Caccia Passione - Marzo 2013

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ANNO II nr. 3 - marzo 2013

caccia passione Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

Caccia e cacciatori:

• Il senso del selvatico, il cane e l’incontro

Stanziale:

• Ripopolamento e tecniche di cattura dei galliformi

Cani da caccia:

• alimentazione del cane da caccia a lavoro in zone umide

Anatidi

come riconoscerli al volo


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in copertina caccia passione Anatidi ANNO II nr. 3 - marzo 2013

Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

...riconoscerli al volo

Caccia e cacciatori:

• Il senso del selvatico, il cane e l’incontro

Stanziale:

• Ripopolamento e tecniche di cattura dei galliformi

Cani da caccia:

• alimentazione del cane da caccia a lavoro in zone umide

Anatidi

come riconoscerli al volo

Molto fa l’esperienza, ma anche la formazione e la pazienza: qualche consiglio sul come riconoscere le anatre tuffatrici dalle cugine di superficie.

sommario Anno II Nr. 3

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www.cacciapassione.com Eventi venatori: IWA2013 & OutdoorClassics

Pg 6 News venatorie

Pg 10 Eventi venatorie: IWA2013 & OutdoorClassics

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A CURA DELLA REDAZIONE

Giovanni Di Maio

Pg 12 Stanziale: Ripopolamento e tecniche di cattura dei galliformi CLAUDIA ZEDDA Stanziale: Ripopolamento e tecniche di Pg 18 A ssociacioni venatorie: cattura dei galliformi Si chiude la stagione venatoria, bilancio di CNCN e FACE Italia

A CURA DELLA REDAZIONE

Pg 20 M igratoria: Anatidi, come riconoscerli al volo

26 Caccia di selezione: la scelta del palco da medaglia

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KALARIS

Pg 26 C accia di selezione: la scelta del palco da medaglia

rosalba mancuso

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Pg 62 Leggi: Richiami da caccia, consentiti o no, facciamo chiarezza.

rosalba mancuso

Pg 66 Ottiche: Ottica PS 4-12x40 della Nikon: l’ottica che non perde mai di vista il bersaglio. Diego Mastroberardino

Migratoria: Anatidi, come riconoscerli al volo

Pg 76 Veterinaria: I sensi del cane: 5 più uno

Diego Mastroberardino

Pg 32 C accia e cacciatori: il senso del selvatico, il cane e l’incontro. Claudia Zedda

Pg 36 Caccia all’estero: caccia alle marzaiole in Romania

Giovanni Di Maio

32 Caccia e cacciatori: il senso

del selvatico, il cane l’incontro.

Pg 44 Cani da caccia: alimentazione del cane da caccia a lavoro in zone umide

rosalba mancuso

Pg 50 Fucili da caccia: mastri armaioli d’oltremanica, ecco i fucili da Caccia J. Purdey & Sons

38 Caccia all’estero:

caccia alle marzaiole in Romania

rosalba mancuso

Pg 56 Munizioni: Novallodola ed Elle 32 Diego Mastroberardino Pg 58 Racconti venatori: a caccia sulle sponde del Pò KALARIS

44 Cani da caccia: alimentazione del cane da caccia a lavoro in zone umide

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Editoriale SPARI AD UNO E RACCOGLI TRE La stagione venatoria si è appena conclusa ed è cominciato il periodo delle fiere che rappresenta, per gli operatori del settore, un momento importante, un termometro per valutare le aspettative per il futuro. Il via è stato dato dalla fiera di Vicenza, che in momento economico non favorevole, con l’aggravante del tempo atmosferico e delle elezioni, ha comunque mantenuto fede alle promesse, soddisfacendo ampiamente le attese tanto del pubblico quanto quelle degli espositori. Questo risultato positivo deve fare riflettere, e aiutarci ad affrontare con maggiore ottimismo le sfide future. Tutto il settore della caccia, declinato nelle diverse attività, dei fabbricanti di armi, degli importatori, dei produttori di abbigliamento e accessori, degli organizzatori di viaggi venatori, della coltelleria -- con un picco di orgoglio – ha ancora una volta fatto sentire, forte, la sua voce, rimarcando quella che è la nostra risposta concreta alla crisi e alle invettive di chi ci vede solo un nemico da eliminare. A questi “signori” continuiamo a ricordare che il nostro è un settore d’eccellenza, nel quale lavorano onestamente e con orgoglio migliaia di persone, che ogni giorno resistono, come tutti gli altri lavoratori alla crisi, ma con l’aggravante di combattere in un contesto dove il “pudore” della nostra classe politica non sempre fa sentire la sua presenza e vicinanza. Il sospiro di sollievo che abbiamo giustamente tirato alla conclusione di questa prima fiera, non ci deve però far abbassare l’attenzione, la strada che dobbiamo percorrere è ancora lunga e tortuosa, e spesso ci impone deviazioni che altri decidono per noi. Dal nostro punto di vista di operatori, e parlo soprattutto per quelli della mia categoria di tour operator venatori, dobbiamo incessantemente continuare a muoverci con estrema professionalità e con una maturità crescente, per non rischiare di creare false illusioni e non far sprecare tempo e soldi, che oggi sono beni ancora più preziosi, a chi si rivolge a noi. Noi rappresentiamo l’opportunità di continuare a vivere la propria passione anche quando le normative nazionali non lo consentono, abbiamo quindi il dovere, l’obbligo, di essere sempre trasparenti e chiari nel formulare le nostre proposte ricordandoci sempre che il rapporto che si instaura tra cacciatori è un rapporto speciale, chi si rivolge a noi, si affida alla nostra correttezza e professionalità, che abbiamo costruito e consolidato nel corso degli anni e delle esperienze. Allontaniamoci dalla logica da piazzisti, dove lo slogan “a partire da” sembra essere oggi la chiave di marketing vincente altrimenti si rischia “spari ad uno e perdi tre” Grazie Vicenza, mi hai fatto ancora sperare e credere in un futuro di albe e tramonti e per avermi dato la forza per affrontare le prossime occasioni fieristiche con la consapevolezza che la partita è sempre aperta e che la volontà e determinazione del popolo dei cacciatori è il miglior rimedio per ogni malessere!

Alberto Banchetti


Marche, il Tar ferma selezione per daini e caprioli Il Tar delle Marche ha fermato la caccia di selezione al daino ed al capriolo accogliendo il ricorso degli animalisti della Lac.

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on una propria sentenza il Tar delle Marche ha accolto completamente il ricorso degli animalisti della LAC, Lega Abolizione Caccia annullando così in via definitiva la delibera della Giunta Regionale con la quale veniva autorizzava la caccia di selezione alle specie capriolo e daino nei territori delle Province di Macerata e Pesaro Urbino. Precedentemente la delibera n.1172 della Giunta Regionale delle Marche datata 8 agosto 2011, contenente l’autorizzazione alla caccia di selezione per le specie capriolo e daino nelle passata Stagione Venatoria 2011-2012, era stata già so-

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spesa con ordinanza del Tar a seguito del ricorso animalista. Secondo gli animalisti e il Tar la delibera risulta illegittima in quanto approvata in violazione della legge per non aver considerato il parere negativo dell’ISPRA, nel caso della Provincia di Macerata, e per non aver neppure interpellato l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale; secondo gli animalisti di LAC questa sentenza del Tar avrà effetto immediato anche sulla più recente delibera con la quale la Provincia di Macerata aveva nuovamente autorizzato la caccia di selezione per le specie capriolo e daino.


News venatorie

Caccia e Arco: Bologna, tiro sportivo e caccia con l’arco il 23 e 24 marzo 2013

Caccia e Arco: a Bologna due giornate, il 23 e 24 marzo 2013, dedicate al tiro sportivo con l’arco ed alla caccia con l’arco.

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l 23 e 24 Marzo si svolgerà un’importante iniziativa tecnico didattica organizzata a Bologna da Aica - Associazione Italiana Arcieri Cacciatori di Federcaccia e dalla Società Arcieri I Lunghi Archi. Si tratta di due veri e propri Master, uno di tiro sportivo e uno di approccio al tiro da caccia con l’arco. Docenti per il Master sportivo saranno Enzo Lazzaroni e Davide Vicini, entrambi pluricampioni Italiani, mentre per il Master venatorio i partecipanti seguiranno per il bosco Danilo Rosi-

ni, Presidente Nazionale Aica, e Otello Ventura, responsabile dell’associazione 7° Arcieri. Tutti i 4 docenti sono cacciatori esperti. I corsi, della durata di 6 ore ciascuno, si svolgeranno presso il campo dei Lunghi Archi a Pianoro, in via del sasso 33, all’interno dell’Agriturismo “I Cipressi”, a partire dalle ore 9. 4 marzo 2013 Fonte: Federcaccia Caccia Passione 7


Torino, nuovi selecontrollori cercasi per il Parco del Po Caccia: Torino, il Parco del Po della Collina Torinese cerca nuovi selecontrollori di cinghiale e conduttori di cani da limiere.

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’Ente di gestione del Parco del Po e della Collina Torinese ha la necessità di ampliare il proprio elenco di selecontrollori e di conduttori di cani da limiere, al fine di effettuare il controllo del cinghiale nelle aree di propria competenza. L’inserimento nell’elenco dei selecontrollori del parco avverrà a seguito di una o più giornate di formazione e del superamento di un test finale, secondo criteri elabora-

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ti dall’ente e successivamente comunicati agli interessati. I selecontrollori e i conduttori di cani da limiere, iscritti ai relativi albi regionali, che desiderano essere informati sulle procedure relative alle prove di selezione per l’inserimento nell’elenco dei selecontrollori e conduttori di cani da limiere dell’Ente Parco devono compilare, entro il 24 marzo 2013, questo modulo. Fonte: Parks.it


FITAV: Gran Prix di Cipro, azzurri sul podio Gran Prix di Cipro, gli azzurri brillano guadagnando il posto sul podio; si aggiudicano oro e bronzo per la fossa olimpica in singolo e l’argento per la gara a squadre.

