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Arrampicata 360°

L’arrampicata sportiva in gara riguarda oggi più di 45 nazioni. Ma forse non tutti sanno che a gettare il seme fu un team tutto italiano, 36 anni fa

a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica

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Nathaniel Coleman (2°USA), Alberto Gines Lopez (1°ESP), Jakob Schubert (3°AUT) sul podio olimpico maschile Tokyo 2020. Foto Dimitris Tosidis-IFSC

Era stato Andrea Mellano, del Club Alpino Accademico Italiano, in tandem col giornalista sportivo Emanuele Cassarà a lanciare l’idea. I due riunirono i migliori arrampicatori dell’epoca per una sfida internazionale alla parete di calcare dei Militi in Valle Stretta a due passi da Bardonecchia. Giuria composta niente meno che da Riccardo Cassin, Oscar Soravito, Maurizio Zanolla e Heinz Mariacher. Fu quel seme di calcare a sancire la nascita della prima competizione internazionale nella storia dell’arrampicata sportiva mondiale, portando sul podio Stefan Glowacz e Catherine Destivelle, Jackie Godoffe e Luisa Iovane, Thierry Renault e Marthine Rolland. Sportroccia 1985 fu un grande successo, cui seguì l’edizione Sportroccia 1986 in due tappe, la prima ad Arco di Trento sulla parete dei Colodri, la seconda ancora a Bardonecchia. Sul primo gradino del podio si confermarono Edlinger e Destivelle; secondi Ben Moon e Lynn Hill; terzi Godoff e Isabelle Patissier. Le due edizioni proclamarono anche i primi Campioni Italiani, come migliori italiani. Roberto Bassi (7º) e Andrea Gallo (8º) nel 1985. Rosanna Manfrini e Bassi nell’edizione 1986. Il confronto era aperto. I più forti climber erano tutti là. Nella terza e quarta edizione la nostra Luisa Iovane occuperà il terzo gradino (Leonardo di Marino e Nicola Sartori saranno i migliori italiani). E le idee gireranno, gli stili e le méthode pure. Sarà una grande occasione di scambio e arricchimento. Nel 1989 la gara divenne la terza tappa della neonata Coppa del Mondo di arrampicata. E a sei anni dal primo evento sportivo internazionale, nel 1991, l’arrampicata celebrerà il primo Campionato del mondo (a cadenza biennale) e le competizioni si trasferiranno dalla roccia alla plastica, a beneficio anche di un minor impatto sull’ambiente. Nel 1998 nella Coppa del Mondo entrerà a far parte la Speed, gara per velocisti puri, i 100 metri dell’atletica verticale. E l’anno successivo anche l’arrampicata sui blocchi, il Bouldering originato dal sassismo, entra nella famiglia verticale disputando la prima Coppa del Mondo Boulder, con il nostro Christian Core sul primo gradino del podio. Campionati del mondo Senior e Juniores, Coppe del mondo, Campionato Continentale, Coppa Europa e Campionati Europei, circuiti continentali, importanti eventi internazionali... Negli anni 2000 le gare d’arrampicata sportiva continuano a crescere e gli eventi ufficiali interesseranno più di 45 paesi. Dal 2007 il Campionato del Mondo sarà organizzato anche per gli atleti con disabilità, nelle discipline di para climbing. E la International Federation of Sport Climbing sarà l’associazione a presiedere a tutte le gare internazionali di arrampicata. Nel 2011 l’arrampicata sportiva sarà candidata ad entrare nei Giochi Olimpici (Cio). E sarà proprio dal 3 al 6 agosto scorso, ai Giochi olimpici Tokyo 2020, che l’arrampicata sportiva ha fatto il suo grande esordio nei cinque cerchi nella formula Combinata.

Miho Nonaka (2°JAP), Janja Garnbret (1°SLO), Akiyo Noguchi (3°JAP) sul podio olimpico femminile Tokyo 2020. Foto Leo Zhukov-IFSC

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