Caccia Passione dicembre 2013

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ANNO II nr.12 - dicembre 2013

caccia passione Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

Migratoria:

• caccia alle anatre, consigli utili per insidiare le anatre di passo

Ungulati:

• caccia al muflone, le tecniche, le armi e le munizioni più idoneee

Caccia e cacciatori:

• a caccia di buone fotografie, una passione contagiosa

La pernice rossa

caratteristiche, conservazione e gestione


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ANNO II nr.12 - dicembre 2013

caccia passione Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

in copertina

La pernice rossa

12

caratteristiche, conservazione e gestione Migratoria:

• caccia alle anatre, consigli utili per insidiare le anatre di passo

Ungulati:

• caccia al muflone, le tecniche, le armi e le munizioni più idoneee

Caccia e cacciatori:

• a caccia di buone fotografie, una passione contagiosa

La pernice rossa

caratteristiche, conservazione e gestione

La Pernice rossa è un galliforme dall’aspetto tozzo e compatto, misura circa 33-35 cm, ed è molto simile alla Starna soprattutto nel piumaggio giovanile.

sommario Anno II Nr. 12

18 Migratoria: caccia alle anatre,

consigli utili per insidiare le anatre di passo

24 Ungulati: caccia al muflone, le

www.cacciapassione.com Pg 6 News venatorie

a cura della redazione

Pg 12 S tanziale: la pernice rossa, caratteristiche, conservazione e gestione.

Giovanni Di Maio

tecniche, le armi e le munizioni Pg 18 M igratoria: caccia alle anatre, più idonee. consigli utili per insidiare le anatre di passo Claudia Zedda C accia e cacciatori: a caccia di buone fotografie, una pasPg 24 Ungulati: caccia al muflone, sione contagiosa le tecniche, le armi e le munizioni più idonee.

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Diego Mastroberardino


Sommario Stanziale: la pernice rossa, caratteristiche, habitat, conservazione e gestione.

Pg 56 M unizioni: Winchester Supreme Elite XP3

Domenico Mansueto

Pg 58 Ottiche: cannocchiali puntamento “Weaver”

da

Rosalba Mancuso

Pg 63 Racconti venatori: a caccia di cinghiali con il nonno

Kalaris

Pg 73 Veterinaria: allergie alimentari Rosalba Mancuso

Pg 30 Caccia e cacciatori: a caccia di buone fotografie, una passione contagiosa

Kalaris

Pg 34 Caccia all’estero: in Serbia con il fucile in spalla

Diego Mastroberardino

Pg 44 Cani da caccia: i migliori amici dei cacciatori

Pierfilippo Meloni

Pg 50 Fucili da caccia: Grizzly, l’artiglio supermagnum

bia con il fucile in spalla

Claudia Zedda

Pg 38 C ani da caccia: Il Clumber Spaniel: stoico, forte e dal fiuto eccellente

34 Caccia all’estero: in Ser-

Breda del

38 Cani da caccia: il Clum-

ber Spamiel, stoico, forte e dal fiuto eccellente

44 Cani da caccia: i migliori amici dei cacciatori

Emanuele Tabasso

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Editoriale Caccia Passione, Un altro anno di successi.

Cari Lettori, desidero ringraziarvi per la fiducia da oltre dieci anni a noi accordata.. Ricordo quando si iniziava questa fantastica esperienza ove nessun Editore dava ancora credito al mondo online e tutti pensavano solo a stare nelle edicole.. Noi no, volevamo esser presenti nei vostre case con un prodotto gratuito d’informazione d’alta gamma, così abbiam deciso di creare una Testata giornalistica interamente online, capace d’informare quotidianamente i Cacciatori italiani e Esteri, con i suoi articoli e radazionali tradotti anche nelle principali lingue straniere. Il tempo è passato, ma lo spirito e la voglia di fare è sempre tanta, ora che tutti gli altri Editori, guardano l’online come una certezza, poiché con l’arrivo in tutte le case della banda larga e degli smartphone, i siti e le testate online oramai son tante, ma tra improvvisati e pochi seri professionisti, possiamo e non per presunzione confermare, di essere ancora la prima Testata giornalistica specializzata sulla Caccia in Italia. I nostri numeri e il vostro affetto ci danno conferma.. Ma parliamo di “numeri”, Caccia Passione con il suo Portale a carattere venatorio raggiunge tutti i mesi le oltre 2.500.000 di pagine lette/mese, confermando così la nostra Testata tra i grandi Editori specializzati italiani; “numeri” che nel comparto caccia non son neppur ravvicinati da nessun altro Editore venatorio. Inoltre da due anni abbiamo voluto aggiungere la Rivista digitale “Caccia Passione”, quest’ultima con le sue foto in alta risoluzione e i suoi articoli a firma dei Grandi della caccia in Italia, rendendo la nostra Rivista attraente e visibile a Tutti voi gratuitamente.. Da sempre, puntuali, autorevoli e accreditati tra i Cacciatori e gli addetti ai lavori, desideriamo esprimere la nostra gratitudine a tutti e nell’occasione porgerVi i migliori Auguri di Buon Natale e un Felice Anno 2014. Con Affetto, . Pierfilippo Meloni


ANUU sul passo, “la stagione volge al termine” ANUU Migratoristi fa il punto sul passo migratorio in Italia in base ai dati raccolti dall’Osservatorio Ornitologico di Arosio, “la stagione volge al termine”.

M

ancano pochi giorni alla chiusura dell’attività di studio 2013 dell’Osservatorio ornitologico di Arosio della FEIN. Prima di riprenderla per la diciottesima edizione del Progetto svernanti, ora è il momento della raccolta dei dati per un esame complessivo di un’annata sicuramente non esaltante, salvo il periodo dedicato agli estatini che sono stati abbastanza numerosi per alcune specie, prima fra tutte la Balia nera, seguita dal Beccafico, dal Codirosso e dal Luì piccolo. Poi, da ottobre in avanti, è stata una disillusione. Però, se andiamo a ritroso nel tempo leggendo il vecchio registro datato 1859 della famiglia Bana, vi sono state annate similari a quest’ultima, il che conferma che le fluttuazioni numeriche rappresentano una normalità nelle fasi migratorie. Purtroppo, quanti seguono giornalmente sul campo questa attività di ricerca e monitoraggio, come i tecnici della stazione arosiana, non vorrebbero mai avere queste stagioni negative. Ma il gioco della natura vuole anche queste imba-

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razzanti situazioni a cui si deve sottostare. Tutto questo per sottolineare che la settimana appena conclusa nuovamente non ha offerto nulla di interessante, se non una decina di Lucherini inanellati tra i giorni 12 e 13 dicembre. Per quanto riguarda la situazione sul territorio italiano, in generale, si è registrata stazionaria la presenza del Tordo sassello, mentre sono sempre osservate in modo insufficiente le Peppole e le tanto sospirate Cesene. Tra gli acquatici giungono notizie della buona presenza dell’Alzavola, mentre si cominciano ad osservare i primi svernanti nordici presenti negli specchi d’acqua a loro congeniali. Comunque, entro la prima decade di gennaio, verrà pubblicato un report complessivo della FEIN che ha raccolto tutte le notizie provenienti anche da altri Osservatori esteri sulla migrazione primaverile e autunnale di quest’anno che sta per concludersi. ANUU Migratoristi - 16 dicembre 2013


News venatorie Caccia in deroga in Lombardia, Commissione Europea archivia procedura di infrazione la Commissione Europea ha deciso di archiviare la procedura di infrazione a carico della Regione lombardia per la non conformità della normativa regolante il prelievo venatorio in deroga.

L

a procedura di infrazione a carico di Regione Lombardia (e altre Regioni italiane) inerente la normativa nazionale in materia di caccia in deroga è stata archiviata con decisione presa dalla Commissione europea nella riunione del 10 dicembre 2013. Lo riferisce l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Fava, il quale spiega: “La Commissione europea potrebbe riaprire la procedura in qualsiasi momento, qualora dovesse essere a conoscenza di nuovi provvedimenti in deroga non conformi alla direttiva 2009/147/CE (la direttiva “Uccelli”) e che una eventuale nuova iniziativa della Commissione comporterebbe il riavvio della procedura archiviata a partire dalla sua ultima fase procedurale”. GESTIONE IN LINEA CON INDICAZIONI EUROPEE - “Questa è sicuramente una

buona notizia per il mondo venatorio e per i cittadini lombardi - commenta l’assessore Fava -. Una ‘spada di Damocle’ che pendeva sulla testa dei cittadini lombardi, cacciatori e non, è stata spazzata via da una gestione prudente e corretta della caccia, in linea con le indicazioni della Commissione europea”. “Come Regione Lombardia - conclude Fava -, con la collaborazione della Direzione generale Ambiente della stessa Commissione europea, Ispra e le Associazioni venatorie, continueremo a ricercare percorsi scientifici e legislativi per poter autorizzare la caccia a storno di fringuello e peppola, in piccole quantità, nel rispetto della normativa vigente e senza forzature che possano riaprire la procedura appena archiviata”. Regione lombardia

Federcaccia Arezzo sul contenimento del cinghiale posizione ferma Federcaccia Arezzo mantiene una ferma posizione sugli interventi per il contenimento del specie cinghiale previsti dall’Amministrazione Provinciale. abbandona l’aula durante il Consiglio regionale. Il Consiglio Provinciale aretino della Federcaccia, nella riunione dello scorso 22 novembre, ha ribadito all’unanimità il consenso alle motivazioni già formalizzate dalla FIdC al Presidente della Provincia di Arezzo con nota prot.n.41 del 29 luglio 2013 relativa agli interventi di contenimento della specie cinghiale, in risposta alla questione danni. Caccia Passione 7


Toscana, esplosione demografica di ungulati Toscana, eccessiva crescita demografica di ungulati. Salvadori: “Urge riequilibrare ecosistema”.

“D

obbiamo riportare in equilibrio l’ecosistema”: questo l’imperativo categorico emerso oggi al termine del convegno sul tema “Strategie e proposte per l’equilibrio naturale del territorio. Cinghiali, caprioli, daini, cervi e mufloni in Toscana” che si è svolto all’auditorium del Consiglio regionale. Il convegno, affollatissimo, è stato organizzato dalla Regione Toscana. Vi hanno partecipato rappresentanti degli agricoltori, del mondo venatorio, di quello ambientalista, ma anche enti e istituzioni, mondo dell’associazionismo, rappresentanti del mondo scientifico e dell’Ispra. Al termine dei lavori, che hanno occupato tutta la mattinata, l’assessore all’agricoltura della Regione Toscana ha lanciato una proposta operativa. “Entro gennaio – ha detto – dobbiamo redigere un documento, che va condiviso con tutti i soggetti che hanno competenza e interesse in materia, per definire le modalità di azione da adottare subito, già nel 2014.” Dalle relazioni degli studiosi presentate al convegno è emerso, fra l’altro, che il numero di ungulati presenti in Toscana (per la maggior parte cinghiali e caprioli) si attesta sui 330-340 mila, un numero che supera abbondantemente la media

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dell’Italia e avvicina la Toscana all’Austria, che è il paese in Europa con la più alta densità di questi animali. “Dobbiamo affrontare la questione e riportare equilibrio – ha detto Salvadori – questo non è un problema dei soli agricoltori, o dei soli cacciatori, è una questione che riguarda l’equilibrio dell’ecosistema e lo stesso paesaggio della Toscana. Dunque questo è un problema che riguarda tutti.” In precedenza l’assessore aveva fatto riferimento al principio di “responsabilità” nel ribadire che si devono trovare soluzioni condivise per affrontare la questione del “riequilibrio ambientale e naturale della regione”. E aveva indicato il 2014 come l’anno nel quale le soluzioni condivise vanno messe in atto, perché non più rinviabili. “Il convegno di oggi – aveva detto Salvadori in apertura dei lavori - serve per fotografare la situazione, prenderne atto ed elaborare, con l’aiuto degli esperti e dei soggetti preposti, le soluzioni scientifiche più adeguate. Quello di oggi – aveva ribadito – non è un convegno che serve per parlare di caccia, l’attività venatoria è uno degli strumenti con i quali è possibile intervenire per il contenimento degli ungulati, ma non è certamente l’unico strumento.”