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rminio Frasca si aggiudica il Gran Prix di Cipro, specialità fossa olimpica, gara-test con le nuove regole Issf. Il poliziotto di Priverno nei 15 piattelli del duello per l’oro e l’argento ha battuto per 14 a 13 il russo Maxim Kosarev. Nello scontro diretto per il bronzo il viterbese Valerio Grazini si è imposto sull’altro russo Ivan Dovgal, 12 contro 10 il punteggio. Nella finale a sei Daniele Resca (12 + 2) impostosi sul cipriota Adonis Milonas (12+1) si è piazzato al quinto posto. Ottavo Giovanni Pellielo con il risultato di qualificazione di 117/125. Nel double trap l’oro è andato al bri-

tannico Steven Scott (26/30) che ha battuto il russo Maxim Lasarev (24/30). Quarto il nostro Davide Gasparini (24/30) che ha lasciato la medaglia di bronzo al russo Aleksander Furasyev (25/30). Alla fine Ferdinando Rossi è 12° con 122/150, Valerio Vallifuoco 16° con 112. Decisamente meglio l’Italia nel torneo a squadre: la fossa conquista l’oro davanti a Russia e Cipro ed il terzetto del Double Trap, GaspariniRossi-Vallifuoco è d’argento con il punteggio di 366/450; oro alla Russia 2 (390), bronzo a Russia 1 (361). Fonte: FITAV Caccia Passione 9


Norimberga dall’8 all’11 Marzo 2013 Si svolgerà presso il Centro Esposizioni di Norimberga, dall’8 all’11 Marzo 2013, la 40a edizione di IWA&OutdoorClassics ed Enforce Tac 2013, il salone mondiale internazionale per la caccia, le armi sportive, tutte le attività Outdoor e Security.

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er il 40mo anno consecutivo semplice esposizione di prodotti del la città tedesca di Norimber- commercio specializzato e dell’artiga accoglierà ospiti da tutto gianato delle armi con circa cento il mondo in occasione dell’edizione espositori. Con il tempo la mani2013 del salone internazionale che festazione si è evoluta ad irrinunsi conferma quale punto saldo per ciabile salone per le più importanti gli addetti ai lavori, per il commer- aziende armiere mondiali, ove precio e l’industria dei vari segmenti di sentare i propri prodotti guadagnanmercato, tra cui i IWA & OutdoorClassics do la qualifica di “internazionale”. comparti caccia, da 40 anni a Norimberga In poco tempo inoutdoor e security; un’occasione unica per gli amanti della cac- fatti IWA si è fatta per informarsi su- cia, le armi, l’outdoor. conoscere oltre i gli ultimi prodotti presentati dal- confini della Germania espandenle migliori aziende mondiali con do anche i settori di competenza e un occhio ai trend del momento. la gamma di prodotti presentati alla 40 anni di successo per fiera, coprendo uno spettro tra artiIWA&OutdoorClassics di Norim- gianato tradizionale, idee innovatiberga. La prima edizione risale al ve per le attrezzature outdoor, abbi1973 quando era poco più di una gliamento funzionale, da caccia e da

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Eventi

tiro sportivo nonché le attrezzature per le autorità pubbliche, per l’applicazione della legge e la sicurezza personale. Nell’ultima edizione di IWA&OutdoorClassic sono giunti a Norimberga oltre 36.000 visitatori professionali da almeno 100 paesi del mondo per visionare i prodotti presentati da più di 1.200 espositori. Oltre alla vastissima proposta di prodotti esposti agli stand, il salone offrirà al pubblico professionale un’attraente programma collaterale con conferenze specialistiche, ospiti illustri delle discipline sportive e dello spettacolo e saranno inoltre allestiti poligoni di prova indoor per il tiro con l’arco e le carabine ad aria compressa. Un segmento in costante crescita nell’ambito dell’IWA & Outdoor-

Classics è il comparto del law enforcement; Enforce Tac 2013 è il salone parallelo specializzato per attrezzature di sicurezza e prodotti sviluppati esclusivamente per le esigenze delle agenzie ufficiali che offre agli specialisti del settore l’occasione ideale per aggiornarsi in modo dettagliato sui più recenti sviluppi nella tecnologia della sicurezza in fatto di armi, equipaggiamento e sistemi. Nell’ambito di Enforce Tac 2013 si svolgeranno conferenze e dimostrazioni presso l’apposita Demonstration Area. IWA&OutdoorClassics è riservata esclusivamente a un pubblico di professionisti addetti al settore, appartenenti al commercio specializzato, ad Enti e Istituzioni pubbliche con specifica attività settoriale, nonché ad istituti privati di sicurezza civile. Caccia Passione 11


Ripopolamento

e tecniche di cattura dei galliformi

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Ripopolamento

e tecniche di cattura dei galliformi I pro ed i contro delle tre tecniche di cattura dei galliformi più apprezzate: la gabbia, la prodina e le reti verticali

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elle zone di ripopolamento, la cattura del selvatico è un dovere che i cacciatori più capaci assolvono con ciclicità visto che l’attività garantisce l’abbondanza durante tutto l’anno. Quando parliamo di cattura a scopo di ripopolamento di galliformi, ci riferiamo nello specifico a tecniche Caccia Passione 14

ingegnose pensate per il fagiano, ma anche per la pernice rossa e la starna. Non tutti i galliformi però sono oggetto di cattura a scopo di riproduzione naturale e ripopolamento: non passerebbe per la testa di nessun cacciatore, ad esempio, di mettere nel sacco una coturnice vista la notevole difficoltà rappre-


Stanziale sentata non solo dalla selvaticità te, ma anche il meno cruento, dato dell’animale ma anche dai perico- che il rischio di danni per l’animale è li imposti dal suo habitat naturale. ridotto al minimo. Si tratta di un eleCome accennato, il galliforme più mento da non sottovalutare, dato che semplice e versatile da catturare è il la selvaggina catturata deve essere di fagiano che vive in zone di ripopo- ottima qualità: la sua funzione sarà lamento e cattura. Questo significa quella di ripopolare zone limitrofe che proprio da queste zone è possi- e potrà farlo solo se in piena salute. bile prelevare annualmente un nu- Le gabbie sono di norma realizzate mero predeterminato di fagiani che con un telaio in tondino di ferro, chiuverranno spostati in zone limitrofe. se con una rete realizzata con della Numeri e modalità sono decisi ogni corda. Meno apprezzabili quelle con anno dalle amministrazioni locali rete metallica, per quanto a maglia grazie soprattutto a calcoli scienti- larga: l’animale in gabbia battendo fici che si basano Le modalità di cattu- le ali e tendendosui censimenti ef- ra attuabili possono si potrebbe ferirsi. fettuati nella zona. essere di tre tipi: im- Normalmente queDetto questo, quel ste trappole venpiego di gabbie trappoche davvero integono posizionate ressa al cacciato- la, uso di prodine, uti- molto tempo prire che si occupa lizzo di reti verticali. ma della cattura nei della cattura del fagiano o dei gal- luoghi nei quali i fagiani si nutroliformi in generale, sono le tecni- no, nelle zone marginali del bosco o che che cercherà di mettere in atto. nei pressi delle zone cespugliose. In Fra le più gettonate c’è certamente l’u- questa maniera gli uccelli prendeso delle gabbie trappola, l’uso di reti ranno confidenza con le gabbie che verticali o di prodine. Per scegliere la non di rado verranno alimentate con tecnica migliore si deve tener conto granaglie quando ancora scariche. di diverse variabili ma soprattutto di Conquistata la fiducia del selvatico le quanti operatori si offrono volontari trappole verranno caricate e monitoper la cattura e la copertura del ter- rate con una certa frequenza specie ritorio che riusciranno a garantire. durante gli orari del pasto dei fagiani. L’uso delle gabbie è senza dubbio il Il vantaggio indiscutibile dimometodo più utilizzato proprio per- strato da questo genere di tecnica è ché ritenuto il più sicuro ed efficien- rappresentato dal fatto che le trapCaccia Passione 15


pole non devono essere continuamente tenute sotto controllo dagli operatori che negli ultimi tempi diventano sempre meno numerosi. Altra tecnica interessante è quella della prodina: si tratta di una trappola meccanica che viene fatta scattare direttamente dall’operatore. Per realizzare la prodina si devono porre due telai paralleli al terreno sui quali si monteranno delle reti di corda. Per utilizzare questo tipo Caccia Passione 16

di trappola è fondamentale trovarsi in un terreno pianeggiante e ben frequentato dai fagiani. Come nel caso delle gabbie gli animali dovranno abituarsi alla trappola che verrà montata qualche giorno prima della cattura. La zona dovrà inoltre essere resa più appetitosa grazie all’uso di granaglie sparse qua e là. La tecnica ha i suoi pregi ed i suoi difetti: purtroppo richiede la presenza di almeno una persona sul posto, eppure la cattura si dimostra di migliore qualità soprattutto perché la trappola è attivata solo nel caso di idoneità dei soggetti che si ha l’obiettivo di catturare. Infine parliamo delle reti verticali che diversamente dalle altre tipologie di trappola richiedono un gran numero di operatori a disposizione. I fagiani sono infatti spinti verso le reti, esattamente come potrebbe accadere in una vera e propria battuta di caccia. Le reti, piantate con un breve anticipo sono fissate al terreno con due pali di legno alti non meno di 6 metri ai quali viene fissata una rete verticale che diventa a tutti gli effetti una barriera contro al quale i fagiani si scontrano. Naturalmente posizionare nel punto giusto la rete è fondamentale: si deve trovare in un punto di passaggio obbligato e in quel caso diventa realmente efficiente e spettacolare.


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Si chiude la Stagione Venatoria, il bilancio di CNCN e FACE Italia

FACE Italia (Federcaccia, Anuu Migratoristi, Enalcaccia, Libera Caccia) e il Comitato Nazionale Caccia e Natura (CNCN) tracciano un bilancio tra luci e ombre per la stagione venatoria giunta al termine, puntando decisamente alla formazione continua dei cacciatori italiani per ridurre al minimo gli incidenti e le loro conseguenze. Gli elementi positivi sono legati alla crescita del mondo venatorio quanto a consapevolezza delle proprie responsabilità, possibilità ed esigenza di operare in comunione di intenti, manifestate in più occasioni prima dell’inizio e durante lo svolgimento della stagione mentre, dall’altro lato, non intendono sottrarsi dall’affrontare con ulteriore impegno il tema di una annata caratterizzata da incidenti che a volte hanno Caccia Passione 18

riguardato il fronte della sicurezza. Negli ultimi anni infatti l’associazionismo venatorio si è impegnato ancor più di quanto già non facesse per promuovere tutti gli aspetti legati alla sicurezza, ma pur con un trend in discesa nel medio periodo, il numero degli incidenti in questa stagione di caccia è da considerare meritevole di ulteriore attenzione e operatività. Una casistica comunque sempre meno ampia di quella che alcune associazioni anticaccia diffondono in ogni occasione facendone un uso cinico e pretestuoso, vaneggiando di emergenza sociale, sicurezza pubblica e quant’altro, finalizzato all’abolizione della caccia in nome dell’ideologia animalista. Dimenticando sempre o facendo finta di non sapere che molte attivi-


