Caccia Passione novembre - dicembre 2014

Page 1

ANNO III nr.11/12

Nov-Dic 2014

CACCIA PASSIONE Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

Migratoria:

• Caccia al Tordo. Biologia e flussi di migrazione

Estero:

• A caccia di colombacci in Irlanda

Cani da caccia:

• l’origine del cane da caccia e del loro rapporto con il cacciatore

Merkel Helix RX e Zeiss Victory V8..




ANNO III nr.10 - Ottobre 2014

CACCIA PASSIONE

in copertina Zeiss Victory V8

Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

Merkel Helix RX

Migratoria:

• Caccia al tordo. Biologia e flussi di migrazione

Estero:

• A caccia di colombacci in Irlanda

Cani da caccia:

• l’origine del cane da caccia e del loro rapporto con il cacciatore

Merkel Helix RX e Zeiss Victory V8

Il movimento in linea sta guadagnando favori nei fucili rigati prestandosi al tiro su selvatici in movimento così come in quello a fermo sulla lunga distanza

SOMMARIO 10 Migratoria:

Starne, come e perché censirle

Anno III Nr. 11/12 Nov. - Dic. 2014

Pg 6 News ed eventi venatori

a cura della redazione

Pg 10 M igratoria: Merlo. Tecniche di caccia del Turdus Merula

16 Migratoria: Tordi.

Biologia e flussi migratori

Claudia Zedda

Pg 16 Migratoria: Caccia al Tordo. Biologia della specie e flussi di migrazione

Pierfilippo Meloni

Pg 21 U ngulati: La cacciarella romana

21 Estero: colombacci irlandesi.

Ricordi di un viaggio venatorio

Caccia Passione 2

Saverio Patrizi

Pg 28 Caccia e cacciatori: Merkel Helix RX e Zeiss Victory V8

Emanuele Tabasso

Pg 32 E stero: Colombacci Irlandesi. Ricordi di un viaggio venatorio

21


Sommario Pg 56 Ottiche: Swarovski Optik.. App per calcolare anticipo tiro bersagli in movimento..

Ungulati: La cacciarella romana.

A Cura di Swarowski Optik

Pg 60 Racconti venatori: Scacco matto alla Regina del bosco..

Claudia Zedda

Pg 67 Veterinaria: La Sindrome di Wobbler nel cane da caccia.. Kalaris

38 Cani da caccia: Il Bracco Pg 38 Cani da caccia: Il Bracco d’Auvergne.. Il più veloce cane da ferma francese.

Diego Mastroberardino

Pg 45 Racconti di caccia: Sul poggio del Torrino.. tra verri e trenini..

d’Auvergne.. Il più veloce cane da ferma francese

Federico Cenci

Pg 48 Fucili da caccia: Franchi Intensity 12/89. Supermagnum per oche e tacchini.

52 Munizioni: Winchester Power Max bonded La cartuccia in .30-06

Emanuele Tabasso

Pg 52 Munizioni: Winchester Power Max bonded La cartuccia in calibro .30-06

Emanuele Tabasso

67 Veterinaria: La Sindrome di Wobbler nel cane da caccia..

Caccia Passione 3



Editoriale PIATTO RICCO MI CI FICCO... Così possiamo sintetizzare il passo dei tordi a ottobre, finalmente è stato un anno ricco di soddisfazioni, specialmente per i capannisti puri, che con i loro appostamenti posizionati nei punti strategici e con “tanta passione”, specialmente al nord della nostra penisola, hanno potuto realizzare carnieri importanti. Anche a chi preferisce dedicarsi a questa caccia negli uliveti o nei punti di passo con appostamenti provvisori, il mese di ottobre ha regalato grandi soddisfazioni. Al Nord, nelle zone montane lombardi, il passo è stato in due momenti separati, un primo periodo ad inizio ottobre, dove sono stai raggiunti ottimi risultati per poi ripetersi a metà mese dove in un paio di giornate il successo venatorio è stato addirittura superiore. Al Centro e al Sud, naturalmente i periodi sono stai sfalsati di alcuni giorni o settimane, sia per la diversa latitudine sia per alcune giornate veramente calde dove il vento di scirocco ha dominato il meteo, bloccando ogni attività migratoria. Poi quando è tornato il vento da nord, in pochi giorni, veramente ricchi, abbiamo osservato un forte passo di tordi, ma anche di colombacci, frosoni, fringuelli e merli. Dopo questa breve sintesi del mese “migratorio” per eccellenza, ho dovuto generalizzare, sicuramente molti cacciatori avranno a obiettare, ma in poche righe non si possono analizzare tutte le situazioni locali e particolari. Fatto sta che finalmente, in linea di massima, le soddisfazioni hanno superato le delusioni, adesso vedremo quanti turdidi eleggeranno l’Italia a loro paese di svernamento, quest’anno la scarsa qualità delle olive ha costretto molti agricoltori a non effettuarne la raccolta, lasciandone una gran quantità a disposizione degli uccelli, sicuramente una situazione particolarmente gradita ai tordi e… ai cacciatori. Il tordo unitamene al merlo, per molti seguaci di Diana rappresenta l principale obbiettivo per la stagione venatoria, si ratta di selvaggina che non richiede particolari attrezzature o l’ausilio del cane, pertanto alla portata di chiunque, un posto dove fare uno spollo o un rientro lo conoscono tutti. Per il primo, basterà posizionarsi alle prime luci dell’alba al margine di un bosco, dove sappiamo i tordi amano riposarsi durante la notte, magari in prossimità di uliveti o altre risorse di cibo, cercando un buon “affilo”, quale un fosso o un filare di piante, disporsi i direzione del bosco e aspettare che i piccoli pennuti ne escano. Dovremo essere pronti a effettuare tiri veloci e spesso di stoccata, a bersagli per nulla facili a causa della grande velocità e dell’imprevedibilità del volo. Al rientro la posizione è esattamente opposta, sarà necessario preparare un minimo di appostamento, almeno una paratia, sarà sempre importante individuare delle piante o quei punti che i turdidi utilizzano come riferimenti, il solito fosso generalmente rappresenta la soluzione migliore. Al rientro, generalmente, il tiro è più semplice, avremo modo di vedere gli uccelli per tempo e prepararci al tiro, poi man mano che sopraggiunge la sera,la quota del volo si abbasserà fino a diventare quasi rasoterra, ma questo, di solito, dopo che il legislatore ci avrà fatto scaricare il fucile a causa dell’orario serale. I nostri amici turdidi sono insidiabili anche nelle ore diurne nei luoghi di alimentazione, con zirli, chioccoli o più semplicemente alla scaccia, sono e rimangono una grande risorsa per i cacciatori di tutte le fasce sociali. La stagione è cominciata nel migliore dei modi, questo anche a dimostrazione che la caccia è l’ultimo dei problemi per i piccoli migratori, speriamo che anche qualcuno dell’ISPRA se ne accorga… Bisognerà solo stare attenti ai calendari venatori, ormai una specie di spezzatino, con differenzazioni addirittura a livello provinciale, poi con le zone Natura 2000, dove ogni Regione ha legiferato a modo suo, speriamo di ritornare a calendari uniformi e di facile comprensione. Saverio Patrizi


stop a richiami vivi per lombardia e emilia romagna Caccia: Ministero dell’Ambiente, STOP a richiami vivi per Lombardia ed Emilia Romagna. Caccia: dal Ministero dell’ambiente arriva lo STOP alla cattura di uccelli per utilizzo come richiami vivi nell’attività venatoria per le regioni Lombardia ed Emilia Romagna. Dal Ministero dell’ambiente arriva uno stop alle deroghe regionali alle normative europee sulla caccia in materia di richiami vivi. Infatti, su proposta del Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, il ministro degli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta ha trasmesso ai presidenti delle regioni Lombardia ed Emilia Romagna una diffida in cui si chiede di annullare, entro 15 giorni, le delibere delle due regioni che, rispettivamente nel giugno e nel luglio scorso, hanno autorizzato l’attivazione di impianti di cattura di uccelli selvatici da utilizzare poi come richiami vivi.

Lupo torna a popolare le Alpi con oltre 100 nuovi esemplari e per l’aumento delle superfici boschive: condizioni ambientali adatte per il suo ritorno. Vive in piccoli branchi (5-11 elementi) a forte gerarchia e caccia in gruppo con tecniche complesse e molto efficienti. Generalmente conduce una vita sedentaria e abbandona il suo habitat solo per mancanza di cibo.

D

ifende il territorio dagli altri branchi attraverso il rilascio di una combinazione di tracce odorifere (urina, feci, feromoni etc.), attacchi diretti e ululati. Attualmente la sua presenza è di circa 100 esemplari e questo sta ad indicare il buono stato di salute dell’ambiente alpino. Nonostante le leggi e le azioni di tutela, il lupo non ha vita facile: spesso per paure infondae Alpi e il lupo: binomio che sta trovando nuo- te ma difficili da combattere, questo animale entra in vo equilibrio in questi ultimi anni. Uno dei più rotta di collisione con gli esseri umani, in particolar grandi predatori europei, dopo decenni di assenza modo con pastori, allevatori e cacciatori, che lo cona causa di persecuzioni compiute dall’uomo, sta ri- siderano un “nemico”. Recenti studi, tuttavia, hanno popolando l’area centro-orientale della catena mon- accertato che le prede preferite dal lupo sono i grandi tuosa. Non si è trattato di una reintroduzione, ma di erbivori selvatici: camosci, caprioli, cervi e mufloni, una colonizzazione spontanea avvenuta per la sua mentre il bestiame domestico non supera mai il 15% capacità di muoversi anche in ambienti sfavorevo- della sua dieta. li, per l’abbondanza e varietà di prede disponibili

L

Caccia Passione 6


News venatorie I camosci delle Alpi a rischio sopravvivenza secondo uno studio i camosci delle Alpi sono rischio sopravvivenza a causa dei cambiamenti climatici, gli esemplari sono molto più magri negli ultimi trent’anni.

L

e popolazioni di camoscio che vivono nelle Alpi italiane sono a rischio sopravvivenza. Negli ultimi trent’anni gli esemplari hanno registrato un calo medio del loro peso pari al 25%. Un fenomeno causato dal cambiamento climatico - spiegano i ricercatori dell’università britannica di Durham - che si osserva in molte altre specie, ma che nel camoscio alpino sembra particolarmente accentuato. Responsabile, secondo gli esperti, è l’aumento delle temperature, che rende gli animali più pigri e meno propensi a nutrirsi. Lo studio, pubblicato sulla rivista ‘Frontiers in Zoology’, ha usato le registrazioni dei cacciatori nelle Alpi italiane per monitorare il peso medio del camoscio a partire dagli anni ‘80, scoprendo che in questo breve arco di tempo gli esemplari si sono ‘ristretti’ in modo considerevole mentre il termometro è salito di 3-4 gradi.

Il declino delle dimensioni corporee attribuito al cambiamento climatico è molto diffuso nel regno animale, con parecchie specie di pesci, uccelli e mammiferi che si stanno rimpiccolendo. Tuttavia - spiega l’autore dello studio Tom Mason - i decrementi che osserviamo qui sono sorprendenti. Gli impatti sul peso del camoscio potrebbero porre un problema reale sulla sopravvivenza di queste popolazioni’’. Diversi studi hanno dimostrato che le minori dimensioni degli animali si legano al cambiamento climatico a causa della ridotta disponibilità di cibo o di un calo del suo contenuto nutrizionale. Per i ricercatori, tuttavia, in questo caso a cambiare non sono stati i pascoli alpini, ma il comportamento dei camosci, che affrontano i periodi caldi risposando di più e trascorrendo meno tempo in cerca di cibo.

