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L’importanza della felicità Giovanni Teneggi

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Salendo si impara

Salendo si impara

Sopra, da sinistra nella foto, Federico Bernini (cooperativa "Viso a Viso" di Ostana e Confcooperative Habitat Piemonte), Luca Calzolari (direttore di Montagne360) e Massimiliano Monetti (presidente delegato settore cooperative di comunità per Confcooperative Habitat Italia) durante uno degli eventi in programma durante il primo Festival delle cooperative di comunità della Toscana (Pieve di Compito, Capannori, LU) stipendio a fine mese, l’abbandono dei campi e molto altro ancora. Eppure, seppur forti della consapevolezza che le montagne ci sopravviveranno, senza quella vita non esisterebbero più tradizioni, racconti o scelte identitarie che fanno di un luogo qualunque un luogo specifico. E così, prima che il mainstream si cominciasse a occupare di certe narrazioni, abbiamo seguito le tracce delle esperienze di comunità che, in controtendenza rispetto al tempo – e a certe logiche economiche –, hanno compiuto scelte coraggiose destinate a segnare il presente e il futuro della montagna e dei suoi borghi, che non sempre sono belli o bellissimi come una certa narrativa stereotipata li vorrebbe dipingere. Ma proprio perché vivi, autentici o rinnovati che siano, da sempre hanno rappresentato l’essenza stessa della nostra narrazione.

UN PERCORSO FATTO INSIEME

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Quei luoghi e quelle comunità non ce li siamo fatti raccontare dagli altri. Siamo andati di persona a parlare con chi non ha mai smesso di credere nel suo paese, con chi è ritornato dopo che gli avi se n’erano andati anni addietro, con chi ha riaperto l’unico bar o alimentari del borgo e dalla cui presenza spesso dipende la vita o la morte di un luogo. Abbiamo raccontato le prime esperienze delle cooperative di comunità, quando ancora questa definizione era lontana dall’essere comunemente compresa. A distanza di anni, per la prima volta, solo ora si sta lavorando a una legge dedicata. Abbiamo visitato e raccontato le prime esperienze nazionali, dal paese-cooperativa di Succiso (con la “Valle dei Cavalieri”) fino alla cooperativa dei Briganti di Cerreto Alpi. Da attori e narratori abbiamo partecipato alle giornate dell’economia civile di Bertinoro, alla Scuola delle cooperative di comunità e a molti altri appuntamenti. Gli ultimi in ordine di tempo sono i primi festival delle cooperative di comunità del Piemonte (a Ostana) e della Toscana (a Pieve e Sant’Andrea di Compito, in provincia di Lucca). Comunità residuali che si misurano col passato per costruire il futuro, che rinunciano progressivamente alla ripetizione litanica della riproposizione (ri-costruire, ri-fondare, ri-generare) per andare a puntare direttamente verso la costruzione di comunità nuove. Giovani, discontinue col passato, propositive, vitali.

TRA LA MANCANZA E LA SPERANZA

Storie di vita (appunto) e di morte, di generazioni a confronto, di lutti fisici e ideali. In qualche modo Montagne360 ha contribuito – con cuore, cosa assai poco scontata, e narrazioni – ad aprire la strada verso un mondo montano che è in fase di costruzione. Non ri-costruzione, badate bene. Ma costruzione. Giovanni Lindo Ferretti – scrittore, cantante e membro di una comunità (o «località», come dice lui) montana – a suo tempo ci disse: «La comunità è quella cosa che sta tra la mancanza e la speranza. Cos’è che ci dà la forza? Il fatto di essere nell’unico posto in cui vogliamo essere e facciamo l’unica cosa che vogliamo e sappiamo fare». E così sia.

L'importanza della felicità

“La montagna che produce felicità” . È questo il titolo dell’articolo d’incontro fra la cooperazione di comunità e Montagne360, nel numero di settembre 2017. Con buona pace e desiderio di tutte le altre riviste che si sono generosamente dedicate a questo fenomeno di rigenerazione dei territori, è il titolo più bello che gli sia mai stato assegnato. Dell’opera che abitanti vecchi e nuovi mettono in scena e in cantiere, sul loro territorio, per rifarne anche il luogo che lo stato e il mercato non vedono più – questa è in sintesi la cooperazione di comunità – “la montagna che produce felicità” è una definizione perfetta: sogno, progetto, metodo e appello. Non mi ha sorpreso questa empatia e nemmeno il cammino che ne è scaturito, con tanti passi comuni fatti poi insieme. Montagne360 è uno dei pezzetti di mondo e di narrazione globale che le cooperative di comunità hanno potuto partecipare avendone fiducia e conforto. Un bastone – un bastoncino, se vogliamo – fondamentale lungo il cammino. Giovanni Teneggi Confcooperative, responsabile per lo sviluppo delle cooperative di comunità

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