News venatorie

Potenza, pubblicata proposta di Piano Faunistico Venatorio Provinciale la Provincia di Potenza ha pubblicato la proposta di Piano Faunistico Venatorio Provinciale per la gestione della fauna selvatica e dell’attività venatoria.

È

stata pubblicata sul sito web istituzionale della Provincia di Potenza, nella sezione “Novità”, la proposta di Piano faunistico venatorio provinciale (Pfvp), che rappresenta lo strumento attraverso il quale l’Ente definisce le linee di pianificazione e programmazione del territorio per una corretta gestione della fauna selvatica e del prelievo venatorio. Il documento è dunque consultabile da parte degli amministratori locali, al fine di recepirne eventuali osservazioni e garantire un’ampia partecipazione e trasparenza. Nelle prossime settimane la proposta di Piano sarà approfondita dalla competente commissione consiliare della Provincia di Potenza, per poi essere portata in Consiglio provinciale per la sua approvazione e quindi inviata alla Regione Basilicata per i successivi adempimenti. “Con il Piano faunistico venatorio provinciale - ha spiegato l’assessore alle Attività produttive Nicola Figliuolo - la Provincia individua gli obiettivi della politica faunistica, indirizza e pianifica gli interventi gestionali necessari per il raggiungimento di

tali obiettivi e prevede la destinazione differenziata del territorio. Il Piano faunistico venatorio è preceduto da un quadro aggiornato di elementi conoscitivi sulla base dei quali deriva coerentemente la pianificazione faunistica”. Il documento, di durata quinquennale, è articolato per comprensori omogenei. Esso comprende l’individuazione d’istituti e di aree destinate alla protezione della fauna selvatica, di proposte di delimitazione degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), di zone per l’allenamento, l’addestramento e le gare dei cani da caccia, di istituti a gestione privata e di centri pubblici di riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale, di criteri per la determinazione del risarcimento in favore dei proprietari o conduttori dei fondi rustici per i danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e alle opere e di criteri per la corresponsione degli incentivi in favore dei proprietari o conduttori dei fondi rustici che s’impegnino alla tutela ed al ripristino degli habitat naturali e all’incremento della fauna selvatica. Caccia Passione 9


Lo SHOT Show è una fiera dedicata alle armi da fuoco organizzata e sponsorizzata dall'associazione statunitense National Shooting Sports Foundation.

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a più grande fiera del suo genere al mondo e la quinta più grande fiera di Las Vegas, lo SHOT Show presenta più di 1.600 espositori che riempiono lo spazio stand che copre 630.000 metri quadrati netti. Lo spet-

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tacolo, che è un evento unico, attrae più di 62.000 professionisti del settore provenienti da tutti i 50 stati e altri 100 paesi nel mondo. La partecipazione al SHOT Show è riservato ai professionisti del mondo del tiro a se-


Eventi

gno e della caccia, ai venditori di prodotti militari, forze dell’ordine, e di prodotti e servizi tattici. La fiera non è aperta al pubblico. Per l’’ingresso allo spettacolo è necessario un documento d’identità con foto rilasciato dal governo oltre a una documentazione che attesti diretta, affiliazione professionale al commercio. Shot show è l’evento internazionale dove il pubblico potrà trovare le armi più innovative, gli ultimi modelli dei fucili, munizioni, ottiche, prodotti per la caccia, inoltre tutto per l’outdoor, attrezzatura da campeggio, abbigliamento ed accessori. Per maggiori e dettagliate informazioni consultate il sito ufficiale: http://shotshow.org

Fiera della caccia e della pesca, dal 16 al 19 gennaio 2014, Augsburg (Germania) Jagen und Fischen è la Fiera della Caccia e Pesca dedicata agli amanti di questi sport e della natura. L’evento offre varie aree tematiche: caccia, pesca, cani da caccia, viaggi e abbigliamento sportivo. Un’ampia offerta di attività e spettacoli fanno della fiera un evento piacevole a cui partecipare: le attività proposte variano da dimostrazioni con uccelli da caccia e delle diverse tecniche di pesca a canna a spettacoli tradizionali della Baviera

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Stanziale

La Pernice Rossa Caratteristiche, conservazione e gestione.

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La Pernice Rossa Caratteristiche, conservazione e gestione.

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Stanziale Girando per le colline toscane, emiliane o comunque della zona medio montana situata immediatamente a ridosso della catena appenninica, in particolare in zone aperte a prato o pascolo, nei vigneti e tra le coltivazioni collinari potreste facilmente imbattervi nelle Pernici rosse (Alectoris rufa) una specie di galliforme tutta europea che trova in questi ambienti il proprio habitat più congeniale.

S

ono infatti le aree incolte con vegetazio- ra, insetti e altri piccoli animali invertebrati. ne arborea rada, le brughiere, i terreni Le Pernici rosse adulte hanno il becco e le aperti ben drenati cespugliati con sassa- zampe rossi ed un caratteristico piumaggio ie o contornati da siepi e filari, gli ambienti in cui la gola si presenta bianca con un ben più frequentati dalla Pernice rossa ma anche distinto collare nero che va via via dissoli versanti rocciosi di collina e di media mon- vendosi fino alla parte superiore del petto in tagna evitando però in genere ambienti trop- una fascia fittamente striata di nero. La testa po umidi o troppo secchi; questa specie ben è marrone-grigia presentando una sommità si adatta alle aree coltivate a grano ed erba castana ed un evidente sopracciglio bianco, al medica con sufficiente presenza di incolti. di sotto del quale è presente una stria oculare I cacciatori che amano insidiare la Pernice nera che si congiunge al bavaglino. Il contorrossa sicuramente sapranno che si tratta di no dell’area oculare è rosso mentre i fianchi una specie volatile residente, di indole sospet- sono grigio lavanda con grandi e caratteristiche barrature biantosa e accorta che in genere conduce vita gre- La Pernice rossa è un galli- che, castane e nere. Particolare nella ligaria in piccoli gruppi forme dall’aspetto tozzo vrea della Pernice eccetto che nel periodo della cova; questa spe- e compatto, misura circa rossa che la accomuna alla starna sono gli cie di pernice ha abi33-35 cm, ed è molto simile tudini più terricole che angoli della coda di aeree, infatti è un’ottima alla Starna soprattutto un colore marronee veloce pedinatrice e nel piumaggio giovanile. rossiccio che risaltano raramente la potremmaggiormente quanmo vedere posata su alberi o su cespugli. do questo selvatico s’invola mostrandoIl corpo tozzo e compatto della Perni- ci le ali tonde e fortemente sfrangiate. ce rossa può misurare mediamente cir- Avendo l’occasione di osservare una Perca 33-35 cm e può rassomigliare molto nice rossa in volo ci accorgiamo immediaalla Starna soprattutto per il piumaggio tamente che, rispetto alla starna, esegue giovanile e per gli habitat che predilige. un volo meno compatto ma rapido ed eleA differenza della Starna però, la Perni- gante quasi sempre a poca altezza dal suoce Rossa è in genere meno legata alle coltu- lo; impossibile poi per un cacciatore non re cerealicole probabilmente perché nella udire il rumoroso frullo di questa pernice. propria dieta include germogli, semi, frutti Sentendo il nostro avvicinamento o del noselvatici, erbe, radici e, specie in primave- stro cane in cerca, la Pernice rossa, a sottoCaccia Passione 15


lineare le sue abitudini terricole, preferirà sfuggirci correndo sul terreno e frullerà via solo come ultima via di scampo qualora ci avvicinassimo troppo; come altre specie di pernice, in genere la rossa trova riparo per la notte sul terreno tra la vegetazione e di abitudine i periodi prediletti dalla Pernice rossa per la pastura, i cacciatori sicuramente lo sapranno, sono il mattino e il tardo pomeriggio. La Pernice rossa è fondamentalmente una specie prettamente europea, diffusa soprattutto nella parte occidentale del continente e particolarmente in Italia, Inghilterra, Portogallo, Spagna e Francia. È stata introdotta anche nelle isole Azzorre, Canarie e Madeira, mentre in Germania occidentale (valli del Reno e della Mosella) questa specie si estinse già nel XVI secolo, salvo tentativi di ripopolamento. Come abbiamo già accennato in Italia la Pernice rossa possiamo trovarla nella zona nordappenninica della penisola, ed in particolare nelle regioni adiacenti come la Toscana, Caccia Passione 16

compresa l’Isola d’Elba, l’Emilia Romagna, la Liguria e la Lombardia; in altre regioni italiane sono presenti piccole popolazioni di questo selvatico introdotte a scopo venatorio. Come per molte altre specie il periodo riproduttivo della Pernice rossa inizia alla fine di aprile quando si cominciano a formare le coppie anche se già da prima di questo periodo i maschi prendono possesso del territorio. Il nido viene solitamente predisposto in una depressione del terreno al margine di boschi o comunque di zone ricoperte da cespugli e la cova, che si verifica in genere una volta l’anno, dura circa ventiquattro giorni; i pulcini lasciano il nido poco dopo la nascita e sono già in grado di volare dopo poche settimane di età. Oggi si stima che la popolazione europea della Pernice rossa ammonti a circa 4,5 milioni di coppie delle quali la maggior parte stanziate in Spagna; ciò nonostante la Pernice rossa è considerata una specie a rischio poiché il 95% della popolazione


Stanziale di questo volatile risulterebbe in declino. Eccezione a questa stima è l’Inghilterra, dove la specie è stata introdotta nel tardo ottocento e di recente la popolazione di Pernice rossa risulta in aumento; quest’inversione dei tendenza è il risultato di un intensa attività di ripopolamento svolta nel 1980 con esemplari allevati in cattività in modo da sopperire all’evidente declino delle popolazioni di questo selvatico. Da noi in Italia la Pernice rossa fa parte delle specie cacciabili seppur annoverata tra quelle minacciate “a minor rischio”, questo grazie alle politiche di gestione adottate per la conservazione degli habitat prediletti da questo selvatico. Gli interventi adottati per la tutela e la conservazione degli habitat favorevoli alla Pernice rossa comprendono la promozione di pratiche agricole non intensive ed a basso impatto, che rispettino il territorio senza intaccare le zone di margine che come abbiamo già visto sono preferite da questa pernice soprattutto per la deposizione delle uova. Sarebbe inoltre auspicabile, ai fini della tutela e della conservazione della Pernice rossa che questo tipo di interventi ambientali vengano posti in essere sia negli ambienti collinari che di pianura in modo da agevolare il contatto tra i nuclei stanziali di selvatici presenti nelle aree protette. Generalmente i Calendari Venatori regionali ci consentono di cacciare la Pernice rossa in tutto il territorio dall’inizio della stagione venatoria fino al 31 dicembre anche se nelle Aziende Agrituristico Venatorie la caccia si protrae fino a fine gennaio restando nell’ambito dei piani di abbattimento approvati dalle Province ed esclusivamente per gli esemplari provenienti da allevamento. C’è da dire però che per molti la limitazione dell’attività venatoria e delle iniziative ad essa collega-

te potrebbe essere un altro accorgimento da adottare per la conservazione di questa specie in quanto anche l’immissione di specie estranee o di incerta provenienza potrebbero facilmente causare un’ibridazione con la Pernice rossa provocando così la perdita del patrimonio genetico originario. Non si parla ovviamente di inserire la Pernice rossa tra le specie non cacciabili ma secondo un’opinione diffusa la pressione venatoria su questo selvatico dovrebbe essere rigidamente regolamentata, considerando anche il fatto che i ripopolamenti effettuati a scopo venatorio creerebbero solo un effimero aumento della popolazione e non apporterebbero alcun contributo alla conservazione della specie sortendo anzi l’effetto contrario poiché gli esemplari introdotti interferirebbero negativamente con la popolazione residente naturale.

