Caccia Passione gennaio 2014

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ANNO III nr.01 - gennaio 2014

caccia passione Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

Stanziale:

• caccia al fagiano, un amore antico e stimolante

Ungulati:

• caccia al cinghiale, la cacciarella e la girata

Caccia e cacciatori:

• cacciatori ed ornitologia, riconoscere a prima vista il volatile

Caccia alla Marzaiola anatra di superficie trasformista


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ANNO III nr.01 - gennaio 2014

caccia passione Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

in copertina

Caccia alla marzaiola tra dispute e polemiche

Stanziale:

• caccia al fagiano, un amore antico e stimolante

Ungulati:

• caccia al cinghiale, la cacciarella e la girata

Caccia e cacciatori:

• cacciatori ed ornitologia, riconoscere a prima vista il volatile

Caccia alla Marzaiola tra dispute e polemiche

E’ una specie oggetto di dispute e polemiche, ma anche di interessanti esperienze di caccia. Stiamo parlando della marzaiola, uccello acquatico definito anche “anatra di superficie”.

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sommario 12 Stanziale: caccia al fagiano,

un amore antico e stimolante

Anno III Nr. 01 www.cacciapassione.com

Pg 6 News venatorie

a cura della redazione

Pg 12 S tanziale: caccia al fagiano, un amore antico e stimolante Claudia Zedda

16 Falcoria: a caccia di anatre

con il falco pellegrino.

Pg 16 F alcoria: a caccia di anatre con il falco pellegrino.

Diego Mastroberardino

Pg 20 M igratoria: caccia alla marzaiola, anatra di superficie trasformista.

26 U ngulati: caccia al cinghiale,

la cacciarella e la girata

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Rosalba Mancuso

Pg 26 Ungulati: caccia al cinghiale, la cacciarella e la girata

Claudia Zedda


Sommario Pg 58 M unizioni: la cartuccia 6,5-284 Norma

Emanuele Tabasso

Pg 60 Ottiche: SWAROVSKI OPTIK conferisce il premio “Digiscoper of the Year 2013”

Migratoria: caccia alla marzaiola, tra dispute e polemiche.

Swarovski optik

Pg 63 Racconti venatori: corsa alla lepre, un’avventura da ricordare Kalaris

Pg 73 Veterinaria: dermatite atopica Rosalba Mancuso Pg 32 Caccia e cacciatori: cacciatori ed ornitologia, riconoiscere a prima vista il volatile

Kalaris

32 Caccia all’estero: caccia alla beccaccia sull’isola di Bute

Pg 38 Caccia all’estero: caccia alla beccaccia sull’isola di Bute Domenico Mansueto

Pg 42 C ani da caccia: Poitevia, segugio francese, forte e raffinato nella seguita.

38 Caccia all’estero: caccia alla beccaccia sull’isola di Bute

Claudia Zedda

Pg 46 Armi: manutenzione del fucile da caccia, facile se eseguita in sicurezza.

Rosalba Mancuso

Pg 52 Fucili da caccia: Iron armi, beccaccia De Luxe

Emanuele Tabasso

42 Cani da caccia: Poitevia,

segugio francese, forte e raffinato nella seguita. Caccia Passione 3


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Editoriale E la nostra amata stagione di Caccia volge al termine... Gennaio, con la stagione di caccia che volge al termine, racconta avvenimenti venatori ripetuti e prevedibili come le onde del mare che con la loro ciclicità rendono la battigia quasi astratta. Esaminando la trascorsa stagione venatoria abbiamo potuto notare che le varie pre aperture hanno appesantito di scontento i carnieri, mentre con l’apertura si è potuto solamente riconfermare questo dato, con agricoltori che hanno ottenuto limitazioni del “calendario venatorio” per le loro coltivazioni in atto, arroganti del fatto che i cacciatori compiono da sempre prelievi capaci di contribuire nel ridurre i danni alle loro colture. Ma nonostante buonsenso e voglia di contribuire per una caccia sostenibile e tutelata da tutti, ci si son messe pure le varie amministrazioni territoriali che con le loro leggi atte ad evitare abusi, non si è fatto altro che aumentare i guai ed errori a loro imputabili che fan si di aumentare il malcontento di chi, in un deserto di proposte, non ha più fede neppur nei miraggi e col solo risultato che la Caccia oramai continua sempre più ad avvitarsi nella crisi. Infatti in assenza di un progetto comune, le varie Province hanno seguito la strada dell’individualità, con una salute incerta nei loro provvedimenti locali che confermano solamente la latitanza di una politica complessiva. E le Deroghe?? Solo autentici abbagli, visti poi da nessun cacciatore, il tutto complici di un animalismo in malafede ed esasperato, capace di distruggere la stima che il mondo della Caccia era riuscito a crearsi in una Società civile. Deroghe tenute accese come cupi lumini, ma che si sono rivelate solamente quello che sono, provvedimenti temporanei passibili di ammende e non surrogati di leggi. Ed i Legislatori locali?? Ahh, loro si.. Chiamati alle loro responsabilità, di una stagione di caccia illusiva per giornate represse ma iscritte nei calendari venatori di tutti, ed seppur avessero incassato i voti di tutti noi del mondo della caccia e non, hanno cercato il colpevole in un Governo, ma dimenticandosi che le Regioni stesse hanno facoltà di proporre leggi di valenza nazionale.. Ma non sarà per caso giunto il momento di modificare la Legge nazionale sulla Caccia al fine di arrivare alla prossima stagione con delle disposizioni che non penalizzino ancora di più i Cacciatori?? Pierfilippo Meloni


ANPAM: chiarimento mozione esportazioni armi sportive e civili L’ANPAM: “Le opposizioni hanno fatto molta confusione per nulla, non stiamo chiedendo di togliere vincoli alla sicurezza ma solo di eliminare inutili e dannosi cavilli burocratici”.

“L

’impegno preso dal Consiglio Regionale della Lombardia – ha dichiarato il presidente dell’ANPAM avv. Nicola Perrotti vuole fare pressione presso il Governo affinché si trovi il modo di applicare correttamente la normativa europea, niente di diverso e niente di più. L’ANPAM è quindi soddisfatta della vicinanza dimostrata dal Consiglio alle imprese, impegnate da alcuni mesi nella lotta alla burocrazia inutile sulle esportazioni di armi sportive e civili verso Paesi in cui non ci sono problemi di sicurezza o di tipo umanitario e civile. Allo stesso tempo però deve registrare prese di posizione che nascondono dietro un’ideologia pacifista la completa ignoranza della materia trattata. Stiamo parlando – ripete il

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presidente Perrotti – di armi ad uso sportivo e civile, ovvero caccia e tiro, e nello specifico di quelle italiane, considerate nel mondo l’eccellenza del settore. Non si tratta quindi di armi da guerra e qualsiasi riferimento al pacifismo, in questo caso, è fuori luogo e fuori contesto”. Questo il commento dell’Associazione Nazionale Produttori Armi e Munizioni Sportive e Civili dopo che è degenerata la discussione sulla mozione, poi approvata, che impegna la Giunta Regionale presieduta da Roberto Maroni a far arrivare al Governo lo stato di difficoltà e di prostrazione in cui si trovano le aziende del bresciano, ma non solo, a causa di una burocrazia inutile e dannosa. La situazione è diventata confusionaria dopo che alcuni esponenti dell’opposizione hanno fatto scivolare il tema, di tipo strettamente economico e amministrativo, sul piano ideologico di un generico pacifismo. Anche alcune testate giornalistiche di primo piano hanno parlato di “libera circolazione delle armi”, creando ancor più confusione nella pubblica opinione. “Non stiamo chiedendo di eliminare i vincoli già esistenti, sicuramente tra i più rigidi a livello mondiale e su questo non temiamo smentite, - ha detto ancora Perrotti - ma di porre mano all’intero pacchetto di norme affastellate negli anni tra regolamenti comunitari e nazionali, che alla fine ha creato un vero ginepraio di norme a scapito delle imprese e dei lavoratori italiani. Aziende quasi esclusivamente a conduzione familiare e comunque nella maggior parte dei casi di stampo artigianale. La Lombardia, dove risiede la maggior parte di questo settore manifatturiero che nel complesso vale quasi un punto di PIL e mantiene circa


News venatorie 100.000 famiglie direttamente e indirettamente, - ha aggiunto il Presidente dell’ANPAM ha quindi meritoriamente posto la questione in un momento di crisi economica generale al fine di aiutare le poche aziende italiane ancora in attivo a non perdere commesse e, di conseguenza, a non trovarsi in difficoltà con gli stipendi dei lavoratori. Per questo vogliamo

ringraziare – conclude Perrotti – tutti i consiglieri, di partiti diversi, che hanno approvato la mozione. Capaci evidentemente di distinguere le reali esigenze di aziende e famiglie grazie al loro contatto con la realtà territoriale, dove da centinaia di anni opera con successo un settore serio, concreto e rispettoso delle regole come quello delle armi sportive e civili”.

ANUU: Napoli, importante sentenza su trasportini per cani Napoli, importante sentenza del Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi riguardante i trasportini per cani.

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no affrontarsi viaggi in automobile con animali a quattro zampe, allo scopo di evitare, non solo possibili, quanto pericolosi intralci nella condotta di guida, ma anche l’incontrollato sballottamento del trasportato all’interno dell’abitacolo, proprio per la funzione di contenimento cui esso deve quindi assolvere. Con l’ulteriore accorgimento, sulla cui necessità pure si è diffusamente soffermato il teste a discarico e che l’automobilista deve comunque necessariamente adottare, proprio onde evitare che il tragitto si trasformi in un incubo per l’animale trasportato, di effettuare una sosta, almeno dopo ogni ora, sì da consentire a quest’ultimo di scendere dal veicolo, respirare aria fresca, sgranchirsi, espletare i propri bisogni ed assumere acqua.” A tale stregua i tre cacciatori sono stati mandati assolti con l’ampia formula perché il fatto non sussiste. (Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi – N° 1072/2009 r.g.n.r. –N° 93/2011 r.g.d – N° 86/2013 Sentenza del 21/02/2013 dep. 30/04/2013).

ancava la prova. Questo è il risultato emerso dalla motivata decisione presa dal Giudice Pierpaolo Calabrese del Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi (NA), in composizione monocratica, all’udienza del 21/02/2013 nei confronti di tre associati dell’ANUUMigratoristi, Marco Italo Ametrano, Pasquale Catalano e Antonio Catalano, che sono stati mandati assolti dall’imputazione di maltrattamento su cani da caccia perché l’accusa aveva ravvisato che gli stessi erano rinchiusi in un’apposita gabbia di trasporto senza la possibilità di muoversi. L’ampia istruttoria dibattimentale ha dato atto nella sentenza, laddove si dice: “il ricorso al trasportino, benché non espressamente imposto dal codice della strada, appare sempre consigliato, nel caso debba- ANUU Migratoristi - 7 gennaio 2013 -

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Toscana, modifiche alla normativa per appostamenti fissi di caccia in arrivo la modifica alla normativa per gli appostamenti fissi di caccia; i sindaci dei comuni di Palazzuolo sul Senio e Marradi hanno espresso le loro perplessità.

