che allora
ni, aprendo così la via a una scultura sempre più “concet-
già chiaramente si manifestava e che ora, con questa sua
tuale” o che poteva far intravvedere tali presupposti ideali
attuale personale presso la Galleria Bugno di Venezia,
anche nella tradizione - vedi Canova ma non solo - e di
con coerenza e stile, si consolida definitivamente. Non c’è
cui saranno eredi, pur con formule e cifre differenti, pri-
retorica nelle parole di Diego Valeri, c’è una verità che si
ma Viani e poi in continuità e diversamente, Tramontin.
conferma, a distanza di anni e nel nuovo millennio, anche
Oggi nelle opere in marmo di quest’ultimo qui esposte, lo
nelle ultimissime opere di Tramontin. Il fatto di rilevare
spessore sottilissimo raggiunto sfida la tridimensionalità
“queste idee… per alcune sculture…” significa entrare nello
tipica della scultura pur restando tale e tende a confon-
spirito della ricerca dell’artista che da sempre si compe-
dersi e a diventare pura luce o perlomeno a rimanere a essa
netra nella scultura, nei suoi valori originali e assoluti allo
soggetta, nelle conseguenti trasparenze della materia. Tali 6
opere si compenetrano nei valori basilari e primigeni delle
(Venice) at the start of the 1900s which, as Valeri himself
arti quali segno, luce, colore e forme che quindi, non solo
recalls, was more substance than façade due to the necessity to
virtualmente, raggiungono pure la dimensione del tempo,
rejuvenate the antiquated enviroment of Venice in that period,
in una concreta quadrimensionalità che l’onesta, coerente
even though it was a hub of cultural fervour. The urgency to
lunga attività e riflessione di Tramontin dimostra di aver
write about art matured him and probably occurred in his
già pienamente e con coerenza raggiunto.
initial Venetian period, and where he would finally live when he started his literary studies, to be followed by his dedication to his poetry. These beginnings at Ca’ Pesaro surely created his
Venezia, 25/08/16
desire to investigate the French poetry of the poètes maudits, and, Diego Valeri, Scritti sull’arte, a cura di Giuliana Tomasella, Istituto
in particular, Charles Baudelaire, but also Mallarmé, Rimbaud
Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Venezia 2005.
and Verlaine, and with his typical sensibility, he also found
Charles Baudelaire, Scritti sull’arte, Giulio Einaudi Editore, Torino
inherent connections between figurative art and poetry itself,
2004.
namely their creativity. These are appropriate considerations to express the meaning and value of relationships between different types of art which
I d e as F or Scu l ptu re
are full of a magnificent humanity and, at the same time,
Saverio Simi de Burgis
noteworthy acumen and keen perceptiveness, as well as being knowing and unconventional critical writing.
“There are many stages through which we are invited to “set
With his interest in his studies of French literature, I think that
time free” from its heaviness and inanity, wherein we acquire
the attention given to Mallarmé and above all to Baudelaire
other types of “arts”, meaning that “poetic” sensitivity, or
was predominant, given his similar and parallel passion for
in other words, creativity, which turns even slowness, the
figurative art. On the other hand, as said before, even the so-
unfinished, loss, disappointment, unknowing, and in the end,
called “Ca’ Pesaro” school which his brother Ugo, - an artist
even death, into virtue.”
who was misunderstood and who died prematurely in 1911 - belonged to, with its leader Gino Rossi, but also Arturo
Gianfranco Ravasi, “Ti amo quindi ti correggo” [“I correct you
Martini, and then later, Scopinich and Semeghini, favoured
because I love you”], from Il Sole 24 ore, Sunday August 21, 2016,
innovations coming out of Paris. But also Van Gogh and the
a review of the José Tolentino Mendonça’s “Liberiamo il tempo”
group of symbolists close to Gauguin who were to be found
[“Let’s Set Time Free”]
discussing art in the Mallarmé’s Tuesday night salons. In the meantime, Beaudelaire was forming his very personal critiques
The forgotten poet, Diego Valeri, revealed in his literary
in salons, more anarchically focused than official criticism,
writings and art criticism a rare type of humanity and
frequented by artists who he was more interested in, so as to
the sincerity of a gentle soul, which are distinctive
be able to personalize to a greater degree his critical writings.