Caccia Passione 7


In arrivo nuove regole per i detentori di armi Caccia e Armi: nuove regole per la detenzione delle armi in casa contenute nel D.L. n.121/2013. devono produrre entro il 4 maggio 2015 il certificato medico di idoneità alla detenzione di armi comuni da fuoco previsto dall’articolo 35, settimo comma, del regio decreto 18 giugno 1931, numero 773, salvo che non sia stato già prodotto nei sei anni antecedenti alla data di entrata in vigore della presente disposizione. Decorsi i diciotto mesi è sempre possibile la presentazione del certificato nei 30 giorni successivi al ricevimento della diffida da parte dell’ufficio di pubblica sicurezza competente”.

C

on il decreto legislativo numero 121 del 29 settembre 2013 è cambiata la legge che norma la detenzione di armi in casa, per tutti quei soggetti che sono privi di porto d’armi. In particolare, il comma 2 dell’articolo 6 prevede che “entro 18 mesi dall’entrata in vigore del presente decreto (a partire dal 5 novembre scorso, ndr) i soggetti detentori di armi […]

In altre parole, c’è tempo fino ai primi di maggio 2015 per mettersi in regola senza troppi patemi d’animo; dopodiché, se si omette di produrre la dovuta certificazione, occorrerà attendere la diffida del commissariato e da quel momento scatteranno altri 30 giorni di tempo per rientrare nella norma di legge.

Cacciatori Toscani, su ungulati la Camera fa marcia indietro ANUU Migratoristi fornisce informazioni sul passo migratorio in Italia che denota abbondanza di tordi e colombacci.

I

l titolo rappresenta, al termine della seconda decade di ottobre, una migrazione post-nuziale che non si ammirava da anni e che coinvolge tutte le specie che sorvolano il territorio italiano durante il lungo viaggio verso i lidi di svernamento. L’abbondanza numerica di Tordo bottaccio, Capinera, Frosone, Fringuello, Pettirosso, Colombaccio e Merlo fa comprendere che si tratta di presenze giunte durante il passaggio migratorio che si aggiungono, in alcuni casi, a soggetti già nidificanti nelle zone. Si nota, poi, che in tutti i casi le specie hanno rispettato il cosiddetto calendario ornitologico in correlazione alle abituali date che ricordano le festività cristiane di alcuni Santi del calendario liturgico. A tal proposito va ricordato che i Tordi sono comparsi in particolare il 29 settembre, gior-

Caccia Passione 8

no di San Michele, il 4 ottobre per San Francesco, il 6 ottobre a San Bruno e il 15 ottobre, nella ricorrenza di Santa Teresa. Tutto ciò a confermare come i nostri “vecchi” collegavano determinate date al calendario ornitologico, abitualmente scritto in concomitanza col passo dei nostri viandanti del cielo. Ottobre sta regalando una buona presenza del Tordo bottaccio, con una punta nel fine week-end, e una buona presenza del Merlo, unitamente a quella della Passera scopaiola, del Pettirosso e del Tordo sassello. E, mentre si notano piccoli gruppetti di Lucherini sorvolare la bassa collina, all’Osservatorio Ornitologico di Arosio della FEIN il 18 ottobre sono state inanellate le prime due Peppole, specie già comparsa al nord durante la settimana con sporadici individui.


News venatorie Benelli Ethos. Grande successo negli States per la versione americana del Raffaello.. Benelli Ethos, la versione americana del nuovo Raffaello, sta avendo grande successo negli States. In questo momento è in tour per i 50 stati americani e viene messo alla prova in tutte le condizioni ambientali che i vari stati hanno da offrire.

S

ottoposto a tantissime prove, in condizioni che cambiano a seconda degli ambienti, l’Ethos si stà dimostrando fin dalle prime prove sul campo ampiamente all’altezza delle aspettative, in linea con la grande tradizione Benelli. La tecnologia impiegata in questo fucile non teme confronti, anche quando incontra le condizioni più estreme rispetta standard funzionali altissimi e il mercato se ne sta rendendo conto da sé, testandolo sul campo. Funzionalità, affidabilità che sanno convivere con la raffinata cura estetica dell’arma, come dimostrano le incisioni.

E

thos si consacra insomma come degno erede di ciò che la casa armiera urbinate ha saputo rappresentare negli anni. Esperienza e innovazione che il pubblico americano ha deciso di premiare ancora una volta. Nel mercato domestico il Raffaello Deluxe (la versione incisa del nuovo Raffaello Power Bore), ha fatto il suo ingresso pochi mesi fa nelle armerie italiane e va ad arricchire la gamma della nuova famiglia Raffaello, aggiungendosi a due semiautomatici di successo come il Raffaello Power Bore e il Raffaello Black.

Caccia Passione 9


Merlo Tecniche di caccia

Caccia Passione 10


Migratoria

Caccia Passione 11


Merlo Tecniche di caccia

Caccia al Merlo: Tutto quello che c’è da sapere se ti vuoi dedicare alla caccia dell’ormai diffusissimo merlo.

M

eglio noto come Merlo, il Turdus Merula è un volatile fra i più noti in Italia. Lo si trova praticamente in qualsiasi habitat: giardini, prati, macchie mediterranee, vigne, orti, boschi, parchi cittadini, sono solo alcune delle situazioni Caccia Passione 12

nelle quali il merlo è in grado di proliferare. Sarà per questo suo sorprendente spirito d’adattamento che è presente non solo in Italia, ma praticamente in tutta Europa e in buona parte dell’Asia. Specie stanziale e di doppio passo, i merli italiani, eccezion fatta


Migratoria per quelli che abitano le Alpi, sono stanziali. Relativamente ai meno diffusi esemplari migratori, questi giungono in Italia dal Nord Est Europa: dalla zona ungherese, dal territorio cecoslovacco, dal Belgio, dalla Francia, dall’Inghilterra e dalla Danimarca. Riconoscere un merlo migratore da quello stanziale potrebbe dimostrarsi particolarmente semplice: pare infatti che i volatili dotati di ala corta ed arrotondata siano generalmente stanziali, diversamente da quelli dotati di ali a punta. Inoltre i merli migratori dimostrano abitudini diverse rispetto a quelle dei merli italiani stanziali: in generale i migratori preferiscono sostare su alberi dotati di alti fusti, mentre gli stanziali o pasturoni prediligono sostare in zone ben più basse. Per le specie che vivono le zone limitrofe

Per quanto la migrazione autunnale non sia netta come nelle altre specie, i cacciatori da appostamento sanno bene che tra ottobre e novembre si verifica un copioso movimento di merli. Vista la diffidenza del volatile la maggioranza di quelli che cadono sotto i colpi dei cacciatori è rappresentata dai più giovani esemplari, riconoscibili per via della colorazione grigio scura. Purtroppo le informazioni relative alle attitudini stanziali e migratorie di questi favolosi volatili scarseggiano visti i pochi studi effettuati in merito. In linea di massima è possibile affermare che in Italia la caccia vagante non sia particolarmente redditizia e per questo è poco praticata. Si possono avere risultati interessanti solo nei primi periodi di apertura della caccia, quando si presenta una certa

alle Alpi la migrazione autunnale conosce il suo culmine proprio mentre quella del tordo giunge al termine, mentre il ripasso è piuttosto anticipato rispetto a quello del tordo bottaccio e già a metà febbraio si è concluso.

abbondanza di giovani esemplari che comunque si dimostrano particolarmente intelligenti e in grado di sviluppare in brevissimo tempo fini tecniche per aggirare le trappole umane. L’attitudine naturale a frapporre fra se e il fucile ostacoli naturali Caccia Passione 13


rende il merlo una preda per niente semplice da catturare la cui caccia inizia, durante i primi giorni di apertura nei dintorni dei vigneti, ai margini dei boschi o nelle zone di confine della macchia mediterranea. T u r d u s

L

M e r u l a

’ottimo udito del volatile rende necessaria la caccia in coppia: a battere il terreno è sempre meglio essere in due, di modo che l’uno batta una zona, l’altro un’altra zona, lasciando nel centro il territorio nel quale si suppone ci siano i merli. In questo modo si avranno migliori probabilità di ottenere qualche risultato. Superato il periodo autunnale la caccia al merlo diventa pressoché impossibile visto che il volatile si fa piuttosto restio all’involo: è il suo istinto a consigliargli, non a torto, di rimanere nascosto il più possibile fra la vegetazione, e il merlo si dimostra in grado di volare radente alle siepi e ai fossati, mostrandosi a malapena. Più gratificante si dimostra la caccia da capanno, a patto che si possiedano dei buoni richiami catturati sul finire di agosto. Dovranno essere addestrati custodendoli in locali isolati in compagnia di altri merli già ammaestrati; i merli novelli per imitazione perfezioneranno in pochi mesi la tecnica.Il cacciatore che si è dimostrato in grado di addestrare dei buoni richiami avrà qualche possibilità di successo: il consiglio per chi sceglie di dedicarsi alla caccia da capanno è quello di cacciare all’alba e di avere un’ottima prontezza di riflessi. Il merlo infatti è solito avvicinarsi silenziosamente al richiamo, fermandosi prima a breve distanza e in seguito avvicinandosi con un breve salto alla trappola. Diventa dunque indispensabile essere in grado di sparare in fretta e senza errori visto che, una volta abbandonato il ramo, il merlo non farà più ritorno. .. Caccia Passione 14


Migratoria

Caccia Passione 15


Tordi

Biologia e flussi migratori

Caccia Passione 16


Migratoria

Caccia Passione 17


Tordi

Biologia e flussi migratori “Chissà da dove viene”, ognuno se lo è chiesto almeno un volta nella vita, dopo aver messo nel carniere una favolosa beccaccia. Oggi è possibile dare risposta a questa curiosità.

