Caccia Passione - Luglio 2012

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ANNO I nr. 7 - luglio 2012

caccia passione Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

Stanziale:

• Tecniche di caccia allo storno

Migratoria:

• Caccia alla gallinella d’acqua

Cani da caccia:

• Bracco ungherese, il più equilibrato dei cani da ferma

Caccia e cacciatori:

• Caccia con l’arco, arcaica ed affascinante

Caccia al colombaccio in Irlanda


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ANNO I nr. 7 - luglio 2012

caccia passione Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

Stanziale:

• Tecniche di caccia allo storno

Migratoria:

• Caccia alla gallinella d’acqua

Cani da caccia:

• Bracco ungherese, il più equilibrato dei cani da ferma

Caccia e cacciatori:

• Caccia con l’arco, arcaica ed affascinante

Caccia al colombaccio in Irlanda

in copertina

36

Caccia al colombaccio in irlanda La più verde delle destinazioni in Europa, l’Irlanda, offre la possibilità di cacciare il colombaccio in grandi quantità. L’accoglienza, la natura ed i paesaggi fanno dell’Irlanda una delle destinazioni più ambite tra i cacciatori di tutto il mondo.

sommario

14 Stanziale:

Anno I Nr. 07

www.cacciapassione.com

tecniche di caccia allo storno

Pg 6 News venatorie

A CURA DELLA REDAZIONE

Pg 10 Eventi venatori

20 Migratoria:

caccia alla gallinella d’acqua

30 Caccia di selezione:

l’importanza di fornire ed elaborare i dati sugli abbattimenti di ungulati

Pg 14 S tanziale: tecniche di caccia allo storno

DIEGO MASTROBERARDINO

Pg 20 Migratoria: caccia gallinella d’acqua CLAUDIA ZEDDA Pg 26 Ungulati: ungulati.

dibattito

alla

sugli

COMUNICATO STAMPA - CIC ITALIA

Pg 30 Selezione: l’importanza di fornire ed elaborare i dati sugli abbattimenti di ungulati.

Caccia Passione 2

A CURA DELLA REDAZIONE

DIEGO MASTROBERARDINO


Caccia al Colombaccio in Irlanda

Pg 70 Racconti venatori: il primo cervo non si scorda mai ANTONIO BANA (Presidente Assoarmieri) Pg 74 Ottiche: Digital Hunter Riflescope, l’ottica che registra le immagini

DIEGO MASTROBERARDINO

Pg 80 Veterinaria: la leishmaniosi

DOTT. ULLY ZEYEN

Pg 44 Cani da caccia: Bracco ungherese, il più equilibrato tra i cani da ferma

48 Cani da caccia:

DIEGO MASTROBERARDINO

Bracco ungherese, il più equilibrato tra i cani da ferma

Pg 50 Cani da caccia: addestramento del cane da caccia, abitudine allo sparo DIEGO MASTROBERARDINO

Pg 54 Caccia e cacciatori: caccia con l’arco, arcaica ed affascinante KALARIS

Pg 60 Fucili da caccia: Alcione calibro 12/76, il sovrapposto che ha fatto la storia della franchi

54 Caccia e cacciatori:

caccia con l’arco, arcaica ed affascinante

DIEGO MASTROBERARDINO

Pg 66 Munizioni:silenzio, parlano le cartucce subsoniche DIEGO MASTROBERARDINO

60 Fucili da caccia: Alcione calibro

12/76, il sovrapposto che ha fatto la storia della franchi Caccia Passione 3


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Editoriale L’ESTATE È ARRIVATA Siamo a luglio, il caldo si fa sentire su tutta la penisola, la gente comune pensa alle vacanze, mare, montagna e laghi sono le mete preferite. Per il cacciatore è diverso, ormai il conto alla rovescia è partito, anzi chi si dedica alla caccia di selezione è già al lavoro, gli altri controllano la migrazione di quaglie e tortore, sperando che ne rimanga qualcuna per le rispettive aperture, Qualcuno allena i cani nelle zone permesse, altri nelle altre, fare un po’ di gamba nelle prime ore del mattino, fa bene sia al fido compagno a quattro zampe che al suo padrone. Purtroppo tutto questo nella massima incertezza su date di aperture, periodi, preaperture ecc., salvo poche eccezioni i calendari venatori saranno pubblicati fra luglio e agosto e le eventuali preaperture solo alla fine di agosto, lasciando fino all’ultimo i cacciatori nell’incertezza. Tutto questo è figlio della famosa 157/1992, non sto dando i numeri, si tratta della legge quadro sulla caccia, che con i suoi, piccoli, ritocchi ha superato i vent’anni. Ogni legislatura vengono fatte nuove proposte di modifica, più o meno favorevoli a cacciatori o ambientalisti a seconda del vento politico che tira. Regolarmente, superata la tornata elettorale, cascano nel nulla. Di per se non è una brutta legge, ma sicuramente ha bisogno di trasformazioni sostanziali, dovute alla nuova situazione agrosilvopastorale, alle nuove tipologie di caccia, al mutare delle specie predominanti sul territorio. Ai tempi della 157/92 ancora non c’era stata l’esplosione demografica degli ungulati nelle regioni appenniniche e anche in Zona Alpi la tipica alpina si è notevolmente ridotta, di contro, in molte zone, c’è stata un’esplosione del cervo. Ormai le Regioni per stilare i calendari devono tenere conto di mille norme, legge quadro, legge regionale, linee guida dell’Ispra, Natura 2000, decreti, DGR e direttive varie oltre alle indicazioni dell’Europa. Tutto questo comporta un allungamento dei tempi nella speranza di varare calendari inattaccabili su cui non sia possibile incorrere in ricorsi al TAR. Purtroppo non sempre riescono nell’intento ed ecco che il cacciatore italiano moderno deve trasformarsi anche in avvocato per difendersi da tutti i tentativi di soprusi e di criminalizzazione cui è sottoposto. L’augurio è che da questa babele di normative escano dei calendari che ci consentano d’esercitare la nostra passione, anche se fra deroghe e ricorsi, ma tant’è, ormai siamo abituati, prepariamoci per l’apertura, manca poco, dobbiamo allenarci, tanto il cacciatore italiano sopravvive a tutto e tutti…

Saverio Patrizi


PARCHI: PD, MODIFICARE LEGGE PER IL RILANCIO Fuori luogo posizioni pregiudiziali e visioni centralistiche.

“I parchi italiani necessitano di norme e politiche che ne rilancino la loro missione sia dal punto di vista della conservazione che da quella, ancor più importante in questa fase, dello sviluppo e dell’economia verde. E’ quanto dichiara Marco Ciarafoni, responsabile Biodiversità e politiche faunistiche del Pd. “Per questo il Pd – continua Marco Ciarafoni sta lavorando dentro e fuori il Parlamento per aggiornare la legislazione vigente per prefigurare una nuova governance che renda esplicito il coinvolgimento delle popolazioni locali nella vita e nella gestione delle aree protette così come una migliore gestione faunistica improntata alle indicazioni dell’autorità scientifica, richieste peraltro sostenute con forza dalla Federparchi, dal mondo Caccia Passione 6

agricolo e da una parte significativa dell’associazionismo ambientalista”. “Siamo pronti al confronto e al dialogo con le altre associazioni ambientaliste che non si riconoscono in questo percorso – precisa Marco Ciarafoni – ma occorre misurarsi su fatti oggettivi e non muovere invece da posizioni pregiudiziali e visoni centralistiche che appaiono fuori luogo. Il futuro dei Parchi è nella capacità di allargare il consenso sulla loro attività e non di rinchiuderli in recinti assediati. Non risponde infatti al vero che con la riforma della 394, basterebbe leggere attentamente le proposte, si voglia dare più spazio al privato, autorizzare la caccia e condizionare le nomine dei presidenti". PARTITO DEMOCRATICO Ufficio Stampa


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CAMPANIA - Nuova legge regionale - Luci ed ombre. La nuova legge regionale sulla caccia in Campania attende solo il voto del Consiglio.

S

oddisfatte le attese dei cacciatori che hanno bene accolto il secondo pagamento per la migratoria in cambio della libera circolazione in tutto il territorio regionale senza prenotazione e senza limite di giornate consentite nell'intera annata venatoria. Questo è quello che risalta subito e che apre una finestra luminosa sul buio dei giorni passati che tanto aveva preoccupato, confuso e smarrito il mondo venatorio. A guardare bene, però, sono rimaste delle ombre che non sono sfuggite ad una attenta lettura dell'elaborato licenziato dalle commissioni competenti. Gli interessi di pochi, la tanta ricercata "pari dignità", hanno impegnato il politico su questi argomenti e sono state disat-

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tese le richieste di modifica di altri articoli contenuti nella legge vigente. Per elencarne alcune si chiedeva chiarezza sui limiti "invalicabili" della percentuale di territorio inibita alla caccia e la percentuale da destinare ad iniziative private, non su base regionale ma da distribuire in modo eguale nelle cinque province. Si suggerivano ancora modifiche sostanziali ed importanti che avrebbero abbattute le barriere burocratiche che sono una conquista di un'avveduta e moderna legislazione locale e nazionale. Ma il tempo stringe e non conviene insistere su ciò che è stato incautamente trascurato. Pe adesso va bene così, "domani è un altro giorno". Giovanni Belardo.


I° convention Franchi I° convention Franchi dedicata alle armerie del Centro Italia.