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al Consiglio regionale della Toscana arriva la norma che cambia le regole per gli appostamenti fissi di caccia. La nuova legge interviene sulle modalità di costruzione dei capanni. Si potranno costruire manufatti che non alterino il paesaggio, realizzati in legno o materiali leggeri, ancorati al suolo ma senza opere di fondazione. Sul tema i Sindaci di Palazzuolo sul Senio, Cristian Menghetti e di Marradi, Tommaso Triberti evidenziano alcune perplessità. «Questa norma - affermano i primi cittadini - non tiene in considerazione delle centinaia di capanni storici in pietra e muratura disseminati nell’Appennino. Per questo abbiamo voluto intraprendere iniziative su più fronti per mettere in luce il problema e dare una mano ai tanti appassionati che anno dopo anno curano i propri capanni generazione dopo generazione». Oltre alle associazioni venatorie ed altre amministrazioni comunali, i Sindaci hanno coin-

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volto la Provincia di Firenze, trovando ampia disponibilità da parte dell’Assessore Renzo Crescioli, il quale ha condiviso sin da subito la necessità di verificare lo stato di fatto, chiarire tutti gli aspetti tecnici, e portare all’attenzione della Regione Toscana la questione. Non a caso lo stesso assessore Crescioli ha sottolineato come «ci siamo già attivati con l’Assessore regionale Salvadori per affrontare questo tema e siamo in attesa di incontrarlo. Vi è un legame tra questi manufatti e la loro funzione originaria che va tutelato perché rappresenta un valore storico e sociale per l’area appenninica». Il sindaco marradese Triberti ricorda inoltre come «in un incontro organizzato a Marradi con la Provincia abbiamo valutato delle soluzioni concrete che proporremo alla Regione. Il bisogno che ha mosso la norma è comprensibile ma non si può sacrificare un pezzo di storia locale e questo non riguarda certamente solo i nostri due comuni. L’impegno a trovare una soluzione è massimo e i tempi stretti quindi chiediamo la disponibilità a velocizzare gli incontri per non giungere a ridosso della scadenza già troppo vicina e creare il caos tra chi vive il territorio». Ed ancora: «viviamo luoghi con delle criticità ma anche tante risorse, il nostro impegno - conclude il primo cittadino di Marradi - deve essere quello di minimizzare le prime e valorizzare le seconde attra-


News venatorie verso la nostra storia e il nostro ambiente». A queste considerazioni fa eco il collega di Palazzuolo sul Senio. Per il Sindaco Menghetti infatti «la nuova norma era necessaria per fare chiarezza sulla tipologia di capanni che possono essere costruiti ed evitare abusi, purtroppo però è talmente generica che non tiene in considerazione la nostra cultura rurale e le centinaia di capanni storici presenti sul crinale appenninico, alcuni dei quali an-

che accatastati, che a causa di questa modifica legislativa potrebbero chiudere i battenti dopo secoli di tradizione. Per questo - conclude Menghetti - ci siamo attivati subito coinvolgendo le associazioni venatorie ed altri amministratori comunali e provinciali, con l’obiettivo di sensibilizzare la Regione Toscana e dare una risposta ai tanti appassionati». Provincia di Firenze - 10 gennaio 2014 -

Bergamo, cattura di Lepri sulle piste Orio Bergamo, ripetuta l’ormai tradizionale operazione di cattura delle Lepri che popolano le aree erbose tra le piste dell’aeroporto di Orio al Serio. Venti gli esemplari che cambieranno casa.

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disturbi, in una zona prefissata ove è stato quindi possibile catturarle adottando tutti gli accorgimenti per la loro tutela, come nei precedenti analoghi interventi sulle piste dello scalo bergamasco. L’operazione si è conclusa alle 12.45 circa con la cattura di venti esemplari di Lepre alle quali sono state applicate apposite targhette di riconoscimento dell’ATC Pianura Bergamasca; successivamente le Lepri sono state rilasciate all’interno delle aree individuate per il ripopolamento nello stesso Ambito Territoriale di Caccia Pianura Bergamasca. L’operazione è stata espressamente richiesta e predisposta dalla Sacbo Spa, la società che gestisce l’aeroporto di Orio al Serio, in ottemperanza alla normativa Enac riguardante la prevenzione di incidenti eventualmente causati dalla fauna selvatica nella zona interessata dal movimento degli aeromobili. Durante le operazioni di cattura delle lepri, l’attività aeronautica si è svolta regolarmente, senza interruzioni né limitazioni al traffico.

ella mattinata di ieri, domenica 12 gennaio, si è svolta l’ormai tradizionale operazione di cattura delle Lepri che popolano l’area erbosa del sedime aeroportuale di Orio al Serio; le operazioni di cattura si sono svolte dalle 8 con l’ausilio di personale dell’Ambito Territoriale Caccia Pianura Bergamasca e delle Guardie venatorie sotto il coordinamento del Nucleo Ittico-Venatorio della Polizia Provinciale di Bergamo. I 78 operatori hanno installato già dalla mattina apposite reti per bloccare la fuga delle Lepri; successivamente le Lepri sono state spinte, con rumori e www.cacciapassione.com - 13 gennaio 2014

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Dopo il grande successo della scorsa edizione torna in scena “Hunting Show e Pescare Show”, il mondo della Caccia, della Pesca e del Tiro Sportivo alla Fiera di Vicenza dall’8 al 10 febbraio 2014.

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all’8 al 10 Febbario 2014 si terrà in Fiera di Vicenza, l’ottava edizione di Hunting Show, il Salone della Caccia, della Natura e del Tiro Sportivo. Forte di 400 espositori con tutte le più importanti aziende produttrici d’armi, Caccia Passione 10

di munizioni, di ottiche, di accessori e di abbigliamento per la caccia, Hunting Show è l’appuntamento di riferimento in Italia per il settore. Grazie anche alla collaborazione di tutte le Associazioni venatorie italiane, nel volgere


Eventi

di 7 edizioni, il Salone ha registrato una crescita del 92% del numero di visitatori (dai 14.161 del 2007 ai 27.318 del 2013) ed un aumento degli espositori del 18% nel solo biennio 20122013. Ma Hunting Show è anche attenzione alla cultura non disgiunta dall’innovazione: Fiera di Vicenza infatti patrocinerà il concorso letterario “Scrivendo & cacciando”, il primo concorso dedicato a racconti di caccia intera-

mente on line, promosso da www.cacciando. com. Da questa edizione inoltre sarà possibile acquistare il biglietto d’ingresso direttamente dal sito www.huntigshow.it godendo di una riduzione di 5€ (10€ anziché 15) e garantendosi il diritto di partecipare all’estrazione di un fucile semiautomatico Beretta A400 Xplor Action cal.28.

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d Hunting Show 2014 esordisce la cino- fo-funzionali in rapporto alle diverse tiplogie tecnica applicata alla caccia. In un padi- di caccia praticate. Sono previsti convegni e glione dedicato si terranno sfilate di esempla- incontri su cinotecnica, zootecnia e cinofilia. ri inglesi e continentali per approfondirne la caratteristiche morfo-funzionali in rapporto alle diverse tiplogie di caccia praticate. Il cane e la caccia sono indissolubilmente legati sin dagli albori dell’attività venatoria. Oggi, la selezione del cane da caccia va di pari passo con la salvaguardia dell’ambiente e delle specie selvatiche che lo popolano. Ad Hunting Show 2014 esordisce la cinotecnica applicata alla caccia. In un padiglione dedicato si terranno sfilate di esemplari inglesi e continentali per approfondirne la caratteristiche morCaccia Passione 11


Caccia al fagiano un amore antico e stimolante

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Stanziale

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Caccia al fagiano un amore antico e stimolante

Spesso svolta in compagnia di cani da ferma, alcuni cacciatori ancora oggi optano per la caccia al fagiano secondo la vecchia maniera. Qualunque sia il terreno di caccia o la tecnica scelta l’importante è optare per l’arma giusta. articolarmente amata e praticata grosso modo in tutto il territorio italiano, la caccia al fagiano parte, secondo quanto previsto dal calendario venatorio, la terza domeni-

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senta per questo particolarmente stimolante. Caccia antica ed elegante è normalmente praticata in compagnia di cani da ferma, nelle prime ore del mattino, non prima però che

ca di settembre e prosegue indisturbata fino al 31 di gennaio. Ovviamente ogni Regione potrà apportare modifiche temporali anticipando o ritardando l’apertura e la chiusura della caccia a seconda delle particolari situazioni ambientali o in base alle differenti realtà territoriali. Il fagiano, selvatico affascinante e raffinato è forse uno dei volatili stanziali più cacciati in assoluto, amato per le sue carni e soprattutto per l’astuzia e la perizia che il cacciatore deve dimostrare durante la caccia, che si pre-

la rugiada sia stata ridotta dai raggi del sole. Trattandosi di una caccia ai selvatici ovviamente potrà essere praticata anche in maniera vagante. Quando il cacciatore sceglie questa tipologia di caccia diventa di fondamentale importanza per lui la precisa conoscenza del terreno che lo ospita e soprattutto delle abitudini del fagiano. Insomma una caccia che richiede attenzione ed esperienza. All’interno delle riserve, in passato il fagiano era oggetto di caccia in battuta all’ingle-

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Stanziale se, detta anche alla vecchia maniera, tecnica per la maggiore abbandonata per il selvatico in questione in quanto particolarmente complessa. Pur avendo scelto con una certa cura le poste infatti il tiro risulta sempre complicato e il selvatico disturbato dai battitori vola davvero alto e veloce; al cacciatore non resta che calcolare l’anticipo, che naturalmente varia da fagiano a fagiano, rendendo l’impresa pressoché impossibile. Basti pensare che l’anticipo richiesto per il fagiano è normalmente di un metro ma di caso in caso può anche triplicarsi. La caccia al fagiano secondo la vecchia maniera è dunque una tecnica caduta completamente in disuso, e solo in alcune riserve di caccia, su richiesta dei cacciatori, viene ancora organizzata. L’arma utilizzata in questo caso è ovviamente la classica doppietta.

Il calibro consigliato per la cattura del selvatico è 12, con una certa attenzione per le canne e la loro strozzatura. La canna infatti deve cambiare a seconda che si cacci in bosco o all’aperto. Nel primo caso si consiglia una canna corta (60-65 cm) con una strozzatura ridotta o addirittura assente. Da non dimenticare infatti che l’efficacia balistica del tiro nel bosco è spesso contrastata dal fogliamene, e un arma corta che produca una rosa sufficientemente aperta potrà compensare la mancata possibilità di una mira impostata. I fucili che si consigliano in queste condizioni sono la doppietta, per la sua immediatezza nel tiro e il sovrapposto, per la sua stabilità. Nel caso in cui la caccia al fagiano sia svolta in ambienti aperti probabilmente si dovranno effettuare tiri a lunga distanza che richiedono cartucce particolarmente potenti. Per questo si consiglia

Quello che non tutti sanno della caccia al fagiano è che a seconda della tecnica scelta e soprattutto a seconda del territorio per cui si è optato, si dovrà preferire l’uno o l’altro fucile, calibro e cartuccia. Le cose infatti cambiano notevolmente a seconda che si scelga di cacciare all’interno di un bosco o in luoghi aperti, quali ad esempio brughiere o prati. A cambiare saranno le distanze di tiro, l’affaticamento del cacciatore, le modalità evolutive del selvatico, tutte variabili da tenere sotto controllo utilizzando l’arma giusta.

una canna lunga che superi i 70 cm dotata di una strozzatura a 2 stelle negli automatici e 1/3 nei basculanti. L’arma da preferirsi in questo caso è la doppietta, il sovrapposto o il semiautomatico. E’ buona norma infine tenere sotto controllo anche la quantità di piombo, che determinarsi ancora una volta in base al terreno di caccia che si è scelto. Se vi trovate in un bosco potrete optare per una quantità di piombo fino ai 30 gr con piombo 6 o 7, mentre in aperto andranno benissimo fino ai 35 gr. Caccia Passione 15


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Falconeria

A caccia di anatre con il

Falco Pellegrino Questo rapace è in grado di raggiungere, in picchiata, i 320 Km/h. I suoi attacchi alle anatare sono fatali. Questa tecnica di caccia vede la collaborazione tra il falconiere ed il Falco: il primo fa alzare in volo le anatre, il secondo le cattura.

