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L’Elba con altri occhi

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Lettere

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Quattro non vedenti lungo la Grande traversata elbana. Emozioni, difficoltà, legami che sono scaturiti da un’esperienza importante

di Paola Favero*

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Èdifficile raccontare la sorpresa dei gestori dei punti tappa lungo il Gte quando hanno visto arrivare la nostra strana compagnia di camminatori. E ancor di più descrivere come il loro iniziale stupore si sia poi trasformato in disponibilità, attenzione, gioia. Non solo ci hanno agevolati in ogni modo, ma ci hanno seguiti con telefonate e messaggi nei giorni seguenti, per sapere se avevamo bisogno di qualcosa, e hanno gioito con noi quando abbiamo completato la nostra piccola impresa. E sì, voglio chiamarla così anche se rischio di sembrare esagerata, perché per i nostri quattro amici non vedenti è stata davvero impegnativa. E anche per noi guide.

UNA PICCOLA GRANDE IMPRESA

Per capire bisogna solo bendarsi gli occhi e affidarsi a qualcuno che ci guida. Apparirà subito chiaro come sia difficile affrontare salti, roccette, ghiaioni, terreni sdrucciolevoli, soprattutto in discesa o nei punti un po’ esposti, sia per chi guida sia per chi è guidato. E ci si renderà conto dell’enorme concentrazione che richiede da parte di entrambi un simile percorso. Alla fine le ginocchia saranno molto provate, la stanchezza sarà doppia, ma anche la soddisfazione! Il gruppo, formato da quattro non vedenti e cinque guide, è partito il 14 maggio da Patresi, per fare tappa dopo circa 10 ore a Marciana. Il 15 maggio siamo poi arrivati a Schiopparello (Portoferraio), per concludere la traversata il 16 a Cavo dopo una fantastica tappa. Le strutture in cui ci siamo fermati sono state l’agriturismo La Fonte di Zeno di Andrea, l'hotel Belmare di Vincenzo, a Patresi, punto di partenza del tour, e l’azienda Agricola Montefabbrello di Dimitri e Ginevra, seconda tappa dell'itinerario. È stato un cammino meraviglioso, immerso nella bellezza dei paesaggi e nel profumo della primavera, che ha regalato sensazioni forti e profonde. Ma accanto a quello che i non vedenti hanno potuto percepire con udito, tatto e olfatto, grande è stata l’armonia del gruppo e la percezione della disponibilità di quanti abbiamo incontrato, che rendono ancora più unico questo Gte. Grazie! Ma ora lasciamo parlare gli amici non vedenti, che da anni hanno fiducia cieca in noi, come spesso ripetono scherzando!

LA PAROLA AI PROTAGONISTI

«Sono stato entusiasta della proposta di fare il Gte, tre giorni di cammino intenso, a volte parecchio

Nelle foto di queste pagine, due momenti dell’escursione: a sinistra, dove il sentiero lo permette si cammina fianco a fianco; sopra, un’escursionista si aiuta tenendosi allo zaino di chi la precede impervio, con sullo sfondo il magnifico panorama della Corsica e altre isole, a noi sapientemente descritte dai nostri accompagnatori», Angelo Bella, docente di matematica all’Università di Catania, sportivo, Catania. «Dopo diversi anni su sentieri e cammini questa nuova avventura è stata per noi sorprendente, sia per le difficoltà che non ci aspettavamo - asperità del terreno e lunghe ripide salite -, sia per i meravigliosi scenari descritti dalle guide. Abbiamo potuto godere di tantissimi profumi e dell’accoglienza riservateci dai gestori dei punti tappa. Abbiamo conosciuto nuove guide come Davide e Luca, e rafforzato i legami con le guide storiche, Paola, Fiore e Tonino», Gigi Bertanza campione del mondo di barca a vela e olimpionico di sci alle Paraolimpiadi e Sandra Inverardi, atleta e runner, Brescia. «È stata una bellissima avventura, il fatto che fosse una traversata impegnativa è stata una sfida per noi. Siamo stati davvero un bel gruppo, ho fatto fatica ma che soddisfazione a fine tappa poter dire ce l’ho fatta! La difficoltà del cammino contribuisce ad accrescere poi la sensibilità dei piedi migliorando l’agilità sui terreni più agevoli. Ma soprattutto quando le nostre guide ci propongono e poi ci accompagnano su terreni simili percepiamo fortemente la fiducia che hanno in noi!», Piera Loda, olimpionica di sci alle Paraolimpiadi e prima non vedente donna a salire il Monviso, Brescia. E dopo i commenti dei “ragazzi” ecco quello di uno dei gestori dei punti tappa, che ben rappresenta il loro comune sentire. «Commentare la presenza di quattro non vedenti qui alla Fonte di Zeno per me è un onore, poiché sono riusciti a trasmettere con il loro entusiasmo un’emozione straordinaria! La loro gioia per la riuscita dell’impresa è stata incredibilmente contagiosa. Questa esperienza ci ha regalato un mare di sensazioni e speriamo di poterla ripetere nei prossimi anni, lavorando perché i diversamente abili possano percorrere i nostri sentieri», Andrea gestore della Fonte di Zeno.

CAMMINARE INSIEME

Voglio terminare proprio con questo augurio, che è stato accolto anche dal presedente del Cai della Sezione elbana, ricordando che se la traversata integrale del Gte è assolutamente da riservare a pochi non vedenti ben allenati e avvezzi alla montagna, altri percorsi e vari tratti della stessa possono essere più fruibili grazie alla disponibilità di nuove guide che vorranno mettersi a disposizione anche sul posto. Sarà un’esperienza davvero importante, da cui noi guide usciamo grate e arricchite più dei nostri amici non vedenti, che ogni volta ci fanno scoprire il mondo con altri occhi!

* Alpinista

I PERCORSI PER TUTTI

“Non lasciare indietro nessuno” rappresenta l’obiettivo centrale degli SDGS (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) dell’Agenda 2030, con lo scopo di garantire a tutta la popolazione – persone anziane, con disabilità, con problemi di salute – di sentirsi incluse nella società sfruttando dotazioni utili a vivere una vita sana e dignitosa. L’accompagnamento di persone non vedenti e con disabilità sensoriali in attività escursionistiche consente la piena fruizione delle bellezze e dei valori della montagna nell’ottica dell’inclusione: a tale scopo si rende necessario individuare itinerari percorribili in ragionevole sicurezza. Nel solco di questo obiettivo, il Club alpino italiano ha concordato con le sigle maggiormente rappresentative del mondo della disabilità di implementare una specifica classificazione di difficoltà nel censimento dei percorsi montani, basata su criteri simili a quelli già da molto tempo in uso per l’escursionismo. La consultazione di tali parametri consente di conoscere in anticipo la fruibilità dei percorsi rilevati da parte di categorie svantaggiate dal punto di vista motorio. La classificazione si rivolge alla frequentazione montana di persone con mobilità ridotta: il grado più basso, denominato AT (Accessibile Turistico, insomma “per tutti”) è destinato anche alle persone con disabilità motoria temporanea, agli anziani, alle famiglie con bambini; negli altri due gradi di difficoltà si ricorre all’uso di specifici ausili da fuoristrada nell’ambito delle attività sociali, con spirito e scopi di inclusione. La consultazione della raccolta di tali tracciati accessibili per tutti, avviata nel corso del 2022, consentirà una frequentazione in autonomia della montagna adatta a svariati tipi di esigenze, da effettuare comunque sempre in gruppo per ragioni di sicurezza. Ornella Giordana, Commissione Centrale Escursionismo Cai, Referente Montagnaterapia

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