S

i è tenuta nelle giornate di Domenica e Lunedì 17 e 18 Giugno la I° convention Franchi dedicata alle armerie del Centro Italia. Le 50 persone intervenute hanno potuto parlare e confrontarsi con esperti di marketing e di visual merchandising. Lo scopo del meeting è stato

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"Open Fire 2012" Si terrà a Fondi (LT) “Open Fire 2012”, la Fiera della Caccia-Pesca del Sud-Pontino nelle giornate del 13, 14 e 15 luglio 2012

L’Associazione “The Hunter” organizza la Fiera della Caccia-Pesca del Sud Pontino con il Patrocinio della Regione Lazio, della Provincia di Latina ed altri Enti ed organizzazioni. Per aderire alle innumerevoli richieste degli appassionati dell’attività venatoria, l’associazione “The Hunter”, ha pensato di poter portare nel Sud Pontino un evento mai realizzato in questo territorio. La caccia, la pesca, la cinofilia ed il Caccia Passione 10

tiro a Fondi. La prima kermesse dedicata alla caccia, alla pesca, alla cinofilia e al tiro in terra pontina. La storia venatoria del territorio non ha bisogno di essere raccontata. Autorevoli scrittori, poeti e pittori, prima di noi, lo hanno fatto affidando alla memoria le immagini di un luogo selvaggio ed al tempo stesso incantevole. Per tre giorni, dal 13 al 15 di Luglio, la riviera di Ulisse farà da cornice alla


Eventi prima edizione del Open Fire – Fiera vasto parcheggio gratuito e da un’area della Caccia e della Pesca del Sud Pon- camper, per coloro che abbiano deciso tino, che accoglierà nei suoi grandi di far coincidere la visita all’evento fiespazi, oltre 22 ettari, gli appassionati ristico, con qualche giorno di vacanza. della caccia, della pesca, della cino- Presenti gli esponenti delle associazioni filia, del tiro e dell’outdoor in genere. venatorie Federcaccia, ANUU MigraTre giorni caratterizzati da incontri, toristi, Enalcaccia, A.N.L.C., Italcaccia, dimostrazioni e convegni, cadenzati CONFAVI e Arci Caccia che hanno dato la loro massima da un ricco programma di eventi che de- Open Fire 2012. La pri- disponibilità e collasteranno interesse an- ma kermesse dedicata borazione con l’orgache in un pubblico di alla caccia, alla pe- nizzazione dell’evento. non addetti ai lavori. sca, alla cinofilia e al Nell’ambito della maAl tiro a volo sarà de- tiro in terra pontina. nifestazione su un dicato il grande poligono allestito per area di 25 ettari sarà adibita un appol’occasione, dove le performance dei sita area di tiro con dieci postazioni visitatori si alterneranno alle esibizio- di sparo (tripletta, percorso di caccia, ni del grande Renato Lamera, campio- tiro a sagome di cinghiale, allestita ne del mondo di tiro al volo dinamico. dal Sig. Marsilio Palermi dell’Azienda La manifestazione sarà servita da un Agrituristica venatoria Piancardato

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Programma della manifestazione: • Battesimo equestre (con pony) per i più piccoli; • Tiro all’aperto con piattelli con • Spettacoli di falconeria a cura 10 pedane di sparo e più precisa- Associazione Aves Nobis “il giomente: percorso di caccia, tri- co del falco”; pletta, tiro dinamico Tiro a palla • Esibizione di volantini (per cosu sagoma al cinghiale; lombacci); • Field target (armi ad aria com- • Possibilità di escursiopressa); ni a cavallo anche nel con• Tiro alla fionda a cura di Bruno tiguo bosco del Vallaneto; Vecchi; • Tiro con l’arco a cura Associa• Convegno sulle problematiche zione URCA; venatorie/ambientali “Caccia- • Piattello laser - DVD Sport Agricoltura.Ambiente- fra Tra- Brescia; dizioni e Futuro in Armonia” • esibizione dimostrativa softair; moderatore scrittore giornalista • Esibizione dimostrativa di riscrittore Giacomo CRETTI il chiamo a bocca (fischi) per anatiquale ha accettato con entusia- di a cura di Mirco Costa e Robersmo di collaborare all’organizza- to Segala in collaborazione con zione; “Anatidi Angra ONLUS”. • Pratiche di lavoro delle diverse razze canine con loro campioni Per Informazioni: nelle loro specialità di caccia, protezione civile, obbedienza, etc.. a fieracacciasudpontino.it cura dell’Azienda zootecnica ci- info@fieracacciasudpontino.it netecnica Corona Petdimention di Stefano DeVita; L’evento si terrà a Fondi (LT) in • Esibizioni di tiri estremi Renato località San Raffale, Strada ProLamera; (Campione del mondo vinciale Fondi-Sperlonga tiro dinamico); • Esibizioni equestri (barrage, Organizzazione: The Hunter rodeo, a cura di Maremma and Cowboy; tel. 339/4049306 - 339/4045817 Caccia Passione 12


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CITTA’ DI FONDI (LT) 13-14-15 LUGLIO 2012

E R


Tecniche di caccia Morfologia, abitudini, migrazione e tecniche di caccia allo storno, una specie cacciabile solo in deroga. Quest’uccello, molto coriaceo e resistente al tiro, si può cacciare in diverse modalità. Impariamo a conoscerle una per una, evidenziando gli aspetti migliori e peggiori di ogni tecnica.

L

o Storno, il cui nome scientifico è Sturnus Vulgaris, è un volatile cacciabile solo in deroga. Molto diffuso in Europa, Asia, America settentrionale, Africa, Australia e Nuova Zelanda, lo storno è una specie gregaria che non teme l’uomo, al punto da essersi abituato a vivere nei parchi e nelle città italiane. Lungo 21 cm per un peso di 80 grammi, presenta un piumaggio nero con picchiettature castane sul dorso e bianche sul petto negli esemplari femmina, mentre si riscontrano punteggiature rosso scuro e sfumature violacee sul dorso in quelli maschi. Una delle sue caratteristiche è la colorazione del becco che risulta nero in autunno e inverno, e giallo in primavera. A metà marzo lo storno va in estro amoroso, emettendo stridi, versacci e gracchiamenti considerati da Caccia Passione 14


allo storno alcuni un po’ sgradevoli all’udito. Alla fine di questo mese lo storno costruisce il nido con erba secca, foglie e rami, prediligendo i tetti

Fauna stanziale

delle abitazioni che possono subire danni alle tegole, poiché è un uccello molto forte ed irruento nella costruzione della sua “casa”.

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Lo Storno non necessita di particolari misure di conservazione, in quanto si adatta a sfruttare le risorse trofiche messe a disposizione dell’attività antropica. In alcune aree gli storni sono così abbondanti da creare danni alle coltivazioni agricole.

La femmina di storno depone 5-6 uova di colore azzurognolo per tre volte l’anno, covandole per 12-13 giorni, mentre il maschio si aggira nelle vicinanze cantando in continuazione. Una volta schiuse le uova, i piccoli di storno vengono accuditi dalla mamma per venti giorni circa, mentre il maschio solo raramente partecipa al loro mantenimento. I giovani sono di colore grigio e mutano il piumaggio a settembre inoltrato, quando abbandonano il nido per formare delle “squadriCaccia Passione 16

glie aeree” molto numerose, osservabili soprattutto a sera quando si radunano in zone alberate per trascorrere la notte. E’ interessante osservare le evoluzioni che compie lo stormo in volo, con fulminei cambiamenti di direzione, impennate veloci e molto eleganti. La migrazione inizia ai primi di settembre da nord a sud, anche se si tratta di un viaggio piuttosto lento, perché è un volatile che tollera il freddo. Molto avido di cibo, lo storno arreca seri dan-


Fauna stanziale ni all’agricoltura, soprattutto ai dalità di caccia, presenta due vigneti verso la fine di agosto. sottocategorie: l’appostamento che Lo storno si può caccia- mira a tirare allo storno in pianre in deroga in varie modali- ta e dal gioco delle pavoncelle. tà. Analizziamole una per volta. L’appostamento in pianta necessiLa caccia vagante da pochi risul- ta di quattro storni imbracati da tati, poiché lo storno è un anima- usare come zimbelli: due di questi le sospettoso e per svolgono la funDi taglia medio-piccola, lo questo non si avzione di zimbelStorno è un uccello compatvicina ai branchi lo delle allodole to con testa grande e tonin pastura. Il mo(sambol), mentre da, becco lungo, coda cormento migliore gli altri due venta e ali lunghe e appuntite. per la caccia allo gono posizionastorno è la sera: se si conoscono i ti sulla “tocchetta”. Quest’ultima luoghi di riposo del volatile, biso- consiste in un palo alto tre quattro gna nascondersi ed attendere l’arri- metri conficcato nel terreno lateralvo sui rami, poiché si possono col- mente alle piante di buttata, alla cui pire più soggetti con un solo colpo. sommità c’è un posatoio fatto da un La caccia da appostamento vie- bastone trasversale dove viene lene considerata la più effica- gato lo storno con una corda poco ce e divertente. Questa mo- lunga e fissata ad un moschettone.

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All’altra estremità della tocchetta vi è un abbeveratoio ed una mangiatoia. Al palo viene fissata la corda azionabile dal capanno per far compiere all’ animale i movimenti al momento opportuno. I due pali, quello del sambol e quello della tocchetta, vengono posizionati uno a sinistra delle piante e l’altro a destra, con il primo che da l’impressione di uccelli in pastura, mentre il secondo richiama il clasCaccia Passione 18

sico storno posato nelle vicinanze. La caccia allo storno necessita dei richiami in gran numero e tutti presicci. Il capanno, ovviamente, deve essere ben mimetizzato e posizionato sulle rotte di migrazione o spostamento degli storni, in prossimità delle piante alte massimo due metri (come i pioppi) e distaccate da boschetti o rive. Lo storno tende sempre a posarsi sulla cime degli alberi


Fauna stanziale e per questo è importante sistema- mi nelle immediate vicinanze. re un seccone a rami molto uniti, Nella modalità al gioco delper poter tirare a più esemplari. le pavoncelle, occorre posizioColui che desidera cacciare lo stor- nare a terra due o tre richiami e no a volo deve utilizzare sagome sistemare qualche storno impaimpagliate o in plastica di stor- gliato tra le sagome delle stesse ni e pavoncelle, Lo Storno è un uccello Il fucile considue o tre corvi (o estremamente adattabi- gliato è il calibro cornacchie) im- le, ugualmente a suo agio 12 con piombi pagliate, una gio- in città come in campagna. dall’11 in poi, posizionandosi stra a 8/10 storni o una giostra con pavoncelle; sono contro vento (regola fondameninoltre fondamentali gli zimbelli tale per tutte le cacce di prato). sia di storni che pavoncelle. An- Lo storno è un volatile molche in questa caso, è utile l’uso del to coriaceo e resistente al tiro, seccone alto tre metri non troppo quindi occorre una certa pravicino alla giostra, con i richia- tica e…pazienza nell’imparare.

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Caccia

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alla gallinella d’acqua Astuta, diffidente e sagace..

Caccia dedicata a cacciatori d’esperienza, la gallinella d’acqua e diffidente e sagace, stimolata al volo solo da un buon segugio. Una sfida per il cacciatore ed il suo cane che ancora oggi affascina numerosi amanti dell’attività venatoria.

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E’ una specie conosciuta bene dai cacciatori che amano vivere la caccia a pochi passi dall’acqua.