characteristics of a truly genuine personality. His collection
This is perhaps an obvious inclination for poets and artists, do
of poetry “Verità di uno” [“One Man’s Truth”], from the Italian
not embrace critics wholeheartedly, whether they be literary or
publisher Mondadori in its 1970 “Lo Specchio” series, reveals
artistic critics, and whose role is to decodify creative elements
these very qualities, alongside the merit of the poetry itself.
and make them understandable to those who otherwise would
Indeed, Valeri was always open to the first experiences
not discern the meaning or sense. The truth of the matter is that
of young developing poets and he displayed a humble
it is only on very rare occasions that this happens both for artists
attitude in approaching artists who were beginning their
and poets, and when it does, it is due to the honest attempt
research. This intense attention probably came from his
by the critic to sink him- or herself completely into the artist’s
own beginnings that he shared with his brother Ugo, 14
research. Perhaps this is why we can explain Beaudelaire’s
years his senior, in the Bohemian atmosphere of Ca’ Pesaro
freedom to ignore traditional critical theories and practicies, as 7
it is for Valeri who in his critical writings about art, seems
of “his marvelous Salons”, with particular reference to
to be rigorous all the same, and yet often he is reticient
sculpture, defined in this case, and stated rather obviously,
and mentions more or less sotto voce, or sometimes with a
as “boring”: “he is not specific, but undoubtedly he was
hint of irony, his limits that prevent him from being a truly
referring to those horrible shows of the time which he
successful critic. And it is with this spirit of authenticity
saw with his own eyes: sculpture that was flatly realistic,
that we should read his wonderful piece from his later
objectively the same as physical reality, artificial, obvious
years, 1972 specifically – the poet dies four years later in
and rhetorical, or in other words, having no ideas … There is
Rome, in 1976 – in order to present some sculputures of his
nothing more useless, and therefore boring, than a sculpture
younger friend Giancarlo Franco Tramontin. He wrote it in
that is a presumptions and stupid three-dimensional copy
his own hand, and it has a clarity and I would say it is to the
of reality which I just called physical and now I would say
point and genuine, in an emblematic way. His writes in a
every day.” In this way, Valeri, who had had in his time
lean, almost dry manner about the works of the Venetian
the opportunity to mix with the Ca’ Pesaro school, had
sculptor, but with profound intuition, sometives even
also admired the figure and works of Arturo Martini. The
with a hint of doubt, so as to avoid arrogant presumptions
latter, in the brief arc of time during the 40s, when he was
anthetical to the writer, and in retrospect, shows obvious
the Director of Sculpture at the Academy of Fine Arts of
and knowing foresight of his adored French poets.
Venice, clearly based his lessons on these principles, which
I would say that in this important piece of writing, Valeri
were then published with noteworthy clarity in some of
admirably blends the essence of poetry to that of sculpture
his publications, such as Scultura lingua morta [“Sculpture,
as proposed by Tramontin which already was apparent in
a Dead Language”] and Contemplazioni
the past, and which manifests itself clearly now with style
thereby opening up a new road for sculpture that was
and coherence in his personal show at the Bugno Gallery
increasingly “conceptual”, or that was able to reveal ideal
of Venice. There is no rhetoric in Valeri’s writing; there is a
presuppositions within the tradition – see Canova, but not
truth which is now confirmed, at at distance of years and in
only – of which they were heirs, even though it was with
the new millenium, in these very latest works by Tramontin.
different formulas and numbers, first in Viani and then
The fact of revealing “these ideas … for some sculptures...”
