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Escursionismo e solidarietà | Tutti sui sentieri a ruota libera

Il primo Raduno nazionale di escursionismo adattato organizzato dal Cai ha visto oltre 300 persone incontrarsi in Val Parma per una grande escursione collettiva, tra joëlette, handbike e tandem. Con loro il Presidente generale Vincenzo Torti

di Lorenzo Arduini

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Una giornata che ha dimostrato in grande stile come la montagna sia davvero inclusiva e aperta a tutti. Un luogo frequentabile anche dalle persone con disabilità, che possono percorrerne i sentieri e godere dei suoi paesaggi, dei suoi odori, della sua flora e della sua fauna, divertendosi e socializzando con gli altri. Il primo Raduno nazionale di escursionismo adattato organizzato dal Club alpino italiano lo scorso settembre in Val Parma ha dato poi un’ulteriore prova dell’altissimo valore del volontariato dei Soci del Sodalizio. Persone disponibili, sempre con il sorriso sulle labbra e tanto entusiasmo, a condurre le joëlette, le speciali carrozzelle monoruota pensate per permettere alle persone con disabilità motoria di frequentare i sentieri.

SUL MONTE CAIO TRA JOËLETTE, HANDBIKE E TANDEM

“A ruota libera”, questo il nome dato al raduno, ha visto la partecipazione di oltre trecento Soci e non Soci, tra persone con disabilità motoria e visiva, familiari, accompagnatori e conduttori, questi ultimi provenienti da 28 Sezioni Cai di tutta Italia. Con loro c’erano diciotto joëlette, cinque handbike mtb e due tandem mtb. Dopo il ritrovo a Schia i primi a partire, tra un’autentica ovazione, sono stati gli handbikers, seguiti da tutti gli altri, in un’atmosfera davvero carica di entusiasmo. Il lungo serpentone colorato ha percorso tre itinerari ad anello sul crinale del Monte Caio, differenziati per la percorrenza delle joëlette, delle handbike e dei tandem. Nei tratti comuni gli handbikers, come del resto i cicloescursionisti Cai, rallentavano e chiedevano gentilmente strada agli equipaggi con le joëlette. Questi ultimi si mettevano di lato e lasciavano libero il passaggio, tra complimenti e incitamenti reciproci.

IL VOLTO MIGLIORE DEL VOLONTARIATO CAI

In Val Parma c’era anche il Presidente generale del Cai Vincenzo Torti, che ha preso parte all’intera escursione. «Oggi è stata una giornata che ha riempito il cuore, il coronamento di oltre vent’anni di attività rivolte alle persone più fragili organizzate dalle nostre Sezioni. Il Club alpino italiano non si è aperto all’inclusione e all’attenzione nei confronti di tutti per caso, ma lo ha fatto in modo convinto, grazie all’impegno e alla generosità dei propri volontari, per avvicinare alla montagna coloro che altrimenti alla montagna non arriverebbero. Questo tipo di attività si sta diffondendo sempre di più al nostro interno, è uno dei nostri volti migliori». E questa grande escursione collettiva ha regalato davvero tante emozioni. Gli equipaggi che conducevano le joëlette si spronavano a vicenda, ridevano e scherzavano tra loro. L’intesa tra gli accompagnati e i conduttori è scattata subito. Le persone con disabilità hanno davvero apprezzato e contribuito a creare l’atmosfera frizzante, a tratti quasi elettrica, che si respirava intorno a loro. Qualcuno si è conosciuto per la prima volta, qualcun'altro si è incontrato dopo diverso tempo, ma sembrava davvero di essere in mezzo a un grande gruppo di amici di vecchia data. Gli accompagnati erano sia Soci del Cai coinvolti nelle attività di montagnaterapia delle Sezioni di provenienza, sia persone con disabilità legate a cooperative sociali e associazioni della provincia di Parma, come la sede provinciale di Anmic (Associazione nazionale mutilati e invalidi civili) e l’Associazione Fa.Ce. Onlus. I conduttori, quindi, non sempre conoscevano gli accompagnati e i loro parenti, ma è bastato davvero un attimo per creare l’intesa.