Caccia e cacciatori tà all’aria aperta, teoricamente meno pericolose – pensiamo allo sci, all’escursionismo, al ciclismo, alla ricerca di funghi - ogni anno fanno più vittime della caccia, impiegano più risorse pubbliche per i soccorsi e coinvolgono anche persone estranee a quella pratica. Consapevoli di questo, invece di concentrarsi in inutili e strumentali polemiche volte ad ottenere un po’ di visibilità, il mondo della caccia continua il lavoro per ridurre al minimo i rischi legati alla pratica venatoria. Prima dell’apertura della caccia le Associazioni Venatorie di Face Italia, col supporto di CNCN e mondo sportivo, hanno provveduto alla diffusione di un vademecum sulla sicurezza distribuito in centinaia di migliaia di copie e organizzato in tutta Italia i Safety Days, giornate dedicate a promuovere e consolidare l’applicazione delle regole di sicurezza e al controllo delle armi da caccia. Operazioni non di facciata ma di sostanza, che sono sicuramente la strada giusta e che intendiamo percorrere ancora e con sempre maggior impegno, cominciando da subito a ripetere, moltiplicandoli, questi appuntamenti e organizzando sempre più incontri dedicati alla sicurezza. Incontri che già si svolgono numerosi e periodici sul territorio organiz-

zati a livello regionale e provinciale coinvolgendo istruttori e direttori di tiro provenienti dalle due Federazioni del Coni Fitav e Fidasc in grado di evidenziare e trasmettere ai partecipanti in modo concreto le caratteristiche di sicurezza dell’arma e il suo impiego corretto in ogni condizione, sia di tiro che di maneggio, sia sul terreno di caccia che fuori da questo, perché il suo uso da parte del cacciatore avvenga sempre nell’ambito della massima conoscenza, padronanza e consapevolezza, tali da eliminare il più possibile ogni rischio. Il modello adottato, per arrivare ad una caccia sempre più responsabile e sicura, deve basarsi su una formazione continua degli appassionati, che mira al più puntuale e integrale rispetto delle norme di sicurezza, oltre a quello di tutte le norme di legge, in modo da tendere in maniera concreta e costruttiva a evitare ogni incidente che purtroppo, per tragiche fatalità, possa avvenire nell’esercizio dell’attività venatoria, così come accade in qualsiasi altra attività dell’uomo – sport, lavoro, attività domestiche - e che merita sicuramente massima attenzione coniugata con quel rispetto umano che nel nostro Paese troppo spesso manca. CNCN - FACE Italia Caccia Passione 19


Anatidi

...come riconoscerli al volo

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Migratoria

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Anatidi

...come riconoscerli al volo Molto fa l’esperienza, ma anche la formazione e la pazienza: qualche consiglio sul come riconoscere le anatre tuffatrici dalle cugine di superficie.

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er un cacciatore riconoscere immediatamente l’anatide che ha davanti è di fondamentale importanza: non tutti i becchi piatti sono cacciabili, e un professionista e appassionato non spara indistintamente a tutto quello che si muove. Se poi si conta che Caccia Passione 22

riconoscere un qualsiasi uccello in volo non è un gioco da ragazzi, si capisce subito quanto sia importante l’esperienza, la formazione e il buon occhio! D’altronde errare è umano: quando si caccia sull’acqua non è poi così difficile andare soggetti a delle vere


Migratoria e proprie illusioni ottiche; proprio per questo l’attenzione e la calma sono importanti per un cacciatore che ha a che fare con gli anatidi. Il momento durante il quale è più comune sbagliare è quello nel quale l’anatra si dirige verso il cacciatore di punta. L’atteggiamento più sbagliato da tenere in questi casi è quello istintivo: normalmente in

ventano gli strumenti migliori da portar con sé durante le giornate di caccia. Chi conosce le anatre e ha la capacità di riconoscerle “al volo” sa bene che all’interno della famiglia esistono mille e una differenza: alle morette e moriglioni ad esempio debbono essere dedicate tecniche di caccia differenti rispetto a quelle

questa circostanza si spara troppo presto, quando ancora l’anatide è fuori tiro e soprattutto sbagliando munizione e canna. Se non si riconosce il suo volume è impossibile in breve tempo scegliere l’opzione di tiro migliore: ecco perché la calma associata all’esperienza di-

riservate alle specie non tuffatrici: detto questo è ovvio che un cacciatore che spara senza saper bene a cosa, è probabile tornerà a casa a mani vuote. Per aggirare il problema scopriamo insieme qualche trucchetto per cacciare con occhio. Caccia Passione 23


Anatre tuffatrici (Morette e Moriglioni etc). Quando le si intravede in lontananza il più delle volte volano in gruppo formando una V o una M: tecnicamente si dice che volino in formazione. Questo genere di volo lo assumono anche i germani reali, i fischioni, i codoni e molte altre anatre di superfice eppure le morette e moriglioni mantengono questo stile sia durante il volo alto che durante quello a mezza altezza e a pelo d’acqua. Questo è un buon indizio per riconoscerle. In volo le tuffatrici hanno la caratteristica di battere molto velocemente le ali che posizionano in maniera “normale” e dunque non Caccia Passione 24

arretrata rispetto al corpo. Tratto inconfondibile è relativo alla formazione che assumono quando toccano l’acqua: diversamente dalle cugine di superficie amano rimanere vicine e fortemente raggruppate. Anatre di superficie (Germani Reali, Fischioni, Codoni etc). Si presentano in volo assumendo for-


Migratoria mazione a V o a W rovesciata, ma spezzano questa modalità di volo man mano che l’altezza diminuisce. Normalmente il battito delle ali non è poi troppo rapido e questo è un tratto che distingue le anatre di superfice dalle tuffatrici e da molti altri uccelli d’acqua.

Le ali assumono una posizione arretrata e quando si posano sull’acqua sono solite distanziarsi l’una dall’altra. Naturalmente si tratta di informazioni utili che necessitano però di lunga esperienza: d’altronde la teoria da sola non paga mai. Il consiglio forse più utile da dare dunque è sempre il medesimo: quando si spara è fondamentale essere certi della specie verso la quale si sta rivolgendo la propria canna; ne andrebbe della propria etica di cacciatori e in alcuni casi del proprio portafoglio, d’altronde con le multe rivolte a chi caccia specie protette non si scherza.

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Caccia di selezione

La scelta

del palco da medaglia Caccia Passione 27


La scelta del palco da medaglia

Se negli esseri umani le “corna” ( in senso figurato) sono considerate estremamente negative, nella caccia agli ungulati sono considerate dei veri e propri trofei. In animali appartenenti al genere dei bovidi(camoscio, muflone e stambecco) e dei cervidi(cervo, capriolo e daino), queste strutture vengono anche chiamate palchi o trofei.

S

i tratta di “impalcature”, formate rispettivamente da tessuto corneo od osseo, che indicano lo stato di salute dell’animale e il suo grado di sviluppo. L’esame dei palchi

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riveste una fondamentale importanza nella caccia di selezione, attività venatoria che mira a selezionare solo alcuni dei migliori esemplari presenti in un determinato territo-


Caccia di selezione rio. Sono le stesse Province che stabiliscono le regole per la caccia di selezione, indicando quali tipologie di esemplari sono cacciabili e quali no. In tal senso l’attività venatoria viene estremamente semplificata, ma all’interno di queste regole è sempre utile valutare e classificare i palchi degli ungulati scelti, perchè questi stessi palchi potranno essere esibiti, come trofei, presso mostre di caccia. Le migliori coppie di corna o palchi, se corrispondenti ad alcuni criteri di valutazione fissati dal CIC ( Consiglio Internazionale della Caccia) possono far conquistare al cacciatore delle medaglie. In genere, i cacciatori più bravi ed esigenti preferiscono aggiudicarsi le medaglie d’oro, anche se nella classifica internazionale sono previste anche le medaglie di bronzo e d’argento, proprio come accade per tutte le altre competizioni sportive. Prima della battuta di caccia, dunque, e per tentare di aggiudicarsi una medaglia durante le mostre venatorie, bisogna saper scegliere l’animale con i palchi migliori. Per individuare i palchi che possono davvero valere una medaglia, bisogna anzitutto conoscerne le caratteristiche morfologiche, classificate in base alla specie di appartenenza. I palchi, nei cervidi (cervo, capriolo e daino) sono composti da tessuto corneo misto a peli e cheraCaccia Passione 29


tina ( lo stesso dei capelli umani). a una medaglia. La tabella cambia Questo tessuto si rigenera ogni anno. in base alla specie di palco esaminaDurante la fase di sviluppo, i palchi to e può essere facilmente consultadei cervidi sono ricoperti da un vel- ta attraverso i regolamenti degli enti luto che viene eliminato dopo il com- pubblici o delle Unioni dei cacciatori pletamento della loro crescita. Nei che annualmente organizzano i trocervidi, proprio per la caratteristica fei. Per conquistare una medaglia, del rinnovo annuale, i palchi non il palco del cervo deve avere, tra l’alpermettono di individuare l’età del- tro, un colore marrone scuro e fino la preda, anche se le loro condizioni, al nero, delle punte ( ramificazioni), le dimensioni, la presenza di punte e lisce e brillanti, con base di almeno il colore possono dare delle utili in- due centimetri, e un’apertura massidicazioni sullo stato di salute dell’a- ma delle facce interne delle corna. Il nimale. Nei bovidi, invece, i palchi, massimo punteggio ( tre punti) viene assegnato a un’adetti più propriamente “corna”, sono I palchi sono le appendici pertura superiore formati da un vero ramificate che si trova- all’80%. Nel calcoe proprio tessuto no sul capo di quasi tut- lo del punteggio del osseo che cresce in te le specie appartenenti palco del cervo vencontinuazione sen- alla famiglia dei Cervidi. gono anche esaminate le caratteristiza essere perso nel corso del tempo. Con il passare de- che morfologiche delle diverse punte gli anni e, ogni inverno, le corna dei che si trovano sulle stanghe ( singole bovidi si allungano e formano de- corna), ovvero la corona( punte della gli anelli concentrici che consentono parte terminale delle corna), mediadi stabilire l’esatta età dell’animale. no( punta della parte mediana delle Nel muflone, ad esempio, il trofeo corna) , oculare ( prima punta che più ambito dai cacciatori è quello appare partendo dal capo dell’animapiù vecchio, composto da vari anelli le) e ago ( seconda punta dopo l’ocuconcentrici che formano una vera e lare). Più queste punte sono lunghe, propria spirale ai lati dell’ungulato. simmetriche e in buone condizioni, In base alla qualità, alle dimensioni più il punteggio sale. La valutazione e alla bellezza delle corna, la tabel- per il capriolo si effettua sulle rose ( la di valutazione del CIC assegna un attaccature delle corna): più queste grado di punteggio che corrisponde sono spesse e più il punteggio sale; Caccia Passione 30


Caccia di selezione sul colore dei palchi ( vale sempre quello più scuro, meglio nero e brillante); sulle cime ( parti finali delle corna): più sono appuntite e bianche e più alto è il punteggio; e sulle punte: vincono quelle più alte e in buone condizioni. Nel muflone vengono considerate la lunghezza e l’apertura delle spire ( corna a spirale); la circonferenza dei primi tre cerchi delle corna; il colore delle stesse (meglio se scuro); i solchi creati dai cerchi( meglio se evidenti e serrati) e la curvatura degli astucci ( ossa della parte frontale delle corna). La curvatura vincente è quella più pronunciata. Negli ungulati appena esaminati, ma anche nel daino, ed escludendo

il muflone, si valuta anche il peso del trofeo, che, moltiplicato per un coefficiente, darà un punteggio da sommare a quello ottenuto con le altre valutazioni. Naturalmente, si aggiudicherà la medaglia d’oro il trofeo che avrà totalizzato il punteggio più alto. Per individuare il palco da medaglia dell’ungulato, bisogna sempre scegliere quello con il colore scuro e brillante e con le varie parti lunghe, robuste e simmetriche. Alcuni difetti, come asimmetria pronunciata delle corna, irregolarità della lunghezza e delle varie parti che le compongono, sono spesso causa di penalizzazione, mentre non vengono penalizzate le rotture meccaniche.