down onto, in a different way, Tramontin. In the marble
means entering into the spirit of the artist’s research that
sculptures on show here, there is a very subtle thickness
his sculptures reveal deeply, in their original and absolute
created by the three-dimensionality typical to sculpture of
values at the same time, while also escaping the limits
which it clearly is, but it also tends to lose this quality and
imposed by these arts, and entering into a always current
become pure light or, at least, gets caught up in it, from
environment with a broad spectrum of the sign and of
the ensuing transparency of the material. These works are
shape. This may seem a contradiction, but the contents are
embued with the basic and primal values of art, namely,
then ultimately revealed when Valeri pauses on the evident
sign, light, colour and shape, and thus they reach into
“intelligent and impassioned interpretative events of the
dimension of time as well (and not only virtually) to create
human figure, simplified, synthesized, essentialized; caught
something that is solidly four-dimensional, and in which
in a moment of its perpetual process of transformation in
the honest, coherent and long-term activity and reflections
time.” These are, in effect, the true “problems”, or moreover,
of Tramontin are fully and coherently realized.
[“Contemplations”],
the true nature of the “problem of sculpture”, confronted seriously and with “commitment” by the artist: he knows
Venice 25/08/16
how to combine with the necessary irony of not taking himself too seriously – and I would point out the similarity
Diego Valeri, Scritti sull’arte, a cura di Giuliana Tomasella, Istituto
to Valeri in this – the “craft”, technical know-how from
Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Venezia 2005.
doing to thinking, to the ever lively “inspiration”. Once
Charles Baudelaire, Scritti sull’arte, Giulio Einaudi Editore, Torino
more, Valeri invokes Beaudelaire and his literary criticisms
2004. 8
Diego Valeri
Que st e id ee per u n a scult ur a (o, più esattamente, per alcune sculture) mi danno la felice illusione, a me vecchio uomo nato nell’ultimo Ottocento, di non essere del tutto sordo
nulla di più inutile e, per ciò stesso, noioso, di una scultura
e straniero alle istanze artistiche del declinante Novecen-
che sia il presuntuoso e sciocco doppione tridimensionale
to: di quel Novecento di cui, non senza stupore, mi trovo a
della realtà che poco fa dicevo fìsica e ora direi quotidiana.
essere spettatore partecipe. Sta di fatto intanto che queste
Le idee di G. Franco Tramontin sono delle intelligenti e
idee le capisco e le sento; ch’esse mi toccano nel vivo.
appassionate ricerche interpretative della figura umana,
Disse una volta Baudelaire, in uno dei suoi mirabili Salons,
semplificata, sintetizzata, essenzializzata; colta in qualche
che la scultura è noiosa. Non specificava quale scultura, ma
momento del suo perpetuo processo di trasformazione nel
indubbiamente pensava a quella che le detestabili esposi-
tempo.
zioni del tempo gli mettevano sotto gli occhi: una scultura
Io sono grato al mio giovane amico, che mi ha fatto pensare,
piattamente veristica, aggettivamente conforme alla realtà
o ripensare, a questi problemi e in particolare al problema
fìsica, pompieristica, priva appunto di idee.
della scultura.
Baudelaire, non occorre sottolinearlo, diceva bene. Non c’è
Voglio perciò dargli atto con la mia testimomanza (valga quel che valga) della serietà del suo impegno. Senza parlare del mestiere che in lui, Tramontin, mi pare faccia tutt’uno col pensiero, con l’ispirazione.
1972
9
OPERE
Nike, 1991 - Marmo statuario, h. cm. 91 12
13
Nike (particolare) 14
Risveglio II, 2014 - Marmo statuario, cm. 83x50x7 16
17
Risveglio II (particolare) 18
Nudo disteso, 2015 - Marmo nero del Belgio, cm. 61x87x5 20
21
Nudo disteso (particolare) 22
Nuda nello spazio, 2015 - Marmo nero del Belgio, cm. 86x40x5 26
27
Nuda nello spazio (particolare) 28
Forma, 2016 - Marmo statuario, cm. 72,5x43x8 30
31
Forma (particolare) 32
Torsione, 2015 - Marmo statuario, cm. 64x68x13 36
37
Torsione (particolare) 38
Figura seduta II, 2015 - Marmo statuario, cm. 76x70x15 40
41
Figura seduta II (particolare) 42
Nudo giovanile, 2016 - Marmo statuario, cm. 54x85x8 44
45
Nudo giovanile (particolare) 46
La Cassanella, 2016 - Marmo statuario, cm. 80x60x6 48
49
La Cassanella (particolare) 50
Nudo seduto, 2016 - Marmo statuario, cm. 73x43x3 52
53
Nudo seduto (particolare) 54
Nudo disteso, 2015 - Marmo statuario, cm. 45x73x3 58
59
Nudo disteso (particolare) 60
Figura bifida, 2016 - Marmo statuario, cm. 54x82x6 62
63
Figura bifida (particolare) 64
Nudo in controluce, 2015 - Marmo statuario, cm. 75x73x5 66
67
Nudo in controluce (particolare) 68
70
BIOGRAFIA
Giancarlo Franco Tramontin è nato a Venezia nel 1931.
