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Inviato nel mondo Cai

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Salendo si impara

Salendo si impara

Gli articoli sulle iniziative del Sodalizio e le news hanno evitato l’autoreferenzialità, evidenziando i valori della montagna di interesse generale

di Lorenzo Arduini

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Un modus operandi, una consuetudine di lavoro redazionale che ha permesso a Montagne360 di posizionarsi a metà strada tra un organo di stampa sociale e una rivista rivolta a un pubblico più ampio, trattando concetti di interesse generale da uno speciale punto di vista, quello della montagna, e, viceversa, approfondendo situazioni e dinamiche riguardanti la montagna che hanno conseguenze di interesse generale. Questo è stato quanto ho visto svilupparsi in dieci anni di collaborazione con il mensile del Cai. Un concetto valido in particolare per quanto riguarda la scrittura delle news pubblicate nelle prime pagine della rivista e degli articoli riguardanti il mondo del Cai, i due ambiti sui quali sono stato principalmente impegnato. In questo senso i progetti e le iniziative a cui è stato dato maggiore spazio dovevano essere il più possibile non autoreferenziali, risultare utili ed essere apprezzati non solo dai diretti interessati. Penso in particolare agli eventi in grado di veicolare temi e aspetti sempre più sentiti dai lettori con il passare degli anni, quali il rispetto per l’ambiente, la diffusione della cultu-

Sopra, la Settimana nazionale dell’escursionismo 2021, in Basilicata. Nella pagina a fianco, in alto, il progetto di educazione ambientale “Nelle squame di una trota” al Rifugio Carlo Porta (Piani dei Resinelli, 2021); a sinistra, il Raduno nazionale di escursionismo adattato del Cai “A ruota libera” in Val Parma (2021)

ra e delle tradizioni dei singoli territori, la solidarietà e l’apertura della frequentazione dei sentieri a fasce di persone sempre più ampie, lontano da record, performance individuali e competitività. Il tutto con un costante occhio di riguardo al “come” si va in montagna, a una modalità che fosse in antitesi alle Terre alte viste come “divertimentificio”, come luna park.

LE STORIE DA RACCONTARE

Dati i tempi di lavorazione di una rivista mensile, un aspetto fondamentale nella selezione delle news ha riguardato l’attenzione da prestare al loro essere attuali non tanto nel momento in cui venivano scritte, ma nelle settimane in cui sarebbero state lette. Questo ha comportato un considerevole lavoro per cercare di anticipare gli eventi, contattando gli organizzatori delle manifestazioni per avere le informazioni prima delle comunicazioni ufficiali. Sono aspetti, questi, che acquisiscono ancora più importanza se si pensa al mondo del Cai. Nel tempo è stato imprescindibile, per la buona riuscita del lavoro, instaurare una corsia relazionale privilegiata con i rappresentanti del nostro Sodalizio, a tutti i livelli. Rapporti cordiali, di fiducia, in molti casi anche di amicizia, che hanno permesso di trasmettere loro una consuetudine legata ai tempi e ai contenuti necessari perché le loro proposte potessero diventare delle notizie. Come accennato sopra, gli articoli che ho scritto negli anni hanno avuto al centro principalmente le attività, i progetti e le iniziative organizzate dal Cai. Sono stati pezzi che hanno raccontato soprattutto gli eventi ai quali, nella maggioranza dei casi, ho preso parte in prima persona. Il direttore mi ha infatti “mandato sul campo” il più frequentemente possibile, in modo che vedessi in prima persona quello di cui poi avrei scritto e, di conseguenza, riuscissi a realizzare un lavoro giornalistico vero. Anche qui il taglio che si è cercato di dare è stato il più possibile narrativo, evitando l’autoreferenzialità. Per raggiungere lo scopo, il metodo è stato quello di parlare dell’evento come se fosse una storia da raccontare, dando spazio non soltanto alle “voci istituzionali”, che naturalmente non potevano mai mancare, ma anche a quelle dei partecipanti, in particolare se la manifestazione in questione aveva come teatro la montagne e i sentieri e non la sala di un convegno.

I VALORI DELLA MONTAGNA

Negli eventi con la partecipazione di persone non iscritte al Cai, è stato aperto il microfono per avere testimonianze fresche, per così dire “non di parte”, sul valore aggiunto delle iniziative del Sodalizio e per dare il necessario “colore” all’articolo. In questa ottica, un particolare riguardo è stato riservato agli eventi organizzati per diffondere i valori della montagna al di fuori del luogo fisico delle Sezioni, come le manifestazioni rivolte ai più giovani, alle scuole e alle persone con varie tipologie di fragilità. E come quelle che avevano al centro la solidarietà, soprattutto in occasione delle diverse calamità che hanno purtroppo colpito il nostro Paese in questi dieci anni. In questi ultimi casi si è voluto far passare un messaggio che chiamasse all’assunzione di responsabilità da parte di tutti, in quanto l’uomo e le sue attività hanno un ruolo di primo piano nelle cause dell’innalzamento delle temperature, dei dissesti idrogeologici e nelle conseguenze dei terremoti. Concludendo, posso dire di essere cresciuto insieme alla redazione, affinando il mio modo di vedere la montagna (e di conseguenza scriverne) con occhi diversi.

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