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l falco pellegrino è una specie di falconide diffuso quasi in tutto il mondo. E’ noto per l’elevata velocità che può raggiungere in picchiata durante la caccia, la quale si attesta intorno ai 320 km/h, rendendolo il più veloce nel regno animale. Quella con il Falco Pellegrino viene considerata una delle tecniche di caccia più affascinanti e classiche della falconeria. Le prede cacciabili con questo uccello sono il Germano reale, le Marzaiole, i Mestoloni e le Alzavole. Gli esperti considerano questa tecnica di caccia con il Falco molto complessa, poiché le anatre sono uccelli molto veloci e abili a respingere e schivare gli attacchi. Anche se l’uso del cane non è indispensabile, spesso si è costretti ad effettuare lunghi spostamenti per arrivare nei territori frequentati dalle anatre, con conseguenti alti costi di carburante. La tecnica di caccia con il Falco Pellegrino si pratica in ambienti umidi, in prossimità di canali, chiari e raccolte d’acqua che attirano le anatre. Quest’ultime, come il Germano Caccia Passione 17


reale che è la preda principale, sono stanziali in Italia ma vengono raggiunti dal doppio passo dei migratori. Durante il periodo venatorio sono presenti in gran numero e questo può dare un certo margine di sicurezza della battuta di caccia con il Falco. Il momento migliore per liberare il nostro Falco è all’alba e al tramonto, mentre se si usa il basso volo (Astòre) si può cacciare durante tutto il giorno. L’addestramento del Falco Pellegrino, così come avviene per tutti i rapaci utilizzati in ambito venatorio, è essenziale. A tal fine vengono usati i germani reali da addestramento/ allenamento , per insegnare al giovane Falco i rudimenti dell’attacco. Nel momento in cui si decide di usare il Falco Pellegrino sul selvatico vero e proprio, è necessario introdurre i falchi a ridosso dell’apertura della stagione venatoria, in modo tale da sfruttare l’abbondanza di esemplari di anatre giovani ancora poco esperti e di conseguenza facili prede. Occorrerà circa un’intera stagione venatoria Caccia Passione 18

con voli di 2-3 volte alla settimana o più, per insegnare al Falco le tecniche di attacco alle Anatre. Si dovrà prestare massima attenzione allo sviluppo della muscolatura dei falchi, al fine di consentire loro di rimanere in volo anche per 20 minuti prima di poter dare il via ad un attacco. Il peso ideale di un Falco Pellegrino deve essere di almeno 850 grammi. La zona di caccia non deve consistere in uno specchio d’acqua troppo grande, altrimenti le anatre non si involeranno, e non deve esserci presenza di zone antropizzate e/o recinti nell’area di caccia. Il falco andrà in volo distante dalla zona di caccia, per non allarmare le anatre troppo presto. Il falconiere con il falco in volo d’attesa, si deve muovere verso lo specchio d’acqua ed il falco deve restare esattamente centrato, ad un’altezza non superiore ai 100 metri. Il falconiere avrà il compito di far involare le anatre, le quali verranno attaccate dal falco in picchiata ad una velocità di circa 320 Km/h. E’ importante ricordare che il


Falconeria falco, ad altezze superiori ai 100 metri, scendendo in picchiata riesce a raggiungere e forse superare la cosidetta velocità critica di cui il suo corpo, ad ali chiuse, è capace. Brevemente, ricordiamo che la velocità critica è quella che un corpo, di determinati peso e forma, può raggiungere, accelerato dalla forza di gravità e rallentato dalla resistenza dell’aria. Hangte, nel 1968, ha potuto calcolare che la velocità critica del falco pellegrino si puoò collocare fra i 368 e i 384 chilometri all’ora. Un ulteriore caratteristica del falco pellegrino è la rigidità delle penne remiganti, fondamentali per la manovrabilità alla fine della picchiata. Ma penne rigide significa anche penne fragili, perciò la cattura deve sempre avvenire in spazi aperti, evitando il rischio di colpi con rami e perfino fogliame. La strategia di caccia del falco pellegrino consiste nel tentativo di portarsi in posizione dominante nei confronti della probabile preda.

La cattura vera e propria avviene con la cosiddetta “stoccata”, un colpo sferrato con entrambi gli artigli, che dovrebbe tramortire, o sbilanciare, o ferire la preda, la quale cadrà a terra, dove viene uccisa con il potente becco. La tecnica di caccia con il Falco Pellegrino è affascinante e suggestiva. Vedere ed ammirare questo animale che scende in picchiata ad altissima velocità è uno spettacolo della natura.

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Migratoria

Caccia alla marzaiola anatra di superficie trasformista

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Caccia alla marzaiola anatra di superficie trasformista

La Marzaiola appartiene all’ordine Anseriformes, famiglia Anatidae, uccelli acquatici conosciuti come anatre. Fa parte del gruppo delle “anatre di superficie”.

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er cacciare questa tipologia di selvatico, è necessario essere preparati a conoscerne le abitudini migratorie e non solo. Ecco perché di seguito presentiamo proprio l’identikit della marzaiola, nome scientifico Anas querquedula. Questo uccello acquatico appartiene al genere degli anseriformi e viene chiamato anche “anatra di superficie”, per l’abitudine di immergere in acqua solo il capo allo scopo di nutrirsi. La

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marzaiola si trova quasi sempre a pelo d’acqua, poiché non immerge mai il suo corpo nello specchio acquatico, corpo che è lievemente più grande di quello dell’alzavola , con un peso di circa 400 grammi e una lunghezza compresa tra 35 e 40 centimetri. La marzaiola si riconosce per il manto alato color verde oliva. Lievi differenze morfologiche si hanno tra il maschio e la femmina. Il primo presenta una screziatura color bru-


Migratoria no sul petto e un “caratteristico” sopracciglio bianco a mezzaluna che si diparte dall’occhio fino alla nuca, mentre la femmina ha la parte posteriore color bruno. Entrambi gli esemplari presentano un piumaggio bianco nella parte anteriore e becco lungo, dritto e piatto. La parte alata della femmina può assumere una colorazione grigio bluastra poco evidente, mentre le ali di colore verde sono una chiara indicazione dell’esemplare maschio. Le marzaiole sono diffuse dalle zone artiche a quelle mediterranee, compresa la Siberia e

delle lunghe distanze che lo stesso è costretto a coprire. La marzaiola, però, si può abbassare improvvisamente fino a raggiungere il pelo d’acqua, caratteristica molto comune nelle anatre di superficie. Gli specchi d’acqua, come si sarà capito, sono l’habitat ideale di questo uccello. La marzaiola, infatti, si trova frequentemente lungo specchi d’acqua poco profondi, con vegetazione rada o molto bassa, mentre è difficile trovarla in zone fitte e boscose. La suddetta specie si nutre di radici e resti vegetali che galleggiano nel-

i deserti arabici. I territori di nidificazione di questi uccelli sono l’Europa, la Scandinavia meridionale e l’Asia centrale. Gli esemplari che nidificano in Europa svernano in Africa, attraversando lunghissime distanze tra il Mediterraneo e il deserto del Sahara. Il flusso migratorio della marzaiola avviene a gruppi, o meglio stormi, che formano una nuvola nel cielo. Il volo di questo anatide è dritto, lineare, veloce, probabilmente per via

lo specchio d’acqua, o di animali acquatici, come insetti, vermi e molluschi. In Italia, il passo migratorio della marzaiola avviene tra agosto e ottobre e tra febbraio e aprile. La nidificazione avviene durante la sosta di aprile, quando le coppie si sono già formate: la femmina depone nel nido da 7 a 12 uova color panna e le accudisce per circa venti giorni. I pulcini diventano indipendenti entro sei settimane dalla nascita. E’ semplice Caccia Passione 23


riconoscere il nido della marzaiola perché costruito, con lanugine, erba e piume, in una depressione del terreno e in prossimità dello specchio d’acqua. In Italia le marzaiole si riproducono nelle zone della Pianura Padana. La presenza di questi uccelli nel nostro Paese è solo transitoria e spesso finalizzata alla nidificazione. Quando svernano, cioè quando si riposano, le marzaiole passano le giornate a dormire, mentre si muovono di notte alla ricerca di nutrimento. Questa tipologia di selvatico è adatta sia alla caccia vagante che a quella di appostamento. Per cacciare la marzaiola non serve l’uso del cane. I fucili ideali per la caccia a questo uccello acquatico sono a canna liscia, da caricare con cartucce a pallini numero 5, 6 e 7. In Italia, il periodo migliore per la caccia alla marzaiola va dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio. Naturalmente, per sincerarsi che queste date siano comprese nel calendario venatorio del- marzaiola non sia stata proibita da sentenze la propria Regione o Provincia, è sempre me- o da delibere. Se così fosse, non rimarrebglio consultarlo, sperando che la caccia alla be che lasciare a casa la propria “doppietta”.

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Migratoria


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Ungulati

Caccia al cinghiale la cacciarella e la girata

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Caccia al cinghiale la cacciarella e la girata

La battuta non è l’unica tecnica di caccia al cinghiale. Tutta da riscoprire, la girata è un metodo più intimo e di minor impatto sul territorio.

Q

uando si parla di caccia al cinghiale di norma ci si riferisce alla cacciarella o battuta. Si tratta infatti della tecnica di caccia al cinghiale in squadra più diffusa. Ogni membro del gruppo possiede la sua importanza fondamentale e ciascuno è responsabile della buona o cattiCaccia Passione 28

va riuscita della giornata venatoria proprio come in un vero e proprio gioco di squadra. Tecnica meno nota, per lo meno in Italia, eppure particolarmente antica è quella della girata. Il gruppo è decisamente meno folto, la zona di caccia è relativamente piccola e di norma circondata da campi o prati.


Ungulati Scopriamo i segreti di ciascuna tecnica. Di norma evita di sparargli a fermo o di disturbarne la corsa per evitarne la deviazione La Cacciarella o Battuta di itinerario e l’uscita dal territorio di caccia. Si tratta realmente di un lavoro di equipe com- Ruolo fondamentale hanno anche le poste, posta da cacciatori, canai, battitori e capocaccia. posizionate dal capo caccia, che in questo Non a caso tutti parteciperanno, alla fine del- compito viene aiutato dai cacciatori che mela bella giornata, alla spartizione del carniere. glio conoscono la zona di caccia. E’ infatti esLa squadra è di norma compo- senziale che le poste occupino i punti nei quali sta da canai, battitori e poste. il passaggio del selvatico è più probabile; solo Come il termine stesso suggerisce, i canai in questa maniera si avrà la possibilità di porsono i cacciatori proprietari dei cani a cui tare a casa un grasso carniere. Sbagliare una dedicano grande attenzione non solamente posta d’altronde potrebbe essere un errore fadurante il periodo di caccia, ma anche du- tale capace di compromettere l’intera caccia.

rante la ferma che verrà sfruttata per l’allenamento e l’addestramento. Ai canai è richiesta una grande conoscenza della macchia e del territorio nel quale si svolgerà la battuta. Compito principale di questa figura è quello di scovare il selvatico e di metterlo in corsa, indirizzandolo naturalmente verso e poste.