I

l suo nome scientifico è gallinula clorophus e in Italia alcune sono stanziali, altre migrano. Non di rado nidificano nell’Africa Settentrionale ed è particolarmente comune vederle in Europa tutta e in Asia Occidentale. Normalmente sono di passo in Italia e nel bacino del mediterraneo tra settembre e ottobre e tra febbraio e marzo e molto difficilmente si può distinguere fra gallinella femmina e maschio. Nessun segno di dimorfismo sessuale è tanto evidente da essere degno di nota: quel che conta è

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piuttosto l’aspetto altero e colorato della gallinella con un bel becco appuntito, rosso e giallo, con zampe verdi e petto rosso. Tutto il restante piumaggio è di un nero che tende al blu con leggere striature chiare. Uccelli viaggiatori a tutti gli effetti, belli da vedersi e stimolanti da sfidare nel campo da caccia. Dare la caccia a questa specie non è cosa semplice: è dannatamente sospettosa, vive in piccoli gruppetti e ama nidificare fra canneti, fosse, località paludose, acquitrinose cibandosi di piante,


migratoria ma anche di bacche e semi, inset- Apprezzata in special modo per il ti e animali di piccolissima taglia. gustoso sapore delle sue carni, che Il volo non è il suo punto forte: è è bene dirlo, debbono essere sapute lento e pure breve, ma quando si cucinare, la caccia a questo volatisposta a terra lo fa con un’innata ele- le non è cosa per principianti. Che ganza e con movimenti della coda la gallinella sia diffidente l’abbiamo ritmici e costanti. già detto, ma è anGallinella d'acqua: Ucche estremamente Sembra che la celli viaggiatori a tutti intelligente, capaloro introduziogli effetti, belli da vene in Italia sia avce, percepita la predersi e stimolanti da sfisenza del cane, di venuta durante il regno dei Ro- dare nel campo da caccia. immergersi sott’acmani, ma trovando le condizio- qua e spostarsi anche per lunghi ni adatte la gallinella d’acqua sia tratti facendo perdere completaad oggi divenuta specie estrema- mente le proprie tracce. Lascia solo mente comune e diffusa in Italia, il becco fuori dal pelo dell’acqua, specie, come accennato, nei pres- per respirare , dettagli che ahimè, si di fiumi, stagni, paludi o canali. passa inevitabilmente inosservato.

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La si caccia normalmente in forma vagante, presso fossi e risaie, ma anche con l’uso di capanni acquatici. Se si opta per la prima soluzione non di rado si preferisce organizzare la caccia in compagnia di un buon cane da cerca, dotato anche di una buona vocazione per la seguita. La gallinella infatti di rado si alza in volo e lo fa solo quando il cane, capace e preparato, la esaspera oltre misura. Tra i cani maggiormente gettonati per questo genere di caccia c’è lo spinone, ma anche il bracco tedesco e il kurzhaar. Naturalmente non devono essere sottovalutati meticci di buon sangue, eccellenti ausiliari che presCaccia Passione 24

sano la gallinella senza darle tregua. Quando il cane individua la sua preda, se vuole averla vinta, non deve mai concedergli spazio, restringendo il campo del volatile che alla fine è costretto ad involare. Il compito del cacciatore, se paragonato a quello del segugio, è estremamente semplice: il volo della gallinella è lento e il consiglio è quello di usare fucili a canna liscia con cartucce dotate di piombo n.10. Se per puro caso il cacciatore sbagliasse il tiro, a causa del brevissimo volo della gallinella, statene pur certi, per tutto il giorno la fortunata non si farà rivedere.



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Ungulati

AL CASTELLO DI ORAMALA

DIBATTITO SUGLI UNGULATI Presso l’antico e maestoso castello di Oramala in comune di Val di Nizza, nell’alto Oltrepo pavese, su iniziativa degli ATC Oltrepo Nord 4 e Oltrepo Sud 5, si è svolto un incontro-dibattito sulla gestione degli Ungulati attraverso la caccia di selezione

P

atrocinato dalla Provincia di Pavia in collaborazione con URCA Lombardia, UNCC di Pavia, Accademia di Sant’Uberto e le associazioni venatorie provinciali FIdC, Arci Caccia e ANLC., il convegno ha fatto da corollario alla I Rassegna della Gestione della provincia di Pavia, forte di una serie di ottimi trofei di caprioli e cinghiali che, nella mattinata, erano stati esaminati a dovere da una commissione di misuratori. L’occasione pomeridiana è stata propizia per uno scambio di vedute sull’importanza della gestione faunistico-venatoria correttamente esercitata, in particolare per la fauna ungulata, che transiti attraverso una preliminare, opportuna formazione tecnico-scientifica dei cacciatori i quali diventano in tal modo protagonisti di un’attività basilare per un buon sviluppo delle popolazioni oggetto del prelievo. Gli onori di casa sono stati fatti da Ivan Tor-

chio dell’URCA, che ha introdotto il tema generale del dibattito, per poi passare la parola all’Assessore provinciale alla Caccia di Pavia Alberto Lasagna e al Sindaco di Val di Nizza Franco Campetti, i quali hanno entrambi sottolineato la rilevanza gestionale dell’attività venatoria ma anche la sua valenza economica, importante soprattutto nell’attuale congiuntura negativa e in un territorio non facile, come quello appenninico dell’Oltrepo, ove ogni integrazione di reddito è la benvenuta per coloro i quali hanno proseguito o dato vita ad attività imprenditoriali o commerciali. In buona sostanza, le realtà rurali locali beneficiano della presenza dei cacciatori e la caccia è dunque attività di primo piano, a patto naturalmente che si fondi su regole equilibrate e che venga accortamente gestita. In tal senso si è espresso anche Riccardo Fiamberti, attuale Commissario dell’ATC 5 Oltrepo Sud nonché Caccia Passione 27


presidente della Commissione provinciale Agricoltura, il quale ha pure indicato alcuni degli indirizzi generali cui la Provincia di Pavia si atterrà per modificare il vigente Piano Faunistico-Venatorio provinciale. E’ stata quindi la volta del Vice Presidente CIC Dr. Massimo Marracci intervenire sul tema del dibattito, offrendo prima una rapida carrellata sulla storia e l’organizzazione del CIC, per poi illustrare l’innovativo programma della Commissione italiana Grand Gibier/Esposizioni & Trofei per la formazione e abilitazione di operatori nella rilevazione biometrica degli Ungulati. Il primo di questi corsi si terrà fra aprile e maggio del 2013, in collaborazione con l’Università degli Studi Caccia Passione 28

di Udine e l’ISPRA e rappresenterà una netta evoluzione rispetto all’attuale figura dei misuratori abilitati CIC, creando così degli operatori capaci di esaminare e valutare un soggetto di ungulato tramite tutte quelle caratteristiche biometriche che vanno assai al di là del “semplice” trofeo. Nel frattempo (settembre 2012) si terrà comunque a Belluno un ulteriore, più tradizionale corso per misuratori. L’agire del CIC Italia nell’ambito della trofeistica intesa quale ramo della gestione faunistica, grazie al continuo impegno profuso dalla Commissione Grand Gibier/Esposizioni & Trofei, sta progressivamente facendo assumere al nostro paese il ruolo di guida per le altre Delegazioni nazionali.


Ungulati A margine dell’incontro, si è pure brevemente analizzato il grave problema dell’allevamento di capi in condizioni semi-artificiali ai soli fini dell’ottenimento di trofei da record da rivendersi a carissimo prezzo, che il CIC ha peraltro già condannato da alcuni anni con specifiche risoluzioni all’uopo approvate in sede internazionale dopo episodi di questa natura accaduti in alcuni paesi dell’Est europeo. Al termine del dibattito, il Vice Presidente Marracci ha voluto testimoniare l’impegno culturale, oltre che tecnico, del CIC Italia consegnando all’Assessore Lasagna una copia dell’opuscolo “La Caccia in

Cucina – The Hunt in the Kitchen” nonché una copia della “Guida ai musei di caccia, trofesitica e raccolte ornitologiche”, curata dal socio CIC avv. Popper, al Dr. Panigazzi proprietario del maniero, splendidamente restaurato, auspicando che in futuro possa esso stesso divenire sede di un’importante collezione di caccia. Una nuova frontiera per la gestione degli Ungulati, quella dell’Oltrepo pavese, che ha le carte in regola per ritagliarsi uno spazio di tutto riguardo nel panorama nazionale, senza tema di sfigurare accanto a territori di maggior blasone e tradizione nello specifico settore.

Fonte: CIC ITALIA Stampa – 18/06/2012 Caccia Passione 29


L’importanza di fornire ed elaborare i dati sugli abbattimenti di ungulati La caccia di selezione in Italia: studi, ricerche e modalità di esercizio di questa pratica venatoria. Oggi si sente sempre di più l’esigenza di considerare e riconoscere la caccia di selezione come uno strumento per mantenre in equilibrio l’ecosistema.

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a finalità della caccia di selezione è quella di ridurre i danni alle colture agrarie, ai boschi ed, in alcuni casi, anche alle autovetture che viaggiano in prossimità di zone verdi che, di tanto in tanto, vengono coinvolte in collisioni con la fauna selvatica. Caccia Passione 30

Questa modalità di caccia è consentita e disciplinata dalla legge, la quale è basata sul rispetto di un piano preordinato di abbattimento, suddiviso per classi di sesso e di età, stilato sulla base di censimenti e stime attraverso un severo criterio scientifico, in linea con i moderni principi dell’eco-


Caccia di selezione

compatibilità e dell’ecosostenibilità. “capitale” selvatico: suddividenLa caccia di selezione è inoltre do gli abbattimenti nelle diverse autorizzata da Regioni, Provin- classi di sesso e di età si raggiunge ce e, per le aree naturali protet- un criterio scientifico con il quate, dagli Enti Parco, secondo i ri- le effettuare la caccia di selezione. spettivi ambiti di competenza. E’ importante sottolineare che queIl fine ultimo della caccia program- sta modalità di caccia non è rivolta, mata in maniera come è nell’immaLa caccia di selezione è uno selettiva è pertanginario comune, dei più utili strumenti per to la salvaguardia soltanto ai capi amil mantenimento dell’edella densità e della malati, debilitati o quilibrio dell’ecosistema struttura prefissata vecchi. Al contrario di una popolazione selvatica, in un è una forma di caccia che ha come determinato territorio, attraverso obiettivo il mantenimento dell’equiil prelievo esclusivo dell’incremen- librio delle popolazioni di animali to annuo, ossia la cosiddetta “ren- selvatici, con lo scopo di evitare sidita” della popolazione selvatica. gnificativi sbilanciamenti tra le varie Tutto ciò avviene senza incidere le componenti della fitocenosi (l’unità potenzialità di sviluppo, ossia il fondamentale della vegetazione) e Caccia Passione 31


della zoocenosi (il complesso degli organismi animali che in un ecosistema compongono una biocenosi). L’azione pratica della caccia di selezione è affidata ad un cacciatore abilitato a questo esercizio, dopo che quest’ultimo ha ottenuto la qualifica di selecontrollore tramite frequentazione di un corso di formazione e superamento dell’esame finale. Successivamente a quest’ultimo, si passa ad effettuare regolari censimenti svolti su base volontaria e non retribuiti della popolazione selvatica in un determinato territorio. “Contati” gli animali da abbattere, al selecontrollore viene affidato un piano di abbattimento personale di un determinato numero di ungulati artiodattili, suddivisi per sesso e classe di età, che dovrà effettuare in una data zona di pertinenza, singola o in cogestione con altri selecontrollori, nell’arco temporale stabilito dal calendario regionale. La caccia di selezione in Italiua riveste un ruolo di fondamentale importanza, poiché nel nostro terriotrio si riscontra una notevole esiguità dei predatori posti al vertice della catena alimentare, come orsi, lupi, sciacalli, linci e aquile, con la conseguenza che si riscontrano effettivi problemi di soprannumero di cervidi, di bovidi e di suidi. Caccia Passione 32