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Il senso del Selvatico il cane e l’incontro.

Il momento dell’incontro fra cane, selvatico e cacciatore: il cuore della caccia che tutti vivono con gratitudine e passione.

C

i hai mai pensato? Tutta la preparazione della giornata di caccia, la preparazione del cane, l’addestramento, la manutenzione dell’attrezzatura, tutto si concretizza in un solo momento: quello nel quale il cane incontra il selvatico. Non esiste un momento

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migliore e forse proprio per questo alcuni amici cacciatori cercano di dilungarlo il più possibile: poco importa quel che verrà fra un attimo; quel che conta per davvero sei tu, il tuo cane da ferma e il selvatico, uno dei triangoli più eccitanti che un cacciatore possa immaginare.


Caccia e cacciatori La stanchezza arriverà dopo, in quel momento è pura tensione e la collaborazione fra cane e uomo è ai massimi livelli: potrei giurare che il cane percepisce l’eccitazione dell’uomo esattamente come l’uomo percepisce l’eccitazione del cane. Si ha la sensazione di camminare sul filo del rasoio: basta un passo sbagliato, una

cacciatore che conosce il proprio cane lo sa con qualche minuto d’anticipo. Basta saper osservare il proprio cane che percepita la presenza del selvatico è come attirato da un filo invisibile, si fa più silenzioso e praticamente scivola sul terreno. Poco distante dalla preda il cane acquisisce la posizione da ferma, a

folata di vento improvvisa, o qualsiasi disattenzione perché il volatile o il selvatico in genere fuggano, mettendo in serio rischio un’intera mattinata di caccia fatta di camminate e fatica. Che il momento clou della caccia stai arrivando d’altronde il buon

terra o in piedi a seconda dell’esemplare che hai scelto come miglior compagno di caccia. Quale che sia la razza e lo stile, l’eccitazione canina trasuda dalla muscolatura tesa che sta aspettando il momento giusto per scattare e dall’attenzione profonda: in fondo il tuo cane sta Caccia Passione 33


combattendo con l’istinto predatorio che gli consiglia di agguantare il prima possibile quella creatura favolosa che sta puntando: e invece no, sceglie consapevolmente di servire il suo conduttore, intelligenza canina. Il cane a questo punto ha fatto il suo lavoro, tocca a te muoverti silenziosamente, senza far il più minimo rumore: foglie secche, rami spezzati o chissà che altro potrebbero far svanire in un battito d’ali o in una fuga sfrenata i tuoi sogni di gloria. Il selvatico intanto sta mettendo in atto tutte le tecniche possibili per fuggire alla ferma del cane, e delle volte, diciamolo, si dimostra più furbo del cane e del padrone messi insieme: buon per lui! E’ proprio il selvatico che rompe la staticità: tenta una breve fuga e il cane che vorrebbe con tutto il cuore lanciarsi in corsa verso l’animale deve piuttosto pedinarlo da lontano, senza perdere il contatto visivo ma soprattutto olfattivo. Alla breve guidata normalmente segue una nuova ferma durante la quale il selvatico è fortemente pressato: il conduttore a questo punto consiglia al cane di chiudere l’azione e finalmente il nostro caro amico a quattro zampe può sfogare la tensione che aveva covato nell’ultima Caccia Passione 34

mezzora. Ogni cacciatore vive quei secondi con forte ammirazione e attenzione: il cane sta ci sta regalando una performance a cinque stelle e il selvatico se tutto andrà come deve, si sta per offrire al fucile; insomma si tratta di un momento mai banale, il cuore della giornata di caccia, da gustare fino all’ultimo attimo con gratitudine. A questi momenti di pura passione ti conduce il tuo cane: saper cercare il selvatico d’altronde non è cosa da tutti, specie quando parliamo di selvatico a cinque stelle e non di


Caccia e cacciatori animali immessi nel territorio, che, poveri loro, non sanno né dove si trovano, né perché. Al cane serve educazione, allenamento, intelligenza, prestanza fisica e psicologica e grandi doti naturali: quelle olfattive prima di tutte. Il terreno deve essere fiutato in qualsiasi situazione, sia esso umido o secco, con vento e con pioggia. Dire che il cane ha il senso del selvatico, significa appunto che è in grado

di percepire la presenza del selvatico: seguire ordinatamente l’istinto è cosa che si impara lentamente grazia anche a lunghi addestramenti. Quindi stile, grazia, eleganza, velocità e medaglie non fanno un cane da caccia: ci vuole istinto e caparbietà e non tutti i cani possiedono queste doti indispensabili per chi si vuole cimentare nell’arte venatoria. Tenetene conto quando dovrete scegliere il vostro amico di caccia!

L’incontro è la fase più emozionante di tutta la caccia e viverla con il proprio cane è esperienza che ogni volta salda ancor più il legame atavico e viscerale fra i due.

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Caccia all’estero

Caccia alle marzaiole in Romania

La caccia agli anatidi è conosciuta e praticata in tutto il mondo proprio perchÊ la maggior parte degli uccelli appartenenti a questa famiglia sono migratori che seguono determinate rotte per spostarsi in vari stati alla ricerca di un clima ed un ambiente congeniale ove nidificare e far crescere i piccoli.

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Caccia alle marzaiole in Romania

In genere gli anatidi vengono cacciati nel nostro Paese nel periodo invernale ma in altri Paesi europei la normativa locale permette di praticare la caccia alle anatre fino a tutto il mese di marzo; una specie in particolare caratterizza la caccia agli anatidi di questo periodo a cavallo tra inverno e primavera, stiamo parlando della Marzaiola (Anas Querquedula).

S

i tratta di un uccello acquatico appartenente all’ordine Anseriformes, famiglia Anatidae, e fa parte del gruppo delle cosiddette “anatre di superficie” poiché immergono soltanto il capo per nutrirsi anziché immerCaccia Passione 38

gersi sott’acqua completamente. Le Marzaiole possono avere una lunghezza corporea di 37-41 cm per un peso di circa 400 grammi ed un’apertura alare di 60-63 cm. Caratteristica della Marzaiola è il colore verde-oliva dello specchio


Caccia all’estero alare; i maschi di questa specie pre- pertanto la caccia a questa specie sentano il capo scuro, con vertice in Italia non è uniforme: in alcunerastro ed una mezzaluna bian- ne regioni è ammesso praticarca dall’occhio alla nuca, nonché la la mentre in altre è vietato. Nelle parte anteriore dell’ala di colore regioni italiane ove la caccia alla grigio-azzurro chiaro. Le femmine Marzaiola è ammessa, il periodo della Marzaiola invece presentano migliore va dalla terza domenica una livrea brunastra con un par- di settembre al 31 gennaio e si può ticolare disegno striato sulla testa. praticare sia in forma vagante che La nidificazione della Marzaiola in appostamento salvo diverse preavviene nel mese di aprile in spec- scrizioni dei Calendari Venatori. chi d’acqua dolce, anche poco este- Uno dei luoghi d’Europa più gettosi, riparati e con vegetazione rada, nati invece per la caccia alla Maroppure in terreni erbosi allagati o zaiola è la Romania, nella zona a ridosso del Delta in zone umide. Le coppie si formano La Marzaiola nel suo del Danubio; la in inverno, prima abito comune si può scam- zona è carattedella migrazione biare facilmente con al- rizzata da laghi primaverile, ar- tre specie dello stesso medi e grandi rivando quindi genere, soprattutto con con estesi cangià formate nei l’alzavola (Anas crecca). neti frequentati da varie specie luoghi di nidificazione. La Marzaiola è diffusa dalle di uccelli acquatici che vi tranzone artiche a quelle mediterranee, sitano in gran numero scecompresa la Siberia e i deserti ara- gliendolo come luogo di sosta. bici. In Europa la Marzaiola nidifica I luoghi di caccia alla Marzaiola in con continuità nelle regioni balca- Romania spesso sono zone di riserniche e in quelle orientali, con una va che arrivano a superare i 13000 etdistribuzione più frammentata nel- tari, incastonate tra i bracci d’acqua le zone occidentali. In Italia è prin- che formano il Delta del Danubio. cipalmente migratrice, nidificante Qualora le autorità locali chiudese solo occasionalmente svernante. sero alla caccia il Delta del Danubio, Nel nostro Paese la Marzaiola è in- molte agenzie hanno la possibilità dicata tra le specie a rischio a cau- di organizzare battute di caccia in sa delle modificazioni ambientali riserve situate al di fuori del Delta, Caccia Passione 39


ma comunque all’interno del corridoio che costituisce la rotta migratoria della Marzaiola, caratterizzate da zone umide con laghi o pantani circondati da coltivazioni di mais, grano, erba medica, girasoli ecc.. Nella maggior parte dei casi gli organizzatori e i gestori delle riserve hanno già impiantato botti, palchetti e postazioni da utilizzare per cacciare gli anatidi; disponi-

lità ed evitare una eccessiva, quanto dannosa, pressione venatoria. La Marzaiola costituisce una sfida per molti cacciatori, soprattutto quelli amanti delle battute impegnative, proprio per la sua furbizia e il carattere diffidente. La marzaiola possiede abitudini crepuscolari e per questo trascorre le ore diurne riposando, mentre la sera va alla ricerca di cibo; inoltre quest’ana-

bili anche barchini a chiglia piatta da poter usare come cuvegge. Nelle riserve di caccia si può cacciare in numero limitato di cacciatori per volta e per settimana ed è spesso premura dei gestori rendere disponibile una sola zona di riserva alla volta lasciando riposare le altre per almeno otto giorni in modo da garantire alla selvaggina tranquil-

tra ama particolarmente gli habitat ricchi di vegetazione, ciò rende ancor più difficoltosa la sua caccia. Per poter cacciare in Romania sarà opportuno rivolgersi ad un’associazione venatoria operante sul territorio o ad un agenzia specializzata, che potranno organizzare il viaggio, gli spostamenti, la necessaria documentazione ed ovviamente