Impossibile dare a priori una distanza tipo fra posta e posta dato che dipende soprattutto dal gradi di visibilità e dalla tipologia di terreno nel quale ci si trova. L’importante in definitiva è che la posta sappia con precisione dove si trova la posta vicina, cosa che renderà la caccia decisamente più sicura. Caccia Passione 29


Certo è però il fatto che il capo caccia in fase di larmente numerose, che superano i 40 membri. posizionamento dovrà tener conto del vento. In caso contrario il ruolo del battitore sarà riFondamentale che tiri in faccia alla posta dato vestito da canai che per l’occasione vengono che il cinghiale è munito di un olfatto finissi- invitati a occupare i punti dove non saranno mo che gli consente di fiutare presenza uma- presenti poste. Il loro compito sarà quello di inna a metri di distanza. Per la stessa maniera dirizzare il cinghiale verso i cacciatori in posta. si sconsiglia di usare profumi o dopobarba Come? Urlando il più delle volte, o sparando tiri ma soprattutto di fumare, per quanto il più a salve. Non di rado si spostano la dove la battudelle volte il selvatico, tutto preso dalla fuga, ta necessita e possono essere considerati il joldifficilmente avrà un’idea chiara delle poste. ly indispensabile di molte battute al cinghiale. questo, vediamo come di Posizionare i cacciatori è forse uno degli com- Detto si svolge la cacciarella. piti più complicati dato che le poste dovran- norma Prima di tutto, scelno essere distribuite con intelligenza ed in manie- La tecnica di caccia al to il territorio, questo dovrà essere ormato. ra imparziale. Un caccinghiale della braccata Niente di troppo comciatore giovane ed inesperto ad esempio, sarà o cacciarella , richiede plicato: si dovrà far il giro del perimetro bene venga posto nei esperienza e serietà per un della zona di caccia, pressi di un veterano dal buon esito della battuta nel tentativo di indiviquale potrà sicuramenduare tracce del paste imparare. Inoltre il capocaccia dovrà conoscere numero e po- saggio del cinghiale, fresche e ben definite. sizionamento delle poste. Nel caso di ne- Ovviamente si tratta di un compito per cessità potrà infatti richiamarle in aiuto. esperti. La seguita delle orme, soprattutAltra figura importante è quella del battitore, che to in periodo di scarse piogge è davvenon sempre viene utilizzata. Di norma questi ro complicato e solo un professionista sa sono indispensabili in caso di squadre partico- distinguere fra orme fresche e vecchie. Caccia Passione 30


Ungulati A questo punto il capocaccia definisce le poste e si attende l’inizio della battuta che avverrà con un segnale convenzionale. Ai canai il compito di liberare le mute sulle tracce fresche qualora presenti. Diversamente i cani non dovranno far altro che rastrellare la zona, scovando il cinghiale e tentando di tenergli testa. Trovato il selvatico i cani, aiutati dai battitori lo spingeranno verso le poste a cui spetterà l’incarico di abbatterlo. I cani infine lo dovranno recuperare. La girata al cinghiale Non meno intrigante è la girata al cinghiale che si svolge in territori non troppo grandi, che di rado superano i 15 ettari, circondati da campi e prati. A comporre la squadra sono poche poste e un canaio che dovrà gestire un solo cane. Insomma una caccia più intima ma non per questo meno soddisfacente.

Il cane in questo caso è detto limiere in quanto resta perennemente in contatto con il canaio. Dotato di ottimo fiuto, si deve dimostrare capace di seguire tracce anche parecchio fredde. La prima fase della girata è la tracciatura: il canaio con il cane al guinzaglio aggira il perimetro della zona di caccia alla ricerca di qualche traccia fresca. In base al posizionamento di queste verranno distribuite le poste. La caccia si apre con il canaio che libera il segugio, il cui ritrovamento verrà segnalato dal cane tramite un costante abbaiare a fermo. Il segnale è principalmente per il canaio, che proverà a raggiungere il cinghiale e sparargli. Se il tentativo non dovesse avere successo, il cinghiale in fuga verrà intercettato dalle poste. Come è facile notare la girata è una tecnica di caccia sicuramente meno invasiva e d’impatto sul territorio, capace comunque di regalare grosse soddisfazioni.

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Caccia e cacciatori

Cacciatori ed ornitologia

riconoscere a prima vista il volatile

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Cacciatori ed ornitologia riconoscere a prima vista il volatile

Andare a caccia significa anche e soprattutto conoscere la natura: una delle scienze più affascinanti che parla di natura è l’ornitologia, la complicata arte di riconoscere a prima vista un volatile. Più facile di quel che si direbbe se si conoscono alcuni trucchetti.

N

on è solo una questione di cultura, e non è solo importante per vantarsene con gli amici al bar. Per un cacciatore, parliamo di quelli a cinque stelle, saperne qualcosa sull’ornitologia è piuttosto una necessità: ne va della buona caccia e della fama di buoni cacciatori. Tanto per cominciare ricordiamo brevemente

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che l’ornitologia è lo studio degli uccelli, una branchia piuttosto ampia della zoologia. Detto questo, pur non avendo passato mesi sui libri i cacciatori per esperienza sanno che gli uccelli per quanto tutti dotati di due ali, due zampe, becco e piume, presentano differenze sostanziali, dettate soprattutto dai luoghi nei quali hanno vissuto. A far la differenza possono pensar-


Caccia e cacciatori ci le abitudini migratorie: un uccello stanziale avrà una struttura alare diversa dalle specie tipicamente migratrici, esattamente come sarà diversa la struttura corporea, l’apparato alimentare e le abitudini di vita. Oggi naturalmente ci riferiremo alle specie cacciabili e che vivono o raggiungono periodicamente il territorio italiano: gli ordini sono piuttosto numerosi. Ci sono gli anseriformi, i caradriformi, i columbiformi, i galliformi, i passeriformi e i gruiformi. Gli anseriformi. Li conoscerai di sicuro visto che appartengono alla famiglia degli anatidi, amano i climi caldi ma sono presenti anche nei climi freddi: normalmente migra-

per esempio la beccaccia, pur essendo un caradriforme fa eccezione alla regola. Fra maschi e femmine non esiste una grossa differenza nel piumaggio e in genere conducono una vita in comunità, ancora una volta fatta eccezione per la beccaccia e il frullino. Sono specie monogame e una delle caratteristiche che contraddistingue i caradriformi è quella di nidificare a terra. I columbiformi. Il loro becco è molto lungo, sono di media grandezza e normalmente si distinguono per le forme particolarmente pesanti. La coda è piuttosto lunga e le ali hanno forma appuntita. Anche le zampe sono caratteristiche, corte e robuste, con dita piuttosto sviluppate visto che il loro compito principale

no in grandi gruppi e fanno parte della famiglia il Germano Reale, la Marzaiola, il Codone, il Moriglione, la Moretta, la Alzavola, la Canapiglia, il Fischione e il Mestolone. I caradriformi. Si tratta di un ordine che in sé raggruppa specie molto differenti. Alcuni dei caradriformi vivono stanzialmente nei pressi d’acque anche particolarmente profonde, ma

è quello di consentire un confortevole appoggio sui rami. Compatto e resistente agli agenti atmosferici il piumaggio del columbiformi è identico in entrambi i sessi. Vivono preferibilmente nei boschi, ma anche nelle campagne alberate e non disdegnano la vita nei parchi cittadini. Per vivere necessitano di grandi quantità di acqua e riescono a deglutire senza dover Caccia Passione 35


necessariamente sollevare il capo. Fra i più noti columbiformi c’è il Colombaccio e la Tortora. I galliformi. Le specie che fanno parte di questa categoria sono ben 250 e alcune sono domestiche altre fanno parte di quel gruppo detto di fauna pregiata: ne son esempio il Fagiano, la Starna, la Pernice e la Coturnice. Li si riconosce semplicemente per via del corpo tozzo sul quale si innestano piccole ali che poco si adattano al volo. Di robusto invece presentano le zampe che per altro consentono loro i movimenti velocissimi che li caratterizzano.

I passeriformi. Anche in questo caso ci troviamo davanti ad un ordine di uccelli piuttosto ricco visto che sono passeriformi praticamente la metà dei volatili presenti sul pianeta. Solo in Italia ne sono presenti ben 150 specie. Normalmente si tratta di volatili molto piccoli o stranamente grandi: due esempi esemplificativi possono essere il piccolissimo Regolo e il grande Corvo Imperiale. Un tratto distintivo è rappresentato dalle zampe dotate di quattro dita e con unghia sull’alluce. Tutti dotati di grandi capacità di volo in genere i galliformi si dividono in

Bellissimi i piumaggi e le colorazioni: in questo caso i maschi presentano tonalità sicuramente più appariscenti rispetto agli esemplari femmine. Normalmente vivono a terra, e preferiscono ambienti boschivi o comunque protetti. Autonomi fin da giovanissimi, i pulcini fin da subito sanno procurarsi il cibo. Interessante ricordare la divisione fra tetraonidi (Gallo Cedrone, Gallo Forcello, Pernice Bianca e Francolino di Monte) e i fasianidi (Coturnice, Fagiano, Starna, Pernice Rossa, Pernice Sarda e Quaglia).

turdidi (Tordo Bottaccio, Tordo Sassello, Cesena e Merlo), sturnidi (Storno), fringillidi (Peppola e Fringuello), corvidi (Corvo, Cornacchia, Cornacchia Grigia, Gazza, Ghiandaia, Taccola). I gruiformi. L’ordine contempla specie piuttosto differenti. In generale si distinguono per via di un becco proteso, di un collo lungo e di zampe prive di piumaggio. Fanno parte della grande famiglia la Folaga, la Gallinella d’Acqua, il Porciglione e molti altri. Insomma una varietà di volatili sorprendente che è sempre bene conoscere e saper riconoscere.