Q I

u Il tordo bottaccio, nome scientifico Turdus philomelos secondo la classificazione fatta da C.L. Brehm nel 1831, è un uccello della famiglia dei Turdidae. l tordo è presente in gran parte del nord Europa, soprattutto in Francia, Regno Unito, Scandinavia, Germania, Russia e Alpi italiane, nel periodo estivo dove nidifica, mentre trascorre il periodo invernale nelle regioni del

Caccia Passione 18

mediterraneo, in particolare in Italia, Spagna, Croazia, Grecia e nord Africa. nel nostro paese si registra la sua presenza all’inizio dei primi di ottobre fino tutto marzo. Una grande quantità di esemplari è stata individuata nelle aree collinari del centrosud, nelle quali si ciba principalmente di olive e bacche. Il suo habitat ideale sono i boschi di conifere, le campagne coltivate a frutteti, i giardini, le piazze alberate, gli olive-


Migratoria ti, le macchie vigneti e la macchia mediterranea L’alimentazione del tordo è costituita essenzialmente da insetti di vario tipo, ghiande, piccoli semi e frutta di cui è molto goloso, e per tal motivo tende ad arrivare in pianura fino in città per procacciarsi il cibo. Dal punto di vista estetico è simile alla tordela, dalla quale si differenzia per il fatto che è di taglia molto più piccola. Infatti, il tordo raggiunge i 22 cm di lunghezza, i 75 grammi di peso e presenta il sottoala di colore camoscio (bianco nella tordela), con la coda ed il dorso di colore marrone chiaro, fianchi e petto di colore chiaro, tendenti quasi bianco, con i classici puntini neri dei tordi, che in genere non toccano il ventre a differenza della tordela. Questo uccello si può facilmente confondere con il Tordo sassello della medesima taglia, dal quale si contraddistingue oltre per le diverse abitudini anche dai colori più chiari nel sotto ala e dai puntini neri distribuiti in maniera più omogenea e per la presenza, nel sassello, di un pronunciato sopracciglio chiaro, oltre che dal suono emesso: il tordo bottaccio emette un verso secco e metallico, chiamato zizzo, unico nel suo genere, dalle tonalità molto armoniose. La consistenza della popolazione nidificante in Europa è stimata in oltre 20.000.000 di coppie. Tale popolazione si è conservata numericamente stabile tra il 1970 ed il 1990, ma nel decennio successivo si è registrata una riduzione della consistenza della popolazione presente in Germania, quest’ultima controbilanciata da un incremento registrato per i due nuclei chiave presenti in Francia e Norvegia. La consistenza complessiva è quindi rimasta stabile e, pertanto, la specie è, allo stato attuale, considerata in buono stato di conservazione. Nel nostro paese il tordo bottaccio è una specie nidificante nel periodo estivo sulle Alpi, più scarsa e localizzata sugli Appennini, parzialmente sedentaria, con una popolazione complessiva stimata in 100.000-300.000 coppie con tendenza alla stabilità o ad incrementi locali. I tordi raggiungono l’Italia regolarmen-

te presentandosi con popolazioni migratrici e svernanti provenienti da altri Paesi europei. Un dato negativo riguarda la mancanza di stime numeriche dei contingenti in transito e in svernamento in Italia, a causa delle difficoltà oggettive di rilevamento dei piccoli passeriformi migratori su ampia scala geografica. Il periodo di riproduzione identificato in l’Italia nel documento ORNIS della Commissione Europea va dalla Fenologia riproduttiva al periodo di riproduzione, quest’ultimo definito per l’Italia nel documento ORNIS della Commissione Europea, il quale è compreso dalla prima decade di marzo alla seconda decade di agosto.

“Chissàdadoveviene”

L

a migrazione post-riproduttiva viene compiuta dal tordo tra la metà di settembre e novembre, con picchi tra fine settembre ed inizio novembre e nelle prime due decadi di ottobre. La migrazione pre-riproduttiva inizia già a gennaio e si prolunga fino ad aprile, con picco tra febbraio e marzo. La distribuzione stagionale del campione complessivo delle ricatture di esemplari inanellati all’estero, considera le prime segnalazioni postriproduttive nel mese di agosto. Tuttavia, è dalla fine di settembre che i contingenti di migratori iniziano a raggiungere il nostro paese e l’intensità dei movimenti aumenta in ottobre, con un picco di segnalazioni raggiunto nella terza decade di quest’ultimo mese. Anche nella prima decade di novembre si registrano frequenze ancora molto elevate, dopo di che le ricatture iniziano a diminuire, per poi tornare a crescere già dalla terza decade di dicembre e quindi in gennaio, in concomitanza con l’inizio dei movimenti di ritorno attraverso il nostro Paese. A tal proposito, si registra un massimo stagionale nell’ultima decade del mese e nella prima di febbraio. Caccia Passione 19


Caccia Passione 20


Ungulati

La cacciarella romana, e non solo..

Caccia Passione 21


La cacciarella romana.. e non solo.. non solo la caccia, ma anche un momento conviviale radicato nella tradizione maremmana.

C

hi Cosa vuol dire organizzare una Cacciarella, ci sono innumerevoli fattori che possono contribuire al risultato finale. La logica consiste nell’accerchiare un determinato bosco, dove si presume siano i cinghiali, posizionare su un lato le poste e sciogliere i cani dalla parte opposta al fine di Caccia Passione 22

spingere i selvatici in direzione dei fucili. Spiegato così sembra un gioco da ragazzi, ma purtroppo o per fortuna, la realtà è ben diversa dalla teoria, per prima cosa come facciamo a sapere se in quel determinato appezzamento si trovano i cinghiali? Qui entra in scena la figura dell’Assestatore, si tratta di un esperto che


Ungulati facendo il giro del perimetro verifica e cerca di “contare”, leggendo il linguaggio delle tracce, quanti animali sono entrati e quanti sono usciti, se sappiamo che è una zona ricca di lestre, così si chiamano in gergo maremmano i giacigli dei selvatici, da questa conta e con l’esperienza precedentemente acquisita, sarà possibile determinare se è o meno il caso di scegliere la zona per la giornata di caccia. Al contrario se è un posto di transito, ove i cinghiali si fermano sporadicamente, il compito

una piccola ragnatela i bordi più o meno marcati, tutti segnali che il bravo tracciatore sa leggere in maniera infallibile. Assodato che la zona prescelta è valida, entra in gioco il Capocaccia, questi dovrà decidere come prendere la battuta, valutare la conformazione geografica, il vento le presunte rimesse degli animali. Possiamo trovarci di fronte a boschi di pianura, dove sarà più facile chiudere la cacciata, basterà posizionare le poste sotto vento e sciogliere i cani sopra vento, invece se, come nella maggior

dell’Assestatore sarà molto più arduo e risulterà fondamentale determinare se sono più fresche le orme a entrare o quelle a uscire, la spia può essere una foglia caduta nella impronta,

parte dei casi, ci troviamo in zone montane o collinose, bisognerà assecondare il territorio, spesso i cinghiali avranno dei passi obbligati o consueti, che assolutamente andranno coCaccia Passione 23


perti con uno o più cacciatori, inoltre le poste andranno messe dove la conformazione del territorio lo permette, considerando sempre la sicurezza. Sempre il Capocaccia avrà il compito di dirigere la Cacciarella, cioè coordinare tutti i movimenti dei bracchieri, così si chiamano i battitori, e dei cani, dovrà fare in modo che avanzino il più possibile allineati, si fermino quando è necessario e riprendano ad avanzare tutti insieme. Alle poste è richiesto di rimanere ferme nel luogo assegnato, qualche volta evidenziato da un numero, altre dal Capocaccia che ha detto semplicemente “tu ti fermi qui”, bisogna stare in silenzio, spesso i Caccia Passione 24

cinghiali più grossi arrivano scanati, i vecchi dicono che il cinghiale si spara prima con l’udito e poi con il fucile. Quando finalmente arriva il cinghiale si susseguono tutta una serie di emozioni indescrivibili, lo scanato ti avvertirà con un rametto che si rompe o un merlo che parte spaventato, se riusciamo a capire che il furbacchione si re che il furbacchione si sta avvicinando, potremo aspettarlo pronti e imbracciati e come compare abbatterlo sul posto, se saremo distratti spesso non ci darà neanche il tempo di alzare il fucile, comparirà e scomparirà come un fantasma. Quando invece il bosco si riempie dei latrati dei cani


Ungulati e delle incitazioni dei bracchieri, “sotto sotto bello!!! Daje daje!!! Attenti è grosso!!! Attenti alle poste!!!” e tante altre che variano anche da località a località, il cuore viene in gola, saremo tesi con tutti i sensi, cercheremo di capire che strada ha preso il cinghiale, se verrà verso di noi o sfiancherà per dirigersi verso altre poste, e quando finalmente compare bisogna essere rapidi e precisi nel far fuoco. Quando viene suonato il corno di fine caccia, si scaricano i fucili e per nessuna ragione si spara più, a questo punto ci si sposta dalle poste assegnate, si recuperano gli animali e incomincia quella parte conviviale fatta di commenti, complimenti per i bei tiri o per gli animali più belli, e gli sfottò a chi invece è stato protagonista di padelle più o meno spettacolari, nel frattempo i bracchieri recuperano i cani ormai esausti. Descritta cosi la Cacciarella, si scriviamola con la maiuscola come merita, sembra una semplice battuta, come può essere un drive ai

fagiani, invece è un modo di vivere, impregnata di tradizioni, che ha sempre avuto il merito di avvicinare le classi sociali, la passione della caccia ha unito il mondo il rurale, a caccia i signori si sono sempre rapportati con i contadini uniti dalla comune passione, spesso dividendo cibo ed emozioni. I partecipanti alla Cacciarella si dividono in due fazioni, chi c’è nato e ha vissuto questo rito da sempre, amandola e odiandola, ma senza mai riuscire a rinunciarci, come se facesse parte del suo Dna, in parole povere come scrisse il principe Francesco Ruspoli “Cacciarella! - La pò capì sortanto chi cià un pò de lentischio nelle vene. - Io t’ammazzo - però te vojo bene”. Poi ci sono quelli che la interpretano solo come evento sociale, dove sfoggiare i loro fucili, gli abiti e i fuoristrada, spesso pontificano sui calibri e spesso si fanno fregare dal cignale. La Cacciarella è l’insieme di tutte queste personalità che ne fanno, da novembre a gennaio, il fulcro del loro mondo.

Caccia Passione 25


Caccia Passione 26


Caccia e cacciatori

Merkel Helix RX e Zeiss Victory V8..

Caccia Passione 27


Merkel Helix Rx e Zeiss Victory V8..

Il movimento in linea sta guadagnando favori nei fucili rigati prestandosi al tiro su selvatici in movimento cosĂŹ come in quello a fermo sulla lunga distanza: con le ottiche di ultimissima generazione si dispone di un insieme formidabile per queste esigenze e i risultati sono appaganti.

D

a Un paio di anni fa la Merkel presentava all’IWA di Norimberga la sua nuova realizzazione nel campo della canna rigata: il modello Helix RX. La famosa Casa di Suhl mantiene tuttora in listino una vasta tipologia delle canne lunghe spaziando dalle doppiette di piccolo calibro ai fucili misti Caccia Passione 28

cari alla tradizione mitteleuropea, alle carabine di vario genere, con ripetizione manuale o semiautomatica. Le mode e i modi di caccia mutano nel tempo e l’avanzata del sistema tedesco delle caccie a spingere ha creato nuove esigenze nel campo armiero: questa pratica sorta per motivi funzionali, coreografici e di aggregazio-


Caccia e cacciatori ne ha quasi subito bandito l’impiego dei semiauto rigati, considerati poco sportivi, privilegiando l’arma lunga con ripetizione manuale. Intuendo come un tradizionale movimento girevole e scorrevole consenta di ripetere i colpi con minor celerità e con maggiore scostamento della punteria dal bersaglio si è pensato a qualcos’altro. Si sono riviste le meccaniche militari di Steyr e di Schmidt Rubin con movimento in linea e nate sul finire dell’Ottocento, passando a sistemi inusuali come il Blaser

con chiusure derivate da applicazioni non armiere, o mutuate dal proprio semiauto come Browning. Merkel ha realizzato un insieme di tradizione e di novità con doti peculiari. I punti fermi nella progettazione dell’arma vedono la versatilità, la scomponibilità e quindi il facile trasporto, la resa balistica e i temi sono stati svolti nel modo seguente. Si ha un rapido sistema di cambio canna/calibro e un otturatore con testina separabile dal carrello dotato di chiusura ad alette multiple diretta-