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Caccia all’estero

le giornate di caccia e la sistemazione vicina alla zona di caccia. Alla prenotazione del viaggio venatorio in Romania è bene verificare che il pacchetto scelto sia comprensivo dell’assistenza in loco, già all’arrivo, di una guida che conosca l’italiano e che aiuti per eventuali scartoffie, di mezzi per gli spostamenti, sistemazione in appartamenti o residence possibilmente con

Nonostante le lunghe ore di caccia a disposizione, pochissime associazioni garantiscono un minimo di abbattimenti però alcune agenzie, in contatto con gli organizzatori delle battute, possono avvisare i cacciatori di eventuali problematiche meteo in zona o di scarsità di selvaggina pertanto, all’atto dell’acquisto del biglietto aereo, conviene stipulare un’apposita as-

pensione completa, il necessario permesso di caccia rumeno e l’accesso alle zone di caccia riservate. Per cacciare la Marzaiola sono necessari specifici stampi, e si potrà scegliere di svolgerla dall’alba al tramonto. Naturalmente per non sprecare nemmeno un attimo della giornata di caccia si opterà per un pranzo al sacco.

sicurazione in modo da poter decidere l’eventuale annullamento o differimento del viaggio venatorio anche con pochi giorni di anticipo; in ogni caso molte agenzie, in caso di giornate perse per maltempo o altre cause derivanti da responsabilità degli organizzatori, permettono di recuperare con altre giornate concordate con il cliente. Caccia Passione 41


Per l’ingresso in Romania è sufficiente la propria Carta d’Identità valida per l’espatrio per chi viene senza armi; per coloro che invece vogliono portare a seguito le proprie armi è necessario avere il passaporto valido per almeno sei mesi. Coloro che preferiscono portare a seguito le proprie armi dovranno essere in possesso della Carta Europea delle Armi per poterle importare in Romania; è possibile portare massimo due fucili, anche dello stesso calibro, con cento cartucce per arma. Le agenzie organizzatrici però spesso sconsigliano di portare i propri fucili e le proprie cartucce al fine di evitare perdite di tempo in aeroporto per la compilazione di scartoffie varie; le armi e le munizioni possono essere noleggiate nel calibro e della marca prescelti, soprattutto italiane, presso le armerie locali già prenotando tramite gli organizzatori. I fucili ideali per la caccia alla Marzaiola sono a canna liscia, da caricare con cartucce a pallini numero 5, 6 e 7. Per esercitare la caccia in Romania è necessario essere possessori di regolare Porto d’Armi italiano e valida assicurazione RC, inoltre bisogna richiedere, tramite l’agenzia organizzatrice, un’apposita licenza Caccia Passione 42

ed autorizzazione per la caccia in Romania che si possono ottenere in genere in circa quindici giorni. In Romania, sul Delta del Danubio, le Marzaiole sono furbe ed esperte poiché ci arrivano in genere dopo essere scampate ai cacciatori di gran parte di Europa pertanto que-


Caccia all’estero sta zona non è un pantano qualsiasi o una palude dove gli anatidi son obbligati a stare per cibarsi e sopravvivere ma si tratta di un paradiso naturale ed incontaminato ove la maggior parte del territorio disponibile viene da loro considerato familiare; questo comporta

che i selvatici tendono ad innervosirsi, fuggendo, al minimo rumore strano o alla vista di qualsiasi cosa non faccia parte della natura del paesaggio. Tutto ciò regala ai cacciatori che si cimentano in questa avventura una difficile sfida che può regalare grandi soddisfazioni.

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Alimentazione del

cane da caccia a lavoro in zone umide

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Alimentazione del

cane da caccia a lavoro in zone umide

La caccia agli uccelli acquatici, detti anche “anatidi”, si serve dell’indispensabile ausilio dei cani da riporto. Questi cani, sono detti anche Retriever.

I

l carattere di questi “amici” a quattro zampe è allegro e giocoso, ma soprattutto votato a un’estrema fedeltà verso il padrone/ cacciatore, il quale, a fine battuta, riceve direttamente in mano la preCaccia Passione 46

da ferita o uccisa. I cani da riporto fanno proprio questo: individuano la preda, sia durante la battuta che dopo la sua uccisione, si immergono nel lago o nella palude, la raccolgono, con i denti e senza morderla,


Cani da caccia e la consegnano come un trofeo al di sostanze nutritive), vanno inizialloro padrone. L’animale, spesso im- mente alimentati con latte bovino pegnato per ore a proseguire qual- a cui aggiungere un tuorlo d’uovo che metro più avanti rispetto al cac- ogni 100 ml. L’albume, invece, non ciatore, è anche capace di nuotare va mai dato crudo al cane, perché in acqua per riportare la selvaggina contiene sostanze che impediscoa terra. Una simile attività provoca no l’assorbimento delle vitamine. nel cane un dispendio di energia Dopo circa un mese, il cucciolo ponon indifferente, oltre a un conse- trà essere alimentato con alimenti guente indebolimento del sistema più solidi, come carne e pesce cotti; osseo dovuto all’assorbimento di riso o fiocchi di avena, sempre cotti; umidità. Che tipo di alimentazione un cucchiaio di olio di oliva e latte. fornire, dunque, al cane da riporto, L’alimentazione del cane da riporto perché si mantenga sempre sano e durante la fase di crescita deve essere suddivisa in scattante? L’alimentazione del I Retriever fanno parte tre pasti, mentre Retriever deve del Gruppo 8 (cani da ri- nell’animale adulseguire essenzial- porto, da cerca, da ac- to va ripartita in mente tutte le re- qua) dell’elenco delle due pasti. La ragole previste per razze italiane ricono- zione giornaliera di alimenti per gli altri da cani sciute dall’ENCI un cane da riporda lavoro, ovvero deve comprendere tutte le sostan- to adulto è pari a circa mezzo chilo. ze nutritive necessarie allo svilup- Visto che l’animale potrà essere impo dell’animale e al mantenimento pegnato nella cattura a nuoto della delle sue principali funzioni meta- preda, i pasti vanno somministraboliche. Un’alimentazione sana e ti molte ore prima della battuta e bilanciata dovrà quindi prevedere il dopo la stessa, per evitare fenomeni corretto apporto di proteine, grassi, di congestione. Lo stomaco del cane carboidrati, vitamine e sali minera- è, infatti, molto grande e richiede li. L’apporto calorico e la quantità diverse ore per digerire i cibi. I cucdei vari alimenti cambia in base allo cioli vanno alimentati con alimenti stadio di sviluppo del cane. I cuc- solidi tritati, mentre il cane adulto cioli, dopo lo svezzamento dal latte può mangiare anche carne a pezzi. materno (alimento completo e ricco Per evitare malattie, è sempre utiCaccia Passione 47


le cuocere bene la carne. L’apporto proteico è fondamentale nell’alimentazione del cane da caccia, perché sono proprio le proteine che rafforzano i muscoli dell’animale. L’eccesso proteico, però, a causa del dispendio energetico dovuto al movimento o al nuoto, può provocare nel cane fenomeni di rigidità degli arti. Ecco perché la dieta del Retriever deve prevedere anche riso e pasta in una percentuale compresa tra il 46 e il 60%. I carboidrati devono essere cotti, perché lo stomaco del

cane non è in grado di digerire gli amidi, ma solo le destrine, sostanze che si formano proprio con la cottura. La dieta del cane da riporto deve prevedere anche un corretto apporto di grassi, che, oltre a dare Caccia Passione 48

energia, migliorano il metabolismo dell’animale impedendo fenomeni di rigidità muscolare. Lardo, grassi e oli vegetali vanno somministrati al cane in misura inferiore rispetto a proteine e carboidrati, ma devono


Cani da caccia

obbligatoriamente essere presenti nella dieta del Retriever impiegato in sforzi fisici. Ogni tanto, durante il pasto, si può somministrare anche un cucchiaio di olio di semi, che

aiuta a mantenere sempre lucido e brillante il pelo dell’animale. Se l’alimentazione “casalinga” o naturale è molto faticosa da gestire, si può ricorrere ai mangimi industriali, sia secchi ( crocchette) che umidi ( scatolette). Questi prodotti contengono la giusta quantità di nutrienti per ogni tipo di cane. Per evitare “problemi”, bisogna però controllare attentamente le etichette dei mangimi ed accertarsi che siano realizzati con ingredienti assolutamente naturali. La sicurezza alimentare è importante sia per l’uomo che per il cane. Entrambi devono alimentarsi correttamente per vivere una vita sana e per impegnarsi con successo in qualsiasi tipologia di attività: caccia compresa

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Mastri Armaioli d’Ol Ecco i Fucili da Caccia J. Purdey & Sons

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tremanica

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Mastri Armaioli d’oltremanica Ecco i Fucili da Caccia J. Purdey & Sons

Le caratteristiche e le qualità di un buon fucile da caccia dipendono anche dall’azienda produttrice.

