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Perché What now? Il nome che abbiamo scelto è tutto un programma
di Martina Fragale
Chiunque abbia familiarità con il mondo del giornalismo sa bene che fra gli attrezzi del mestiere c’è anche la cosiddetta “regola delle 5W”: quei proverbiali Who? What? Where? When? Why? a cui ogni articolo dovrebbe rispondere. Ma noi non facciamo semplice giornalismo: noi facciamo giornalismo costruttivo e alle 5W di rito, il giornalismo costruttivo ne aggiunge una sesta: What now? Ovvero: una volta messo a fuoco il problema, cosa si può fare? La nostra sesta W è la sintesi perfetta di cosa significhi portare avanti un approccio che, senza indorare la pillola e senza indossare le lenti rosa del giornalismo positivo, mette sul piatto della bilancia i problemi e poi si rimbocca le maniche per mettere sull’altro piatto le possibili soluzioni.
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serve denunciare. È giornalismo che sparge sale sulle ferite, quando è necessario farlo per innescare un cambiamento. Ma allo stesso tempo è giornalismo “di utilità”, per cui mettere l’accento sul problema non è mai un atto fine a se stesso ma uno strumento per guardare oltre. Scandagliando l’oscurità non per rimanerci impantanati –come capita nel caso di tante narrazioni catastrofiste – ma per trovare la luce in fondo al tunnel. Ecco perché abbiamo deciso di chiamare questo periodico con il nome della nostra cara sesta W, usando “what now?” come chiave di lettura privilegiata per leggere alcuni di quelli che sono i problemi attualmente più urgenti.
Il giornalismo costruttivo non è giornalismo delle buone notizie. Non tira fuori dal cappello del mago soluzioni improbabili se le soluzioni non ci sono. È giornalismo di denuncia, quando
Per selezionarli, abbiamo deciso di utilizzare come punto di partenza i 17 Goal dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: un programma d’azione sottoscritto dai Paesi membri delle Nazioni Unite per trovare soluzioni a problemi come la fame nel mondo, l’esigenza di promuovere l’accesso diffuso a migliori condizioni di salute, la parità di genere, la lotta ai cambiamenti climatici ecc. In ogni numero di questo periodico selezioneremo di volta in volta alcuni di questi goal e parleremo sia dei passi avanti che sono stati fatti in vista della loro attuazione, sia dei problemi che ne ostacolano la messa in pratica. Racconteremo a che punto siamo in Italia e in Europa, ma offriremo ai nostri lettori una panoramica anche su alcune soluzioni applicate in Paesi molto lontani dal nostro. La prospettiva del giornalismo costruttivo, infatti, mette l’ac- cento sul tema della scalabilità delle soluzioni cioè sulla possibilità di replicare, declinandole in base alle caratteristiche specifiche di ogni territorio, alcune risposte che hanno dato risultati particolarmente efficaci. In questo senso, i media possono fare moltissimo, agevolando la diffusione di tutte quelle soluzioni che potrebbero mettere radici in realtà diverse. Questa visione – che per noi rappresenta un mantra – emerge già da questo primo numero, in cui (tra i 17 Goal) abbiamo scelto di
Mettere l’accento sul problema non è mai un atto fine a se stesso ma uno strumento per guardare oltre. I media possono fare moltissimo, agevolando la diffusione di tutte quelle soluzioni che potrebbero mettere radici in realtà diverse affrontare il N°3 (Salute e benessere), il N°7 (Energia pulita e accessibile), il N° 8 (Lavoro dignitoso e crescita economica), il N°9 (Industria, innovazione e infrastrutture) e il N°13 (Agire sul clima).
Oltre a questo, ogni numero di “What now?” offrirà ai suoi lettori una sezione Magazine e uno Speciale, con intervista a un personaggio di rilievo. Sulla scia del recente arresto di Matteo Messina Denaro, abbiamo deciso di raccontare in questo Speciale cosa sta cambiando (e cosa deve ancora cambiare) sul versante mafia, con un’intervista a Nicola Morra, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia. Anche sul versante della lotta alla mafia, infatti, siamo convinti che esistano chiavi di lettura diverse – rispetto a quelle più diffuse – che meritano di essere portate alla luce. Perché, non al di là dei morti ma grazie ai morti per mafia, dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio la lotta alle mafie ha raggiunto risultati e aperto prospettive che spesso, a torto, finiscono dietro le quinte di una narrazione basata solo sui necrologi. Come diciamo sempre, quando spieghiamo cos’è il giornalismo costruttivo, la percezione della realtà cambia a seconda delle narrazioni. E cambiare il modo di raccontare la realtà è il primo passo per iniziare a trasformarla sul piano concreto.
Questo periodico non mira a essere l’ennesimo prodotto editoriale ma cercherà di essere qualcosa di genuinamente nuovo. Una nuova voce. Un nuovo strumento. Un tentativo di ritrovare il senso e la missione di quello che per noi rimane il mestiere più bello del mondo: un giornalismo autenticamente al servizio dei lettori.
In Italia, in seguito alla sottoscrizione dell’Agenda 2030, è stata creata l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo
Sostenibile (ASviS)