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Migratoria

Caccia alle anatre

consigli utili per insidiare le anatre di passo

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Caccia alle anatre

consigli utili per insidiare le anatre di passo andar per anatre è una cosa seria: si tratta d’altronde di una forma di caccia che crea una sorta di piacevole dipendenza, vuoi per i luoghi, piacevoli, solitari e silenziosi nei quali le anatre si concentrano, vuoi per la difficoltà odierna della caccia, causata da un numero sempre minore di esemplari.

I

l primo consiglio da dare dunque è anche il più ovvio: andare a caccia di anatre dove le anatre ci sono per davvero. Se si hanno informatori di cui ci si fida si è certamente avvantaggiati, ma se la location ce la dobbiamo cercare noi, sarà bene ricordare che sono quattro i fattori che determinano la presenza delle anatre in un determi-

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nato ambiente: il vento, la presenza o meno di cibo, la pioggia e naturalmente la maggiore o minore concentrazione di cacciatori. Se il vento nella zona è molto forte, è probabile che le anatre saranno costrette a rifugiarsi a pochi metri dalla riva, rendendo particolarmente semplice il compito del cacciatore esperto. L’errore che più comunemente si compie, quan-


Migratoria do si da la caccia alle anatre o ai palmipedi in genere è quello di affezionarsi ad un capanno, dimenticando i fattori ambientali e climatici che influenzano gli spostamenti, anche sostanziali, delle anatre. Tutto questo per dire che il cacciatore esperto è soprattutto quello che conosce le abitudini dei selvatici, e si sa immedesimare nelle scelte che istintivamente prenderanno. Inutile inoltre scegliere i posti comodi e vicini alla strada, per lo meno se si ha intenzione di dedicarsi alla caccia seriamente. Quel-

la il gommoncino non è mica cosa facile… Altro consiglio sul quale insistere è quello relativo al capanno: saranno pure anatre, ma in più di un caso si dimostrano intelligenti quanto e oltre alcuni cacciatori. Le anatre ci vedono e ci sentono benissimo e usano i propri sensi, smaliziate come sono, per scovare i capanni mal costruiti. I primi che vengono riconosciuti normalmente sono quelli prefabbricati di plastica dato che questa quando bagnata luccica e le pareti

Particolare piumaggio di beccaccia albina

le location sono scelte da tanti, da tantissimi e sono dunque inflazionate. Meglio scegliere laghetti isolati, difficili da raggiungere: sarà pure una faticaccia farlo, ma a fine giornata si sarà ottenuto qualche risultato e ci si sarà immersi in una natura finalmente solitaria. I posti migliori li si può raggiungere anche in barca, magari con l’aiuto di un canottino di gomma: si avrà un bel vantaggio così sui cacciatori appiedati. Di contro, portarsi in spal-

quando tira vendo, fanno un caos infernale. La soluzione ideale è l’uso di teli mimetici militari, ben tagliati per l’inserimento di foglie e frasche: stimolare la fantasia e l’ingegno è altra dote richiesta ai cacciatori d’esperienza. Se poi non si vuole spendere troppo denaro un telo impermeabile mimetico andrà benissimo: per coprirlo si potrebbe utilizzare qualche ciuffo d’erba e per non destare sospetti sarà bene che anche il cacciatore opti per Caccia Passione 21


un abbigliamento che ben si confonda con il dintorno, ma questo è impossibile ignorarlo. Altro elemento di cui si parla davvero troppo poco è quello relativo alle armi e alle munizioni. Quali usare quando si parla di anatre? Beh la risposta non può essere univoca, d’altronde cacciatore che vai, abitudini che trovi. Quel che conta è sapere che le anatre sono uccelli coriacei specialmente perché protetti dalle piume e dalle penne, dotati di una pelle spessa e parecchio resistente. Grasso e mu-

Se normalmente cacci con un sovrapposto o con una doppietta è consigliata una strozzatura di 3 stelle per la pima canna e di 1 stella per la seconda, ma se sei un affezionato dell’automatico una strozzatura piena è auspicabile per quanto si potrebbe dimostrare, per tiri troppo ravvicinati, eccessiva. Parli di cartucce e di tiro e pensi al cane da riporto: per questo genere di caccia potenzialmente vanno bene tutti i cani che siano buoni nuotatori, eppure fra le razze che co-

scoli poderosi insieme con le ossa dure fanno il resto. Il rischio è sempre lo stesso: ferirle e vederle scappare. Di norma infatti l’anatra, una volta ferita anche se gravemente, scappa immergendosi sott’acqua e facendo perdere le proprie tracce anche la segugio più capace. Per evitare di rendere vana la caccia e per limitare la sofferenza di queste favolose creature è bene usare un calibro adeguato: il 12 ben si presta alla missione, con cartucce magnum o dotate di almeno 36 grammi di pallini.

munemente si consigliano, per il proprio istinto e capacità naturali ci sono il Labrador, il Golden Retriever e il Chesapeake. Non sono semplicemente degli eccellenti nuotatori, ma resistono al freddo, sono velocissimi e hanno un naso sopraffino. Se poi conti che sono anche degli ottimi cani da compagnia, il cacciatore può unire all’utile il dilettevole. Detto questo non resta che parlare dell’importanza degli stampi e dei richiami, ma lo faremo altrove.

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Migratoria

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Scaltro ed imprevedibile, il muflone è uno dei selvatici più robusti e resistenti del nostro paese, per il quale è necessario conoscere alla perfezione le sue abitudini alimentari, il suo comportamento, le modalità di caccia, le armi e le munizioni più idonee per insediarlo.

Caccia al muflone

le tecniche, le armi e le munizioni più idonee Caccia Passione 24


Ungulati

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Caccia al muflone: le tecniche, le armi e le munizioni più idonee

Astuto e dotato di una vista eccezionale, la caccia al muflone richiede prontezza di riflessi e di tiro se non si vuole rimanere a bocca asciutta.

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l muflone, il cui nome scientifico è Ovis musimon, è un mammifero artiodattilo della famiglia dei Bovidi. Diffuso sulle isole mediterranee di Sardegna, Corsica, Cipro e Rodi, il muflone non è una specie autoctona di queste aree geografiche, bensì si pensa sia stato introdotto dall’uomo, poiché non sono stati ritrovati reperti fossili che comprovassero la sua esistenza di nessuna epoca storica.

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Si tratta di un selvatico molto simile ad una pecora di medie dimensioni, il quale presenta un corpo massiccio e compatto inscritto nel “quadrato”. L’altezza al garrese è di 90 centimetri, con un peso di 50 chili circa e 130 centimetri di lunghezza totale. Il manto è marrone bruno tendente al rossiccio e come quasi tutti gli ungulati, va in muta due volte l’anno, in primavera e in autunno. Durante il perio-


Ungulati do invernale, gli esemplari maschi hanno il collo ornato da una folta e lunga criniera di peli tendenti al nero, la quale è “unita” alla sella dorsale bianca, caratterizzando così gli esemplari “puri” di età superiore ai tre anni. Il muflone viene considerato una preda piuttosto ostica per cacciatori, poiché è un animale molto scaltro ed imprevedibile, essendosi guadagnato un posto di tutto rispetto nella sezione selvaggina nobile. Per questo motivo è una delle prede più ambite anche nei paesi dove è stato introdotto “artificialmente” dall’uomo.

trato che il muflone sia entrato in competizione alimentare e territoriale con il camoscio, generando un certo disequilibrio dell’ecosistema, per la cui soluzione è stata praticata la caccia di selezione. Questo selvatico ha dimostrato un ottimo spirito di adattamento, al punto che riesce a vivere tranquillamente anche in alta montagna, dove la sua pelliccia lo protegge dalle basse temperature e la sua tenacia gli consente di sopravvivere anche con la neve e carenza di cibo. I mufloni tendono a vivere in grossi branchi

Nel nostro paese, il muflone è stato introdotto negli anni sessanta sia sull’arco Alpino, sia sull’Appennino, diffondendosi anche nelle isole di Montecristo, del Giglio e dell’Elba. Allo stato attuale, molte riserve di caccia di tutta Italia contano una discreta presenza di mufloni, sempre regolamentata e controllata dalla caccia o dalle catture. In alcune zone di montagna, è stato riscon-

composti da più di cinquanta esemplari; non hanno abitudini notturne ed iniziano il loro cammino alla ricerca di cibo all’alba per poi fermarsi a notte fonda. Durante le ore più calde della giornata, i mufloni entrano nel bosco alla ricerca di un po’ di fresco, senza però allontanarsi troppo dai loro territori abituali. Molto curioso è il modo in cui si muove il branco: sempre in fila indiana e spostandosi Caccia Passione 27


molto lentamente. Alla testa della fila c’è gene- La caccia al muflone può essere praticata in ralmente un esemplare femmina anziana, ma tre modalità: all’aspetto, alla cerca e in girail capo branco è sempre un maschio dominan- ta, quest’ultima chiamata anche “guidata”. te, il quale segue a distanza il branco arrivan- Iniziamo le descrizioni di queste modalità do sul luogo di pastura per ultimo, al fine di partendo dall’ultima. La girata è una battuta controllare che non ci siano pericoli o ritar- molto tranquilla, silenziosa e senza l’ausilio dei datari. Questo comportamento è da tenere in cani, la quale si pratica nelle zone dove la veconsiderazione quando si va a caccia di mu- getazione è molto fitta, come la macchia medifloni, poiché è il capo branco l’esemplare mi- terranea. Esistono due ruoli: il cacciatore ed il gliore, quindi occorre aspettare il suo arrivo. battitore. Il primo si deve posizionare in prossimità dei sentieri abiLa resistenza ai colpi di carabina del muflone Originario della Sarde- tualmente percorsi dal gregge di mufloni, preè proverbiale, al pungna e della Corsica, il muferibilmente su un’altato che alcuni esemplari particolarmente for- flone è diventato croce e na o un palco sopraelevato. I battitori, invece, ti riescono a percorrere delizia di molti cacciatodevono spingere con oltre cinquanta metri ri sia italiani che europei “delicatezza” la mandopo essere stati colpidria verso le poste, ossia ti con un calibro medio. Mentre in Europa è possibile cacciare que- ad una andatura che consenta un tiro preciso. sto animale già dal primo di agosto, in Ita- La modalità all’aspetto deve avvenire all’alba lia l’apertura avviene generalmente il primo o al tramonto, momento della giornata in cui di ottobre. Nel periodo invernale, infatti, le si incrociano più sentieri di transito. La mofemmine hanno tutte partorito i cuccioli, dalità di caccia alla cerca in ambiente monmentre i maschi hanno completato la muta. tano, invece, è simile alla caccia al camoscio, Caccia Passione 28