Caccia Passione 29


mente nelle mortise fresate nella culatta della canna stessa. Tre diverse testine sono dimensionate per altrettanti gruppi di calibri così da coprire, con spese proporzionalmente ridotte, il ventaglio di prede a cui ci si intende dedicare. Il vantaggio si riverbera sulla facilità di trasporto: con tre canne e altrettante testine si spazia dalla marmotta al capriolo, dal cervo al bufalo e, volendo si può ridurre a due il numero delle testine, magari giocando un poco di più sulle canne. Se i primi due elementi in gioco sono di facile verifica, la resa balistica necessita di una prova sul campo: abbiamo così esperito prove in poligono e sul terreno venatorio, in prima persona o coadiuvati da amici di provata capacità che, con noi, hanno potuto sondare le prerogative di questo fucile su cui, sottolineiamo, la ditta Bignami SpA di Ora/Auer (BZ) ha montato l’ultimo cannocchiale Zeiss giunto sul mercato, la punta di diamante della prestigiosa ditta di Wetzlar, il modello Victory V8 1,8-14x50. Qualche nota tecnica: Il castello viene ricavato di fresa da un blocco di lega leggera e nella sua forma chiusa il carrello otturatore scorre in sicurezza e senza interferire con l’occhio del tiratore che non ha così in primissimo piano un’entità in movimento. La costruzione dell’otturatore prevede un carrello posteriore e una testina anteriore rotante uniti tramite un prolungamento longitudinale; la tenuta con sei alette (se ne contano sette, ma una non entra Caccia Passione 30

nel gioco di chiusura) avviene direttamente nella culatta della canna dove sono praticate le mortise, quindi lo sforzo maggiore è sopportato da queste due entità lasciando al castello un lavoro minore. L’arretramento del carrello tramite il manubrio esterno, di bel disegno e pratica funzionalità, mette in gioco una pista a camme e un piolo forzando la testina a ruotare svincolandosi dalle sedi. Dal fondo corsa si riparte in avanti camerando una nuova cartuccia: da notare come una piastra sagomata di acciaio occluda la finestra di espulsione a otturatore chiuso per evitare l’ingresso di materiali estranei. Si arriva adesso al motivo di tanta celerità di azione: all’interno è montato un sistema a cremagliera con rapporto di 1:2 per cui il lungo movimento dell’otturatore in realtà comporta un percorso dimezzato del manubrio. Una soluzione raffinata, propria di un marchio che ha sempre apportato sul mercato delle novità tecniche di rilievo. Per quanto riguarda lo scatto vediamo l’impiego della batteria da montare manualmente tramite il tasto, oramai consueto, posto sulla codetta del castello e provvisto di bottone a molla di bloccaggio. Interessante la soluzione a doppio snodo che, in una corsa brevissima, scarica sul percussore l’energia necessaria per accendere l’innesco. Sul terreno di caccia: L’amico Alberto la sa molto lunga sulla caccia a palla, specialmente agli ungulati della fauna alpina e quindi abbiamo messo nelle sue mani questo abbi-


namento fucile e ottica, sicuri di un esame ponderato. Rivediamo insieme la sequenza d’impiego: si arma la batteria dopo di che si può azionare l’otturatore camerando la prima delle cartucce preventivamente inserite nel pratico serbatoio staccabile. Desiderando intraprendere la marcia si preme il bottone rimandando indietro il tasto: la batteria risulta così disarmata, ma una semplice pressione in avanti consente di far fuoco. Ovviamente la batteria si mantiene armata ad ogni ripetizione del colpo se non si interviene per disattivarla. Due note pratiche: l’arma chiusa può avere la cartuccia in camera e per verificarlo si deve attivare la batteria e ugualmente quando si camera la prima cartuccia lo si fa con la batteria armata e senza altre forme di sicura, ma c’è tuttavia il blocco contro lo sparo prematuro. Un po’ di allenamento mentale e manuale insieme alla solita regola di non puntare MAI l’arma su entità sensibili evita guai. La prova avviene in due diverse giornate poiché nella prima l’evidente passaggio di un branco di lupi ha mosso gli animali spingendoli in zone nascoste, ben poco accessibili e soprattutto lasciandoli fortemente sospettosi e agitati. Nella seconda c’è già neve a partire dai 1800 m di quota: l’avvistamento mattutino di una cerva richiede un avvicinamento mol-

Caccia e cacciatori

to cauto, a favore di vento e sfruttando i pochi ripari offerti dal territorio. Il mestiere comunque non si improvvisa e le buone capacità conducono a posizionarsi per un tiro di ampio conforto poco sopra i 150 m: in situazioni simili è davvero un’evenienza inusuale. La posizione in ginocchio con zaino su una roccia e il fucile ben fermo consentono di inquadrare nell’ottica la sagoma che si staglia nitida nelle lenti HT: vista la distanza molto contenuta si porta l’ingrandimento a 10x poi si improvvisa con gli alpenstock un supporto per il gomito destro per un’ulteriore certezza di stabilità, azionando infine la silenziosa slitta di armamento. E’ l’attimo del perfezionamento della postura e della respirazione, poi il dito preme lo scatto diretto portato, in piena tranquillità, a 900 g. L’esito del 7 Rem. Mag. non lascia adito a dubbi e la conformazione della calciatura insieme all’ampio campo visivo, permettono di mantenere sotto controllo la zona battuta nel tiro: secondo le buone abitudini il riarmo è comunque immediato e il cacciatore apprezza l’istintiva e rapida manovra del manubrio molto prossimo alla mano e vicino al fianco del castello così che nel porto non crea mai fastidio. Il peso della cerva risulterà di ben 104 kg: un risultato di rispetto per quello che la Casa tedesca chiama già il fucile per il terzo millennio.

Caccia Passione 31


Caccia Passione 32


Caccia all’Estero

Caccia ai colombacci

Irlanda, ricordi di viaggio..

Caccia Passione 33


Caccia ai colombacci Irlanda, ricordi di viaggio..

L’esperienza di un viaggio venatorio estivo in Irlanda: campi d’orzo tagliati di recente, profumo di mare e bellissimi colombacci all’orizzonte.

O

gni viaggio venatorio ha una storia diversa: cambia la compagnia, cambiano le esperienze di caccia, cambiano i luoghi e le stagioni. Sarà per questo che alcuni ti entrano nel cuore e ti emozionano più di altri. Prendi ad esempio il mio ultimo viaggio in Irlanda, in compagnia di Federico e Sebastiano: è stato uno di quelli che davvero non si possono dimenticare. Eppure l’Irlanda è dietro casa, e a pensarCaccia Passione 34

ci bene nemmeno troppo diversa da casa mia, nebbiosa, umida ma tutta da scoprire. Noi siamo partiti alla fine di Giugno, e siamo arrivati in poche ore, grazie ad un volo diretto, sbarcando a Cork. C’era chi ci attendeva pronto a portarci in una bellissima locanda storica. Si trova in prossimità di una piccola insenatura tuffata nell’Atlantico, umida e salmastra, silenziosa e misteriosa. Insomma proprio come ci si aspetta sia una locanda


Caccia all’Estero

irlandese. Per giunta la facciata dell’edificio è coperta interamente di edera verdeggiante che la rende ancora più magica. Me ne sono innamorato fin da subito, e ovviamente i miei due amici hanno pensato di sfottermi per via della mia sensibilità estetica: mi chiamano il romantico o il poeta, ma io sono felice di riuscire a vedere la magia dei luoghi e delle cose. D’altronde chi non ci riesce si priva di molta della bellezza della caccia e l’Irlanda e

le sue campagne di magia e fascino ne hanno da vendere. L’ho capito subito, fin dalla prima mattina quando abbiamo deciso che prima di prendere in mano il fucile era meglio visitare i luoghi di caccia. Si trattava di bellissimi campi coltivati ad orzo tagliato di recente. Abbiamo osservato i capanni, le postazioni libere più promettenti e durante il pomeriggio siamo ritornati con il fucile in spalla. Caccia ai colombacci di passo in Irlanda. L’attimo dello sparo.. Caccia Passione 35


C’era un buon movimento di colombacci e presto sono partite le prime fucilate ad apertura delle danze. Federico poco distante da me è rimasto lungamente a guardare. Era sicuro d’aver scelto una postazione geniale ma purtroppo per lui il vento cambiato l’ha resa davvero poco redditizia. Dopo una mezzora e qualche sguardo di intesa ha deciso di proseguire lungo un filare e di affiancarsi al sottoscritto. La caccia è durata fino alle 18,00. Il sole era ancora alto ma abbiamo deciso di riposarci; d’altronde in Irlanda, durante l’e-

Caccia Passione 36

state il sole tramonta davvero tardi. Sarebbe davvero poco sportivo continuare troppo a lungo. Il nostro carniere era soddisfacente e noi abbiamo scelto di ritirarci e riposarci per la seconda giornata. La cena me la ricordo davvero gustosa, la chiacchiera resa difficile dalla lingua ma non per questo meno interessante. I proprietari della locanda si sono dimostrati gentili e generosi: lui dopo qualche bicchiere di birra ci ha mostrato un’infinità di trofei di caccia e di foto ingiallite dal tempo. Se oggi noi reputiamo quell’angolo di mon-


Caccia all’Estero

do un paradiso, trent’anni fa doveva essere un vero e proprio spettacolo. Colombaccio Dopo cena abbiamo salutato, ci siamo riposati e come accade spesso, vuoi per quella birra di troppo, vuoi per il cuscino che non ha niente a che vedere con il mio, la mattina è arrivata troppo presto. Ho tirato fuori il naso dalla finestra notando subito l’assenza della nebbia e qualche raggio di sole tiepido. Bellissimo, ho pensato. Mi sono lavato, vestito e nutrito, e in men che non si dica ci siamo ritrovati negli stessi luoghi del pomeriggio precedente. La giornata effettivamente era più bella, ma l’assenza di vento, diversamente da come ci aspettavamo, non ci ha favorito. I colombacci non erano propensi al traccheggio, e sembravano più pigri del sottoscritto, per cui la decisione è stata unanime: si cambia.

