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Storie di montagna | Il “nuovo” Quintino Sella tra arte e sostenibilità
Ampliato e riprogettato, il Rifugio Sella vive una nuova stagione, grazie alla tecnologia e al rispetto per l’ambiente. Una scultura, un trekking e una guida attendono i visitatori
di Andrea Formagnana
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Luglio 1985. Un gruppo di sacerdoti biellesi con la passione per le vette è in cima al Castore, 4228 metri, una delle punte del gruppo del Rosa. Cantano, con tutto il fiato che possono ancora avere a quelle quote, il Te Deum e inni alla Madonna. Sono quasi incuranti del trascorrere del tempo, è pomeriggio inoltrato, ed è meglio affrettarsi a scendere. Intorno, tutti i Quattromila. Devono andare però. L’indomani, al Rifugio Quintino Sella, rifugio della loro Sezione del Cai, si inaugura un altorilievo in pietra che riproduce il volto della Madonna nera, la Regina del Monte di Oropa. Quel loro canto, quella loro gioia, è espressione di gratitudine per quello che i credenti definiscono creato, e che è universalmente riconosciuto come natura. Gratitudine è anche in quel voto alla Madonna in cui ogni biellese, anche non di fede, si riconosce; un fatto identitario, un simbolo. Quel 1985 era il centesimo della prima Capanna a cui, nel 1981, si sarebbe affiancato il nuovo rifugio inaugurato il 29 agosto. 8 agosto 2021. Quarant’anni dopo quell’inaugurazione, il Cai Biella ne ha festeggiata un’altra. Il “Quintino Sella” al Felik, uno dei rifugi più antichi (1885) e più alti (3585 m) delle Alpi, ha infatti iniziato a vivere una nuova stagione, quella che si può definire della conservazione, della consapevolezza e della responsabilità ambientale.
LA TECNOLOGIA CHE DIFENDE LA MONTAGNA
Alta montagna e rifugi: l’equilibrio in cui devono convivere, da un lato l’esigenza sempre più sentita di conservazione dell’ambiente, dall’altro quella di sicurezza e confort che gli alpinisti richiedono, non è facile. Ottenere questo equilibrio è l’obiettivo che ha guidato la Sezione biellese che, in due anni, ha ultimato un difficile e complesso cantiere che, a conti fatti, costerà quasi 700 mila euro. Il “Quintino”, come familiarmente viene chiamato dai soci della sezione laniera, è così stato ampliato e gli spazi interni comuni sono stati completamente riprogettati. Nel “nuovo” rifugio batte ora un cuore tecnologico che permette di abbattere drasticamente l’uso della plastica e dei combustibili fossili. Il contesto in cui il rifugio sorge è sempre di una bellezza unica ma rispetto all’agosto del 1981 e a quello del 1991 il ghiacciaio è in arretramento. E salire al Castore è più difficile: la cresta nevosa sommitale è sempre più stretta. I cambiamenti climatici sono evidenti e se è sempre stato vero che il futuro del nostro pianeta dipende da ciò che si fa nel presente, ciò è ancor più vero oggi. «Nell’inaugurare la riqualificazione del rifugio vogliamo rinnovare l’impegno del nostro fondatore, la sua promessa che è scritta nel primo articolo del nostro statuto: difendere l’ambiente naturale delle montagne», ha ricordato il presidente sezionale Eugenio Zamperone.
L’ARTE E IL PATTO CON LA NATURA
Quella promessa, quel patto con la natura, si è fatta concreta con il nuovo rifugio e ha trovato espressione nel linguaggio artistico di Paolo Barichello. Barichello, artista che ha già esposto al Museo nazionale della Montagna di Torino Ω nel 2020 una sua opera, DxPlanetSx è salita alla Capanna Margherita Ω, è stato libero di dare sfogo alla propria creatività. Ed è nata “ORA!”. «ORA! è un ultimatum, un grido d’allarme collocato proprio lì dove tutti gli amanti della montagna possono prendere coscienza dei mutamenti disastrosi di questi ultimi anni», spiega l’artista. «L’opera è una lastra concava di alluminio spessa 25 mm e altra 3 metri. Questa lastra rappresenta la montagna, la natura: alla sua base vi è un uomo stilizzato che può muoversi ma vi è anche saldamente vincolato. ORA! ci invita semplicemente a capire che siamo parte integrante del nostro pianeta e che ogni nostra azione deve essere responsabile e rispettosa». ORA! è un monito, un invito che il Cai Biella, realizzando la riqualificazione del suo rifugio, ha già fatto proprio. Il “Quintino” diventa così anche rifugio d’arte, dove l’espressione contemporanea è in dialogo anche con altri linguaggi artistici, come la fotografia. All’interno del rifugio è infatti stata realizzata una sala, dedicata a Gaudenzio Sella (1860-1934), nipote di Quintino, tra i pionieri dell’alpinismo invernale Ω come ingegnere contribuì alla progettazione sia della Capanna Margherita sia della Capanna Sella, ricostruita nel 1904 Ω allestita con immagini storiche donate dalla Fondazione Sella.
Dalla casa di Quintino Sella, 420 metri a Biella, al Rifugio Quintino Sella sul ghiacciaio del Felik a 3585 metri, e poi oltre ai 4228 metri del Castore. Questo il trekking inaugurale del “nuovo” Quintino che ha visto per protagonisti, Annnalisa, Enrico, Maurizio, Dino e Andrea del Cai Biella e Andrea e Giacomo del Cai Perugia. I sette trekker, partiti da Biella il 2 agosto, sono arrivati al rifugio venerdì 6. Ad aspettarli gli istruttori della Scuola nazionale Guido Machetto (Cai Biella) con il loro direttore, il neo presidente dell’Accademico Mauro Penasa. Il giorno dopo infatti ad attendere il gruppo c’era il Castore, per alcuni di loro il “battesimo” dei Quattromila. Un trekking che presto diventerà una guida sia stampata che consultabile online, in modo che tutti possano ripercorrerlo. Nel loro cammino hanno attraversato le valli Oropa, Cervo, di Loo, del Lys e della Forca incontrando tradizioni, leggende, e hanno stretto nuove relazioni. Perché in un trekking quello che conta è riempire lo zaino di emozioni da rivivere poi…