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Escursionismo | Con le ciaspole, tra boschi e radure

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Tre itinerari, brevi e medio-facili, per ciaspolare in Alta Valtellina, per godere della neve e per far divertire i bambini. Tre le valli da esplorare: la Val di Rezzalo, la Valfurva e la Val Viola

testo e foto di Paolo Reale

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La Valtellina è uno scrigno ricchissimo di possibilità escursionistiche, in inverno come in estate. È davvero impossibile raccogliere in poche pagine gli itinerari per ciaspolare da Colico a Bormio e Livigno, passando per tutte le laterali che si aprono a nord e a sud della vallata principale, solcata dal corso dell’Adda. Puntando l’obiettivo sull’Alta Valtellina, abbiamo scelto tre ciaspolate medio-facili, soleggiate e prive di particolari insidie (in situazioni normali), quindi adatte a tutti.

Nella foto, con i più piccoli tra le baite della Val Viola

Itinerari

ROMANTICA VAL DI REZZALO

Partenza: Fumero, frazione di Sondalo, 1483 m Si accede in auto passando per Frontale e percorrendo una strada tortuosa ma tutto sommato agevole. Ampio parcheggio in località Fontanaccia, alla partenza della ciaspolata (più ombreggiato e freddo), oppure tra le case di Fumero, in prossimità di una chiesa (parcheggio più piccolo ma soleggiato e meno esposto a gelate)

Arrivo: Rifugio La Baita, val di Rezzalo, 1885 m (tel. 340 7953688, se si intende pranzare o fare merenda telefonare sempre per informazioni)

Difficoltà e pericoli: in situazioni normali, nessuno fino al Rifugio La Baita. Verificare con il gestore del rifugio o con Sondalo Turismo

Tempo di percorrenza: poco più di un’ora in salita dal parcheggio della Fontanaccia, 10’-15’ in più da Fumero. In discesa meno di un’ora, con lo slittino 30’. Anche in discesa, 10’-15’ in più se si parte da Fumero

Bambini: vista la brevità del percorso, risulta ideale per i più piccoli che possono alternare tratti “camminati” ad altri in cui possono essere trascinati sullo slittino. Attorno al rifugio le possibilità per divertirsi in neve fresca sono tantissime. E si può scendere in slittino!

La ciaspolata al Rifugio La Baita, in Val di Rezzalo, si descrive in poche parole: da Fumero, località Fontanaccia, non c’è che da seguire la pista forestale, spesso battuta dal gatto delle nevi del rifugio, e prendere quota nel bosco. Si sale su pendenze dolci, salvo qualche strappo comunque non severo. Fino alla Baita Grancio Grande si ciaspola tra gli abeti. Il finale, invece, è in campo aperto. L’azione del gatto delle nevi potrebbe rendere superflue le ciaspole ma, fermo restando che la progressione con le racchette da neve è senz’altro più efficace, senza questo strumento ai piedi sarebbero precluse le divagazioni verso il torrente, che aprono scorci imperdibili, e soprattutto la possibilità di divertirsi nella neve fresca attorno al rifugio, con veloci discese verso il torrente Rezzalasco, o panoramiche digressioni alla ricerca della fotografia più bella. Protagonista della Val di Rezzalo è la piccola Chiesa di San Bernardo, a breve distanza dalle gelide acque del torrente. I più allenati ed esperti potranno proseguire anche oltre il Rifugio La Baita, verso alpeggi a quote più elevate: per queste prosecuzioni, comunque, è richiesta una buona capacità di valutazione della situazione nivologica.

Val di Rezzalo, l’ampia traccia su cui si può scendere in slittino

TRA BOSCO E RADURE SU UNA STORICA TRACCIA

Partenza: Santa Caterina Valfurva, 1736 m (attenzione al parcheggio: se costretti a partire da fuori paese bisogna considerare anche 15’-20’ in più)

Arrivo: Agriturismo Ables, 2224 m

Difficoltà e pericoli: fino all’Agriturismo Ables bassa difficoltà e sostanzialmente nessun pericolo

Tempo di percorrenza: 1 h e 40’ all’andata, 1 h al ritorno compiendo dei bei tagli in neve fresca. Altrimenti 1 h e 15’ – 1 h e 20’

