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Un osservatorio al mese

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Salendo si impara

Salendo si impara

Uno spazio che ha cercato di fornire stimoli significativi su tematiche complesse, come quelle ambientali, per la montagna. Con la consapevolezza che i problemi vanno affrontati, discussi e comunicati

di Giorgio Maresi * e Raffaele Marini **

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Ottocento caratteri, magari allargati di straforo fino a mille – sperando che la redazione non se ne accorga – più una foto significativa. Ecco il piccolo spazio dell’Osservatorio Ambiente, mantenuto fedelmente, con qualche fatica, in tutti questi anni dalla Commissione Centrale Tam. Sembra poco ma scrivere quelle esigue righe, cercando di dare un input significativo e un messaggio chiaro su tematiche complesse come quelle ambientali per la montagna, non è stato sempre facile. È sempre stato comunque un lavoro di squadra, con il coinvolgimento diretto della Commissione centrale, chiamata a dare idee e suggerimenti e a correggere e sistemare il pezzo. Un processo di scrittura “creativo”, costruito con un percorso diventato negli anni ormai standard: una prima mail di sollecito intorno al 5 del mese, un richiamo più forte intorno al 7, ripetuto disperato l’8, finalmente un’idea nata dal confronto e da qualche geniale intuizione, una veloce scrittura sfruttando un momento di creatività, la scelta di una bella foto, la correzione collettiva del pezzo e la sua consegna quasi sempre entro il 10, come da calendario per far felice la redazione, ovviamente cercando di battere gli altri rubrichisti sul tempo.

Sotto, la montagna sognata

UNA SFIDA APERTA

La scrittura in sé diventa così una cavalcata leggermente stressante ma stimolante, una sfida aperta perché col vincolo di pensare qualcosa di valido per un numero che esce qualche settimana dopo, quindi con la necessità di cercare una contemporaneità in anticipo su quello che può accadere. E un confronto sempre diretto e utile con la redazione (sempre da ringraziare per le capacità e la collaborazione) nel tentativo di acquisire uno stile più giornalistico ed efficace, ma sempre con linee guida chiare: fatti e dati certi, concetti per quanto possibile chiari e semplici, preferibilmente innovativi e in qualche modo provocatori o per lo meno stimolanti. Riuscire ad attirare l’attenzione con titolo e foto e cercare di far passare almeno un’idea o uno spunto su cui poi ritornare magari con altri strumenti.

LE TEMATICHE AFFRONTATE

Sono state diverse le tematiche che in questi quasi dieci anni hanno attraversato l’osservatorio, a volte ripetendosi perché purtroppo alcune problematiche si sono mantenute e accresciute durante questo periodo. Abbiamo affrontato forse per primi il problema-risorsa energie rinnovabili, insistendo sia sulla loro necessità in un contesto di cambiamento climatico, ma anche sulle problematiche connesse quando proposte senza una valutazione della vera efficacia produttiva e dell’impatto paesaggistico ed ecologico in senso lato. Siamo tornati più volte sul turismo sostenibile in montagna, dove abbiamo criticato l’abuso del modello sciistico di massa, che vede il riproporsi continuo di nuovi impianti anche di fronte a un evidente non sostenibilità economica prima che ecologica degli stessi. Abbiamo sottolineato come anche la crescita di un turismo montano estivo possa essere poco sostenibile se concentrato in alcune località di immagine e non disperso nelle valli. Abbiamo sollevato i rischi di una lunarparkizzazione del territorio montano, usato e sfruttato senza nessun legame con la sua storia, la sua ricchezza ambientale e la realtà sociale di chi ci abita. Abbiamo ricordato i rischi legati all’abbandono del territorio e le prospettive di un ritorno alle Terre alte, evidenziando il ruolo dell’agricoltura e dell’allevamento, nonché di una selvicoltura sempre più naturalistica e rispettosa degli equilibri naturali. Abbiamo cercato di far presente che esiste una montagna ancora abitata con gli inevitabili conflitti ma anche con i compromessi possibili per conciliare conservazione dell’ambiente naturale e vita dignitosa. In questo contesto siamo tornati più volte sulla tematica grandi carnivori e gestione faunistica, un punto caldo di scontro ma anche di confronto costruttivo, come ben sottolineato dall’ottimo lavoro del Gruppo Grandi Carnivori. Non sono state dimenticate le problematiche sempre più evidenti del cambiamento climatico, diventate nel tempo così pervasive da far riconsiderare completamente il nostro approccio alla montagna, non più isola felice ma forse realtà già compromessa o comunque in piena evoluzione verso un futuro difficile da prevedere. Più volte abbiamo sottolineato la necessità di una progettazione tecnica, capace di considerare a 360° la Montagna, guarda caso il titolo più che indovinato di questa rivista. In questo contesto si è cercato di evidenziare il ruolo chiave delle nuove generazioni, fondamentali nella montagna del presente e non solo del futuro, come ben percepito dal Cai anche recentemente.

L’IMPORTANZA DELLA SINTESI

A chi è servito l’osservatorio? Sicuramente a chi l’ha scritto, costretto a capire l’importanza della sintesi e dell’incisività. Poi alla Commissione Centrale, nei componenti che si sono succeduti: per tutti è stata un’esperienza utile che ha fatto da pungolo per tirare fuori idee e per meditare sulle modalità della tutela ambientale nell’ambito Cai e sul territorio montano. Probabilmente i documenti e le prese di posizione prodotti in questi ultimi anni sono stati influenzati anche dagli stimoli nati nella stesura degli osservatori. Così come si sono andate a definire le modalità operative della Tam: un ambientalismo tecnico e coi piedi per terra capace di cogliere e affrontare grazie alla presenza sul territorio le problematiche emergenti e quelle da sempre oggetto di dibattito. Forse è servito anche al Cai intero, costretto a subire queste noiose punture di spillo che hanno ricordato che i problemi ci sono e vanno affrontati da tutti noi Soci. E infine speriamo sia stato utile anche ai lettori: qualcuno fra i tanti l’avrà letto e magari si sarà portato dentro qualche idea che prima o poi germinerà.

L'AMBIENTE

Rimane comunque chiara la necessità d’una comunicazione continua sulle tematiche ambientali all’interno del Cai: i problemi che dovremmo affrontare nei territori montani come Associazione e come Paese sono davanti a noi ogni giorno, ma solo un continuo ritornare su di essi nelle dovute modalità potrà permettere la formazione di una visione comune e di scelte operative capaci di incidere veramente.

* Ontam (Operatore Nazionale di Tutela Ambiente Montano) ** Cctam (Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano)

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