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Caccia alla beccaccia sull’isola di Bute

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Caccia all’estero

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Caccia alla beccaccia sull’isola di Bute

L’isola di Bute, meta ambita da molti cacciatori italiani ed europei, negli ultimi anni sta registrando un aumento di richieste per viaggi a scopo venatorio. L’isola di Bute è situata nella baia di Firth of militare inglese. La verde isola di Bute preClyde nel sud-ovest della Scozia, a nord dell’i- senta un clima invernale temperato umido e sola di Arran. In passato faceva parte della con- ventoso, pertanto alquanto mite, motivo per tea di Buteshire, mentre oggi è amministrata cui è diventata meta delle migrazioni delle dall’Unitary Authority di Argyll and Bute. Ha beccacce provenienti dalla Norvegia e dalle una popolazione di 7.200 abitanti, secondo il Highland scozzesi dirette al sud per svernacensimento del 2001, e la città principale è re. . Le precipitazioni sono distribuite duRothesay. Il fuso orario è di 1 ora indietro ri- rante tutto l’anno, con picchi tra novembre e spetto all’Italia.Tra le più suggestive isole del- gennaio. Il terreno di caccia è impervio, ma la Scozia, ha un territorio piuttosto impervio, la numerosa presenza di selvaggina assicura sempre un carniere ricricco di vegetazione e di selvaggina, che assicu- L’isola presenta un cli- co e appagante. In un ra ai visitatori un’espe- ma invernale piuttosto giorno è possibile che avvengano anche 50 con rienza davvero unica ed indimenticabile. Lunga mite, motivo per cui è abbattimento a seconcirca 24 km e larga 8 km, diventata luogo di so- da dell’abilità del cacciatore, mediamente di presenta la parte settensta prolungata delle trionale relativamente almeno 15 beccacce. Il collinare, con il punto beccacce dirette a sud periodo di caccia va da novembre a gennaio e più elevato Windy Hill di 273 m, ed una alta densità di foreste. L’area me- le specie cacciabili sono le beccacce e le lepri ridionale è invece pianeggiante, con un consi- bianche. L’isola di Bute è diventata una delle derevole numero di laghi, e coltivata in modo mete più prestigiose dei cacciatori di tutta Euintensivo. Abitata fin dalla preistoria, l’isola ha ropa, caratterizzata da un territorio di caccia visto la presenza di varie popolazioni: I gaelici, molto vasto è difficile incontrare altre squai celtici ed infine i Vichinghi. Successivamente dre di cacciatori. Il piccolo numero di cacciaal periodo vichingo l’isola divenne proprietà tori ammessi ed i circa 6 mesi necessari per della monarchia scozzese. Negli anni quaranta ottenere i permessi sanitari per i cani, fanno e cinquanta ha ospitato una base della marina dell’isola di Bute una meta esclusiva per la Caccia Passione 40


Caccia all’estero quale è necessario prenotare con molto anticipo. Per entrare nell’isola di Bute sono necessari la carta d’identità o il passaporto. Inoltre, bisogna avere al seguito la licenza di caccia e, nel caso in cui il cacciatore desidera esportare in Scozia i propri fucili, l’originale della carta europea d’arma da fuoco.I fucili semiautomatici, devono avere il riduttore fisso di fabbrica a 3 colpi non asportabile, dato che l’arma deve rientrare nella categoria C e non B. Le cartucce, durante il volo, devono essere imballate in

terzi, gli animali per essere trasportati a scopo non commerciale da un Paese Europeo all’altro o in ingresso nell’Unione Europea,devono necessariamente essere identificabili attraverso un microchip secondo le norme ISO 11784 o ISO 11785. Inoltre è necessario portare a seguito il passaporto europeo del cane rilasciato dalla ASL competente, che attesta la vaccinazione antirabbia e la certificazione degli anticorpi rilasciata dal competente Istituto Zooprofilattico o ente equivalente.

contenitori per il trasporto il cui peso totale non deve superare i 5 Kg. Se non si vuole portare con se la propria arma ed evitare possibili problemi burocratici, è possibile noleggiarli in loco da alcune strutture presenti sull’isola ove è possibile trovare ottimi fucili, tra i quali i Benelli modello Comfort, M1 e Beccaccia.Per quanto riguarda il trasporto dei cani, in base ai nuovi regolamenti europei relativi alla movimentazione di cani in Europa o verso paesi

E’ bene inoltre ricordare che Il trasporto dei cani in Scozia, è soggetto alla legge che obbliga la loro movimentazione solo via terra con la propria auto, in apposite gabbie.L’esclusività dell’Isola di Bute è direttamente proporzionale alla bellissima esperienza di caccia che si può vivere in un viaggio di questo tipo. Il territorio fantastico e ricco di selvaggina, gli abitanti dell’isola, molto ospitali, assicureranno un viaggio venatorio indimenticabile. Caccia Passione 41


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Cani da caccia

Poitevin, segugio francese

forte e raffinato nella seguita

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Poitevin, segugio francese

forte e raffinato nella seguita

Bella unione di forza e leggerezza, il Poitevin è cane che non passa certo inosservato. Nato per dar la caccia ai lupi, il Poitevin è letteralmente instancabile e dotato di un fiuto eccezionale.

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rancese fino all’ultimo pelo, il Poitevin è un eccezionale segugio la cui razza ufficialmente è nata nel 1692. Gli sforzi furono di un certo Marchese Fracois de Larrye che incrociando il Foxhound con diverse tipologie di segugio si trovò fra le mani questa eccezionale creatura. Dopo il concreto rischio di scomparsa corso dalla razza durante la Rivoluzione Francese in passato il segugio ha brillato come compaCaccia Passione 44

gno più che affidabile durante la caccia al lupo. Si racconta che fosse in grado, durante le battute alla ricerca di lupi, di cercare la sua preda per centinaia di chilometri non dimostrando apparentemente nessuna stanchezza. Oggi i cacciatori francesi lo considerano un grandioso cane da seguita, costante e instancabile. E’ specialmente la sua grande adattabilità a qualsiasi terreno, la sua energia e la sua grinta a renderlo un segugio da sel-


Cani da caccia vaggina sorprendente. Non è solo la forza a renderlo un cane degno di nota, ma anche il suo fiuto particolarmente fine, che gli consente di trovare la traccia anche parecchie ore dopo il passaggio del selvatico. A vederlo si riconosce subito la sua eleganza: è indiscutibilmente distinto e muscolarmente forte, leggero e dotato di colori tenui e gradevoli. Normalmente l’addestramento del Poitevin richiede parecchio tempo e pazienza, ma i risultati ottenuti sono alla fine piuttosto soddisfacenti. Abituato a vivere in muta, il cane riesce con semplicità ad instaurare legami d’amicizia con i compagni. E’ inoltre da tenere in considerazione che si tratta di una razza particolarmente energica che dunque necessita per la vita di tutti i giorni, di spazi piuttosto ampi. Il consiglio è quello di organizzare lunghe passeggiate in compagnia del proprio Poitevin quando non è possibile andare a caccia: il cane ha realmente bisogno di attività e movimento quotidiano. Testa allungata, cranio bombato, tartufo evidente e ossa sporgenti sono solo alcuni dei requisiti di questo bellissimo esemplare da caccia. E’ inoltre dotato di coda fine e di media lunghezza, e di un mantello tricolore con belle varianti di nero, bianco e arancio. Alto generalmente dai 62 ai 72

cm il peso non supera di norma i 30 kg. Da ricordare inoltre che il Poitevin necessita di mezzo chilo di alimento al giorno, da suddividere in due pasti, ma quando il cane è impegnato in periodi di caccia le dosi vanno aumentate. La vita di questo tipologia di cani non è troppo lunga: raggiungono al massimo gli 8 anni e generalmente, pur essendo forti e resistenti, sono soggetti a diverse malattie. Per questo il consiglio è quello di portare regolarmente il proprio Poitevin dal veterinario. Caccia Passione 45


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Fucili da caccia

Manutenzione dei fucili

facile se eseguita in sicurezza

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Manutenzione dei fucili

facile se eseguita in sicurezza Il fucile, per i cacciatori, è come la moto per il motociclista: a volte si ama come e più di una donna. Non esiste alcun dubbio che il fucile da caccia sia uno strumento indispensabile in qualsiasi battuta. Dalla sua funzionalità dipendono, infatti, gli esiti ed i successi dell’attività venatoria.

I

l fucile, dunque, è un dispositivo di valore, sia per la quantità e qualità di selvaggina che consente di abbattere che per il suo innegabile valore economico. Per mantenere inalterati nel tempo la fun-

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zionalità e il valore del fucile bisogna ricorrere a una manutenzione regolare e sistematica. La manutenzione del fucile comprende tutte quelle operazioni di pulizia delle parti metalliche e in legno dell’arma.


Fucili da caccia Queste parti possono usurarsi in seguito all’uso, ai traumi, agli spari e agli agenti atmosferici. Le parti metalliche interne ( come le canne) tendono ad accumulare i detriti rilasciati dalla combustione delle cartucce, mentre le parti metalliche esterne possono ossidarsi a seguito di pioggia e umidità. Stesso logorio può essere subito dalle parti in legno, che, in base alla qualità del legno di cui sono composte, possono risentire negativamente dell’azione di umido e pioggia, per non parlare di traumi e del contatto con rovi e spine che potrebbero graffiarle compromettendone per sempre anche la resa estetica. La manutenzione del fucile, oltre a farlo funzionare meglio, ad aumentare la resa e perfino la gittata dello sparo, mantiene inalterato anche il design estetico dell’arma, partico-

le significa, dunque, gettare le basi per avere a fianco un’arma duratura, funzionante ed esteticamente ineccepibile. Di solito, la pulizia del fucile da caccia segue una periodicità dettata dalla tipologia di arma e dall’uso. In genere, queste regole impongono che il fucile venga pulito sia prima che dopo le battute. Non è un male pulire il fucile anche durante i periodi di inattività e poco prima della battuta. La pulizia migliore, naturalmente, si realizza quando l’arma non è in uso. Mai, invece, prendere l’abitudine di tirar fuori il fucile impolverato, andare a caccia e pulirlo manualmente usando il tessuto del giubbino. Questa pratica, oltre ad essere noiosa e piuttosto fastidiosa, non garantisce che il fucile sia libero da polvere e pulviscoli che possono far inceppare l’arma. Anche se le

lare che consente di rivenderla a un prezzo equo e più che soddisfacente. La manutenzione frequente riduce anche il rischio di guasti meccanici, evitando di ricorrere a costose riparazioni. Pulire con cura un fuci-

case d’armi producono ormai fucili durevoli e senza rischi di inceppamenti o malfunzionamenti, quando si parla di armi la prudenza e l’attenzione non devono essere mai troppe. La pulizia del fucile, come abbiamo già acCaccia Passione 49


cennato, deve riguardare le parti metalliche e in legno, sia interne che esterne. Per le parti metalliche, la pulizia deve riguardare le canne, la bascula, la superficie esterna dei fori del percussore e altri parti metalliche esterne, come il grilletto. Per le parti in legno la pulizia deve riguardare il calcio. La pulizia del proprio fucile da caccia va sempre effettuata con arma completamente scarica. La modalità di pulizia cambia in base al tipo di arma usata. Nelle armi basculanti bisogna aprire il fucile a metà, praticando una pulizia più faticosa, mentre nelle armi automatiche la pulizia è più semplice, perché le parti metalliche si possono scomporre più facilmente. I prodotti da usare per la pulizia sono specifici, cioè servono esclusivamente per pulire le armi. Questi prodotti sono i solventi, gli oli ed i grassi lubrificanti. I solventi servono a sciogliere tutti i residui che si depositano sulle parti metalliche dopo lo sparo. Questi prodotti devono essere rimossi dopo qualche ora perché, non avendo alcun potere Caccia Passione 50

lubrificante, tendono a corrodere l’acciaio. Gli oli lubrificanti proteggono il fucile dagli agenti atmosferici e dalla corrosione. Questi prodotti sono derivati dal petrolio e sono addizionati con siliconi. I grassi lubrificanti aumentano la resistenza dei metalli agli agenti atmosferici e alla corrosione. Sono composti da oli minerali addizionati a gel anticorrosivi. I grassi lubrificanti possono ridurre il diametro della canna, per cui è utile rimuoverli dall’arma non appena terminata la pulizia. La riduzione del diametro della canna peggiora la resa balistica del fucile, specie di quello ad anima rigata, già per natura sottoposto a una notevole pressione durante lo sparo. Per la pulizia del fucile non vanno usati oli animali o vegetali, aceto o petrolio. Queste sostanze, anche se di derivazione naturale, tendono a depositarsi sulle parti metalliche del fucile peggiorando il processo di corrosione. Le canne del fucile si puliscono con degli scovoli ( bacchette) di legno o plastica formati da una testina intercambiabile in metallo dolce.


