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Questi anni da ricordare Carla Falato
Questi anni da ricordare
Da segretaria di redazione, ho seguito passo per passo il cammino di Montagne360: oltre ad aver affiancato il gruppo di lavoro, sono la voce che ha risposto alle telefonate di alpinisti, amici delle Terre alte, collaboratrici e collaboratori, Soci e Socie
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di Carla Falato
Sono passati dieci anni da quel gennaio del 2012, quando insieme a Francesca Massai, art director, Stefano Aurighi, bravo e veloce caporedattore, Luca Calzolari, direttore, e Stefano Mandelli, redattore, partecipavo in qualità di segretaria di redazione al battesimo di Montagne360. La Rivista del Cai, storica pubblicazione bimestrale, lasciava spazio a una pubblicazione completamente nuova nel titolo, nei contenuti e nella periodicità. Quel 360, “voluto” dal direttore Luca Calzolari, voleva mettere l’accento su un nuovo approccio al racconto della montagna, uno sguardo a 360 gradi, appunto, aperto a nuove problematiche mai toccate come l’ambiente, il clima, la sostenibilità, la Montagnaterapia, e via dicendo. E così in questi anni Montagne360 ha richiamato l’attenzione sulla fusione dei ghiacciai, ha dato spazio a tematiche ambientali coinvolgendo scienziati di fama mondiale, ha osservato le montagne dallo spazio, ha dato voce a coloro che nonostante la loro disabilità non vogliono rinunciare alla montagna. Ha raccontato, in un mondo prevalentemente maschile, storie di tenaci donne alpiniste. Ma senza dimenticare i temi più tradizionali: i trekking, il cicloescursionismo, le arrampicate, l’alpinismo, i libri, il cinema, le grotte, il mondo vegetale e animale, la cultura e i dibattiti.
I BRINDISI ALL’EDICOLA
Un tiepido ottobre del 2012 salutò l’arrivo in edicola di Montagne360. In copertina una luna piena faceva capolino dietro la Tofana di Rozes. Autore della fotografia è Mario Vianelli, camminatore instancabile e scrittore. La presentazione alla stampa si era tenuta presso la sede del Club alpino italiano di via Petrella, a Milano. Tanti brindisi alla nuova nata e tanti complimenti. Era andata bene, per la prima volta si usciva in edicola, con la benedizione e gli auguri di tanti personaggi del mondo della montagna e di tanti intellettuali amanti delle Terre alte.
QUEL “DARE UN SENSO ALLA VITA”
In tutti questi anni trascorsi in redazione ho fatto molti incontri: il più emozionante – senza fare tor-
A sinistra, la copertina di marzo 2018