“ESORDIENTI” E “CAMPIONI”

In questo senso ci piace fare un accenno a una coppia che vive nella provincia di Parma con i due figli (il primo affetto da una patologia genetica rara) e frequentano spesso Schia. I due genitori, non iscritti al Cai, erano venuti a sapere del raduno pochi giorni prima e avevano chiesto se il ragazzo poteva partecipare. «Si era liberata una joëlette all’ultimo momento e così abbiamo potuto provare», ci ha raccontato la mamma. «Per nostro figlio era la prima volta ed è andata benissimo, grazie all’aiuto e alla simpatia dei conduttori». Camminando con loro, era evidente la soddisfazione di entrambi i due giovani genitori, come del resto l’entusiasmo della sorella minore. Instancabile, non si è fermata un attimo, camminando per quasi tutto il percorso a fianco della joëlette del fratello. «È sempre molto attenta a lui, come del resto nei confronti degli altri bambini più fragili che conosce a scuola», ha sottolineato la mamma. «Il percorso di oggi lo abbiamo fatto in più occasioni con lei, ma è stata la prima volta che è venuto anche l’altro nostro figlio. Con lui di solito facciamo solo dei giretti in paese, è stata davvero una giornata che ricorderemo a lungo». Camminare sui sentieri in compagnia del fratello ha “caricato” molto la bambina, che spiegava a chiunque avesse vicino di essere già stata in quei posti, anche d’inverno. Contemporaneamente voleva imparare cose nuove che non sapeva, chiedendo agli “esperti” che aveva accanto. «A cosa serve questo?», è stata una delle sue domande, con la punta dello scarponcino appoggiata su un segnavia dipinto su una pietra. Il papà ha anche provato a condurre la joëlette, seguendo con attenzione le indicazioni e “affidandosi” al secondo conduttore. A fine escursione l’abbraccio del ragazzo al padre è stata la dimostrazione di quanto anche lui abbia apprezzato questa bella giornata. Tra i partecipanti c’era poi una campionessa di paraciclismo, Simona Canipari, che a Schia era tra le persone accompagnate con le joëlette. Cinquantaduenne di Villanuova sul Clisi (BS), lo scorso giugno ha vinto la medaglia d’oro ai Mondiali di Cascais (Portogallo), nella categoria VH1. «Prima dell’incidente pedalavo e camminavo molto, anche in montagna. Per me quindi aver trovato persone che mi permettono di respirare di nuovo l’aria buona dei sentieri significa davvero tanto». Simona era con il gruppo del Cai Gavardo (BS), Sottosezione alla quale è iscritta. Il Presidente Angiolino Goffi racconta: «è da otto anni che organizziamo escursioni con le joëlette per le persone con disabilità, a cui offriamo gratuitamente l’iscrizione al Cai. Al raduno siamo venuti con tre carrozzelle e tre persone da accompagnare. Simona era una di queste». A Schia è poi avvenuto un primo contatto tra gli handbikers mtb e gli Accompagnatori di cicloescursionismo del Cai. Un contatto che nei prossimi tempi potrebbe allargare, come sottolineato dal Presidente della Commissione centrale escursionismo Marco Lavezzo, il ventaglio di attività che il Club alpino italiano è in grado di offrire alle persone con disabilità.

UN’ESPERIENZA MAGICA

Un momento da ricordare è stata la conclusione dell’escursione, l’ultimissimo tratto. Prima di affrontare la discesa che porta al piazzale di Schia gli equipaggi si sono fermati e aspettati a vicenda, per poi scendere tutti insieme, tra acclamazioni, risate, foto ricordo e video girati con i cellulari. È stata davvero una grande festa, le parole di una Socia del Cai Feltre riassumono molto bene la giornata: «è stato tutto bellissimo perché siamo stati insieme, siamo stati vicini e abbiamo condiviso un’esperienza magica». Il raduno “A ruota libera” è stato organizzato dalla Sezione Cai di Parma con la collaborazione delle Sezioni di Rieti, Rimini, La Spezia e della Società Alpinisti Tridentini. Tra i presenti, oltre a Vincenzo Torti e a Marco Lavezzo, c’erano la Coordinatrice del Gruppo di lavoro Montagnaterapia del Cai Ornella Giordana, il Presidente del Cai Emilia-Romagna Massimo Bizzarri e il Presidente del Cai Parma Roberto Zanzucchi. L’evento si è concluso con un grande pranzo collettivo nel piazzale di Schia, organizzato dalla Protezione civile provinciale.

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