classico moderno”, Bugno Art Gallery, Venezia 2013. Sue
Ha compiuto gli studi di scultura all’Accademia di Bel-
opere si trovano in musei e collezioni in Italia e all’estero.
le Arti di Venezia dove è stato allievo e poi assistente di
Documentazione dettagliata presso l’Archivio Storico del-
Alberto Viani. Successivamente è diventato titolare della
la Biennale di Venezia e presso la Biblioteca della Fonda-
cattedra di scultura nella medesima Accademia.
zione C. L. Ragghianti di Lucca.
Dai primi anni ’50 ha esposto in numerose mostre personali ed è stato invitato a partecipare, ottenendo premi e riconoscimenti, alle più importanti rassegne nazionali e inter-
Si sono occupati delia sua produzione artistica:
nazionali, tra le quali citiamo: Fondazione Bevilacqua La
U. Apollonio, G. C. Argan, L. M. Barbero, F. Bartolini,
Masa di Venezia dal 1957 al 1965; VI Mostra Internaziona-
G. Belli, G. Bianchi, E. Bordignon Bavero, L. Bortolatto,
le d’Arte Figurativa, Gorizia 1958; Concorso Internaziona-
S. Branzi, L. Caramel, D. Carlesi, G. Cecchini,
le del Bronzetto di Padova dal 1959 al 1975; 3° premio Con-
D. Collovini, E. Crispolti, F. De Santi, E. Di Martino,
corso Internazionale di Scultura, Biennale di Carrara 1962;
G. Dal Canton, G. Dorfles, W. Dorigo, D. Formaggio,
Biennale Nazionale d’Arte, Verona 1961-63; Fondazione
E. Franzini, C. Giumelli, D. Marangon, G. Marchiori,
Querini Stampalia, sala Luzzato, Venezia 1964, 1970, 1982;