L’eventuale ed eccessiva espansione demografica di questi ungulati artiodattili implica, nei territori interessati, l’aumento dei danni procurati alle produzioni agricole, ai terreni coltivati, ai pascoli, ai soprassuoli boschivi giovani e da ultimo alle autovetture in transito sulle strade interurbane. In particolare, il cinghiale è un selvatico che apporta maggiori danni sulla fitocenosi, i quali consistono nella diminuzione della biomassa vegetale e nelle ampie arature del terreno che, provocate dal grufolare di questo selvatico alla ricerca di radici, tuberi e piccoli mammiferi, possono frenare in certi casi la rinnovazione naturale. I danni provocati dai bovidi come


Caccia di selezione camosci, stambecchi, mufloni e capre inselvatichite, e dai cervidi come cervi, daini e caprioli, al contrario constano principalmente nel brucamento delle plantule, degli apici vegetativi dei rami e dello strato arbustivo, con probabile pericolo per la rinnovazione naturale. Tenendo in considerazione le peculiarità di ciascuna area verde, le specie vegetali più a rischio a causa del brucamento sono, in linea generale, l’abete bianco, l’abete rosso, il pino cembro, il pino mugo, pino uncinato, il pino silvestre, il larice, il sorbo degli uccellatori, il frassino, l’acero montano e, in misura minore, il faggio.

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Alcuni studi hanno dimostrato che i cervidi maschi, inoltre, provocano ulteriori problemi per i danni dovuti allo scortecciamento ed allo sfregamento dei palchi sui tronchi e sui rami più bassi, durante il periodo del cambio del velluto e della demarcazione del loro territorio. Caprioli, cinghiali, daini e cervi sono, nell’ordine, gli ungulati selvatici maggiormente interessati nei sempre più numerosi incidenti automobilistici che si riscontrano sulle strade italiane e che causano rilevanti danni alle autovetture e, in casi particolari, anche gravi lesioni alle persone a bordo. Di certo, l’intensità e la quantità dei danni provocati da grufolate, da brucamenti, da scortecciamenti e da collisioni con autoveicoli sono direttamente proporzionali alle quantità numeriche delle varie popolazioni di ungulati che vivono su una determinata area geografica: maggiore è la popolazione di questi animali esistente in una data zona, minore sarà la capacità portante di quell’area e, di conseguenza, maggiori saranno i danni riscontrati in quel territorio. Di conseguenza nasce la necessità di controllare le popolazioni delle specie più numerose, al fine di ridurre i danni. Sicuramente si tratta pur sempre di animali selvatici che pagaCaccia Passione 34

no le azioni sbagliate dell’uomo e dell’antropizzazione del territorio. L’uomo, infatti, ha sterminato i predatori naturali distruggendo ampie zone boschive, manipolando le zone rurali o effettuando reintroduzioni disinvolte, spezzando la catena alimentare di molti ecosistemi e compromettendo conseguentemente i delicati equilibri che regnano i rapporti tra le varie componenti della biocenosi.


Caccia di selezione La caccia di selezione è lo strumento più immediato, ma non il solo, per controllare l’aumento della popolazione degli animali selvatici e mantenre in equilibrio l’ecosistema. Il censimento degli animali selvatici, quindi il numero di capi da abbattere, in una determinata area geografica è uno degli aspetti più delicati della caccia di selezione, poiché a compierli, spesso, sono gli stessi selecontrollori.

Ciò di cui avrebbe bisogno il territorio italiano è uno scrupoloso e scientifico approccio alla questione del mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema, attraverso rigorosi studi sulla densità della popolazione degli animali selvatici e l’appoggio delle istituzioni. Ciò apporterebbe notevoli miglioramenti sia all’ecosistema, sia alla caccia di selezione stessa, la quale riceverebbe un maggiore riconoscimento nazionale come strumento ecologico.

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Caccia al colombac La più verde delle destinazioni in Europa, l’Irlanda, offre la possibilità di cacciare il colombaccio in grandi quantità. L’accoglienza, la natura ed i paesaggi fanno dell’Irlanda una delle destinazioni più ambite tra i cacciatori di tutto il mondo


Caccia all’estero

cio in Irlanda


Caccia al colombaccio in Irlanda

L’Irlanda è da sempre simbolo di natura incontaminata per il verde dei suoi pascoli e dei prati di trifoglio. Tali paesaggi regalano al visitatore sensazioni uniche al mondo, grazie alla diligente amministrazione del territorio da parte delle autorità irlandesi che curano e proteggono fauna e flora

I

l cacciatore che desidera compiere un viaggio venatorio all’estero non può non prendere in considerazione l’Irlanda come meta prescelta. Quest’ultima è senza dubbio un luogo incantato per cacciare, soprattutto tutti quei migratori che vanno a trascorrervi l’inverno. In

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prossimità della punta Sud-Ovest irlandese, dove le montagne della Contea di Kerry con i loro moors, le torbiere e le macchie di ginestrone incollate alle ripe rocciose si collegano alle piantagioni di conifere, ai faggeti, ed ai terreni arbustivi lungo gli infiniti ruscelli e torrenti di questo territorio di media montagna.


In particolare, attraverso sia le piantagioni di conifere, considerevolmente accresciute in questi ultimi anni, sia ai boschi intorno alle torbiere e all’habitat naturale, il numero di beccacce è notevolmente aumentato. Il territorio del Kerry, infatti, offre una scelta di specie cacciabili molto ricca come i beccaccini, che in Irlanda sono stanziali, la beccac-

lungo i fiumi o nei laghi le anatre. Per gli amanti della caccia a palla l’Irlanda non delude, poiché si trova in abbondanza il cervo Sika di origine asiatica, il quale venne introdotto dopo la metà dell’800. Questa specie di ungulato è più piccola dei cervi più comuni, avendo un peso che si aggira, per il maschio, intorno ai 60 chilogrammi

cia (che raggiunge il territorio irlandese dopo la riproduzione nel nord ovest dell’Europa, arrivando abitualmente con la luna piena di Novembre, per poi svernare in un territorio dove il clima è mite anche nei mesi usualmente più freddi), i fagiani, le lepri e poi negli estuari,

ed un trofeo medio di otto punte. Tuttavia, la preda più ambita e più famosa dell’Irlanda è senza dubbio il colombaccio. In Irlanda i colombacci sono stanziali e vi si trovano in enormi quantità. Poiché considerati nocivi all’agricoltura, visto il loro elevatissimo Caccia Passione 39


numero, i colombacci sono soliti divorare letteralmente qualsiasi tipo di coltivazione, specialmente il grano, l’orzo, i piselli e la colza di cui sono particolarmente ghiotti, durante la raccolta che và di norma dai primi di luglio a metà settembre. Per questo motivo, in Irlanda, durante tale periodo in cui si formano grandi concentrazioni di questo volatile selvatico nei campi di grano, orzo, piselli e di colza nelle contee di Carlow e Kildare, dove vanno continuamente a mangiare, le autorità invogliano viaggi venatori attraverso i quali si possono effettuare numerosi abbattimenti di questa specie nociva. Caccia Passione 40

C’è da sottolineare che le contee di Carlow e Kildare sono le zone migliori dell’Irlanda per la coltivazione di grano e orzo e si trovano a Km 70/80 a sud-ovest di Dublino. Moltissimi cacciatori irlandesi e stranieri, infatti, considerano questi luoghi i migliori al mondo per insediare il colombaccio, riuscendo a riempire il loro carniere con un numero spropositato di esemplari abbattuti. Il periodo in cui è possibile cacciare il colombaccio va dal 1 giugno al 31 gennaio, anche se i mesi di luglio ed agosto vengono considerati i migliori, in quanto i campi di orzo e grano sono rigogliosi.


Caccia all’estero In questi mesi il clima è piuttosto mite, con temperature che variano tra i 18 e 21 gradi durante il giorno. Generalmente i tour operator che organizzano viaggi venatori in Irlanda, propongono come alloggio il Lodge di caccia, una tipica casa di caccia con i tutti i comfort. I voli diretti dall’Italia sono di circa due ore. Per quanto riguarda l’abbigliamento, sono consigliati stivali al ginocchio oppure scarponi da montagna, vestiario mimetico ed impermeabile, berettino, cuffie o tappi ed il fodero per il fucile da utilizzare nei giorni di caccia. Molti consigliano di vestirsi a strati perché in questo

periodo dell’anno il tempo può cambiare improvvisamente, con repentini sbalzi di temperatura. Ogni cacciatore può portare con se uno o due fucili anche dello stesso calibro, se automatici con il fermo a tre colpi, canna/e di lunghezza superiore ai 62 cm., ma non e’ consentita la canna di ricambio e non sono ammessi i fucili a pompa o similari. Portarsi un almeno un fucile di riserva è altamente consigliato. Il trasporto aereo dei fucili deve avvenire in apposite valigette rigide, secondo le normative in vigore. In fatto di cartucce in Irlanda se ne possono trovare di ottima qualità di tutti i piombi a €10.00 per scatola da 25 cartucce. I più esigenti si possono portare in appositi contenitori le marche e i piombi preferiti, per un massimo di 5 Kg di cartucce,

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compresso il peso del contenitore. Generalmente, le compagnie aeree consentono valigie per un peso massimo di Kg. 20-21 per persona. Se l’Irlanda è verde e rigogliosa è perché si rispetta la natura, quindi è obbligatoria la raccolta dei bossoli sparati. La legge irlandese non prevede l’affitto dei fucili in Irlanda. Infine il carniere: non esistono limitazioni di capi ed il costo del possesso della selvaggina non è molto oneroso. Di norma, ogni hotel o casa di caccia mette a disposizione un frigorifero per la conservazione della selvaggina abbattuta e non esiste nessuna tassa per l’e-

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sportazione e non servono certificati veterinari in quanto l’Irlanda è paese membro della CEE. Pertanto niente code agli uffici veterinari. Le borse della selvaggina possono essere spedite senza nessun problema come dei comunissimi bagagli, poiché nelle stive degli aerei durante il volo la temperatura si aggira intorno ai -20°, quindi non vi è rischio che possa “andare a male”. L’Irlanda rappresenta un’opportunità per chi desidera compiere un viaggio venatorio all’estero. Su internet si trovano decine di testimonianze sui principali forum e network riguardo viaggi venatori in Irlanda.