Bambini: anche questa ciaspolata può essere percorsa dai bambini vista la tanta neve fresca in cui giocare senza troppi pensieri. Inoltre, non prevedendo una meta obbligata ci si può fermare dove si preferisce: il panorama sarà comunque gratificante! Da considerare, però, l’assenza di punti di ristoro (Agriturismo Ables generalmente chiuso in inverno)

Si ciaspola sul versante settentrionale della Valfurva, baciati dal sole sin dalle prime ore del mattino. Il sole, inizialmente, fatica a penetrare tra i fitti rami di abete che chiudono la traccia ma, guadagnate poche decine di metri di altitudine, le radure inizieranno a susseguirsi numerose aprendo, peraltro, un’ampia vista sul Pizzo Tresero, alto 3602 metri, e sulla vallata. Si parte letteralmente nel centro di Santa Caterina Valfurva: superato il ponticello sul Frigidolfo, ci si dirige verso il pendio ai piedi del bosco scorgendo le indicazioni per Ables (via Frodolfo, a lato dell’ufficio turistico). Dopo pochi metri al sole, ci si immerge nel bosco per uscirne presto in corrispondenza delle baite di Speluga. Questa alternanza tra bosco e radure, come detto, caratterizza tutta l’uscita: salendo, i tratti nel bosco saranno via via più brevi mentre numerosi e duraturi saranno i passaggi "in campo aperto". Sotto la neve corre un’antica mulattiera, usata anche dagli Alpini durante la Prima Guerra Mondiale. Ciaspolando si superano diverse malghe o gruppi di baite (Li Nanza, Ceisa, Bacero e Monich, quest’ultima è la prima a oltre 2000 metri di quota) fino a raggiungere quelle dell’Ables, a 2224 metri. In discesa, si può ricalcare la traccia percorsa in salita ma è sicuramente più divertente disegnare diversi tagli in neve fresca che consentiranno di abbreviare notevolmente i tempi di rientro e, soprattutto, di godersela davvero!

NELLA… BIANCA VAL VIOLA

Partenza: Arnoga, 1883 m (parcheggi lungo la strada verso Livigno oppure appena sotto la forestale della valle)

Arrivo: Agriturismo Caricc, 1999 m (tel. 340 7103835)

Difficoltà e pericoli: evitare il sentiero alto, se le indicazioni in loco lo sconsigliano. Sicuro il percorso basso

Tempo di percorrenza: 2 h all’andata, 1 h e 30’ al ritorno. Per i bambini che camminano risulta ideale, dato il dislivello non eccessivo e la facilità tecnica. Considerare, tuttavia, la lunghezza del percorso. Possibilità di gioco attorno a Baita Caricc: tanta neve fresca (attenzione solo al torrente che corre a breve distanza dall’agriturismo)

Perché Val Viola? Curiosamente perché è bianchissima! Viola, infatti, deriva da “albiola” ovvero “bianca”, in latino. In inverno il candore è offerto dalla neve mentre durante le altre stagioni erano i ghiacciai a rivestire ampi settori di queste montagne. La ciaspolata si racconta facilmente: l’ampia traccia – battuta – è segnata da frequenti indicazioni che guidano lungo il fondovalle. Dopo circa 30’ - 40’ è possibile scegliere tra un percorso più alto e uno più basso: il primo va scartato in caso di pericolo valanghe (indicazioni in loco) ma, in condizioni di sicurezza, vale la pena affrontarne uno all’andata e un al ritorno. Obiettivo finale – ferma restando la possibilità, riservata ai più esperti ed allenati, di estendere la ciaspolata a obiettivi più ambiziosi - può essere l’agriturismo Malga Caricc, aperto anche in inverno. Dal momento che si calzano le ciaspole si può, soprattutto al ritorno, scegliere una variante ancora più bassa, meno frequentata e spesso proprio da tracciare, che consente di godere ancora di più del fascino della neve fresca. Non inganni lo scarso dislivello tra partenza e arrivo: la ciaspolata è davvero lunga (quasi 12 chilometri) e i saliscendi sono numerosi, anche se mai proibitivi.

Maggiori informazioni su www.ciaspole.net, Instagram @ciaspolenet

Una baita lungo il sentiero dell’Ables

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