Ungulati ma, a differenza di quest’ultima, il muflone risulta più sospettoso ed ha una vista molto più acuta. Se i mufloni si trovano in spazi aperti, per abbatterli occorre sparare con estrema precisione a lunga distanza, mentre se la cerca si svolge in collina, nell’alto fusto o nella macchia mediterranea, il tiro sarà compreso tra i cento/centocinquanta metri. Iniziamo ora a descrivere le armi ed i calibri più idonei alla caccia al muflone.

tura, come le TIG, Le Speer Grand Slam e le Teilmantel Spitzer. La categoria degli 8 millimetri prevede l’uso dell’8 x 57 JS-JRS. A prescindere dal calibro che si usa, molti cacciatori sono concordi nel preferire una palla che trapassi il muflone, per una maggiore certezza nell’abbattimento. La caccia al muflone è tanto affascinante, quanto ostica in tutte e tre le modalità per predarlo, poiché stiamo parlando di uno dei sel-

Secondo molti cacvatici più robusti e resiSelvatico robusto, scaltro ciatori esperti, in alta stenti del nostro paese. montagna l’arma mied imprevedibile si è gua- A coloro che desideragliore è la carabina no cimentarsi in questo dagnato un posto d’onore Bolt Action ad otturatipo di caccia, consiglianella selvaggina nobile mo di affidarsi sempre tore, provvista di una buona ottica a 6 o ad a cacciatori esperti che un massimo di 8 ingrandimenti con retico- conoscano bene sia l’animale che il territorio. lo numero 4 ,4A o 8. La carabina di questo tipo consente un veloce secondo colpo, nel caso in cui la preda sia stata centrata in una parte non letale. Oltre alla classica “Bolt”, si possono considerare altrettanto validi anche gli Express e le carabine semiautomatiche. Giudiuzi molto positivi sono stati dati alle Browning Bar, le Remington 7400, le Heckler & Koch e le Voere 2185. Per quanto riguardala scelta del calibro, quest’ultimo dovrebbe partire dal 6,5mm fino all’8mm. Tutta la gamma dei calibri 6,5, dal 6,5 X 55 Sweeden al 6,5 X 68 Shuler è molto valida, impiegando palle da 125-140 grani di media robustezza come le Nosler Partition, le RWS KS e le Hirtenberger ABC. Il 270 Winchester con palle da 130 grani, Barnes-X,Sierra, Hornady, Speer e Norma Soft Point è risultato altrettanto efficiente. I 7 millimetri, dal 7.08 fino al 7mm Remington Magnum con palle di peso non superiore ai 160 grani, sono particolarmente indicati per capi più grossi e resistenti. Per i calibri 7,62 si possono prendere in considerazione il 308 W. e il 30.06 Spring. con palle da 150 – 165 grani di ottima fatCaccia Passione 29


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Caccia e cacciatori

A caccia di fotografie una passione contagiosa

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A caccia di fotografie una passione contagiosa

La fotografia: una passione contagiosa, che ti regalerà una nuova visione del mondo venatorio e naturalistico

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ndare a caccia ha i suoi rischi: uno dei meno pericolosi è quello di innamorarsi della fotografia naturalistica. Normalmente accade tutto in un attimo. E’ sufficiente portare con sé una digitale per scattare qualche foto a conclusione della giornata venatoria che si è in serio pericolo: sì, perché è sufficiente che durante quella giornata ci si piazzi davanti un selvatico favoloso e raro. Probabilmente si tenterà di fotografarlo e ancor più probabilmente, fortuna del principiante, si riuscirà a effettuare uno scatto eccezionale. E’ fatta! Da quel momento in poi si desidererà realizzare scatti sempre migliori finché la domenica non si uscirà di casa senza fucile in spalla e reflex al collo. Un buon cacciatore normalmente è anche un buon

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fotografo naturalista: rispetta l’ambiente, conosce alla perfezione il territorio di caccia, la luce, il vento, è un professionista paziente e sa che come la caccia anche per scattare una buona foto bisogna attendere l’attimo giusto e in quel momento essere sicuri e non aver paura di sbagliare. D’altronde tutto si concretizza in un click dopo ore di appostamento. I teleobiettivi Detto questo quel che conta davvero, una volta svelata la propria passione per la fotografia naturalistica è di lasciare a casa la propria digitale compatta e investire qualche centinaia di euro per acquistare una macchina fotografica reflex dalle potenzialità praticamen-


Caccia e cacciatori te infinite a patto che si impari ad utilizzarla. Vagamente più dispendiosi sono i teleobiettivi. E’ pur vero che garantendo loro una giusta manutenzione si tratta di strumenti che durano parecchi anni, il cui costo viene facilmente ammortizzato, inoltre alle passioni, seppur costose, non si comanda. Una delle ottiche migliori è l’800 mm con f 5.6, ma non sono male nemmeno la 500 mm con f4, leggera e facilmente trasportabile e l’ottica 600 mm f 4 leggermente più pesante ed ingombrante. L’acquisto dell’ottica deve essere ben meditato. Non solo si

difficile trovare diverse specie di anatidi. Soprattutto se si sceglie la stagione giusta e dunque i periodi di migrazione e la primavera, ci sarà un interessante traffico di acquatici tutti da fotografare. Altra location niente male sono i campi coltivati, specie durante una bella pioggia: probabilmente si saranno formate favolose pozze d’acqua con giochi luminosi davvero suggestivi capaci di attirare favolosi volatili. La montagna offre invece grandi opportunità durante la fine della primavera e l’inizio della bella

tratta di strumenti costosi, ma la loro utilità varia in base al contesto nel quale ci si trova, luci e vicinanze al soggetto. Il consiglio è dunque quello di iniziare con qualcosa di poco costoso e di lasciare l’acquisto grosso al futuro quando ci si sarà fatti più esperienza e si saprà realmente ciò di cui si ha bisogno.

stagione. Iniziano i corteggiamenti, le giornate si allungano e con la chiusura della caccia molti selvatici si mostrano con maggiore semplicità. Proprio in questi mesi si potranno scattare fotografie eccezionali per far impazzire d’invidia i vostri amici. Un buon conoscitore del territorio e delle stagioni non avrà problemi a scovare il luogo e il momento giusto per andare a caccia, questa volta di ottime fotografie. L’unica cosa che davvero non devi dimenticare è che si tratta di una di quelle rare passioni che contagiano anche gli amici: avvisali prima di portarli con te. Inoltre ricorda di scattare sempre io raw e di portar con te un cavalletto. La qualità delle foto scattate aumenterà esponenzialmente.

Le location E’ probabile che non ti serva alcun consiglio in merito alle location: sicuramente hai dei luoghi di caccia che conosci come le tue tasche, ciò non toglie che qualche consiglio non guasti mai. Chi è alle prime armi potrebbe pensare di recarsi con la propria attrezzatura fotografica nei pressi di stagni e laghi dove non è

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In Serbia

Caccia all’estero

con il fucile in spalla

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In Serbia

con il fucile in spalla Tutto il fascino del viaggio venatorio e di una meta che conserva boschi incontaminati e colline profumate che riportano indietro negli anni. A tutelare questo paradiso in terra ci pensano regole ferree che ciascun cacciatore è bene rispetti.

B

en nota per le sue riserve di caccia, par- per fare qualche numero conta 320 riserve di ticolarmente famose in tutta Europa, caccia differenti, per un totale di 6.500.000 ettari le risorse naturali che la Serbia mette a di territorio riservato alla caccia. Le case di cacdisposizione dei suoi abitanti e visitatori sono cia sono invece 150 ma ogni anno aumentano. tali che molte specie di selvaggina si trova- Costi della selvaggina cacciata e calendano a casa, proliferano e fanno della regione rio di caccia sono ben regolamentati e si ha un vero e proprio paradiso per i cacciatori. nei confronti dei territori di caccia una cura sorprendente: questi Le zone di caccia d’alvengono gestiti da assotronde sono piuttosto La varietà di selvaticiazioni di caccia locaestese e dal nord al sud ci, davvero notevole, della Serbia, fino alla fali che garantiscono agli volosa pianura di Vojvogiustifica i numerosi animali un habitat a cinque stelle e ai cacciatori dina la natura è impervia programmi stilati per un angolo di paradiso. e florida: niente di meglio per i selvatici che il turismo venatorio. E di animali in Serbia ce ne sono davvero di la abitano. La regione della Vojvodina soprattutto è particolarmen- numerosi. Comunemente è possibile dare te apprezzata oggi come ieri: ben nota ai ro- la caccia al cervo europeo, al daino, al cermani che ne avevano fatto riserva di caccia, vo con la coda bianca, al capriolo, alla capra la zona non era passata inosservata nemme- selvatica, al muflone ma anche al cinghiano all’aristocrazia serba, austriaca e unghere- le e all’orso. E’ presente la martora bianca e se e leggenda vuole che la Vojvodina è stata quella dorata, il tasso, il topo muschiato e lo in grado di attirare l’interesse di Suleiman I il scoiattolo, il ghiro grigio, il coniglio, la dongrande che prima di attaccare Vienna decise nola, il lupo, il gatto selvatico e la volpe, lo di dedicarsi ad una bella giornata di caccia. sciacallo, il cane procione e la puzzola e queInsomma una terra ricca e suggestiva che, tanto sto solo per quel che riguarda i mammiferi. Caccia Passione 36


Caccia all’estero Anche il ventaglio di volatili è davvero sorprendente: è possibile cacciare l’airone blu, l’oca selvatica, l’oca granaiola, il germano reale, l’alzavola e il moriglione, l’astore, il francolino di monte, la coturnice, la starna, la quaglia e il fagiano, la folaga nera e la beccaccia, il colombaccio e tanto per non privarsi di niente anche il piccione selvatico, la colombella, la tortora, la tortora turca, la ghiandaia, il corvo comune, la cornacchia grigia e la gazza. Insomma una varietà di selvatici davvero note-

l’ addestramento dei propri cani esclusivamente attraverso la mediazione di un’agenzia che sia in possesso di tutti i diritti sul terreno. Importante inoltre, una volta scelta la Serbia come meta per il proprio viaggio venatorio, è portar con se la documentazione giusta: tanto per non sbagliare è bene imbustare la documentazione per le armi, per le attrezzature ottiche e per le munizioni che si portano e non dimenticare nemmeno quelle relative ai cani da caccia che si sceglie di portare con sé.

vole, che giustifica i programmi per il turismo venatorio particolarmente dettagliati rivolti ai cacciatori che desiderano raggiungere la Serbia. Le regole da rispettare d’altronde sono piuttosto severe e i comportamenti richiesti ai cacciatori rigidi e scattano non appena varcato il confine: riguardano i terreni di caccia, il trasporto di ami e munizioni, i permessi per praticare l’addestramento, il calendario venatorio, l’esportazione della selvaggina e molto altro ancora. E’ infatti bene ricordare che il turista cacciatore può praticare la caccia o

Anche durante le giornate di caccia ci sono delle regole da rispettare: è possibile dare la caccia solo a quegli animali presenti nel permesso di caccia e dopo aver ottenuto l’approvazione da parte della guida che segue il cacciatore turista. Infine prima di portar con sé, fuori dal paese trofei, carne o pelle della selvaggina cacciata, dovrà pagare le tasse previste. Insomma normative ferree, comunque non troppo difficili da seguire che vanno a pieno vantaggio dei cacciatori e di quel meraviglioso paradiso naturale che è la Serbia. Caccia Passione 37


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Cani da caccia

Il Clumber Spaniel stoico, forte e dal fiuto eccellente

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Il Clumber Spaniel stoico, forte e dal fiuto eccellente

Questa razza, poco diffusa in Italia, sta ottenendo un buon successo in Canada e negli Stati Uniti, dove viene molto utilizzato ambito venatorio, considerate le sue eccellenti doti di cane da cerca e da riporto. La sua forza e robustezza, rendono il Clumber Spaniel un ottimo ausiliare nelle battute di caccia in terreni difficili ed in acqua.