Caccia all’estero


Bracco Ungherese

il pi첫 equilibrato tra i cani da ferma

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Cani da caccia E’ una razza originaria dell’Ungheria, appartenete al Gruppo 7 dei cani da ferma. La sua versatilità in ambito venatorio gli consente di adattarsi a qualsiasi terreno e selvaggina da cacciare. Da molti esperti viene considerato il più equilibrato tra i cani da ferma..

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Bracco Ungherese

il più equilibrato tra i cani da ferma Il Bracco Ungherese a pelo corto o Vizsla è una razza molto antica, per la quale si sono perse le origini

I

l Bracco Ungherese a pelo corto (Wizsla-Drotszuro Magyar Vizsla) ricorda lontanamente il “Cane da ferma tedesco a pelo corto”, quest’ultimo chiamato anche “Kurzhaar”, ma con una costituzione fisica molto più leggera. In Ungheria viene chiamato “Vizsla”. Ancora oggi non sono state documentate origini ufficiali di questa razza, anche se alcune ipotesi sostengono che risalgano ai cani che seguirono, durante le migrazioni verso ovest, i popoli indoeuropei che si stanziarono nelle regioni in prossimità del Danubio. Questa razCaccia Passione 46

za veniva utilizzata per la caccia ed, alcuni casi, per la conduzione delle greggi e delle mandrie. Il suo progenitore è sicuro che sia stato un Segugio a pelo corto, ossia il “Segugio di Pannonia”, dal quale ha ricevuto in eredità alcune caratteristiche fisiche tipiche, come l’orecchio lungo, il colore del mantello. Nel suo sangue scorre anche quello del “Cane giallo turco”. I primi esemplari così come li conosciamo oggi hanno fatto la loro comparsa all’inizio del XVIII secolo. Molto diffuso in Ungheria, il Vizsla ha riscontrato un notevole successo negli Stati Uni-


Cani da caccia ti, dove è stato introdotto all’inizio del ‘Novecento. Nel 1960 l’American Kennel Club ha infatti riconosciuto la razza. Nel nostro paese è abbastanza conosciuto, poiché è stato introdotto da Jolanda di Savoia, la quale era un’appassionata cinofila. E’ un cane di media taglia, identificato morfologicamente come tipo Braccoide. Molto elegante, a pelo corto, possiede una costituzione fisica alquanto leggera e proporzionata perfettamente, che gli conferisce forza e bellezza. La muscolatura è asciutta, anche se è ben sviluppata ed evidente. Durante il lavoro alterna il trotto al galoppo, dando prova di essere abbastanza veloce. Il Vizsla viene considerata una razza molto equilibrata, intelligente, tranquilla, dolce e gioviale. E’ in

grado di apprendere gli insegnamenti che gli vengono impartiti, in modo molto veloce. Rapido nei movimenti e nella corsa, anche se meno veloce del “Kurzhaar”, il Vizsla è adatto a tutte le cacce ed a tutti i generi di terreni. Questa sua versatilità è dovuta in gran parte al successo della razza presso i cacciatori. È uno straordinario cane da ferma continentale, dotato di un grande olfatto e si presta bene come anche come riportatore.

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L’altezza per i maschi è compresa fra i 56 cm ed i 61 cm, mentre per le femmine tra i 52 cm ed i 57 cm, con un peso che varia da 22 a 30 kg. Il Vizsla ha tronco potente e pro-

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porzionato, con un garrese accentuato e muscoloso. Il dorso è corto e dritto, reni sostenute e la linea superiore si arrotonda lievemente sino all’attaccatura della coda.


Cani da caccia Il torace è abbastanza largo e ben disceso sino al gomito, con le costole moderatamente arcuate. Le spalle sono muscolose, libere nei movimenti e le scapole oblique.

La testa è asciutta e proporzionata, lo stop è moderato e la canna nasale è sempre dritta. Il muso è alquanto largo, con la mascella inferiore ben sviluppata e muscolosa. Le labbra sono ben aderenti alla dentatura, mai pendenti. La dentatura è completa nello sviluppo e nel numero. Gli arti, sia quelli anteriori che quelli posteriori, sono molto muscolosi, con dita forti, chiuse e ben arcuate. Il piede è leggermente ovale e le unghie sono forti, con i cuscinetti plantari elastici e duri. L’andatura del Vizsla è aitante, armoniosa ed ampia, con la caratteristica del galoppo sostenuto ed Il pelo è aderente al corpo, corto, diritto e ruvido. La colorazione del Vizsla è fulvo-sabbia, con la possibilità di riscontrare esemplari con piccole macchie bianche sul pettorale e sui piedi. Il Vizsla è un cane polivalente, anche se riesce a dare il meglio di sé come cane da ferma. E’ una razza robusta che non richiede particolari cure. La sua versatilità sia per il terreno dove deve operare, sia per quanto riguarda la selvaggina da cacciare, dimostrala sua intelligenza ed affidabilità. Caccia Passione 49


Addestramento del cane da caccia:

l’abitudine allo sparo

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Cani da caccia Addestrare il cane da caccia allo sparo del fucile è essenziale per un buon risultato delle battute di caccia. Abituare il cane sin da cucciolo a questo rumore per lui assordante è un percorso graduale , che vedrà coinvolto profndamente il cacciatore insieme al proprio compagno.

D

opo aver abituato il cuccio- sempre la pistola a salve, al fine di lo progressivamente a tutti non far associare al cane il rumore i rumori, l’addestratore si all’oggetto tenuto in mano dall’acdeve procurare una pistola a salve compagnatore. Questo esercizio si con la detonazione simile ad una deve eseguire con molta pazienza vera. Nel corso delle passeggiate in in particolar modo se il cane mostra campagna, nel momento in cui l’al- sengni di insofferenza al primo spalievo si sarà abituato ad allontanar- ro. Se ciò dovesse verificarsi, si dosi nella cerca, l’addestratore doveve vrà aumentare la distanza tra il cane far sparare un colpo da una perso- e lo sparo, procedendo con calma e na che lo accompagna, la quale si saltuariamente in modo che l’anideve posizionare a male possa abituarAbituare il cane sin da distanza dal cane. si gradulamente a cucciolo a questo ruUna volta partito il quel rumore per lui more per lui assordancolpo a salve, occorassordante. Un’ottite è fondamentale per la re studiare il comma oppurtintà per sua maturità venatoria portamento e la readdestrare il cane azione del cucciolo, accarezzandolo è rappresentata dalla possibilità di senza far troppe feste nel caso in recarsi con il proprio aiutante nei cui dovesse riavvicinarsi al padro- pressi del campo di tiro a volo pasne. In tal modo, ci si potrà regolare seggiando con il cane al guinzaglio, e procedere secondo la reazione del facendogli delle carezze, avvicinancane. Innanzitutto non si devono dosi gradualmente al campo di tiro sparare troppi colpi consecutiva- per dimuire la distanza tra gli spamente che potrebbero spaventare e ri ed il cane. Questi addestramentraumatizzare il cane, poiché ne ba- ti preliminari condurranno il cane steranno pochi ed effettuati a lun- a non aver paura dello sparo, arrighi intervalli, ad esempio non più vando infine a provare sul selvatico. di due o tre per uscita nascondendo Per quanto riguarda quest’ultimo Caccia Passione 51


particolare per nessuno motivo, anche se il cane non dovesse mostrare timore dello sparo, si deve sparare al selvatico che si innalza alle prime ferme durante le quali si lascerà libero il cane di rincorrere. Nel momento in cui il cane, dopo varie lezioni, sarà diventato un ottimo fermatore ed al frullo, dimostrando passione, rincorrerà a fondo, si dovrà sparare un colpo di pistola alla distanza di metri 15 circa. In questo modo Il cane quasi certamente continuerà la rincorsa senza curarsi del rumore ed allora, nelle lezioni successive, il colpo verrà sparato a distanza più ravvicinata, sostituendo la pistola con il fucile caricato con una cartuccia a mezza carica.

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Infine occorre abbatter la quaglia o starna al frullo dopo fermata, in modo tale che il cane in rincorsa, vedendola cadere, l’abboccherà e riporterà festosamente al comando “porta, porta”. Se raggiunti questi risultati, possiamo considerare l’allievo diplomato, anche se occorrerà tenere vivo l’addestramento al fine di un miglioramento continuo. Nota importante: a seconda del cane si otterranno risultati diversi. Ogni cane ha il suo carattere e occorre tenere in considerazione anche le sue capacità. Nel caso in cui l’alleivo dovesse mostrarsi poco “capace” non è necessario “forzare la mano”, ma basta solo un po’ più di pazienza e dolcezza nei suoi confronti.


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caccia e cacciatori

Caccia con l’arco arcaica ed affascinante. Alla scoperta di una caccia arcaica eppure ancora oggi tanto efficace, potente ed affascinante: la caccia con l’arco, capace di alterare in positivo il rapporto con la natura, l’amore per l’ars venandi ed il rispetto per l’animale cui si da la caccia.