La sorte a quel punto ha scelto di premiarci: qualche chilometro più ad est le cose sono migliorate. I colombacci li erano più attivi e il nostro carniere ha iniziato a riempirsi. Poco prima delle 18,00 abbiamo riposto il fucile per doppiare la bella serata del giorno precedete. Il terzo giorno il risveglio è stato triste: sapevo che di lì a qualche ora saremo dovuti partire. L’ultimo giorno d’altronde è sempre il più malinconico. Succede anche a te? D’accordo ci potevano dedicare ancora ad una mattina di caccia ma presto saremo partiti per l’Italia. La mattinata venatoria ce la siamo goduta alla grande, abbiamo salutato con una certa malinconia l’Irlanda, i suoi campi, la locanda e i suoi proprietari, ripromettendoci di tornare presto magari in compagnia dei nostri cani. Caccia Passione 37


Caccia Passione 38


Cani da caccia

Il Bracco d’Auvergne.. il piÚ veloce cane da ferma francese

Caccia Passione 39


Il Bracco d’Auvergne.. il più veloce cane da ferma francese La storia della simbiosi tra cane e uomo-cacciatore lunga milioni di anni

I

l Bracco d’Auvergne è una razza poco conosciuta e poco diffusa nel continente europeo, ma in Nord America viene considerata una delle migliori razze da ferma. La sua velocità, resistenza e caparbietà nel lavoro, fanno di questa razza una delle migliori in ambito venatorio. Tra le razze canine più famose per la loro innata predisposizione alla caccia ed alla fedeltà verso l’uomo, troviamo Caccia Passione 40

sicuramente il BRACCO D’AUVERGNE. Le sue origini si perdono nel tempo, al punto che oggi esistono varie ipotesi sulla sua effettiva genesi. Alcuni esperti della razza affermano che il Bracco d’Auvergne sia stato importato in Alvernia nell’anno 1798, per opera dei Cavalieri di Malta i quali fecero ritorno nella propria patria, portando con sé il capostipite della razza. Un’altra ipotesi, in-


Cani da caccia vece, asserisce che questo Bracco sia del tutto autoctono e non introdotto artificialmente. Quale che sia la sua effettiva origine, alcuni studi sul Bracco d’Auvergne vedono scorrere nel suo sangue quello del “Pointer” e del vecchio “Bracco francese”: tale teoria spiegherebbe il singolare e caratteristico colore del mantello. Nonostante sia stato da sempre considerato un ottimo ausiliare in ambito venatorio, nel tempo si stava perdendo l’abitudine di portarlo a caccia e solo grazie ad accurate sele-

quei paesi richiedeva un ausiliare forte, resistente e completo sotto molti punti di vista. Nonostante nessuno abbia mai messo in discussione le abilità venatorie del Bracco d’Auvergne, la sua diffusione nel continente europeo non è mai stata molto significativa, poiché ha subito la concorrenza delle razze più conosciute. Se in Europa non ha avuto molta fortuna, il contrario può dirsi negli Stati Uniti, in Canada ed in Libano, dove fino a qualche decennio fa era molto diffuso. Il Bracco d’Auvergne vie-

zioni svolte in Francia da parte di grandi allevatori, come Mr. De Tournay, considerato da molti il padre della razza, la razza venne rivalutata. Il lavoro di De Tournay consentì al Bracco d’Auvergne di tornare a svolgere il lavoro per cui è nato: insediare le prede. Le sue stupefacenti abilità di cacciatore, portare alla diffusione della razza anche nel Africano ed in America, dove la natura selvaggia di

ne anche comunemente chiamato “le Bleu d’Auvergne” a causa del suo tipico colore. Dal punto di vista estetico, si tratta di un cane di media taglia, mesomorfo dolicocefalo, morfologicamente classificato come tipo Braccoide. È un cane molto robusto con arti potenti. Il suo aspetto è ossuto, ma senza grossolanità malgrado il caratteristico tipo Bracco conservi una certa Caccia Passione 41


leggerezza ed una certa eleganza, alla quale dà un apporto il colore del mantello. La robustezza di questa razza viene messa in risalto e coadiuvata da un’eccellente massa muscolare e dalla densità dei tessuti, i quali ne indicano una grande attività ed energia. Il suo tronco e la sua struttura corporea complessiva sono molto ben proporzionati e di giusti rapporti. Il d’Auvergne possiede un carattere eccezionale, appropriato ad una razza da ferma. Se ben abituato fin da piccolo risulta molto ubbidiente e fedele al proprio padrone: non si allontana mai troppo lontano da quest’ultimo e cerca sempre di compiere al meglio il proprio dovere. Nonostante la sua energia, questa razza è mansueta e calma al di fuori dell’ambito venatorio, ma quando viene portata a caccia essa assume un aspetto serio e deciso, quasi a dire: “Ora non si scherza più!”. Quando l’uomo lo invita a svolgere

Caccia Passione 42

un’attività si esalta e non si tira mai indietro. Essendo un cane da ferma, il Bracco d’Auvergne possiede tutte le qualità essenziali utili a caccia: adattamento a qualsiasi terreno, condizione climatica, distanze da coprire, fiuto, velocità e resistenza. Come accennato qualche riga fa, il Bracco d’Auvergne in un particolare momento storico venne relegato a razza da compagnia: oggi chi volesse prendere un Bracco d’Auvergne, se ben abituato, può convivere senza alcun problema in casa con la famiglia. Con quest’ultima svilupperà un ottimo rapporto di amicizia e fedeltà, poiché ama stare a contatto con il proprio padrone e con la sua famiglia. Se non si vuole destinare questa razza in ambito venatorio, dove da il meglio di sé, è importante sapere che quest’ultima necessita di fare molto movimento a scoprire nuove zone.


Cani da caccia

Standard della razza:

Paese d’origine: Francia Classificazione: F.C.I.: Gruppo 7- cani da ferma Altezza: maschi da 57 a 63 cm al garrese femmine da 55 a 60 cm al garrese. Tronco: il torace è ben disceso, almeno fino al livello del gomito. Il petto è mediamente largo e proporzionato alla profondità. Le coste sono arrotondate; il garrese è ben rilevato, il dorso dritto, il rene corto, leggermente arcuato, largo e ben muscoloso. La groppa è larga, ossuta e non troppo avvallata, possente e ben muscolosa. Il fianco è piatto e leggermente rilevato. Le labbra sono abbastanza forti, tali da conferire al muso un aspetto quadrato. Le labbra sono anche ben discese. La canna nasale è abbastanza lunga e dritta. Il cranio è ovale nella sua parte posteriore, fronte sviluppata senza esagerazione, senza eccesso di larghezza, si ricollega al muso con un salto naso-frontale marcato, ma non troppo accentuato. Le arcate sopraccigliari sono ben rilevate. I denti sono forti, bianchi, ben sviluppati e completi nel numero. Il collo è piuttosto lungo, abbastanza forte soprattutto alla sua inserzione con le spalle, leggermente arcuato, leggera giogaia a ricercarsi, ma senza esagerazione. Le orecchie sono attaccate basse in modo da evidenziare la rotondità del cranio. Gli occhi sono di media grandezza, di color nocciola scuro con espressione franca. Gli arti sono dritti, con avambracci forti e muscolosi. Il pelo è corto e morbido di bianco con macchie nere e macchiettature più o meno numerose oppure carbonato. Il colore più ricercato è il mantello a fondo bianco con macchie d’un nero blu, le macchiettature nere abbastanza numerose. Caccia Passione 43


Caccia Passione 44


Racconti di caccia

Sul poggio del Torrino.. tra verri e trenini..

Nella moderna caccia al cinghiale, quella per intendersi dei grandi numeri, le battute che ancora sono capaci di lasciare il segno non sono molte.

O

ggi le cacciate che rimangono impresse nella memoria di tutti divengono allora quelle durante le quali il valore dei contendenti, segugi, irsuti e sapiens trovano la massima esaltazione. Insomma quelle giornate al termine delle quali, a prescindere dal numero dei capi abbattuti, tutti vorrebbero dire con immenso orgoglio: quel giorno c’ero anch’io! Dopo tanta acqua finalmente il sole. Fortunatamente anche quest’anno con la squadra del Castellaccio abbiamo potuto godere di almeno un paio di cacciate di quelle che non si scordano. Battute dove segugi, canettieri e postaioli hanno saputo lavorare in perfetta sinergia riducendo al palo anche alcuni di quei verracci davvero poco raccomandabili che, come si usa dire in gergo, sanno «leggere e scrivere»! Quest’inverno almeno qui in Toscana il maltempo ha superato davvero se stesso, mettendo a dura prova anche i cinghialai più navigati. Così dopo circa due mesi di pioggia quasi ininterrotta, finalmente quel sabato mattina l’aria asciutta di tramontana sospinse lontani le nubi e ci regalò un sole raggiante. Dopo tante cacciate conciati come palombari, le coloratissime bardature anti acqua rimasero a casa e tutti noi canettieri affrontammo il bosco con rinnovato entusiasmo. Si cacciava sul poggio del Torrino, una vastissima zona di «macchia lente» intervallata da alcuni fittissimi roveti nei quali i cinghiali amano rimettersi quando dai quadranti orientali soffia teso il vento di levante. E quella gelida mattinata di fine dicembre il vento sferzava proprio da est. Insieme con mio padre Caccia Passione 45


avevamo fatto alcune perlustrazioni nelle vaste leccete che ammantano le pendici del Torrino e con sommo piacere avevamo rilevato che non vi era un solo metro quadrato di terreno che non fosse stato rovesciato a dovere. Le condizioni atmosferiche dei giorni precedenti avevano ridotto a terra ingenti quantità di succulente ghiande mature al punto giusto, autentica prelibatezza per i nostri amici setoluti. Dopo un breve consulto, stimammo che nella zona potevano esserci cinque o sei cinghiali, tra i quali un bel maschio che, a giudicare dall’orma, poteva raggiungere il quintale. Piero, fidatissimo addetto alle operazioni burocratiche ante-battute, fu celere più che mai, giacché la bella giornata di sole aveva riempito il rialto come da tempo non si vedeva. Un bel verro prelevato durante la battuta di caccia al cinghiale. La prima parte dell’armatura venne dunque sistemata seguendo l’alveo di un fosso che scende ripido dal crinale del poggio per raggiungere un ampio stradone, lungo il quale Caccia Passione 46

piazzammo gli scaccioni. Le ottime condizioni meteo agevolarono il lavoro dei nostri ausiliari e così, dopo un rapido accostamento, almeno tre segugi presero ad abbaiare a fermo in una della canoniche rimesse di quella zona di caccia. «I cani sono a fermo nel fitto del Torrino, attenti alle poste!!» – annunciò attraverso la radio uno dei canettieri vicini alla rimessa. Passarono pochi minuti e la maggior parte della nostra muta si portò a ridosso dei selvatici. I segugi intensificarono la loro azione serrando i selvatici, che non ressero a lungo. Il crescendo continuo dell’abbaio a fermo culminò in un’assordante levata: qualche cinghiale aveva abbandonato la lestra. La concitazione tra i canettieri fu immediata. « Sono partiti, eccoli eccoli!» «Attenti alle poste, l’animale è ritto!» «Forza scaccioni, vociate, vociate!» La canea era davvero spettacolare, una ventina di segugi Maremmani, eccitati più che mai, incalzava con decisione una bella scrofa di una sessantina di chili. Una coppiola rabbiosa ci avvertì che la canizza aveva raggiunto proprio la nuova armatura. Rimanemmo tutti con gli orecchi tesi verso la canea nella speranza di sentirla affievolire fino a spegnersi in corrispondenza delle Caccia Passione schioppettate. Così fu. Pian piano 46 gli abbai si diradarono sino a terminare definitivamente, si udì di tanto in tanto qualche abbaiaccio «a paura» di quelli fatti dai cani più giovani giunti per ultimi sulla spoglia del selvatico. La scrofa, che precedeva di qualche centinaio di metri la canizza, raggiunse il botro al trotto svelto, ma pochi metri prima di guadare si soffermò un istante per ascoltare meglio i suoi inseguitori. Cacciatore nella posta che attende il cinghiale spinto dalla canizza dei segugi. Il suo indugiare le fu fatale. Giancarlo, il fortunato postaiolo, mirò dritto alla spalla e lasciò andare due fucilate che parevano una. La scrofa, colpita da entrambi i proiettili, scartò sulla destra rovinando schiena a terra giù per l’argine del fosso. La sua discesa terminò a ridosso di un grande masso grigio a pochi centimetri dall’acqua. «È morta, è una bella femmina; chiamate i cani sono tutti qui!»


– dichiarò per radio Giancarlo pochi minuti dopo l’abbattimento. Quella nuova linea di fuoco pareva funzionare alla perfezione. Gli scaccioni posizionati subito appena fuori il fosso avevano lavorato alla grande, indirizzando con decisione i cinghiali verso l’armatura.