Fucili da caccia Le bacchette consentono di asportare tutti i detriti e le polveri accumulate durante gli spari. Dopo la rimozione degli stessi, le bacchette vanno ripassate sulle canne rivestendo le testine con panni intrisi di solvente e poi di olio lubrificante. Le parti metalliche esterne vanno pulite con un panno di lana imbevuto di solvente. Dopo questa operazione, sulle stesse parti si spruzza un olio spray ai siliconi che rende il fucile più lucido e brillante. Quest’olio serve anche a pulire le parti meno raggiungibili dell’arma, come i grilletti e la parte interna dei tubi del percussore. La pulizia delle parti in legno deve tenere conto del tipo di legno utilizzato. Quello rivestito con vernice impermeabilizzante va pulito usando un olio impermeabilizzante, lo stesso usato per pulire le parti metalliche del fucile. Quest’olio va asciugato con un panno di lana asciutto. Il prodotto rende il legno verniciato ancora più lucido e brillante. Il legno trattato con oli o cere va prima pulito con un panno di lana asciutto per evi-

tare graffi, e poi lucidato con un panno imbevuto di olio a cera per legno. Se il calcio in legno dovesse presentarsi troppo sbiadito o con dei graffi, non esistono metodi di pulizia in grado di farlo tornare come nuovo. In questo caso bisogna rivolgersi ad un operatore capace di sostituire le parti danneggiate. La pulizia del calcio in materiali ergonomici e termoplastici, ovvero in tecnopolimeri, è, invece, più semplice del legno, perché bastano solo uno straccio e dell’olio per eliminare aloni, macchie e rigature. Le canne si possono pulire anche con creme al mercurio, che rimuovono i residui di piombo. Queste creme vanno però rimosse entro due ore dall’applicazione, perché possono causare fenomeni di corrosione delle canne. Il fucile non va, inoltre, pulito con panni ruvidi( che possono graffiarlo) o con materiali inadatti che possono causare ulteriori rigature. L’arma va anche conservata in un luogo asciutto per evitare la formazione e il deposito di ruggine nelle parti metalliche interne ed esterne.

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Fucili da caccia

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Iron armi Beccaccia De Luxe

Avventurarsi oggi sulla strada dei semiautomatici richiede una consistente dose di capacità e determinazione, specie quando si ha il puntiglio di porre ben in evidenza quel tricolore e quella dicitura Made in Italy, con i suoi costi certo, ma con le sue garanzie.

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ata non da molto tempo la Iron Armi ha puntato sui semiautomatici a canna liscia per l’ingresso sul mercato: un’occhiata alle sedi, quella legale presso Perugia, quella operativa a Flero presso Brescia, richiama alla mente un raffinato armaiolo dei decenni passati, originario del capoluogo umbro dov’era nata e si era sviluppata la sua attività, trasferita poi nel bresciano. Oggi il semiautomatico di Terzilio Belladonna costituisce un pezzo ambito delle collezioni a tema: pensiamo sia di buon auspi-

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cio apparentare idealmente le due situazioni. Rivenendo al presente della Iron Armi segnaliamo che il modello Beccaccia De Luxe, nelle due versioni Nikel Gold e Nikel Black differenziati nelle scritte, nel logo e nei fregi riportati sui fianchi del castello, rappresentano il vertice stilistico aziendale. Un primo colpo d’occhio permette di cogliere una buona classe nel disegno dove linee tradizionali si sposano a quelle ricercatezze create dai piccoli perfezionismi tesi a qualificare e personalizzare il fucile. Sono disponibili i tre calibri più in auge


Fucili da caccia come il 12/76, il 20/76 e il 28/70, quest’ultimo una vera pregevolezza per una fascia di clientela in ampliamento che ha scoperto il divertimento connesso al piccolo calibro fatto di un maggiore impegno nel calcolo delle distanze e nel piazzamento delle rosate sul bersaglio. Nel castello in lega leggera si notano per il Gold i fianchi spianati con pregevole effetto ottico grazie all’alternanza di lucidatura e sabbiatura fine della superficie tratta a Rutenio con il riporto di beccacce dorate mentre nella versione Black spiccano le scritte e i marchi in nero. Per entrambi sulla destra si apprezzano le bisellature marcate nella finestra di espulsione e nel vano di scorrimento della manetta di armamento. Ai raccordi ad angolo smussato con la

do intervenire per la pulizia dei meccanismi interni. Elegante l’ovale della guardia con il pulsante della sicura inserito nel rebbio posteriore e il grilletto con superficie dorata antiossidante. La canna forata da tondino di acciaio al carbonio viene poi rettificata per portarla alle dimensioni volute: la filettatura all’interno della volata accoglie i cinque strozzatore mobili (da * a *****) in dotazione e ne sono previsti altri due a richiesta del tipo esterno/interno. La corretta finitura superficiale esalta la brunitura omogenea; si notano poi la bindella ventilata a ponticelli lunghi e con rullatura antiriflesso sul cui apice spicca il mirino in fibra ottica rossa. Diverse le opzioni per la lunghezza della canna che parte da un minimale 51

parte inferiore si abbina l’elegante bombatura della calotta superiore con le quattro unghiature di aggancio per mire optoelettroniche. La morbidezza della curva di raccordo con l’innesto del calcio riprende consolidate soluzioni americane di gradimento internazionale. Nella porzione anteriore, all’innesto della canna e della giunzione con l’asta, una bordatura nera incavata accoglie il legno in una superficie più consona a evitare fessurazioni. Il gruppo di scatto stampato in polimero è fissato al castello con due spine elastiche passanti: como-

cm della slug, ottenibile con sovrapprezzo nel 12 e 20, salendo a 61, 66, 71, 76 cm con alcune limitazioni secondo i calibri. Il meccanismo di ripetizione si avvale dell’affidabile sistema a presa di gas con la campana saldata sotto alla canna e il pistone autopulente fissato all’asta di rinvio collegata al carrello otturatore dove è incastrato il rampone di chiusura: nel calibro 28 si nota una leggera variazione nel disegno di questo particolare in funzione della diversità di pressione in gioco. La prima parte del moto retrogrado svincola il rampone dalla mortisa Caccia Passione 55


ricavata nel cielo dell’estensione di culatta della canna dando inizio al movimento di tutto il complesso di otturazione. L’unghia dell’estrattore, incassata con la propria molla nella faccia, mantiene agganciato il bossolo che, quasi a fondo corsa, viene espulso dal dente elastico sporgente dalla parete sinistra del castello. La molla di recupero, alloggiata nell’asta attorno al serbatoio tubolare delle cartucce, rimanda in chiusura l’otturatore che preleva l’eventuale nuova carica presentata dalla cucchiaia elevatrice. Se il sistema richiede una certa pu-

niente spessore per un comodo appoggio della guancia, all’impugnatura a pistola con forma scampanata dove ogni mano possa esercitare convenientemente la presa, all’asta prismatica dai raccordati arrotondati, giustamente ampia per contenere i componenti della presa di gas: la presa è sicura e il brandeggio ben controllabile. Il legno è trattato con vernice a olio e lo zigrino ha un disegno particolare. Adeguati gli accessori come la comoda manetta di armamento priva di spigoli, il tappo rigato di chiusura, il calciolo in sintetico nero e la

lizia periodica non di meno si rivela fluido con un rinculo stemperato in un tempo maggiore, quindi con meno affaticamento del tiratore. Per il serbatoio segnaliamo che sono previste prolunghe con molle maggiorate per portare a 8, 9 e 10 i colpi disponibili per i calibri 28, 20 e 12. La calciatura in due pezzi viene ricavata da noce selezionato dandole forme tradizionali con particolare attenzione al dorso di conve-

serie di piastrine per variare la piega del calcio. Da aggiungere che per 12 e 20 è disponibile la versione mancina. Ancora entro giusti limiti i pesi che segnano 3100, 2850 e 2750 g nei rispettivi calibri e favorevole la garanzia di due anni per le parti meccaniche di questi nuovi fucili che meritano senz’altro l’attenzione degli appassionati.

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Fucili da caccia


La Cartuccia 6,5-284 Norma.. Un connubio fra Svezia e Stati Uniti ha dato origine a una cartuccia di particolare interesse nel tiro a lunga distanza pur se richiede molta attenzione nella ricarica per figurare al meglio.

L

’onda delle ha portato risultati oltremodo interessanti, ma un’impostazione di bossolo con parametri differenti si è messa in concorrenza con fare perentorio. Per non cadere nel manicheo di qua tutto bene e di là tutto male razzoliamo con animo indagatore sui motivi che hanno mosso nel recente passato gli studi di cartucce con camera a polvere corta e di sezione più ampia. Le finalità divergono già all’origine e i nuovi studi hanno privilegiato in maniera pressante la precisione intrinseca mentre prima era la potenza a dominare la scena, sempre con un’elevata precisione e l’impiego di proiettili pesanti, in termini venatori e da bersaglio. La strada tracciata da diversi ricaricatori, su-

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blimata da Ferry Pindell e Lou Palmisano con il loro 6 PPC, derivato dal bossolo del .220 Russian e sviluppato poi nei vari 6 mm da bench rest, è stata ulteriormente sondata con un occhio alla precisione, ma con l’altro sulla lunga distanza e sul mantenimento di una giusta dose di energia. Gli Scandinavi hanno una radicata tradizione nel settore e le due Case nordiche di munizioni, la Lapua finlandese e la Norma svedese hanno messo in campo due belle realizzazioni: rispettivamente la 6,5x47 e la 6,5-284. La prima nata ex novo, la seconda, di cui ci occupiamo ora, frutto di un sagace ripescaggio commerciale.Il pensiero informatore di questi studi aveva appurato come fosse conveniente far lavorare le moderne polveri a