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Caccia con l’arco arcaica ed affascinante

T

ecnica di ieri, ancora oggi la si utilizza per vivere ed esplorare gli aspetti più insoliti e suggestivi al mondo della caccia e dell’attività venatoria in genere. Parliamo della caccia con l’arco, alla quale si approda spesso dopo aver accumulato alle spalle anni di esperienza in fatto di caccia tradizionale. Chiunque si avvicini a questa tipologia venatoria, con difficoltà riuscirà ad abbandonarla, in quanto si dimostra non solo coinvolgente e Caccia Passione 56

particolarmente fascinosa, ma soprattutto capace di risvegliare l’essere predatore dell’uomo e di cancellare la superiorità tecnologica che da secoli ha allontanato il cacciatore dalle forme venatorie ancestrali, istintive che tutto il merito della buona riuscita dovevano alla capacità, all’esperienza ed al rispetto per la natura. Praticata fin dall’epoca preistorica, la caccia con l’arco ha conosciuto un’ottima diffusione almeno fino al XV secolo, durante il quale venne affian-



cata e poi sostituita dalla caccia con la balestra, più potente, più pericolosa, più sviluppata tecnologicamente. Si tratta in generale di una caccia particolarmente faticosa, strumento attraverso il quale il cacciatore può correre a ritroso nella storia dell’arte venatoria e predatoria. Tutti i cacciatori che praticano questo genere di attività, solo incidentalmente sono interessati al proprio carniere; questo risulterà infatti fortemente dimezzato rispetto a quello di chi pratica una caccia con armi convenzionali.

anche il fatto che esso garantisca un prelievo a basso impatto ambientale e su più fronti si sta lavorando per creare una categoria di cacciatori di selezione, abilitati alla caccia con l’arco, specializzati soprattutto nella gestione degli ungulati e nello specifico del cinghiale. Ovviamente è impossibile prendere in mano un arco ed utilizzarlo in maniera utile dall’oggi al domani. L’arma richiede impegno e dedizione e si dimostra fondamentale la necessità di seguire corsi professionali che consentano al cacciatore convenzionale

Piuttosto ci si concentrerà sulla ricerca, sulla preparazione fisico – tecnico – venatoria, sul confronto con la natura, potente e saggia e su tutte le ritualità che alla caccia si connettono. A spingere alcuni verso la scoperta di questo antico strumento di caccia è

di scoprire lo strumento ed imparare ad utilizzarlo a proprio vantaggio. Le statistiche comunque parlano chiaro: i cacciatori tradizionali si dimostrano particolarmente interessati a questa variante che apprezzano e vorrebbero conoscere. Semplice propul-

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caccia e cacciatori sore nella forma, l’arco è infatti tutto da studiare e affatto semplice da usare e padroneggiare. Serve una conoscenza tecnica non da poco e un’ottima preparazione sia fisica che mentale; entrambe dovranno interagire e trovarsi in sintonia e quando questa sarà trova-

unica arma è propria la filosofia della rinuncia, nonché una forte sintonia con la natura alla quale deve sentire d’appartenere. Esiste un altro modo per avvicinarsi a pochi metri dalla preda senza farla scappare? Deve inoltre possedere una fortissima eti-

ta, nessun altra arma potrà eguagliare il fascino dello scocco di una freccia. L’amore ed il rispetto per l’arco è forse giustificata dal fatto che questo consenta di dominare la passione impulsiva che il cacciatore prova durante le battute, incanalandola, razionalizzandola e sfruttandola a proprio vantaggio in maniera cosciente e con ragionevolezza. Del cacciatore che usa l’arco come

ca venatoria che lo spinge al recupero in ogni caso della preda ferita, per quanto questo possa decretare un forte dispendio in fatto di fatica e tempo. L’ideale dunque sarebbe che il cacciatore con l’arco fosse accompagnato da un ottimo segugio da sangue, rispolverando quella tradizione antica che vuole il cacciatore fin dagli albori accompagnato da un fedele amico a quattro zampe. Caccia Passione 59


L’ Alcione...

il sovrapposto che ha fatto la storia della Franchi Il sovrapposto Alcione è un fucile che riscuote ancora notevole successo, nonostante sia un’arma che da molto tempo è in produzione. Proprio questo aspetto testimonia che la Franchi è riuscita a creare un fucile che riesce a convincere ancora, anche a distanza di anni dal primo esemplare prodotto.

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Alcione calibro 12/76: il sovrapposto che ha fatto la storia della Franchi

Il sole sta nascendo all’orizzonte, l’ambiente incontaminato si colora di rosso, si preparano gli ultimi dettagli. Tu e i tuoi compagni siete pronti a condividere esperienze uniche che legano per sempre. Rispetto per la natura, amicizia, passione sono ideali che appartengono alla caccia. La solidità di questi valori è espressa nell’Alcione, un fucile robusto che ti accompagnerà in memorabili avventure.

L

a ricerca della perfezione e della massima affidabilità in un’arma è il classico obiettivo che ogni casa armeria si impone di conseguire. La perfezione può essere intesa in tanti aspetti e punCaccia Passione 62

ti di vista: precisione, robustezza, maneggevolezza, affidabilità, estetica, solo per citarne alcuni. Trovare tutte queste caratteristiche in una sola arma non è un impresa impossibile per chi sta decidendo quale arma acquistare.


Fucili da caccia Le sensazione personali contano moltissimo in questo caso e qualunque descrizione può dare solo un’idea del fucile che si stsa trattando. In casa Franchi, controllata del Gruppo Beretta, hanno cercato di raggiungere questo obiettivo con la creazione del sovrapposto calibro 12/76 Alcione. Il nome di questo fucile risale alla mitologia greca: Alcione era figlia di Eolo, re dei venti, e di Enarete. Dopo aver appreso della morte del marito in sogno, Alcione si getta in mare per la disperazione. Gli Dei, impietositi dal grande gesto di amore della donna, la tramutarono in uccelli marini. Considerata la scelta del nome, il sovrapposto Alcione si può considerare un fucile che si presta a tutte le esigenze del cacciatore, quasi come fosse un gesto di amore e rispetto verso quest’ultimo. Non a caso, l’Alcione è un sovrapposto che ha fatto letteralmente la storia della Franchi. Nonostante sia un sovrapposto un po’ datato, l’Alcione riscuote ancora grandi consensi tra la comunità dei cacciatori, i quali lo considerano un ottimo compagno di caccia. La

puntualità della parte meccanica è dovuta all’estrema attenzione che la Franchi ha riservato a questa sezione, attraverso la quale è riuscita a costruire un sovrapposto molto robusto ed in grado di durare nel tempo, conservando caratteristiche fondamentali come precisione ed affidabilità. L’Alcione è un sovrapposto calibro 12/76, facile all’imbracciata grazie ai suoi 3,1 kg di peso, caratteristica che conferisce a quest’arma una notevole istintività nel suo utilizzo per ogni tipo di caccia. Il calciolo TSA, acronimo di Twin Shock Absorber, è composto da un sistema di schiume poliuretaniche che si espandono al momento dello sparo, per un eccellente assorbendo del rinculo dopo il colpo, anche del 50%. La tecnologia adottata per il cacliolo conferisce allo stesso una notevole resistenza alla deformazione derivante dal prolungato uso ed alle alte e basse temperature. La mescola del calciolo consente una presa sicura sulla spalla del tiratore ed al tempo stesso favorisce un fluido scorrimento sugli abiti. A richiesta, è possibile ordinare diverse misure del calciolo. Caccia Passione 63


In ogni caso, il calciolo dell’Alcione garantisce ed assicura la massima resistenza, precisione di mira e stabilità, caratteristiche che hanno convinto molti a considerare questo sovrapposto uno dei prodotti più riusciti in casa Franchi. A scelta del cacciatore si possono montare canne da 66, 71 e 76 cm, con strozzature Cil/ Inchoke da *, **, *** e ****. La bascula è in acciaio cromato, finemente incisa con splendidi decori che arricchiscono l’estetica dell’arma.

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Quest’ultima non si può dire che abbia una linea filante, ma sicuramente esprime essenzialità e robustezza, caratteristiche spesso ricercate dal cacciatore che le preferisce alle prime. Proprio l’essenzialità è ciò che troviamo nell’Alcione. In ogni caso, la Franchi non poteva non strizzare l’occhio anche al fattore estetico, quindi con l’XS, Exclusive Style, ossia un attento studio dei movimenti e delle abitudini di più di mille cacciatori, l’azienda è riuscita a realizzare un’arma dal design accattivante.


Fucili da caccia

Partendo da una piattaforma di sviluppo ergonomico, la Franchi ha destinato all’Alcione una serie di accorgimenti che fanno di quest’arma la portabandiera dell’azienda: zigrini esclusivi, grip perfetto, calcio e astina ergonomici concorro-

no a quella ricerca della perfezione che abbiamo citato all’inizio. Infine, il calcio in legno europeo selezionato e finito ad olio, completa il corpo del sovrapposto. L’Alcione è un’arma che si rivolge al cacciatore che desidera avere un’arma resistente al tempo e all’uso, conservando intatte le performance. Con l’Alcione non ci sono compromessi, ma si va dritto al sodo. Imbracciando questo sovrapposto si percepirà fin da subito la sinergia tra il cacciatore e l’arma, per vivere esperienze di caccia uniche.

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Silenzio, parlano le...

...cartucce subsoniche

Alcune aziende produttrici di cartucce, per venire incontro alle nuove normative in tema di inquinamento acustico in Europa, hanno realizzato le cartucce subsoniche. Si tratta di particolari munizioni molto più “silenziose” rispetto a quelle tradizionali. In ambito sportivo i risultati sono accettabili, ma in quello venatorio si riscontrano notevoli differenze di prestazioni rispetto a quelle tradizionali

D

a alcuni anni, sia in Italia che in altri paesi europei si sente l’esigenza di diminuire l’inquinamento acustico che viene prodotto nei campi di tiro a volo, senza distinzione delle disciplina che viene praticata come lo

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Skeet, il Trap o la Fossa Olimpica. Sembrerà strano, ma è stato sollevato il problema dell´”inquinamento acustico” provocato dagli spari i quali, durante le gare delle varie discipline sopra menzionate, avvengono in particolare nelle prime ore


Munizioni del mattino e/o del pomeriggio. Certamente durante le gare si riescono a raggiungere i 120-130 decibel, prodotti dalle cartucce sparate. Se il problema del rumore inizialmente veniva sottovalutato, oggi a causa delle proteste insistenti di chi abita nei pressi degli impianti sportivi, si è giunti a provvedimenti giudiziari che, in alcuni casi, hanno stabilito la chiusura di quest’ultimi. ti avevano subito le medesime Al fine di andare incontro alle esi- limitazioni in fatto di rumorosità. genze non solo dei cacciatori, alcu- Si è così evitata la chiusura di molne aziende produttrici di cartucce ti impianti sportivi e si è generata si sono adoperate nel settore ricer- una pacifica convivenza tra i abica per creare delle munizioni “si- ta nelle vicinanze ed i gestori e gli utilizzatori stessi. lenziose”. Si è così Per cartuccia “subsonica” Le cartucce subgiunti a realizzare s´intende una cartuccia soniche sono il le cartucce da 24 e che abbia una velocità che frutto di scrupo28 grammi per funon superi la velocità del losi studi e ricercili a canna liscia, suono, con notevole abbatche, che hanno denominate “subtimento della rumorosità brevettato miscele soniche”. Questo nuovo tipo di munizionamen- di polveri con dosi ridotte rispetto consiste in una cartuccia che to alle normali e compensate da sprigiona una velocità inferiore a propellenti leggermente più spinti. quella del suono, con un notevo- Queste due diversificazioni hanle abbattimento della rumorosità. no determinato che i pallini, Tali cartucce possono essere uti- nel momento in cui escono dallizzate anche per i calibri 12 e 20. la canna, abbiano una minore I primi paesi europei che han- velocità, compresa tra i 310 ed no recepito questa importante i 320 metri al secondo, non suinnovazione sono stati la Ger- perando così i 340 che coincimania, la Gran Bretagna e l’Au- dono con la velocità del suono. stria, poiché tutte questi Sta- Questi numeri sono lontani dai Caccia Passione 67