L

a storia di questa razza è molto affascinante, quanto controversa, poiché i francesi e gli inglesi si contendono la sua paternità. Le fonti francesi asseriscono che sia nata in Caccia Passione 40

Francia per battere il terreno e per il riporto. I primi esemplari di Clumber Spaniel sembra siano stati ottenuti attraverso l’incrocio tra uno Spaniel delle Alpi con i “Bassotti francesi”,


Cani da caccia grazie al lavoro di selezione del duca di Noailles negli ultimi anni del XVIII secolo. Questa razza si pensa sia stata letteralmente salvata da quest’ultimo nel momento in cui scoppiò la rivoluzione francese. Il nobile francese, infatti, non potendo più occuparsi dell’allevamento di questa razza a causa dei tumulti del 1789, che consistevano anche nella persecuzione della nobiltà fedele al Re, decise di spedirli in Inghilterra dal suo amico per salvarli, il duca di Newcastel a Clumber Park, dal quale la razza prende il nome. Il gesto del duca di Noailles fu provvidenziale, poiché nella Vecchia Inghilterra questa razza conobbe un certo successo e diffusione negli anni seguenti. La fonte inglese, in totale disaccordo con quella francese, asserisce che il Clumber Spaniel sia una razza originaria dell’Inghilterra. Alcuni dipinti sembrano dare ragione a quest’ultima ipotesi, poiché esistono dei dipinti antecedenti il 1788 che hanno immortalato questa razza. I cinofili inglesi affermano che il Clumber Spaniel sia stata la razza prediletta del principe Alberto e suo figlio, di re Edoardo VII e anche di Giorgio V. Attualmente, vanno avanti le ricerche sulla reale origine di questa razza, per confermare l’ipotesi francese o quella inglese. In ogni caso, è stata accertata la presenza del Clumber Spaniel nelle case dei nobi-

li di entrambi i paesi. Di certo si sa che, nonostante l’apprezzamento nelle corti, questa razza non ha mai conosciuto una significativa popolarità in Europa. Attualmente viene allevata non solo in Inghilterra e Francia, ma anche negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei. Nel nostro paese, gli esempla-

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ri di Clumber Spaniel sono piuttosto rari. Questa razza appartiene al gruppo 8 cani da riporto, cani da cerca, cani da acqua. Passiamo ora alla descrizione morfologica del Clumber Spaniel. Si tratta di un cane di media taglia, ben proporzionato, con un’ossatura piuttosto pesante che gli conferisce un aspetto forte robusto. Il Clumber Spaniel, nonostante il suo sguardo assonnato e pensieroso, è un cane molto che ha bisogno di molto movimento. Dal carattere stoico, forte, energico, generoso e molto intelligente, il Clumber Spaniel si dimostra molto coraggio-

il Clumber Spaniel sta riscontrando un notevole successo al di fuori della caccia, essendo considerato un ottimo cane da compagnia. L’altezza sia per i maschi che per le femmine è compresa tra i 48 ed i 51 cm circa al garrese, per un peso complessivo di 34 kg per i maschi ed i 29,5 kg per le femmine. Il tronco è lungo e pesante, molto vicino a terra, con il petto ben disceso. Le costole presentano una buona apertura, mentre il dorso è dritto, largo e lungo. La testa è squadrata, massiccia, di media lunghezza, larga in alto con occipite mar-

so nelle battute di caccia, durante le quali dimostra un atteggiamento molto determinato. Lavora in silenzio ed ha un fiuto eccellente. Il suo temperamento al di fuori dell’ambito venatorio è molto calmo, affidabile e dignitoso, ma più riservato degli altri Spaniel. E’ una razza che non ha mai dimostrato tendenze aggressive. Viene considerato anche da molti appassionati della razza, un discreto guardiano del suo territorio. Può lavorare sia da solo che in piccoli gruppi. Negli ultimi anni,

cato, con arcate sopraccigliari accentuate e stop profondo. Il muso squadrato e pesante, presenta labbra ben sviluppate. Il tartufo è piuttosto ampio e di color carne. Le mascelle sono molto forti, con dentatura perfetta, regolare e completa per una chiusura a forbice. Gli incisivi, in particolare, risultano perpendicolari alle mascelle. Il collo è piuttosto lungo e poderoso, conferendo al Clumber Spaniel un’aura possente e di robustezza.

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Cani da caccia Le orecchie sono grandi, a forma di foglia di vite, ben coperte di pelo dritto e vengono portate pendenti un po’ in avanti. Gli occhi limpidi, color ambra scuro e leggermente infossati, presentano una congiuntiva visibile ma non eccessivamente, che conferisce a questa razza un’espressione pensierosa, quasi annoiata. Gli arti anteriori del Clumber Spaniel sono corti, diritti, forti e dotati di buona ossatura, mentre quelli posteriori sono molto potenti e ben sviluppati. I garretti sono bassi, con grasselle ben flesse e non deviate. Proprio gli arti corti ed il corpo lungo rendono oscillante l’andatura, ma il Clumber Spaniel è comunque capace di uno scatto fulmineo eccellente, anche grazie alla muscolatura molto ben sviluppata.

La coda viene portata bassa e ben frangiata, al livello del dorso. Il pelo è abbondante, fitto, diritto e sericeo, di colore bianco con macchie limone sul corpo e picchiettature sul dorso; alcuni esemplari possono presentare sfumature arancio. Il Clumber Spaniel è una razza molto robusta e tenace in ambito venatorio, che si presta alla perfezione al riporto ed alla cerca, anche in terreni difficili ed in acqua. La sua scarsa diffusione sembra stia scemando, poiché gli allevatori negli Stati Uniti ed Inghilterra stanno effettuando un’accurata selezione per migliorare continuamente lo standard ed ampliare la presenza di questa razza nelle esposizioni internazionali, al fine di convincere i cacciatori ad adoperarla nelle battute di caccia

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Cani da caccia:

i migliori amici dei cacciatori

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Cani da caccia

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Cani da caccia:

i migliori amici dei cacciatori E’ un amore antico quello che lega il cane al cacciatore che si legge attraverso le leggende, i racconti e le opere d’arte che hanno fatto la storia

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ici cacciatore e immagini immediatamente al suo fianco un cane. E’ un’accoppiata vincente, che funziona da che la caccia esiste e da che i cacciatori vivono i boschi alla riccerca del selvatico. Non che i cani siano stati gli unici amici

attivato a lungo, portando avanti nei secoli soddisfacenti selezioni genetiche che hanno prodotto gli eccellenti cani da caccia d’oggi. E’ la stessa parola “caccia” che ci racconta di questa amicizia di vecchia data. Il termine deriva dal greco antico Kynègia che tro-

del cacciatore: questo è stato accompagnato da falchi e anche da furetti, ma i cani hanno avuto certo maggiore successo, tanto che l’uomo, nell’addestramento della specie si è

va origine in Kynos, cane appunto, quasi a dire che senza il cane, la caccia non sarebbe esistita così come oggi noi la conosciamo. D’altronde il cane è dotato di un olfatto mol-

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Cani da caccia anche in Spagna, rappresentato in disegno rupestre senza orecchie e con coda lunga. Il cane delle torbiere, fu il primo cane che i graffiti testimoniano usato per la caccia. Compare infatti accanto ad un cacciatore che in mano tiene strettamente un arco. Lo si ritrova in Europa del Nord, in Russia, in Asia, in Medio Oriente, in Spagna ed in Africa dove gli egiziani lo incrociarono ad esemplari addomesticati. E’ durante l’età del bronzo che si selezionano i capostipiti dei cani da mandria e da pastore e risalgono al 1530 a.C. le raffigurazioni di mastini che rincorrono struzzi e che precedono cacciatori armati. L’amore che in antichità era rivolto ai cani è dimostrato anche dal fatto che i segugi spesso sono presenti nelle sepolture degli uomini, e lo sappiamo bene, il defunto veniva accompagnato nella nuova vita, solo dalle cose che aveva amato maggiormente in terra. to più sensibile di quello dell’uomo che gli I primi racconti di cani e cacciatori però ci arpermette di intuire la presenza del selva- rivano direttamente dal mondo greco. Omero tico e di catturarlo senza che il suo ami- ad esempio racconta che Vulcano forgiò un cane dal rame, dandogli in seguito vita e regalandolo a Giove. Altra leggenda parla di Atteone, cacciatore mitologico che venne punito da Artemide, signora della caccia, per averla spiata durante il bagno. Venne condannato ad essere

co a due zampe corra grossi pericoli. Questo legame indissolubile ha origine circa 15 milioni di anni fa, quando gli ominidi strinsero legami con il Tamarcus, un predatore a quattro zampe progenitore dei lupi e degli sciacalli. Resti fossili del- sbranato dai suoi cani, e lui, per l’affetto che lo la specie sono stati ritrovati in Russia, accanto legava ai suoi amici, non si difese per non fead ossa umane e il cane preistorico compare rirli. Questa leggenda la dice lunga sull’affetto Caccia Passione 47


che lega cacciatori e cani. Furono fin da subito tanto fedeli all’uomo, che vennero utilizzati non solo per la caccia, ma anche durante le azioni di guerra, ideali come erano durante i combattimenti faccia a faccia. Stimati e apprezzati dai greci, i cani furono grandi ami-

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ci e compagni anche dei romani che pare gli facessero tagliare orecchie e coda per essere meno vulnerabili durante la caccia e la guerra. La passione per la caccia e l’amore fra cani e cacciatori non si esaurisce certo durante la storia antica. Durante tutto il medioevo la caccia è un passatempo dei nobili e un’attività praticata per la sopravvivenza da parte dei più poveri, e il cacciatore immancabilmente era accompagnato da un segugio. Il cane era tenuto tanto in considerazione che chi li rubava era costretto a pagare, se scovato, grandi somme di denaro, umiliandosi pubblicamente. Uccidere un capo muta inoltre era considerato azione particolarmente disdicevole, naturalmente punita per legge. Secoli più tardi, praticare la caccia diventa quasi uno status simbol: fra le battute più famose consegnate alla storia, di certo restano quelle organizzate da Luigi XIV il re sole, che praticava l’arte venatoria nella riserva chiamata non a caso “i piaceri del re”. All’interno c’era abbondante selvaggina, castelli,


Cani da caccia laghi, boschi ma soprattutto cani da caccia. E’ proprio in questo periodo che la caccia diventa uno spettacolo, seguito da festini e banchetti opulenti, che mai fanno scemare il rapporto di complicità fra cane e cacciatore. Non a caso i sovrani francesi ed europei venivano spesso rappresentati in bellissimi dipinti, accanto ai propri cani. Intanto nasce la cinofilia e aumentano anno dopo anno i trattati sulla caccia e sui cani da caccia e si iniziano a diversificane in cani da seguita, quelli da ferma o razze da impegnarsi per la caccia di volatili tra cui quaglie e pernici. Eppure perché tutti si riapproprino della caccia si dovrà attendere la conclusione della rivoluzione francese. Solo da quel momento in poi a chiunque, nobile o no, fu consentito di riprendere l’antico legame fra cane e cacciatore, perché uomo cacciatore lo è sempre stato. Non a caso a parlare di cacciatori ci pensa anche la Bibbia, raccontando di Nemrod, primo cacciatore, che si presenta dinnanzi a Dio. Il cane rimane fedele compagno dell’uomo an-

che durante le due guerre mondiali e nemmeno oggi lo abbandona, seguendolo durante le battute di caccia e condividendo dolori ma soprattutto le gioie che la vita all’aria aperta sa regalare.