Munizioni pressioni elevate per maggiore uniformità di combustione, disponendo di bossoli in grado di sopportare questo lavoro: era un primo passo verso la precisione e la costanza dei tiri favorita inoltre dalla ridotta dimensione delle azioni adatte a queste cartucce, potenzialmente più rigide di quelle lunghe. Non sappiamo se sia vera la storia che si narra sulla genesi di questa cartuccia inventata per rendere appetibili al mercato molte canne invendute del 6,5x55 SM cambiandone solo la cameratura: sta di fatto che andare a riprendere la cartuccia .284 Win. è stata una brillante idea.Nata nel 1963 per i fucili Winchester Mod. 88 e 100, a leva e semiauto, questa cartuccia aveva in sé alcune prerogative dei futuri Short Magnum che avrebbero visto la luce quasi una quarantina d’anni dopo: il corpo allargato alla misura dei magnum e già senza cintura, il fondello ribassato adatto a qualsiasi otturatore da .3006 Sprg e simili, erano inusuali insieme alla lunghezza da 55 mm quando imperversavano i 66 mm del 7 Rem. Mag. o i 68 del 6,5 mm di Schuler. L’angolo di spalla era aumentato di circa 15’ rispetto ai decisi 70° del bossolo originario assecondando la riduzione del colletto e anche questa prerogativa sarà ripresa dagli Short Magnum degli inizi del terzo millennio. Insomma per illustrare questa cartuccia che ha conosciuto il mercato fra il ’98 e il ’99 è doveroso un bel salto indietro nel tempo dando a Winchester quel che le spetta nell’inventiva molto anticipata: forse fu proprio questo fuori tempo a decretarne l’insuccesso e anche oggi pochi parlano di tali prerogative funzionali su cui riposa la novità della Norma a cui va ovviamente il merito di aver tolto dall’oblio la .284 Win. ritagliandole una nuova, aggiornata veste che le sta a pennello. Anche qui troviamo pressioni intorno ai 4100 bar con impiego di polveri progressive come la N/560 o la N/165 e capacità di spingere proiettili fra i 120 e i 140 grs, ben compatibili con il passo di rigatura usualmente di 1:10. Per raggiungere le più elevate concentrazioni di colpi vanno tenute ugualmente

sotto controllo l’altezza totale in rapporto alla misura della gola (il throat in inglese) e dello spazio libero prima dell’inizio della rigatura (il free boring), senza ridurlo troppo per non incorrere in picchi di pressione rischiosi. Non tutti i fabbricanti tengono volentieri questa cameratura disponibile nella loro produzione proprio per certe difficoltà di trovare la ricarica adeguata, che ovviamente non è gioco da prin-

cipianti, ma da consumati esperti: ovvio che se non si conseguono certi risultati si pensa male del fucile prima che della propria opera, ed è questo che il costruttore accorto vorrebbe evitare. Abbiamo avuto modo di provare alcune realizzazioni che vanno dalla prettamente venatoria, alla Tactical della stessa Casa, alle Kelbly Kodiak e Atlas dove il calibro è punzonato come 6,5/284 Win. I ricaricatori che ci hanno assecondato nelle prove hanno fatto toccare con mano la delicatezza della messa a punto insieme a risultati strepitosi quando si raggiunge quel che il binomio arma e cartuccia è in grado tecnicamente di esprimere. Caccia Passione 59


SWAROVSKI OPTIK conferisce il premio

“Digiscoper of the Year 2013” SWAROVSKI OPTIK: “Love without barriers” (Amore senza barriere): di Juan Manuel Benjumea (USA) è il titolo dell’immagine vincitrice del concorso “Digiscoper of the Year 2013”, organizzato da SWAROVSKI OPTIK. Questa foto è stata giudicata vincente da una giuria composta da esperti internazionali di birdwatching e digiscoping, fotografi e membri del pubblico.

L

a diversità e l’unicità della natura non cessano mai di affascinarci ed entusiasmarci. Il digiscoping, una tecnica che consiste nello scattare foto attraverso un telescopio, offre la possibilità di scoprire e catturare vari aspetti della natura e, in particolare, la diversità biologica del nostro pianeta. Sono otto anni che SWAROVSKI OPTIK organizza il concorso fotografico “Digiscoper of the Year”, invitando appassionati di digiscoping provenienti da tutto il mondo a condividere le loro immagini migliori con un vasto pubblico di conoscitori e a sottoporre le loro opere al giudizio di una giuria di esperti. Ancora una volta questa competizione ha visto aumentare il numero dei partecipanti, sottolineando la crescente popolarità del digiscoping. Sono state ricevute oltre 1600 immagini, vale a dire circa il 15% in più di quelle ricevute nel 2012 e un totale di ben 510 nuovi digiscoper si sono registrati per partecipare al concorso. Con l’intento di includere un numero superiore di soggetti e scenari nel concorso, quest’anno Caccia Passione 60

per la prima volta sono state introdotte quattro categorie: “Comportamento e azione”, “Ritratto”, “Mammiferi” e “Video”. La foto vincente di ciascuna categoria è stata selezionata da una giuria di esperti separata. Il vincitore assoluto è stato scelto tra i vincitori di ciascuna delle quattro categorie. Il vincitore assoluto del concorso “Digiscoper of the Year 2013” è Juan Manuel Benjumea degli Stati Uniti, vincitore anche della categoria “Comportamento e azione”. Juan Manuel si è guadagnato l’ammirazione della giura di esperti e del pubblico con la sua originale foto di due diverse specie di uccelli: una femmina di svasso cigno (Aechmophorus occidentalis) e un maschio di svasso cigno di Clark (Aechmophorus clarkii) durante il caratteristico rito di accoppiamento tipico di questa famiglia. Ecco dunque il motivo del titolo “Love without barriers”. Come vincitore del concorso, Juan Manuel Benjumea riceverà un set di digiscoping SWAROVSKI OPTIK comprendente il nuovo tele-


Ottiche scopio ATX/STX (scelto da lui) con adattatore TLS-APO, base bilanciata e treppiede con testata. Il vincitore della categoria “Ritratto” è lo spagnolo Jorge de la Cruz Martin che ha sorpreso la giuria con la foto di un codirossone (Monticola saxatilis). La nitidezza dell’immagine evidenzia in particolare i minuti dettagli e la struttura delle magnifiche piume. Il colore e la composizione dell’immagine conferiscono al ritratto un aspetto di grande equilibrio che contribuisce a catturare l’attenzione dell’osservatore. Robert Wilson degli Stati Uniti sarà sicuramente contento di aver vinto la categoria “Mammi-

larmente la composizione del video, dove vengono filmati vari uccelli e insetti attraverso interessanti riprese molto ravvicinate e al rallentatore. I tre vincitori di categoria verranno premiati ciascuno con un binocolo SWAROVSKI OPTIK EL 32. Anche questa volta, il premio “Digiscoper of the Year 2013” è stato aggiudicato combinando i punti della giuria internazionale di esperti con i voti dei visitatori che si sono registrati sul sito web www. digiscoperoftheyear.com. I criteri di selezione applicati dalla giuria sono stati l’aderenza al tema del concorso, la qualità estetica delle fotografie e la loro nitidezza. Le opere di digiscoping miglio-

feri”, meritandosi l’ammirazione della giuria con il suo ritratto di un alce (Alces alces), intitolato “One big boy!” (Un grande maschio!). Robert è infatti riuscito a ritrarre questo imponente, maestoso e riservato re della foresta in un atteggiamento di grande naturalezza. Il belga Frank Resseler è il vincitore della nuova categoria “Video” e nel suo filmato, realizzato con la tecnica del digiscoping, si possono ammirare numerose specie diverse di uccelli e insetti. In questa opera, la giuria ha apprezzato partico-

ri (15 foto e 5 video) presentate in ciascuna categoria sono state pubblicate da SWAROVSKI OPTIK sul sito web www.digiscoperoftheyear.com. Durante i 4 mesi di durata del concorso, i visitatori della pagina Facebook di SWAROVSKI OPTIK hanno potuto scegliere ogni mese le tre foto di digiscoping preferite e il video migliore, e i loro autori hanno ricevuto in premio una felpa SWAROVSKI OPTIK di alta qualità. SWAROVSKI OPTIK si congratula con tutti i vincitori del concorso! Caccia Passione 61


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Racconti di caccia

Corsa alla lepre

un’avventura da ricordare Ricordi di una caccia alla lepre da raccontare: l’entusiasmo non ha età e possiede fiato da vendere. L’avventura di Giacomo e del suo sacro graal: la lepre.

O

ra che è arrivato il freddo, ricordare In fuori strada abbiamo raggiunto una zona la calda apertura della caccia alla le- collinare poco distante dai nostri terreni: il pre di qualche anno fa non può che profumo di macchia mediterranea all’alba è far piacere. Visto che la legna non basta per intenso e gustoso. Vedo che mio padre, non riscaldare questa stanza non mi resta che ri- più un giovanotto respira a pieni polmoni e cordarmi di quanto può essere esasperante il mi domando quali ricordi stia inseguendo. Chiudiamo la maccaldo e sul finire della stagione estiva del In fuori strada abbiamo china, portiamo con noi i nostri cani e 2011 l’afa era davvero raggiunto una zona collici avviamo verso la insopportabile. Solo 4 pazzi come noi potenare poco distante dai no- zona di caccia normalmente piuttosto vano andare a caccia stri terreni: il profumo ricca. Si sono fatte le comunque: il gruppo dei soliti noti è costidi macchia mediterranea sei del mattino, vaghiamo come vespe tuito ancora oggi da all’alba è intenso e gustoso impazzite ma non me, mio figlio, mio troviamo nemmeno padre e mio fratello; la famiglia al completo, e ogni giornata di cac- uno straccio di lepre. Mio padre e mio fratelcia è una festa. Ne approfittiamo per allonta- lo iniziano a sbuffare sintomo di un precoce narci dalle donne di casa che sono le migliori abbandono della giornata di caccia. Per alche si possa desiderare, ma parlano, parlano, tro il caldo inizia a caricare e chi conosce la parlano sino allo sfinimento. Sicché anche quel Sardegna sa bene quanto intenso e penetrangiorno di fine estate, si è deciso di partire alla te possa diventare. Alle undici del mattino il volta della caccia alla lepre, visto che da quan- nostro carniere conta due pernici, uno sparato do ho la licenza ne ho cacciate davvero poche. da me, uno da mio fratello. Per il resto l’umoInsomma io e le lepri abbiamo un conto aper- re è sotto le scarpe. Ci separiamo, copriamo to, ma pare che loro non siano per niente spa- l’intera collina e iniziamo a perderci di vista ventate da questo fatto. Quella mattina l’ap- fin quando non sento mio figlio urlarci conpuntamento era sotto casa per le 4 del mattino. tro: pare che abbia avvistato una lepre. Non gli Caccia Passione 63


credo immediatamente: la macchia è alta e lui non ha mai avuto un grande spirito d’osservazione, ma visto che corre come un cavallino della giara e visto che mio padre e mio fratello sono spiaggiati sotto una vecchia sughera, poco intenzionati a proseguire, decido di non lasciare solo mio figlio. Non vorrei doverlo andare a cercare a Sassari. Inizio a correre, se di corsa si può parlare. Il terreno che potrebbe sembrare pianeggiante è caratterizzato da una leggera pendenza che notoriamente è la croce dei cacciatori e dei cercatori di funghi, e la macchia mediterranea rinsecchita non facilita l’impresa. Poco male, non posso abbandonare proprio adesso: mi sentirei davvero vecchio tanto più che arrivato abbastanza in alto noto la lepre che avanza con una certa circospezione. No, non deve avermi visto nè sentito, e di mio figlio non vedo l’ombra. Come fareb-

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be ogni buon padre mi dico che Fabrizio sa cavarsela da solo, e mi concentro sulla caccia. La situazione è questa: io sono abbastanza lontano dalla lepre per poter sparare con successo, ma il terreno non mi offre nascondigli e per giunta i miei cani mi gironzolano attorno. Questo significa che la lepre si accorgerà di me a breve. Ci penso davvero poco, carico il colpo, sparo e naturalmente sbaglio. A questo punto la scena è da film western: la lepre si gira verso di me, mi guarda, io la guardo, lei fa dietrofront e scappa. Anche quando l’adrenalina è a mille rimango piuttosto realista e lo so che quella lepre con probabilità non sarà mai mia, ma la voglia di catturarla non la comando. A costo di prendermi un’insolazione decido di ridurre le distanze: ovviamente il mio obiettivo è quello di correre più veloce della lepre e per qualche minuto ci riesco. Il