“Cinghiali accanettati... ma c’era una bella linea di fuoco.”

to silenzio, radio macchia trasmise a nastro la consueta domanda: «… poste che avete fatto ? ... È morto ?... poste rispondete!». La risposta giunse immediata e in tutti noi rinnovò il già crescente entusiasmo. Fabio, il responsabile dei postaioli, con la proverbiale flemma che lo contraddistingue, bisbigliò via radio: «… sulle poste è arrivato un bel trenino, almeno dieci cinghiali ci hanno scordonato in fila indiana a una trentina di metri, ne dovrebbero essere morti un paio, ma non sono sicuro; comunque sono rimasti tutti dentro, non n’è uscito nemmeno uno!». Il branco dei selvatici guidati da una vecchia scrofa era partito alla chetichella, come sovente fanno i cinghiali più scaltri e innervositi da ripetuti inseguimenti da parte dei segugi. Insomma come si usa dire in gergo quelli erano di certo cinghiali accanettati, di quelli che prediligono continui spostamenti all’arroccamento in una fitta rimessa. Un segugio a fermo sulle rimesse e cinque sei cinghiali in piedi nella zona di caccia sono davvero una bella prospettiva! Immediatamente decidemmo di accostare qualche segugio verso la zona dell’armatura dove il setoluto trenino aveva deragliato; ma non servì fare neanche un passo. Come un’esplosione dopo pochi secondi udimmo riaccendersi nel bosco una roboante canizza; erano i segugi che rientrando dalla prima canea avevano intercettato la scia olfattiva del branco rimettendosi prontamente in seguita. Le esortazioni di alcuni canettieri rimasti nelle retrovie furono continue: «Attenti scaccioni, urlate, sparate, fate fuoco i cinghiali vi puntano… forza, sono sei… dai, dai non vi fermate!». Come è facile comprendere, quei cinghiali che già avevano provato ad attraversare la linea dell’armatura difficilmente avrebbero rimboccato quella via di fuga; ad ogni modo gli scaccioni presero a fare il loro dovere reggendo i selvatici in battuta.

Mentre la maggior parte dei segugi si godeva ancora la preda, Tanacca, un giovane segugio maremmano fulvo, abbaiava di nuovo a fermo poco distante dalle rimesse dalle quali era partita la prima femmina. I suoi abbai potenti e cadenzati si udivano distintamente da grande distanza. Tanacca abbaiava di posizione, immobile a una decina di metri dalla lestra tenendo il naso sul filo del vento. L’acre usta del vecchio solengo li giungeva decisa. Di tanto in tanto la cadenza d’abbaio s’infittiva fino a culminare in spettacolari raddoppi di voci capaci di infervorare gli animi di tutti quelli che riuscivano a sentirlo. «… attenti, Tanacca abbaia a fermo; occhio potrebbe essere un verraccio!» – gridò Gabriele via radio mentre con due cani al guinzaglio tentava di accostare le accovature. «Chi ha recuperato i cani aspetti a sciogliere, meglio tentare il tiro a fermo!» – ribatté Rinaldo. In breve gli scaccioni ripresero le loro posizioni, e mentre un paio di volenterosi canai si incaricarono del recupero degli ultimi segugi rimasti intorno al selvatico, gli altri presero ad avvicinarsi verso il cane a fermo. «Attenti gli vado sotto!» – urlò via radio Rinaldo, il responsabile dei canettieri, prima di sparire tra stipe e corbezzoli. Mentre tutte le nostre attenzioni erano rivolte verso Tanacca, udimmo nella parte bassa della linea di fuoco una micidiale scarica. L’eco, di almeno otto schioppettate sovrapposte, si rincorse per tutta la vallata del torrente Chioma. Lo stupore Bravo Tanacca! per quell’inaspettata Santa Barbara ci assalì spontaneo.Cinghiali abbattuti durante la giornata di caccia Dopo qualche istante di assolu-

Caccia Passione 47


Franchi Intensity 12/89 supermagnum per oche e tacchini.

Quasi in sordina la Franchi prosegue nella sua marcia cadenzata proponendo via via fucili interessanti e specifici per i diversi settori della caccia passando dal liscio al rigato per tornare qui al liscio di massima potenza

D

a noi non è molto impiegato mancando o quanto meno avendo poche occasioni per sfoderare tanta potenza, ma all’estero, specie negli Stati Uniti, è un fucile che ogni cacciatore serio deve avere in rastrelliera: parliamo del semiautomatico camerato per il calibro 12/89 detto familiarmente supermagnum. Già le cariche maggiorate del normale 12/70 sono arrivate a spingere a buona velocità i 42 g di pallini, poi il magnum 12/76 ha spinto più in là i termini del problema e i 52 g sono diventati una consistente soluzione per colpire prede coriacee e a maggiore distanza. Non contenti ci si è spinti oramai da parecchio tempo sulla cartuccia 12/89 in tutto sostitutiva del calibro 10 Magnum che, come qualcuno ricorderà, aveva fatto una non lunga apparizione sulla nostra scena vena-

Caccia Passione 48 50

toria alla fine degli Anni 60. Le leggi sempre tendenti a mortificare la caccia secondo una logica poco vincolata alla tecnica avevano poi imposto il limite massimo del calibro, non della carica, a quel 12 che ha rappresentato,


Fucili da caccia e tuttora rappresenta, il factotum armiero del cacciatore a pallini. A leggi strane si contrappongono soluzioni intelligenti, figlie di chi opera tutti i giorni nel campo specifico e deve mandar avanti fior di aziende con tutte le persone che vi operano. Ecco allora il ritrovato di allungare ulteriormente il bossolo da 76 mm dei magnum portandolo alla stessa misura che aveva proprio quel calibro 10 Mg. sopramenzionato. Lo studio dell’interno partendo dal buscione per salire al borraggio e alla chiusura ha consentito di stivare una carica di 64 g che ben si presta a insidiare prede particolari.

Poniamo ancora l’occhio all’America e vedremo senza dubbio una grande dovizia di acquatici con una variegata serie di anitre, quindi uccelli di peso ridotto, ma pur sempre molto coriacei per il giubbotto in piumino

antiproiettile che, se non è contemplato come tale nei trattati naturalistici, almeno tale sembra quando la rosata di pallini non produce l’effetto desiderato. Alziamo idealmente l’obiettivo e ci troveremo di fronte alle oche che rappresentano la preda di elezione per questo fucile: reperibili nella vecchia Europa come di là dell’Atlantico questi uccelli stupendi e intelligentissimi navigano a quote di sicurezza imponendo sovente dei tiri al limite e anche fuori della portata di un 12/76. Da ultimo vediamo la caccia al tacchino selvatico e anche qui poter disporre di una rosata ben guernita di pallini di diametro grosso a una distanza oltre i 50 m è un vantaggio non da poco e sovente fa la differenza fra catturare e lo star a guardare.

Arriviamo ora a citare un altro dei motivi che hanno condotto alla soluzione del supermagnum: l’obbligo di usare pallini in ferro o acciaio in luogo di quelli piombo, oramai in vigore in parecchie nazioni, specie proprio per la caccia agli acquatici, ha richiesto un maggiore spazio per stivare i 55 g di pallini in tali materiali. Considerando il minor peso specifico rispetto al piombo è intuibile come in pari volume ci sia minor peso; altrettanto intuibile come tale caratteristica comporti un più rapido decadimento della velocità e quindi dell’energia, compensato dalla tendenza di queste rosate a mantenersi più fitte, quindi a disperdere di meno alle diverse distanze.

Caccia Passione 49 51


Occorre prevedere pallini di diametro superiore, anch’essi con stivaggio di minor resa e in numero inferiore nello stesso volume. Borre contenitore e altri componenti della cartuccia sono stati pensati proprio con tali finalità e di pari passo hanno fatto i costruttori di armi per studiare canne adeguate.

La tecnica del Franchi

Partiamo dalla quotazione che in Casa Franchi è osservata con molta attenzione e il rapporto con la qualità dev’essere adeguato e favorevole: la calciatura viene proposta solo in polimero in colore nero o camo considerando l’impiego cui il fucile verrà sottoposto. Non manca certo il calciolo speciale in tre misure del tipo Tsa Adv o Tsa Gel che funge da giusta contrapposizione nei confronti della scelta di mantenere il peso complessivo dell’arma intorno ai 3,2 kg con canna da 66 cm, entità giudicata ottimale dal cacciatore medio odierno che privilegia comodità e maneggevolezza Caccia Passione 50

ponendo talvolta in second’ordine la miglior resa balistica: in effetti, e detto fuori dai denti, tale misura è del tutto risibile e inappropriata e per fortuna che si propongono anche quelle da 71 e 76, ma sarebbe consona all’impianto quella da 81cm. La scelta viene motivata dalla Casa con la sagace osservazione secondo cui il fucile si porta molto di più di quanto si spari e che l’impiego delle cartucce da 89 mm sia molto sovente messo in secondo piano dall’uso di quelle da 76 o anche da 70 mm con cui l’arma funziona perfettamente, badando solo ad avere un’energia alla bocca pari ad almeno 230 kgm. In buona sostanza a chi riversa su un solo fucile tutto il ventaglio delle proprie esigenze può anche andar bene una canna corta, ma chi fa del supermagnum il compagno di una caccia altamente specifica dovrà metter da parte certe leziose comodità e badare al sodo, cioè alla effettiva resa balistica garantita unicamente da certi parametri.


Fucili da caccia

Il bilanciamento statico e dinamico viene come passo successivo per fornire un fucile in grado di sparare anche parecchi colpi, sia in rapida successione, sia come numero totale nel corso delle ore di caccia. Tecnicamente osserviamo il castello chiuso, ricavato da un estruso di ergal, e la canna in acciaio al carbonio, internamente cromata e dotata di una piccola prolunga posteriore di registro per la corretta centratura. La massa complessiva ottenuta da questi elementi garantisce il bilanciamento ottimale grazie anche alla disposizione della molla di recupero posta anteriormente, calzata sul tubo serbatoio e interna all’astina. Il sistema inerziale si basa sempre sulla testina rotante con alette frontali, ma questa che definiremmo una trazione anteriore fa lavorare le masse in linea con la canna e. Ancora un cenno alla canna per cui sono pre-

visti tre strozzatori lunghi 5 cm, ovviamente adatti ai pallini di acciaio, con il 4 stelle che in quest’ultimo caso si rivela la soluzione ottimale; per il piombo quelli a 1 o 3 stelle forniranno le prestazioni adeguate a ogni esigenza. Da ultimo la piacevole annotazione della garanzia di 7 anni concessa per le parti meccaniche che dovessero presentare cedimenti strutturali. Caccia Passione 51


Winchester Power Max bonded

La cartuccia in .30-06..

Esaminiamo una recente realizzazione della Casa statunitense nella serie di cartucce ad alte prestazioni, dotata della palla bonded per impiego su selvaggina di buona struttura dove occorre una decisa cessione di energia.