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Fucili da caccia

Breda Grizzly l’artiglio del supermagnum

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Breda Grizzly l’artiglio del supermagnum

Il riassestamento della famosa marca bresciana ha permesso di riaprire diversi orizzonti e ora l’azienda ha deciso di rimettere mano al semiauto di maggior calibro: il modello Grizzly camerato per il 12/89 si proietta su un mercato specialistico e in particolare verso il nord America

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hi si ritrova nella condizione d’essere diversamente giovane e dà un’occhiata alla propria armeria troverà quasi sicuramente in rastrelliera un Breda, ma se nel frattempo lo avesse venduto potrebbe iniziare a rammaricarsene perché i fucili di notevole caratura è bene tenerli. Ci rigiriamo fra le mani un Argus, primo superleggero tutto in acciaio (2.960 g con canna da 65 cm), rammentando alcune cacciate alle cesene costipati in tre in un capannuccio a igloo di fattura totalmente estemporanea con materiali di recupero, allestito con sagacia e inventiva dal nostro maestro capannista, di origini bresciane. Solo poco tempo fa abbiamo verificato alla placca le rosate di questo fucile ricavandone Caccia Passione 52

molta soddisfazione: allora ci si contentava di veder calare i selvatici con una incredibile facilità e tanto bastava per rassicurarci sulla foratura di canna, una delle prerogative della nobile Casa. Poi il mondo è cambiato e molte cose sono passate nel dimenticatoio, come le canne rotomartellate a caldo, e anche questa azienda, almeno la branca dei fucili sportivi, ha conosciuto flessioni immeritate. Ora le cose si sono evolute e la linea dei semiauto si arricchisce nuovamente di un elemento di spicco, per qualche tempo lasciato in disparte: il Supermagnum. La concorrenza nazionale insieme a quella belga e statunitense, Benelli, Beretta, Browning e Remington per dar conto dei nomi con cui ci si va a misurare, ha un fucile così concepito, adatto a sparare continuativamente le tre classi di cartucce con bossolo


Fucili da caccia da 70, 76 e 89 mm, tutti studiati in maniera specifica per accontentare il cacciatore senza richiedergli interventi per le regolazioni. Chi ha dimestichezza con l’ambiente ha già perfettamente individuato il settore operativo a cui una simile arma si rivolge e gli acquatici si rivelano i bersagli principali, con gli stormi di anitre a far da apripista, ma con un chiaro riferimento all’oca selvatica, preda ambitissima per la sua astuzia, quindi la distanza a cui si mantiene nel volo o nell’approssimarsi alla tesa, per la sua resistenza ai proiettili e, da ultimo per il suo pregio culinario. Goose Bay, al di là dell’Atlantico, è una mitica località dove tutto ruota attorno a tali selvatici, ma sono mol-

dell’osservatore con linee classiche e particolari innovativi e personalizzati. L’aggiornamento del progetto vede il castello aperto, foggiato a L coricata (l’Argus era un antesignano), ricavato di fresa da un estruso in lega leggera dove inferiormente si posizionano la cucchiaia elevatrice e, tramite un incastro e una spina elastica, il pacchetto di scatto rivisto nelle forme della guardia più arrotondate: nel rebbio posteriore è inserito il pulsante della sicura mentre, sul fianco destro dell’estensione anteriore sporge il tastino cromato di svincolo della cucchiaia. Molto comodo il grilletto arcuato e arretrato così da posizionare esattamente il dito ed esser raggiungibile anche da mani piccole; pa-

tissime le destinazioni favorevoli nella vecchia Europa, specialmente nei paesi dell’Est dove il Danubio resta l’asse principale di transito e sosta. Tornando negli States le valenze di questo superbo binomio fucile/cartuccia si estendono ai tacchini selvatici, altro bel genere di furbissimi soggetti, bizzosi, irascibili e sfuggenti, difficili da ingannare e quindi da incannare e con una resistenza prossima ai moderni blindati da trasporto truppe. La messa in opera del Grizzly, nome quanto mai azzeccato, rivela dunque una mira commerciale decisamente indirizzata verso il Nord America, dove il valore intrinseco è analizzato a fondo insieme a quello monetario. In entrambi Breda può dire la sua con ottime prospettive di successo. La tecnica costruttiva Uno sguardo d’insieme cattura subito il favore

rimenti funzionale il bottone per mandare in chiusura l’otturatore, posto avanti nella parte destra del castello. Apprezzabili le scalfature e i diedri di raccordo così come la parte verticale del castello su cui si ravvisano in chiave moderna linee familiari del marchio Breda: a questo si somma il coperchio superiore separato con calotta arrotondata e fianchi spianati dove, sempre a destra, si ricava la finestra di espulsione. Il funzionamento inerziale vede il robusto corpo otturatore entro cui si innesta la testina a due alette con profilo arrotondato: la giunzione fra i due elementi tramite un piolo e una pista a camme con l’interposizione della caratteristica molla, tozza e molto dura, è ben conosciuto. La prima fase di rinculo sposta indietro tutta l’arma tranne il corpo dell’otturatore entro cui si comprime la molla cinetica Caccia Passione 53


obbligando la testina a ruotare svincolandosi dalle mortise ricavate nella culatta della canna; la successiva distensione di questa molla manda indietro tutto il complesso di otturazione che, grazie all’unghia dell’estrattore e al piolo laterale compie il ciclo di riarmo espel-

Acciaio Breda: un particolare studio è stato riservato alle pendenze dei coni di raccordo, in particolare fra camera e asta dove si impone di trattare i gas propellenti sfruttandoli al massimo senza che sopravanzino il borraggio con tutte le tre lunghezze di bossolo previste. L’in-

lendo il bossolo spento; una molla inserita nel calcio e azionata da una bielletta collegata all’apice posteriore dell’otturatore rimanda tutto in chiusura prelevando la cartuccia liberata dal serbatoio tubolare posto sotto alla canna e messa in giusta posizione dalla cucchiaia. Il cinematismo contiene belle peculia-

terno del vivo di volata è predisposto per accogliere gli strozzatori mobili e la linea di mira si affida a una bindella opacizzata e ventilata, con ponticelli lunghi saldati direttamente alla canna e profilo con sopralzo in culatta e digressione fino al mirino. Le lunghezze solite sono di 71 e 76 cm, ma per gli amanti della caccia spe-

rità tra cui quella di non sporcarsi con i gas di combustione e autoregolarsi secondo l’energia fornita dalla cartuccia: il fucile funziona benissimo anche con le cariche minime da 28 g. La canna con cromatura interna è ricavata da rotomartellatura a freddo e giustamente è punzonata in evidenza la qualificante dicitura

cifica agli acquatici o ai colombacci dal palco è disponibile anche la fenomenale misura di 81 cm, a nostro sommesso parere quella consequenziale a tutto l’impianto. Non va dimenticato l’impiego sui cinghiali più agguerriti dove le cariche del Supermagnum concedono quell’energia in più che può rivelarsi risolutiva.

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Fucili da caccia La calciatura Per un fucile così specifico si impone una calciatura in polimero rinforzato con fibra di vetro e Rilsan è il nome del composto impiegato, insensibile a variazioni dimensionali nella gamma termica compresa fra -40 °C e +80

tubolare del serbatoio, acquistabile separatamente, aumentandone la capienza a 9 colpi oltre a quello in camera. Il volume di fuoco in tale configurazione è davvero eccezionale e può servire in casi particolari di passo con molti capi insieme e in rapidissimo transito.

°C. Due pezzi molto robusti formano il calcio con impugnatura a pistola, dorso con inserto in gomma morbida per attutire le vibrazioni allo zigomo e calciolo spesso sempre in materiale analogo: sono elementi qualificanti che permettono di contenere il peso entro i 3,2 kg senza penalizzare il tiratore quando spara

Le diverse versioni Oltre al modello classico, con castello anodizzato nero e canna con brunitura opaca e calciatura antracite, vengono proposte una versione camouflage, con disegno di erbe palustri peculiare della Breda, oppure una versione elegante con castello finito bianco e calotta

i cartuccioni da 64 g. L’astina mostra un gradevole disegno avvolgente, profilo sceso verso l’apice, impugnabilità molto efficace anche con mani bagnate. Il fissaggio, quindi la chiusura di assemblaggio dell’arma, avviene tramite una ghiera anteriore che, in un modello specifico, consente il montaggio della prolunga

nera. Le quotazioni indicative attuali pari a 1.421,00 € per il primo e 1.597,00 per le due seguenti, valigetta di trasporto inclusa, sono talmente favorevoli da non richiedere commenti. Il marchio, vanto di Brescia, torna a buon diritto nell’agone più elevato del settore pronto a dire la sua con piena autorevolezza Caccia Passione 55


Winchester Supreme Elite XP3 la cartuccia dell’azienda che conquisto il west

Le munizioni winchester sono all’avanguardia dell’innovazione da quasi 140 anni e sono il punto di riferimento dell’industria dell’armamento.

L

a Winchester è una prestigiosa fabbrica d’armi fondata negli Stati Uniti nel 1855, Il suo nome evoca memorie e immagini a dir poco epiche. L’azienda produceva infatti la leggendaria Carabina Winchester, utilizzata negli anni della colonizzazione del mitico selvaggio West. La Winchester oltre a produrre armi, è anche una fabbrica di munizionamenti per fucili. Tradizionalmente le cartucce o munizioni Winchester sono sinonimo di proiettili molto grossi e potenti adatti per l’abbattimento di grossa selvaggina. Le storia ci ricorda che i fucili a ripetizione dell’azienda

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americana sono stati utilizzati, oltre che nelle battaglie per conquistare il West, soprattutto nelle battute di caccia grossa al bisonte che pascolava nelle sterminate praterie nordamericane. Per molti cacciatori, quindi, Winchester è sinonimo di armi potenti e di proiettili altrettanto “energici” e penetranti. Il progresso tecnologico che ha riguardato tutto il settore delle armi, ha permesso di produrre munizioni adatte a tutti i tipi di selvaggina. La Winchester con l’evoluzione delle sue cartucce è arrivata a creare una pallottola adatta sia per il selvatico di grosse dimensioni che per quello