G. Mazzariol, N. Miceli, L. Panzeri, S. Perin, G. Perocco,
Teatro La Fenice, sale Apollinee, Venezia 1968; XXXV
M. Piantoni, G. M. Pilo, E. Pouchard, C. L. Ragghianti,
Biennale Internazionale d’arte di Venezia, 1970; Immagini
A. Restucci, M. Rigoni, M. Rizzante, P. Rizzi,
e Strutture nel Ferro e nell’Acciaio, Rassegna Internazio-
H. P. Rohde, F. Rolla, P. C. Santini, G. Sartoris,
nale di Scultura Contemporanea, Repubblica di San Mari-
L. Scardino, G. Segato, L. Serravalli, S. Simi de Burgis,
no, 1979; XLII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia,
I. Tomassoni, T. Toniato, D. Valeri, M. Valsecchi, S. Viani,
1986; Aspetti della Scultura Contemporanea 1900-1989,
F. Vincitorio, P. Zampetti, I. Zannier, J. Zibransen.
Forni Scultura, Bologna 1989; Il Tempo del Marmo e quello del Bronzo, Berlino-Neuchâtel-Carrara, 1998; Renconte Européenne de Sculpture, Montauban, 2001; ‘900 all’Accademia, Opere per il Nuovo Museo, Gallerie dell’Accademia, Venezia 2001 e Villa Manin, Passariano, Udine 2002; Het Depot, “Nieuwen Asnkopen”, Wageningen, Olanda 2008; XIII Biennale Internazionale, Carrara Laboratori di Scultura 2008, Statuaria d’Arte; Museo di Santa Caterina, Treviso 2012; Het Depot, “Hommage Ann Italie”, Wageningen, Olanda 2012; “Giancarlo Franco Tramontin. Sculture, forme come linguaggio”, Palazzo Ducale, Loggia Foscara, Venezia 2012; “Giancarlo Franco Tramontin. Un 71
BIOGRAPHY Giancarlo Franco Tramontin was born in Venice. He
Critics who have written about the artist:
completed his studies in sculpture at the Academy of Fine
U. Apollonio, G. C. Argan, L. M. Barbero, F. Bartolini,
Arts in Venice where he was a student and then assistant
G. Belli, G. Bianchi, E. Bordignon Bavero, L. Bortolatto,
to Alberto Viani. Following this, he became a professor of
S. Branzi, L. Caramel, D. Carlesi, G. Cecchini,
sculpture at the same institute. From the 50s on he has
D. Collovini, E. Crispolti, F. De Santi, E. Di Martino,
had many personal shows and been invited to participate
G. Dal Canton, G. Dorfles, W. Dorigo, D. Formaggio,
in many important Italian and international exhibitions,
E. Franzini, C. Giumelli, D. Marangon, G. Marchiori,
where he has received prizes and recognition. To cite a few:
G. Mazzariol, N. Miceli, L. Panzeri, S. Perin, G. Perocco,
Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia from 1957 to
M. Piantoni, G. M. Pilo, E. Pouchard, C. L. Ragghianti,
1965; VI Mostra Internazionale d’Arte Figurativa, Gorizia
A. Restucci, M. Rigoni, M. Rizzante, P. Rizzi,
1958; Concorso Internazionale del Bronzetto, Padua from
H. P. Rohde, F. Rolla, P. C. Santini, G. Sartoris,
1959 to 1975; 3rd prize in the Concorso Internazionale di
L. Scardino, G. Segato, L. Serravalli, S. Simi de Burgis,
Scultura, Biennale di Carrara 1962; Biennale Nazionale
I. Tomassoni, T. Toniato, D. Valeri, M. Valsecchi, S. Viani,
d’Arte, Verona 1961-63; Fondazione Querini Stampalia, sala
F. Vincitorio, P. Zampetti, I. Zannier, J. Zibransen.
Luzzato, Venezia 1964, 1970, 1982; Teatro La Fenice, sale Apollinee, Venezia 1968; XXXV Biennale Internazionale d’arte di Venezia, 1970; Immagini e Strutture nel Ferro e nell’Acciaio, Rassegna Internazionale di Scultura Contemporanea, Repubblica di San Marino, 1979; XLII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, 1986; Aspetti della Scultura Contemporanea 1900-1989, Forni Scultura, Bologna 1989; Il Tempo del Marmo e quello del Bronzo, Berlino-Neuchâtel-Carrara, 1998; Renconte Européenne de Sculpture, Montauban, 2001; ‘900 all’Accademia, Opere per il Nuovo Museo, Gallerie dell’Accademia, Venezia 2001 and Villa Manin, Passariano, Udine 2002; Het Depot, “Nieuwen Asnkopen”, Wageningen, Holland 2008; XIII Biennale Internazionale, Carrara Laboratori di Scultura 2008, Statuaria d’Arte; Museo di Santa Caterina, Treviso 2012; Het Depot, “Hommage Ann Italie”, Wageningen, Olanda 2012; Palazzo Ducale, Loggia Foscara “Giancarlo Franco Tramontin. Sculture, forme come linguaggio”, Saint Mark’s Square, Venice 2012. “Giancarlo Franco Tramontin. Un classico moderno”, Bugno Art Gallery, Venice 2013. His works can be found in musems and collections in Italy and abroad. Detailed documentation is available at the Historic Archives of the Venice Biennial and in the Library of the Fondazione C.L. Ragghianti in Lucca.
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