Racconti di caccia

terreno non è congegnale alla mia amica, tanto meno a me ed entrambi siamo esasperati. Ogni tanto mi fermo, prendo la mira ma sbaglio sempre e mentre intravedo poco distante dei cespugli di rovi e cataste di pietrame penso che il sogno di catturare la lepre lo posso pure abbandonare. Finalmente Seven decide di aiutarmi: si tratta del mio setter, vecchiotto ma pur sempre efficiente. Corre, lo fa più velocemente di me e senza dubbio più elegantemente e prima che la lepre raggiunga i rovi decido di sparare un nuovo colpo. Non capisco se sia andato a buon fine anche perché inciampo immediatamente dopo su di un masso spor-

gente e mi spiaggio a terra. Le imprecazioni in quel momento ci stanno tutte, sono solo, sono accaldato, e ho una sete che non si racconta: inoltre penso alla faticaccia inutile fatta. Immaginerai la mia felicità quando sollevando sguardo e busto vedo Seven che si dirige verso di me con in bocca la lepre. Quasi mi commuovo, mi rialzo, mi do una ripulita, e torno dai miei. Mi domando che fine abbia fatto mio figlio: inizio a preoccuparmi. Guardo a destra e a manca, lo chiamo ma niente. Lo trovo qualche minuto più tardi sotto la sughera con mio padre e mio fratello mangiando formaggio e bevendo vino. Alla faccia della gioventù! Caccia Passione 65


Accessori per la caccia Hardcore Hunter della Otis:

il kit di pulizia tascabile e completo

L’Hardcore Hunter della Otis è un kit di pulizia tascabile e competo, facile da utilizzare e per nulla ingombrante, per essere facilmente portato in tasca o nel proprio zaino. Essenziale e comodo, questo kit può essere utilizzato per la pulizia delle armi rigate, shogun e pistole. Ordine e pulizia sono importanti per conservare e mantenere in perfetta efficienza le armi da caccia. Maneggiare un’arma pulita e lucidata, soprattutto al proprio interno, da la sensazione che funzioni meglio. Pulire il proprio fucile è un altro modo di vivere la caccia, poiché si instaura un vero e proprio rapporto personale con la l’arma. Per ulteriori info segui il link: Hardcore Hunter della Otis

Torcia E15 della Fenixlight Limited, Qualità e Versatilità in soli 6 cm. Torcia E15 della Fenixlight Limited: La Fenixlight Limited si è imposta di produrre torce di qualità con una alto grado di resistenza all’acqua ed alle cadute accidentali. Considerate le sue caratteristiche tecniche, la E15 è una torcia che non può mancare nel taschino della giacca di un cacciatore. Dalla Cina non provengono solo torce di scarsa qualità che si trovano nei banchetti dei mercati rionali. Infatti, al crepuscolo o prima dell’alba vi è la necessità di fare luce sul proprio cammino. Molti cacciatori, infatti, sono soliti uscire o rientrare a casa quando la luce scarseggia o è totalmente assente, per cui emerge la necessità di equipaggiarsi di torce elettriche che possano illuminare la strada che si sta percorrendo a piedi. Per ulteriori info segui il link: Torcia E15 della Fenixlight Limited

Stivali da caccia Labrador LTR della AKU

protezione e comfort seguono il vostro passo Durante una battuta di caccia acqua, fango, erba alta sono “ostacoli” naturali che si possono incontrare. Solo con una calzatura che assicura prestazioni e protezione ottimali su ogni terreno può agevolare lunghe camminate. Gli stivali Labrador LTR della AKU accompagnano il cacciatore in qualunque condizione e su ogni terreno. AKU è una nota realtà industriale del settore calzaturiero italiano, fondata dal Galliano Bordin, il quale fu in grado di trasformare un piccolo laboratorio artigianale in una moderna industria Montebelluna, in provincia di Treviso. Per ulteriori info segui il link: Stivali da caccia Labrador LTR della AKU Caccia Passione 66


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Veterinaria

Dermatite atopica

nel cane da caccia, come riconoscerla e curarla Dopo aver parlato delle allergie e delle intolleranze alimentari nel cane da caccia, vogliamo occuparci di uno dei sintomi più fastidiosi di alcune allergie, ovvero la dermatite atopica.

Q

uesta patologia si manifesta in cani battute venatorie. La dermatite atopica del geneticamente predisposti a svilup- cane, infatti, è un disturbo molto invalidante, pare anticorpi contro sostanze pre- che si presenta con prurito e arrossamento del senti nell’ambiente, tra cui polline degli albe- muso, dei piedi e delle zampe. Inizialmente ri, delle erbe infestanti e delle colture, acari, compare il prurito, seguito dall’ eritema, cioè muffe, polveri e pulci. Tutte queste sostanze, dall’ arrossamento della pelle. Nella sua fase dette allergeni ( o antigeni), possono scate- finale e più grave, la dermatite atopica dà nare, nel cane, la dermatite atopica o atopia. origine alla dermatite aspecifica, patologia I cani affetti da queche si presenta con sto disturbo vengono La dermatite atopica del pelle ispessita, macanche chiamati “cani chie, croste, alopecia cane, infatti, è un disturatopici”. Le cause di ( caduta del pelo) e bo molto invalidante, che questa risposta alseborrea. Le parti lergica sono ancora si presenta con prurito e dell’animale ricopersconosciute, anche te dai segni della derarrossamento del muso, se si fanno risalire a matite sono le zampe un deficit immunita- dei piedi e delle zampe e i piedi, ma anche rio dell’animale. Nel la zona attorno agli cane da caccia, l’atopia può avere conseguen- occhi, l’inguine, le ascelle e il muso. Il cane ze devastanti, specie se si manifesta durante affetto da dermatite atopica tende a leccare l’attività venatoria o durante un’importante frequentemente le parti arrossate e pruriginobattuta di caccia. Il cane da lavoro, come si sa, se che può facilmente raggiungere con la linè impiegato all’esterno, in ambienti ricchi di gua. Il leccamento continuo può dare origine alberi e piante che possono rilasciare sostan- a delle patologie secondarie causate da lieviti, ze in grado di scatenare allergia. Molti, infatti, batteri e funghi. Uno di questi è la Malassezia, non sanno che le allergie stagionali non colpi- fungo che si sviluppa con l’azione della saliva scono solo gli esseri umani, ma anche gli ani- e che causa macchie brunastre sul mantello mali. Nel cane da caccia, inoltre, la risposta dell’animale. La dermatite atopica è uno dei allergica può verificarsi stagionalmente, ma segni di allergia cronica del cane. Il contatto anche annualmente e ciò comporta il rischio con gli allergeni può anche scatenare lacridi usare un animale non in forma durante le mazione, congiuntivite, rinite, crisi di starnuti Caccia Passione 69


e otite esterna, mentre non si riscontrano casi di asma. Le razze più predisposte alla dermatite atopica sono il Pastore Tedesco, il Boxer, il Labrador Retriever, il West Highland White Terrier, il Fox Terrier, il Setter Irlandese, il Barboncino, lo Schnauzer Nano, il Bauceron, il Cocker spaniel, il Dalmata, il Bulldog inglese, il Setter inglese, lo Scottish terrier, lo Yorkshire terrier, il Cairn terrier, il Doberman, lo Shar pei cinese, il Lhasa apso e il Bassotto. La dermatite si manifesta nei cani di età compresa tra i sei mesi e i sette anni, anche se i casi più frequenti si registrano dal primo al terzo anno di età. Quando il cane presenta la dermatite atopica viene spesso sottoposto a dei test allergici, tra cui lo skin test e il test sierologico in vitro. Nel primo caso, la pelle dell’animale viene esposta al contatto con il presunto allergene, mentre nel secondo, si effettua il dosaggio degli anticorpi IgE che si sviluppano dal contatto del sangue con le probabili sostanze allergizzanti. Questi test, specie se eseguiti in particolari condizioni ( giovane età dell’animale, stress, gravidanza), non riescono sempre a essere attendibili al 100%, ecco perché, frequentemente, si effettuano in maniera combinata. Per evitare falsi negativi, bisogna sospendere la somministrazione di antistaminici nelle due settimane che precedono i test. Il periodo di sospensione può allungarsi anche in base ai farmaci utilizzati. Se al cane vengono somministrati farmaci iniettabili, la sospensione deve essere effettuata anche due mesi prima di eseguire i test. In caso di test positivi e di individuazione dell’allergene responsabile della dermatite, il cane potrà essere desensibilizzato tramite un vaccino; mentre, in caso di impossibilità a individuare le sostanze allergizzanti, il cane andrà curato per tutta la vita con farmaci antinfiammatori e antiprurito. In genere, per ridurre il prurito e il leccamento, si usano antistaminici e cortisonici. Alcuni farmaci, come antibiotici e cortisone, usati per controllare gli effetti ( secondari e non) della dermatite atopica, Caccia Passione 70

possono anche indebolire la flora intestinale del cane e, di conseguenza, anche il suo sistema immunitario. Tale condizione rischia di creare un circolo vizioso che può aggravare la dermatite atopica e le affezioni secondarie di funghi e lieviti. La Medicina Integrata Veterinaria, a tal proposito, consiglia di abbinare,


Veterinaria ai farmaci tradizionali, quelli omeopatici. Nel trattamento della dermatite atopica del cane, le terapie naturali prevedono, per uso locale, shampoo a base di Clorexidina, Calendula, Tea Tree Oil e antimicotici. Le terapie sistemiche sono, invece, a base di Citochine Omeopatizzate, estratti di erbe e di funghi. Questi ultimi

costruiscono la base della Micoterapia, altra medicina naturale praticata per rafforzare il sistema immunitario. Nel trattamento della dermatite atopica del cane si consiglia anche di curare la sua dieta, preferendo alimenti naturali, senza conservanti e additivi, e con elevata quantitĂ di vitamine e antiossidanti.

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Sul prossimo numero Stanziale: allevare le starne, tecniche, alimentazione, autorizzazioni

caccia passione

Anno III – N° 01 – gennaio 2014 www.cacciapassione.com Direttore Responsabile Pierfilippo Meloni Vicedirettore Domenico Mansueto Direttore Marketing Valerio Troili marketing@cacciapassione.com

Migratoria: La Pavoncella, caratteristiche, abitudini e tecniche di caccia

Collaborazioni Claudia Zedda, Diego Mastroberardino, Giovanni Di Maio, Rosalba Mancuso, Pierfilippo Meloni, Domenico Mansueto, Kalaris, Valerio Troili, Federico Cusimano, Emanuele Tabasso. Traduzioni, Grafica e Impaginazione A cura della Redazione Pubblicità Ilaria Troili - Cell. 335.6408561 commerciale@cacciapassione.com Fotografi Archivio Caccia Passione, Shutterstock Redazione Via Camillo Golgi, 1 - 20090 - Opera (MI) redazione@cacciapassione.com Cell. 3383243383 Service Provider Made Network srl Via Macanno, 59 - Rimini (RN) Editore Caccia Passione s.r.l. Via Camillo Golgi, 1 - 20090 – Opera (MI) Cell. 3383243383 redazione@cacciapassione.com

Caccia all’estero: In Québec, alla ricerca del cervo sull’isola d’Anticosti

Registrazione in Tribunale n. 17 del 21/01/2012 Direttore Responsabile: Pierfilippo Meloni ®CACCIA PASSIONE E’ UN MARCHIO REGISTRATO. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. VIETATA LA RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE SE NON AUTORIZZATA. MANOSCRITTI E ILLUSTRAZIONI , ANCHE SE NON PUBBLICATI, NON SI RESTITUISCONO.


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