O

gni fabbricante di livello nel settore delle cartucce per la canna rigata ha una o più serie di fabbricazione molto accurata che noi riteniamo adatte a chi ricerca una precisione intrinseca adeguata ai tiri a lunga distanza, diciamo intorno al ½ MOA, utile a sfruttare la resa di carabine altrettanto accurate e delle ottiche di ultima generazione con torrette balistiche e

Caccia Passione 52

quant’altro consente di spingere la distanza un po’ più in là, ma soprattutto, e questo preme dirlo, di assicurare alla distanza confacente alle proprie capacità e al dovuto senso etico, di piazzare la palla con sicurezza nel punto dove si è mirato. L’ambito commerciale di queste cartucce speciali va visto in quei cacciatori che non amano mettersi a ricaricare, sparano i pochi colpi che servono,


Munizioni compresi quelli per la verifica annuale della taratura, poi la questione termina e se ne riparla l’anno successivo. Comprensibile come a costoro i pur splendidi risultati della ricarica domestica non interessino: il vantaggio economico, sensibile e apprezzabile, li tocca molto poco visto il numero, esiguo in definitiva, dei colpi sparati. Siamo arrivarti a questo punto, il prezzo, che rappresenta l’unica negatività di tali cartucce e che sarebbe uno scoglio insuperabile per i frequentatori abituali dei poligoni: da quanto osserviamo e con la diffusione della caccia con la canna rigata, oramai molti si sono instradati alla soluzione

una percentuale enorme delle camerature nei semiautomatici per la caccia al cinghiale. Esaminiamo da vicino questa cartuccia: bossolo in ottone di ottimo aspetto, ben finito con solco liscio, fondello con scritte nitide e tasca dell’innesco senza sbavature, raccordi regolari nei passaggi corpo, spalla e colletto, crimpatura del proiettile poco visibile, ma molto ferma. E’ proprio la palla a contenere le peculiarità di tale cartuccia: del tipo Power Max bonded e con peso di 150 gr dà subito un’ottima impressione: dalla

industriale e le soddisfazioni non mancano. Il preambolo per osservare e prendere in esame una delle recenti realizzazioni della Winchester per la propria linea Super X: siamo caduti quasi fatalmente sul calibro .30-06 Sprg. considerando come venga usato diffusamente anche nella caccia in montagna, nelle zone collinari per l’ampio ventaglio di cervidi e mufloni, e poi rappresenti

massima circonferenza, mantenuta per circa la metà della lunghezza, il profilo segue una curvatura a raggio aperto, quindi con pareti che paiono quasi diritte per rastremarsi nella stretta ogiva a profilo pressoché conico, dotata di un minuscolo foro che risulta otturato da una sostanza plastica. Questo è quel che appare alla vista: molto interessante l’interno perché, come detto, la palla è del tipo bon-

LA CARTUCCIA:

Caccia Passione 53


ded, quindi con il nucleo centrale in piom- ti adeguati i valori di energia che la carica bo, saldato alla camiciatura a base chiusa, esprime e che indichiamo in kgm alle distanspessore differenziato e rastremazione verso ze sopra citate: 392, 319, 258, 206, 163 e 127. l’apice. Secondo i canoni tale profilo assicura

buone doti di volo e una notevole precisione mentre la struttura del proiettile consente il ritegno quasi del 100% della massa e un affungamento che raddoppia il diametro originario: si avrà dapprima un forte penetrazione poi un tramite molto lesivo, con una cessione medio rapida di una cospicua parte dell’energia sviluppata e un deciso potere vulnerante. Sulla bella scatola rossa sono riportate, in misure statunitensi, le prerogative del prodotto ccon la sua destinazione specifica riferita ai selvatici del luogo, quindi cervo rosso e cervo coda bianca. La tabella balistica utilmente esposta indica in yarde e pollici le velocità e i cali di traiettoria riferiti alle distanze di 0 – 100 – 200 – 300 – 400 – 500 yarde che tradotti in m/sec danno V/0 di 890, V/100 di 803, V/200 di 721, V/300 di 645, V/400 di 573 e V/500 di 507. Le variazioni in cm (sempre riferite a traguardi in yarde) vanno alle suddette distanze da -3,8 a +4,6 a 0,0 a -20,3 a 60,5 a 125,5. Si ha quindi un buona tenuta almeno fino alle 300 yarde, poi com’è logico, il calo si fa sentire. ParimenCaccia Passione 54

Per concludere: Questa cartuccia della Winchester possiede tutte le prerogative per ben figurare quanto a precisione e letalità: oltre agli ungulati classici per cui è davvero specifica, la vedremmo bene anche sul cinghiale dove, alle distanze consone a tale specifica caccia, la struttura del proiettile unita all’alta velocità, sempre rispetto al calibro, consentono penetrazione e soprattutto shock idrodinamico adeguati a fermare il re della macchia.



Swarovski Optik..

App per calcolare anticipo tiro bersagli in movimento.. Preparatevi a tirare a bersagli in movimento con la nuova app di SWAROVSKI OPTIK per calcolare l’anticipo di tiro.

P

er andare a segno quando fate caccia in movimento avete bisogno di una grande esperienza, di saper mirare correttamente al bersaglio in pochi secondi e di avere grandi doti di tiratore. Ciò significa che la vostra tecnica deve essere istintiCaccia Passione 56

va, in quanto colpire un bersaglio in movimento mettendo sempre al primo posto la sicurezza è molto più difficile che colpirne uno stazionario. Per aiutare i cacciatori a far fronte alle difficoltà insite nella caccia in movimento, SWAROVSKI OPTIK ha sviluppato


Ottiche una innovativa app per calcolare l’anticipo di tiro che può essere scaricata gratuitamente fin da ora dall’App Store o da Google Play. Caccia in movimento: una sfida complessa per i cacciatori. La caccia in movimento si sta diffondendo sempre di più in numerose aree in coincidenza con l’aumento dei cinghiali. Ciò ha inoltre generato nuovi requisiti per cacciatori e ottiche da puntamento. La caccia in movimento rappresenta, infatti, una sfida particolare che richiede un’attenta pianificazione prima della battuta di caccia e la massima concentrazione durante il suo svolgimento. Corretta valutazione e rapida

In questo modo riuscirà a stimare sempre meglio l’anticipo di tiro quando il bersaglio è in movimento. In teoria, il cacciatore potrà acquisire maggiore esperienza per tirare in modo responsabile e sicuro e ottenere risultati migliori durante battute di caccia in movimento. La nuova app di SWAROVSKI OPTIK per calcolare l’anticipo di tiro. Caratteristiche dell’app di SWAROVSKI OPTIK per calcolare l’anticipo di tiro. Questa applicazione di SWAROVSKI OPTIK prevede due modalità: demo e pratica di tiro. La modalità demo consente di selezionare liberamente tutte le variabili in modo che il

risposta: app di SWAROVSKI OPTIK per calcolare l’anticipo di tiro. Grazie alla nuova app di SWAROVSKI OPTIK per calcolare l’anticipo di tiro, il cacciatore può esercitarsi a stimare distanze, la velocità del bersaglio e del proiettile in modo rapido e affidabile.

cacciatore possa cimentarsi in particolari situazioni di caccia. In questo caso, l’anticipo di tiro viene visualizzato automaticamente. In modalità pratica di tiro, il programma utilizza un generatore di numeri casuali per selezionare variabili diverse, in modo che Caccia Passione 57


l’utente possa costantemente affrontare nuove situazioni che rispecchiano condizioni di caccia reali. In questo caso, l’utente deve selezionare la posizione del tiro. L’app prevede le seguenti variabili (in varie unità di misura): distanza, anticipo, velocità del proiettile e del bersaglio. Le opzioni disponibili per il terreno di caccia sono: foresta matura, prato,

ha tutte le carte in regola. Da quando è stato lanciato sul mercato nel 2007, oltre 100.000 cacciatori di tutto il mondo hanno acquistato la sua versione originale con zoom 6x, per utilizzarla soprattutto per battute di caccia in movimento. L’ampio campo visivo garantisce automaticamente una maggiore sicurezza in quanto consente di acquisire il bersaglio

spazio aperto. Le munizioni possono essere specificate manualmente o definite in base alla selezione di caratteristiche predefinite (cartucce ad alta, media o bassa velocità). Per quanto riguarda la preda, è possibile scegliere tra un cervo rosso o un cinghiale di diversa taglia. La distanza del bersaglio e la sua velocità di spostamento (spostamento, corsa, rapido movimento) sono anch’esse variabili. La modalità pratica di tiro consente di regolare l’ingrandimento tra 1x e 6x e di selezionare vari reticoli (4-I, 4A-I, LD-I, CD-I). App Swarovski Optik in funzione sul terreno di caccia Z6i: perfetta visione di bersagli in movimento. Quando si tratta di cacciare in movimento, il cannocchiale da puntamento Z6

più rapidamente. Il cannocchiale da puntamento Z6 di SWAROVSKI OPTIK mostra la sua versatilità. Non importa se vi trovate in una folta macchia con una distanza di tiro di 20 metri, o in mezzo a un’ampia area falciata con una distanza di tiro di 100 metri, non potreste essere meglio equipaggiati di così quando arriva il momento di sparare. Un binocolo CL Companion è la scelta ideale per chi fa caccia in movimento e desidera uno strumento di osservazione leggero, compatto, poco appariscente e di facile uso per non intralciare il tiro. Dato il suo design leggero e compatto, il binocolo CL Companion sarà sempre a portata di mano.

Caccia Passione 58


Ottiche


Caccia Passione 60


Racconti di caccia

Caccia alla Beccaccia... Scacco matto alla Regina del bosco.. Nuove e vecchie generazioni di cacciatori si confrontano e traggono insegnamenti di vita e venatori reciproci; quel che l’esperienza di un cacciatore di regine può insegnare al novello entusiasta.! Di andare a caccia di beccacce con un fucile in mano, ho avuto desiderio ardente fin da ragazzino, non per il gusto del prelievo, ma perché considero la caccia una scuola di vita e di arte che mi rende vero e consapevole amate della natura.!

era fermento. Mi padre, sempre accompagnato dai suoi meravigliosi cani da caccia, rimase sempre fedele ai setter e temo che la passione sia genetica. I miei primi ricordi di caccia infatti si legano a Vigo, un favoloso esemplare che addestrammo personalmente; ricordo

ancora tutto alla perfezione: albeggiare, Per me andare a ...Ricordo ancora bene quelodore di caffe in casa, caccia è una cosa seria, un confron- la mattina... e il nostro ami- Vigo eccitatissimo e to con la natura, un co cacciatore con bellissi- partenza di tutta fretta verso il bosco con modo per viverla e mo carniere di beccacce... tutelarla: mio padre papà e alcuni amici. Le giornate migliori d’altronde era un cacciatore di quelli veri, dotati di etica e di erano quelle limpide, nuvolose solo a tratti: valori che mi ha trasmesso. Caccia solo quel- allora l’erba brillava per via della rugiada e l’atlo di cui hai bisogno, ama l’ambiente, abbi mosfera era quasi da sogno. Certo questo non rispetto della tua preda sono alcune delle capitava spesso, ma di queste giornate ne riregole che cerco di passare ai nuovi caccia- cordo tante. Durante una di queste, avrò avuto tori di oggi: purtroppo non è così semplice! 17 anni scarsi, trascorsi una mattina di caccia Io sono originario della Bassa Padana e nel davvero indimenticabile. Come al solito la mese di ottobre, quando s’intensificava il passo giornata era partita sotto il “nostro” albero, il della regina nelle nostre zone, fra i cacciatori punto di ritrovo di tanti amici: chissà quante Caccia Passione 61


sere abbiamo trascorso a discutere della caccia appena conclusa sotto la vecchia quercia… Il gruppo si inoltrò presto nel bosco dirigendosi verso i punti di pastura che conosceva bene e io dopo un’attesa che al cane probabilmente sembrò eterna, liberai finalmente Vigo. Guardarlo era un piacere: perlustrò la zona come al solito e presto ebbe un’idea chiara di tutto il dintorno abitato da pioppi, rovi, ginepri, robinie e fontanili. Insomma il luogo era zona di pastura Caccia Passione 62

ideale per la regina dei boschi. Vigo più volte rallentò e affinò la ricerca, specie in prossimità di alcune zone in cui la macchia si faceva più fitta, a testa alta, per catturare qualsiasi odore. Buona parte della mattina trascorse inutilmente: nessuna traccia della beccaccia e molti dei nostri compagni decisero di tornare a casa per ritentare nel pomeriggio. Mio padre a quel punto mi strizzò l’occhio: lo diceva sempre che la caccia non è matematica. Mi consigliò di pren-