N

el mondo si contano tanti maestri armaioli, ma solo alcuni hanno saputo imporsi in campo internazionale diventando dei “marchi” affidabili e di successo. Le società leader si trovano nei Paesi in cui la caccia vanta una lunga tradizione, ovvero Italia, Inghilterra e Francia. Un buon fucile da caccia può quindi essere prodotto anche al di fuori del Belpaese, e senza nulla togliere agli innegabili pregi del Made in Italy, sarebbe interessante scoprire anche quelli dei mastri armaioli d’Oltremanica. Nel panorama degli armamenti venatori spiccano senza dubbio anche i fucili da caccia della James Purdey & Sons, leggendaria azienda londinese le cui origini risalgono addirittura alla fine del 1600. A quell’epoca, il capostipite della famiglia Purdey, John, si mosse dall’est della Scozia per trovare lavoro. Il suo primo impiego fu come fabbro presso una fabbrica del luogo. Il figlio James, invece, intraprese la stessa professione di fabbro nei pressi della Torre Caccia Passione 52

di Londra. A soli 14 anni, iniziò un apprendistato presso un fabbricante di armi londinese, realizzando le sue prime “creazioni” attraverso la forgiatura e la piallatura su ferri di cavallo. Il talento del giovane James era innegabile, tanto da spingerlo a mettersi in proprio nel 1814, aprendo una modesta bottega di armi a Princes Street, zona periferica di Leicester Square. In quella piccola botteguccia, negli anni, si costruirono spade, coltelli, pistole e fucili. Il negozio di armi ebbe tanto successo da avere per clienti persino Charles Darwin e la Regina Vittoria, che commissionò due fucili a doppia canna da far utilizzare durante la parata per la sua incoro-


Fucili da caccia nazione. L’impresa di armi ebbe tanto successo che il suo fondatore finì per rilevare persino l’armeria dove aveva effettuato il suo primo apprendistato. Stesso percorso professionale, ebbe l’erede di James, il figlio James il Giovane, che cominciò il suo apprendistato a 14 anni per poi subentrare all’azienda di famiglia nel 1858. Il giovane erede fu l’autore di un cambiamento rivoluzionario nei fucili da caccia, introducendo i cani interni al posto di quelli esterni. I nuovi modelli di fucile furono battezzati “Hammerless”, ovvero “senza martello”. Durante gli anni della prima guerra mondiale e dopo aver ricevuto alcuni riconoscimenti reali, la J. Purdey & Sons si occupò di produzione di armi da guerra, anche se questo mercato crollò, in parte, du-

rante il secondo conflitto mondiale. La gestione aziendale dell’impresa d’armi fu comunque contrassegnata da una successione tutta in famiglia, con l’entrata in scena del figlio di James il Giovane, ovvero Athor e poi dei figli di quest’ultimo, James e Tom. Le prospettive di crescita del mercato imposero, in seguito, la necessità di coinvolgere nuove figure nella gestione della fabbrica d’armi più famosa d’Inghilterra. Fu così che Athor Purdey, negli annui ’50, passò il timone all’On. Richard Beaumont, che gestì l’azienda fino al 1994. Suo nipote Nigel Beaumont, nominato amministratore delegato nel 1993, dal 2007 è anche presidente della J. Purdey & Sons. La tecnica di lavorazione dei fucili da caccia, nonostante il cambio di gestione, si

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è mantenuta sempre secondo l’impronta e la perfezione tecnologica del suo fondatore James Purdey il Giovane. Tra i fucili da caccia dell’azienda spiccano quelli a doppia canna, ovvero le doppiette, chiamate anche “side by side”, perché le canne sono poste l’una accanto all’altra, e i sovrapposti, chiamati “over and under”, perché le canne sono messe una sopra l’altra. La novità, nei fucili da caccia della J. Purdey & Sons, riguarda proprio i fucili da caccia “side by side”, che utilizzano la cosiddetta “azione Beesley”, ovvero un sistema che sfrutta l’energia della molla per far aprire automaticamente il fucile ed espellere i bossoli. Il sistema venne creato nel 1879 da Federico Beesley, magazziniere presso i Prudey, il quale, l’anno successivo, vendette il brevetto ai suoi datori di lavoro. Le doppiette della J. Purdey & Sons usano proprio questo sistema abbinato ai cani interni “Hammerless”, altro brevetto che risale sempre alla fine del 1800, ma sempre attuale per la maggiore Caccia Passione 54

sicurezza garantita da questi fucili. Nei cani interni, infatti, il caricamento dell’arma avviene aprendola con la chiave. Questo sistema blocca sia il grilletto che il percussore. L’apertura automatica del fucile per l’espulsione dei bossoli attiva, in egual modo, la sicura, ovvero il blocco del grilletto e del percussore, senza necessità di ricorrere alla chiave di apertura. Si tratta certamente di una maggiore comodità che rende più sbrigativo l’uso e il caricamento della doppietta. Disponibile sia a canna liscia che rigata, la doppietta “side by side” della J. Purdey & Sons prevede sia l’apertura automatica che quella con la chiave. Questo fucile è disponibile nei calibri


Fucili da caccia 0,410, 28, 20, 16 e 12. La canna è cile è compreso tra i quasi tre chili lunga 71, 74 e 76 centimetri, misu- del calibro 12, ai 2 chili e poco più re ideali che rendono più manegge- del 0,410. Anche se ritenuta superavole l’arma e più veloce il proiettile, ta, la doppietta è molto apprezzata riducendone anche la dispersione dagli appassionati di caccia alla midurante lo sparo. Standard è anche gratoria, ma in questo caso sono da la lunghezza della camera di scop- preferire doppiette con canna rigata pio( parte iniziale della canna), più corta ( 66 cm), per via della brecompresa tra 70 e ve distanza in cui 76 mm. La struttu- Tradizione artigianale, ed si è costretti a spara esterna del fuci- attenzione ai dettagli fan- rare. La doppietle è in acciaio, con no del un fucile J. Purdey ta “side by side” incisioni in oro e & Sons l’eccellenza del- della J. Purdey & argento e calcio la tradizione londinese Sons ha una canin legno di noce. na più lunga, ma L’impugnatura del fucile può esse- rimane pur sempre un’arma per re dritta o lievemente incurvata. Il intenditori. Si tratta anche di un calciolo può avere una superficie in fucile talmente pregiato che i molegno a scacchi o essere rivestito in delli usati vengono persino vendupelle. L’arma comprende sia strozza- ti all’asta. Il prezzo base delle aste tori fissi che mobili. Il peso del fu- è compreso tra 1900 e 4 mila euro.

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Cartucce della Fiocchi:

NOVALLODOLA 30 ED ELLE 32 Un’azienda con oltre 130 anni di trazione.

Dedicate alla migratoria, entrambe hanno la caratteristica di poter essere impiegate anche nelle più avverse condizioni climatiche, conservando efficacia me precisione

L

’attività di Fiocchi ha avuto inizio il 3 luglio 1876 a Lecco, quando il suo fondatore, il commercialista Giulio Fiocchi, ha iniziato la produzione di munizioni rilevando una succursale di una ditta di armi e munizioni già esistente, riversando su di essa tutta la sua passione e l’impegno per la realizzazione di prodotti eccellenti. Nel 1880 la Ditta Fiocchi è riuscita a proporsi nel mercato e negli anni

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è stata in grado di conquistare la fiducia degli appassionati di caccia. Nel 1903 la Fiocchi diversifica la propria attività, riuscendo a entrare nel settore di bottoni a pressione. Questa scelta è stata suggerita dalla necessità di utilizzare trucioli di ottone derivanti dal ciclo di produzione di coppe cartucce da caccia, a testimonianza della versatilità di cui era in grado l’azienda, adattandosi alle diverse esigenze di merca-


Munizioni to. Il 1992 è stato l’anno della svolta, poiché la Fiocchi ha deciso di dedicarsi interamente alla produzione di munizioni, facendo di quest’ultime il suo core business originario. Accanto a queste scelte strategiche, Fiocchi ha sempre adottato una strategia vincente che è ancora oggi il fondamento del suo successo: la progettazione delle macchine e delle attrezzature di cui ha bisogno per i suoi processi di produzione avviene all’interno della stessa azienda. Questa strategia ha sempre permesso alla Fiocchi di disporre di attrezzature di ultima generazione, in sintonia con le esigenze della sua configurazione produttiva. Nel corso della sua attività, la società lecchese ha prodotto tutti i tipi di munizioni per armi leggere, in modo tale da rispondere alle diverse esigen-

ze dei possessori di armi da fuoco. A noi interessa, sicuramente, l’ambito venatorio, ma la premessa esposta sopra era necessaria per poter dare la possibilità a voi lettori di farvi una chiara idea della realtà di cui stiamo parlando : la Fiocchi. Le cartucce che analizzeremo oggi appartengono alla “linea migratoria”. Quest’ultima offre vaste opportunità di scelta, poiché sono ideate per poter essere utilizzate in diverse condizioni climatiche, tipiche del territorio di caccia italiano, soprattutto in quelle con alto tasso di umidità. In particolare, le cartucce ELLE 32 sono specializzate per la piccola migratoria, mentre l’ultima novità è la NOVALLODOLA da 30g, rivolta a questo piccolo migratore (il quale presta il nome alle cartucce stesse) nelle giornate di grande passo.

Caratteristiche delle ELLE 32:

Caratteristiche delle NOVALLO DOLA da 30 gr sono : Bossolo : 12/70/08 Colore : verde Carica di piombo : 30 Numero di pallini : 10/11 Velocità mt/sec : 380 Pressione : 650

Bossolo : 12/70/08 Colore : argento Carica di piombo : 32 Numero pallini : 9 Velocità mt/sec : 380 Pressione : 640

In conclusione le cartucce ELLE 32 e NOVALLODOLA 30 della Fiocchi, secondo molte testimonianze che si possono trovare in internet, assicurano affidabilità efficacia e precisione. Provare per credere! Caccia Passione 57


“Foto di repertorio non corrispondenti al Racconto dell’Autore” (Archivio Caccia Passione)

Caccia Passione 64


Racconti venatori

A caccia sulle sponde del Pò

Racconti Venatori: Sul Po’, per quella che è la mia esperienza, se vuoi cacciare acquatici non devi temere il freddo, o meglio, devi essere in grado di sopportarlo, perché si parte presto per le giornate venatorie e l’umido si taglia a fette e ti entra nelle ossa, esattamente come l’entusiasmo per la giornata che sta per cominciare.