Munizioni standard di peso più leggero. Parliamo della Winchester Supreme Elite XP3. La cartuccia Supreme Elite XP3 presenta tre importanti caratteristiche: precisione, potenza e penetrazione. Consente infatti tiri perfetti caratterizzati dalla massima precisione, efficaci a diverse distanze grazie alla loro potenza e dotati di efficace penetrazione abbattendo la preda desiderata senza che questa si sfaldi troppo sotto il peso del proiettile. La Supreme Elite XP3 è una cartuccia a palla ideale per la caccia, frut-

cleo e la camicia tende ad uniformare l’energia e la potenza emesse dalla palla, mentre il rivestimento in Lubalox, riduce gli attriti e impedisce le deformazioni del proiettile durante l’espulsione dalla canna. Con la cartuccia Winchester Supreme Elite XP3 si può cacciare qualsiasi tipo di selvaggina, da quella più leggera, come il capriolo, a quella più resistente, come il cinghiale, il cervo. La cartuccia Supreme Elite Xp3 è prodotta in diversi tipi, con differenti grammature e adatti a diversi cali-

to di ricerche e processi tecnologici di ultima generazione, basati su due fasi di espansione, fusione del nucleo e della camicia, punta in policarbonato, base dell’ogiva affusolata e rivestimento in Lubalox. La prima fase di espansione garantisce una la massima penetrazione nella selvaggina di grosse dimensioni, mentre la seconda fase di riguarda il corpo dell’ogiva, progettato per conferire alla palla il massimo potere d’arresto. La punta in policarbonato, che è un materiale plastico, sciogliendosi con il calore crea un’azione di arresto che colpisce la preda senza sfaldarla. La fusione tra il nu-

bri, dal 270 Winchester, al 7 mm Remington Mag, al 300 WM e con grammatura che va da 9,72 a 11,66 passando per 10,37 grammi. La palla Winchester Supreme Elite XP3 si adatta sia alla caccia in battuta che a quella in appostamento. Il prezzo della confezione delle Supreme Elite è di circa 50 euro mentre, se si vuole risparmiare, la serie XP3 classica è più economica nonostante ha una simile resa balistica. La Supreme Elite XP3 è studiata per il più classico dei fucili ad anima liscia, ovvero la carabina, che poi è il piatto forte della mitica Winchester. Caccia Passione 57


Cannocchiali da puntamento “Weaver” qualità al giusto prezzo

Non saranno conosciuti quanto i marchi più blasonati, ma vengono spesso citati e utilizzati dai cacciatori e dai tiratori sportivi. Stiamo parlando dei cannocchiali di puntamento Weaver, non proprio l’ultima frontiera nel campo delle ottiche di mira, ma comunque sempre dei prodotti per cui vale la pena parlare.

N

on saranno conosciuti quanto i marchi più blasonati, ma vengono spesso citati e utilizzati dai cacciatori e dai tiratori sportivi. Stiamo parlando dei cannocchiali di puntamento Weaver, non proprio l’ultima frontiera nel campo delle ottiche di mira, ma comunque sempre dei prodotti per cui vale la pena parlare. Nei forum venatori e non solo, i cacciatori si chiedono insistenCaccia Passione 58

temente se valga la pena usare i cannocchiali Weaver al posto di quelli prodotti dai marchi più noti e prestigiosi del settore. Per sgomberare il campo da inutili equivoci, anticipiamo subito che non si possono fare confronti con i marchi più usati nella caccia e nel tiro a lunga distanza, perché sarebbero impossibili. I cannocchiali Weaver sono ottiche di buona qualità, ma appartenenti a un mercato e a una


Ottiche

fascia di prezzo che non hanno nulla a che ve- nel tiro sportivo, dove gli appassionati tentano dere con le ottiche di lusso. Il lusso, però, non sempre nuovi esperimenti e nuove tecniche sempre è sinonimo di alte performance e di per superare se stessi e le loro abilità. Le ottiperfetta funzionalità. Le ottiche famose, quel- che Weaver sono sia fisse che variabili. Quelle le che, per intenderci, costano dai mille euro fisse non permettono diversi ingrandimenti, in su, sono tecnicamente perfette. Le ottiche ma possono essere usate anche nella caccia, Weaver sono buone, funzionali, performanti, perché in alcuni ambienti, a volte difficili da ma con un costo lievemente inferiore a quel- esplorare, gli ingrandimenti variabili o trople precedentemente citate. Costo che si aggi- po grandi non consentono di visualizzare corra intorno ai 500 euro. rettamente il bersaglio. Le caratteristiche delle I cannocchiali di punDiversi modelli delle otottiche Weaver, dunque, tamento Weaver pretiche Weaver possiedovanno viste nell’ottica ( e no torrette alte regolasentando una meccaqui ci scusiamo per il giro bili che consentono tiri di parole) del loro prez- nica ineccepibile e a lunghissima distanza zo di mercato. Costano ed è per tale caratteriuna qualità dei commediamente di meno, è stica che vengono prevero, ma non per questo ponenti e dei mateferiti nel tiro sportivo. I si possono definire meno vecchi modelli di queste riali davvero ottima. affidabili e sicure di altre. ottiche non possiedono, I cannocchiali di puntamento della Weaver, infatti, il sistema di regolazione della parallasalmeno per quanto riguarda la meccanica e le se, dispositivo che permette di correggere gli lenti, sono prodotti in Giappone, Paese che errori di visualizzazione generati dalla posiper cultura e tradizione tecnologica presta zione dell’occhio rispetto all’asse del reticolo. un’attenzione quasi maniacale alla meccanica Secondo le testimonianze degli utilizzatori, le e ai controlli di qualità dei suoi prodotti. Que- ultime versioni delle ottiche di mira Weaver ste ottiche trovano la maggiore applicazione offrono una visione perfetta anche senza sisteCaccia Passione 59


ma di regolazione di parallasse, perché dotati di reticoli speciali già regolati durante il processo di produzione. Naturalmente, se si vogliono provare i cannocchiali di mira Weaver, conviene scegliere gli ultimi modelli in commercio e catalogati come le novità del 2013. La Weaver esiste, infatti, da circa 80 anni. Nel corso del tempo, l’azienda si è sempre evoluta, prestando attenzione al progresso tecnologico e all’evoluzione meccanica dei prodotti e

V – Series, Classic K- Series, Classic Rimfire, Classic T Series, 40/44, Kaspa. I modelli della serie Classic sono ottiche con ingrandimenti fissi che vanno da 4x a 36x. Quelli della serie Slam sono, invece, ottiche variabili. Il modello più recente e classificato dall’azienda come il prodotto di punta del 2013, è il cannocchiale di puntamento Grand Slam, che la stessa Weaver, nel suo sito, definisce come “costruito per essere il migliore”. Il cannocchiale Grand

dei relativi materiali. I modelli delle ottiche Weaver sono tantissimi, con caratteristiche meccaniche e tecniche a volte simili, a volte diverse, e con differenti possibilità di ingrandimento. Non tutti i modelli sono adatti alla caccia. Alcuni, come i modelli Classic, sono consigliati solo su armi da tiro e in calibro 22LR, calibro notoriamente vietato nell’arte venatoria. I cannocchiali da puntamento Weaver sono prodotti nei seguenti modelli: Super Slam, Super Slam Euro, Grand Slam, Classic

Slam rappresenta l’evoluzione dei prodotti Weaver e si presenta completamente rinnovato, sia dentro che fuori. Nuovi sono i materiali, la meccanica, il design e la modalità di funzionamento. La linea del prodotto è robusta e versatile, ma con un design più snello e senza bordi eccessivi, tipici dei modelli più datati. Il progresso del cannocchiale Grand Slam si vede in molte cose, anche nel sistema di regolazione del reticolo chiamato MicroTrac, che, grazie a due molle di compressio-

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Ottiche ne, consente di sistemare meglio la mira. Le caratteristiche tecniche del cannocchiale Grand Slam variano in base al modello , con un diametro della pupilla d’uscita compreso tra 13.7 - 4.6 mm e 10.8 -2.8 mm, campo visivo a 100 metri da 16.4 - 4.2 m a 7.8 -2.1 m; distanza pupilla d’uscita da 88 a 80 mm. La lunghezza dei cannocchiali di mira Grand Slam è compresa tra 277 e 320 mm. I componenti meccanici sono in acciaio con finitura color nero opaco. Le lenti, che hanno subito un trattamento multistrato, permettono una visione chiara e nitida. Il tubo del cannocchiale è impermeabilizzato con Argon per evitare gli appannamenti. I modelli Grand Slam permettono ingrandimenti da 2 - 8x36 , 3-12x42, 3-12x50 e 4-16x44. Su alcuni modelli è disponibile anche il sistema di regolazione della parallasse. I reticoli disponibili per il cannocchiale di mira Grand Slam sono Dual X, Ballistic X e Varminter. Il reticolo illuminato è, invece, disponibile nelle versioni avanzate del Grand Glam, ovvero, Super Slam e Super Slam Euro. La Weaver suggerisce per la caccia i cannocchiali della serie Kaspa, ot-

tiche variabili( da 2-7x32 a 4-16x44) con tubo trattato con nitrogeno per evitare l’appannamento delle lenti. Queste, a loro volta, hanno subito un trattamento multistrato per favorire una maggiore trasmissione di luce. Le ottiche Kaspa costano poco più di 200 euro, mentre il Grand Slam oscilla intorno ai 400 euro. I cannocchiali modello Super Slam si avvicinano ai prezzi dei cannocchiali più pregiati e costano tra i 700 e i 900 euro. Per una visione più ampia e chiara, gli utilizzatori sconsigliano di usare le ottiche con i reticoli troppo sottili.

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Racconti di caccia

A caccia di cinghiali con il nonno Il fascino della caccia al cinghiale come arte che passa da una generazione all’altra. Nipote e nonno a caccia di cinghiali insieme.

S

ono fortunato: i miei genitori hanno deciso di sposarsi molto giovani e questo mi ha avvantaggiato in almeno due modi diversi, ho genitori giovanissimi e ho ancora la possibilità di andare a caccia in compagnia di mio nonno che oramai ha i capelli bianchi e non ci vede più come un tempo ma di esperienza ne ha da vendere. Delle volte viene con noi anche solo per mangiare un panino su in montagna, o per bersi un buono bicchiere di rosso in compagnia ma va bene così. Spero anche io d’avere voglia, a 86 anni, di salire in montagna con in braccio il mio fucile. Ci metterei la firma! E’ stato lui ad insegnarmi tutto quello che so in fatto di armi, animali, montagna e caccia: mio padre, non ci crederete, odia tutto questo, quindi la felicità di mio nonno quando ha trovato un nipote particolarmente ricettivo in fatto di arte venatoria ve la potete facilmente immaginare. La caccia che entrambi preferiamo? Quella al cinghiale chiaramente, anche se oramai nonno Vittorio non partecipa più, non attivamente per lo meno. Come ogni cacciatore che si rispetti io ricordo ancora perfettamente la prima giornata di caccia al cinghiale: nonno Vittorio era il capo caccia e non me lo ha mai detto, ma ricordo la sua emozione nel presentarmi ai compagni come il nipote. Insomma anco-

ra non ho figli, ma credo sarà la medesima emozione che proverò io nel condividere le mie passioni con il sangue del mio sangue. Saranno stati gli inizi di dicembre, ricordo solo che c’era un freddo tremendo del quale non mi lamentai nemmeno una volta; d’altronde avevo solo 16 anni e non volevo che mi rispedissero diritto a casa. Con me avevo la mia prima carabina regalatami dal nonno, ovviamente con grosso disdegno da parte di mio padre che avrebbe preferito condividessi con lui la passione per la bici. Si trattava di un arma usata, ma per me era la più bella che si potesse desiderare. L’appuntamento era fissato per le 6,30 ma io alle 5,30 ero già sotto casa ad aspettare che il nonno passasse a prendermi. Dopo qualche strizzatina d’occhio e qualche “ciao novellino” mi caricarono sul fuoristrada e salimmo in montagna. Allora i sentieri erano appena pronunciati e per scalare la zona ci voleva davvero coraggio. Nonno mi consigliò di posizionarmi su un costone dal quale avevo la possibilità di vedere tutta la vallata: la zona la conoscevo molto bene, in autunno mi ci portava sempre a cercare funghi. Mi consigliò di tenere d’occhio il sentiero che saltava fuori dal bosco perché se i cinghiali erano in fuga dovevano passare necessariamente da lì. Mi affiancò Giovanni un Caccia Passione 63


ragazzo più grande di me di qualche anno. Slegati i cani e assegnate le poste fu il silenzio: quella marea di uomini divenne taciturna e invisibile in attesa del più piccolo rumore. Non ricordo quanto tempo passò, un ora, forse due, quel che ricordo è l’abbaiare di Roger, il cane del nonno e il gran movimento tutto attorno. I cinghiali erano stati scovati e c’era solo da aspettare “respira profondamente e non farti prendere dalla fretta” mi disse Giovanni proprio mentre qualcuno esplodeva qualche colpo e io pregavo che il cinghiale passasse per il nostro sentiero. Credo sia stata la prima e l’ultima volta che le mie preghiere sono state ascoltate. Qualche minuto dopo, poco distanti da noi si iniziò a sentire il baio a fermo dei cani: il cinghiale era in mezzo ai cespugli braccato dai cani. Sape-