Racconti di caccia dere una strada diversa per far rientro all’albero e alla macchina: più lunga, poco battuta sia dai cacciatori, sia dalle beccacce. Lo confesso, pensai che non ci fosse tanto con la testa ma decisi di seguirlo, esattamente come fece il cane, un poco rattristato dalle aspettative tradite. Il guizzo di Vigo fu sorprendente quando percepimmo, poco distante da noi la favolosa frullata della regina. I primi tiri furono una vera e propria vergogna! Buon per la beccaccia: tutta colpa della precipitazione e soprattutto della mia distrazione. E chi pensava di trovare nel bel mezzo del nulla una beccaccia? Trascorse del tempo, forse una mezzora e le mie speranze stavano per appassire di nuovo quando notai Vigo rallentare il suo passo, farsi circospetto e dannatamente silenzioso: trovata! Il cane, quasi rispettoso della Regi-

na prese una ferma splendida: mio padre con uno sguardo mi concesse il passo e mi invitò a calmarmi: benedetta gioventù. Caccia alla Beccaccia: Amici Cacciatori dopo una giornata di caccia alla Regina del Bosco, la Beccaccia. Il nuovo frullo del volatile richiamò la mia attenzione: volava bassa, facendo slalom fra un’infinità di ostacoli che la nascondevano. La mia doppietta conquistò un ciuffo di rovi e sfiorò un ramo di ginepro, ma mio padre che aveva seguito tutta la scena, con un tiro bellissimo riuscì a fermare quella favolosa beccaccia. Mentre Vigo riportava la preda strizzò l’occhio: la prossima sarà tua. Quel giorno imparai che la caccia non è regole ferree ma piuttosto istinto, che ogni cacciatore deve imparare ad ascoltare e che con l’impazienza non si va da nessuna parte...

Caccia Passione 63


Accessori per la caccia LIONSTEEL TM1 Black Micarta. LIONSTEEL presenta il modello TM1 realizzato su disegno di Molletta, coltello davvero robusto, tecnologico e leggero. Coltello tuttofare, non disdegna gravosi lavori outdoor. L’impugnatura è costituita da un blocco unico di micarta lavorata 4D a controllo numerico, in questo modo si è ottenuto un coltello dall’impugnatura leggera, ma robustissima e rigidissima. La lama realizzata in acciaio Sleipner Black con trattamento TiNi temprato a 60/61 HRC.

FENIX E05 torcia LED È uesto modello di torcia FENIX, è un utilissimo portachiavi il modello E05, realizzato in alluminio aereonautico funziona con un LED (Cree XP-E R2 che garantisce 100.000 ore di servizio) con output luminoso di 27 lumen , garantito da certificazione ANSI-NEMA (American National Standar Istitute e Association Electrical and Medical Equipment Manufacturers). Una potenza davvero incredibile in un piccolo portachiavi del peso di soli 11 grammi senza batteria. Grandissima potenza e profondità massima di campo a 24 metri. L’ E01 funziona con una batterie AAA al litio. Indicato come portachiavi di grande utilità. Dotato di anello per portachiavi ed or di ricambio. La torcia è dotata di un numero di matricola diverso da pezzo a pezzo in modo da esser sempre rintracciabile.

Occhiali Balistici da Tiro della RADAR con astine regolabili. RADAR, ditta leader mondiale per buffetteria e fondine, lancia la sua linea di occhiali. Realizzati in policarbonato ad alta resistenza a norma EN166, proteggono da raggi UV400, sono leggerissimi e stabilissimi, antiappannamento, adatti ad ogni situazione dove un organo importante come l’occhio ha bisogno di protezione, caccia, pesca, tiro a segno, parapendio, arrampicata, equitazione, soft air e tutte quelle attività all’aria aperta dove necessita protezione da sole, vento o polvere. Qui viene presentato il modello con lente scura, astine regoalbili e nasello softpad in silicone, altissimo comfort ed ideali per ogni attività al sole. Davvero indispensabili per il tempo libero, lo sport, l’avventura. Caccia Passione 64



Caccia Passione 66


Veterinaria

La Sindrome di Wobbler.. nel cane da caccia..

Caccia Passione 67


La Sindrome di Wobbler nel cane da caccia..

Sindrome poco nota, quella di wobbler causa instabilità e insicurezza nella camminata del tuo cane che può degenerare nella totale paralisi degli arti anteriori e posteriori.

I

l cane affetto da questa malattia è caratterizzato da una certa instabilità sulle zampe e da un notevole traballamento. Detta anche spondilolistesi, instabilità Caccia Passione 68

vertebrale cervicale, spondilopatia cervicale, malformazione cervicale, in realtà la malattia consiste in un fenomeno compressivo del midollo spinale cervicale che può colpire i cani


Veterinaria in giovane età, specie quelli di taglia grande e molto grande come ad esempio il San Bernardo, l’Alano, ma anche il Mastiff, Labrador, Dalmata etc, ma che spesso colpisce il cane intorno ai 6 anni, specialmente se maschio. In generale queste compressioni si presentano a causa di una instabilità vertebrale, ma anche per colpa della malformazione della struttura ossea, cattiva articolazione scheletrica e alterazioni del lume nel canale spinale. I sintomi sono chiari fin da subito visto che il cane presenta difficoltà nella locomozione e nei casi più gravi anche disturbi neurologici. Inizialmente i problemi motori possono essere però compensati dalle parti non lese: il problema vero si ha con l’espandersi della malattia che lentamente diviene irreversibile e può, nei casi più drastici, portare alla paralisi delle 4 zampe.

anteriori che si fanno più rigidi e obbligando il cane a muovere passi sempre più piccoli. La sindrome di Wobbler nei cani da caccia può degenerare nella paralisi degli arti inferiori I fattori che normalmente accentuano la malattia sono una crescita troppo veloce: questa può essere causata da un’alimentazione potenziata con troppo calcio, fosforo ma anche proteine. Pericolosi anche i traumi e non di rado la causa principale è una predisposizione genetica. Barcollamento, paresi e anomalia nella postura del collo insieme con resistenza alla manipolazione della zona cervicale sono tutti allarmi che debbono avvisare il proprietario che c’è qualcosa che non va. Altre avvisaglie sono relative ad una certa incontinenza da parte del cane, ma anche cedimenti durante una qualsiasi attività fisica, la quasi totale impossibilità all’accoppiamento

I primi sintomi visibili dal proprietario sono relativi alla camminata del cane, che articola passi più lunghi con gli arti posteriori, ma lentamente la malattia coinvolge anche gli arti

e al sollevarsi da terra. Non è raro che la sindrome di Wobbler venga confusa con altre similari: la mielopatia generativa ad esempio provoca sintomi analoghi, come le patologie Caccia Passione 69


vascolari e i tumori cerebrali; quel che conta è che la diagnosi, meglio se precoce, sia confermata da esami clinici. In quel caso la guarigione può essere addirittura completa, insieme con il recupero dell’uso delle zampe anteriori e posteriori. Gli interventi sono chiaramente chirurgici, preceduti da qualche risonanza magnetica o radiografie. All’intervento segue una più o meno lunga riabilitazione post operatoria conclusa la quale il cane potrà considerarsi completamente guaCaccia Passione 70

rito. Cane da caccia a lavoro e sindrome di wobbler Nei casi di sindrome lieve però non è raro si tenti di migliorare la situazione con l’esclusivo uso di antinfiammatori e di posta a riposo dell’animale che potrà essere gessato o bloccato all’altezza della testa. Il consiglio dunque è sempre lo stesso: osserva il tuo cane, portalo periodicamente da un veterinario e riservagli tutte le attenzioni che lui riserva a te; in questo modo si potranno evitare tante complicazioni lunghe e pericolose.


Caccia Passione 73


INVIA LA TUA FOTO La foto del mese

Caccia alle anatre con

Le migliori immagini verranno pubblicate, a discrezione della redazione, all’interno del portale, della rivista o in altre pubblicazioni curate da Caccia Passione. Caccia Passione avrà diritto d’uso e pubblicazione gratuita dei materiali inviateci spontaneamente. Ogni autore dichiara di detenere i diritti di Copyright delle foto inviate e dei manoscritti e sarà responsabile personalmente per l’oggetto ritratto nella foto presentata sollevando già da ora Caccia Passione da qualsiasi responsabilità. In ogni caso il materiale trasmesso non verrà restituito


Spaniel su lepre

Collabora con Caccia Passione:

INVIA LE TUE STORIE

Caro amico cacciatore se sei amante della fotografia naturalistica e/o venatoria, oppure ami scrivere e raccontarci le tue imprese venatorie e vorresti vedere le tue foto o i tuoi articoli pubblicati su Caccia Passione, puoi inviare i tuoi manoscritti o i tuoi scatti accompagnandoli da una didascalia e dal nominativo dell’autore, all’indirizzo email: redazione@cacciapassione.com


SUL PROSSIMO NUMERO Normativa Venatoria: La cessione di armi fra privati

CACCIA PASSIONE

Anno III – N° 11/12 Nov. - Dic. 2014 www.cacciapassione.com Direttore Responsabile Pierfilippo Meloni Vicedirettore Domenico Mansueto Direttore Marketing Valerio Troili marketing@cacciapassione.com

Armi da Caccia: Fausti Italyco

Collaborazioni Claudia Zedda, Diego Mastroberardino, Giovanni Di Maio, Rosalba Mancuso, Pierfilippo Meloni, Domenico Mansueto, Kalaris, Valerio Troili, Federico Cusimano, Emanuele Tabasso. Traduzioni, Grafica e Impaginazione A cura della Redazione Pubblicità Ilaria Troili - Cell. 335.6408561 commerciale@cacciapassione.com Fotografi Archivio Caccia Passione, Shutterstock Redazione Via Camillo Golgi, 1 - 20090 - Opera (MI) redazione@cacciapassione.com Cell. 3383243383 Service Provider Made Network srl Via Macanno, 59 - Rimini (RN) Editore Caccia Passione s.r.l. Via Camillo Golgi, 1 - 20090 – Opera (MI) Cell. 3383243383 redazione@cacciapassione.com

Cani da caccia: Cani da ferma tedeschi a confronto.

Registrazione in Tribunale n. 17 del 21/01/2012 Direttore Responsabile: Pierfilippo Meloni ®CACCIA PASSIONE E’ UN MARCHIO REGISTRATO. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. VIETATA LA RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE SE NON AUTORIZZATA. MANOSCRITTI E ILLUSTRAZIONI , ANCHE SE NON PUBBLICATI, NON SI RESTITUISCONO.


Per Informazioni o Prenotazione degli Spazi Pubblicitari Contattare: commerciale@cacciapassione.com oppure chiamaci al 335.6408561

www.cacciapassione.com Caccia Passione s.r.l. - Via Camillo Golgi n.1 - 20090 Opera (MI) - Tel 3383243383



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.