400-410 delle cartucce classiche che vengono utilizzate anche a caccia. L’inquinamento acustico è stato risolto riducendo anche la distanza di tiro e modificando l´”anticipo” del colpo rispetto alla traiettoria del piattello; tali variazioni, connesse alla riduzione stessa della velocità dei pallini di almeno un 25% rispetto alla cartuccia classica, hanno generato un sensibile abbassamento del rumore prodotto dagli spari di fucile durante le gare sportive. Un dettaglio non trascurabile, però, non è stato ignorato dai tiratoti: il rinculo risulta meno accentuato. Dal punto di vista balistico, anche l´anticipo di tiro ha determinato

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una serie di “problemi” ai tiratori che si sono dovuti abituare lentamente a queste nuove cartucce subsoniche. Nei tiri dritti non si sono verificate sostanziali differenze, ma sui cosiddetti “traversoni” la variazione dell´anticipo ha prodotto inizialmente un crollo delle prestazioni del tiratore. Non è molto facile calcolare, infatti, con esattezza l´anticipo e ciò si ottiene variandolo gradualmente, sparo dopo sparo, fino a raggiungere quello ideale. Nel momento in cui si riesce ad ottenere nuova “taratura”, le prestazioni del tiratore riprendono il loro normale trend. La minor velocità di partenza dei


Munizioni pallini permette, oltretutto, di sparare un maggior numero di colpi poiché il minor rinculo genera un ridotto affaticamento della spalla, anche dopo lunghe serie; le cuffie sono strumenti che, anche con le cartucce subsoniche, non possono essere abbandonati, perché, anche se in misura minore, il rumore c´è sempre e con l´arma così vicina all´orecchio l’udito potrebbe comunque subire danni. Se in ambito sportivo l’uso delle cartucce subsoniche sta dando buoni risultati in termini di prestazioni, questo non si può dire in ambito venatorio, soprattutto nella caccia in movimento, per la quale si adoperano sempre le cartucce classiche. Nella caccia al capanno, al contrario, quando si effettuano tiri a brevi distanze i risultati sono accettabili. Con le cartucce subsoniche il problema dell´inquinamento acustico sembra essere stato risolto, ma è evidente che non si può pretendere l’assoluto silenzio al momento dello sparo.

Consapevoli del fastidio che possono produrre gli spari a coloro che abitano nelle vicinanze degli impianti sportivi, si è giunti a questa soluzione, anche se chi maneggia armi da tiro o da caccia sa bene quanto sia piacevole ed elettrizzante ascoltare lo sparo, sentire la “voce” del proprio fucile. La cosa più importante è, comunque, trovare una pacifica convivenza ed un equilibrio tra tutte le parti. Caccia Passione 69


Il primo cervo non si scorda mai

E come potrebbe essere altrimenti dopo ore di attesa al gelo che precede e segue l’alba su quell’altana in terra slovena? Già, come potrebbe mai scordarselo un cervo come quello, un giovane cacciatore nato e cresciuto tra le gabbiette dei richiami, immerso nelle pareti verdi di roccoli e appostamenti di montagna?

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rima la botte, poi l’altana… finché, con un weekend di caccia in terra slovena, mi si offre la possibilità di conoscere il padrone del bosco, sua maestà il cervo Sin da piccolo ho avuto la fortuna di far parte di una famiglia con tradizioni venatorie, di roccolatori ma soprattutto di cacciatori, di

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amanti della natura, delle giornate all’aria aperta, come quelle trascorse nelle botti del lago di Massaciuccoli dove scendevano in picchiata come aerei da combattimento alzavole, moriglioni e germani. Questa era la mia caccia. Da qualche anno, invece, c’è stata una svolta, una nuova passione, mi sono presenta-


Racconti venatori

to a sostenere gli esami di zona Alpi drone del bosco, sua maestà il cervo. prima e di caccia di selezione agli All’epoca avevo solo una carabina, la ungulati come accompagnatore poi e mia Blaser k 9,5 con due canne nei difmi si è aperto così un nuovo mondo. ferenti calibri 25-06 e 30-06, quindi Il fascino della caccia in montagna portai con me la seconda, più adatta a caprioli e camosci ha preso il so- alla caccia che avrei affrontato. Parto insieme a Piero pravvento nelle mie ...Il fascino della cace Martino alla volgiornate venatorie. cia in montagna a cata della terra sloveSolo recentemente, prioli e camosci ha prena in una riserva al quasi per caso, ho so il sopravvento nelle confine con la Croseguito un mio caro mie giornate venatorie... azia. Il luogo come amico cacciatore a palla per un week end di caccia in si presenta ai miei occhi appena arriterra slovena nel mese di novembre, vato è magnifico: boschi di pini sconcon il programma di cacciare i vitelli finati, pratoni verdi sembrano isole di cervo poiché il periodo del brami- sparse negli atolli di un paesaggio tra to era ovviamente passato e mi si of- pianura e montagna che lascia a bocfriva la possibilità di conoscere il pa- ca aperta: per certi aspetti sembra di Caccia Passione 71


essere in Canada, invece sono a sole cinque ore di viaggio da Milano. Alla sera avevo preparato tutto il necessario come mia consuetudine, controllato accuratamente la mia arma e i colpi in calibro 30.06, il mio binocolo, il telemetro e preparo anche la mantella di loden che mi aveva prestato papà, perché il freddo alla mattina presto è pungente, fermi come saremo sull’altana a cinque gradi sotto zero. Ci svegliamo prima dell’alba, facciamo colazione e poi partiamo, ognuno di noi con il suo accompagnatore verso le zone di caccia. Con me c’è Ivo, esperto cacciatore che, dalla corporatura, mi ricorda Big Jim. Mi racconta in un italiano approssimativo ma efficace di essere stato nei corpi speciali durante la guerra dei Balcani e questo lì per lì mi mette un po’ di soggezione, ma capisco subito che è molto gentile e soprattutto un grande cacciatore. Camminiamo lungo un sentierino del bosco lungo il quale Ivo sembra avere un radar intorno a sé, lo seguo a pochi centimetri cercando di calpeCaccia Passione 72

stare le stesse sue impronte sul terreno ricoperto da un’abbondante brinata. Femmine tre, maschio uno… Posiziono il centro del reticolo dell’ottica alla base del collo sullo sterno del cervo, mi sembra un giusto punto vitale per come mi si presenta l’animale e lentamente premo il grilletto quasi impaurito Arriviamo finalmente vicino all’altana e saliamo senza fare il minimo rumore: Ivo non mi parla, mi fa solo alcuni gesti e, con gli occhi azzurro ghiaccio, mi indica dove posizionarmi. Ci copriamo e aspettiamo e, mentre le luci dell’alba avanzano, il paesaggio intorno a noi sembra incantato: pini bassi e alti si alternano a betulle ricoperte di brina, il prato davanti alla nostra altana mi ricorda un lago ghiacciato, il silenzio attorno a noi è solo interrotto dal rumore delle campane di una chiesa in lontananza, sette i rintocchi. A un tratto Ivo mi tocca sul fianco con la sua spalla possente e mi sussurra: “Femmine cervo… tre, guardare tu”. Mi volto dalla sua parte e


Racconti venatori

a cento metri, tra il candore della brina e il verde dei pini, fanno capolino nella loro eleganza proprio tre femmine di cervo. Ivo mi fa cenno di prepararmi, di caricare l’arma e di prendere posizione per il tiro. Mi inginocchio facendo pianissimo e appoggio la carabina sulla mensola del bordo dell’altana, tolgo la sicura dalla mia Blaser e aspetto fissando nell’ottica il lento movimento delle femmine. Le gambe dopo un po’ iniziano a pulsare, immobilizzato come sono in quella posizione. Sono come paralizzato. Improvvisamente dietro le femmine si intravede un’ombra. Ivo mi bisbiglia: “Cervo maschio, cervo maschio!...” Dall’agitazione non riesco a vederlo. “Dietro, dietro... tu guarda bene” continua a ri-

petermi Ivo, agitato pure lui. Io non ne ho nemmeno la capacità: mi sento il cuore in gola, smetto quasi di respirare. Poi lo vedo, eccolo, sbuca dal bosco e s’incammina fronte a me. Posiziono il centro del reticolo dell’ottica alla base del collo sullo sterno del cervo, mi sembra un giusto punto vitale per come mi si presenta l’animale e lentamente premo il grilletto quasi impaurito. Il colpo spezza il silenzio del bosco, le femmine scappano in tutte le direzione e scompaiono come fantasmi nella nebbia. Il cervo maschio barcolla, fa tre metri e cade sulle zampe anteriori. Adesso il silenzio si è fatto ancor più assoluto di prima del colpo. Lo rompe finalmente Ivo che mi guarda e mi abbraccia, praticamente mi stritola e mi dice “Tu bravo cacciatore, buono cervo kaput”. Andiamo a recuperare il cervo e ad attribuirgli gli onori venatori come si conviene. Ivo pensa lui a tutto, con la sua incredibile forza lo prende per il palco e lo trasporta verso la macchina, soddisfatto della riuscita mattina di caccia e felice di avermi fatto abbattere il mio primo cervo. Io lo ringrazio ancora adesso perché, a distanza di anni, le immagini e i ricordi di quella prima volta sono ancora vivi nella mia mente. di Antonio Bana (Presidente Assoarmieri) Caccia Passione 73


Digital Hunter Riflescope: l’ottica che registra le immagini

Digital Hunter Riflescope: Questa nuovissima ottica prodotta dalla Elcan Optical Tecnologies consente contemporaneamente sia l’acquisizione dell’immagine del bersaglio, sia la registrazione della stessa. Il Digital Hunter Riflescope rappresenta la nuova frontiera delle ottiche di precisione.