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vo perfettamente cosa sarebbe successo di lì a poco, nonno me lo aveva raccontato mille volte. Il cinghiale partì come un fulmine cercando di aggirare i cani e correndo proprio verso di noi. Ricordo cespugli in movimento e il cuore che andava come un treno: imbracciai la carabina, puntai, ma Giovanni, come dimenticarlo, fu più veloce di me. Ai suoi colpi seguirono i miei che come era facile immaginare, vennero piazzati male. Per fortuna una quarantina di metri più a valle il demonio nero incontrò mio nonno. Qualche minuto più tardi lo sentii urlare: preso! Mentre raggiungevo il gruppo piuttosto mogio ripensavo ai colpi da schifo partiti dal mio fucile: “E’ un gioco di squadra Emanuele”, mi disse mio nonno e quel giorno capii qualcosa di più sulla caccia al cinghiale e sull’abilità di mio vecchio nonno.



Accessori per la caccia Strozzature variabili Technichoke della F.A.I.R. : la soluzione in ambito venatorio e sportivo. Le strozzature variabili TECHNICHOKE si prestano alla perfezione per rispondere alle esigenze sia in ambito venatorio, sia in ambito sportivo. La F.A.I.R. (fabbrica d’armi Isidoro Rizzini, sita in Marcheno, Brescia) si inserisce in questo segmento di mercato, offrendo strozzatori intercambiabili TECHNICHOKE destinati al calibro 12, 16, 20 e 28, composti da acciaio legato allo stato crudo con il livello di resistenza R85-100 Per ulteriori info segui il link: http://www.fair.it/ita/fucili_technichoke.jsp

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Veterinaria

Allergie alimentari cause, sintomi, prevenzione, diagnosi e terapie

Negli ultimi anni, in concomitanza con l’aumento delle allergie umane, si è verificato anche un preoccupante aumento delle allergie e delle intolleranze negli animali, sia domestici che da caccia

L

e cause biologiche delle allergie non veterinario( ma anche nella scienza medica in sono ancora del tutto note, mentre i generale) si tende a operare una distinzione sintomi con cui le stesse si manifestano tra allergie e intolleranze alimentari. Le prime sono ben conosciuti dalla medicina veterina- sono causate da un’avversa reazione immuniria e dal proprietario del cane che ne è colpi- taria dell’organismo, che tenta di eliminare la to. L’animale, infatti, a seguito di una reazione sostanza a cui è allergico producendo un nuavversa ad alcuni alimenti o a delle sostanze mero abnorme di anticorpi. Le seconde sono in essi contenute, può manifestare prurito, eri- dei fenomeni di intolleranza a determinati cibi tema, caduta del pelo o additivi contenuti e disturbi gastroin- Secondo una rivista america- nei cibi, ma senza retestinali. Durante i azioni immunitarie. I na dedicata all’educazione sintomi, il cane può sintomi delle intolledegli animali, circa il 10% di grattarsi più volte al ranze alimentari sono giorno, fino a pro- tutte le allergie diagnosti- fastidiosi e spesso sivocarsi delle ferite e mili alle allergie, ecco cate nella popolazione cadei morsi nelle zone perché, nei cani, si colpite dal prurito. Se nina è di origine alimentare. tende spesso a parlare l’allergia si manifesta di reazioni alimentari con disturbi gastrointestinali, il cane può ac- avverse, indicate con la sigla RAV. Le RAV colcusare diarrea o defecare più volte al giorno. piscono qualsiasi cane, con prevalenza nelle Un cane sano deve defecare una volta e mez- seguenti razze: Labrador, Golden Retriever, za al giorno, mentre, nel cane allergico, le de- Boxer, Cocker Spaniel, Westhighland, White fecazioni possono anche essere superiori alle Terrier, Setter Irlandese, Dalmata, Pastore Tetre volte al giorno. Un’allergia alimentare può desco e incroci. La maggiore incidenza delle compromettere non solo le prestazioni vena- allergie e delle intolleranze alimentari è stata torie dell’animale, ma anche alcuni preziosi riscontrata nei cani di età compresa tra i due e organi usati per individuare la preda. E’ sta- i sei anni di età. A volte, l’esordio delle stesse è to, infatti, riscontrato che le allergie alimen- estremamente precoce e può interessare anche tari provocano un aumento delle infezioni i cani con appena cinque mesi di vita o quelli nell’orecchio del cane, con conseguente dimi- più anziani. Nel cane da caccia è possibile prenuzione della sua capacità uditiva. In campo venire le allergie e le intolleranze alimentari Caccia Passione 69


curando per tempo le parassitosi intestinali. I batteri patogeni dell’intestino possono, infatti, predisporre l’animale allo sviluppo di reazioni avverse agli alimenti. Esistono anche situazioni in cui è impossibile prevedere il rischio di un’allergia o di un’intolleranza alimentare, perché queste patologie possono manifestarsi anche all’improvviso e in cani apparentemente sani e nutriti con alimenti che in precedenza non hanno causato alcun disturbo. Nel campo delle intolleranze si è visto che queste possono manifestarsi in cani alimentati con abbondan-

sto tipo di cane, infatti, la razione giornaliera di proteine viene aumentata in proporzione allo sforzo fisico che l’animale dovrà sopportare durante l’attività venatoria. In genere, gli alimenti che possono causare intolleranza nel cane da caccia sono la carne bovina, il pollo, il pesce, il latte, le uova, la soia, il frumento, il mais e il riso. Recentemente si è scoperto che anche la carne di agnello può causare allergia e intolleranza nel cane. Il fatto è, di per sé, preoccupante, visto che in passato i cani non hanno mai manifestato segni di allergia

ti quantità di un determinato alimento. E’ il caso, ad esempio, dell’intolleranza al lattosio, lo zucchero presente nel latte e causa di intolleranza in molti cuccioli alimentati in maniera abnorme con il latte vaccino. La maggior parte delle allergie e delle intolleranze alimentari nei cani da caccia adulti è, invece, causata dagli alimenti proteici, specie dalle carni rosse. Tutti sanno che l’alimentazione proteica è molto importante per rafforzare la struttura muscolo scheletrica del cane da lavoro. In que-

alla carne ovina. Anche se è possibile sottoporre il cane a test sierologici ( esami del sangue), questi non consentono di individuare in maniera affidabile gli alimenti o le sostanze responsabili delle reazioni avverse. Alcuni laboratori veterinari hanno messo a punto dei test che mettono a contatto il pelo del cane con una serie di alimenti che potrebbero causare allergia. Secondo i veterinari, però, al momento, l’unico test, ma anche l’unica terapia per individuare e contrastare le allergie alimentari

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Veterinaria nel cane da caccia è la dieta ad esclusione o ad eliminazione. Con questa dieta si eliminano gradualmente, e a rotazione, alcune carni che potrebbero causare allergia, fino a individuare quelle responsabili del disturbo. Nei cani da caccia allergici alle proteine della carne rossa si può integrare la quota proteica ricorrendo ad altri tipi di carne, come quella di tacchino, cervo e pesce. Negli Stati Uniti, ad esempio, i cani colpiti da allergie alle carni rosse vengono alimentati con una dieta proteica alternativa a base di carne di canguro. La dieta ad elimi-

bon. La dieta con preparazioni commerciali è a base di alimenti allergenici trattati in modo da non poter causare reazioni avverse. Questa dieta è più pratica rispetto a quella casalinga, ma meno affidabile ai fini dell’individuazione del cibo che scatena allergia. La dieta casalinga si compone, invece, di accoppiamenti di due cibi, proteine e fonti di zucchero, che il cane non ha mai consumato. Gli accoppiamenti alimentari possono comprendere cavallo+ patate o cervo+patate o maiale + patate. Con questa alimentazione si rischia però di cau-

nazione per il cane allergico va prescritta dal veterinario e dura da sei a otto settimane. Gli alimenti che compongono la dieta ad esclusione possono essere preparati in maniera casalinga o tramite miscele “ipoallergeniche ” vendute nei negozi di alimenti per animali. Le diete commerciali maggiormente utilizzate per i cani allergici sono: /d Hill’s, z/d Hill’s, Hypoallergenic Royal Canin, HA Purina, LB Dermatosis Eukanuba, Solo Quaglia ICF, Venice and Potato Baubon, Fish and Potato Bau-

sare delle carenze alimentari nel cane. In tal caso è preferibile ricorrere alle diete commerciali, certamente più bilanciate dal punto di vista proteico, vitaminico e minerale e spesso utili nel favorire la scomparsa dei sintomi da intolleranza. Per alleviare i disturbi dell’allergia in attesa che la dieta faccia effetto, si può ricorrere ad antistaminici o a bagni dermoprotettivi per il prurito, ad antibiotici per le infezioni e ad integratori a base di zinco o di grassi Omega 3 e 6 ad azione antinfiammatoria. Caccia Passione 71


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Sul prossimo numero Migratoria: caccia alla marzaiola in Italia, tra dispute e polemiche.

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Anno II – N° 12 – dicembre 2013 www.cacciapassione.com Direttore Responsabile Pierfilippo Meloni Vicedirettore Domenico Mansueto Direttore Marketing Valerio Troili marketing@cacciapassione.com

Ungulati: caccia al cinghiale, la cacciarella e la girata

Collaborazioni Claudia Zedda, Diego Mastroberardino, Giovanni Di Maio, Rosalba Mancuso, Pierfilippo Meloni, Domenico Mansueto, Kalaris, Valerio Troili, Federico Cusimano, Emanuele Tabasso. Traduzioni, Grafica e Impaginazione A cura della Redazione Pubblicità Ilaria Troili - Cell. 335.6408561 commerciale@cacciapassione.com Fotografi Archivio Caccia Passione, Shutterstock Redazione Via Camillo Golgi, 1 - 20090 - Opera (MI) redazione@cacciapassione.com Cell. 3383243383 Service Provider Made Network srl Via Macanno, 59 - Rimini (RN) Editore Caccia Passione s.r.l. Via Camillo Golgi, 1 - 20090 – Opera (MI) Cell. 3383243383 redazione@cacciapassione.com

Caccia e cacciatori: cacciatori ed ornitologia, riconoscere a prima vista il volatile

Registrazione in Tribunale n. 17 del 21/01/2012 Direttore Responsabile: Pierfilippo Meloni ®CACCIA PASSIONE E’ UN MARCHIO REGISTRATO. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. VIETATA LA RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE SE NON AUTORIZZATA. MANOSCRITTI E ILLUSTRAZIONI , ANCHE SE NON PUBBLICATI, NON SI RESTITUISCONO.


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Torretta Balistica con meccanismo di blocco: acquisizione precisa del bersaglio a lungo raggio


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