M

io padre disponeva di un dirci e rallentarci: ma io e Giovanni, favoloso palchetto: c’era mio fratello, eravamo poco più che un capanno di canne nel bambini e il freddo non ci spavenquale stavamo comodamente in tre, tava; il vero eroe era nostro padre! io, lui e Giovanni, e anche il barchi- La temperatura si aggirava sempre no con il quale lo raggiungevamo si intorno ai 5-7° C e ricordo anconascondeva perfettamente in quel ra mia madre che ci inseguiva con tripudio di canne. L’appuntamen- sciarpe e maglioni in mano.. Arrivati la prima cosa to solitamente era ...Quel che ti rallegrava che si doveva fare per le 4 del mattino: ricordo che la era comunque sempre lo era quella di nalevataccia non mi spettacolo favoloso nel scondere il barchiè mai pesata. Oggi quale ti immergevi per no, non prima di se mi chiedessero un’intera giornata: ricor- aver posizionato di alzarmi alle 4 del di di caccia che mi accom- il giogo: era commattino per andare pagneranno per sempre... posto da circa 90 a lavoro manderei a quel paese qual- stampi tra cui morette, moriglioni cuno, ma la caccia è la caccia, e quan- e fischioni. Non mancavano nemdo lei ti chiama, tu rispondi. Una meno germani e mestoloni che si tale dedizione l’ho percepita solo vedevano perfettamente da lonnegli occhi dei miei amici pescatori! tano anche quando l’acqua era in Dal rimessaggio ci si metteva circa agitazione, cosa che capitava pra15 minuti per raggiungere l’appo- ticamente tutti i giorni in lagustamento: erano minuti di gelo e il na. Poi papà (poteva toccarli solo freddo non faceva altro che intorpi- lui) posizionava i richiami vivi. Caccia Passione 59


Durante i momenti di pace ti godevi il silenzio della palude, che è un silenzio diverso rispetto a quello che potresti percepire altrove. Di tanto in tanto l’acqua bussava contro la chiglia del barchino, con ogni folata di ponente i profumi del fiume ti raggiungevano e potevi quasi immaginare il rumore di risacca lontana. Il capanno lo ricordo ancora perfettamente, anche perché di tanto in tanto ci capita ancora di andarci a caccia, e mi sembra di tornare indietro negli anni. L’aveva costruito papà, o così ci raccontava: lungo poco meno di cinque metri era largo circa tre e la cosa che più mi affascinava era il fatto che ci si entrava Caccia Passione 6

direttamente in barca. Nascosto era ben nascosto, e le canne parevano posizionate ad arte; nelle giornate di magra cercavo di individuare gli altri capanni poco distanti dal nostro, ma i cacciatori della zona ci sapevano vare, e individuarli era cosa non da tutti. Mio padre naturalmente ce ne sapeva indicare la posizione ad occhi chiusi e a noi, ragazzini, ci sembrava un mago. In lunghi anni di caccia non abbiamo mai avuto da ridire con i cacciatori nostri vicini: nessuno ci passava vicino e fra tutti vigeva un rispetto d’altri tempi, cosa che pare essersi persa durante questi ultimi anni. I capanni erano distanti gli uni da-


Racconti venatori gli altri circa 700 metri e questo ci consentiva di posizionare gli stampi con tranquillità. Papà preferiva allontanarli dal capanno di parecchi metri, creando linea bella larga che abbracciavano il capanno, formando due punte. E in effetti gli stampi così posizionati erano in grado di attirare per davvero grandi stormi di anatre, i nostri principali obiettivi: si trattava spesso di morette e moriglioni, che più facilmente si lasciavano ingannare da questo gioco. Le anatre quando arrivavano era come se puntassero il primo stampo fino a raggiungere i fian-

chi del capanno e poi tornavano indietro, avvicinandosi sempre di più e posizionandosi sui lati, in perfetta posizione di tiro. Quando questo avveniva durante l’alba, lo scenario era davvero da sogno rotto dai primi spari. Più tardi si presentavano regolarmente fischioni, germani e alzavole e durante alcune giornate si era fortunati, durante altre un po’ meno. Quel che ti rallegrava era comunque sempre lo spettacolo favoloso nel quale ti immergevi per un’intera giornata: ricordi di caccia che mi accompagneranno per sempre...

Caccia Passione61


Richiami da caccia: Consentiti o no, facciamo chiarezza..

Quando sono in attività, i cacciatori ricorrono, talvolta, ad alcuni stratagemmi che attirano la preda nel luogo prescelto per l’abbattimento. Questi stratagemmi, nel gergo venatorio, vengono chiamati “richiami “ o “attiranti”, ma, si possono usare?

S

i tratta di accessori utilizzati sia per la caccia agli uccelli che agli ungulati. Sul fronte dei richiami da caccia esiste però un’annosa polemica, ma anche tanCaccia Passione 62

ta confusione, perché alcuni metodi “attiranti” sono severamente vietati dalla Legge nazionale sulla Caccia. Intanto, prima di addentrarci sui contenuti della Legge, è


Leggi utile sapere che i richiami e gli at- divieto di vendita dei richiami sotiranti da caccia si possono divide- nori meccanici ed elettronici. Quere in richiami vivi, sonori e inerti. sti ultimi, infatti, vengono regolarI primi sono composti da uccelli mente prodotti e commercializzati vivi; i secondi, da dispositivi che imi- dalle aziende, realizzando, di fatto, il tano il canto degli uccelli o dell’un- solito paradosso all’italiana, ovvero gulato e dei suoi piccoli; gli ultimi, il divieto d’uso, ma non di vendita. da sostanze inerti che attirano la Ma che senso ha comprare dei ripreda a livello visivo od olfattivo. chiami da caccia elettronici e tecIl divieto assoluto ai richiami da nologicamente avanzati senza, caccia sussiste per quelli sonori a poi, avere la possibilità di usarli? funzionamento meccanico, elettro- Il paradosso è presto svelato: i rimagnetico ed elettronico. L’articolo chiami sonori meccanici, elettronici 21, lettera “r” ,della Legge 157/1992 ed elettromagnetici si possono usare solo per hobby e sulla Caccia, infatPer i richiami da caccia nel birdwatching, ti, recita testualsonori a funzionamento cioè nell’attività mente: “E’ vietato meccanico, elettromagnehobbistica di osa chiunque usare tico ed elettronico susservazione degli a fini di richiamo siste il divieto assuluto uccelli. Nell’atuccelli vivi accecati o mutilati ovvero legati per le tività venatoria, per rispettare la ali e richiami acustici a funzio- legge, si ricorre spesso ai richiami namento meccanico, elettroma- sonori a fiato. In commercio esignetico o elettromeccanico, con o stono dei fischietti che emanano senza amplificazione del suono.” proprio il grugnito del cinghiale o La Legge prevede anche l’applica- il bramito del cervo. Altri attiranzione di sanzioni amministrative e ti per ungulati presenti in compenali per chi contravviene a tale di- mercio, degli spray odorosi che vieto. Nonostante l’articolo di legge, attirano la selvaggina da catturare. sono, però, tantissimi coloro che, af- Altro prodotto usato e consentito facciandosi al mondo venatorio per per la caccia agli ungulati è il catrala prima volta, non riescono a ca- me vegetale. Si tratta di un catrame pire quali siano i richiami da poter ricavato esclusivamente da sostanusare per la caccia e quali no, anche ze vegetali e quindi assolutamenperché sul mercato non esiste alcun te non tossico e non inquinante. Caccia Passione 63


Il catrame viene spalmato dai cacciatori sui tronchi che si trovano nei luoghi in cui gli animali si recano abitualmente o si nutrono. Il catrame per cinghiali viene venduto in bidoni di plastica da 5 litri o in boccettine da 500 ml con diffusore. Il costo di questo attirante è decisamente contenuto e si aggira tra i 19 euro dei bidoni da 5 litri ed i pochissimi euro per le boccettine da 500 ml. Sul fronte dei richiami, esistono però dei dubbi legislativi riguardanti la lettera “u” dell’art. 21 della citata Legge sulla Caccia, dove si afferma che è vietato “usare munizione spezzata nella caccia agli ungulati; usare esche o bocconi avvelenaCaccia Passione 64

ti, vischio o altre sostanze adesive, trappole, reti, tagliole, lacci, archetti o congegni similari; fare impiego di civette; usare armi da sparo munite di silenziatore o impostate con scatto provocato dalla preda; fare impiego di balestre”. La possibilità di usare altri tipi di esche o richiami va dunque verificata presso la propria Regione o Provincia di residenza, unici enti ad essere titolati ad emanare norme e deroghe alla normativa nazionale o generale. Per cacciare i volatili, invece, si possono usare richiami vivi, da selezionare solo tra sette specie di uccelli consentite dalla legge, ovvero allodola, cesena, tor-


do sassello, tordo bottaccio, merlo, pavoncella e colombaccio. Questi uccelli devono essere contrassegnati da un anello inamovibile apposto negli impianti di cattura della provincia o rilasciato dalla Federazione Ornicoltori Italiani ( FOI). Gli uccelli, come dice la legge, non devono subire mutilazioni o altre violenze, pena l’applicazione di sanzioni anche molto severe. Con questo divieto, la norma punisce duramente un’azione terribile e crudele che alcuni bracconieri hanno praticato negli uccelli vivi: renderli ciechi per farli cantare ininterrottamente. I suoni di più di cento diverse specie di uccelli si possono, invece, ascoltare,

Leggi

attraverso i birdsound, ovvero i dispositivi elettronici sonori da usare solo nell’attività di osservazione per fini hobbistici e non venatori. Questi dispositivi sono davvero all’avanguardia e possono funzionare con telecomando e bluetooth per replicare il canto degli uccelli anche nelle suonerie del cellulare. Alcuni birdsound richiedono l’inserimento di una card o di un microchip contenente i diversi canti degli uccelli. Naturalmente, la recensione di questi dispositivi elettronici finisce qui, perché non rilevante ai fini della caccia. Quest’ultima, infatti, può essere praticata solo con richiami ed attiranti espressamente consentiti dalla legge.

Caccia Passione 65


Ottica PS 4-12x40 della Nikon: l’ottica che non perde mai di vista il bersaglio..

Trovare sul mercato un cannocchiale che abbia caratteristiche in grado di soddisfare ogni esigenza in ambito venatorio non è un’utopia. Il PS 4-12x40 della Nikon si avvicina molto a quest’idea di perfezione.