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egistrare le immagini all’atto dello sparo, oggi è possibile grazie al Digital Hunter Riflescope. In molte situazioni e per diverse ragioni, cacciatori e tiratori sportivi hanno sentito l’esigenza di riprendere le immagini nel momento in cui sparavano il colpo. Fino a poco tempo fa, per registrare quegli attimi ci si avvaleva Caccia Passione 74

di telecamere poste in posizione strategica, con le quali si immortalava qual momento particolare, al fine sia di avere la possibilità di correggere il tiro visualizzando il punto di mira in un secondo momento, sia per avere una prova concreta della modalità di abbattimento della preda. Lo stato attuale della tecnolo-


Ottiche gia, la quale sta interessando in modo preponderante anche le ottiche di precisione, consentendo l’applicazione di nuovi sistemi con i quali è possibile registrare il punto di mira sul bersaglio. Il Digital Hunter Riflescope, realizzato dalla Elcan Optical tecnologies, installa al proprio interno una telecamera che invia le immagini che sta registrando ad un mirino elettronico. La messa a fuoco della telecamera continua è una tecnologia disponibile sulle attuali macchine digitali, la quale è stata applicata e collocata nella struttura di quest’ottica, montata poi su un fucile. L’innovazione di questa tecnologia risiede an-

che e soprattutto sulla capacità di questo sistema optelettronico che riesce a resistere alle notevoli e pesanti sollecitazioni istantanee prodotte dal rinculo del fucile. Il Digital Hunter Riflescope non consiste soltanto in un ottica con telecamera incorporata, ma anche in un sistema ottico con ingrandimento da 2.5x a 16x, con uscita pupillare costante. Il tiratore può scegliere tra quattro reticoli predeterminati ed intercambiali anche durante la presa di mira, utilizzando semplicemente un pulsante, oltre ad una serie numerosa di reticoli che possono essere letteralmente disegnati dall’utente e caricati nel sistema.

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Una vera e propria personalizzazione dell’ottica, con la quale l’utente, sia egli un cacciatore o tiratore sportivo, può divertirsi e rivedere quel fatidico momento durante lo sparo. I problemi di parallasse vengono eliminati, poiché non esiste un elemento fisico sul piano dell’immagine: inserendo la distanza avviene la compensazione balistica. Non stiamo parlando di un telemetro, ma di un’ottica di precisioCaccia Passione 76

ne polivalente. Questo apparecchio registra automaticamente le immagini, è in grado di scattare istantanee e può registrare le immagini riprese sia su una scheda SD, quest’ultima utilizzata in molte macchine digitali, sia trasferirle ad un video esterno con il quale un osservatore vede le medesime immagini del cacciatore nel momento in cui sta prendendo la mira. Infine, la presenza di un display sull’ottica, consente la vi-


sualizzazione delle infinite opzioni presenti nel menu, con le quali si può scegliere una vasta gamma di possibilità primi e durate il tiro. Essendo una tecnologia molto giovane e da poco applicata su un’ottica di puntamento, il prezzo è piuttosto “robusto” e per certi versi proibitivo (circa 1480.00 euro), ma siamo speranzosi che nel breve periodo quest’ultimo possa scendere parecchio, nel momento in cui la commercializzazione di prodotti di questo tipo si espanda a macchia d’olio in tutte le armerie del mondo. Quel che è certo, è che il Digital Hunter Riflescope rappresenta la nuova frontiera delle ottiche di precisione. Una vera e propria sfida proiettata nella caccia del domani.

Ottiche

Scheda Tecnica: Prodotto Digital Hunter Riflescope Ingrandimenti: Da 2.5 a 27x Alimentazione: 4 batterie tipo AA Durata batterie: oltre 4 ore e 25’’ Aggiustamento visivo: +/- 6 diottrie Pupilla di uscita: 12 mm costanti Estrazione pupillare: Oltre 60 mm Lunghezza: 289 mm più protezione oculare in gomma Compressione immagine: JPEG Registrazione video: 15 HZ per 20’’ QVGA Memoria aggiuntiva: Scheda SD Digital Hunter Riflescope: l’ottica che registra le immagini Caccia Passione 77


Accessori per la caccia GPS BackTrack D-Tour della Bushnell: individua, registra ed archivia la propria posizione. Il BackTrack D-Tour della Bushnell è un GPS multifunzione, con il quale sarà possibile non solo conoscere la propria posizione esatta, ma anche registrare ed archiviare i dati immagazzinati durante la marcia.

Armadi blindati della Metalk: una sicurezza per le custodia delle armi La custodia delle armi da fuoco in casa propria è un tema fondamentale per ogni cacciatore. Non importa se si possiedono una o più armi in casa, la cosa importante è custodirle in un luogo apposito e sicuro. La Metalk risponde a questa esigenza. La Metalk realizza armadi corazzati, unici nel loro genere per quanto riguarda la sicurezza ed il design. Queste due caratteristiche consentono all’azienda di consolidare il proprio mercato, continuando il perfezionamento del prodotto sia per l’estetica, sia per la robustezza dello stesso.

Il collare beeper “CANIBEEP RADIO PRO” mette in comunicazione cane e cacciatore Il CANIBEEP RADIO PRO della Canicom è un collare beeper ideato per stabilire un contatto tra il cane ed il padrone. E’ stato progettato per consentire al cacciatore di localizzare il cane quando è in ferma, in cerca o quando si ritiene necessario. Durante le battute di caccia, spesso, è necessario stabilire un contatto con il cane ai fini di una buona riuscita della stessa. Caccia Passione 78


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La leishmaniosi

La leishmaniosi è una patologia protozoaria che colpisce soprattutto il cane, ma anche topi ratti e volpi. Questa patologia è endemica in tutto il bacino del Mediterraneo e in Italia dove sono colpite soprattutto le regioni del centro sud.

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a leishmaniosi viene trasmessa in maniera indiretta, tramite la puntura del flebotomo, non è infatti possibile una trasmissione diretta da cane a cane. Il flebotomo è un insetto simile alla zanzara, cha a differenza di questa non è legato all’ ambiente acquatico, le larve infatti sono terricole e vivono in anfratti umidi al riparo Caccia Passione 80

della luce diretta. L’ attività degli adulti è prettamente crepuscolare e notturna, con il picco delle punture subito dopo il tramonto e subito prima dell’ alba. Il parassita una volta inoculato si moltiplica all’ interno dell’ organismo provocando una serie di lesioni che si manifestano con sintomi apsecifici e spesso con andamento subdolo che possono


Veterinaria rendere difficile la diagnosi clinica. o in formulazione spot-on o sotProprio per queste caratteristiche si toforma di collari. Questi prodotti rende necessario l’ utilizzo di esa- contengono molecole appartenenti mi di laboratorio tra i quali il gold- alla classe dei piretroidi e d hanno standard è immunifluorescenza un azione repellente non insettiindiretta (IFAT), anche se una po- cida nei confronti dei flebotomi. sitività a quasto test non è indice di Tra queste molecole le piu diffuse malattia, così come una sua negati- sono: - la deltametrina (piretroide vità non può escluderla se questa è di terza generazione) che si trova nella fase iniziale. Vista la difficol- in commercio sottoforma di collare tà nella diagnosi e l’ assenza di una antiparessitario, la cui azione dura 5 cura definitiva, grande importanza mesi e che deve essere applicato sul va rivolta alle misure profilattiche cane almeno una settimana prima dell introduzione in per evitare o quanLa leishmaniosi viene ambiente infestato; to meno limitare trasmessa in maniera ine – la permetrina l’ esposizione dei diretta, tramite la pundisponibile in forcani alla puntura tura del flebotomo, un inmulazione spot-on dei flebotomi o aiusetto simile alla zanzara la cui durate è di tando l organismo a reaggire in caso di contaggio. Per 3 settimane. Quando si utilizzano limitare l’ esposizione all’insetto formulazioni spot-on è importante possono risultare utili operazioni fare attenzione ad applicare il prodi bonifica ambientale per evitare il dotto sulla cute scostando il pelo e crearsi di situazioni favorevoli allo a non lavare l animale nelle 48 ore sviluppo del flebotomo (aree umide successive, anche perche il prodote anfrattuose) e l’ utilizzo di inset- to è tossico per gli animali acquaticidi e repellenti ambientali. Molto tici, così come non va applicato su utile è anche evitare di far soggior- animali appena lavati, ma andrebnare l’ animale all’ aperto durante bero aspettati almeno due giorni, le ore notturne nella stagione calda in modo da permettere la corretta o in alternativa utilizzare repellenti distribuzione del prodotto su tutta e insetticidi nelle cucce e applicare la superficie corporea. I piretroidi zanzariere a porte e finestre dei ca- inoltre sono tossici per i gatti, quinnili. Oltre a queste accortezze van- di non devono essere somministrati no applicati repellenti individuali in questa specie e andrebbe evitato Caccia Passione 81


il contatto con cani trattati in cui il prodotto non è stato ancora assorbito. È da evitare anche la somministrazione in cuccioli di età inferiore alle 7 settimane, mentre possono essere somministrati duranti durante la gravidanza e l’ allattamento. Oltre a questi prodotti esistono una serie di molecole utilizzate che funzionano da repellenti e che sono normalmente usati dall’ uomo per proteggersi dalle punture delle zanzare (citronella, autan, ecc.) che vanno somministrate piu volte durante la giornata e la cui efficacia è pero variabile. Va comunque ricordato che anche i piretroidi non hanno un efficacia del 100% nell’ evitare la puntura del flebotomo. Da quest anno è in oltre disponibile un vaccino nei confonti della leishmaniosi che deve essere somministarto a soggetti sierologicamente negativi, prima che inizi la stagione critica. Per una corretta profilassi vaccinale, devono essere somministrate tre dosi di farmaco a distanza di tre settimane l una dall’ altra, con un richiamo annuale. Anche in questo caso però la copertura non è totale essendo comunque possibile lo svilupparsi della malattia. Il vacciono infatti non previene l inoculazione del protozoo da parte del vettore, ma Caccia Passione 82

aiuta solo l organismo a rispondere in maniera piu efficace. Il suo utilizzo quindi deve essere comunque associato ai repellenti, non va infatti considerato come un arma definitiva contro questa malattia, mo solo un ulteriore strumento difensivo. In caso di infezione comunque esistono vari trattamenti applicabili, tra questi però solo alcuni farmaci sono comunemente impiegati nella leishmaniosi canina (Miltefosina, Antimoniato di Nmetilglucammina e l’ Allopurinolo) che vengono somministrati singolarmente o in associazione.


Nessuna terapia comunque porta alla guarigione, ma è utilizzata solo per il controllo della carica protozoaria nell’ organismo, con possibili recidive in tempi variabili. Per questo i cani infetti devono essere tenuti sotto controllo con test di routine annuali o semestrali. Da quanto scritto sopra la leishmaniosi è quindi una patologia grave, che spesso non si manifesta con sintomatologia evidente, impossibile da curare definitivamente con i mezzi a disposizione. Grande importanza va quindi data alla profilassi e ai test di monitoraggio annuali per poter, in caso di contagio, attuare la terapia il piĂš precocemente possibile. Caccia Passione 83


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Conosciamo la quaglia: caratteristiche, habitat e conservazione

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