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Sostenibilità | Uniamo le montagne d’Europa

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Arrampicata 360°

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Con United Mountains of Europe, quattro ragazze hanno deciso di percorrere le montagne d’Europa con l’obiettivo di portare alla luce i problemi ambientali e sociali delle Terre alte del continente

di Marco Tonelli

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Quattro ragazze che amano la montagna a tal punto da decidere di difenderla e raccontarla. Per Adele Zaini, Alessia Iotti, Sara Segantin ed Eline Le Menestrel, le Terre alte non sono elemento di confine ma di unione e di condivisione. Così, hanno deciso di percorrere le montagne d’Europa con l’obiettivo di portare alla luce i problemi ambientali e sociali dei luoghi che hanno attraversato.

VERSO LA CARTA DEI DIRITTI DELLE MONTAGNE

Al momento, il progetto United Mountains of Europe è diviso in due parti: la prima si è conclusa nel mese di agosto. Promosso e sostenuto dal Club alpino italiano, il viaggio è iniziato in Slovenia con l’esplorazione delle grotte nella valle carsica di Rakov Škocja per porre l’attenzione sull’inquinamento delle falde acquifere. Dalla Slovenia all’Austria: si prosegue nella foresta di Forchet. In questo caso, il tema è l’impatto del turismo di massa. In seguito dall’Austria si passa in Svizzera, sul ghiacciaio del Bernina interessato da una forte riduzione. Adele, Alessia e Sara hanno trascorso due giorni tra i riflessi del ghiaccio, i crepacci e le creste. Infine, la Val di Mello: Adele e Alessia hanno arrampicato sulle pareti della vallata. Le due attiviste hanno voluto porre l’attenzione sull’accessibilità e sull’inclusione nelle Terre alte. La seconda parte del viaggio continuerà proprio ora, a ottobre, sui Pirenei francesi. Il tema sarà l’inquinamento dell’aria e la sfida sarà cimentarsi nel parapendio. La tappa successiva sarà in Spagna e i temi di riferimento sono la cultura, l’arte e la musica. L’obiettivo finale è approdare a Bruxelles. In occasione della giornata internazionale della montagna, l’11 dicembre, le ragazze hanno in programma di presentare la prima carta dei diritti delle montagne al Parlamento europeo. «Sarà un lavoro collettivo. Vorremmo creare una comunità intorno al nostro viaggio, che ponga le basi per la creazione di un documento che metta in primo piano la montagna, vista attraverso diverse tematiche: l’acqua, la terra, la roccia e l’aria», spiega Adele Zaini a Montagne360. Allo stesso tempo, il progetto prevede anche la pubblicazione di un libro e di un film documentario.

SPECCHIO DELLA CRISI CLIMATICA

«L’ambiente montano è l’hotspot dei problemi ambientali. Nelle Terre alte si può rintracciare il primissimo segnale che qualcosa non va nel nostro pianeta. Ad alta quota si percepisce con chiarezza l’impatto della crisi climatica. Allo stesso tempo, la montagna ci insegna a dare la giusta priorità alle cose importanti della vita. In particolare il rispetto per l’ambiente che ci circonda, che non fa sconti ma che regala grandi soddisfazioni», conclude.

sul Ghiacciaio del Bernina

il logo del progetto

Adele Zaini in Val di Mello

«Ad alta quota si percepisce con chiarezza l’impatto della crisi climatica. E la montagna ci insegna a dare la giusta priorità alle cose della vita»

I tratti salienti di United Mountains of Europe si possono rintracciare anche nelle biografie di Adele, Alessia, Sara ed Eline. Tutte e quattro amano la montagna, ognuna con un approccio differente. La prima studia fisica ed è un’attivista di Fridays for Future, come Alessia (che invece è un’illustratrice) e Sara. Quest’ultima è una scrittrice e divulgatrice che si divide tra la letteratura, la televisione e la radio. Eline invece è una climber professionista e musicista. «Siamo accomunate da un approccio sostenibile e responsabile alla montagna. Abbiamo cercato di dare il nostro esempio: a partire dal vestiario, a minor impatto ambientale possibile, fino all’avvicinamento alla montagna, usando il treno, ad esempio», spiega Adele. «Allo stesso tempo, il nostro attivismo ha anche un risvolto sociale. Prima di tutto, vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della gender equality. Nel mondo della montagna, la presenza femminile è molto minore rispetto a quella maschile», continua. La montagna diventa lo specchio della crisi climatica. Partire dalle Terre alte significa affrontare il problema non limitandosi alla risoluzione delle questioni ambientali, ma gestire le emergenze sociali, economiche e culturali, intese come problemi interdipendenti e connessi tra loro. «Credo, però, che ci sia una gerarchia: la ragione principale della crisi risiede nel sistema produttivo, indirizzato verso una crescita continua che si realizza nello sfruttamento indiscriminato delle risorse», afferma.

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