L

e sue specifiche tecniche rendono quest’ottica molto versatile in diverse situazioni di caccia, consentendo al cacciatore un’acquisizione costante e precisa del bersaglio anche in situazioni meteorologiche avverse. Quello di cui ci occuperemo oggi è il cannocchiale PS 4-12x40 della Nikon, famosa Caccia Passione 66

azienda specializzata nel settore ottiche. La necessità di avere a disposizione, montata sul proprio fucile, un’ottica in grado di fornire un perfetto e limpido inquadramento del bersaglio, determina un continuo aggiornamento dei propri prodotti da parte delle aziende produttrici di ottiche per la caccia. La Nikon, al


Ottiche fine di conservare la propria competitività nel mercato internazionale, in particolare nel settore caccia, propone continuamente nuovi prodotti che hanno “subito” tali rivisitazioni. Uno di questi prodotti è proprio il PS 4-12x40.Nello specifico si tratta di un cannocchiale molto versatile in ambito venatorio. Infatti, il PS 4-12x40 è un’ottica subacquea servare a quest’ottica anche il reticon sistema anti-appannante che colo BDC, acronimo di Bullet Drop conferisce al cannocchiale un note- Compensation, un sistema che convole resistenza ed adattabilità anche sente di determinare il corretto punin condizioni atmosferiche avverse. to di mira per gli obiettivi situati a La lente da 40 mm, con un range di lunga distanza, attraverso la preseningrandimento 4-12x ed un reticolo za cerchi balistici ben visibili nel moBDC (Bullet Drop Compensation), mento in cui si sta puntando. Il PS brevettato dalla Nikon stessa, fanno 4-12x40 offre una generosa distansi che quest’ottica possa “aggancia- za di accomodamento dell’occhio di re” con estrema facilità e precisione 91 mm con tutti gli ingrandimenti il bersaglio che si vuole acquisire. che si possono effettuare. Come già La presenza di un ampio obiettivo accennato poco fa, il range di ingrandimento da 4 determina una sorRiflesco- a 12x per l’utilizzo prendente trasmis- Versatile sione della luce ad pe con lente da 40 mm, da breve a media ogni ingrandimen- range di ingrandi- distanza, conferito desiderato. Le mento 4-12x e retico- sce all’ottica stessa regolazioni che si lo BDC (Bullet Drop una versatilità di possono compiere, Compensation) di Nikon utilizzo senza paragoni. La Nikon vengono effettuate con punti di arresto di ¼ di MOA ha ritenuto opportuno installare sul udibili e calibrati in modo preciso, PS 4-12x40 un grande obiettivo da proprio per non perdere mai di “vi- 40 mm, al fine di ottenere immagista” il bersaglio che si sta puntando. ni luminose e molto limpide, anche Inoltre, la Nikon ha pensato di ri- in situazioni di scarsa luminosità. Il Caccia Passione 67


diametro del tubo è da un pollice, mentre le manopole ed i tappi per la regolazione di precisione del reticolo dell’altitudine, hanno punti di arresto di ¼ di MOA udibili, fino a un massimo di 80 MOA. Inoltre, la struttura impermeabile ed anti-appannamento di cui è dotato il PS 4-12x40, caratteristiche queste ottenute attraverso le guarnizioni O-ring e azoto, conferiscono al cannocchiale una rilevante resistenza agli agenti atmosferici. Ciò

consente al cacciatore di non preoccuparsi più di tanto se dovesse trovarsi all’improvviso sotto una pioggia scrosciante inaspettata. Infine, la Nikon, per tutte le lenti, utilizza ed installa componenti ottici in vetro Eco-glass, ossia privi di piombo e arsenico. Tutte queste peculiarità rendono il PS 4-12x40 un’ottica molto resistente e versatile in ambito venatorio, consentendo al cacciatore un’acquisizione rapida e costante del bersaglio.

Caratteristiche tecniche del PS 4-12x40:  Reticolo Duplex/BDC  Colore del corpo Opaco  Ingrandimenti effettivi (x)4-12  Diametro effettivo dell’obiettivo (mm)40  Pupilla d'uscita (mm)3,3 (a 12x)  Distanza di accomodamento dell'occhio (mm)94 (a 4x)/94 (a 12x)  Diametro esterno dell’obiettivo (mm)47,3  Diametro esterno dell’oculare (mm)39,3  Gradazione della regolazione (mm/1 clic)7 mm @100 m  Gradazione della regolazione (MOA/1click)1/4  Regolazione interna massima (MOA)60  Impostazione parallasse (m)91,44  Campo visivo a 100m (m)7,9 (a 4x)/2,4 (a 12x)  Campo visivo effettivo (°)4,5-1,4  Lunghezza (mm)356  Lunghezza innesto (mm)62  Lunghezza innesto (mm)30  Lunghezza innesto (mm)57  Peso (g)405 Caccia Passione 68


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I 5 sensi del cane, più 1 I nostri amici a quattro zampe dispongono degli stessi sensi dell’uomo: vista, udito, olfatto, tatto e gusto, anche se sono sviluppati in modo diverso rispetto a quelli umani. Il cane, però, dispone anche del cosiddetto “sesto senso” o percezione extra sensoriale. Grazie quest’ultimo il cane “sente” ciò che l’uomo non può percepire.

C

osì come avviene per l’uomo, gli organi di senso del cane sono strutture fisiche presenti nel suo corpo che gli consentono di interagire con il mondo circostante. Rispetto all’uomo, il cane ha sviluppato in maniera diversa i propri sensi, affidandosi di più sull’olfatto e sull’udito. Partiamo dalla vista. Questo è uno dei sensi meno sviluppati del cane, poiché nel corso dei secoli non si è sviluppata abbastanza, al punto che il nostro amico a quattro zampe si può considerare miope. A sostegno di questa tesi, è stato dimostrato che il cane non riesce a distinguere visivamente il proprio padrone in un gruppo di persone ad una certa distanza. In condizioni di luce scarsa il cane vede molto meglio dell’uomo, anche se comunque non riesce a cogliere le sfumature del colore. A distanza ravvicinata, invece, il cane carpisce ogni singolo movimento Caccia Passione 72

che sfuggirebbe all’occhio umano ed è in grado di distinguere il rosso, il giallo, il blu ed il verde. Il campo visivo del cane è più ampio rispetto

a quello dell’uomo, perché vi è una diversa collocazione degli occhi, i quali risultano meno frontali e più laterali. Ogni razza, però, presenta


Veterinaria una conformazione oculare diversa: ad esempio nei cani da caccia gli occhi sono posizionati di lato, in modo tale da avere un campo visivo ancora più ampio, mentre nel boxer sono in una posizione centrale, cosa che gli consente di vedere bene da entrambi gli occhi, anche se la visione nei luoghi piccoli è piuttosto limitata. L’altro senso è l’udito. Il suo meccanismo è analogo a quello umano, ma è un senso molto sviluppato, al punto che il cane riesce a sentire suoni di un’intensità quasi vicina a

quella degli ultrasuoni, circa 40mila hertz, e può percepire fino a 100mila vibrazioni, mentre l’uomo ne può percepire solo 30mila. Per queste

ragioni, gli addestratori utilizzano nelle loro sessioni di training un tipo di fischietto del quale noi sentiamo appena il suono, mentre i cani lo avvertono benissimo. Inoltre, la mobilità degli orecchi consente al cane di localizzare perfettamente la direzione da cui proviene il suono, rendendo ancora di più efficace l’udito. Capita spesso che alcuni cani riescano a distinguere perfettamente il motore della macchina del padrone, o il suo rumore dei passi, arrivando ad esprimere gioia prima che egli abbia suonato il campanello di casa ossia arrivato sotto casa. Il senso più sviluppato del cane, lo sanno tutti, è l’olfatto. Questo senso è il marchio di riconoscimento che ha contraddistinto il cane nel regno animale. Oltre ad essere quello più sviluppato è il senso più importante per il cane. Le sue cellule olfattive superano, a secondo della razza, i 100milioni, ed arrivano anche a 200milioni nel Pastore Tedesco, mentre nell’uomo arrivano appena a 5mila. E’ talmente sviluppato che il cane, anche se non annusa un particolare oggetto, ma lascia semplicemente scorrere l’aria dalle narici, riesce a distinguere un oggetto da un altro o una persona dall’altra con estrema facilità, anche a lunga distanza. Il naso o tartufo viene mantenuto umido da particoCaccia Passione 73


lari cellule, per catturare le più piccole particelle odorifere, disciolte e rese percepibili. Se per l’uomo la vista è il senso più importante, per il cane è l’olfatto. Un cane cieco, infatti, è ancora in grado di orientarsi per strada solo grazie all’odorato. Alcuni studi sembrano aver dimostrato che un odore può rimanere impresso nella memoria del cane e che quest’ultimo sarebbe in grado di riconoscerlo in qualsiasi luogo anche dopo molto tempo. Osservando un cane ci accorgeremo che egli adora annusare cose, persone e animali. Per questo motivo, molti veterinari consigliano ai proprietari di cani di fare lunghe passeggiate, poiché è un esercizio per mantenere allenato questo senso. Per quanto riguarda il gusto, si può affermare che non sia un senso molto sviluppato anche se è strettamente connesso all’olfatto. Infatti, quando egli sente un odore, soprattutto se si tratta di cibo, secerne saliva in eccesso. Si ipotizza che il cane non sia capace di riconoscere le sfumature dei sapori, poiché hanno meno papille gustative rispetto all’uomo. L’ultimo dei cinque sensi simili all’uomo è il tatto. Nel cane si riscontra su tutto il corpo: il miglior esempio è quando prova piacere nell’essere accarezzato o grattato dal suo padrone. Gli organi che Caccia Passione 74

maggiormente consentono al cane di interagire con l’ambiente per via tattile sono i suoi baffi, poiché sono molto sensibili alle temperature. Il cane li usa avvicinandoli alla ciotola del cibo per rendersi conto se questo

è troppo caldo per essere ingerito. Il senso per antonomasia del cane, oltre all’olfatto, è la percezione extrasensoriale o “sesto senso”. Quest’ultimo permette al cane di prevedere ciò che sta per accadere nell’imme-


Veterinaria diato, come l’arrivo del padrone, quando gli si vuole fare qualcosa a lui spesso non gradita (come il bagno) o prevedere sia le azioni, sia i sentimenti e le reazioni del suo proprietario. Le capacità sensoriali del

cane, quando la scienza non riusciva a spiegarlo, hanno fatto pensare che egli possedesse qualità magiche. In realtà, per quanto siano documentati dei fatti incredibili, c’è una spiegazione scientifica. Un cane sa

ritrovare la strada di casa anche se si trova molto lontano da essa, e si muove su terre a lui sconosciute con disinvoltura: tale capacità sembra sia dovuta alla sensibilità nell’avvertire variazioni anche minime nel campo magnetico della terra. Questo particolare senso “elettromagnetico” gli consente di percepire le minime vibrazioni della crosta terrestre, al punto che può prevedere i terremoti. È stato anche provato che il cane è in grado di presagire temporali, tremando e abbaiando prima dell’arrivo della pioggia: questa forma di sensibilità è invece connessa al cambiamento della pressione atmosferica e forse anche alle variazioni del livello dell’elettricità statica nell’aria. Ma la scienza non è arrivata a spiegare tutto. Ci sono casi in cui alcuni cani hanno avvertito la presenza di tumori nelle persone, oppure che si siano accorti che una persona è soggetta ad un particolare handicap, assumendo un comportamento difensivo nei confronti di questi soggetti. Finché la scienza non riuscirà a spiegare appieno questa capacità straordinaria del cane, a noi piace pensare che i nostri amici a quattro zampe siano davvero speciali e magici, come l’amore incondizionato che riservano ai loro padroni. Caccia Passione 75


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caccia passione

Anno II – N° 3 – marzo 2013 www.cacciapassione.com Direttore Responsabile Pierfilippo Meloni Vicedirettore Domenico Mansueto

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Selecontrollori: chi sono e come diventarlo

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Il pointer: cane da ferma per eccellenza

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